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Significato della parola capire
1. Il significato della parola "Capire"1
Paolo Pedaletti
paolo@pedaletti.it
Aprile 2000
1
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2. Introduzione:
tutto 'sto discorso è nato durante lo studio di Analisi II (ebbene sì).
Non riuscivo a capire molte cose, a partire da cosa si intendeva per "capire".
Quando sentivo gli altri dire "ho capito questo teorema", e me lo facevo
spiegare, e non capivo, allora non capivo cosa non capivo, :-)
Oppure, dopo molto tempo, mi capitava di poter dire (o pensare) anch'io:
"Ah! ho capito!".
Ma cos'era cambiato?
Cosa significa "non capire" e cosa "capire" ?
Che differenza c'è nella testa di una persona dopo che ha capito qualcosa, una
cosa che fino a poco tempo prima diceva di "non aver capito" ?
E' fondamentale accorgersi della differenza, del cambiamento tra prima e
dopo l'"aver capito".
Significato della parola "capire"
N.B. Definizione di "oggetto": qualsiasi "cosa" (equazione, teorema, oggetto reale vero e
proprio, idea, discorso) in grado di essere compresa (capita) o non compresa (due soli stati,
per semplicità).
3 versioni:
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Prima: "falsa" versione.
Io posso dire di capire un oggetto se riesco a ripetere la definizione o la
descrizione di quell'oggetto.
Esempio: io posso dire di capire un teorema (o una poesia) se lo so ripetere.
(punto)
Ovviamente questa è una conoscenza molto superficiale.
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Seconda: "weak", costruttiva, "al passato".
Io posso dire di capire un oggetto se riesco a ricostruire lo stesso
("tolopogicamente parlando") oggetto sulla base della mia conoscenza /
esperienza precedente, molto probabilmente diversa dalla base originale.
Qui per base si intende in senso geometrico.
Esempio: posso dire di capire cos'è un'automobile se mi viene spiegato (senza
farmela vedere) di cosa è fatta e come funziona, ed io partendo da elementi
(magari) diversi riesco a costruire un oggetto che ha le stesse funzioni di
quello di partenza (cioè trasportare persone, 4 ruote ...).
Il concetto fondamentale è che per poter dire di aver capito un oggetto, lo
stesso oggetto deve essere rappresentato su due basi ("geometricamente
parlando") diverse, le basi della conoscenza delle due persone.
Solo se l'oggetto rappresentato (nelle due teste) è lo stesso, anche se si parte
da due basi di conoscenza diverse, allora si può dire di aver capito l'oggetto.
In altre parole capire significa riuscire a trasportare la rappresentazione di un
oggetto da una base ad un'altra. La "base" è la base delle conoscenze delle
due persone coinvolte nella comprensione dell'oggetto.
•
Terza: "strong", creativa, "al futuro".
Io posso dire di aver capito in senso "strong" un oggetto, se dalla
comprensione di questo riesco a ricavare nuova informazione, nuovi dati.
Posso dire di aver capito cos'è un'automobile se inizio a pensare di fare il
3. Taxista, o il turista....
Cioè posso dire di aver capito se in seguito a questa comprensione, so usare
l'oggetto a mio vantaggio.
La versione weak e quella strong sono indipendenti, una non include l'altra.
Una scimmia può aver capito in senso "strong" cos'è un bastone (se lo usa per
prendere le banane) ma non in senso weak (se non è in grado di riprodurre
uno strumento simile partendo da oggetti più elementari).
Un uomo può aver capito in senso strong la relatività, e ottenere nuove
informazioni, senza averla capito in senso weak, cioè senza saperla rispiegare
in altri termini, su altre basi.
Conclusione:
versione "good":
da tutto questo si può capire perché sia così difficile insegnare.
La difficoltà consiste nel trovare una base comune sulla (con la) quale
spiegare i nuovi "oggetti".
E ad ogni studente corrisponde una base diversa.
Inoltre, chi spiega in genere ha capito l'argomento o l'oggetto che sta
insegnando, e non si ricorda più le difficoltà incontrate ai "suoi" tempi.
In altre parole l'insegnante ideale è quello che non capisce quello che sta
spiegando. Risulta perfettamente chiaro. :-)
versione "bad":
da tutto questo si può capire facilmente perché uomini e donne non si
capiscono, in tutti i sensi (versioni):
hanno basi geneticamente diverse.
(eh!eh!eh! battutaccia finale)
Fine.
Paolo Pedaletti
paolo@pedaletti.it
www.pedaletti.it/paolo
Aprile 2000