La presentazione per mio workshop su il giornalismo partecipativo e le sfide del web per l'Ordine dei Giornalisti del Veneto ---> http://bit.ly/1yBwOTb
3. Pier Luca Santoro
Dal 1987 in poi é stato responsabile del
marketing e dell’organizzazione commerciale
di grandi imprese [Star, Giuliani, Bonomelli].
Dal 1998 opera come consulente per progetti
di posizionamento strategico, organizzazione,
comunicazione & formazione per aziende
pubbliche e private, associazioni di categoria e
amministrazioni pubbliche.
Datamediahub.it
@pedroelrey
11. Il ciclo della notizia NON si
ferma nel momento della
sua pubblicazione
12. Di cosa [le persone] vogliono
parlare
Si ribalta l’approccio ed invece di
imporre un’agenda, dei temi, si
ascolta, si comprende quali temi
interessano il gruppo, i gruppi di
persone che si vogliono coinvolgere
19. Guardian Witness rafforzerà ulteriormente il
nostro riconoscimento che il giornalismo è
ormai una conversazione a due vie e aprirà
il nostro sito come non abbiamo mai fatto
prima. Non solo questo
renderà
ancora più
facile per i nostri lettori essere coinvolti nel
nostro giornalismo e formare comunità sia
locali che globali di interesse comune, ma
fornirà anche ai nostri giornalisti un nuovo
fantastico strumento, fornendo loro spunti e
punti di vista ai quali forse ancora non
hanno ancora accesso.
Joanna Geary, social and communities editor
20. Il giornalismo è una
conversazione a due vie.
I contenuti sono la base, la
reputazione e la comunità,
le chiavi del successo.
21. Il Decalogo del Giornalismo Partecipativo
● Stimola la partecipazione. Invita a fornire e/o
permette una risposta
● Non è una forma inerte di pubblicazione da noi a
loro
● Stimola gli altri alla partecipazione al dibattito.
Possiamo essere followers o leaders. Coinvolge l’altro
nella pre-pubblicazione
● Aiuta a costruire comunità d’interesse su temi
comuni, istante o persone
● E’ aperto al Web. Linka e collabora con altri
materiali e fonti in Rete
22. Il Decalogo del Giornalismo Partecipativo
● Aggrega e/o edita ["cura"] il lavoro di altri
● Riconosce che i giornalisti non sono l’unica
voce autorevole, esperta e rilevante
● Aspira ad ottenere ed a riflettere la
diversità, così come a promuovere valori
condivisi
● Riconosce che la pubblicazione può essere
l’inizio e non la fine del processo
giornalistico/informativo
● E’ trasparente e aperto alle sfide. Include la
correzione, il chiarimento e l’integrazione,
l’aggiunta
Alan Rusbridger
25. Nel 2011, «Olivia» ha lanciato la
sua piattaforma di co-creazione
“La Mia Olivia” [Oma Olivia] sulla
quale lettori e giornalisti
collaborano per produrre articoli
in un processo sequenziato e
sistematico, ma aperto. I lettori e
giornalisti producono storie,
articoli insieme ed il prodotto
finale viene pubblicato nella
versione cartacea della rivista o
sul sito web.
Il processo di co-creazione del
racconto è strutturato come una
sfida ed utilizza come meccanismo
incentivante sia i criteri della
gamification che premi offerti
dagli sponsor; nella guida sono
spiegati i meccanismi ed i criteri
di assegnazione dei punteggi e dei
relativi badge.
26.
27. «Siamo orgogliosi di essere membri attivi e impegnati di Twitter,
Facebook, reddit – non più di quanto lo sia chiunque altro li
frequenti. Vogliamo raccontare le storie del mondo servendoci di
queste community online come nostra piattaforma primaria di
inchiesta – non un qualcosa di meno importante rispetto a un
qualche sito o app. Dimenticatevi il native advertising – vogliamo
produrre native journalism per le comunità dei social media,
insieme ai loro utenti».
28. Stiamo sposando una
comprensione più larga di ciò
che può fare un giornalista.
Siamo community organizer,
catalizzatori di discussioni –
spesso scherziamo dicendo che
siamo «dj delle news».
Andy Carvin
29. La sottile ma NON trascurabile differenza tra
essere online ed essere parte della Rete