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ERASMUS+ KA2 STRATEGIC PARTNERSHIP
NO GENDER GAP
Risorse, metodologie, approcci e strumenti per lo sviluppo professionale
dei docenti che lavorano in centri per l’educazione degli adulti.
INDICE
Intro 1
1 Come diventare un buon comunicatore 5
1.1 Intro e preliminari info 5
1.2 Perché investire nel mentoring delle persone con poche opportunità 6
1.3 Erasmus+ e inclusione 6
1.4 The Hero’s Journey adattato alla vita di un Mentore 8
1.5 Un altro strumento che usiamo è l’intelligenza emozionale 11
1.6 Prepara le tue intenzioni 13
1.7 Auto sensibile 14
1.8 Auto gestione 15
1.9 Altre consapevolezze 18
1.10 Gestire le relazioni 20
2 Perché usiamo un robot nell’educazione di donne adulte
svantaggiate? 21
2.1 Ma io non sono un técnico! 21
2.2 Approccio educativo 22
2.3 Come montare un dispositivo 24
2.4 Piattaforme software ed educative 25
2.5 Attività di esempio: utilizza i sensori del computer 28
2.6 Attività di esempio: simulazione di robot 31
2.7 Attività di esempio: modellazione 3D 34
3. La nuova era tecnologica nel sistema educativo portoghese 36
3.1 Panoramica 36
3.2 Storia attuale 37
3.3 Il programma Magellano come esempio di buona prassi 37
3.4 Il programma E-Escolinha 39
3.5 Dalla carta al PC 39
3.6 Il profilo del prof in Portogallo 39
3.7 Inclusione dello STEM 40
3.8 Le metodologie più potenti utilizzate nell'istruzione in Portogallo 43
3.9 L’educazione per gli adulti in Portogallo 45
3.10 Bibliografía 48
4. Uscire dalla zona di comfort. Potrebbe essere comodo 49
4.1 Panoramica 49
4.2. Donne e tecnologia-tecnologia e me? 49
4.3 Buone prassi: Just Start! 51
4.4 Suggerimenti didattici 54
5. No Gender Gap. Guida di buone prassi 59
5.1 Introduzioe 59
5.2 EAL / Regno Unito 59
5.3 Kawasaki Robotics / Germania 61
5.4 Università di Napoli Federico II / Italia 63
5.5 Pearson / Regno Unito 64
5.6 Commissione Europea / EU 65
5.7 Conclusioni 67
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
INTRODUZIONE
Nei prossimi anni, tecnologia ICT e digitalizzazione saranno un vivaio di
nuovi posti di lavoro. In particolare, secondo Randstad, la multinazionale
con base in Olanda che si occupa di ricerca, selezione e formazione e di
risorse umane, nella sola Spagna saranno creati 390.000 nuovi posti di
lavoro collegati alle STEM (acronimo inglese per Scienza, Tecnologia,
Ingegneria e Matematica. Tuttavia, se la tendenza non cambierà
drasticamente in breve tempo, la maggior parte di questi posti di lavoro
sarà occupata da uomini, e quindi il divario di genere non farà che
aumentare.
Mediante il progetto Erasmus plus No Gender Gap ci proponiamo di
sviluppare una serie di scenari di apprendimento, che siano utili nel mondo
del lavoro, specificatamente dedicati a ragazze e donne. Abbiamo quindi
costituito un partenariato composto da soggetti con esperienza nella
formazione e nella promozione delle donne, pronti a contribuire con il loro
know-how a un progetto transnazionale.
Gli obiettivi del progetto sono i seguenti:
- sostenere l’apprendimento delle discipline STEM (Scienza, Tecnologia,
Ingegneria e Matematica) attraverso l’uso della robotica e dell’automazione,
che hanno dimostrato di essere strumenti per in ottimo coinvolgimento
degli studenti e studentesse;
- promuovere l’alfabetizzazione digitale e il pensiero critico nelle donne,
soprattutto per quelle che si trovino in situazioni di esclusione sociale e di
appartenenti gruppi svantaggiati, riducendo così il divario di genere e
migliorando il loro accesso al mercato del lavoro;
- migliorare le competenze professionali degli insegnanti attraverso nuovi
approcci metodologici;
- creare nuove metodologie applicabili a livello internazionale volte a ridurre
le disuguaglianze di genere nell’accesso e nell’impiego alle e delle nuove
tecnologie;
- interessare e ingaggiare le donne verso l’industria delle TIC e specialmente
nella robotica, sottolineando quelle attività che hanno maggiori possibilità
di raggiungere un effettivo inserimento nel mercato del lavoro;
1
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
- far conoscere centri di formazione che adottino una prospettiva di genere,
che abbiano modificato in tal senso il loro approccio formativo e promosso
più egualitarie opportunità;
- suggerire quei cambiamenti che facilitino la transizione dell’industria delle
TIC verso una maggiore consapevolezza ed eguaglianza di genere;
- assicurare strumenti per il riconoscimento delle competenze e creare le
condizioni che permettano la realizzazione di nuovi programmi che
sostengano lo sviluppo di tali competenze.
Il progetto si rivolge sia agli educatori che alle donne a rischio di esclusione
sociale e appartenenti a gruppi svantaggiati (es. disoccupati, vittime di
violenza di genere, rifugiati, donne senza diploma o laurea, donne residenti
in aree rurali) che vogliano migliorare le proprie competenze professionali
in un settore in cui l’elevata domanda da parte delle aziende del mondo
delle ICT può ridurre significativamente il tasso di disoccupazione. Il
partenariato ha delineato il progetto così che possa avere effetti benefici su
educatori, formatori e donne e che possa aumentare le loro capacità
personali e professionali nell’uso di Internet per ridurre i divari di genere,
promuovere l’inserimento sociale e lavorativo delle donne e generare una
comunità di donne con un maggiore interesse nell’uso della tecnologia per
promuovere l’imprenditorialità e il lavoro autonomo.
Il partenariato vuole contribuire a internazionalizzare le esperienze di
queste donne e migliorarne le conoscenze al fine di raggiungere gli
obiettivi comuni indicati, poiché diminuire il divario di genere di donne che
si trovino in condizioni di svantaggio è considerato un obiettivo prioritario
nelle strategie europee per l’inclusione, l’istruzione e l’occupazione.
Il progetto produrrà anche metodologie e strumenti innovativi che saranno
utili a livello internazionale, e che saranno tradotti in più lingue e facilmente
accessibili. Infine, la visibilità dei risultati del progetto avrà un impatto sui
diversi stakeholder che migliorerà significativamente il profilo
internazionale dei partner e allo stesso tempo arricchirà le politiche
europee in materia di occupazione e di istruzione, contribuendo a ridurre
l’attuale euro-scetticismo presente in molti settori della società europea.
In Spagna nel 2016, solo il 15,4% degli esperti in tecnologie dell’informazione
e della comunicazione erano donne, un livello leggermente inferiore a
quello dell’Unione Europea (UE) che, secondo Eurostat, si attesta al 16,7%. Le
2
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
cifre mostrano che le donne sono sottorappresentate tra gli esperti delle
TIC in tutti gli Stati membri della UE.
Il partenariato ha svolto alcune sessioni informative iniziali per aumentare la
conoscenza del e sul progetto, interessare e coinvolgere insegnanti e
studenti che parteciperanno al progetto e ci daranno dei feedback per far sì
che i prodotti del progetto siano adeguati alle reali esigenze dei beneficiari.
Tutti i partner lavoreranno insieme per la realizzazione di un corso in
modalità MOOC e in formato digitale .pdf per la realizzazione di un robot.
Il corso sarà orientato agli insegnanti e agli educatori, anche se potrà essere
utilizzato anche da altri soggetti. È corredato di una guida metodologica
che include gli strumenti e l’approccio più innovativi e confermati per gli
insegnanti e gli educatori dei centri di formazione per adulti.
L’impostazione metodologica è immersiva e basata sul learning-by-doing,
ove le attività prevedono che insegnanti e un gruppo di donne realizzino un
piccolo robot attraverso Arduino e Scratch. Sono state realizzazione delle
linee guida per i centri di educazione e formazione per adulti per sostenere
le competenze dei docenti per l’insegnamento e il tutoring (mentoring). Vi
sarà anche un sistema di riconoscimento e una piattaforma di formazione
on line con webinar.
I risultati di apprendimento previsti una volta terminato il progetto:
- arricchire il profilo professionale degli insegnanti coinvolti, collegando il
mondo dell’istruzione con il mondo delle imprese;
- promuovere la tecnologia ICT e la robotica nelle scuole per adulti come
componenti trasversali dei programmi scolastici;
- innovare l’educazione per adulti e le professionali attraverso strumenti e
metodologie di apprendimento attivo;
- accrescere le conoscenze, capacità tecniche e competenze sull’uso di
strumenti oggi importanti in vari settori del mondo del lavoro.
Grazie a queste attività, le donne partecipanti avranno maggiori
opportunità di lavoro, saranno incoraggiate a partecipare attivamente alla
vita sociale e culturale delle comunità in cui vivono e svilupperanno
competenze personali e professionali che offriranno loro nuove
opportunità. I partner sperimenteranno un miglioramento della loro
capacità operativa grazie all’internazionalizzazione delle loro attività e le
3
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
comunità locali saranno più interessate a partecipare alle politiche europee
per l’istruzione e l’occupazione, vedendone i benefici reali e diretti vicini a
loro.
Il contenuto di questa guida non riflette l’opinione ufficiale dell’Unione
Europea. La responsabilità per le informazioni e le opinioni espresse nel
documento è interamente a carico degli autori. Non è consentito
commercializzare il contenuto di questa guida copiarlo o modificarlo
senza l’espressa autorizzazione degli autori.
1 Come essere un buon comunicatore, come motivare un
gruppo e come mediare in situazioni di conflitto
4
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
1.1 Introduzione e informazioni preliminari
Nelle prossime pagine, vogliamo aiutarvi ad iniziare questa avventura. Per
fare questo, vogliamo presentarvi un metodo molto speciale chiamato Il
viaggio dell’eroe. Nelle tecniche di narrazione e nella mitologia comparata,
il Viaggio dell’eroe è il modello comune di storie che coinvolgono un eroe
che va all’avventura, vince in una crisi decisiva e torna a casa cambiato o
trasformato.
Questo metodo può aiutarci a farci diventare un buon mentore, a
sviluppare tutte le fasi e i fattori rilevanti che entrano in gioco e,
naturalmente, a ottenere il vostro posto in questa storia, e a considerare
l’impatto che potreste avere su di essa. Inoltre, potrete trovare qui alcune
motivazioni per partecipare a un training nel settore dell’educazione non
formale. Infatti, in ogni avventura c'è un momento in cui le sfide sembrano
inutili e si può essere tentati di rinunciare. Prima di farlo, leggete queste
pagine! Se non è sufficiente, potete rifiutare il vostro coinvolgimento con la
stessa facilità con cui potete chiudere questo manuale. Ma, se decidete di
5
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
continuare a leggere, oltre questa introduzione, vi troverete immersi in un
mondo straordinario di sostegno alle motivazioni e di formazione.
1.2 Alcune ragioni per investire nell’istruzione delle persone con minori
opportunità
L’istruzione non formale è considerata uno strumento per consentire a un
maggior numero di persone di entrare nel mercato del lavoro, in particolare
ai giovani al primo impiego o ai NEET – (è l’acronimo di (Young people)
Neither in Employment or in Education or Training, ovvero che non stanno
studiando né sono impiegati in un lavoro) – aumentandone le opportunità
grazie allo sviluppo di nuove abilità e competenze. Questa affermazione è
supportata dai risultati di diverse ricerche che dimostrano che tra il
50%-80% degli intervistati afferma che l’istruzione non formale aumenta le
possibilità dei giovani che fanno domanda per un tirocinio o uno stage,
un’occupazione o un’ulteriore formazione e istruzione. Nel 2018, abbiamo
svolto un sondaggio con 200 ex allievi partecipanti alle nostre attività non
formali. Dai risultati, oltre il 60% degli intervistati afferma di aver imparato
molto e il 98% di loro ritiene che sarà utile in futuro; che i risultati
dell’apprendimento saranno trasferiti sul posto di lavoro (65%) ma anche in
altri contesti come la vita quotidiana (66%) o gli studi universitari e formali
(12%). Questi risultati non sono solo notevoli in generale, potrebbero
confermare l’utilità dell’istruzione non formale anche per persone
socialmente o economicamente svantaggiate o meno qualificate, che
abbandonano la scuola o che sono già di fuori del ciclo educativo.
Questo è possibile perché le attività non formali promosse da Erasmus+
forniscono un’esperienza di apprendimento alternativa per il
raggiungimento di abilità e competenze. In effetti, le attività di educazione
non formale sono considerate importanti opportunità di apprendimento
anche se non riguardano direttamente la scuola o con i sistemi educativi
tradizionali, ma tutti sappiamo che l’apprendimento non riguarda solo le
conoscenze acquisite a scuola. Succede nella vita di tutti i giorni e in ogni
contesto: impariamo quando ci sono l’intenzione e il desiderio di imparare.
Per esempio, possiamo imparare una lingua straniera cantando una
canzone o possiamo sviluppare le capacità di lavoro di squadra giocando a
pallavolo! Questo è ciò che si chiama apprendimento informale. Pensando
all’apprendimento in questa nuova prospettiva, è chiaro che ciò che
impariamo a scuola è solo una piccola parte di tutto l’apprendimento che
avviene nella nostra vita. Alcune ricerche dimostrano che oltre il 70%
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
dell’apprendimento deriva da un apprendimento non formale: impariamo
ancora di più in un presso di istruzione alternativo rispetto al sistema
scolastico! Già più di 80 anni fa, un riformatore educativo di nome John
Dewey sosteneva la necessità di un cambiamento radicale nel campo
dell'educazione basato sulla riduzione della distanza tra l’apprendimento
che si ha nel sistema scolastico e quello al di fuori di questo contesto.
1.3 Erasmus + e Inclusione
Alcune persone sono escluse nella nostra società a causa di vari fattori,
talvolta a causa ostacoli sociali nascosti e a volte gli ostacoli intervengono a
un certo punto della vita e aumentano. Tra questi, per esempio, quelli
economici, che di solito non vengono mai soli e possono essere collegati
alla disoccupazione o a problemi sociali. Ci sono giovani che sono
svantaggiati rispetto ai loro coetanei perché devono affrontare uno o più
fattori di esclusione. Sappiamo anche che la tecnologia e la robotica in
generale sono campi in cui è coinvolto solo il 12% delle donne, e questo non
perché a loro non piaccia, ma più a causa degli stereotipi presenti nella
cultura della nostra società e per il modo in cui essa è insegnata e
trasmessa. Dobbiamo ingaggiare più donne nella robotica!
Questa situazione spesso impedisce alle persone con meno opportunità di
partecipare al mondo del lavoro, all’istruzione formale e non formale, alla
mobilità transnazionale, al processo democratico e alla società in generale.
Questo è ciò che intendiamo quando parliamo di giovani con meno
opportunità (YPfO, Young people with fewer opportunities). Come
formatori dobbiamo essere consapevoli che tutti possono trovarsi in
situazioni analoghe nella vita, a dover affrontare alcuni ostacoli, in qualche
modo, in qualsiasi momento. Non ci sono persone totalmente incluse o
totalmente escluse, c’è una scala di inclusione/esclusione. Dovremmo
conoscere quali siano gli ostacoli e ciò che impedisce l’esclusione, e tenerne
conto nelle nostre attività. L’obiettivo primario del programma Erasmus+ è
di essere accessibile a tutti i giovani e anche le attività che pianifichiamo
sono inclusive, con lo scopo di avere un impatto positivo sulla situazione dei
giovani con minori opportunità.
Quello che possiamo fare è adottare un approccio inclusivo, il che significa
che dobbiamo concentrare il nostro lavoro non solo sulle donne, che sono i
nostri beneficiari qui, anche sui nostri processi organizzativi. Esistono delle
regole per il successo che servono da guida alle organizzazioni per
migliorare la qualità dei loro progetti, per migliorare la situazione dei YPfO e
per ridurre gli ostacoli per molti beneficiari, tra queste:
● mantenere al centro le persone con minori opportunità;
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
● Considerare tutti i tipi di diversità;
● Utilizzare l’apprendimento non formale;
● Monitorare l’impatto a lungo termine;
● Garantire un approccio olistico e un partenariato.
Concentrarsi prima di tutto sulla persona
Non pretendete di sapere cosa loro sentono ora, come stiano oggi, ma
conservate una mentalità aperta, ascoltate i vostri studenti e concentratevi
su ciò che stanno cercando di comunicarci.
È chiaro che questo non è facile. È essenziale, naturalmente, avere ben
presente l’obiettivo perché bisogna adattarvi la metodologia. Questo
significa, in poche parole, realizzare un progetto su misura. L'inclusione non
è qualcosa che avviene da sola; i progetti di inclusione richiedono sforzi e
azioni attive. In poche parole, significano tempo, denaro e risorse da
investire su di esso.
Alcuni studenti richiedono così tanto del nostro tempo che in realtà
dovrebbe essere dedicato al nostro lavoro complessivamente. Quante
risorse possono essere indirizzate a una sola donna tra tutti i compiti che
dobbiamo svolgere? Questa è una domanda che tutti i formatori si
pongono, quando analizzano la gestione del tempo e delle risorse. Anche in
questo caso, non c’è una risposta standard o una quantità di tempo definita
da dedicare, ma, se necessario, è possibile implementare una risorsa
aggiuntiva: il Reinforced Mentorship.
Il Reinforce Mentorship è una attività spesso impiegata in Europa e nei
progetti Erasmus, e soprattutto nei Programmi del Servizio Volontario
Europeo, che ha lo scipo di offrire al beneficiario/a un tutoraggio aggiuntivo,
proprio per aumentare il sostegno in modo individuale. Bisogna tener
conto che questa attività va ad aggiungersi ai compiti ordinari quotidiani,
per cui suggeriamo di trovare una risorsa totalmente dedicata ad esso. In
altre situazioni, accade di ottenere un risultato opposto a quello che si
cercava: il Reinforce Mentorship si aggiunge ai compiti ordinari e il
formatore si trova di fronte a una somma troppo elevata di attività da
portare a termine.
1.4 Il viaggio dell’eroe (quando questi è un insegnante o un tutor)
Il viaggio dell’eroe è un termine generico per descrivere un’avventura,
un’esperienza di cambiamento, un viaggio che determinerà il
cambiamento, e un’esperienza di apprendimento.
8
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Oggi è usato come termine generale, ma è stato introdotto per la prima
volta da Joseph Campbell nella sua straordinaria opera The Hero with a
Thousand Faces (L'eroe dai mille volti), uno studio comparativo di miti,
leggende e storie raccolte da tutto il mondo. Campbell ha notato che di
tutte le storie e miti, in realtà vi è sempre un’unica storia che ci lega tutti, e
l’ha chiamata The Monomyth ( = l’unica storia), o The Hero's Journey, Il
viaggio dell’eroe.
In sostanza, possiamo dire che significa che in ogni storia ci sono sempre gli
stessi elementi.
È la trama di ogni film, romanzo, fiaba, mito. C’è un inizio, in piccolo, nella
vita di tutti i giorni, dove tutto è sotto controllo... mmmh ma forse non
proprio tutto.
Poi succede qualcosa che porta un cambiamento. Volente o nolente, il
nostro personaggio (che non vuole essere chiamato eroe - per ora) inizierà
un viaggio che cambierà la sua vita, e il suo mondo, per sempre.
Per esempio, George Lucas, l’uomo che ha realizzato Star Wars, dice che
aver conosciuto Joseph Campbell all’università gli ha dato l’idea originale
per la storia del suo film. È stato il primo regista ad ammetterlo e a dare
credito a Campbell per il suo lavoro; e da allora quest’ultimo è diventato
estremamente noto, fino a diventare a volte una sorta di cliché.
Sceneggiatori hollywoodiani, game designer, romanzieri di tutto il mondo si
riferiscono ora a The Hero's Journey come a uno strumento infallibile per il
controllo degli errori, da seguire come misura di qualità del loro lavoro.
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Che cosa c'è di così fico ne Il viaggio dell'eroe?
In una parola: tutto!
È una storia forte, universale, capace di parlare a tutti noi. È l’archetipo di
tutte le storie. E noi la amiamo, per istinto, perché è la materia di cui sono
fatte le fiabe, i cartoni animati, il mito, le leggende e persino le religioni. Ci
piace, perché è così che una buona storia deve essere raccontata. E lo
sappiamo tutti.
La viviamo realmente ogni giorno. quando usciamo dalla nostra comfort
zone, le nostre situazione tranquille e conosciute; quando viviamo
un’esperienza - piacevole o meno; incontriamo persone e affrontiamo sfide;
impariamo qualche cosa di nuovo o otteniamo una ricompensa;
sviluppiamo un nuovo potenziale o impariamo una lezione, e torniamo al
punto di partenza. Pronti a ricominciare tutto da capo.
Ora, provate a pensare ai nostri studenti come a degli eroi, e a noi come dei
mentori. Pensate a Gandalf nel Signore degli Anelli, o a Doc in Ritorno al
futuro. Sono i mentori degli eroi, e sono anche gli eroi delle loro storie.
Questa struttura narrativa fornisce un quadro chiaro di ciò che vogliamo
ottenere con la metodologia dell’educazione non formale e ci aiuta a
descrivere le attività e i risultati. Infatti, se focalizziamo la nostra attenzione
su quale debba essere l’attività dei tutor, rischieremmo di avere una
percezione limitata del loro effettivo ruolo. In realtà, il mentore non è
responsabile di una sola fase; il suo coinvolgimento è richiesto in tutte le fasi
e i suoi compiti sono molti più di quanto possano apparire a prima vista.
Il nucleo del nostro metodo si basa sul paragonare le attività del progetto
Erasmus+ a un’avventura e funziona perché rende il progetto simile a
modelli che conosciamo fin dall’infanzia: le fiabe. Infatti, la
rappresentazione dell’eroe ha un grande potere sulla nostra per il suo
profondo effetto simbolico.
Il vantaggio di questo metodo è rappresentato dal fatto che esso fornisce
una chiave per leggere la complessità dell’attività così che diventa più facile
analizzare gli elementi della storia, così come il nostro ruolo di mentore. In
altre parole, si crea una sorta di mappa che ci permette di vedere tutti gli
attori, i passaggi e le fasi del percorso del beneficiario e, sulla base di questo,
possiamo facilmente pianificare quali risorse dovremmo fornire per
supportare meglio ogni beneficiario in ogni storia personale.
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Cominciamo dall’inizio. Seguitemi.
Ogni storia inizia in un certo momento perché succede qualcosa; poi tutto
diventa un’avventura che avviene al di là della nostra vita quotidiana.
Accadono molte cose nuove, difficoltà e sfide, ma c’è una guida esterna per
sostenere e dare consigli all’eroe (il mentore).
Ad un certo momento, una grande sfida si presenta per l’eroe, così grande
che lui o lei diventano insicuri e cominciano a dubitare delle proprie
capacità di affrontarla. Il più delle volte il problema è risolto e la vittoria
conferisce all’eroe rafforzato la consapevolezza delle proprie forze. Il
successo porta una ricompensa finale e la storia si conclude con il ritorno
alla vita quotidiana. Se si usa l’immaginazione e si riflette sulle storie che si
conoscono, si può scoprire che tutte seguono questo schema, con poche
eccezioni.
Ora, se cercate di adattare alla vostra attività di apprendimento non formale
questo modello, questa cornice, potrete vedere meglio quale fase il vostro
eroe stia vivendo, e anche una storia complessa può diventare familiare.
Quello che è straordinario di questa metodologia è che aiuta le persone a
orientarsi e a capire quale passo occorra fare per andare avanti e sviluppare
sé stessi. Così, ci si rende conto di quale fase stiamo vivendo: te ne stai a
casa e rifiuti il richiamo dell’avventura; oppure, sei proprio dentro a
un’avventura, e sei stanco e forse qualcosa sta andando storto, ma può
accadere, è un passo essenziale per ottenere la ricompensa dalla tua
comunità. Se applichiamo questo metodo nelle nostre attività di
formazione, è più facile leggere meglio l’intera storia e, ciò che è rilevante
per noi, ci permette di pianificare il nostro intervento per sostenere meglio i
nostri studenti. Il risultato è che possiamo afferrare meglio la complessa
esperienza dell’apprendimento e possiamo condurre un’analisi
approfondita dei suoi momenti chiave, orientando al meglio le nostre
azioni. In poche parole, sapere come possiamo sostenere persone con
minori opportunità, e in questo caso, le donne quando rifiutano il richiamo
dell’avventura (nel nostro caso, l’esperienza del training in robotica).
La grotta in cui si teme di entrare racchiude il tesoro che si cerca.
Joseph Campbell
1.5 Un altro strumento che dobbiamo utilizzare è l’Intelligenza Emotiva
11
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
I nostri pensieri e le nostre emozioni sono i nostri strumenti più potenti che
decidono le sorti della nostra vita in questi tempi difficili e straordinari.
Anche se non possiamo controllare la pandemia o la paura o l’incertezza
che essa porta, possiamo controllare il modo con cui la affrontiamo. Ecco
perché praticare e sviluppare l’intelligenza emotiva è più importante che
mai.
L'Intelligenza Emotiva (in inglese, Emotional Intelligence, IE; o Emotional
Quotient, EQ) è la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le
emozioni, sia le proprie che quelle di altri. L’Intelligenza Emotiva è molto più
determinante delle cosiddette soft skills, le competenze relazionali; essa
riguarda le competenze essenziali che sono vitali anche in qualsiasi
professione.
La nostra intelligenza emotiva (IE) detta il modo in cui gestiamo noi stessi,
come ci comportiamo con gli altri, come comunichiamo - in modo efficace
o inefficace -, come gestiamo bene i feedback, i riscontri e i contrattempi e
molto altro ancora. Nel campo dell’istruzione non formale con persone con
minori opportunità, lo sviluppo dell’intelligenza emotiva è fondamentale
non solo a nostro beneficio, esso è fondamentale per sostenere
efficacemente le persone con cui lavoriamo.
La capacità di impiegare l'Intelligenza Emotiva è oggi il principale fattore
che distingue una buona leadership. Anche se non si ha familiarità con le
specificità dell'IE, tutti noi abbiamo senza dubbio sperimentato la
differenza tra qualcuno che è costantemente consapevole di come le
proprie emozioni influiscano sugli altri e qualcuno che non lo sia. Questo
spiega perché il World Economic Forum ha identificato 2 delle 10
competenze essenziali per il 2020 nel campo dell'intelligenza emotiva.
Nel ruolo di mentore e formatore di persone con minori opportunità, dovrai
aiutarle a impiegare le loro passioni, i loro interessi, i loro talenti e i loro
hobby per ottenere un cambiamento positivo nelle loro comunità. Tuttavia,
sappiamo che essi non riusciranno a vedersi come leader della loro
comunità fino a quando non avranno sviluppato quella che si chiama in
inglese self-awareness, la loro consapevolezza di sé, avranno imparato a
lavorare efficacemente con gli altri e affinato gli strumenti per superare le
sfide. In altre parole, avranno bisogno di un corso attivo sull'intelligenza
emotiva. Per sostenere i nostri beneficiari, ci siamo avventurati in un
percorso sulla IE, e abbiamo creato dei workshop esperienziali di IE per
condividere le nostre scoperte.
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Nel corso di questa pandemia COVID19, è normale che i nostri beneficiari si
stiano rivolgendo a mentori e leader per ricevere sostegno e guida. In modo
analogo, quali formatori e mentori, anche noi ci rivolgiamo ai nostro
dirigenti e ai manager delle nostre associazioni per avere consigli e
indicazioni. Ora più che mai, abbiamo bisogno che i leader non agiscano
solo con forza e direzione - ma che agiscano con compassione e
intelligenza emotiva. Che siamo operatori giovanili, formatori, manager o
direttori di associazioni, è nostra responsabilità morale guidare con
intelligenza emotiva.
Una grande forza nasce dall’impiegare le nostre emozioni e nel dare agli
altri la possibilità di fare lo stesso. Fino a poco tempo fa, l’intelligenza
emotiva, e lo studio delle emozioni, era estraneo a molte professioni, poiché
molti credono erroneamente che l’espressione delle emozioni debba essere
limitata solo alla nostra vita personale. Questa credenza per cui portare le
nostre emozioni sul posto di lavoro non è professionale, non solo è
pericolosa per la nostra salute mentale ed emotiva, è anche dannosa per la
nostra efficienza lavorativa. Come umani, siamo esseri intrinsecamente
emotivi, ed è praticamente impossibile divorziare completamente dalle
nostre emozioni mentre timbriamo il cartellino al lavoro.
Ansia, tristezza, paura, frustrazione, limitata capacità di concentrazione -
queste emozioni sono normali nell’esperienza umana, e prevedibili durante
una pandemia. Se tutti noi proviamo questi pensieri ed emozioni, allora le
nostre reciproche interazioni devono rappresentarle, in un modo che
sia utile e che vada a beneficio di tutti.
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Per fortuna, l’intelligenza emotiva non è una competenza innata, ma una
qualità che può essere sviluppata. Tutti noi possiamo sviluppare la nostra
intelligenza emotiva e sfruttare le sue capacità per sostenere altri a fare lo
stesso. Tutto ciò che dobbiamo fare è capirne gli strumenti e trovare il
modo di metterli in pratica quotidianamente.
1.6 Organizza i tuoi propositi
È importante stabilire i propri specifiche obiettivi. Non cercate di sviluppare
tutto assieme i compiti che abbiamo descritto, altrimenti è probabile che
alla fine non ne svilupperete nessuno. Selezionate invece uno o due
strumenti che volete conoscere meglio e iniziate a svilupparli
approfonditamente, ora. Potrete sempre cancellarne dalla vostra lista, e
concentrarvi su alcuni, poiché chi è lento e costante vince la gara. La
pazienza e l’autocompassione sono la chiave per sviluppare la vostra IE.
Scrivete la lista dei vostri propositi e conservatela. Spesso diciamo ai
partecipanti ai nostri corsi di formazione di mettere nero su bianco le loro
sfide e di appenderle in una zona della loro stanza o della loro casa, da
tenere come costante promemoria.
14
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Ogni persona è diversa - ad alcuni potrebbe piacere lavorare sulla propria
sfida per una settimana e poi provare un’altra avventura. Altri potrebbero
voler continuare con la loro sfida per un mese intero o anche più a lungo.
Conosciamo persone che si pongono sfide quotidiane diverse. Decidete voi
stessi per quanto tempo volete concentrarvi sui vostro obiettivi prima di
sceglierne un altro e chiedetevi quale sarà il piano più utile e fattibile per voi
e oltre a utilizzare questi strumenti per te, vedi dove e come puoi
condividerli con gli altri. Infatti, TUTTI possiamo trarre beneficio
dall’impegno per migliorare le capacità di intelligenza emotiva di tutti.
1.7 Consapevolezza di sé
È la capacità di riconoscere come i nostri sentimenti influenzano il nostro
comportamento e le nostre interazioni con gli altri.
La consapevolezza di sé è in realtà il fondamento dell’intelligenza emotiva,
quindi è il miglior punto di partenza!
Gli strumenti per sviluppare la propria autoconsapevolezza:
1. Date un nome alle vostre emozioni. Più riuscirete a analizzare il vostro
stato emotivo, meglio sarete in grado di gestire le vostre emozioni. Non
esistono buone o cattive emozioni. Le emozioni possono essere piacevoli
o sgradevoli da provare, e naturalmente alcune emozioni sono più
impegnative di altre; tuttavia, tutte le emozioni ci forniscono dati e
informazioni. Ogni emozione contiene informazioni da cui possiamo
imparare, se riusciremo a farlo.
Il miglior punto di partenza è quello di percepire le emozioni nel nostro
corpo e di identificarle. Quando nominiamo ed etichettiamo
accuratamente le nostre emozioni, possiamo comprendere meglio le
ragioni per cui le stiamo vivendo ed eventualmente prendere le misure
appropriate. Sviluppare la nostra alfabetizzazione emotiva è essenziale.
2. Fate attenzione al linguaggio che usate. Quando diciamo sono triste o
ho paura, diamo a quell’emozione una sorta di autorità su tutta la nostra
identità e se lo facciamo, è facile aggrapparsi a quelle emozioni, e sentirsi
come se fossero loro a comandare. È importante ricordare che noi non
siamo le nostre emozioni e non sono quelle a definirci.
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Invece, individua e descrivi le tue emozioni in modo da ampliare il tuo
spazio, per esempio usa frasi come mi accorgo di avere la sensazione di
essere triste, o mi accorgo di provare tristezza. In questo modo, non lasci
che le tue emozioni ti definiscano, ma le riconosci per quello che sono -
sensazioni e pensieri fugaci - non fatti.
2. Mostrate una vulnerabilità selettiva ai vostri contatti nella professione e
sul lavoro. In questi tempi, sembrerebbe strano e innaturale ignorare la
pandemia di COVID-19 e non considerare il complesso di emozioni che
viviamo, con i nostri colleghi. Rendersi conto della propria ed altrui
vulnerabilità, accettarla e condividere i propri sentimenti costruirà la
fiducia tra i vostri beneficiari e i vostri colleghi.
Ma una vulnerabilità selettiva è chiave per il leader. Mentre la condivisione
aperta può aiutare le persone a sentirsi a proprio agio e più connesse, la
condivisione eccessiva può far perdere la fiducia al leader. Mollie West
Duffy, l’autrice di No Hard Feelings, afferma: "Impiegare bene la
vulnerabilità selettiva significa percorrere quella sottile linea di
demarcazione tra il riconoscimento ('Anche io sono preoccupato - non sei
solo!') e la dimostrazione di leadership, che trova e indica una strada da
seguire ('Data la situazione, ecco i passi che intendiamo fare per
affrontarla.')". (2020).
1.8 Self management
È la nostra capacità di controllare i nostri impulsi e le nostre reazioni
emotive.
Secondo George Kohlriese, professore di Leadership and Organizational
Behavior presso l’Istituto internazionale per lo sviluppo manageriale (IMD)
in Svizzera, la caratteristica numero uno che distingue i migliori leader è la
loro capacità di rimanere equilibrati: “Abbiamo svolto una ricerca con oltre
1.000 dirigenti di tutto il mondo, CEO, membri di Consigli di
Amministrazione, top leader, sulle caratteristiche dei migliori leader. La
risposta numero uno è stata la capacità di rimanere calmi e concentrati. In
una crisi, saper gestire le proprie emozioni e rimanere calmi, essere in grado
di creare un’isola di sicurezza e non diffondere la tensione”. (2016).
Non è certo un’impresa facile durante una pandemia globale con le varie
emozioni che porta. Tuttavia, le nostre emozioni sono contagiose. Pertanto,
come leader è fondamentale essere consapevoli di quali emozioni portiamo
e diffondiamo ai nostri colleghi e ai beneficiari.
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Nel suo libro, Emotional Agility, la dottoressa Susan David, sottolinea 4 passi
chiave per creare forza emotiva e capacità di adattamento al cambiamento:
Showing up (rendere visibile); stepping out (uscir fuori, fare un passo
avanti), walking your way (cammina nella tua strada) e moving on (andare
avanti (2016).
1. Showing Up
Una delle abitudini che adottiamo per alimentare un triste circolo vizioso di
emozioni spiacevoli è colpevolizzarsi perché “non dovrei provare quelle
emozioni”. Le emozioni sgradevoli sono l’altra faccia della medaglia di
quelle di gioia e ottimismo: non si può avere un lato senza l’altro. È normale
provare momenti di sconforto: cercate di sentire come funzionano su di voi,
analizzateli, affrontate i vostri pensieri e sentimenti con curiosità e
accettazione. Solo in questo modo, alla fine, potrete chiedervi “perché provo
queste emozioni?” e otterrete le informazioni che potranno aiutarvi ad
attraversare il circolo vizioso e a liberarvene.
2. Stepping out
Create uno spazio, una distanza dalle vostre emozioni e dai vostri pensieri
più profondi (come essere consapevoli del linguaggio che usate, di cui
abbiamo parlato prima). Come scriveva lo psicologo e sopravvissuto
all’Olocausto Victor Frankl: “Tra stimolo e risposta c'è uno spazio. In quello
spazio c’è il nostro potere di scegliere la risposta. Nella nostra risposta sta la
nostra crescita e la nostra libertà” (1984).
Gli esercizi di consapevolezza e la Box breathing, o respirazione
quadrangolare, possono aiutare a creare quello spazio e quella distanza tra
i nostri pensieri e le nostre reazioni immediate. Ci danno il tempo di dare
delle risposte pensate e filtrate.
La Box breathing è una tecnica di rilassamento e concentrazione durante la
quale si inspira per 4 secondi, si mantiene l’apnea per 4 secondi, poi si
espira per 4 secondi, si trattiene ancora il respiro per 4 secondi. Vi sembra
un sistema semplice? In realtà viene utilizzato dagli United States Army
Seals per affrontare gli ostacoli più difficili. (2019).
3. Walking your way
I nostri valori sono il cuore di ciò che siamo. Se riusciamo a delineare
chiaramente quali sono i nostri valori e a definirli, possiamo far leva su di
essi per farli diventare la forza trainante delle nostre spiacevoli emozioni. Per
esempio, possiamo chiederci: “Le mie azioni riflettono i miei valori?”, “Come
posso cambiare in modo da vivere nei miei valori?”.
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Stiamo vivendo in tempi straordinari, non c’è dubbio che il periodo del
Coronavirus sarà ricordato come uno di questi. In futuro, quando guarderai
indietro a questo periodo della tua vita (forse ne racconterai ai tuoi figli o ai
tuoi nipoti), come ti vorrai descrivere? Può essere questo pensiero una
buona leva per guidare le tue azioni ora?
4. Moving on
Il quarto passo della nostra Agilità Emotiva è andare avanti, che consiste nel
fare piccoli, deliberati, aggiustamenti alla vostra mentalità, alla motivazione
e alle abitudini per allinearle ai vostri valori fondamentali.
Ci sono diversi modi per farlo, noi abbiamo adottato le tecniche di
reframing semplice. Reframing, o riformulare è vedere la situazione che si
vive da una prospettiva diversa, che può essere di grande aiuto per risolvere
i problemi, prendere decisioni e imparare. Reframing è aiutare se stessi o
un’altra persona a superare in modo più costruttivo una situazione in cui ci
si sente bloccati o confusi.
Si può iniziare dicendo a se stessi “Scelgo di... “ invece di “Devo farlo”: questo
può cambiare la nostra visione d’insieme e collegare le nostre abitudini ai
nostri valori.
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Come mentori, formatori e responsabili di associazioni, dobbiamo gestire e
superare i nostri ostacoli emotivi prima di poter aiutare altri a fare lo stesso.
È un concetto simile a quello di quando si vola su un aereo e l’assistente di
volo ti insegna a “metterti la maschera di ossigeno”, prima di aiutare i
bambini; infatti, se rimarreste senza ossigeno voi, non potrete aiutare
nessun altro a mettere la maschera di ossigeno. Analogamente per la
nostra salute emotiva, quindi assicuratevi di prendervi il tempo necessario
per concentrarvi su voi stessi - vi permetterà di aiutare gli altri in modo più
efficace.
1.9 La consapevolezza dell’altro
La vostra capacità di sintonizzarvi con gli altri e con i loro sentimenti.
Tenete presente che COVID19 ha un impatto su tutti, non solo su di voi e sul
vostro lavoro e tenete a mente che non sappiamo quello che altri stanno
provando: questo vi darà forza e vi renderà un leader più comprensivo.
Strumenti per sviluppare altre forme di consapevolezza/empatia:
1.Esprimere compassione, non giudizi. Ognuno di noi sta gestendo la crisi
come può e al meglio delle proprie capacità. Anche se non siamo d’accordo
con tutte le azioni di coloro che ci circondano, è importante esprimere
compassione e gentilezza. Per esempio, possiamo chiederci: “Cosa sta
vivendo quella persona, quale emozione la sta influenzando a comprare
quantità eccessive di carta igienica?”. Evita i giudizi e usa gentilezza e
empatia con gli altri.
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2. Mantenete i contatti con i colleghi. Nonostante il fatto che i vostri corsi di
formazione potrebbero essere stati sospesi, o che le riunioni settimanali in
ufficio siano state cancellate, è comunque importante contattare
regolarmente i colleghi e i vostri contatti. Le persone possono soffrire in
silenzio, soprattutto quando lavorano a distanza, o quando vi sono, nella
loro famiglia o tra gli amici, dei malati da accudire, o se vi siano problemi
finanziari. Se non l’avete ancora fatto, dedicate un po’ di tempo per chiedere
ai vostri colleghi come va, e per aiutarli. Ma assicuratevi di farlo nel modo
giusto; a volte un semplice “come stai?” può facilmente trasformare la
conversazione in una valanga di negatività. Mollie West Duffy (2020)
raccomanda queste cinque domande, che bilanciano specificità e
sensibilità, come punto di partenza:
- Come può il nostro team presentarsi al meglio per voi in questo
momento?
- Di quali cambiamenti, o modifiche avete bisogno voi/la vostra famiglia in
questo momento?
- Che cosa c’è di impegnativo o di straordinario nel lavorare da casa?
- Che cosa avete imparato su di voi?
- Come state migliorando la vostra resilienza in questo momento? Come
posso aiutarti?
3. Sul lavoro, creare una situazione in cui le emozioni possano essere
espresse. Più riusciremo a creare un ambiente lavorativo di apertura e
accettazione, maggiore sarà la nostra capacità di aiutare i colleghi. Nel suo
Ted Talk, The Gift and Power of Emotional Courage, Susan David afferma:
“Quando le persone sentono di poter esprimere le loro vere emozioni, così
esprimeranno impegno, creatività e innovazione”. Solo affrontando le
nostre emozioni e lavorando su di esse, possiamo alla fine ri-concentrarci
sui nostri impegni professionali. Naturalmente questo è possibile solo se vi è
la sicurezza psicologica, che Google ha indicato il fattore numero 1 per i
team di grande successo. (2016).
Con i nostri beneficiari non è diverso. Più che mai, il nostro ruolo di
formatori e mentori è quello di creare aree psicologicamente sicure per
esprimere emozioni, anche forti. Comprendere gli altri, invece di dare
giudizi, può aiutare i giovani a farsi sentire ascoltati e riconosciuti durante
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
momenti di isolamento. Ascoltare le paure e le incertezze degli altri, senza
giudicarli, creare fiducia e comprensione. Per valutare il livello di sicurezza
psicologica all’interno della vostra organizzazione, osservate questa
immagine.
1.10 Gestione delle relazioni
La vostra capacità di aiutare gli altri a rispondere in modo adeguato
Come formatori, mentori e responsabili di associazioni, è più importante
che mai promuovere il senso di appartenenza nelle nostre organizzazioni,
tra i nostri collaboratori e con i nostri giovani, mentre tutti noi navighiamo
nel cambiamento e nell’incertezza.
Che cosa fare per sviluppare le competenze nella gestione delle relazioni:
1. Investire nelle relazioni. Ricordiamoci che quello che stiamo vivendo
non è una distanza sociale, ma fisica. Non limitatevi ai discorsi di lavoro -
organizzate pause caffè virtuali, happy hour e/o incontri sociali per riempire
le distanze e favorire un maggiore senso di appartenenza nel nuovo
ambiente di lavoro remoto. Potete farlo anche con i vostri gruppi di studenti
per migliorare le loro interazioni sociali durante la quarantena e dare loro un
sostegno di fronte alle sfide che si trovano ad affrontare.
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
2. Esprimere la gratitudine. La gratitudine è ciò che si può chiamare il
“sistema diretto alla felicità”. Più condividiamo la nostra gratitudine con gli
altri, anche per le piccole cose, più aumenta non solo il loro buon umore,
ma anche il nostro. Non dimenticate di mostrare apprezzamento ai vostri
colleghi per le piccole e grandi cose che contribuiscono al vostro team.
Riconoscete i loro sforzi in questi tempi difficili e migliorerete il loro morale
e la loro motivazione sul lavoro.
2. Collegatevi a uno scopo più grande. Anche se di solito siamo concentrati
sugli obiettivi delle nostre professioni, il Coronavirus e il ritardo dei
progetti possono farci sentire staccati dal vero significato che sta dietro
al nostro lavoro. Come formatori, mentori e leader, possiamo ispirare gli
altri a usare la loro creatività per offrire soluzioni innovative, approfondire
le relazioni sociali, incontrarsi e aiutarsi a vicenda, anche con tutte le
restrizioni imposte. Abbiamo visto tutti piccoli atti di gentilezza e senso
di umanità - banche del cibo, attività di volontariato locale per le persone
anziane, distribuzione di buoni pasto per aiutare il settore della
ristorazione, e molto altro ancora. Anche se nell’ambito lavorativo non vi
possibile svolgere azioni analoghe, potreste organizzare attività al fi fuori
dell’orario di lavoro e coinvolgere colleghi e giovani.
Trascorrete un po’ di tempo libero scrivendo e facendo brainstorming di
idee per rispondere alla domanda: "Che cosa posso fare oggi per..”.
Siate creativi e pensate idee oltre il vostro abituale ambito di attività. Ci
sono molti modi per portare gioia in questo mondo se siete disposti a
provare.
2. Perché adottare la robotica educativa nell’educazione di donne in
situazioni di svantaggio sociale?
Una situazione di svantaggio o di vulnerabilità per le donne può verificarsi
per diversi motivi:
● Basso livello di istruzione
● Stato socioeconomico svantaggiato
● Problemi linguistici
● Essere vittima di abusi o donne che vivono in ambienti violenti
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● Avere precedenti penali
● Differenze culturali
● Invalidità
● Poca autostima e fiducia in se stesse
● Altri motivi
Per aiutare le donne svantaggiate, dovremmo poter affrontare queste
situazioni. Certamente, un robot non può intervenire direttamente su
questi problemi, ma può essere uno strumento utile per altri aspetti. Un
robot può essere uno strumento a sostegno dell’apprendimento delle
materie STEAM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arte, Matematica) in modo
da migliorare il livello di istruzione e di conoscenza linguistica; potrebbe
essere uno strumento motivazionale, l’aumento dell’autostima, il
miglioramento del lavoro di gruppo e l’inclusione. Inoltre il robot potrebbe
essere inteso come un argomento per approfondire le relazioni sociali, per
aumentare le capacità di comunicazione, e per colmare le lacune culturali.
L’impiego della robotica educativa aiuta gli studenti a sentirsi parte del
processo di apprendimento, agganciandoli e motivandoli. Inoltre, quando
gli educatori costruiscono relazioni e ambienti positivi, gli studenti
imparano meglio perché aumenta l’autostima, la fiducia in sé stessi, il
rispetto tra gli studenti e il rispetto e l’identificazione del gruppo. I robot
possono essere un utilissimo strumento in mano a educatori che
costruiranno un ambiente di apprendimento vivace e sereno.
2.1 Ma io non sono un tecnico!
Al vostro primo tentativo di lavorare con un robot, potreste trovarvi a disagio
o intimiditi. Questo è del tutto normale perché vi trovate di fronte a un
nuovo approccio all’apprendimento, e non conoscete ancora questo
strumento.
Queste affermazioni potrebbero essere chiarite da una citazione di
Seymour Papert (da Teaching children thinking, in The Computer in the
School: Tutor, Tool, Tutee, a cura di Robert Taylor): “L'espressione tecnologia
e istruzione di solito significa inventare nuovi gadget per insegnare le
stesse vecchie cose in una versione leggermente mascherata della stessa
vecchia maniera”. Questo significa che si sta semplicemente usando un
nuovo strumento, per insegnare i soliti argomenti. Ma questo non è
l’obiettivo della robotica educativa come la impiegheremo qui.
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Un altro elemento che può spaventare al primo approccio è l1apparente
difficoltà della robotica. Possiamo assicurarvi: i robot didattici sono
esplicitamente progettati per essere i più semplici possibile, e di solito non
sono necessarie conoscenze o background precedenti, né competenze
tecniche avanzate. Basta scegliere uno strumento - senza pregiudizi - e
iniziare a sperimentarlo: sicuramente imparerete a gestirlo, e immaginerete
un sacco di attività che potrete fare con i vostri studenti. Ricordate: ci sono
varie comunità e risorse online - e offline - che possono aiutarvi e ispirarvi, e
migliaia di insegnanti ed educatori europei che si sono occupati di robotica,
e hanno condiviso la loro esperienza e le loro idee.
2.2 Approccio didattico
Come detto, la robotica educativa non differisce molto dalla didattica
ordinaria, da cui è possibile trarre tutta la ricchezza della normale
metodologia didattica. Abbiamo selezionato alcune applicazioni, in base
alla nostra esperienza educativa.
Uno dei migliori approcci iniziali è lo storytelling, la narrazione. In questo
caso, naturalmente, stiamo parlando di narrazione supportata da dispositivi
digitali. Utilizzando lo storytelling digitale nella robotica educativa, gli
studenti possono sviluppare diverse competenze unitariamente, come le
abilità di lettura e scrittura, comunicazione e interazione, la creatività e
l’immaginazione, le abilità digitali e tecniche, e così via.
La robotica e il software diventano mezzi per animare e rendere interattive
le storie. I robot possono essere personaggi della storia o potrebbero essere
coinvolti in recital con gli umani, come attori di supporto che interagiscono
con gli attori umani, o potrebbero lavorare come trigger per le animazioni
digitali (cioè svolgere uno stacchetto di sottofondo quando si verifichi
un’azione recitata da un attore umano).
Tutte le storie possono essere raccontate usando un software di
animazione, creando una sorta di libro di racconti digitali, che potrebbe
essere solo virtuale, o che potrebbe interagire con robot e dispositivi fisici.
Un altro approccio interessante è quello delle 4P dell’apprendimento
creativo - progetto, passione, pari, gioco (in inglese, le 4 p sono project,
passion, peers, play), è stato creato e applicato dal gruppo di ricerca del MIT
Media Lab, guidato da Mitchel Resnick. Questa metodologia si ispira alla
didattica utilizzata nelle scuole materne, dove i bambini sviluppano il loro
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
pensiero creativo attraversando tutte le fasi della realizzazione di un
progetto. Sviluppano un’idea, creano un progetto basato su di essa,
sperimentano alternative, collaborano e condividono esperienze con i loro
amici. L’idea alla base delle 4p è estendere questo processo in ogni fase
dell’educazione, associando un significato a ciascuna delle 4P.
Quando si lavora su un progetto - invece di un caso astratto - si impara
meglio, e si sviluppano competenze e abilità in un contesto motivante e
realistico. I problemi da risolvere diventano parte del progetto, assumono
un significato concreto e sono interconnessi.
L’apprendimento tra pari è un altro approccio educativo molto utile.
Nell’idea di Resnick, questo concetto è legato al fatto che per lo più
l’apprendimento creativo non è individuale, è un’attività sociale, con
persone che si scambiano idee e collaborano ai progetti, confrontandosi e
condividendo sia dubbi sia soluzioni.
Quando lavoriamo su progetti che ci appassionano e a cui siamo legati,
siamo disposti a lavorare più a lungo e più intensamente, siamo più tenaci
in caso di difficoltà, e tendiamo a lavorare meglio di quando dobbiamo fare
qualcosa che non ci appassiona.
La parola gioco contiene diversi significati, tutti con un profondo valore
didattico. Nella robotica educativa sperimentiamo continuamente,
proviamo idee e situazioni nuove, affrontiamo delle sfide, rischiamo, e
allarghiamo i nostri confini. In tutto questo, stiamo anche imparando. È
chiaro che associare il gioco all’apprendimento è una metodologia
straordinaria per diversi motivi.
I robot sono strumenti molto utili che permettono di lavorare e giocare con
i coetanei, con passione e in casi e progetti reali.
Altri due metodi, che sono estensioni dirette delle 4P, ma che potrebbero
anche essere indipendenti da esse, sono: il Project-Based Learning, e il
Challenge-Based Learning.
Questi metodi tengono conto del fatto che l’apprendimento avviene in
modo prevalentemente esperienziale, mentre si lavora su un progetto o
una sfida il più reale e concreto possibile, che risponde a un problema reale
e tangibile. È in queste situazioni di apprendimento che sono stimolati la
cooperazione, l’auto valutazione, il ragionamento e il pensiero critico.
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
I due metodi citati cercano di presentare problemi educativi che si svolgono
nel mondo reale e di promuovere le relative competenze. PBL e CBL
aiutano gli studenti a sviluppare diverse competenze, tra cui la capacità di
lavorare bene con gli altri, di prendere decisioni informate, di prendere
iniziative, di risolvere problemi e di sviluppare capacità di
autoapprendimento e la motivazione all’apprendimento.
La didattica in classe sostenuta dai due metodi offre agli insegnanti nuove
opportunità per comunicare e stabilire relazioni con i loro studenti. A loro
volta, gli insegnanti dovrebbero essere pronti a cambiare il loro ruolo
secondo le moderne pratiche di insegnamento e a diventare facilitatori e
strutture per e del processo di apprendimento.
2.3 Come scegliere un dispositivo robitico
Nel campo della robotica educativa, e ogni volta che si vuole usare un robot
o un dispositivo tecnologico per insegnare o imparare qualcosa, bisogna
ricordare che questo dispositivo è solo uno strumento che aiuta a
raggiungere un obiettivo, quello di aiutare il processo educativo e di
apprendimento. Come si usano penne, matite, carta, carta, libri, video e così
via per insegnare, per capire e studiare, analogamente si possono usare i
robot per sostenere l’apprendimento.
Da questo punto di vista, poiché il nostro robot è una tecnologia didattica e
non uno strumento in sé, ci è chiaro che il tipo di robot, di dispositivo scelto
per la didattica non sia determinante, poiché l’obiettivo qui non è insegnare
la robotica, è insegnare attraverso la robotica. L'elemento importante è
l’approccio educativo che si sceglie di utilizzare.
Questo, tuttavia, non significa che ogni kit robotico possa funzionare per
ogni attività. Dovrete selezionarli, principalmente in base al vostro approccio
educativo e ai vostri studenti.
In questa sezione analizzeremo alcuni dei software e degli hardware che
potrebbero essere adatti agli obiettivi di questo corso e che potrebbero
essere utili nell’educazione di donne svantaggiate, anche inesperte.
Gli obiettivi dell’uso di kit di robotica educativa sono i seguenti:
● Sviluppare in modo pratico e didattico concetti teorici
● Aiutare le donne a migliorare le loro capacità tecnologiche, creative e
imprenditoriali
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
● Fornire un quadro generale, in modo semplice e divertente, delle
possibilità di utilizzare la robotica e l’intelligenza artificiale per
migliorare la qualità della vita;
● Aggiornare le conoscenze delle partecipanti nei campi della
matematica, delle scienze, del pensiero logico e dell’alfabetizzazione
digitale;
● Suggerire eventuali aggiornamenti futuri attraverso altri corsi o
programmi educativi;
● Delineare alcuni aspetti etici, legali e sociali della robotica.
Proponiamo, quando possibile, sistemi open-source. Ogni volta che non
esiste una valida opzione open-source, suggeriremo un’opzione
closed-source.
2.4 Software e piattaforme educative
Scratch - https://scratch.mit.edu
SCRATCH è un progetto del Lifelong Kindergarten Group, del MIT Media
Lab che è a disposizione completamente gratuito. Permetterà di creare
animazioni digitali interattive, storie e giochi. L’approccio è quello di
programmare spostando e posizionando blocchi di istruzioni. Scratch
favorisce il pensiero creativo e logico-sistemico e, inoltre, invita gli utenti a
collaborare e a condividere opinioni, idee e creazioni.
SCRATCH stesso, o altri software da esso derivati, può anche essere
utilizzato per programmare una vasta gamma di robot educativi.
Alla pagina https://scratch.mit.edu/explore/projects/all vi è una raccolta di
progetti open-source, creati e condivisi da altri utenti di Scratch, che potete
usare per esplorare il mondo del coding in SCRATCH, per imparare a
programmare e per ispirarvi. Potete analizzare ogni progetto, giocare con
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
esso, guardare cosa c’è dentro, capire il codice, e puoi remixare ogni
progetto, partendo da quello già pubblicato e creandone uno nuovo.
Inoltre, sulla pagina web https://scratch.mit.edu/ideas si trova un elenco di
idee educative, schede/piani, guide, progetti di partenza e tutorial ufficiali.
Google Blockly Game - https://blockly.games/
I Blockly Games di Google sono una serie di giochi educativi per imparare il
coding. Si basano sulla libreria Blockly. Tutto il codice è gratuito e
open-source. Questo software è stato creato per persone che non hanno
alcuna esperienza di programmazione, e guidare i partecipanti attraverso
una serie di giochi e sfide che li aiutano a capire le basi della
programmazione, partendo dal coding in un ambiente grafico fino alla
creazione di programmi testuali in javascript.
Questo software è esplicitamente dedicato ai bambini, ma ciò non significa
che non possa essere utilizzato nell'educazione degli adulti in quanto è
coinvolgente a causa della struttura, basata su sfide.
Maggiori informazioni su https://github.com/google/blockly-games/wiki, e
informazioni per gli educatori sono disponibili anche su
https://blockly.games/about?lang=en.
SNAP! - https://snap.berkeley.edu/
SNAP! è un ambiente di programmazione grafica, ispirato a SCRATCH - ma
basato su un’architettura diversa. Permette la creazione di giochi e
animazioni, semplicemente codificando con blocchi di istruzioni. Le
realizzazioni sono simili a quelle offerte da Scratch, e anche se ha
un’interfaccia grafica meno gradevole dal punto di vista estetico, può
realizzare compiti più complessi.
Snap! è open-source.
Il manuale ufficiale è disponibile all'indirizzo
https://snap.berkeley.edu/snap/help/SnapManual.pdf. Esempi di progetti
sono disponibili all'indirizzo https://snap.berkeley.edu/examples. Potete
trovare i progetti pubblicati da altri utenti e la homepage del software.
Makey Makey - https://makeymakey.com/
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Makey Makey è una scheda che può trasformare qualsiasi materiale
conduttivo in un controllore per PC, in quanto trasforma la chiusura di un
contatto - attraverso un materiale conduttivo - in un segnale di pressione di
un tasto. Può essere usata per esplorare il mondo del coding, con parti
fisiche. Permette di lavorare sui concetti di conducibilità, isolamento e
dell’elettronica. Inoltre, stimola l’apprendimento cooperativo e creativo.
Risorse e informazioni sul sito ufficiale.
2.5 Un esempio di attività: usare i sensori del computer
ESEMPIO DI ATTIVITÀ: Usare i sensori del computer
Titolo Sensori nei computer: giochi controllati dai sensori del PC
Target Group Questo scenario potrebbe essere adattato ad ogni esigenza
educativa
Durata Minimo 4 ore
Risultati
attesi
- elementi di coding e programmazione,
- che cos’è un sensore
- come far interagire un computer con l’ambiente,
- progettazione
- collaborazione
Metodologia PBL
Learning
setting
Laboratorio di informatica
Strumenti e
risorse
- Computer
- software di programmazione grafica (come Scratch, mBlock,
Snap!....),
- proiettore
- sistema audio
Attività Studenti
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
- Gli studenti analizzano diversi semplici giochi fatti con Scratch
- Quindi progettano il proprio gioco, lavorando in gruppo
- Lo scopo è controllare il personaggio principale sfruttando
sensori del PC (come il volume del microfono o la webcam).
Può alternativamente essere utilizzata una scheda come Makey
Makey.
Feedback Demo show
Snap4Arduino - http://snap4arduino.rocks/
Snap4Arduino è una modifica di Snap! Ed eredita tutta la struttura della
programmazione grafica e la possibilità di creare giochi e animazioni, con
l’aggiunta della possibilità di programmare una scheda fisica di Arduino.
Offre anche la possibilità di convertire il codice di Arduino dal linguaggio
grafico a un linguaggio testuale.
L'utilizzo di software di questo tipo, permette agli utenti di creare giochi e
animazioni, che possono interagire con dispositivi tangibili, nel mondo
fisico, non essendo vincolati a un ambiente virtuale.
Ulteriori informazioni, esempi e demo sono disponibili sul loro sito web.
Arduino - https://arduino.cc
Un Arduino Leonardo
Credits: pixabay.com, author multiplexer, public domain image.
Arduino è sia una scheda hardware programmabile open-source sia un
ambiente di sviluppo integrato per codificare la scheda stessa. Esistono
diversi tipi di schede Arduino, ma tutti questi possono essere programmati
attraverso i pin di ingresso/uscita che possono essere usati per collegare la
scheda a diversi - virtualmente infiniti - sensori e attuatori. Per questo
motivo, le schede Arduino non hanno uno scopo unico, e sono
comunemente usate a scuola, nella robotica, nell’automazione e nella
domotica per una varietà di cose diverse.
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Le schede Arduino possono essere utilizzate in un ambiente educativo
perché sono abbastanza facili da usare, e il loro linguaggio di
programmazione ufficiale può essere il primo approccio ai linguaggi
testuali; inoltre sia il software che l’hardware sono ben conosciuti e
supportati da una comunità ampia e attiva. Inoltre, Arduino può aiutare gli
utenti ad imparare e comprendere facilmente le basi dell’elettronica e
dell’elettricità.
Inoltre, Arduino può essere programmato con linguaggi non ufficiali, più
semplici di quello testuale, come Snap4Arduino, Open Roberta Lab, e altri.
Molte attività, esempi, tutorial, suggerimenti e altro ancora, si possono
trovare nelle sezioni risorse, comunità e aiuto del sito web.
Makeblock - https://makeblock.com
Makeblock è un’azienda che si occupa di robotica educativa. Ha sviluppato
vari robot e software interessanti. Sulla loro pagina
http://learn.makeblock.com/, potete trovare i progetti open-source che
coinvolgono diversi robot mobili, stampanti 3D, plotter e macchine per
l’incisione laser. I robot - come il famoso mBot - possono essere
programmati sia attraverso linguaggi testuali, sia attraverso il linguaggio
grafico ispirato a Scratch (mBlock). Questi prodotti permettono agli utenti
di sperimentare le basi della programmazione e della robotica.
Open Roberta Lab - https://lab.open-roberta.org/
Open Roberta Lab è un ambiente di programmazione open-source, basato
su cloud, ispirato a Scratch e ad altri software simili. Sviluppato durante il
progetto Roberta - Learning with robots, avviato dal Fraunhofer IAIS, il
software permette di programmare diverse specie di robot, nonché di
simulare un robot virtuale su ruote, in un linguaggio visuale chiamato
NEPO®.
Sul loro sito, https://jira.iais.fraunhofer.de/wiki/display/ORInfo, si può trovare
la documentazione ufficiale di Open Roberta lab, e si possono trovare FAQ,
istruzioni, tutorial e lezioni.
Inoltre, esiste un gruppo della comunità di Google all'indirizzo:
https://groups.google.com/forum/?hl=de#!forum/open-roberta
Thymio - http://www.thymio.org/
31
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Thymio è un robot open-source ready-to-use, facilmente modificabile nel
suo aspetto, sviluppato per essere programmabile e personalizzabile.
Inoltre, può essere programmato con diversi linguaggi: dalla semplicissima
VPL visuale - che collega una reazione a un evento - ad Aseba, un
linguaggio di programmazione testuale, fino ai citati Scratch e Blockly.
Inoltre, è disponibile gratuitamente un simulatore del robot, per provare
una versione virtuale.
Maggiori informazioni, esempi e lezioni sul loro sito ufficiale.
2.6 Esempio di attività: simulare dei robot
Esempio di attività: simulare robot
Titolo Realizzare figure geometriche con l’utilizzo di robot virtuali
Target Group Questo scenario potrebbe essere adattato ad ogni esigenza
educativa
Durata Minimo 2 ore
Risultati attesi - elementi di programmazione
- forme geometriche
- le basi della robotica
- collaborazione
Metodologia Problem-solving
Learning
setting
Laboratorio di informatica
Strumenti e
risorse
- Computer
- Software di simulazione di robot (come Open Roberta
Lab,Thymio suite, ...). In alternativa possono essere utilizzati dei
veri robot.
- Proiettore
Attività Studenti
- Osservare forme geometriche semplici (a partire da quadrati
e rettangoli), discutono tra loro i concetti di angolo, angolo
esterno e interno, bordo, area, perimetro, misure
programmano quindi un robot virtuale in modo che si muova
seguendo un percorso che vada a delimitare il perimetro di
una figura geometrica
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- trovano una relazione tra i parametri fisici del robot (es.
dimensioni e posizione delle ruote, numero di rotazione delle
ruote...) e le distanze e gli angoli percorsi
Feedback Discussione di gruppo
ESEMPIO DI ATTIVITÀ: Simulare un robot
Titolo Dog-follow con robot virtuali
Target Group Questo scenario potrebbe essere adattato ad ogni esigenza
educativa
Durata Minimo 2 ore
Risultati attesi - Coding e programmazione
- Strutture condizionali
- Robotica
- Sensori
- Collaborazione e lavoro i gruppo
Metodologia PBL
Learning
setting
Laboratorio di informatica
Strumenti e
risorse
- Computer
- Software di simulazione di robot (come Open Roberta
Lab, Thymio suite, ...). Altrimenti possono essere utilizzati
dei veri robot.
- Proiettore
Attività Gli studenti
- Programmano un robot affinché mantenga una distanza
costante e fissata da un ostacolo
- imparano a usare un sensore di distanza
- definiscono un approccio per raggiungere l’obiettivo
- La più semplice soluzione è quella che prevede la
programmazione con strutture condizionali e una soglia  si
nota che il sistema è instabile
33
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
- (opzionale) Una soluzione migliore è quella di impostare un
controllore proporzionale (necessita di almeno 2 ore in più)-
definire un approccio per raggiungere l’obiettivo
- La più semplice attività è quella di programmare con
strutture condizionali e impostare una soglia -> ma il sistema è
instabile
- (opzionale) Una soluzione migliore è quella di impostare un
controllore proporzionale (necessita di almeno 2 ore in più)
Feedback Discussione di gruppo
SketchUp - https://sketchup.com
Sketchup è un software (purtroppo non open-source ma con una versione
online gratuita) creato da Trimble. Non è strettamente legato ai robot e alla
robotica educativa, ma può essere utilizzato in un ambiente di
apprendimento supportato dal digitale. Il software permette la creazione, la
modellazione e la gestione di oggetti e forme 3D. Permette agli utenti di
migliorare le loro capacità creative, il pensiero logico e il know-how tecnico.
Molto spesso è utilizzato indirettamente nel campo della robotica per la
creazione di modelli 3D da stampare e può essere utilizzato per assemblare
un robot o una parte robotica.
Anche se SketchUp non è open-source, è suggerito per la sua estrema
facilità e il suo rapporto di capacità.
Suggerimenti e tutorial sul canale ufficiale di YouTube
https://www.youtube.com/user/SketchUpVideo
Autodesk® Tinkercad® - https://www.tinkercad.com/
Portachiavi 3D del Progetto, disegnato con Tinkercad
34
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Tinkercad, di Autodesk, è una raccolta gratuita, di strumenti sviluppati per
chi vuole creare, insegnare e imparare. Offre due opzioni principali:
Modellazione 3D e circuiti elettronici.
Nella sezione di modellazione 3D, gli utenti possono creare i propri modelli
3D in modo estremamente semplice, ma efficace. Inoltre, l’opzione model
by coding può essere utilizzata per creare forme 3D utilizzando un
ambiente di programmazione grafica. Attraverso questo, gli utenti possono
sperimentare sia elementi di programmazione sia la modellazione 3D. In
modalità circuiti, gli utenti possono simulare diversi tipi di componenti
elettronici come resistenze, LED, condensatori, induttori, batterie e circuiti
integrati comunemente usati (inclusa la scheda programmabile Arduino).
In Tinkercad le schede Arduino possono essere simulate, creando progetti
semplici e sperimentando la codifica e l’elettronica, senza comprare nulla.
Arduino simulato può essere programmato attraverso il suo linguaggio di
programmazione originale e anche con un linguaggio visuale a blocchi,
ispirato a Scratch.
Tutorial, lezioni e progetti sono disponibili sul sito
https://www.tinkercad.com/learn/designs.
Un'alternativa a Thinkercad, in esclusiva per le sue funzioni di modellazione
3D, potrebbe essere SugarCAD
2.7 Esempio di attività: Modellazione 3D
Esempio di attività: Modellazione 3D
Titolo Monumenti, città e musei
Target Group Questo scenario potrebbe essere adattato ad ogni esigenza
educativa
Duration 3 lezioni, almeno 1-2 ore ciascuna
Risultati
attesi
- Modellazione 3D
- Stampa 3D
- Arte
- Capacità di progettazione
- Collaborazione
Metodologia PBL
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Learning
setting
Laboratorio di informatica
Strumenti/ris
orse
- Computer
- Software di disegno 3D (es. Autodesk Tinkercad, SugarCAD,
SketchUp, ...)
- Stampante 3D
- Proiettore
Attività Gli studenti
- Analizzano il patrimonio culturale “tridimensionale”: statue e
monumenti, ponti, edifici, ...
- Disegnano, lavorando in gruppo, la loro scultura 3D
- Creano il modello 3D della scultura
- Identificano eventuali errori sul modello e li correggono fino a
quando il modello non sia stampabile
- Stampano il modello
Feedback Presentazione
Instructables - https://www.instructables.com/
Instructables, di Autodesk, non è un robot né un software di
programmazione. Tuttavia, è uno strumento interessante e utile per chi
voglia creare e imparare. È un repository di istruzioni e tutorial - rilasciato
con diversi tipi di licenze - dedicato ad artigiani, maker e costruttori. Su
questa piattaforma, è possibile trovare istruzioni relative a diversi
argomenti, non solo alla codifica e alla robotica.
Bibliografia e approfondimenti
Lavori e conferenze di Mitchel Resnik su Seymour Papert
https://www.youtube.com/watch?v=ZoczAscGYeQ
"Give P's a chance: Projects, Peers, Passion, Play" Constructionism and
Creativity conference, opening keynote. Vienna.
https://web.media.mit.edu/~mres/papers/constructionism-2014.pdf
"Projects, passion, peers and play"
http://web.media.mit.edu/~mres/papers/Creating-Creators-final.pdf
"Come i bambini - Immagina, crea, gioca e condividi - Coltivare la creatività
con il Lifelong Kindergarten del MIT" - Mitchel Resnick - Edizioni Centro
Studi Erickson
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
RoboESL Erasmus+ (2015-1-IT02-KA201-015141) IO's: http://roboesl.eu/
Challenge Based Learning - A classroom guide
https://images.apple.com/education/docs/CBL_Classroom_Guide_Jan_2011.
pdf
Human centered robotic design - E. Micheli, N. Casiddu - Ed Alinea
3. La nuova era tecnologica nel sistema educativo portoghese
3.1 Introduzione
Per capire l’evoluzione del sistema educativo portoghese e come la
tecnologia e la robotica vi siano oggi inserite, dovremo fornire una
panoramica del prima e del dopo.
Osserviamo il sistema educativo in Portogallo un po’ di anni fa: molti
dei valori che le scuole trasmettevano erano basati sull’ordine, il
rispetto e la disciplina e l’educazione subiva influenze religiose
importanti, poiché era la chiesa che controllava la scuola così come il
programma scolastico.
Vediamo quali sono stati, in linea generale, gli obiettivi dei periodi
importanti del sistema scolastico portoghese: l’educazione nel
Medioevo, l'educazione durante l’Estado Novo e, infine, il nostro
attuale assetto educativo.
Durante il periodo medievale, gli obiettivi principali erano la
trasmissione delle tecniche acquisite, la formazione religiosa, la
lettura e la scrittura in latino. Era anche importante sviluppare
competenze come parlare, riflettere, pensare, dibattere e concludere.
Più avanti nel Medioevo, il programma di studi si basò sulla
grammatica, la dialettica, la retorica, la geometria, l’aritmetica, la
logica, la musica, l’astronomia e l’apprendimento del latino era
ancora presente. A quel tempo la popolazione aveva a disposizione
diversi tipi di scuole, quelle parrocchiali, monastiche, palatine e le
37
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
università medievali. In questo periodo, la maggior parte degli
studenti del Medioevo proveniva da ambienti nobiliari. Il popolo non
aveva mezzi sufficienti per accedervi ed erano in maggioranza dediti
ai lavori agricoli.
Nell’epoca dell'Estado Novo o Nuovo Stato, la dittatura dominava lo
Stato portoghese con il dittatore António de Oliveira Salazar. Tutto il
Paese era sotto il controllo di questo regime e le scuole erano
strumentali ad esso, con l’obiettivo di infondere ordine, rispetto e
disciplina.
Gli studenti erano costretti a indossare le uniformi e gli insegnanti
applicavano spesso severe punizioni corporali. Le materie dell’epoca
erano la matematica, la storia, la lingua portoghese, la geografia, la
scienza, la religione e la morale. I libri di testo della scuola elementare
rimasero gli stessi per decenni. In quegli anni, dovettero modificare le
tabelline e i nomi di tutti i fiumi, montagne e ferrovie del Portogallo e
di tutte le colonie portoghesi. In generale, le donne non andavano a
scuola, perché i loro genitori non davano valore all’apprendimento,
preferendo integrarle nelle attività domestiche e nella routine di casa.
Le ore di scuola in provincia erano distribuite a turni, la mattina era
per le ragazze e il pomeriggio per i ragazzi. Poiché non potevano
studiare assieme, ragazzi e ragazze frequentavano scuole diverse,
non c’erano classi miste. L’orario scolastico nelle città era dalle 9:00
alle 17:00 e l’unica pausa era all’ora di pranzo.
3.2 La scuola oggi
Oggi, abbiamo adottato in Portogallo il modello scolastico inclusivo
che prevede due obiettivi generali:
Ricevere e accogliere tutti gli studenti, senza eccezioni;
Offrire risposte e soluzioni perché tutti possano avere successo
all’istruzione, e quindi evitare l’insuccesso scolastico e l’abbandono
scolastico;
I principali cambiamenti a livello scolastico sono stati la creazione di
cluster scolastici e mega cluster nel 2010; l’inserimento ufficiale dei
computer nel 2008 con il programma Magalhães, e la ricostruzione
delle vecchie scuole con la costruzione di nuove scuole,
38
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
adeguatamente attrezzate e preparate per la nuova era tecnologica
in cui il Paese sta entrando.
3.3 Il programma Magalhães come buona pratica
Per quanto riguarda la trasformazione digitale, possiamo dire che le
scuole nel loro insieme sono entrate veramente nell'era digitale nel
2008 con il programma Magalhães che è stato lanciato nell’anno
accademico 2008/2009. Il programma Magalhães è stato inserito nel
programma e.escolinhas, che mirava a inserire la tecnologia in tutte
le scuole elementari. Il programma e.escolinhas ha incorporato la
tecnologia e le piattaforme educative nei programmi, e il programma
Magalhães ha inserito il computer come strumento educativo di
base
I computer del progetto Magalhães furono distribuiti gratuitamente
alle famiglie in difficoltà e con basso reddito, e il governo assegnò
fino a 50€ al resto delle famiglie. Questo permise a ogni bambino
della primaria di avere un computer a casa, assicurando a tutta quella
generazione l’alfabetizzata digitale.
I computer Magalhães avevano un design aerodinamico, con colori
blu e bianchi in onore delle conquiste marittime, i Magalhães
(Magellano) da cui prendeva il nome. Fu prodotto interamente a
Matosinhos, in Portogallo, con l’obiettivo di creare una linea di
produzione che permettesse al Paese di diventare un paese
esportatore di computer/tecnologia. Questo obiettivi nacque dalla
partnership tra il consorzio JP Sá Couto/Prológica e il leader mondiale
Intel.
Il PC Magalhães era basato sul PC 2 del gigante nordamericano dei
semiconduttori Classmate PC 2, e, come si è detto prima, sono stati
messi a disposizione dei bambini che frequentavano il primo ciclo di
educazione portoghese. Oltre a Intel, c’erano altri partner, come
Microsoft e Samsung. Il costo di produzione di Magalhães è stato di
180 euro, ma i genitori e le famiglie non hanno dovuto spendere
quell’importo poiché tutti ricevettero un bonus di acquisto a seconda
dello stato della famiglia e del reddito.
39
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Il PC Magalhães
Ma non era solo l’istruzione di base a essere riformata: il governo
lanciò il programma e-schools per gli altri ordini di scuole, i cui
studenti sono stati dotati computer portatili con una spesa minima
per le famiglie. Affinché ciò fosse possibile, si contava su una
partnership con OPTIMUS, TMN e VODAFONE: quest’ultimo avrebbe
contribuito garantire l’accesso a Internet a tutti.
È stato grazie a queste riforme e programmi che il sistema scolastico
portoghese poté entrare effettivamente nell’era tecnologica. Ogni
studente disponeva di un computer che gli permetteva di lavorare,
imparare ed esplorare tutti i contenuti necessari per il suo
apprendimento. Questi computer erano inizialmente utilizzati in
classe, due o tre volte alla settimana. Il Magalhães era un computer
per l’educazione di base, ed era adattato alle esigenze dei bambini,
era più piccolo e più accessibile di un normale computer.
3.4 Il programma E-escolinha
Queste iniziative si sono basate sui programmi e-escolinha e
e-escola, che miravano ad adattare la scuola portoghese alle
necessità del XXI secolo. Oggi, questi programmi danno a tutti gli
studenti l’accesso a una piattaforma di apprendimento dove possono
trovare gratuitamente risorse video, esercizi e giochi educativi.
Oltre a queste iniziative, il Portogallo ha deciso di investire in
infrastrutture per il sistema scolastico, realizzando
l’ammodernamento di tutte le scuole del Paese e fornendo aule
completamente attrezzate. Tutte le scuole del paese dispongono ora
40
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
di accesso a Internet e di aule dotate di lavagne interattive, computer,
proiettori e sistemi audio. Le scuole sono inoltre dotate di auditorium
da utilizzare come mediateche.
Queste riforme sono ancora oggi in corso e sono portate avanti in
partenariato dal governo e dalle pubbliche amministrazioni per poter
offrire a tutti gli studenti condizioni migliori, promuovere un luogo
sicuro che favorisca l’apprendimento e portare avanti tutti i progetti
pedagogici necessari.
3.5 Dalla carta ai computer
Oggi, il sistema educativo portoghesi non si muove più lungo il
metodo tradizionale basato su carta, penna, lavagna di ardesia: oggi
tutti gli studenti utilizzano spesso il computer e soprattutto la
lavagna interattiva che dà accesso a varie piattaforme di
insegnamento come Scratch, Geogebra, tra gli altri.
Anche la didattica impiegata dagli insegnanti sta cambiando: se in
passato si basava solo sul metodo di trasmissione della conoscenza
attraverso i libri di testo, ora hanno tutti i mezzi necessari per rendere
la classe il più interattiva possibile.
3.6 Il profilo dell’insegnante in Portogallo
Il profilo dell'insegnante è cambiato molto negli ultimi 40 anni, per
via della trasformazione del processo di apprendimento stesso, che
ha cambiato i ruoli dell’educatore e dello studente. Vediamo lungo gli
anni le tappe principali di questi cambiamenti e come la tecnologia
abbia modificato l’insegnamento.
1970: in quegli anni l’insegnante era un redattore di contenuti, spiega
la pedagogista Veronica Branco: “il ruolo del docente era conoscere
molti contenuti, memorizzarli e trasmetterli”.
1980: questo è il decennio caratterizzato dall’ingresso delle prime
tecnologie nel campo dell'educazione, e con quelle le novità e le sfide
entrano nella scuola tradizionale. “Il docente si occupava di
trasmettere attraverso la tecnologia, con le immagini, con le nuove
risorse disponibili”, scrive Veronica Branco.
1990: Un maggioro numero di strumenti tecnologici entrano nella
scuola portoghese: “è stato il periodo in cui l'insegnante poteva
41
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
disporre di tecnologie didattiche, ma aveva difficoltà a impiegarle
adeguatamente" (Veronica Branco).
2000: il XXI secolo richiede all’insegnante molteplici competenze e
interazioni, egli/ella si trovano ancora in un contesto tradizionale
mentre cresce la necessità di introdurre metodologie adeguate ai
tempi.
L'insegnante ha dovuto ri-imparare, adattarsi e immaginare le nuove
metodologie adeguate ai nuovi strumenti didattici tecnologici
presenti in classe e che avevano catturato l’interesse degli studenti
che, nativi digitali, hanno finito per padroneggiare queste tecnologie
meglio di chiunque altro. Il ruolo del docente è quindi quello di
individuare nuove tecnologie che rispondano agli interessi degli
studenti e che stimolino l’apprendimento: il docente reinventa il suo
ruolo per permettere agli studenti di apprendere in modo innovativo.
3.7 Integrazione delle materie STEM
Oggi, la nuova scuola portoghese è sempre più impegnata a
promuovere la didattica delle STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria
e Matematica). L’idea originale è stata di riunire le conoscenze di
queste quattro aree per contribuire ad affrontare le sfide educative e
la metodologia è stata quella di realizzare i laboratori creativi, in
modo che gli studenti, riuniti in gruppi, possano presentare
proattivamente le soluzioni alle sfide. In questo modo, gli studenti
imparano a usare la robotica, la programmazione e applicano tutte le
loro conoscenze di matematica, ingegneria e scienze in modo
divertente e integrato.
Sempre sulla base delle STEM, le scuole portoghesi stanno creando
dei club di robotica e di programmazione che sono stati approvati e
sostenuti dal dipartimento di educazione statale. Questi club
svolgono diverse attività, tra cui la partecipazione a gare di robotica a
livello nazionale e internazionale; hanno favorito la collaborazione tra
gli studenti, la condivisione e l’acquisizione di conoscenze, e
promosso lo spirito di competitività e il lavoro di squadra.
Questi club sono piuttosto recenti, e sono molto utile e produttivi
anche riflettendo sul fatto che non siamo riusciti ancora ad
aggiornare completamente il corpo docente per la trasmissione di
queste conoscenze in modo attivo agli studenti. Oggi, la riforma della
42
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
scuola e il fatto che tutti gli studenti abbiano accesso al computer
favoriscono l’insegnamento di queste materie che spesso erano
difficili e poco apprezzate per gli studenti. Le scuole portoghesi
stanno ora scommettendo anche sull’insegnamento della
programmazione di applicazioni mobili, della progettazione e della
stampa 3D, migliorando le metodologie di apprendimento con lo
sviluppo dell’autonomia personale dello studente, il rafforzamento
della fiducia in se stessi, l’apprendimento multidisciplinare e l’uso di
tecnologie.
Per quanto riguarda l’educazione formale degli adulti, il governo
portoghese ha creato programmi di incentivazione per aumentare il
livello di istruzione di tutta la popolazione portoghese, con il
programma Nuove opportunità. Questo programma doveva
permettere agli studenti della scuola secondaria di imparare una
professione equivalente al 12° anno di scuola, con l’obiettivo di
diminuire il numero di studenti che abbandonano la scuola dopo
aver terminato il 9° anno di scuola, e di dare a coloro che non hanno
avuto la possibilità di studiare, soprattutto adulti, la possibilità di
vedere riconosciute e convalidate le loro competenze da un diploma
scolastico, precedentemente ottenuto e stabilito secondo criteri
specifici per la certificazione.
Questo programma ha la validità di qualsiasi altro processo di
insegnamento ed è riconosciuto come tale dallo Stato portoghese.
Nuove opportunità è stata un’iniziativa di formazione per adulti che
mirava a raggiungere un milione di persone, che in questo modo
sarebbero state in grado di completare il 9° o il 12° anno scolastico, e
di ottenere un titolo di studio che lo dimostrasse.
Anche in questo caso, lo Stato portoghese ha creato un sostegno per
garantire che tutti i partecipanti al programma Nuove opportunità
avessero accesso al computer e a Internet per una spesa molto bassa,
e anche per quesyo programma è stato costituito il partenariato dei
tre operatori. È stato con questi programmi (e-escola, e-escolinha e
Nuove opportunità) che il
Portogallo ha iniziato a riformare l’insegnamento, poiché hanno
prodotto cambiamenti nella didattica. Se un tempo le pratiche
educative si basavano su copiare e disegnare, ora la preoccupazione
attività è favorire la comprensione delle materie.
43
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Gli educatori confermano che l'impiego della tecnologia ha
caratteristiche favorevoli, cioè:
a) suscitano curiosità;
b) aumentano la creatività, soprattutto nel favorire l’apprendimento
di bambini con bisogni educativi speciali;
c) sono un potente strumento di aiuto all’apprendimento, come l’uso
di software educativi;
d) favoriscono una maggiore produttività in relazione al tempo
necessario per lo studio;
d) corrispondono alla necessità di una formazione continua per
accompagnare lo sviluppo tecnologico.
Riflettendo oggi sulle sfide che stiamo affrontando a causa della
pandemia di COVID-19 e silla necessità imposta di modificare la
routine quotidiana, il modo di agire, di lavorare e soprattutto il modo
di studiare, se prima la norma era che gli studenti andassero a scuola
per le lezioni, ora è un’eccezione.
In Portogallo, tutte le lezioni in presenza sono state sospese fino a
settembre 2020, con gli studenti che devono seguire le lezioni online.
Ciò significa che ogni studente deve avere accesso al computer e a
internet, come requisito minimo, per poter entrare sulle piattaforme
dove ora si svolgono le lezioni, dove vengono consegnati i compiti a
casa e i test di valutazione effettuati in forma digitale. Quindi, è
essenziale che tutte le famiglie portoghesi abbiano accesso a questi
strumenti.
Vale la pena ricordare che, per aiutare ulteriormente gli studenti, le
lezioni di portoghese vengono insegnate anche attraverso la
televisione, in un programma che si chiama telescopio. Questo
programma si svolge su un canale gratuito, di proprietà dello Stato, al
quale tutti hanno accesso, con un orario diverso per ogni ordine e
grado di scuola. Ancora una volta, è imperativo adattare e creare
nuove metodologie di insegnamento che escano dalla classe
tradizionale, ed è necessario creare nuove metodologie.
3.8 Le più potenti metodologie utilizzate nell’istruzione in
Portogallo
Per questo motivo, presentiamo sei metodologie conosciute e
utilizzate in Portogallo che possono servire come punto di
44
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
riferimento:
1. La metodologia attiva, nella quale l’insegnante ha il ruolo di
intermediario, di facilitatore dell’apprendimento, favorendo lo
sviluppo dell'autonomia dello studente ponendolo al centro
dell’esperienza di apprendimento. Questa metodologia collega la
tecnologia e l’istruzione. Le nuove tecnologie didattiche assumono
un ruolo importante all’interno di questa metodologia, poiché
promuovono e permettono l’autonomia dello studente che ha a
disposizione risorse, esercizi, giochi online.
2. Anche il design thinking è un metodo innovativo che si basa sulla
risoluzione dei problemi attraverso il pensiero visivo (visual thinking),
incoraggiando il lavoro di squadra. Il design thinking unisce la visione
del mondo e della cultura con l’intenzione di ottenere una soluzione
più completa ai problemi affrontati.
3. L'apprendimento mediante il lavoro di gruppo è una metodologia
sviluppata nel 1970 da Larry Michaelsen nei corsi di amministrazione,
e si rivolge a classi di grandi dimensioni. Questa metodologia mira a
creare opportunità e ad aumentare i benefici del lavoro di gruppo,
come la collaborazione reciproca e l’empatia per i colleghi. È un
metodo raccomandato per classi da 25 a 100 studenti.
4. L'e-learning è una modalità di insegnamento più che una
metodologia. Utilizza Internet per diffondere contenuti didattici, con
l’obiettivo di ampliare le conoscenze e formare gli studenti. Utilizza
computer, smartphone e tablet come mezzo di comunicazione con il
supporto di una piattaforma come Moodle o Microsoft Teams. In
Portogallo e al giorno d’oggi, questa metodologia è la più utilizzata,
poiché combina lezioni sincrone, con corsi in diretta via chat o
trasmissione simultanea e asincrona, i corsi già registrati, che
utilizzano la tecnologia, per rendere più flessibile l'orario.
5. La metodologia didattica ibrida mira ad integrare il mondo on e
offline unendo due diverse dinamiche. In altre parole, essa combina il
metodo di insegnamento in presenza e il dinamismo delle tecnologie
per assistere l’insegnante nello sviluppo del suo piano didattico e gli
studenti nelle attività al di fuori della classe.
6. Promuovere le STEM è uno dei metodi più utilizzati e sempre più
45
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
diffusi. Questo metodo promuove la risoluzione dei problemi, la
matematica e le scienze, la creatività, la collaborazione in team e
utilizza anche il metodo Inquiry (Inquiry-Based Science Education).
Gli studenti lavorano spesso in gruppo, imparando a costruire
aspirapolvere fatti in casa o anche ponti di pasta, sviluppando
l’ingegneria, la robotica, la matematica e le scienze, divertendosi.
Parlando del metodo di insegnamento per gli adulti, le metodologie
devono essere diverse da quelle utilizzate con i bambini, poiché gli
adulti portano esperienze di vita che devono essere considerate
durante il processo di insegnamento. Si impiega l’andragogia, che
possiamo definire l’arte o la scienza di guidare gli adulti ad imparare,
secondo Malcolm Knowles. Il termine si riferisce al concetto di
educazione orientata agli adulti, in contrapposizione alla pedagogia,
che si riferisce all'educazione dei bambini. Qui l’esperienza dello
studente è fondamentale per il suo sviluppo, poiché rappresenta
risorse di conoscenza pregressa da cui partire per sviluppare altre
conoscenze. L’obiettivo è fornire un modo di apprendimento più
consapevole e più maturo.
3.9 Educazione degli adulti in Portogallo
Lo studente adulto cerca nella formazione continua la propria
realizzazione personale e professionale e impara molto meglio
quando la materia ha un’applicazione pratica. L'educatore deve
46
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
cercare di presentare soluzioni a problemi reali che portino dei
cambiamenti nella vita quotidiana. Il punto di partenza deve essere la
comprensione e questo richiede che l’educatore consideri gli aspetti
psicologici, fisici e sociali di ogni studente.
Nel libro La pratica moderna dell'educazione degli adulti, Knowles
ha presentato il primo modello andragogico, che si basa su cinque
pilastri:
- Autonomia: è necessario considerare che lo studente adulto ha la
capacità di prendere le proprie decisioni e vuole essere considerato e
trattato in questo modo, cassicurandogli l’autonomia per guidare le
sue scelte;
- Esperienza: la storia dello studente adulto deve essere presa in
considerazione nel processo di apprendimento di nuove competenze
e conoscenze;
- Disponibilità all’apprendimento: l’interesse dello studente adulto
per l’apprendimento è maggiore quando l’argomento in questione è
direttamente collegato a situazioni comuni alla sua vita quotidiana;
- Uso dell’apprendimento: le sfide nell’educazione degli adulti sono
superabili quando le conoscenze acquisite rivelano un’applicazione
immediata e non solo informazioni di possibile utilizzo in futuro;
- Motivazione all’apprendimento: la motivazione interiore è più forte
negli studenti adulti rispetto a quella esterna, il che significa che i loro
valori e i loro obiettivi professionali sono prioritari, rispetto, ad
esempio, a buoni voti.
Il metodo di insegnamento non può e non deve essere lo stesso di
quello utilizzato per l’insegnamento ai bambini o agli adolescenti.
Nell’ambito dell’educazione degli adulti, la loro esperienza di vita è il
punto chiave per la condivisione delle conoscenze. In Portogallo e a
PREVIFORM, basiamo sulla nostra conoscenza degli studenti adulti i
piani di lezione.
Come già detto, il governo ha sostenuto questo settore
dell’educazione fornendo ad ogni studente adulto un computer, ed è
riuscito a integrare la popolazione adulta nell’era tecnologica.
Insieme alla dotazione del computer sono stati realizzati corsi di uso
del pc e delle sue applicazioni. L’educazione degli adulti si avvale ora
delle nuove tecnologie, e l’insegnamento è spesso misto, cioè online
e in presenza, adattandolo alla vita professionale e familiare di ogni
studente.
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No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
Per concludere, possiamo dire che l’evoluzione che ha portato
all’inserimento delle nuove tecnologie in Portogallo è avvenuta in
diverse fasi cruciali; prima di tutto con la creazione del programma
E-escolinha e E-escola che ha introdotto nuove piattaforme
didattiche fornendo un supporto digitale per tutti gli studenti e gli
insegnanti. Questi programmi coprivano dall’istruzione di base
all’istruzione secondaria. Tuttavia, non appena sono stati creati i due
programmi citati, il Paese si è trovato di fronte ad un problema: le
famiglie e gli studenti portoghesi saranno dotati di computer e di
accesso ad internet? In risposta, il governo ha creato il programma
Magalhães, che ha fornito i computer alle famiglie portoghesi o
gratuitamente o con una spesa al massimo di 50€, a seconda del
reddito della famiglia.
Lo stato portoghese ha così garantito che ogni bambino della
primaria avesse un computer e un accesso a internet sicuro. Dopo il
successo del programma Magalhães, il governo portoghese ha
deciso che ogni studente dell’istruzione secondaria e dell’istruzione
formale per adulti dovesse avere accesso ai computer e a Internet alle
stesse condizioni. Ancora una volta, il governo ha deciso di garantire
tutti i gradi di istruzione con accesso a Internet e ai computer.
Con tutti gli studenti delle scuole che hanno assicurato l’accesso ai
computer e a Internet, il governo ha ora proseguito con il
rammodernamento dell’infrastruttura delle scuole portoghesi. Sono
state fornite alle scuole nuove tecnologie, sono nati i club di robotica,
è stato assicurato a tutte le scuole l’accesso a internet, mediateche,
computer e laboratori che permettono il miglioramento dei piani
pedagogici.
Il progetto No Gender Gap è un progetto che si basa sull’inserimento
di tecnologie e soprattutto di robotica. La robotica è il motto di
questo progetto, inserendola nell’educazione formale e informale
degli studenti, qualunque sia la loro laurea, rendendola interessante
soprattutto per le donne che sono spesso escluse da queste aree a
predominanza maschile. È importante integrare le donne in questi
settori, dimostrando che non c’è nulla di impossibile, che essere
donna non è e non è mai stato un ostacolo all’apprendimento. Fa
parte dei nostri obiettivi come partner, rendere la robotica attraente,
interessante e mostrare che possiamo fare cose fantastiche con essa,
dalla creazione di robot che ci aiutano a casa o al semplice manico
48
No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership
della doccia, tutto questo fa parte della magia della robotica. Rendere
magica la robotica, questo è il nostro obiettivo principale, renderla
magica agli occhi del discente.
Tuttavia, la magia della robotica può essere evidente solo se tutte le
persone hanno accesso ai computer e a una rete internet su base
paritaria, è necessario fornire a tutta la popolazione computer e
accesso ai punti Wi-Fi. È fondamentale assumere questo come un
punto stimolante e importante nel processo di apprendimento, è
necessario lavorare con le tecnologie, con l’elettronica e la robotica
fianco a fianco, rendendole parte del processo di insegnamento, sia
esso formale o non formale.
In Portogallo, viviamo sempre più in una società egualitaria per
quanto riguarda l’accesso ai computer e alle reti internet, integriamo
sempre più le TIC all'interno della classe, rendendole parte del
processo di insegnamento. Per i portoghesi, questo progetto è
facilmente comprensibile poiché l’impiego della robotica in classe è
stato possibile grazie a tutto il lavoro svolto negli anni passati, grazie a
tutti i progetti che si sono concentrati sull’insegnamento e sulla
parità di accesso alle tecnologie. No Gender Gap è la giusta
continuazione dei nostri progetti
No Gender Gap ha reso più facile l’insegnamento della robotica
attraverso l’accesso al computer, e integrare la robotica educativa
nell’insegnamento sarà il nostro più grande obiettivo. Si tratta di un
processo lento e dispendioso in termini di tempo, ma deve essere
considerato con la dovuta importanza. Ci stiamo muovendo sempre
più verso una società tecnologica, garantire a tutti l’accesso ai
computer e a internet è importante per avere una società sempre più
scolarizzata e preparata al mercato del lavoro
3.10 Bibliografia
The modern practice of adult education, Knowles
https://www.ctemacademy.pt/
https://www.jn.pt/tag/magalhaes.html
Articles from Verónica Branco, PhD in Education from the Federal
University of Paraná (UFPR) and professor in the Education sector of
the institution.
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  • 1. ERASMUS+ KA2 STRATEGIC PARTNERSHIP NO GENDER GAP Risorse, metodologie, approcci e strumenti per lo sviluppo professionale dei docenti che lavorano in centri per l’educazione degli adulti.
  • 2. INDICE Intro 1 1 Come diventare un buon comunicatore 5 1.1 Intro e preliminari info 5 1.2 Perché investire nel mentoring delle persone con poche opportunità 6 1.3 Erasmus+ e inclusione 6 1.4 The Hero’s Journey adattato alla vita di un Mentore 8 1.5 Un altro strumento che usiamo è l’intelligenza emozionale 11 1.6 Prepara le tue intenzioni 13 1.7 Auto sensibile 14 1.8 Auto gestione 15 1.9 Altre consapevolezze 18 1.10 Gestire le relazioni 20 2 Perché usiamo un robot nell’educazione di donne adulte svantaggiate? 21 2.1 Ma io non sono un técnico! 21 2.2 Approccio educativo 22 2.3 Come montare un dispositivo 24 2.4 Piattaforme software ed educative 25 2.5 Attività di esempio: utilizza i sensori del computer 28 2.6 Attività di esempio: simulazione di robot 31 2.7 Attività di esempio: modellazione 3D 34 3. La nuova era tecnologica nel sistema educativo portoghese 36 3.1 Panoramica 36 3.2 Storia attuale 37 3.3 Il programma Magellano come esempio di buona prassi 37 3.4 Il programma E-Escolinha 39 3.5 Dalla carta al PC 39 3.6 Il profilo del prof in Portogallo 39 3.7 Inclusione dello STEM 40 3.8 Le metodologie più potenti utilizzate nell'istruzione in Portogallo 43 3.9 L’educazione per gli adulti in Portogallo 45 3.10 Bibliografía 48 4. Uscire dalla zona di comfort. Potrebbe essere comodo 49 4.1 Panoramica 49
  • 3. 4.2. Donne e tecnologia-tecnologia e me? 49 4.3 Buone prassi: Just Start! 51 4.4 Suggerimenti didattici 54 5. No Gender Gap. Guida di buone prassi 59 5.1 Introduzioe 59 5.2 EAL / Regno Unito 59 5.3 Kawasaki Robotics / Germania 61 5.4 Università di Napoli Federico II / Italia 63 5.5 Pearson / Regno Unito 64 5.6 Commissione Europea / EU 65 5.7 Conclusioni 67
  • 4. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership INTRODUZIONE Nei prossimi anni, tecnologia ICT e digitalizzazione saranno un vivaio di nuovi posti di lavoro. In particolare, secondo Randstad, la multinazionale con base in Olanda che si occupa di ricerca, selezione e formazione e di risorse umane, nella sola Spagna saranno creati 390.000 nuovi posti di lavoro collegati alle STEM (acronimo inglese per Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. Tuttavia, se la tendenza non cambierà drasticamente in breve tempo, la maggior parte di questi posti di lavoro sarà occupata da uomini, e quindi il divario di genere non farà che aumentare. Mediante il progetto Erasmus plus No Gender Gap ci proponiamo di sviluppare una serie di scenari di apprendimento, che siano utili nel mondo del lavoro, specificatamente dedicati a ragazze e donne. Abbiamo quindi costituito un partenariato composto da soggetti con esperienza nella formazione e nella promozione delle donne, pronti a contribuire con il loro know-how a un progetto transnazionale. Gli obiettivi del progetto sono i seguenti: - sostenere l’apprendimento delle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) attraverso l’uso della robotica e dell’automazione, che hanno dimostrato di essere strumenti per in ottimo coinvolgimento degli studenti e studentesse; - promuovere l’alfabetizzazione digitale e il pensiero critico nelle donne, soprattutto per quelle che si trovino in situazioni di esclusione sociale e di appartenenti gruppi svantaggiati, riducendo così il divario di genere e migliorando il loro accesso al mercato del lavoro; - migliorare le competenze professionali degli insegnanti attraverso nuovi approcci metodologici; - creare nuove metodologie applicabili a livello internazionale volte a ridurre le disuguaglianze di genere nell’accesso e nell’impiego alle e delle nuove tecnologie; - interessare e ingaggiare le donne verso l’industria delle TIC e specialmente nella robotica, sottolineando quelle attività che hanno maggiori possibilità di raggiungere un effettivo inserimento nel mercato del lavoro; 1
  • 5. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership - far conoscere centri di formazione che adottino una prospettiva di genere, che abbiano modificato in tal senso il loro approccio formativo e promosso più egualitarie opportunità; - suggerire quei cambiamenti che facilitino la transizione dell’industria delle TIC verso una maggiore consapevolezza ed eguaglianza di genere; - assicurare strumenti per il riconoscimento delle competenze e creare le condizioni che permettano la realizzazione di nuovi programmi che sostengano lo sviluppo di tali competenze. Il progetto si rivolge sia agli educatori che alle donne a rischio di esclusione sociale e appartenenti a gruppi svantaggiati (es. disoccupati, vittime di violenza di genere, rifugiati, donne senza diploma o laurea, donne residenti in aree rurali) che vogliano migliorare le proprie competenze professionali in un settore in cui l’elevata domanda da parte delle aziende del mondo delle ICT può ridurre significativamente il tasso di disoccupazione. Il partenariato ha delineato il progetto così che possa avere effetti benefici su educatori, formatori e donne e che possa aumentare le loro capacità personali e professionali nell’uso di Internet per ridurre i divari di genere, promuovere l’inserimento sociale e lavorativo delle donne e generare una comunità di donne con un maggiore interesse nell’uso della tecnologia per promuovere l’imprenditorialità e il lavoro autonomo. Il partenariato vuole contribuire a internazionalizzare le esperienze di queste donne e migliorarne le conoscenze al fine di raggiungere gli obiettivi comuni indicati, poiché diminuire il divario di genere di donne che si trovino in condizioni di svantaggio è considerato un obiettivo prioritario nelle strategie europee per l’inclusione, l’istruzione e l’occupazione. Il progetto produrrà anche metodologie e strumenti innovativi che saranno utili a livello internazionale, e che saranno tradotti in più lingue e facilmente accessibili. Infine, la visibilità dei risultati del progetto avrà un impatto sui diversi stakeholder che migliorerà significativamente il profilo internazionale dei partner e allo stesso tempo arricchirà le politiche europee in materia di occupazione e di istruzione, contribuendo a ridurre l’attuale euro-scetticismo presente in molti settori della società europea. In Spagna nel 2016, solo il 15,4% degli esperti in tecnologie dell’informazione e della comunicazione erano donne, un livello leggermente inferiore a quello dell’Unione Europea (UE) che, secondo Eurostat, si attesta al 16,7%. Le 2
  • 6. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership cifre mostrano che le donne sono sottorappresentate tra gli esperti delle TIC in tutti gli Stati membri della UE. Il partenariato ha svolto alcune sessioni informative iniziali per aumentare la conoscenza del e sul progetto, interessare e coinvolgere insegnanti e studenti che parteciperanno al progetto e ci daranno dei feedback per far sì che i prodotti del progetto siano adeguati alle reali esigenze dei beneficiari. Tutti i partner lavoreranno insieme per la realizzazione di un corso in modalità MOOC e in formato digitale .pdf per la realizzazione di un robot. Il corso sarà orientato agli insegnanti e agli educatori, anche se potrà essere utilizzato anche da altri soggetti. È corredato di una guida metodologica che include gli strumenti e l’approccio più innovativi e confermati per gli insegnanti e gli educatori dei centri di formazione per adulti. L’impostazione metodologica è immersiva e basata sul learning-by-doing, ove le attività prevedono che insegnanti e un gruppo di donne realizzino un piccolo robot attraverso Arduino e Scratch. Sono state realizzazione delle linee guida per i centri di educazione e formazione per adulti per sostenere le competenze dei docenti per l’insegnamento e il tutoring (mentoring). Vi sarà anche un sistema di riconoscimento e una piattaforma di formazione on line con webinar. I risultati di apprendimento previsti una volta terminato il progetto: - arricchire il profilo professionale degli insegnanti coinvolti, collegando il mondo dell’istruzione con il mondo delle imprese; - promuovere la tecnologia ICT e la robotica nelle scuole per adulti come componenti trasversali dei programmi scolastici; - innovare l’educazione per adulti e le professionali attraverso strumenti e metodologie di apprendimento attivo; - accrescere le conoscenze, capacità tecniche e competenze sull’uso di strumenti oggi importanti in vari settori del mondo del lavoro. Grazie a queste attività, le donne partecipanti avranno maggiori opportunità di lavoro, saranno incoraggiate a partecipare attivamente alla vita sociale e culturale delle comunità in cui vivono e svilupperanno competenze personali e professionali che offriranno loro nuove opportunità. I partner sperimenteranno un miglioramento della loro capacità operativa grazie all’internazionalizzazione delle loro attività e le 3
  • 7. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership comunità locali saranno più interessate a partecipare alle politiche europee per l’istruzione e l’occupazione, vedendone i benefici reali e diretti vicini a loro. Il contenuto di questa guida non riflette l’opinione ufficiale dell’Unione Europea. La responsabilità per le informazioni e le opinioni espresse nel documento è interamente a carico degli autori. Non è consentito commercializzare il contenuto di questa guida copiarlo o modificarlo senza l’espressa autorizzazione degli autori. 1 Come essere un buon comunicatore, come motivare un gruppo e come mediare in situazioni di conflitto 4
  • 8. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership 1.1 Introduzione e informazioni preliminari Nelle prossime pagine, vogliamo aiutarvi ad iniziare questa avventura. Per fare questo, vogliamo presentarvi un metodo molto speciale chiamato Il viaggio dell’eroe. Nelle tecniche di narrazione e nella mitologia comparata, il Viaggio dell’eroe è il modello comune di storie che coinvolgono un eroe che va all’avventura, vince in una crisi decisiva e torna a casa cambiato o trasformato. Questo metodo può aiutarci a farci diventare un buon mentore, a sviluppare tutte le fasi e i fattori rilevanti che entrano in gioco e, naturalmente, a ottenere il vostro posto in questa storia, e a considerare l’impatto che potreste avere su di essa. Inoltre, potrete trovare qui alcune motivazioni per partecipare a un training nel settore dell’educazione non formale. Infatti, in ogni avventura c'è un momento in cui le sfide sembrano inutili e si può essere tentati di rinunciare. Prima di farlo, leggete queste pagine! Se non è sufficiente, potete rifiutare il vostro coinvolgimento con la stessa facilità con cui potete chiudere questo manuale. Ma, se decidete di 5
  • 9. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership continuare a leggere, oltre questa introduzione, vi troverete immersi in un mondo straordinario di sostegno alle motivazioni e di formazione. 1.2 Alcune ragioni per investire nell’istruzione delle persone con minori opportunità L’istruzione non formale è considerata uno strumento per consentire a un maggior numero di persone di entrare nel mercato del lavoro, in particolare ai giovani al primo impiego o ai NEET – (è l’acronimo di (Young people) Neither in Employment or in Education or Training, ovvero che non stanno studiando né sono impiegati in un lavoro) – aumentandone le opportunità grazie allo sviluppo di nuove abilità e competenze. Questa affermazione è supportata dai risultati di diverse ricerche che dimostrano che tra il 50%-80% degli intervistati afferma che l’istruzione non formale aumenta le possibilità dei giovani che fanno domanda per un tirocinio o uno stage, un’occupazione o un’ulteriore formazione e istruzione. Nel 2018, abbiamo svolto un sondaggio con 200 ex allievi partecipanti alle nostre attività non formali. Dai risultati, oltre il 60% degli intervistati afferma di aver imparato molto e il 98% di loro ritiene che sarà utile in futuro; che i risultati dell’apprendimento saranno trasferiti sul posto di lavoro (65%) ma anche in altri contesti come la vita quotidiana (66%) o gli studi universitari e formali (12%). Questi risultati non sono solo notevoli in generale, potrebbero confermare l’utilità dell’istruzione non formale anche per persone socialmente o economicamente svantaggiate o meno qualificate, che abbandonano la scuola o che sono già di fuori del ciclo educativo. Questo è possibile perché le attività non formali promosse da Erasmus+ forniscono un’esperienza di apprendimento alternativa per il raggiungimento di abilità e competenze. In effetti, le attività di educazione non formale sono considerate importanti opportunità di apprendimento anche se non riguardano direttamente la scuola o con i sistemi educativi tradizionali, ma tutti sappiamo che l’apprendimento non riguarda solo le conoscenze acquisite a scuola. Succede nella vita di tutti i giorni e in ogni contesto: impariamo quando ci sono l’intenzione e il desiderio di imparare. Per esempio, possiamo imparare una lingua straniera cantando una canzone o possiamo sviluppare le capacità di lavoro di squadra giocando a pallavolo! Questo è ciò che si chiama apprendimento informale. Pensando all’apprendimento in questa nuova prospettiva, è chiaro che ciò che impariamo a scuola è solo una piccola parte di tutto l’apprendimento che avviene nella nostra vita. Alcune ricerche dimostrano che oltre il 70% 6
  • 10. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership dell’apprendimento deriva da un apprendimento non formale: impariamo ancora di più in un presso di istruzione alternativo rispetto al sistema scolastico! Già più di 80 anni fa, un riformatore educativo di nome John Dewey sosteneva la necessità di un cambiamento radicale nel campo dell'educazione basato sulla riduzione della distanza tra l’apprendimento che si ha nel sistema scolastico e quello al di fuori di questo contesto. 1.3 Erasmus + e Inclusione Alcune persone sono escluse nella nostra società a causa di vari fattori, talvolta a causa ostacoli sociali nascosti e a volte gli ostacoli intervengono a un certo punto della vita e aumentano. Tra questi, per esempio, quelli economici, che di solito non vengono mai soli e possono essere collegati alla disoccupazione o a problemi sociali. Ci sono giovani che sono svantaggiati rispetto ai loro coetanei perché devono affrontare uno o più fattori di esclusione. Sappiamo anche che la tecnologia e la robotica in generale sono campi in cui è coinvolto solo il 12% delle donne, e questo non perché a loro non piaccia, ma più a causa degli stereotipi presenti nella cultura della nostra società e per il modo in cui essa è insegnata e trasmessa. Dobbiamo ingaggiare più donne nella robotica! Questa situazione spesso impedisce alle persone con meno opportunità di partecipare al mondo del lavoro, all’istruzione formale e non formale, alla mobilità transnazionale, al processo democratico e alla società in generale. Questo è ciò che intendiamo quando parliamo di giovani con meno opportunità (YPfO, Young people with fewer opportunities). Come formatori dobbiamo essere consapevoli che tutti possono trovarsi in situazioni analoghe nella vita, a dover affrontare alcuni ostacoli, in qualche modo, in qualsiasi momento. Non ci sono persone totalmente incluse o totalmente escluse, c’è una scala di inclusione/esclusione. Dovremmo conoscere quali siano gli ostacoli e ciò che impedisce l’esclusione, e tenerne conto nelle nostre attività. L’obiettivo primario del programma Erasmus+ è di essere accessibile a tutti i giovani e anche le attività che pianifichiamo sono inclusive, con lo scopo di avere un impatto positivo sulla situazione dei giovani con minori opportunità. Quello che possiamo fare è adottare un approccio inclusivo, il che significa che dobbiamo concentrare il nostro lavoro non solo sulle donne, che sono i nostri beneficiari qui, anche sui nostri processi organizzativi. Esistono delle regole per il successo che servono da guida alle organizzazioni per migliorare la qualità dei loro progetti, per migliorare la situazione dei YPfO e per ridurre gli ostacoli per molti beneficiari, tra queste: ● mantenere al centro le persone con minori opportunità; 7
  • 11. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership ● Considerare tutti i tipi di diversità; ● Utilizzare l’apprendimento non formale; ● Monitorare l’impatto a lungo termine; ● Garantire un approccio olistico e un partenariato. Concentrarsi prima di tutto sulla persona Non pretendete di sapere cosa loro sentono ora, come stiano oggi, ma conservate una mentalità aperta, ascoltate i vostri studenti e concentratevi su ciò che stanno cercando di comunicarci. È chiaro che questo non è facile. È essenziale, naturalmente, avere ben presente l’obiettivo perché bisogna adattarvi la metodologia. Questo significa, in poche parole, realizzare un progetto su misura. L'inclusione non è qualcosa che avviene da sola; i progetti di inclusione richiedono sforzi e azioni attive. In poche parole, significano tempo, denaro e risorse da investire su di esso. Alcuni studenti richiedono così tanto del nostro tempo che in realtà dovrebbe essere dedicato al nostro lavoro complessivamente. Quante risorse possono essere indirizzate a una sola donna tra tutti i compiti che dobbiamo svolgere? Questa è una domanda che tutti i formatori si pongono, quando analizzano la gestione del tempo e delle risorse. Anche in questo caso, non c’è una risposta standard o una quantità di tempo definita da dedicare, ma, se necessario, è possibile implementare una risorsa aggiuntiva: il Reinforced Mentorship. Il Reinforce Mentorship è una attività spesso impiegata in Europa e nei progetti Erasmus, e soprattutto nei Programmi del Servizio Volontario Europeo, che ha lo scipo di offrire al beneficiario/a un tutoraggio aggiuntivo, proprio per aumentare il sostegno in modo individuale. Bisogna tener conto che questa attività va ad aggiungersi ai compiti ordinari quotidiani, per cui suggeriamo di trovare una risorsa totalmente dedicata ad esso. In altre situazioni, accade di ottenere un risultato opposto a quello che si cercava: il Reinforce Mentorship si aggiunge ai compiti ordinari e il formatore si trova di fronte a una somma troppo elevata di attività da portare a termine. 1.4 Il viaggio dell’eroe (quando questi è un insegnante o un tutor) Il viaggio dell’eroe è un termine generico per descrivere un’avventura, un’esperienza di cambiamento, un viaggio che determinerà il cambiamento, e un’esperienza di apprendimento. 8
  • 12. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Oggi è usato come termine generale, ma è stato introdotto per la prima volta da Joseph Campbell nella sua straordinaria opera The Hero with a Thousand Faces (L'eroe dai mille volti), uno studio comparativo di miti, leggende e storie raccolte da tutto il mondo. Campbell ha notato che di tutte le storie e miti, in realtà vi è sempre un’unica storia che ci lega tutti, e l’ha chiamata The Monomyth ( = l’unica storia), o The Hero's Journey, Il viaggio dell’eroe. In sostanza, possiamo dire che significa che in ogni storia ci sono sempre gli stessi elementi. È la trama di ogni film, romanzo, fiaba, mito. C’è un inizio, in piccolo, nella vita di tutti i giorni, dove tutto è sotto controllo... mmmh ma forse non proprio tutto. Poi succede qualcosa che porta un cambiamento. Volente o nolente, il nostro personaggio (che non vuole essere chiamato eroe - per ora) inizierà un viaggio che cambierà la sua vita, e il suo mondo, per sempre. Per esempio, George Lucas, l’uomo che ha realizzato Star Wars, dice che aver conosciuto Joseph Campbell all’università gli ha dato l’idea originale per la storia del suo film. È stato il primo regista ad ammetterlo e a dare credito a Campbell per il suo lavoro; e da allora quest’ultimo è diventato estremamente noto, fino a diventare a volte una sorta di cliché. Sceneggiatori hollywoodiani, game designer, romanzieri di tutto il mondo si riferiscono ora a The Hero's Journey come a uno strumento infallibile per il controllo degli errori, da seguire come misura di qualità del loro lavoro. 9
  • 13. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Che cosa c'è di così fico ne Il viaggio dell'eroe? In una parola: tutto! È una storia forte, universale, capace di parlare a tutti noi. È l’archetipo di tutte le storie. E noi la amiamo, per istinto, perché è la materia di cui sono fatte le fiabe, i cartoni animati, il mito, le leggende e persino le religioni. Ci piace, perché è così che una buona storia deve essere raccontata. E lo sappiamo tutti. La viviamo realmente ogni giorno. quando usciamo dalla nostra comfort zone, le nostre situazione tranquille e conosciute; quando viviamo un’esperienza - piacevole o meno; incontriamo persone e affrontiamo sfide; impariamo qualche cosa di nuovo o otteniamo una ricompensa; sviluppiamo un nuovo potenziale o impariamo una lezione, e torniamo al punto di partenza. Pronti a ricominciare tutto da capo. Ora, provate a pensare ai nostri studenti come a degli eroi, e a noi come dei mentori. Pensate a Gandalf nel Signore degli Anelli, o a Doc in Ritorno al futuro. Sono i mentori degli eroi, e sono anche gli eroi delle loro storie. Questa struttura narrativa fornisce un quadro chiaro di ciò che vogliamo ottenere con la metodologia dell’educazione non formale e ci aiuta a descrivere le attività e i risultati. Infatti, se focalizziamo la nostra attenzione su quale debba essere l’attività dei tutor, rischieremmo di avere una percezione limitata del loro effettivo ruolo. In realtà, il mentore non è responsabile di una sola fase; il suo coinvolgimento è richiesto in tutte le fasi e i suoi compiti sono molti più di quanto possano apparire a prima vista. Il nucleo del nostro metodo si basa sul paragonare le attività del progetto Erasmus+ a un’avventura e funziona perché rende il progetto simile a modelli che conosciamo fin dall’infanzia: le fiabe. Infatti, la rappresentazione dell’eroe ha un grande potere sulla nostra per il suo profondo effetto simbolico. Il vantaggio di questo metodo è rappresentato dal fatto che esso fornisce una chiave per leggere la complessità dell’attività così che diventa più facile analizzare gli elementi della storia, così come il nostro ruolo di mentore. In altre parole, si crea una sorta di mappa che ci permette di vedere tutti gli attori, i passaggi e le fasi del percorso del beneficiario e, sulla base di questo, possiamo facilmente pianificare quali risorse dovremmo fornire per supportare meglio ogni beneficiario in ogni storia personale. 10
  • 14. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Cominciamo dall’inizio. Seguitemi. Ogni storia inizia in un certo momento perché succede qualcosa; poi tutto diventa un’avventura che avviene al di là della nostra vita quotidiana. Accadono molte cose nuove, difficoltà e sfide, ma c’è una guida esterna per sostenere e dare consigli all’eroe (il mentore). Ad un certo momento, una grande sfida si presenta per l’eroe, così grande che lui o lei diventano insicuri e cominciano a dubitare delle proprie capacità di affrontarla. Il più delle volte il problema è risolto e la vittoria conferisce all’eroe rafforzato la consapevolezza delle proprie forze. Il successo porta una ricompensa finale e la storia si conclude con il ritorno alla vita quotidiana. Se si usa l’immaginazione e si riflette sulle storie che si conoscono, si può scoprire che tutte seguono questo schema, con poche eccezioni. Ora, se cercate di adattare alla vostra attività di apprendimento non formale questo modello, questa cornice, potrete vedere meglio quale fase il vostro eroe stia vivendo, e anche una storia complessa può diventare familiare. Quello che è straordinario di questa metodologia è che aiuta le persone a orientarsi e a capire quale passo occorra fare per andare avanti e sviluppare sé stessi. Così, ci si rende conto di quale fase stiamo vivendo: te ne stai a casa e rifiuti il richiamo dell’avventura; oppure, sei proprio dentro a un’avventura, e sei stanco e forse qualcosa sta andando storto, ma può accadere, è un passo essenziale per ottenere la ricompensa dalla tua comunità. Se applichiamo questo metodo nelle nostre attività di formazione, è più facile leggere meglio l’intera storia e, ciò che è rilevante per noi, ci permette di pianificare il nostro intervento per sostenere meglio i nostri studenti. Il risultato è che possiamo afferrare meglio la complessa esperienza dell’apprendimento e possiamo condurre un’analisi approfondita dei suoi momenti chiave, orientando al meglio le nostre azioni. In poche parole, sapere come possiamo sostenere persone con minori opportunità, e in questo caso, le donne quando rifiutano il richiamo dell’avventura (nel nostro caso, l’esperienza del training in robotica). La grotta in cui si teme di entrare racchiude il tesoro che si cerca. Joseph Campbell 1.5 Un altro strumento che dobbiamo utilizzare è l’Intelligenza Emotiva 11
  • 15. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership I nostri pensieri e le nostre emozioni sono i nostri strumenti più potenti che decidono le sorti della nostra vita in questi tempi difficili e straordinari. Anche se non possiamo controllare la pandemia o la paura o l’incertezza che essa porta, possiamo controllare il modo con cui la affrontiamo. Ecco perché praticare e sviluppare l’intelligenza emotiva è più importante che mai. L'Intelligenza Emotiva (in inglese, Emotional Intelligence, IE; o Emotional Quotient, EQ) è la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le emozioni, sia le proprie che quelle di altri. L’Intelligenza Emotiva è molto più determinante delle cosiddette soft skills, le competenze relazionali; essa riguarda le competenze essenziali che sono vitali anche in qualsiasi professione. La nostra intelligenza emotiva (IE) detta il modo in cui gestiamo noi stessi, come ci comportiamo con gli altri, come comunichiamo - in modo efficace o inefficace -, come gestiamo bene i feedback, i riscontri e i contrattempi e molto altro ancora. Nel campo dell’istruzione non formale con persone con minori opportunità, lo sviluppo dell’intelligenza emotiva è fondamentale non solo a nostro beneficio, esso è fondamentale per sostenere efficacemente le persone con cui lavoriamo. La capacità di impiegare l'Intelligenza Emotiva è oggi il principale fattore che distingue una buona leadership. Anche se non si ha familiarità con le specificità dell'IE, tutti noi abbiamo senza dubbio sperimentato la differenza tra qualcuno che è costantemente consapevole di come le proprie emozioni influiscano sugli altri e qualcuno che non lo sia. Questo spiega perché il World Economic Forum ha identificato 2 delle 10 competenze essenziali per il 2020 nel campo dell'intelligenza emotiva. Nel ruolo di mentore e formatore di persone con minori opportunità, dovrai aiutarle a impiegare le loro passioni, i loro interessi, i loro talenti e i loro hobby per ottenere un cambiamento positivo nelle loro comunità. Tuttavia, sappiamo che essi non riusciranno a vedersi come leader della loro comunità fino a quando non avranno sviluppato quella che si chiama in inglese self-awareness, la loro consapevolezza di sé, avranno imparato a lavorare efficacemente con gli altri e affinato gli strumenti per superare le sfide. In altre parole, avranno bisogno di un corso attivo sull'intelligenza emotiva. Per sostenere i nostri beneficiari, ci siamo avventurati in un percorso sulla IE, e abbiamo creato dei workshop esperienziali di IE per condividere le nostre scoperte. 12
  • 16. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Nel corso di questa pandemia COVID19, è normale che i nostri beneficiari si stiano rivolgendo a mentori e leader per ricevere sostegno e guida. In modo analogo, quali formatori e mentori, anche noi ci rivolgiamo ai nostro dirigenti e ai manager delle nostre associazioni per avere consigli e indicazioni. Ora più che mai, abbiamo bisogno che i leader non agiscano solo con forza e direzione - ma che agiscano con compassione e intelligenza emotiva. Che siamo operatori giovanili, formatori, manager o direttori di associazioni, è nostra responsabilità morale guidare con intelligenza emotiva. Una grande forza nasce dall’impiegare le nostre emozioni e nel dare agli altri la possibilità di fare lo stesso. Fino a poco tempo fa, l’intelligenza emotiva, e lo studio delle emozioni, era estraneo a molte professioni, poiché molti credono erroneamente che l’espressione delle emozioni debba essere limitata solo alla nostra vita personale. Questa credenza per cui portare le nostre emozioni sul posto di lavoro non è professionale, non solo è pericolosa per la nostra salute mentale ed emotiva, è anche dannosa per la nostra efficienza lavorativa. Come umani, siamo esseri intrinsecamente emotivi, ed è praticamente impossibile divorziare completamente dalle nostre emozioni mentre timbriamo il cartellino al lavoro. Ansia, tristezza, paura, frustrazione, limitata capacità di concentrazione - queste emozioni sono normali nell’esperienza umana, e prevedibili durante una pandemia. Se tutti noi proviamo questi pensieri ed emozioni, allora le nostre reciproche interazioni devono rappresentarle, in un modo che sia utile e che vada a beneficio di tutti. 13
  • 17. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Per fortuna, l’intelligenza emotiva non è una competenza innata, ma una qualità che può essere sviluppata. Tutti noi possiamo sviluppare la nostra intelligenza emotiva e sfruttare le sue capacità per sostenere altri a fare lo stesso. Tutto ciò che dobbiamo fare è capirne gli strumenti e trovare il modo di metterli in pratica quotidianamente. 1.6 Organizza i tuoi propositi È importante stabilire i propri specifiche obiettivi. Non cercate di sviluppare tutto assieme i compiti che abbiamo descritto, altrimenti è probabile che alla fine non ne svilupperete nessuno. Selezionate invece uno o due strumenti che volete conoscere meglio e iniziate a svilupparli approfonditamente, ora. Potrete sempre cancellarne dalla vostra lista, e concentrarvi su alcuni, poiché chi è lento e costante vince la gara. La pazienza e l’autocompassione sono la chiave per sviluppare la vostra IE. Scrivete la lista dei vostri propositi e conservatela. Spesso diciamo ai partecipanti ai nostri corsi di formazione di mettere nero su bianco le loro sfide e di appenderle in una zona della loro stanza o della loro casa, da tenere come costante promemoria. 14
  • 18. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Ogni persona è diversa - ad alcuni potrebbe piacere lavorare sulla propria sfida per una settimana e poi provare un’altra avventura. Altri potrebbero voler continuare con la loro sfida per un mese intero o anche più a lungo. Conosciamo persone che si pongono sfide quotidiane diverse. Decidete voi stessi per quanto tempo volete concentrarvi sui vostro obiettivi prima di sceglierne un altro e chiedetevi quale sarà il piano più utile e fattibile per voi e oltre a utilizzare questi strumenti per te, vedi dove e come puoi condividerli con gli altri. Infatti, TUTTI possiamo trarre beneficio dall’impegno per migliorare le capacità di intelligenza emotiva di tutti. 1.7 Consapevolezza di sé È la capacità di riconoscere come i nostri sentimenti influenzano il nostro comportamento e le nostre interazioni con gli altri. La consapevolezza di sé è in realtà il fondamento dell’intelligenza emotiva, quindi è il miglior punto di partenza! Gli strumenti per sviluppare la propria autoconsapevolezza: 1. Date un nome alle vostre emozioni. Più riuscirete a analizzare il vostro stato emotivo, meglio sarete in grado di gestire le vostre emozioni. Non esistono buone o cattive emozioni. Le emozioni possono essere piacevoli o sgradevoli da provare, e naturalmente alcune emozioni sono più impegnative di altre; tuttavia, tutte le emozioni ci forniscono dati e informazioni. Ogni emozione contiene informazioni da cui possiamo imparare, se riusciremo a farlo. Il miglior punto di partenza è quello di percepire le emozioni nel nostro corpo e di identificarle. Quando nominiamo ed etichettiamo accuratamente le nostre emozioni, possiamo comprendere meglio le ragioni per cui le stiamo vivendo ed eventualmente prendere le misure appropriate. Sviluppare la nostra alfabetizzazione emotiva è essenziale. 2. Fate attenzione al linguaggio che usate. Quando diciamo sono triste o ho paura, diamo a quell’emozione una sorta di autorità su tutta la nostra identità e se lo facciamo, è facile aggrapparsi a quelle emozioni, e sentirsi come se fossero loro a comandare. È importante ricordare che noi non siamo le nostre emozioni e non sono quelle a definirci. 15
  • 19. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Invece, individua e descrivi le tue emozioni in modo da ampliare il tuo spazio, per esempio usa frasi come mi accorgo di avere la sensazione di essere triste, o mi accorgo di provare tristezza. In questo modo, non lasci che le tue emozioni ti definiscano, ma le riconosci per quello che sono - sensazioni e pensieri fugaci - non fatti. 2. Mostrate una vulnerabilità selettiva ai vostri contatti nella professione e sul lavoro. In questi tempi, sembrerebbe strano e innaturale ignorare la pandemia di COVID-19 e non considerare il complesso di emozioni che viviamo, con i nostri colleghi. Rendersi conto della propria ed altrui vulnerabilità, accettarla e condividere i propri sentimenti costruirà la fiducia tra i vostri beneficiari e i vostri colleghi. Ma una vulnerabilità selettiva è chiave per il leader. Mentre la condivisione aperta può aiutare le persone a sentirsi a proprio agio e più connesse, la condivisione eccessiva può far perdere la fiducia al leader. Mollie West Duffy, l’autrice di No Hard Feelings, afferma: "Impiegare bene la vulnerabilità selettiva significa percorrere quella sottile linea di demarcazione tra il riconoscimento ('Anche io sono preoccupato - non sei solo!') e la dimostrazione di leadership, che trova e indica una strada da seguire ('Data la situazione, ecco i passi che intendiamo fare per affrontarla.')". (2020). 1.8 Self management È la nostra capacità di controllare i nostri impulsi e le nostre reazioni emotive. Secondo George Kohlriese, professore di Leadership and Organizational Behavior presso l’Istituto internazionale per lo sviluppo manageriale (IMD) in Svizzera, la caratteristica numero uno che distingue i migliori leader è la loro capacità di rimanere equilibrati: “Abbiamo svolto una ricerca con oltre 1.000 dirigenti di tutto il mondo, CEO, membri di Consigli di Amministrazione, top leader, sulle caratteristiche dei migliori leader. La risposta numero uno è stata la capacità di rimanere calmi e concentrati. In una crisi, saper gestire le proprie emozioni e rimanere calmi, essere in grado di creare un’isola di sicurezza e non diffondere la tensione”. (2016). Non è certo un’impresa facile durante una pandemia globale con le varie emozioni che porta. Tuttavia, le nostre emozioni sono contagiose. Pertanto, come leader è fondamentale essere consapevoli di quali emozioni portiamo e diffondiamo ai nostri colleghi e ai beneficiari. 16
  • 20. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Nel suo libro, Emotional Agility, la dottoressa Susan David, sottolinea 4 passi chiave per creare forza emotiva e capacità di adattamento al cambiamento: Showing up (rendere visibile); stepping out (uscir fuori, fare un passo avanti), walking your way (cammina nella tua strada) e moving on (andare avanti (2016). 1. Showing Up Una delle abitudini che adottiamo per alimentare un triste circolo vizioso di emozioni spiacevoli è colpevolizzarsi perché “non dovrei provare quelle emozioni”. Le emozioni sgradevoli sono l’altra faccia della medaglia di quelle di gioia e ottimismo: non si può avere un lato senza l’altro. È normale provare momenti di sconforto: cercate di sentire come funzionano su di voi, analizzateli, affrontate i vostri pensieri e sentimenti con curiosità e accettazione. Solo in questo modo, alla fine, potrete chiedervi “perché provo queste emozioni?” e otterrete le informazioni che potranno aiutarvi ad attraversare il circolo vizioso e a liberarvene. 2. Stepping out Create uno spazio, una distanza dalle vostre emozioni e dai vostri pensieri più profondi (come essere consapevoli del linguaggio che usate, di cui abbiamo parlato prima). Come scriveva lo psicologo e sopravvissuto all’Olocausto Victor Frankl: “Tra stimolo e risposta c'è uno spazio. In quello spazio c’è il nostro potere di scegliere la risposta. Nella nostra risposta sta la nostra crescita e la nostra libertà” (1984). Gli esercizi di consapevolezza e la Box breathing, o respirazione quadrangolare, possono aiutare a creare quello spazio e quella distanza tra i nostri pensieri e le nostre reazioni immediate. Ci danno il tempo di dare delle risposte pensate e filtrate. La Box breathing è una tecnica di rilassamento e concentrazione durante la quale si inspira per 4 secondi, si mantiene l’apnea per 4 secondi, poi si espira per 4 secondi, si trattiene ancora il respiro per 4 secondi. Vi sembra un sistema semplice? In realtà viene utilizzato dagli United States Army Seals per affrontare gli ostacoli più difficili. (2019). 3. Walking your way I nostri valori sono il cuore di ciò che siamo. Se riusciamo a delineare chiaramente quali sono i nostri valori e a definirli, possiamo far leva su di essi per farli diventare la forza trainante delle nostre spiacevoli emozioni. Per esempio, possiamo chiederci: “Le mie azioni riflettono i miei valori?”, “Come posso cambiare in modo da vivere nei miei valori?”. 17
  • 21. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Stiamo vivendo in tempi straordinari, non c’è dubbio che il periodo del Coronavirus sarà ricordato come uno di questi. In futuro, quando guarderai indietro a questo periodo della tua vita (forse ne racconterai ai tuoi figli o ai tuoi nipoti), come ti vorrai descrivere? Può essere questo pensiero una buona leva per guidare le tue azioni ora? 4. Moving on Il quarto passo della nostra Agilità Emotiva è andare avanti, che consiste nel fare piccoli, deliberati, aggiustamenti alla vostra mentalità, alla motivazione e alle abitudini per allinearle ai vostri valori fondamentali. Ci sono diversi modi per farlo, noi abbiamo adottato le tecniche di reframing semplice. Reframing, o riformulare è vedere la situazione che si vive da una prospettiva diversa, che può essere di grande aiuto per risolvere i problemi, prendere decisioni e imparare. Reframing è aiutare se stessi o un’altra persona a superare in modo più costruttivo una situazione in cui ci si sente bloccati o confusi. Si può iniziare dicendo a se stessi “Scelgo di... “ invece di “Devo farlo”: questo può cambiare la nostra visione d’insieme e collegare le nostre abitudini ai nostri valori. 18
  • 22. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Come mentori, formatori e responsabili di associazioni, dobbiamo gestire e superare i nostri ostacoli emotivi prima di poter aiutare altri a fare lo stesso. È un concetto simile a quello di quando si vola su un aereo e l’assistente di volo ti insegna a “metterti la maschera di ossigeno”, prima di aiutare i bambini; infatti, se rimarreste senza ossigeno voi, non potrete aiutare nessun altro a mettere la maschera di ossigeno. Analogamente per la nostra salute emotiva, quindi assicuratevi di prendervi il tempo necessario per concentrarvi su voi stessi - vi permetterà di aiutare gli altri in modo più efficace. 1.9 La consapevolezza dell’altro La vostra capacità di sintonizzarvi con gli altri e con i loro sentimenti. Tenete presente che COVID19 ha un impatto su tutti, non solo su di voi e sul vostro lavoro e tenete a mente che non sappiamo quello che altri stanno provando: questo vi darà forza e vi renderà un leader più comprensivo. Strumenti per sviluppare altre forme di consapevolezza/empatia: 1.Esprimere compassione, non giudizi. Ognuno di noi sta gestendo la crisi come può e al meglio delle proprie capacità. Anche se non siamo d’accordo con tutte le azioni di coloro che ci circondano, è importante esprimere compassione e gentilezza. Per esempio, possiamo chiederci: “Cosa sta vivendo quella persona, quale emozione la sta influenzando a comprare quantità eccessive di carta igienica?”. Evita i giudizi e usa gentilezza e empatia con gli altri. 19
  • 23. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership 2. Mantenete i contatti con i colleghi. Nonostante il fatto che i vostri corsi di formazione potrebbero essere stati sospesi, o che le riunioni settimanali in ufficio siano state cancellate, è comunque importante contattare regolarmente i colleghi e i vostri contatti. Le persone possono soffrire in silenzio, soprattutto quando lavorano a distanza, o quando vi sono, nella loro famiglia o tra gli amici, dei malati da accudire, o se vi siano problemi finanziari. Se non l’avete ancora fatto, dedicate un po’ di tempo per chiedere ai vostri colleghi come va, e per aiutarli. Ma assicuratevi di farlo nel modo giusto; a volte un semplice “come stai?” può facilmente trasformare la conversazione in una valanga di negatività. Mollie West Duffy (2020) raccomanda queste cinque domande, che bilanciano specificità e sensibilità, come punto di partenza: - Come può il nostro team presentarsi al meglio per voi in questo momento? - Di quali cambiamenti, o modifiche avete bisogno voi/la vostra famiglia in questo momento? - Che cosa c’è di impegnativo o di straordinario nel lavorare da casa? - Che cosa avete imparato su di voi? - Come state migliorando la vostra resilienza in questo momento? Come posso aiutarti? 3. Sul lavoro, creare una situazione in cui le emozioni possano essere espresse. Più riusciremo a creare un ambiente lavorativo di apertura e accettazione, maggiore sarà la nostra capacità di aiutare i colleghi. Nel suo Ted Talk, The Gift and Power of Emotional Courage, Susan David afferma: “Quando le persone sentono di poter esprimere le loro vere emozioni, così esprimeranno impegno, creatività e innovazione”. Solo affrontando le nostre emozioni e lavorando su di esse, possiamo alla fine ri-concentrarci sui nostri impegni professionali. Naturalmente questo è possibile solo se vi è la sicurezza psicologica, che Google ha indicato il fattore numero 1 per i team di grande successo. (2016). Con i nostri beneficiari non è diverso. Più che mai, il nostro ruolo di formatori e mentori è quello di creare aree psicologicamente sicure per esprimere emozioni, anche forti. Comprendere gli altri, invece di dare giudizi, può aiutare i giovani a farsi sentire ascoltati e riconosciuti durante 20
  • 24. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership momenti di isolamento. Ascoltare le paure e le incertezze degli altri, senza giudicarli, creare fiducia e comprensione. Per valutare il livello di sicurezza psicologica all’interno della vostra organizzazione, osservate questa immagine. 1.10 Gestione delle relazioni La vostra capacità di aiutare gli altri a rispondere in modo adeguato Come formatori, mentori e responsabili di associazioni, è più importante che mai promuovere il senso di appartenenza nelle nostre organizzazioni, tra i nostri collaboratori e con i nostri giovani, mentre tutti noi navighiamo nel cambiamento e nell’incertezza. Che cosa fare per sviluppare le competenze nella gestione delle relazioni: 1. Investire nelle relazioni. Ricordiamoci che quello che stiamo vivendo non è una distanza sociale, ma fisica. Non limitatevi ai discorsi di lavoro - organizzate pause caffè virtuali, happy hour e/o incontri sociali per riempire le distanze e favorire un maggiore senso di appartenenza nel nuovo ambiente di lavoro remoto. Potete farlo anche con i vostri gruppi di studenti per migliorare le loro interazioni sociali durante la quarantena e dare loro un sostegno di fronte alle sfide che si trovano ad affrontare. 21
  • 25. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership 2. Esprimere la gratitudine. La gratitudine è ciò che si può chiamare il “sistema diretto alla felicità”. Più condividiamo la nostra gratitudine con gli altri, anche per le piccole cose, più aumenta non solo il loro buon umore, ma anche il nostro. Non dimenticate di mostrare apprezzamento ai vostri colleghi per le piccole e grandi cose che contribuiscono al vostro team. Riconoscete i loro sforzi in questi tempi difficili e migliorerete il loro morale e la loro motivazione sul lavoro. 2. Collegatevi a uno scopo più grande. Anche se di solito siamo concentrati sugli obiettivi delle nostre professioni, il Coronavirus e il ritardo dei progetti possono farci sentire staccati dal vero significato che sta dietro al nostro lavoro. Come formatori, mentori e leader, possiamo ispirare gli altri a usare la loro creatività per offrire soluzioni innovative, approfondire le relazioni sociali, incontrarsi e aiutarsi a vicenda, anche con tutte le restrizioni imposte. Abbiamo visto tutti piccoli atti di gentilezza e senso di umanità - banche del cibo, attività di volontariato locale per le persone anziane, distribuzione di buoni pasto per aiutare il settore della ristorazione, e molto altro ancora. Anche se nell’ambito lavorativo non vi possibile svolgere azioni analoghe, potreste organizzare attività al fi fuori dell’orario di lavoro e coinvolgere colleghi e giovani. Trascorrete un po’ di tempo libero scrivendo e facendo brainstorming di idee per rispondere alla domanda: "Che cosa posso fare oggi per..”. Siate creativi e pensate idee oltre il vostro abituale ambito di attività. Ci sono molti modi per portare gioia in questo mondo se siete disposti a provare. 2. Perché adottare la robotica educativa nell’educazione di donne in situazioni di svantaggio sociale? Una situazione di svantaggio o di vulnerabilità per le donne può verificarsi per diversi motivi: ● Basso livello di istruzione ● Stato socioeconomico svantaggiato ● Problemi linguistici ● Essere vittima di abusi o donne che vivono in ambienti violenti 22
  • 26. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership ● Avere precedenti penali ● Differenze culturali ● Invalidità ● Poca autostima e fiducia in se stesse ● Altri motivi Per aiutare le donne svantaggiate, dovremmo poter affrontare queste situazioni. Certamente, un robot non può intervenire direttamente su questi problemi, ma può essere uno strumento utile per altri aspetti. Un robot può essere uno strumento a sostegno dell’apprendimento delle materie STEAM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arte, Matematica) in modo da migliorare il livello di istruzione e di conoscenza linguistica; potrebbe essere uno strumento motivazionale, l’aumento dell’autostima, il miglioramento del lavoro di gruppo e l’inclusione. Inoltre il robot potrebbe essere inteso come un argomento per approfondire le relazioni sociali, per aumentare le capacità di comunicazione, e per colmare le lacune culturali. L’impiego della robotica educativa aiuta gli studenti a sentirsi parte del processo di apprendimento, agganciandoli e motivandoli. Inoltre, quando gli educatori costruiscono relazioni e ambienti positivi, gli studenti imparano meglio perché aumenta l’autostima, la fiducia in sé stessi, il rispetto tra gli studenti e il rispetto e l’identificazione del gruppo. I robot possono essere un utilissimo strumento in mano a educatori che costruiranno un ambiente di apprendimento vivace e sereno. 2.1 Ma io non sono un tecnico! Al vostro primo tentativo di lavorare con un robot, potreste trovarvi a disagio o intimiditi. Questo è del tutto normale perché vi trovate di fronte a un nuovo approccio all’apprendimento, e non conoscete ancora questo strumento. Queste affermazioni potrebbero essere chiarite da una citazione di Seymour Papert (da Teaching children thinking, in The Computer in the School: Tutor, Tool, Tutee, a cura di Robert Taylor): “L'espressione tecnologia e istruzione di solito significa inventare nuovi gadget per insegnare le stesse vecchie cose in una versione leggermente mascherata della stessa vecchia maniera”. Questo significa che si sta semplicemente usando un nuovo strumento, per insegnare i soliti argomenti. Ma questo non è l’obiettivo della robotica educativa come la impiegheremo qui. 23
  • 27. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Un altro elemento che può spaventare al primo approccio è l1apparente difficoltà della robotica. Possiamo assicurarvi: i robot didattici sono esplicitamente progettati per essere i più semplici possibile, e di solito non sono necessarie conoscenze o background precedenti, né competenze tecniche avanzate. Basta scegliere uno strumento - senza pregiudizi - e iniziare a sperimentarlo: sicuramente imparerete a gestirlo, e immaginerete un sacco di attività che potrete fare con i vostri studenti. Ricordate: ci sono varie comunità e risorse online - e offline - che possono aiutarvi e ispirarvi, e migliaia di insegnanti ed educatori europei che si sono occupati di robotica, e hanno condiviso la loro esperienza e le loro idee. 2.2 Approccio didattico Come detto, la robotica educativa non differisce molto dalla didattica ordinaria, da cui è possibile trarre tutta la ricchezza della normale metodologia didattica. Abbiamo selezionato alcune applicazioni, in base alla nostra esperienza educativa. Uno dei migliori approcci iniziali è lo storytelling, la narrazione. In questo caso, naturalmente, stiamo parlando di narrazione supportata da dispositivi digitali. Utilizzando lo storytelling digitale nella robotica educativa, gli studenti possono sviluppare diverse competenze unitariamente, come le abilità di lettura e scrittura, comunicazione e interazione, la creatività e l’immaginazione, le abilità digitali e tecniche, e così via. La robotica e il software diventano mezzi per animare e rendere interattive le storie. I robot possono essere personaggi della storia o potrebbero essere coinvolti in recital con gli umani, come attori di supporto che interagiscono con gli attori umani, o potrebbero lavorare come trigger per le animazioni digitali (cioè svolgere uno stacchetto di sottofondo quando si verifichi un’azione recitata da un attore umano). Tutte le storie possono essere raccontate usando un software di animazione, creando una sorta di libro di racconti digitali, che potrebbe essere solo virtuale, o che potrebbe interagire con robot e dispositivi fisici. Un altro approccio interessante è quello delle 4P dell’apprendimento creativo - progetto, passione, pari, gioco (in inglese, le 4 p sono project, passion, peers, play), è stato creato e applicato dal gruppo di ricerca del MIT Media Lab, guidato da Mitchel Resnick. Questa metodologia si ispira alla didattica utilizzata nelle scuole materne, dove i bambini sviluppano il loro 24
  • 28. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership pensiero creativo attraversando tutte le fasi della realizzazione di un progetto. Sviluppano un’idea, creano un progetto basato su di essa, sperimentano alternative, collaborano e condividono esperienze con i loro amici. L’idea alla base delle 4p è estendere questo processo in ogni fase dell’educazione, associando un significato a ciascuna delle 4P. Quando si lavora su un progetto - invece di un caso astratto - si impara meglio, e si sviluppano competenze e abilità in un contesto motivante e realistico. I problemi da risolvere diventano parte del progetto, assumono un significato concreto e sono interconnessi. L’apprendimento tra pari è un altro approccio educativo molto utile. Nell’idea di Resnick, questo concetto è legato al fatto che per lo più l’apprendimento creativo non è individuale, è un’attività sociale, con persone che si scambiano idee e collaborano ai progetti, confrontandosi e condividendo sia dubbi sia soluzioni. Quando lavoriamo su progetti che ci appassionano e a cui siamo legati, siamo disposti a lavorare più a lungo e più intensamente, siamo più tenaci in caso di difficoltà, e tendiamo a lavorare meglio di quando dobbiamo fare qualcosa che non ci appassiona. La parola gioco contiene diversi significati, tutti con un profondo valore didattico. Nella robotica educativa sperimentiamo continuamente, proviamo idee e situazioni nuove, affrontiamo delle sfide, rischiamo, e allarghiamo i nostri confini. In tutto questo, stiamo anche imparando. È chiaro che associare il gioco all’apprendimento è una metodologia straordinaria per diversi motivi. I robot sono strumenti molto utili che permettono di lavorare e giocare con i coetanei, con passione e in casi e progetti reali. Altri due metodi, che sono estensioni dirette delle 4P, ma che potrebbero anche essere indipendenti da esse, sono: il Project-Based Learning, e il Challenge-Based Learning. Questi metodi tengono conto del fatto che l’apprendimento avviene in modo prevalentemente esperienziale, mentre si lavora su un progetto o una sfida il più reale e concreto possibile, che risponde a un problema reale e tangibile. È in queste situazioni di apprendimento che sono stimolati la cooperazione, l’auto valutazione, il ragionamento e il pensiero critico. 25
  • 29. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership I due metodi citati cercano di presentare problemi educativi che si svolgono nel mondo reale e di promuovere le relative competenze. PBL e CBL aiutano gli studenti a sviluppare diverse competenze, tra cui la capacità di lavorare bene con gli altri, di prendere decisioni informate, di prendere iniziative, di risolvere problemi e di sviluppare capacità di autoapprendimento e la motivazione all’apprendimento. La didattica in classe sostenuta dai due metodi offre agli insegnanti nuove opportunità per comunicare e stabilire relazioni con i loro studenti. A loro volta, gli insegnanti dovrebbero essere pronti a cambiare il loro ruolo secondo le moderne pratiche di insegnamento e a diventare facilitatori e strutture per e del processo di apprendimento. 2.3 Come scegliere un dispositivo robitico Nel campo della robotica educativa, e ogni volta che si vuole usare un robot o un dispositivo tecnologico per insegnare o imparare qualcosa, bisogna ricordare che questo dispositivo è solo uno strumento che aiuta a raggiungere un obiettivo, quello di aiutare il processo educativo e di apprendimento. Come si usano penne, matite, carta, carta, libri, video e così via per insegnare, per capire e studiare, analogamente si possono usare i robot per sostenere l’apprendimento. Da questo punto di vista, poiché il nostro robot è una tecnologia didattica e non uno strumento in sé, ci è chiaro che il tipo di robot, di dispositivo scelto per la didattica non sia determinante, poiché l’obiettivo qui non è insegnare la robotica, è insegnare attraverso la robotica. L'elemento importante è l’approccio educativo che si sceglie di utilizzare. Questo, tuttavia, non significa che ogni kit robotico possa funzionare per ogni attività. Dovrete selezionarli, principalmente in base al vostro approccio educativo e ai vostri studenti. In questa sezione analizzeremo alcuni dei software e degli hardware che potrebbero essere adatti agli obiettivi di questo corso e che potrebbero essere utili nell’educazione di donne svantaggiate, anche inesperte. Gli obiettivi dell’uso di kit di robotica educativa sono i seguenti: ● Sviluppare in modo pratico e didattico concetti teorici ● Aiutare le donne a migliorare le loro capacità tecnologiche, creative e imprenditoriali 26
  • 30. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership ● Fornire un quadro generale, in modo semplice e divertente, delle possibilità di utilizzare la robotica e l’intelligenza artificiale per migliorare la qualità della vita; ● Aggiornare le conoscenze delle partecipanti nei campi della matematica, delle scienze, del pensiero logico e dell’alfabetizzazione digitale; ● Suggerire eventuali aggiornamenti futuri attraverso altri corsi o programmi educativi; ● Delineare alcuni aspetti etici, legali e sociali della robotica. Proponiamo, quando possibile, sistemi open-source. Ogni volta che non esiste una valida opzione open-source, suggeriremo un’opzione closed-source. 2.4 Software e piattaforme educative Scratch - https://scratch.mit.edu SCRATCH è un progetto del Lifelong Kindergarten Group, del MIT Media Lab che è a disposizione completamente gratuito. Permetterà di creare animazioni digitali interattive, storie e giochi. L’approccio è quello di programmare spostando e posizionando blocchi di istruzioni. Scratch favorisce il pensiero creativo e logico-sistemico e, inoltre, invita gli utenti a collaborare e a condividere opinioni, idee e creazioni. SCRATCH stesso, o altri software da esso derivati, può anche essere utilizzato per programmare una vasta gamma di robot educativi. Alla pagina https://scratch.mit.edu/explore/projects/all vi è una raccolta di progetti open-source, creati e condivisi da altri utenti di Scratch, che potete usare per esplorare il mondo del coding in SCRATCH, per imparare a programmare e per ispirarvi. Potete analizzare ogni progetto, giocare con 27
  • 31. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership esso, guardare cosa c’è dentro, capire il codice, e puoi remixare ogni progetto, partendo da quello già pubblicato e creandone uno nuovo. Inoltre, sulla pagina web https://scratch.mit.edu/ideas si trova un elenco di idee educative, schede/piani, guide, progetti di partenza e tutorial ufficiali. Google Blockly Game - https://blockly.games/ I Blockly Games di Google sono una serie di giochi educativi per imparare il coding. Si basano sulla libreria Blockly. Tutto il codice è gratuito e open-source. Questo software è stato creato per persone che non hanno alcuna esperienza di programmazione, e guidare i partecipanti attraverso una serie di giochi e sfide che li aiutano a capire le basi della programmazione, partendo dal coding in un ambiente grafico fino alla creazione di programmi testuali in javascript. Questo software è esplicitamente dedicato ai bambini, ma ciò non significa che non possa essere utilizzato nell'educazione degli adulti in quanto è coinvolgente a causa della struttura, basata su sfide. Maggiori informazioni su https://github.com/google/blockly-games/wiki, e informazioni per gli educatori sono disponibili anche su https://blockly.games/about?lang=en. SNAP! - https://snap.berkeley.edu/ SNAP! è un ambiente di programmazione grafica, ispirato a SCRATCH - ma basato su un’architettura diversa. Permette la creazione di giochi e animazioni, semplicemente codificando con blocchi di istruzioni. Le realizzazioni sono simili a quelle offerte da Scratch, e anche se ha un’interfaccia grafica meno gradevole dal punto di vista estetico, può realizzare compiti più complessi. Snap! è open-source. Il manuale ufficiale è disponibile all'indirizzo https://snap.berkeley.edu/snap/help/SnapManual.pdf. Esempi di progetti sono disponibili all'indirizzo https://snap.berkeley.edu/examples. Potete trovare i progetti pubblicati da altri utenti e la homepage del software. Makey Makey - https://makeymakey.com/ 28
  • 32. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Makey Makey è una scheda che può trasformare qualsiasi materiale conduttivo in un controllore per PC, in quanto trasforma la chiusura di un contatto - attraverso un materiale conduttivo - in un segnale di pressione di un tasto. Può essere usata per esplorare il mondo del coding, con parti fisiche. Permette di lavorare sui concetti di conducibilità, isolamento e dell’elettronica. Inoltre, stimola l’apprendimento cooperativo e creativo. Risorse e informazioni sul sito ufficiale. 2.5 Un esempio di attività: usare i sensori del computer ESEMPIO DI ATTIVITÀ: Usare i sensori del computer Titolo Sensori nei computer: giochi controllati dai sensori del PC Target Group Questo scenario potrebbe essere adattato ad ogni esigenza educativa Durata Minimo 4 ore Risultati attesi - elementi di coding e programmazione, - che cos’è un sensore - come far interagire un computer con l’ambiente, - progettazione - collaborazione Metodologia PBL Learning setting Laboratorio di informatica Strumenti e risorse - Computer - software di programmazione grafica (come Scratch, mBlock, Snap!....), - proiettore - sistema audio Attività Studenti 29
  • 33. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership - Gli studenti analizzano diversi semplici giochi fatti con Scratch - Quindi progettano il proprio gioco, lavorando in gruppo - Lo scopo è controllare il personaggio principale sfruttando sensori del PC (come il volume del microfono o la webcam). Può alternativamente essere utilizzata una scheda come Makey Makey. Feedback Demo show Snap4Arduino - http://snap4arduino.rocks/ Snap4Arduino è una modifica di Snap! Ed eredita tutta la struttura della programmazione grafica e la possibilità di creare giochi e animazioni, con l’aggiunta della possibilità di programmare una scheda fisica di Arduino. Offre anche la possibilità di convertire il codice di Arduino dal linguaggio grafico a un linguaggio testuale. L'utilizzo di software di questo tipo, permette agli utenti di creare giochi e animazioni, che possono interagire con dispositivi tangibili, nel mondo fisico, non essendo vincolati a un ambiente virtuale. Ulteriori informazioni, esempi e demo sono disponibili sul loro sito web. Arduino - https://arduino.cc Un Arduino Leonardo Credits: pixabay.com, author multiplexer, public domain image. Arduino è sia una scheda hardware programmabile open-source sia un ambiente di sviluppo integrato per codificare la scheda stessa. Esistono diversi tipi di schede Arduino, ma tutti questi possono essere programmati attraverso i pin di ingresso/uscita che possono essere usati per collegare la scheda a diversi - virtualmente infiniti - sensori e attuatori. Per questo motivo, le schede Arduino non hanno uno scopo unico, e sono comunemente usate a scuola, nella robotica, nell’automazione e nella domotica per una varietà di cose diverse. 30
  • 34. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Le schede Arduino possono essere utilizzate in un ambiente educativo perché sono abbastanza facili da usare, e il loro linguaggio di programmazione ufficiale può essere il primo approccio ai linguaggi testuali; inoltre sia il software che l’hardware sono ben conosciuti e supportati da una comunità ampia e attiva. Inoltre, Arduino può aiutare gli utenti ad imparare e comprendere facilmente le basi dell’elettronica e dell’elettricità. Inoltre, Arduino può essere programmato con linguaggi non ufficiali, più semplici di quello testuale, come Snap4Arduino, Open Roberta Lab, e altri. Molte attività, esempi, tutorial, suggerimenti e altro ancora, si possono trovare nelle sezioni risorse, comunità e aiuto del sito web. Makeblock - https://makeblock.com Makeblock è un’azienda che si occupa di robotica educativa. Ha sviluppato vari robot e software interessanti. Sulla loro pagina http://learn.makeblock.com/, potete trovare i progetti open-source che coinvolgono diversi robot mobili, stampanti 3D, plotter e macchine per l’incisione laser. I robot - come il famoso mBot - possono essere programmati sia attraverso linguaggi testuali, sia attraverso il linguaggio grafico ispirato a Scratch (mBlock). Questi prodotti permettono agli utenti di sperimentare le basi della programmazione e della robotica. Open Roberta Lab - https://lab.open-roberta.org/ Open Roberta Lab è un ambiente di programmazione open-source, basato su cloud, ispirato a Scratch e ad altri software simili. Sviluppato durante il progetto Roberta - Learning with robots, avviato dal Fraunhofer IAIS, il software permette di programmare diverse specie di robot, nonché di simulare un robot virtuale su ruote, in un linguaggio visuale chiamato NEPO®. Sul loro sito, https://jira.iais.fraunhofer.de/wiki/display/ORInfo, si può trovare la documentazione ufficiale di Open Roberta lab, e si possono trovare FAQ, istruzioni, tutorial e lezioni. Inoltre, esiste un gruppo della comunità di Google all'indirizzo: https://groups.google.com/forum/?hl=de#!forum/open-roberta Thymio - http://www.thymio.org/ 31
  • 35. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Thymio è un robot open-source ready-to-use, facilmente modificabile nel suo aspetto, sviluppato per essere programmabile e personalizzabile. Inoltre, può essere programmato con diversi linguaggi: dalla semplicissima VPL visuale - che collega una reazione a un evento - ad Aseba, un linguaggio di programmazione testuale, fino ai citati Scratch e Blockly. Inoltre, è disponibile gratuitamente un simulatore del robot, per provare una versione virtuale. Maggiori informazioni, esempi e lezioni sul loro sito ufficiale. 2.6 Esempio di attività: simulare dei robot Esempio di attività: simulare robot Titolo Realizzare figure geometriche con l’utilizzo di robot virtuali Target Group Questo scenario potrebbe essere adattato ad ogni esigenza educativa Durata Minimo 2 ore Risultati attesi - elementi di programmazione - forme geometriche - le basi della robotica - collaborazione Metodologia Problem-solving Learning setting Laboratorio di informatica Strumenti e risorse - Computer - Software di simulazione di robot (come Open Roberta Lab,Thymio suite, ...). In alternativa possono essere utilizzati dei veri robot. - Proiettore Attività Studenti - Osservare forme geometriche semplici (a partire da quadrati e rettangoli), discutono tra loro i concetti di angolo, angolo esterno e interno, bordo, area, perimetro, misure programmano quindi un robot virtuale in modo che si muova seguendo un percorso che vada a delimitare il perimetro di una figura geometrica 32
  • 36. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership - trovano una relazione tra i parametri fisici del robot (es. dimensioni e posizione delle ruote, numero di rotazione delle ruote...) e le distanze e gli angoli percorsi Feedback Discussione di gruppo ESEMPIO DI ATTIVITÀ: Simulare un robot Titolo Dog-follow con robot virtuali Target Group Questo scenario potrebbe essere adattato ad ogni esigenza educativa Durata Minimo 2 ore Risultati attesi - Coding e programmazione - Strutture condizionali - Robotica - Sensori - Collaborazione e lavoro i gruppo Metodologia PBL Learning setting Laboratorio di informatica Strumenti e risorse - Computer - Software di simulazione di robot (come Open Roberta Lab, Thymio suite, ...). Altrimenti possono essere utilizzati dei veri robot. - Proiettore Attività Gli studenti - Programmano un robot affinché mantenga una distanza costante e fissata da un ostacolo - imparano a usare un sensore di distanza - definiscono un approccio per raggiungere l’obiettivo - La più semplice soluzione è quella che prevede la programmazione con strutture condizionali e una soglia  si nota che il sistema è instabile 33
  • 37. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership - (opzionale) Una soluzione migliore è quella di impostare un controllore proporzionale (necessita di almeno 2 ore in più)- definire un approccio per raggiungere l’obiettivo - La più semplice attività è quella di programmare con strutture condizionali e impostare una soglia -> ma il sistema è instabile - (opzionale) Una soluzione migliore è quella di impostare un controllore proporzionale (necessita di almeno 2 ore in più) Feedback Discussione di gruppo SketchUp - https://sketchup.com Sketchup è un software (purtroppo non open-source ma con una versione online gratuita) creato da Trimble. Non è strettamente legato ai robot e alla robotica educativa, ma può essere utilizzato in un ambiente di apprendimento supportato dal digitale. Il software permette la creazione, la modellazione e la gestione di oggetti e forme 3D. Permette agli utenti di migliorare le loro capacità creative, il pensiero logico e il know-how tecnico. Molto spesso è utilizzato indirettamente nel campo della robotica per la creazione di modelli 3D da stampare e può essere utilizzato per assemblare un robot o una parte robotica. Anche se SketchUp non è open-source, è suggerito per la sua estrema facilità e il suo rapporto di capacità. Suggerimenti e tutorial sul canale ufficiale di YouTube https://www.youtube.com/user/SketchUpVideo Autodesk® Tinkercad® - https://www.tinkercad.com/ Portachiavi 3D del Progetto, disegnato con Tinkercad 34
  • 38. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Tinkercad, di Autodesk, è una raccolta gratuita, di strumenti sviluppati per chi vuole creare, insegnare e imparare. Offre due opzioni principali: Modellazione 3D e circuiti elettronici. Nella sezione di modellazione 3D, gli utenti possono creare i propri modelli 3D in modo estremamente semplice, ma efficace. Inoltre, l’opzione model by coding può essere utilizzata per creare forme 3D utilizzando un ambiente di programmazione grafica. Attraverso questo, gli utenti possono sperimentare sia elementi di programmazione sia la modellazione 3D. In modalità circuiti, gli utenti possono simulare diversi tipi di componenti elettronici come resistenze, LED, condensatori, induttori, batterie e circuiti integrati comunemente usati (inclusa la scheda programmabile Arduino). In Tinkercad le schede Arduino possono essere simulate, creando progetti semplici e sperimentando la codifica e l’elettronica, senza comprare nulla. Arduino simulato può essere programmato attraverso il suo linguaggio di programmazione originale e anche con un linguaggio visuale a blocchi, ispirato a Scratch. Tutorial, lezioni e progetti sono disponibili sul sito https://www.tinkercad.com/learn/designs. Un'alternativa a Thinkercad, in esclusiva per le sue funzioni di modellazione 3D, potrebbe essere SugarCAD 2.7 Esempio di attività: Modellazione 3D Esempio di attività: Modellazione 3D Titolo Monumenti, città e musei Target Group Questo scenario potrebbe essere adattato ad ogni esigenza educativa Duration 3 lezioni, almeno 1-2 ore ciascuna Risultati attesi - Modellazione 3D - Stampa 3D - Arte - Capacità di progettazione - Collaborazione Metodologia PBL 35
  • 39. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Learning setting Laboratorio di informatica Strumenti/ris orse - Computer - Software di disegno 3D (es. Autodesk Tinkercad, SugarCAD, SketchUp, ...) - Stampante 3D - Proiettore Attività Gli studenti - Analizzano il patrimonio culturale “tridimensionale”: statue e monumenti, ponti, edifici, ... - Disegnano, lavorando in gruppo, la loro scultura 3D - Creano il modello 3D della scultura - Identificano eventuali errori sul modello e li correggono fino a quando il modello non sia stampabile - Stampano il modello Feedback Presentazione Instructables - https://www.instructables.com/ Instructables, di Autodesk, non è un robot né un software di programmazione. Tuttavia, è uno strumento interessante e utile per chi voglia creare e imparare. È un repository di istruzioni e tutorial - rilasciato con diversi tipi di licenze - dedicato ad artigiani, maker e costruttori. Su questa piattaforma, è possibile trovare istruzioni relative a diversi argomenti, non solo alla codifica e alla robotica. Bibliografia e approfondimenti Lavori e conferenze di Mitchel Resnik su Seymour Papert https://www.youtube.com/watch?v=ZoczAscGYeQ "Give P's a chance: Projects, Peers, Passion, Play" Constructionism and Creativity conference, opening keynote. Vienna. https://web.media.mit.edu/~mres/papers/constructionism-2014.pdf "Projects, passion, peers and play" http://web.media.mit.edu/~mres/papers/Creating-Creators-final.pdf "Come i bambini - Immagina, crea, gioca e condividi - Coltivare la creatività con il Lifelong Kindergarten del MIT" - Mitchel Resnick - Edizioni Centro Studi Erickson 36
  • 40. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership RoboESL Erasmus+ (2015-1-IT02-KA201-015141) IO's: http://roboesl.eu/ Challenge Based Learning - A classroom guide https://images.apple.com/education/docs/CBL_Classroom_Guide_Jan_2011. pdf Human centered robotic design - E. Micheli, N. Casiddu - Ed Alinea 3. La nuova era tecnologica nel sistema educativo portoghese 3.1 Introduzione Per capire l’evoluzione del sistema educativo portoghese e come la tecnologia e la robotica vi siano oggi inserite, dovremo fornire una panoramica del prima e del dopo. Osserviamo il sistema educativo in Portogallo un po’ di anni fa: molti dei valori che le scuole trasmettevano erano basati sull’ordine, il rispetto e la disciplina e l’educazione subiva influenze religiose importanti, poiché era la chiesa che controllava la scuola così come il programma scolastico. Vediamo quali sono stati, in linea generale, gli obiettivi dei periodi importanti del sistema scolastico portoghese: l’educazione nel Medioevo, l'educazione durante l’Estado Novo e, infine, il nostro attuale assetto educativo. Durante il periodo medievale, gli obiettivi principali erano la trasmissione delle tecniche acquisite, la formazione religiosa, la lettura e la scrittura in latino. Era anche importante sviluppare competenze come parlare, riflettere, pensare, dibattere e concludere. Più avanti nel Medioevo, il programma di studi si basò sulla grammatica, la dialettica, la retorica, la geometria, l’aritmetica, la logica, la musica, l’astronomia e l’apprendimento del latino era ancora presente. A quel tempo la popolazione aveva a disposizione diversi tipi di scuole, quelle parrocchiali, monastiche, palatine e le 37
  • 41. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership università medievali. In questo periodo, la maggior parte degli studenti del Medioevo proveniva da ambienti nobiliari. Il popolo non aveva mezzi sufficienti per accedervi ed erano in maggioranza dediti ai lavori agricoli. Nell’epoca dell'Estado Novo o Nuovo Stato, la dittatura dominava lo Stato portoghese con il dittatore António de Oliveira Salazar. Tutto il Paese era sotto il controllo di questo regime e le scuole erano strumentali ad esso, con l’obiettivo di infondere ordine, rispetto e disciplina. Gli studenti erano costretti a indossare le uniformi e gli insegnanti applicavano spesso severe punizioni corporali. Le materie dell’epoca erano la matematica, la storia, la lingua portoghese, la geografia, la scienza, la religione e la morale. I libri di testo della scuola elementare rimasero gli stessi per decenni. In quegli anni, dovettero modificare le tabelline e i nomi di tutti i fiumi, montagne e ferrovie del Portogallo e di tutte le colonie portoghesi. In generale, le donne non andavano a scuola, perché i loro genitori non davano valore all’apprendimento, preferendo integrarle nelle attività domestiche e nella routine di casa. Le ore di scuola in provincia erano distribuite a turni, la mattina era per le ragazze e il pomeriggio per i ragazzi. Poiché non potevano studiare assieme, ragazzi e ragazze frequentavano scuole diverse, non c’erano classi miste. L’orario scolastico nelle città era dalle 9:00 alle 17:00 e l’unica pausa era all’ora di pranzo. 3.2 La scuola oggi Oggi, abbiamo adottato in Portogallo il modello scolastico inclusivo che prevede due obiettivi generali: Ricevere e accogliere tutti gli studenti, senza eccezioni; Offrire risposte e soluzioni perché tutti possano avere successo all’istruzione, e quindi evitare l’insuccesso scolastico e l’abbandono scolastico; I principali cambiamenti a livello scolastico sono stati la creazione di cluster scolastici e mega cluster nel 2010; l’inserimento ufficiale dei computer nel 2008 con il programma Magalhães, e la ricostruzione delle vecchie scuole con la costruzione di nuove scuole, 38
  • 42. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership adeguatamente attrezzate e preparate per la nuova era tecnologica in cui il Paese sta entrando. 3.3 Il programma Magalhães come buona pratica Per quanto riguarda la trasformazione digitale, possiamo dire che le scuole nel loro insieme sono entrate veramente nell'era digitale nel 2008 con il programma Magalhães che è stato lanciato nell’anno accademico 2008/2009. Il programma Magalhães è stato inserito nel programma e.escolinhas, che mirava a inserire la tecnologia in tutte le scuole elementari. Il programma e.escolinhas ha incorporato la tecnologia e le piattaforme educative nei programmi, e il programma Magalhães ha inserito il computer come strumento educativo di base I computer del progetto Magalhães furono distribuiti gratuitamente alle famiglie in difficoltà e con basso reddito, e il governo assegnò fino a 50€ al resto delle famiglie. Questo permise a ogni bambino della primaria di avere un computer a casa, assicurando a tutta quella generazione l’alfabetizzata digitale. I computer Magalhães avevano un design aerodinamico, con colori blu e bianchi in onore delle conquiste marittime, i Magalhães (Magellano) da cui prendeva il nome. Fu prodotto interamente a Matosinhos, in Portogallo, con l’obiettivo di creare una linea di produzione che permettesse al Paese di diventare un paese esportatore di computer/tecnologia. Questo obiettivi nacque dalla partnership tra il consorzio JP Sá Couto/Prológica e il leader mondiale Intel. Il PC Magalhães era basato sul PC 2 del gigante nordamericano dei semiconduttori Classmate PC 2, e, come si è detto prima, sono stati messi a disposizione dei bambini che frequentavano il primo ciclo di educazione portoghese. Oltre a Intel, c’erano altri partner, come Microsoft e Samsung. Il costo di produzione di Magalhães è stato di 180 euro, ma i genitori e le famiglie non hanno dovuto spendere quell’importo poiché tutti ricevettero un bonus di acquisto a seconda dello stato della famiglia e del reddito. 39
  • 43. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Il PC Magalhães Ma non era solo l’istruzione di base a essere riformata: il governo lanciò il programma e-schools per gli altri ordini di scuole, i cui studenti sono stati dotati computer portatili con una spesa minima per le famiglie. Affinché ciò fosse possibile, si contava su una partnership con OPTIMUS, TMN e VODAFONE: quest’ultimo avrebbe contribuito garantire l’accesso a Internet a tutti. È stato grazie a queste riforme e programmi che il sistema scolastico portoghese poté entrare effettivamente nell’era tecnologica. Ogni studente disponeva di un computer che gli permetteva di lavorare, imparare ed esplorare tutti i contenuti necessari per il suo apprendimento. Questi computer erano inizialmente utilizzati in classe, due o tre volte alla settimana. Il Magalhães era un computer per l’educazione di base, ed era adattato alle esigenze dei bambini, era più piccolo e più accessibile di un normale computer. 3.4 Il programma E-escolinha Queste iniziative si sono basate sui programmi e-escolinha e e-escola, che miravano ad adattare la scuola portoghese alle necessità del XXI secolo. Oggi, questi programmi danno a tutti gli studenti l’accesso a una piattaforma di apprendimento dove possono trovare gratuitamente risorse video, esercizi e giochi educativi. Oltre a queste iniziative, il Portogallo ha deciso di investire in infrastrutture per il sistema scolastico, realizzando l’ammodernamento di tutte le scuole del Paese e fornendo aule completamente attrezzate. Tutte le scuole del paese dispongono ora 40
  • 44. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership di accesso a Internet e di aule dotate di lavagne interattive, computer, proiettori e sistemi audio. Le scuole sono inoltre dotate di auditorium da utilizzare come mediateche. Queste riforme sono ancora oggi in corso e sono portate avanti in partenariato dal governo e dalle pubbliche amministrazioni per poter offrire a tutti gli studenti condizioni migliori, promuovere un luogo sicuro che favorisca l’apprendimento e portare avanti tutti i progetti pedagogici necessari. 3.5 Dalla carta ai computer Oggi, il sistema educativo portoghesi non si muove più lungo il metodo tradizionale basato su carta, penna, lavagna di ardesia: oggi tutti gli studenti utilizzano spesso il computer e soprattutto la lavagna interattiva che dà accesso a varie piattaforme di insegnamento come Scratch, Geogebra, tra gli altri. Anche la didattica impiegata dagli insegnanti sta cambiando: se in passato si basava solo sul metodo di trasmissione della conoscenza attraverso i libri di testo, ora hanno tutti i mezzi necessari per rendere la classe il più interattiva possibile. 3.6 Il profilo dell’insegnante in Portogallo Il profilo dell'insegnante è cambiato molto negli ultimi 40 anni, per via della trasformazione del processo di apprendimento stesso, che ha cambiato i ruoli dell’educatore e dello studente. Vediamo lungo gli anni le tappe principali di questi cambiamenti e come la tecnologia abbia modificato l’insegnamento. 1970: in quegli anni l’insegnante era un redattore di contenuti, spiega la pedagogista Veronica Branco: “il ruolo del docente era conoscere molti contenuti, memorizzarli e trasmetterli”. 1980: questo è il decennio caratterizzato dall’ingresso delle prime tecnologie nel campo dell'educazione, e con quelle le novità e le sfide entrano nella scuola tradizionale. “Il docente si occupava di trasmettere attraverso la tecnologia, con le immagini, con le nuove risorse disponibili”, scrive Veronica Branco. 1990: Un maggioro numero di strumenti tecnologici entrano nella scuola portoghese: “è stato il periodo in cui l'insegnante poteva 41
  • 45. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership disporre di tecnologie didattiche, ma aveva difficoltà a impiegarle adeguatamente" (Veronica Branco). 2000: il XXI secolo richiede all’insegnante molteplici competenze e interazioni, egli/ella si trovano ancora in un contesto tradizionale mentre cresce la necessità di introdurre metodologie adeguate ai tempi. L'insegnante ha dovuto ri-imparare, adattarsi e immaginare le nuove metodologie adeguate ai nuovi strumenti didattici tecnologici presenti in classe e che avevano catturato l’interesse degli studenti che, nativi digitali, hanno finito per padroneggiare queste tecnologie meglio di chiunque altro. Il ruolo del docente è quindi quello di individuare nuove tecnologie che rispondano agli interessi degli studenti e che stimolino l’apprendimento: il docente reinventa il suo ruolo per permettere agli studenti di apprendere in modo innovativo. 3.7 Integrazione delle materie STEM Oggi, la nuova scuola portoghese è sempre più impegnata a promuovere la didattica delle STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). L’idea originale è stata di riunire le conoscenze di queste quattro aree per contribuire ad affrontare le sfide educative e la metodologia è stata quella di realizzare i laboratori creativi, in modo che gli studenti, riuniti in gruppi, possano presentare proattivamente le soluzioni alle sfide. In questo modo, gli studenti imparano a usare la robotica, la programmazione e applicano tutte le loro conoscenze di matematica, ingegneria e scienze in modo divertente e integrato. Sempre sulla base delle STEM, le scuole portoghesi stanno creando dei club di robotica e di programmazione che sono stati approvati e sostenuti dal dipartimento di educazione statale. Questi club svolgono diverse attività, tra cui la partecipazione a gare di robotica a livello nazionale e internazionale; hanno favorito la collaborazione tra gli studenti, la condivisione e l’acquisizione di conoscenze, e promosso lo spirito di competitività e il lavoro di squadra. Questi club sono piuttosto recenti, e sono molto utile e produttivi anche riflettendo sul fatto che non siamo riusciti ancora ad aggiornare completamente il corpo docente per la trasmissione di queste conoscenze in modo attivo agli studenti. Oggi, la riforma della 42
  • 46. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership scuola e il fatto che tutti gli studenti abbiano accesso al computer favoriscono l’insegnamento di queste materie che spesso erano difficili e poco apprezzate per gli studenti. Le scuole portoghesi stanno ora scommettendo anche sull’insegnamento della programmazione di applicazioni mobili, della progettazione e della stampa 3D, migliorando le metodologie di apprendimento con lo sviluppo dell’autonomia personale dello studente, il rafforzamento della fiducia in se stessi, l’apprendimento multidisciplinare e l’uso di tecnologie. Per quanto riguarda l’educazione formale degli adulti, il governo portoghese ha creato programmi di incentivazione per aumentare il livello di istruzione di tutta la popolazione portoghese, con il programma Nuove opportunità. Questo programma doveva permettere agli studenti della scuola secondaria di imparare una professione equivalente al 12° anno di scuola, con l’obiettivo di diminuire il numero di studenti che abbandonano la scuola dopo aver terminato il 9° anno di scuola, e di dare a coloro che non hanno avuto la possibilità di studiare, soprattutto adulti, la possibilità di vedere riconosciute e convalidate le loro competenze da un diploma scolastico, precedentemente ottenuto e stabilito secondo criteri specifici per la certificazione. Questo programma ha la validità di qualsiasi altro processo di insegnamento ed è riconosciuto come tale dallo Stato portoghese. Nuove opportunità è stata un’iniziativa di formazione per adulti che mirava a raggiungere un milione di persone, che in questo modo sarebbero state in grado di completare il 9° o il 12° anno scolastico, e di ottenere un titolo di studio che lo dimostrasse. Anche in questo caso, lo Stato portoghese ha creato un sostegno per garantire che tutti i partecipanti al programma Nuove opportunità avessero accesso al computer e a Internet per una spesa molto bassa, e anche per quesyo programma è stato costituito il partenariato dei tre operatori. È stato con questi programmi (e-escola, e-escolinha e Nuove opportunità) che il Portogallo ha iniziato a riformare l’insegnamento, poiché hanno prodotto cambiamenti nella didattica. Se un tempo le pratiche educative si basavano su copiare e disegnare, ora la preoccupazione attività è favorire la comprensione delle materie. 43
  • 47. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Gli educatori confermano che l'impiego della tecnologia ha caratteristiche favorevoli, cioè: a) suscitano curiosità; b) aumentano la creatività, soprattutto nel favorire l’apprendimento di bambini con bisogni educativi speciali; c) sono un potente strumento di aiuto all’apprendimento, come l’uso di software educativi; d) favoriscono una maggiore produttività in relazione al tempo necessario per lo studio; d) corrispondono alla necessità di una formazione continua per accompagnare lo sviluppo tecnologico. Riflettendo oggi sulle sfide che stiamo affrontando a causa della pandemia di COVID-19 e silla necessità imposta di modificare la routine quotidiana, il modo di agire, di lavorare e soprattutto il modo di studiare, se prima la norma era che gli studenti andassero a scuola per le lezioni, ora è un’eccezione. In Portogallo, tutte le lezioni in presenza sono state sospese fino a settembre 2020, con gli studenti che devono seguire le lezioni online. Ciò significa che ogni studente deve avere accesso al computer e a internet, come requisito minimo, per poter entrare sulle piattaforme dove ora si svolgono le lezioni, dove vengono consegnati i compiti a casa e i test di valutazione effettuati in forma digitale. Quindi, è essenziale che tutte le famiglie portoghesi abbiano accesso a questi strumenti. Vale la pena ricordare che, per aiutare ulteriormente gli studenti, le lezioni di portoghese vengono insegnate anche attraverso la televisione, in un programma che si chiama telescopio. Questo programma si svolge su un canale gratuito, di proprietà dello Stato, al quale tutti hanno accesso, con un orario diverso per ogni ordine e grado di scuola. Ancora una volta, è imperativo adattare e creare nuove metodologie di insegnamento che escano dalla classe tradizionale, ed è necessario creare nuove metodologie. 3.8 Le più potenti metodologie utilizzate nell’istruzione in Portogallo Per questo motivo, presentiamo sei metodologie conosciute e utilizzate in Portogallo che possono servire come punto di 44
  • 48. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership riferimento: 1. La metodologia attiva, nella quale l’insegnante ha il ruolo di intermediario, di facilitatore dell’apprendimento, favorendo lo sviluppo dell'autonomia dello studente ponendolo al centro dell’esperienza di apprendimento. Questa metodologia collega la tecnologia e l’istruzione. Le nuove tecnologie didattiche assumono un ruolo importante all’interno di questa metodologia, poiché promuovono e permettono l’autonomia dello studente che ha a disposizione risorse, esercizi, giochi online. 2. Anche il design thinking è un metodo innovativo che si basa sulla risoluzione dei problemi attraverso il pensiero visivo (visual thinking), incoraggiando il lavoro di squadra. Il design thinking unisce la visione del mondo e della cultura con l’intenzione di ottenere una soluzione più completa ai problemi affrontati. 3. L'apprendimento mediante il lavoro di gruppo è una metodologia sviluppata nel 1970 da Larry Michaelsen nei corsi di amministrazione, e si rivolge a classi di grandi dimensioni. Questa metodologia mira a creare opportunità e ad aumentare i benefici del lavoro di gruppo, come la collaborazione reciproca e l’empatia per i colleghi. È un metodo raccomandato per classi da 25 a 100 studenti. 4. L'e-learning è una modalità di insegnamento più che una metodologia. Utilizza Internet per diffondere contenuti didattici, con l’obiettivo di ampliare le conoscenze e formare gli studenti. Utilizza computer, smartphone e tablet come mezzo di comunicazione con il supporto di una piattaforma come Moodle o Microsoft Teams. In Portogallo e al giorno d’oggi, questa metodologia è la più utilizzata, poiché combina lezioni sincrone, con corsi in diretta via chat o trasmissione simultanea e asincrona, i corsi già registrati, che utilizzano la tecnologia, per rendere più flessibile l'orario. 5. La metodologia didattica ibrida mira ad integrare il mondo on e offline unendo due diverse dinamiche. In altre parole, essa combina il metodo di insegnamento in presenza e il dinamismo delle tecnologie per assistere l’insegnante nello sviluppo del suo piano didattico e gli studenti nelle attività al di fuori della classe. 6. Promuovere le STEM è uno dei metodi più utilizzati e sempre più 45
  • 49. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership diffusi. Questo metodo promuove la risoluzione dei problemi, la matematica e le scienze, la creatività, la collaborazione in team e utilizza anche il metodo Inquiry (Inquiry-Based Science Education). Gli studenti lavorano spesso in gruppo, imparando a costruire aspirapolvere fatti in casa o anche ponti di pasta, sviluppando l’ingegneria, la robotica, la matematica e le scienze, divertendosi. Parlando del metodo di insegnamento per gli adulti, le metodologie devono essere diverse da quelle utilizzate con i bambini, poiché gli adulti portano esperienze di vita che devono essere considerate durante il processo di insegnamento. Si impiega l’andragogia, che possiamo definire l’arte o la scienza di guidare gli adulti ad imparare, secondo Malcolm Knowles. Il termine si riferisce al concetto di educazione orientata agli adulti, in contrapposizione alla pedagogia, che si riferisce all'educazione dei bambini. Qui l’esperienza dello studente è fondamentale per il suo sviluppo, poiché rappresenta risorse di conoscenza pregressa da cui partire per sviluppare altre conoscenze. L’obiettivo è fornire un modo di apprendimento più consapevole e più maturo. 3.9 Educazione degli adulti in Portogallo Lo studente adulto cerca nella formazione continua la propria realizzazione personale e professionale e impara molto meglio quando la materia ha un’applicazione pratica. L'educatore deve 46
  • 50. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership cercare di presentare soluzioni a problemi reali che portino dei cambiamenti nella vita quotidiana. Il punto di partenza deve essere la comprensione e questo richiede che l’educatore consideri gli aspetti psicologici, fisici e sociali di ogni studente. Nel libro La pratica moderna dell'educazione degli adulti, Knowles ha presentato il primo modello andragogico, che si basa su cinque pilastri: - Autonomia: è necessario considerare che lo studente adulto ha la capacità di prendere le proprie decisioni e vuole essere considerato e trattato in questo modo, cassicurandogli l’autonomia per guidare le sue scelte; - Esperienza: la storia dello studente adulto deve essere presa in considerazione nel processo di apprendimento di nuove competenze e conoscenze; - Disponibilità all’apprendimento: l’interesse dello studente adulto per l’apprendimento è maggiore quando l’argomento in questione è direttamente collegato a situazioni comuni alla sua vita quotidiana; - Uso dell’apprendimento: le sfide nell’educazione degli adulti sono superabili quando le conoscenze acquisite rivelano un’applicazione immediata e non solo informazioni di possibile utilizzo in futuro; - Motivazione all’apprendimento: la motivazione interiore è più forte negli studenti adulti rispetto a quella esterna, il che significa che i loro valori e i loro obiettivi professionali sono prioritari, rispetto, ad esempio, a buoni voti. Il metodo di insegnamento non può e non deve essere lo stesso di quello utilizzato per l’insegnamento ai bambini o agli adolescenti. Nell’ambito dell’educazione degli adulti, la loro esperienza di vita è il punto chiave per la condivisione delle conoscenze. In Portogallo e a PREVIFORM, basiamo sulla nostra conoscenza degli studenti adulti i piani di lezione. Come già detto, il governo ha sostenuto questo settore dell’educazione fornendo ad ogni studente adulto un computer, ed è riuscito a integrare la popolazione adulta nell’era tecnologica. Insieme alla dotazione del computer sono stati realizzati corsi di uso del pc e delle sue applicazioni. L’educazione degli adulti si avvale ora delle nuove tecnologie, e l’insegnamento è spesso misto, cioè online e in presenza, adattandolo alla vita professionale e familiare di ogni studente. 47
  • 51. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership Per concludere, possiamo dire che l’evoluzione che ha portato all’inserimento delle nuove tecnologie in Portogallo è avvenuta in diverse fasi cruciali; prima di tutto con la creazione del programma E-escolinha e E-escola che ha introdotto nuove piattaforme didattiche fornendo un supporto digitale per tutti gli studenti e gli insegnanti. Questi programmi coprivano dall’istruzione di base all’istruzione secondaria. Tuttavia, non appena sono stati creati i due programmi citati, il Paese si è trovato di fronte ad un problema: le famiglie e gli studenti portoghesi saranno dotati di computer e di accesso ad internet? In risposta, il governo ha creato il programma Magalhães, che ha fornito i computer alle famiglie portoghesi o gratuitamente o con una spesa al massimo di 50€, a seconda del reddito della famiglia. Lo stato portoghese ha così garantito che ogni bambino della primaria avesse un computer e un accesso a internet sicuro. Dopo il successo del programma Magalhães, il governo portoghese ha deciso che ogni studente dell’istruzione secondaria e dell’istruzione formale per adulti dovesse avere accesso ai computer e a Internet alle stesse condizioni. Ancora una volta, il governo ha deciso di garantire tutti i gradi di istruzione con accesso a Internet e ai computer. Con tutti gli studenti delle scuole che hanno assicurato l’accesso ai computer e a Internet, il governo ha ora proseguito con il rammodernamento dell’infrastruttura delle scuole portoghesi. Sono state fornite alle scuole nuove tecnologie, sono nati i club di robotica, è stato assicurato a tutte le scuole l’accesso a internet, mediateche, computer e laboratori che permettono il miglioramento dei piani pedagogici. Il progetto No Gender Gap è un progetto che si basa sull’inserimento di tecnologie e soprattutto di robotica. La robotica è il motto di questo progetto, inserendola nell’educazione formale e informale degli studenti, qualunque sia la loro laurea, rendendola interessante soprattutto per le donne che sono spesso escluse da queste aree a predominanza maschile. È importante integrare le donne in questi settori, dimostrando che non c’è nulla di impossibile, che essere donna non è e non è mai stato un ostacolo all’apprendimento. Fa parte dei nostri obiettivi come partner, rendere la robotica attraente, interessante e mostrare che possiamo fare cose fantastiche con essa, dalla creazione di robot che ci aiutano a casa o al semplice manico 48
  • 52. No Gender Gap – Guida Metodologica Erasmus KA2 Strategic Partnership della doccia, tutto questo fa parte della magia della robotica. Rendere magica la robotica, questo è il nostro obiettivo principale, renderla magica agli occhi del discente. Tuttavia, la magia della robotica può essere evidente solo se tutte le persone hanno accesso ai computer e a una rete internet su base paritaria, è necessario fornire a tutta la popolazione computer e accesso ai punti Wi-Fi. È fondamentale assumere questo come un punto stimolante e importante nel processo di apprendimento, è necessario lavorare con le tecnologie, con l’elettronica e la robotica fianco a fianco, rendendole parte del processo di insegnamento, sia esso formale o non formale. In Portogallo, viviamo sempre più in una società egualitaria per quanto riguarda l’accesso ai computer e alle reti internet, integriamo sempre più le TIC all'interno della classe, rendendole parte del processo di insegnamento. Per i portoghesi, questo progetto è facilmente comprensibile poiché l’impiego della robotica in classe è stato possibile grazie a tutto il lavoro svolto negli anni passati, grazie a tutti i progetti che si sono concentrati sull’insegnamento e sulla parità di accesso alle tecnologie. No Gender Gap è la giusta continuazione dei nostri progetti No Gender Gap ha reso più facile l’insegnamento della robotica attraverso l’accesso al computer, e integrare la robotica educativa nell’insegnamento sarà il nostro più grande obiettivo. Si tratta di un processo lento e dispendioso in termini di tempo, ma deve essere considerato con la dovuta importanza. Ci stiamo muovendo sempre più verso una società tecnologica, garantire a tutti l’accesso ai computer e a internet è importante per avere una società sempre più scolarizzata e preparata al mercato del lavoro 3.10 Bibliografia The modern practice of adult education, Knowles https://www.ctemacademy.pt/ https://www.jn.pt/tag/magalhaes.html Articles from Verónica Branco, PhD in Education from the Federal University of Paraná (UFPR) and professor in the Education sector of the institution. 49