Il Rapporto, promosso da Fondirigenti e dall'Università LUISS - Guido Carli, ha analizzato negli anni precedenti le debolezze delle élite e il relativo impoverimento dei processi di formazione, selezione e ricambio. Negli ultimi due anni si è approfondito in particolare il tema della sovranità che tende a spostarsi inevitabilmente "in alto", sotto la pressione dei problemi e dei centri di influenza che vanno ben al di là delle dimensioni nazionali: col rischio però di perdere il contatto con ciò che avviene "in basso", nell'economia e nella società reale, dove peraltro la classe dirigente dei territori deve dare la sua parte di risposte alla crisi e inventarsi la crescita di cui tanto si parla. Con il presente Rapporto si è voluto adottare una prospettiva diversa, passando dall’analisi sulla classe dirigente all’analisi di un problema specifico da classe dirigente. L’argomento scelto, il passaggio alla vita attiva dei giovani, non costituisce un tema nuovo né tanto meno facile da trattare: esso è infatti “antico” – nel senso che se ne discute da tanto, troppo tempo in Italia e in Europa – e pur tuttavia “attualissimo” per la situazione di oggettivo, aggravato disagio che vive una generazione. Si è perciò deciso di compiere due operazioni: quella di una certa semplificazione nell’analisi, scegliendo quattro paradigmi interpretativi tra i tanti possibili (due educativi e due orientati all’inserimento nella vita di lavoro) e quella di utilizzare un pensiero “rovesciato” rispetto al mainstream.
Il Rapporto, promosso da Fondirigenti e dall'Università LUISS - Guido Carli, ha analizzato negli anni precedenti le debolezze delle élite e il relativo impoverimento dei processi di formazione, selezione e ricambio. Negli ultimi due anni si è approfondito in particolare il tema della sovranità che tende a spostarsi inevitabilmente "in alto", sotto la pressione dei problemi e dei centri di influenza che vanno ben al di là delle dimensioni nazionali: col rischio però di perdere il contatto con ciò che avviene "in basso", nell'economia e nella società reale, dove peraltro la classe dirigente dei territori deve dare la sua parte di risposte alla crisi e inventarsi la crescita di cui tanto si parla. Con il presente Rapporto si è voluto adottare una prospettiva diversa, passando dall’analisi sulla classe dirigente all’analisi di un problema specifico da classe dirigente. L’argomento scelto, il passaggio alla vita attiva dei giovani, non costituisce un tema nuovo né tanto meno facile da trattare: esso è infatti “antico” – nel senso che se ne discute da tanto, troppo tempo in Italia e in Europa – e pur tuttavia “attualissimo” per la situazione di oggettivo, aggravato disagio che vive una generazione. Si è perciò deciso di compiere due operazioni: quella di una certa semplificazione nell’analisi, scegliendo quattro paradigmi interpretativi tra i tanti possibili (due educativi e due orientati all’inserimento nella vita di lavoro) e quella di utilizzare un pensiero “rovesciato” rispetto al mainstream.