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Come Aumentare L’Autostima
“Nessuno può farvi sentire inferiori senza il vostro consenso”, diceva Eleanor
Roosevelt consegnandoci, di fatto, un punto di partenza cruciale per ogni tipo
di ragionamento che coinvolga autostima e fiducia in se stessi, concetti
che, fraintesi, possono determinare ansie, frustrazioni e, nei casi più gravi,
addirittura forme depressive.
Per capire non solo come aumentare l’autostima, ma come instaurare un
rapporto più sano con noi stessi approfondiamo insieme la questione
evidenziando anche alcuni consigli utili.
AUTOSTIMA, UNA DEFINIZIONE PER CAPIRE
Per autostima, si intende l’idea, l’immagine o la convinzione che ognuno
ha di se stesso. Un’identità che si costruisce negli anni e sulla quale
influiscono in maniera significativa l’educazione familiare, il contesto
ambientale e culturale in cui si vive, nonché l’interpretazione che noi diamo ai
fatti che ci accadono.
Stima, deriva di fatto dal latino “estimare” che significa valutare, determinare
il valore di qualcosa o di qualcuno. Facciamo l’esempio di un immobile che
viene valutato in base a due criteri: le sue caratteristiche intrinseche (la
struttura in sé, l’età di costruzione, la qualità dei materiali ecc.) e le qualità
esterne (l’esposizione, la posizione geografica, il tipo di quartiere). Questi due
criteri determinano il suo valore sul mercato. Allo stesso modo, la nostra
personalità ha un valore determinato, da un lato, sulla base delle nostre
qualità personali, caratteriali e, dall’altro, dalla risposta e dall’apprezzamento
che la società ci restituisce rispetto a queste nostre qualità.
Per chiarire questo concetto, può essere utile risalire ai primi studi
sull’autostima da parte dello psicologo americano William James che la
definiva come il rapporto tra il “sé” percepito e quello ideale. Detto in altre
parole: se ciò che io sono realmente, si avvicina o realizza l’ideale che ho di
me stesso, ho una buona autostima. Se invece ciò che sono non mi piace,
perché non riesco a raggiungere l’ideale che voglio essere, entrerò in conflitto
e quindi avrò disistima di me. Ma chi costruisce l’ideale? Lo costruisco io
stesso sulla base di valori esterni a me, quelli cioè decisi e valorizzati dal
“mercato”, dall’ambiente, dalla cultura e dalla società a cui appartengo. Se c’è
conflitto, ne deriva una forma di insoddisfazione che definiamo “problema di
autostima”.
IL PROBLEMA DI AUTOSTIMA? UNA COSTRUZIONE CULTURALE
Il “problema di autostima”, però, è un falso problema, creato ad hoc negli
Stati Uniti, durante gli anni Settanta: una vera operazione di marketing
dell’identità e di consumismo della personalità. Per spingere le persone ad
acquistare determinati beni materiali, è stato introdotto il concetto di status
symbol, che rappresenta e identifica il valore personale con un “oggetto”: sei
ciò che possiedi.
Il concetto di bassa autostima è dunque funzionale a questo meccanismo,
poiché incita la persona aconformarsi a modelli esterni, cioè caratteristiche
psicologiche, stili di comportamento, stili di vita, professioni, carriere, relazioni
affettive, eccetera, che spesso non gli appartengono e nei quali non si
riconosce.
Tutte le operazioni di marketing ci spingono a farci diventare una persona di
successo, e a convincerci del fatto che senza il successo non siamo nulla. E
questo crea problemi, sentimenti di inadeguatezza, insicurezze soprattutto
nei giovani che sono spaventati, frustrati, spesso paralizzati o pentiti delle
scelte fatte.
LA “TRAPPOLA DELL’AUTOSTIMA”
Il “problema dell’autostima” è dato per scontato e non esiste di per sé, ma fa
la ricchezza di tutti coloro che organizzano seminari e corsi di formazione.
In realtà, però, è difficile pensare che si possa costruire una buona autostima
in un solo week end. Il vero problema è che non siamo più capaci di vedere
e accettare noi stessi così come siamo con i valori e le virtù a noi
connaturate.
COME NASCE LA BASSA AUTOSTIMA?
La risposta è sempre nell’infanzia: ci insegnano subito a paragonarci a
qualcun altro, a un modello ideale rispetto al quale cui ci si sentiamo
sistematicamente inferiori. I bambini imparano a valutare se stessi in base
al valore dato dai genitori, da ciò che dicono di loro, da come li giudicano.
Appellativi come buono, cattivo, bravo, birbante o disordinato sono giudizi di
valore esterni che rimangono impressi nella memoria e che verranno
rinforzati dai successivi giudizi degli insegnanti su cui si costruisce
un’identità che poi sarà difficile cambiare. Quindi è proprio la famiglia e
successivamente la scuola che possono favorire la costruzione di una buona
base di fiducia e sicurezza personali: l’autostima si costruisce fin da
bambini.
“BASSA AUTOSTIMA”: QUALI CONSEGUENZE A LIVELLO
PSICOLOGICO?
L’elemento cruciale che rende la questione dell’autostima un problema
concreto è che questa trappola ha delle conseguenze reali. La persona,
concentrandosi su obiettivi che non rispecchiano la sua naturale personalità,
impegnandosi a raggiungere un “Io” ideale che in realtà non è, vive un
malessere profondo, ansie da prestazione, insicurezze, frustrazioni, stress
che possono sfociare in psicosomatizzazioni anche gravi.
Tra gli effetti di una disistima personale abbiamo:
• senso di inferiorità rispetto agli altri;
• insicurezza;
• paura di sbagliare;
• difficoltà nel rapportarsi naturalmente con gli altri;
• ansia;
• preoccupazione;
• problemi di coppia;
• difficoltà a parlare in pubblico;
• paura di essere giudicati;
• sensi di colpa;
• frustrazioni;
• paura di perdere gli altri;
• gelosia eccessiva.
Esistono, tuttavia, alcuni consigli e suggerimenti che possiamo seguire
affinché la stima di noi stessi sia più realistica e meno negativa di quanto può
esserlo oggi.
COME AUMENTARE L’AUTOSTIMA: TRE SUGGERIMENTI
Riprendendo la citazione iniziale di Eleanor Roosevelt, qualsiasi disistima è
anche una nostra responsabilitàperché siamo noi ad autorizzare qualcun
altro a determinare il nostro valore. Quindi, è da noi che dobbiamo ripartire.
ACCETTARE SÉ STESSI PER QUELLO CHE SI È
Il primo passo da compiere per aumentare l’autostima è imparare
ad accettarsi con i propri pregi e difetti, indipendentemente da ciò che si fa
e dal successo ottenuto nella vita, anche in termini materiali. Di fatto
dovremmo scardinare quel meccanismo per cui giudichiamo noi stessi sulla
base del risultato delle nostre azioni. Siamo ipnotizzati da un modello di
efficienza, fondato sul successo tangibile, sul primato sociale e sulle
conquiste. Dovremmo, invece, iniziare un percorso di riflessione
interiore che ci conduca a scoprire i desideri veramente nostri, i valori
veramente nostri, i sogni che vorremmo realizzare veramente nostri e non
indotti o presi da altri.
La domanda a cui rispondere è: “Cosa voglio veramente?”
LIBERARCI DAI “PATTI DI FEDELTÀ”
Questo percorso di introspezione oltre ad aiutarci ad individuare, a
smascherare i condizionamenti familiariche ci sono stati trasmessi in
maniera inconsapevole, ci è utile per scoprire l’esistenza di patti di
fedeltà, con uno dei nostri genitori o con qualche componente del nostro
sistema familiare.
Si tratta di legami fortissimi che possono portarci al successo e alla
realizzazione, oppure indurci a mettere in atto forme
di autosabotaggio piuttosto pericolose. Spiegando meglio, se una persona
ha un genitore che ha sofferto molto nella vita e ha cercato il successo
invano, boicotterà ogni occasione di benessere per rimanere fedele a chi ama
e non perdere il suo amore.” Quindi la domanda da porsi in questo caso
è: “Ciò che voglio e desidero è veramente mio o di qualcun altro?”
Lo psicologo Bert Hellinger con le sue Costellazioni familiari e la
Psicogenealogia hanno ormai da tempo rilevato questi legami e proposto
anche il modo per liberarsene.
RIAPPROPRIARSI DI UNA BUONA IMMAGINE DI SÉ
Un profondo lavoro introspettivo aiuta quindi a scoprire, o riscoprire, la
propria vera identità e riappropriarsi di una buona immagine di se stessi.
Un modo efficace è quello di porre attenzione al dialogo interno. Pensiamo
a tutte quelle volte in cui siamo soli e parliamo con noi stessi. Spesso ci
diciamo frasi depotenzianti che costruiscono e rinforzano
un’autosvalutazione costante. Ad esempio quante volte ci siamo detti: “Non
ce la farò mai, lei è meglio di me, tanto è inutile, guarda come sono brutta,
grassa, invecchiata, ecc.”
Anche qui, la domanda potrebbe essere: “Chi mi diceva queste cose? Chi
sta parlando dentro di me?” Una volta riconosciuta questa voce negativa,
dovremmo avviare un “dialogo interno riparativo”, respirando e
correggendo il pensiero in modo diverso e propositivo.
Concludendo, dovremmo pensare a ciò che noi vogliamo davvero e a ciò
che ci fa stare bene. L’obiettivo finale è raggiungere una buona stima
personale perché siamo noi a darcela riscoprendo e valorizzando ciò che
siamo e non ciò che gli altri si aspettano da noi. Uscire dalla trappola
dell’autostima a tutti i costi, significherebbe iniziare a vivere con più
leggerezza, con più calma e soprattutto a modo nostro.
Se avete trovato interessante questo articolo e siete interessati alle tematiche
psicologiche, vi consigliamo di leggere il nostro approfondimento sul burn
out, ovvero la sindrome di stress da lavoro, un altro problema sempre più
diffuso, ma cruciale da affrontare.
A tutti è capitato, almeno una volta nella vita, di avere un netto calo della
propriaautostima, di sentirsi completamente abbattuto, insoddisfatto e poco
stimolato.
Una sensazione, questa, per nulla piacevole e che, inoltre, non ci aiuta
nemmeno a riprenderci da un periodo decisamente “no”, cercando nuovi
spunti, nuovi stimoli e nuove soddisfazioni.
Già perché avere autostima, fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità è
fondamentale per assumere il giusto comportamento, per riuscire ad
affrontare, in maniera più serena e consapevole, le sfide che ogni giorno ci
troviamo davanti.
Avere stima di sé non significa sentirsi dei supereroi, dei combattenti infallibili,
ma semplicemente sapere quali sono i propri punti di forza, come riuscire a
gestire le situazioni e come perseguire sempre i propri obiettivi.
Quindi, come aumentare l’autostima?
Aumentare l’autostima, ovvero credere in sé stessi
Il noto scrittore americano Edward Estlin Cummings sosteneva che “quando
crediamo in noi stessi possiamo sperimentare la curiosità, la felicità, la
sorpresa e tutte quelle emozioni che ci rendono profondamente umani”.
Parole importanti, queste, e certamente vere che ci danno la misura di quanto
possa essere dannoso avere una scarsa stima di sé; non avere fiducia nelle
proprie capacità può infatti rappresentare un enorme ostacolo per la
realizzazione dei propri desideri e progetti.
Fortunatamente, a differenza di altre caratteristiche, come il colore degli occhi
o dei capelli, l’autostima non è un fattore determinato dalle catene genetiche;
questo significa che si può sempre aumentare l’autostima cominciando
innanzitutto a rispettare maggiormente la propria persona, riuscendo, allo
stesso tempo, a riconoscere i propri limiti ma anche i propri pregi.
Credere in sé stessi è, quindi, il primo passo per aumentare l’autostima, ma
come riuscire, in concreto, a mettere in pratica questi buoni propositi?
Come aumentare l’autostima: qualche consiglio pratico
Probabilmente tutti si rendono conto del fatto che una maggior fiducia nelle
proprie capacità è il primo, indispensabile, passo vero una maggiore stima di
sé.
Ma come riuscire realmente a stimarsi di più?
Ci sono alcuni “stratagemmi” che si possono mettere in atto per riuscire
finalmente ad apprezzarsi di più.
• Prendersi cura del proprio aspetto: E’ certamente vero che lo spirito ha un
valore maggiore dell’apparenza, ma questo non significa che si deve
trascurare il proprio aspetto fisico! Curare il nostro corpo e il modo con cui ci
vestiamo è fondamentale per sentirsi a proprio agio con se stessi e con gli altri!
• Ripensare sé stessi: Quando ci si prende cura del proprio aspetto estetico
non solo ci si sente meglio ma si è anche più propensi a rivedere il modo in cui
pensiamo a noi stessi. Avere una nuova immagine di sé può essere
determinate per aumentare l’autostima, in quanto gran parte dei giudizi che
si danno sulla propria persona dipendono proprio dall’idea di noi che ci si è
costruiti nella mente. Può capitare, anche abbastanza di frequente, che
l’immagine che si ha di sé non corrisponda alla realtà e questo perché si tende
sempre a sottolineare i propri difetti anziché i propri pregi. Ripensare l’idea che
si ha di se stessi è quindi fondamentale: attenzione rivedere l’idea che si ha di
sé non significa mentire ma solo riequilibrare i pregi con i difetti
• Individuare gli obiettivi: Oltre che dal giudizio su sé stessi, l’autostima
dipende molto anche dagli obiettivi che ci si è posti. Può capitare a tutti di
attraversare dei periodi “neri”, durante i quali si collezionano solo fallimenti a
causa di molti fattori che vanno dalla semplice sfortuna alla nostra scarsa
capacità di definire i traguardi da raggiungere. Ecco perchè è fondamentale
definire con cura i propri obiettivi cercando sempre di migliorare e di crescere.
Definire bene gli obiettivi si lega ad un altro fattore importate: quello di imparare
a prendere le decisioni. Evitate di procrastinare, cercate di decidere sempre in
maniera rapida ma ponderata
• Lavorare sui propri punti di forza: Visto che si tende sempre a sottolineare i
propri difetti è bene cominciare ad evidenziare i propri pregi. Bisogna quindi
lavorare su quelle che sono le nostre capacità per poi passare alle debolezze
• Dire la tua sempre: Non dovete dimenticare mai di valere esattamente come
gli altri e che quindi avete tutto il diritto di dire come la pensate in qualunque
circostanza
• Difendere le proprie idee: Anche se siete delle persone accomodanti e ben
propense all’ascolto questo non significa che dovete abbandonare le vostre
idee; cercate sempre di difendere ciò che pensate ma ricordatevi di non
“fissarvi” sulle vostre convinzioni ma di essere sempre pronti a rimetterle in
discussione

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  • 1. Come Aumentare L’Autostima “Nessuno può farvi sentire inferiori senza il vostro consenso”, diceva Eleanor Roosevelt consegnandoci, di fatto, un punto di partenza cruciale per ogni tipo di ragionamento che coinvolga autostima e fiducia in se stessi, concetti che, fraintesi, possono determinare ansie, frustrazioni e, nei casi più gravi, addirittura forme depressive. Per capire non solo come aumentare l’autostima, ma come instaurare un rapporto più sano con noi stessi approfondiamo insieme la questione evidenziando anche alcuni consigli utili. AUTOSTIMA, UNA DEFINIZIONE PER CAPIRE Per autostima, si intende l’idea, l’immagine o la convinzione che ognuno ha di se stesso. Un’identità che si costruisce negli anni e sulla quale influiscono in maniera significativa l’educazione familiare, il contesto ambientale e culturale in cui si vive, nonché l’interpretazione che noi diamo ai fatti che ci accadono. Stima, deriva di fatto dal latino “estimare” che significa valutare, determinare il valore di qualcosa o di qualcuno. Facciamo l’esempio di un immobile che viene valutato in base a due criteri: le sue caratteristiche intrinseche (la struttura in sé, l’età di costruzione, la qualità dei materiali ecc.) e le qualità esterne (l’esposizione, la posizione geografica, il tipo di quartiere). Questi due criteri determinano il suo valore sul mercato. Allo stesso modo, la nostra personalità ha un valore determinato, da un lato, sulla base delle nostre qualità personali, caratteriali e, dall’altro, dalla risposta e dall’apprezzamento che la società ci restituisce rispetto a queste nostre qualità. Per chiarire questo concetto, può essere utile risalire ai primi studi sull’autostima da parte dello psicologo americano William James che la definiva come il rapporto tra il “sé” percepito e quello ideale. Detto in altre parole: se ciò che io sono realmente, si avvicina o realizza l’ideale che ho di
  • 2. me stesso, ho una buona autostima. Se invece ciò che sono non mi piace, perché non riesco a raggiungere l’ideale che voglio essere, entrerò in conflitto e quindi avrò disistima di me. Ma chi costruisce l’ideale? Lo costruisco io stesso sulla base di valori esterni a me, quelli cioè decisi e valorizzati dal “mercato”, dall’ambiente, dalla cultura e dalla società a cui appartengo. Se c’è conflitto, ne deriva una forma di insoddisfazione che definiamo “problema di autostima”. IL PROBLEMA DI AUTOSTIMA? UNA COSTRUZIONE CULTURALE Il “problema di autostima”, però, è un falso problema, creato ad hoc negli Stati Uniti, durante gli anni Settanta: una vera operazione di marketing dell’identità e di consumismo della personalità. Per spingere le persone ad acquistare determinati beni materiali, è stato introdotto il concetto di status symbol, che rappresenta e identifica il valore personale con un “oggetto”: sei ciò che possiedi. Il concetto di bassa autostima è dunque funzionale a questo meccanismo, poiché incita la persona aconformarsi a modelli esterni, cioè caratteristiche psicologiche, stili di comportamento, stili di vita, professioni, carriere, relazioni affettive, eccetera, che spesso non gli appartengono e nei quali non si riconosce. Tutte le operazioni di marketing ci spingono a farci diventare una persona di successo, e a convincerci del fatto che senza il successo non siamo nulla. E questo crea problemi, sentimenti di inadeguatezza, insicurezze soprattutto nei giovani che sono spaventati, frustrati, spesso paralizzati o pentiti delle scelte fatte. LA “TRAPPOLA DELL’AUTOSTIMA” Il “problema dell’autostima” è dato per scontato e non esiste di per sé, ma fa la ricchezza di tutti coloro che organizzano seminari e corsi di formazione. In realtà, però, è difficile pensare che si possa costruire una buona autostima in un solo week end. Il vero problema è che non siamo più capaci di vedere e accettare noi stessi così come siamo con i valori e le virtù a noi connaturate.
  • 3. COME NASCE LA BASSA AUTOSTIMA? La risposta è sempre nell’infanzia: ci insegnano subito a paragonarci a qualcun altro, a un modello ideale rispetto al quale cui ci si sentiamo sistematicamente inferiori. I bambini imparano a valutare se stessi in base al valore dato dai genitori, da ciò che dicono di loro, da come li giudicano. Appellativi come buono, cattivo, bravo, birbante o disordinato sono giudizi di valore esterni che rimangono impressi nella memoria e che verranno rinforzati dai successivi giudizi degli insegnanti su cui si costruisce un’identità che poi sarà difficile cambiare. Quindi è proprio la famiglia e successivamente la scuola che possono favorire la costruzione di una buona base di fiducia e sicurezza personali: l’autostima si costruisce fin da bambini. “BASSA AUTOSTIMA”: QUALI CONSEGUENZE A LIVELLO PSICOLOGICO? L’elemento cruciale che rende la questione dell’autostima un problema concreto è che questa trappola ha delle conseguenze reali. La persona, concentrandosi su obiettivi che non rispecchiano la sua naturale personalità, impegnandosi a raggiungere un “Io” ideale che in realtà non è, vive un malessere profondo, ansie da prestazione, insicurezze, frustrazioni, stress che possono sfociare in psicosomatizzazioni anche gravi. Tra gli effetti di una disistima personale abbiamo: • senso di inferiorità rispetto agli altri; • insicurezza; • paura di sbagliare; • difficoltà nel rapportarsi naturalmente con gli altri; • ansia; • preoccupazione; • problemi di coppia; • difficoltà a parlare in pubblico; • paura di essere giudicati;
  • 4. • sensi di colpa; • frustrazioni; • paura di perdere gli altri; • gelosia eccessiva. Esistono, tuttavia, alcuni consigli e suggerimenti che possiamo seguire affinché la stima di noi stessi sia più realistica e meno negativa di quanto può esserlo oggi. COME AUMENTARE L’AUTOSTIMA: TRE SUGGERIMENTI Riprendendo la citazione iniziale di Eleanor Roosevelt, qualsiasi disistima è anche una nostra responsabilitàperché siamo noi ad autorizzare qualcun altro a determinare il nostro valore. Quindi, è da noi che dobbiamo ripartire. ACCETTARE SÉ STESSI PER QUELLO CHE SI È Il primo passo da compiere per aumentare l’autostima è imparare ad accettarsi con i propri pregi e difetti, indipendentemente da ciò che si fa e dal successo ottenuto nella vita, anche in termini materiali. Di fatto dovremmo scardinare quel meccanismo per cui giudichiamo noi stessi sulla base del risultato delle nostre azioni. Siamo ipnotizzati da un modello di efficienza, fondato sul successo tangibile, sul primato sociale e sulle conquiste. Dovremmo, invece, iniziare un percorso di riflessione interiore che ci conduca a scoprire i desideri veramente nostri, i valori veramente nostri, i sogni che vorremmo realizzare veramente nostri e non indotti o presi da altri. La domanda a cui rispondere è: “Cosa voglio veramente?” LIBERARCI DAI “PATTI DI FEDELTÀ” Questo percorso di introspezione oltre ad aiutarci ad individuare, a smascherare i condizionamenti familiariche ci sono stati trasmessi in
  • 5. maniera inconsapevole, ci è utile per scoprire l’esistenza di patti di fedeltà, con uno dei nostri genitori o con qualche componente del nostro sistema familiare. Si tratta di legami fortissimi che possono portarci al successo e alla realizzazione, oppure indurci a mettere in atto forme di autosabotaggio piuttosto pericolose. Spiegando meglio, se una persona ha un genitore che ha sofferto molto nella vita e ha cercato il successo invano, boicotterà ogni occasione di benessere per rimanere fedele a chi ama e non perdere il suo amore.” Quindi la domanda da porsi in questo caso è: “Ciò che voglio e desidero è veramente mio o di qualcun altro?” Lo psicologo Bert Hellinger con le sue Costellazioni familiari e la Psicogenealogia hanno ormai da tempo rilevato questi legami e proposto anche il modo per liberarsene. RIAPPROPRIARSI DI UNA BUONA IMMAGINE DI SÉ Un profondo lavoro introspettivo aiuta quindi a scoprire, o riscoprire, la propria vera identità e riappropriarsi di una buona immagine di se stessi. Un modo efficace è quello di porre attenzione al dialogo interno. Pensiamo a tutte quelle volte in cui siamo soli e parliamo con noi stessi. Spesso ci diciamo frasi depotenzianti che costruiscono e rinforzano un’autosvalutazione costante. Ad esempio quante volte ci siamo detti: “Non ce la farò mai, lei è meglio di me, tanto è inutile, guarda come sono brutta, grassa, invecchiata, ecc.” Anche qui, la domanda potrebbe essere: “Chi mi diceva queste cose? Chi sta parlando dentro di me?” Una volta riconosciuta questa voce negativa, dovremmo avviare un “dialogo interno riparativo”, respirando e correggendo il pensiero in modo diverso e propositivo. Concludendo, dovremmo pensare a ciò che noi vogliamo davvero e a ciò che ci fa stare bene. L’obiettivo finale è raggiungere una buona stima personale perché siamo noi a darcela riscoprendo e valorizzando ciò che siamo e non ciò che gli altri si aspettano da noi. Uscire dalla trappola dell’autostima a tutti i costi, significherebbe iniziare a vivere con più leggerezza, con più calma e soprattutto a modo nostro. Se avete trovato interessante questo articolo e siete interessati alle tematiche psicologiche, vi consigliamo di leggere il nostro approfondimento sul burn
  • 6. out, ovvero la sindrome di stress da lavoro, un altro problema sempre più diffuso, ma cruciale da affrontare. A tutti è capitato, almeno una volta nella vita, di avere un netto calo della propriaautostima, di sentirsi completamente abbattuto, insoddisfatto e poco stimolato. Una sensazione, questa, per nulla piacevole e che, inoltre, non ci aiuta nemmeno a riprenderci da un periodo decisamente “no”, cercando nuovi spunti, nuovi stimoli e nuove soddisfazioni. Già perché avere autostima, fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità è fondamentale per assumere il giusto comportamento, per riuscire ad affrontare, in maniera più serena e consapevole, le sfide che ogni giorno ci troviamo davanti. Avere stima di sé non significa sentirsi dei supereroi, dei combattenti infallibili, ma semplicemente sapere quali sono i propri punti di forza, come riuscire a gestire le situazioni e come perseguire sempre i propri obiettivi. Quindi, come aumentare l’autostima? Aumentare l’autostima, ovvero credere in sé stessi Il noto scrittore americano Edward Estlin Cummings sosteneva che “quando crediamo in noi stessi possiamo sperimentare la curiosità, la felicità, la sorpresa e tutte quelle emozioni che ci rendono profondamente umani”. Parole importanti, queste, e certamente vere che ci danno la misura di quanto possa essere dannoso avere una scarsa stima di sé; non avere fiducia nelle proprie capacità può infatti rappresentare un enorme ostacolo per la realizzazione dei propri desideri e progetti. Fortunatamente, a differenza di altre caratteristiche, come il colore degli occhi o dei capelli, l’autostima non è un fattore determinato dalle catene genetiche; questo significa che si può sempre aumentare l’autostima cominciando innanzitutto a rispettare maggiormente la propria persona, riuscendo, allo stesso tempo, a riconoscere i propri limiti ma anche i propri pregi. Credere in sé stessi è, quindi, il primo passo per aumentare l’autostima, ma come riuscire, in concreto, a mettere in pratica questi buoni propositi?
  • 7. Come aumentare l’autostima: qualche consiglio pratico Probabilmente tutti si rendono conto del fatto che una maggior fiducia nelle proprie capacità è il primo, indispensabile, passo vero una maggiore stima di sé. Ma come riuscire realmente a stimarsi di più? Ci sono alcuni “stratagemmi” che si possono mettere in atto per riuscire finalmente ad apprezzarsi di più. • Prendersi cura del proprio aspetto: E’ certamente vero che lo spirito ha un valore maggiore dell’apparenza, ma questo non significa che si deve trascurare il proprio aspetto fisico! Curare il nostro corpo e il modo con cui ci vestiamo è fondamentale per sentirsi a proprio agio con se stessi e con gli altri! • Ripensare sé stessi: Quando ci si prende cura del proprio aspetto estetico non solo ci si sente meglio ma si è anche più propensi a rivedere il modo in cui pensiamo a noi stessi. Avere una nuova immagine di sé può essere determinate per aumentare l’autostima, in quanto gran parte dei giudizi che si danno sulla propria persona dipendono proprio dall’idea di noi che ci si è costruiti nella mente. Può capitare, anche abbastanza di frequente, che l’immagine che si ha di sé non corrisponda alla realtà e questo perché si tende sempre a sottolineare i propri difetti anziché i propri pregi. Ripensare l’idea che si ha di se stessi è quindi fondamentale: attenzione rivedere l’idea che si ha di sé non significa mentire ma solo riequilibrare i pregi con i difetti • Individuare gli obiettivi: Oltre che dal giudizio su sé stessi, l’autostima dipende molto anche dagli obiettivi che ci si è posti. Può capitare a tutti di attraversare dei periodi “neri”, durante i quali si collezionano solo fallimenti a causa di molti fattori che vanno dalla semplice sfortuna alla nostra scarsa capacità di definire i traguardi da raggiungere. Ecco perchè è fondamentale definire con cura i propri obiettivi cercando sempre di migliorare e di crescere. Definire bene gli obiettivi si lega ad un altro fattore importate: quello di imparare a prendere le decisioni. Evitate di procrastinare, cercate di decidere sempre in maniera rapida ma ponderata • Lavorare sui propri punti di forza: Visto che si tende sempre a sottolineare i propri difetti è bene cominciare ad evidenziare i propri pregi. Bisogna quindi lavorare su quelle che sono le nostre capacità per poi passare alle debolezze • Dire la tua sempre: Non dovete dimenticare mai di valere esattamente come gli altri e che quindi avete tutto il diritto di dire come la pensate in qualunque circostanza
  • 8. • Difendere le proprie idee: Anche se siete delle persone accomodanti e ben propense all’ascolto questo non significa che dovete abbandonare le vostre idee; cercate sempre di difendere ciò che pensate ma ricordatevi di non “fissarvi” sulle vostre convinzioni ma di essere sempre pronti a rimetterle in discussione