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Il Caso Cinese a Prato
STATISTICA RIGUARDANTE LA POPOLAZIONE DEL COMUNE DI PRATO Tratto da : Ufficio statistica del comune di Prato  Il 30 Settembre 2011 -Totale numero residenti: N°188,810 Di cui 91,515 maschi e 97,295 femmine -Numero di famiglie residenti: 75,614 Stranieri e Cinesi immigrati a Prato: -Popolazione straniera residente (da Asia, E.U., Oceania, America e Africa): 29,992 (15.88%) -Popolazione cinese residente : 12,940 (43.14% dei 29,992 stranieri )di cui 6,630 maschi e 6,310 femmine  Cinesi emigrati dalla città di  Prato,verso la provincia o altre città toscane e italiane dal 2004-2010  -Totale cinesi emigrati dal comune verso altri centri della provincia di Prato: N°197 -Totale cinesi emigrati in Toscana: N°512 -Totale cinesi emigrati nell'Italia centrale: N° 700 -Totale cinesi emigrati in tutta Italia: N°2054
 
In Prato, the Chinese now form 10% of the Population. “The whites? They are foreigners where you are” / Prato, i cinesi al 10 % “I bianchi? Da voi sono degli stranieri” I pratesi si sentono assediati. Nell’ articolo si enuncia la stima dei cinesi presenti nella città di Prato. I cinesi regolari nel 2009 erano circa 10.000; considerando invece gli irregolari e i clandestini, potrebbero quindi arrivare a 20.000 ovvero il 10% della popolazione. Nel 1988 erano solamente 31. A Prato sono presenti circa 4.000 ditte cinesi nel settore tessile. Nel 2008 sono stati spediti in Cina circa 2 miliardi di euro in rimesse. La produzione a Prato arriva fino a 5 miliardi. .
 
 
“ A Challenge for Beijing” / “Una sfida per Pechino”. From the  Internazionale , December 2011 by Hu. Shuli. In Cina si sono affermati due modelli di sviluppo oltre a quello delle imprese statali: il modello Jiangsu e il modello Wenzhou . Il primo cancella le linee di separazione tra governo e affari: le piccole imprese che hanno aderito a questo modello hanno prosperato grazie ai generosi crediti delle banche di stato. Il secondo si basa sull’impresa privata, hanno seguito l’esempio delle aziende di famiglia concentrandosi sui prodotti di largo consumo e uso quotidiano. La libera circolazione, la manodopera l’hanno reso migliore dello Jiangsu . Dopo lo scoppio della crisi globale le esportazioni sono peggiorate e quando il mercato ha iniziato a far sentire il suo effetto sui crediti lo Wenzhou è stato il primo a cadere. Il modello Wenzhou vuole abbattere le barriere di accesso ai mercati interni sottoposti ad un regime di monopolio, la sua crisi è dovuta al ritardo nel processo di liberalizzazione economica. La direzione delle riforme è chiara: il settore privato e i servizi finanziari dovrebbero essere più equi, ma il suo successo dipende dalla volontà politica.
 
 
“  Italy saved by the Chinese” by Nina Burleigh, Bloomberg Businessweek, U.S.A. / “ L' Italia salvata dai cinesi” di Nina Burleigh, Bloomberg Businessweek, Stati Uniti. From the  Internazionale  of 25 th  November, 2011 Nella città di Prato, passato Ferragosto, la Polizia ha fatto una retata in un parcheggio interrato di un edificio all' interno del quale sono stati trovati 50 cinesi che vivevano in condizioni igenico-sanitarie terribili e 18 macchine da cucire con cui realizzavano capi d'abbigliamento.I cinesi oggi rappresentano il 27% dell' industria tessile italiana ed hanno sostituito il metodo di produzione lento e di qualità tipicamente italiano con un sistema rapido ed economico denominato “pronto moda”. La zona con la più elevata popolazione cinese è  quella di Via Pistoiese chiamata dagli abitanti di Prato “San Pechino” in cui il 90% degli immobili è di proprietà cinese.
Prato è animata da contrasti interni alla popolazione riguardo a questa situazione: i pratesi sostengono  che gli immigrati li privino del loro lavoro, infatti alle ultime elezioni ha vinto il centro destra perché aveva come obiettivo principale la lotta all' immigrazione. Da canto loro i cinesi parlano di discriminazione e xenofobia nei loro confronti e voci isolate sostengono che l'Italia non sia più il luogo adatto per loro e che vogliano tornare in Cina. Infine la giornalista racconta la storia di Marco Wang, diventato un immigrato modello, proprietario di un ristorante di successo realizzato grazie al lavoro in fabbrica e poi ad una ditta di import-export; oggi afferma: “noi cinesi potremo imparare dagli italiani e cominciare a goderci la vita”.
 
 
 
“ But the Chinese pay well. And in Cash.” / “Ma i cinesi pagano bene. E in contanti” From Corriere della Sera, 28 novembre 2011 by Paolo Foschi Nella Chinatown della Capitale la comunità cinese ha cominciato aprendo piccoli negozi fino a coprire tutti i settori del commercio. Negli ultimi anni i cinesi si sono espansi anche nel settore immobiliare presentando offerte allettanti e pagando in contanti nonostante l'allarme recessione. Il sospetto dei carabinieri è che dietro queste operazioni possano esserci due fenomeni illegali ossia il riciclaggio di denaro sporco e lo sfruttamento dell'immigrazione. Appartamenti che sfruttano massimo 2 mila euro al mese arrivano ad incassare fino ad 8 mila euro esentasse.
 
 
 
 
 
“ Dormitories in Chinese Firms 4 Buildings confiscated in Prato” / “in aziende cinesi Edifici confiscati a Prato” 15 th  december 2011 Lunghi corridoi compressi di letti. Camere  di 7 metri quadrati senza aria e luce. Condizioni sanitarie drammatiche e nessun standard di sicurezza. I magazzini e i macchinari di 5 aziende cinesi sono stati confiscate. 5 aziende gestite da cinesi che hanno lavorato e vivono in condizioni di degrado e sono state sequestrate dalle autorità di Prato. Le autorità lo hanno scoperto insieme agli uffici di sicurezza e salute. Queste 4 aziende sono state sequestrate e misuravano un totale di 1500 metri quadrati.Le condizioni sanitarie all'interno erano terribili, a partire dagli edifici stessi, appartenenti ad una società registrata a Prato, erano in decomposizione.Nessuno sforzo era stato fatto per tenerli puliti. Tre di questi magazzini erano pericolose  strutture rialzate e utilizzate come dormitori. Un altro edificio, su due piani, che misura circa 500 metri quadrati, è stato utilizzato per la residenza, composta da due cucine e venti ambienti utilizzati per dormire, con 35 posti letto.
Nel complesso, 85 posti letto e 47 piccole stanze sono stati trovate, il tutto senza luce solare e aria fresca, tutti misurano meno di 7 metri quadrati. Tra i presenti durante il raid, tutti di nazionalità cinese, 15 sono risultati clandestini. 19 bombole di gas, ognuna del peso di 15 chili, sono state sequestrate per motivi di sicurezza. Tutte le proprietà, delle quali 39 erano totalmente in contrasto con gli standard di sicurezza riconosciuti per i lavoratori, sono state sequestrate insieme ad oltre 116 macchine per la produzione e a capi di abbigliamento.
 
 
 
 
“  Creative Migrant Streams (The Economist G.B.)” / “Flussi creativi (The Economist Gran Bretagna)” From the  Internazionale  of 8th/15th  December 2011 Attualmente l' insieme degli immigrati di tutta la terra formerebbero il quinto paese più popolato del mondo. Notevole è il numero dei cinesi che vivono fuori dalla Cina. Oggi i flussi migratori hanno acquistato importanza, tanto che sono più ampi del passato. Ciò è dovuto alle nuove tecnologie che hanno creato mezzi di comunicazione sempre più avanzati e che hanno permesso agli immigrati di tenersi in contatto con il loro paese d'origine e di spedire soldi all'estero in maniera rapida e sicura. Inoltre le reti migranti presentano dei vantaggi dal punto di vista commerciale: accelerano i flussi di informazioni attraverso le frontiere, stimolano fiducia e stabiliscono collegamenti utili alle persone che hanno buone idee e li spingono a collaborare sia all'interno che all'esterno del loro gruppo etnico.I mercati cinesi hanno sempre avuto un ruolo importante nel  commercio. Fino a una ventina di anni fa, però la Cina aveva un'economia chiusa e i commercianti cinesi all'estero dovevano accontentarsi di creare collegamenti con i porti stranieri.
Significativa  è la storia dell' africano Obidigbo che dirige una fabbrica di saponi in Nigeria. Per svolgere il suo lavoro ha bisogno di macchinari che importa dalla Cina. Per far ciò si rivolge a un agente Ibo (della sua stessa etnia) che vive in Cina. Obidigbo  si fida degli agenti perché sa che devono salvare la loro reputazione. E' solo una delle tante aziende africane che usano gli emigrati come “occhi e orecchie in terre lontane”. Purtroppo però i mezzi di comunicazione non si sono sempre rivelati positivi, infatti hanno permesso l'aumento della malavita organizzata da parte degli immigrati ma allo stesso tempo hanno favoriscono chi vuole rispettare la legge.  Il governo di Pechino ha istituito un ministero che si occupa dei contatti con i cinesi all'estero. In Cina la maggior parte degli investimenti diretti esteri arriva dagli immigrati; solo nel 2010 circa due terzi dei 105 miliardi di dollari confluiti in Cina arrivano da Hong Kong e Taiwan. Però bisogna ribadire che a volte le aziende cinesi riciclano denaro sporco. Oggi alcuni immigranti finiscono per vivere stabilmente nei paesi d'arrivo, altri stanno in un paese solo per un determinato periodo di tempo. “Si può rimanere a cavallo tra due o più paesi” sostiene Kathleen Newland del Migration policy. Questa continua circolazione permette alle idee di diffondersi.
E' risaputo che i cinesi, e gli immigrati in generale hanno una grande intuizione nel comprendere i meccanismo del mercato. Basti pensare che in America un quarto delle aziende d'ingegneria e tecnologia (1995-2005) avevano almeno un fondatore d'origine straniera. La creatività degli immigrati è rilevante e a dircelo è stato uno studio di William Maddux e Adam Galinsky che svela come il semplice fatto di emigrare rende più creativi.  La loro creatività è dovuta alla capacità di coinvolgere collaboratori vicini e lontani. Infatti più della  metà degli scienziati e ingegneri cinesi scambia consigli con i connazionali rimasti a casa. Inoltre viene messo in evidenza l'enorme giro di chiamate che gli immigrati fanno verso il loro paese per tenersi in contatto con i parenti o per scambiarsi informazioni tecniche. Le reti migranti, oltre ad aiutare gli scienziati, aiutano anche le aziende. Ormai è chiaro come il settore cinese dell'alta tecnologia sia dominato da migrati rimpatriati.
 
 
Seven wisemen to change Chinatown” “ Sette saggi per cambiare Chinatown” by Giorgio Bernardini from Il Corriere della sera del 11/1/2012 Il 10 gennaio si è tenuto a Prato un rivoluzionario vertice tra l’ambasciatore di Pechino Ding   Wei, il presidente della Provincia Lamberto Gestri, il sindaco   Roberto Cenni   ed il prefetto di Prato Maria Guia Federico. Si è decisa la formazione di un gruppo di “sette saggi”, cittadini di origine cinese che vivono a Prato alla guida l’imprenditore Matteo Ye, quali referenti ufficiali per gli enti locali pratesi; tra i progetti messi in cantiere la formazione di una “China Town modello” nella zona orientale della città dove accogliere le aziende che rispettano le regole in materia fiscale e di sicurezza.
Le ditte cinesi garantiscono il deposito del denaro nelle banche pratesi, produzione di qualità e di articoli della  tradizione cinese.  Si tratta di una vera inversione di tendenza rispetto al trend del “pronto moda” cinese in Italia. L’ambasciatore ha espresso il suo impegno garantendo investimenti diversificati provenienti dalla Cina a Prato ed anche in campo di sicurezza dando la disponibilità al rimpatrio di criminali cinesi e promettendo la diffusione in Cina di una campagna per il rispetto delle regole delle leggi italiane.
 
“ Beauty, quality and esth-ethics” / “Bellezza, qualità  ed este-etica” by Laura Antonini Il Corriere della sera, 11/1/2012 A Pitti W, inaugurato il 10 gennaio a Firenze, è stato proposto il brand  Misael : progetto di moda di alta qualità nato a Shangai da un team internazionale. Il direttore creativo dell’etichetta è l’italiano Angelo Cruciani. Il brand vuole rivendicare un nuovo concetto est-etico della moda made in Cina: i capi vengono prodotti in Cina per la vendita in Europa, di gusto asiatico, con echi del tradizionale chimono (nato in Cina e poi esportato in Giappone), materiali di qualità dal cachemire della Mongolia alla seta e ai tessuti sintetici plissettati con effetto finale goffrato.
 
 

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  • 2. Il Caso Cinese a Prato
  • 3. STATISTICA RIGUARDANTE LA POPOLAZIONE DEL COMUNE DI PRATO Tratto da : Ufficio statistica del comune di Prato Il 30 Settembre 2011 -Totale numero residenti: N°188,810 Di cui 91,515 maschi e 97,295 femmine -Numero di famiglie residenti: 75,614 Stranieri e Cinesi immigrati a Prato: -Popolazione straniera residente (da Asia, E.U., Oceania, America e Africa): 29,992 (15.88%) -Popolazione cinese residente : 12,940 (43.14% dei 29,992 stranieri )di cui 6,630 maschi e 6,310 femmine Cinesi emigrati dalla città di Prato,verso la provincia o altre città toscane e italiane dal 2004-2010 -Totale cinesi emigrati dal comune verso altri centri della provincia di Prato: N°197 -Totale cinesi emigrati in Toscana: N°512 -Totale cinesi emigrati nell'Italia centrale: N° 700 -Totale cinesi emigrati in tutta Italia: N°2054
  • 4.  
  • 5. In Prato, the Chinese now form 10% of the Population. “The whites? They are foreigners where you are” / Prato, i cinesi al 10 % “I bianchi? Da voi sono degli stranieri” I pratesi si sentono assediati. Nell’ articolo si enuncia la stima dei cinesi presenti nella città di Prato. I cinesi regolari nel 2009 erano circa 10.000; considerando invece gli irregolari e i clandestini, potrebbero quindi arrivare a 20.000 ovvero il 10% della popolazione. Nel 1988 erano solamente 31. A Prato sono presenti circa 4.000 ditte cinesi nel settore tessile. Nel 2008 sono stati spediti in Cina circa 2 miliardi di euro in rimesse. La produzione a Prato arriva fino a 5 miliardi. .
  • 6.  
  • 7.  
  • 8. “ A Challenge for Beijing” / “Una sfida per Pechino”. From the Internazionale , December 2011 by Hu. Shuli. In Cina si sono affermati due modelli di sviluppo oltre a quello delle imprese statali: il modello Jiangsu e il modello Wenzhou . Il primo cancella le linee di separazione tra governo e affari: le piccole imprese che hanno aderito a questo modello hanno prosperato grazie ai generosi crediti delle banche di stato. Il secondo si basa sull’impresa privata, hanno seguito l’esempio delle aziende di famiglia concentrandosi sui prodotti di largo consumo e uso quotidiano. La libera circolazione, la manodopera l’hanno reso migliore dello Jiangsu . Dopo lo scoppio della crisi globale le esportazioni sono peggiorate e quando il mercato ha iniziato a far sentire il suo effetto sui crediti lo Wenzhou è stato il primo a cadere. Il modello Wenzhou vuole abbattere le barriere di accesso ai mercati interni sottoposti ad un regime di monopolio, la sua crisi è dovuta al ritardo nel processo di liberalizzazione economica. La direzione delle riforme è chiara: il settore privato e i servizi finanziari dovrebbero essere più equi, ma il suo successo dipende dalla volontà politica.
  • 9.  
  • 10.  
  • 11. “ Italy saved by the Chinese” by Nina Burleigh, Bloomberg Businessweek, U.S.A. / “ L' Italia salvata dai cinesi” di Nina Burleigh, Bloomberg Businessweek, Stati Uniti. From the Internazionale of 25 th November, 2011 Nella città di Prato, passato Ferragosto, la Polizia ha fatto una retata in un parcheggio interrato di un edificio all' interno del quale sono stati trovati 50 cinesi che vivevano in condizioni igenico-sanitarie terribili e 18 macchine da cucire con cui realizzavano capi d'abbigliamento.I cinesi oggi rappresentano il 27% dell' industria tessile italiana ed hanno sostituito il metodo di produzione lento e di qualità tipicamente italiano con un sistema rapido ed economico denominato “pronto moda”. La zona con la più elevata popolazione cinese è quella di Via Pistoiese chiamata dagli abitanti di Prato “San Pechino” in cui il 90% degli immobili è di proprietà cinese.
  • 12. Prato è animata da contrasti interni alla popolazione riguardo a questa situazione: i pratesi sostengono che gli immigrati li privino del loro lavoro, infatti alle ultime elezioni ha vinto il centro destra perché aveva come obiettivo principale la lotta all' immigrazione. Da canto loro i cinesi parlano di discriminazione e xenofobia nei loro confronti e voci isolate sostengono che l'Italia non sia più il luogo adatto per loro e che vogliano tornare in Cina. Infine la giornalista racconta la storia di Marco Wang, diventato un immigrato modello, proprietario di un ristorante di successo realizzato grazie al lavoro in fabbrica e poi ad una ditta di import-export; oggi afferma: “noi cinesi potremo imparare dagli italiani e cominciare a goderci la vita”.
  • 13.  
  • 14.  
  • 15.  
  • 16. “ But the Chinese pay well. And in Cash.” / “Ma i cinesi pagano bene. E in contanti” From Corriere della Sera, 28 novembre 2011 by Paolo Foschi Nella Chinatown della Capitale la comunità cinese ha cominciato aprendo piccoli negozi fino a coprire tutti i settori del commercio. Negli ultimi anni i cinesi si sono espansi anche nel settore immobiliare presentando offerte allettanti e pagando in contanti nonostante l'allarme recessione. Il sospetto dei carabinieri è che dietro queste operazioni possano esserci due fenomeni illegali ossia il riciclaggio di denaro sporco e lo sfruttamento dell'immigrazione. Appartamenti che sfruttano massimo 2 mila euro al mese arrivano ad incassare fino ad 8 mila euro esentasse.
  • 17.  
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  • 21.  
  • 22. “ Dormitories in Chinese Firms 4 Buildings confiscated in Prato” / “in aziende cinesi Edifici confiscati a Prato” 15 th december 2011 Lunghi corridoi compressi di letti. Camere di 7 metri quadrati senza aria e luce. Condizioni sanitarie drammatiche e nessun standard di sicurezza. I magazzini e i macchinari di 5 aziende cinesi sono stati confiscate. 5 aziende gestite da cinesi che hanno lavorato e vivono in condizioni di degrado e sono state sequestrate dalle autorità di Prato. Le autorità lo hanno scoperto insieme agli uffici di sicurezza e salute. Queste 4 aziende sono state sequestrate e misuravano un totale di 1500 metri quadrati.Le condizioni sanitarie all'interno erano terribili, a partire dagli edifici stessi, appartenenti ad una società registrata a Prato, erano in decomposizione.Nessuno sforzo era stato fatto per tenerli puliti. Tre di questi magazzini erano pericolose strutture rialzate e utilizzate come dormitori. Un altro edificio, su due piani, che misura circa 500 metri quadrati, è stato utilizzato per la residenza, composta da due cucine e venti ambienti utilizzati per dormire, con 35 posti letto.
  • 23. Nel complesso, 85 posti letto e 47 piccole stanze sono stati trovate, il tutto senza luce solare e aria fresca, tutti misurano meno di 7 metri quadrati. Tra i presenti durante il raid, tutti di nazionalità cinese, 15 sono risultati clandestini. 19 bombole di gas, ognuna del peso di 15 chili, sono state sequestrate per motivi di sicurezza. Tutte le proprietà, delle quali 39 erano totalmente in contrasto con gli standard di sicurezza riconosciuti per i lavoratori, sono state sequestrate insieme ad oltre 116 macchine per la produzione e a capi di abbigliamento.
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  • 28. “ Creative Migrant Streams (The Economist G.B.)” / “Flussi creativi (The Economist Gran Bretagna)” From the Internazionale of 8th/15th  December 2011 Attualmente l' insieme degli immigrati di tutta la terra formerebbero il quinto paese più popolato del mondo. Notevole è il numero dei cinesi che vivono fuori dalla Cina. Oggi i flussi migratori hanno acquistato importanza, tanto che sono più ampi del passato. Ciò è dovuto alle nuove tecnologie che hanno creato mezzi di comunicazione sempre più avanzati e che hanno permesso agli immigrati di tenersi in contatto con il loro paese d'origine e di spedire soldi all'estero in maniera rapida e sicura. Inoltre le reti migranti presentano dei vantaggi dal punto di vista commerciale: accelerano i flussi di informazioni attraverso le frontiere, stimolano fiducia e stabiliscono collegamenti utili alle persone che hanno buone idee e li spingono a collaborare sia all'interno che all'esterno del loro gruppo etnico.I mercati cinesi hanno sempre avuto un ruolo importante nel commercio. Fino a una ventina di anni fa, però la Cina aveva un'economia chiusa e i commercianti cinesi all'estero dovevano accontentarsi di creare collegamenti con i porti stranieri.
  • 29. Significativa è la storia dell' africano Obidigbo che dirige una fabbrica di saponi in Nigeria. Per svolgere il suo lavoro ha bisogno di macchinari che importa dalla Cina. Per far ciò si rivolge a un agente Ibo (della sua stessa etnia) che vive in Cina. Obidigbo si fida degli agenti perché sa che devono salvare la loro reputazione. E' solo una delle tante aziende africane che usano gli emigrati come “occhi e orecchie in terre lontane”. Purtroppo però i mezzi di comunicazione non si sono sempre rivelati positivi, infatti hanno permesso l'aumento della malavita organizzata da parte degli immigrati ma allo stesso tempo hanno favoriscono chi vuole rispettare la legge. Il governo di Pechino ha istituito un ministero che si occupa dei contatti con i cinesi all'estero. In Cina la maggior parte degli investimenti diretti esteri arriva dagli immigrati; solo nel 2010 circa due terzi dei 105 miliardi di dollari confluiti in Cina arrivano da Hong Kong e Taiwan. Però bisogna ribadire che a volte le aziende cinesi riciclano denaro sporco. Oggi alcuni immigranti finiscono per vivere stabilmente nei paesi d'arrivo, altri stanno in un paese solo per un determinato periodo di tempo. “Si può rimanere a cavallo tra due o più paesi” sostiene Kathleen Newland del Migration policy. Questa continua circolazione permette alle idee di diffondersi.
  • 30. E' risaputo che i cinesi, e gli immigrati in generale hanno una grande intuizione nel comprendere i meccanismo del mercato. Basti pensare che in America un quarto delle aziende d'ingegneria e tecnologia (1995-2005) avevano almeno un fondatore d'origine straniera. La creatività degli immigrati è rilevante e a dircelo è stato uno studio di William Maddux e Adam Galinsky che svela come il semplice fatto di emigrare rende più creativi. La loro creatività è dovuta alla capacità di coinvolgere collaboratori vicini e lontani. Infatti più della metà degli scienziati e ingegneri cinesi scambia consigli con i connazionali rimasti a casa. Inoltre viene messo in evidenza l'enorme giro di chiamate che gli immigrati fanno verso il loro paese per tenersi in contatto con i parenti o per scambiarsi informazioni tecniche. Le reti migranti, oltre ad aiutare gli scienziati, aiutano anche le aziende. Ormai è chiaro come il settore cinese dell'alta tecnologia sia dominato da migrati rimpatriati.
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  • 33. Seven wisemen to change Chinatown” “ Sette saggi per cambiare Chinatown” by Giorgio Bernardini from Il Corriere della sera del 11/1/2012 Il 10 gennaio si è tenuto a Prato un rivoluzionario vertice tra l’ambasciatore di Pechino Ding  Wei, il presidente della Provincia Lamberto Gestri, il sindaco  Roberto Cenni  ed il prefetto di Prato Maria Guia Federico. Si è decisa la formazione di un gruppo di “sette saggi”, cittadini di origine cinese che vivono a Prato alla guida l’imprenditore Matteo Ye, quali referenti ufficiali per gli enti locali pratesi; tra i progetti messi in cantiere la formazione di una “China Town modello” nella zona orientale della città dove accogliere le aziende che rispettano le regole in materia fiscale e di sicurezza.
  • 34. Le ditte cinesi garantiscono il deposito del denaro nelle banche pratesi, produzione di qualità e di articoli della tradizione cinese. Si tratta di una vera inversione di tendenza rispetto al trend del “pronto moda” cinese in Italia. L’ambasciatore ha espresso il suo impegno garantendo investimenti diversificati provenienti dalla Cina a Prato ed anche in campo di sicurezza dando la disponibilità al rimpatrio di criminali cinesi e promettendo la diffusione in Cina di una campagna per il rispetto delle regole delle leggi italiane.
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  • 36. “ Beauty, quality and esth-ethics” / “Bellezza, qualità ed este-etica” by Laura Antonini Il Corriere della sera, 11/1/2012 A Pitti W, inaugurato il 10 gennaio a Firenze, è stato proposto il brand Misael : progetto di moda di alta qualità nato a Shangai da un team internazionale. Il direttore creativo dell’etichetta è l’italiano Angelo Cruciani. Il brand vuole rivendicare un nuovo concetto est-etico della moda made in Cina: i capi vengono prodotti in Cina per la vendita in Europa, di gusto asiatico, con echi del tradizionale chimono (nato in Cina e poi esportato in Giappone), materiali di qualità dal cachemire della Mongolia alla seta e ai tessuti sintetici plissettati con effetto finale goffrato.
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