68° Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo
TENIAMO ALTA LA
BANDIERA DELLA
RESISTENZA
COMBATTENDO IL CAPITALISMO E
IL SUO GOVERNO, PER IL SOCIALISMO
Il PMLI saluta le partigiane e i partigiani, i reduci dai
campi di concentramento, gli antifascisti e tutti i sinceri
democratici che il 25 Aprile si riuniscono in tutte le piazze
d'Italia per celebrare il 68° Anniversario della Liberazione
dell'Italia dal nazifascismo. Una Liberazione conquistata a
un altissimo prezzo di sacrifici e di sangue.
Continuiamo perciò a ricordarla ogni anno e a
trasmetterne la memoria ai giovani, respingendo
fermamente i continui tentativi di fascisti, rinnegati e
revisionisti storici di "smitizzarla", "storicizzarla",
istituzionalizzarla svilendone lo spirito antifascista, e
finanche criminalizzarla, affinché lo spirito e l'esempio
della gloriosa Resistenza non venga mai cancellato e
continui ad ispirare e formare sempre nuove generazioni
di antifascisti.
Purtroppo, dal precedente anniversario, dopo oltre
un anno di tagli e di sacrifici a senso unico imposti dal
governo Monti della grande finanza, della Ue e della
macelleria sociale, che ha proseguito e intensificato il
massacro sociale del governo Berlusconi, tocca
constatare che le condizioni dei lavoratori e delle masse
popolari sono peggiorate drammaticamente e da ogni
punto di vista, mentre sono stati ulteriormente attaccati e
demoliti i diritti sindacali e il neofascismo e il
presidenzialismo sono avanzati ancora nel Paese. E agli
operai e ai cassintegrati, agli studenti che scendono in
piazza, ai movimenti di lotta in difesa del territorio come i
No Tav e No Muos, si risponde sempre più con le
manganellate, le denunce e gli arresti.
Intanto i fascisti, dopo che il fascismo è stato
sdoganato dalla destra berlusconiana e rivalutato perfino
dalla "sinistra" borghese riformista e liberale, hanno
rialzato la testa e spadroneggiano nelle scuole e nei
quartieri. Tutto ciò nell'indifferenza e nel silenzio complice
delle istituzioni, dei partiti e dei media borghesi, al punto
che il neoduce Berlusconi, nel giorno della
commemorazione dei caduti nei campi di sterminio, può
rivendicare pubblicamente e impunemente le "cose
buone" fatte da Mussolini. Mentre Grillo può simpatizzare
pubblicamente coi fascisti di Casapound, e la sua
capogruppo alla Camera, Roberta Lombardi, per
giustificarlo arriva a sostenere che il fascismo "prima che
degenerasse aveva una dimensione nazionale di
comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo
senso dello Stato e la tutela della famiglia".
Di pari passo, a livello istituzionale, è andato avanti il
presidenzialismo, sotto la spinta del nuovo Vittorio
Emanuele III, Napolitano, che, forte della sua rielezione al
Quirinale, ha rimesso in gioco Berlusconi e sta
manovrando per formare un nuovo governo con PD, PDL
e Scelta civica di Monti, che continuerà la politica di
lacrime e sangue del governo uscente.
Anche la politica militarista e interventista
dell'imperialismo italiano ha fatto nuovi passi avanti. Non
è diminuita invece la corruzione, che ha raggiunto un
livello record dai tempi di tangentopoli.
Non è certamente questa l'Italia per cui hanno
combattuto e versato il sangue le partigiane e i partigiani!
Occorre voltare pagina, cambiare urgentemente lo stato
delle cose! Ma com'è possibile ottenere un vero
cambiamento se non si mette in discussione il
capitalismo, che tutti i partiti che siedono in parlamento
difendono come l'unico sistema sociale possibile, quando
invece è la causa diretta della crisi finanziaria ed
economica senza precedenti? Che distrugge posti di
lavoro, aumenta lo sfruttamento nelle fabbriche e cancella
i diritti dei lavoratori secondo il modello mussoliniano di
Marchionne? E che alimenta la corruzione, il fascismo, il
presidenzialismo, il secessionismo, il razzismo, la
xenofobia e il militarismo interventista? Nessuno può
cambiare da sinistra l’Italia perdurando il capitalismo,
nemmeno Rodotà, un apologeta della Costituzione e delle
istituzioni borghesi e capitalistiche.
Come ha scritto il Segretario generale compagno
Giovanni Scuderi, nel suo Editoriale per il 36°
Anniversario della fondazione del Partito marxista-
leninista italiano: "Per cambiare davvero l'Italia non c'è
altra strada che quella di combattere contro il capitalismo,
ma non basta. Occorre anche lottare per conquistare la
società dei lavoratori, ossia il socialismo. Il che vuol dire
accumulare le forze necessarie per la rivoluzione
proletaria in modo da fare tabula rasa del capitalismo e
delle sue istituzioni, cacciare la borghesia dal potere,
istituire il sistema economico socialista senza più
proprietà privata e sfruttamento dell'uomo sull'uomo,
creando un nuovo ordinamento statale al servizio del
popolo e instaurare il potere degli operai, che si chiama
dittatura del proletariato".
Tenere alta la bandiera della Resistenza oggi
significa perciò combattere contro il capitalismo e il suo
governo e lottare per conquistare il socialismo, che è la
società che avevano in mente anche gli antifascisti e i
combattenti partigiani più avanzati e coscienti.
Viva il 25 Aprile e la Liberazione dell'Italia dal
nazifascismo!
Teniamo alta la bandiera della Resistenza
combattendo il capitalismo e il suo governo, per il
socialismo!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
PARTITO MARXISTA-LENINISTA ITALIANO
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