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IL MOBBING LE RAGIONI PER NON ALZARE BANDIERA BIANCA

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IL MOBBING LE RAGIONI PER NON ALZARE BANDIERA BIANCA

Dalla semplice inimicizia alla persecuzione mirata. Il mobbing nasce sul luogo di lavoro. È il frutto di invidie, rivalità, riorganizzazioni aziendali. La “vittima” si sente progressivamente isolata, perde amicizie e salute. Ma non deve cedere.
Lorenza Armano

Dalla semplice inimicizia alla persecuzione mirata. Il mobbing nasce sul luogo di lavoro. È il frutto di invidie, rivalità, riorganizzazioni aziendali. La “vittima” si sente progressivamente isolata, perde amicizie e salute. Ma non deve cedere.
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IL MOBBING LE RAGIONI PER NON ALZARE BANDIERA BIANCA

  1. 1. O ggi i rapporti lavorativi si fanno sempre più complessi e turbolenti a seguito di crisi economiche, acquisizioni, scorpori, ristrutturazioni aziendali fre- quenti e cambiamenti veloci. Nei luoghi di lavoro esistono gerarchie e strutture organizzative che condizionano i rapporti tra le persone e ciò non favori- sce il mantenimento dei sentimenti, emo- zioni e vissuti normali ed equilibrati come quelli ispirati e assimilabili al senso di amicizia tradizionalmente sana. Ricorda Cicerone che “alla base della stabilità e coerenza che cerchiamo nell’amicizia c’è la lealtà”. A tal proposito condividiamo la definizione che dà l’esperta Paola Di Ni- cola: “amicizia è fidarsi, affidarsi e confi- darsi. Delle tre caratteristiche può anche bastarne una per fare un vero amico. Spesso l’ambiente di lavoro risulta essere il più soggetto a ospitare dinamiche di- struttive basate su invidia, calunnia, com- petizione, forme di violenza e aggressività psicologiche, che arrivano a manifestarsi in un complesso fenomeno che ormai tut- ti conosciamo sotto il nome di “mobbing”. Questa forma di “inimicizia” può consi- derarsi una malattia dell’ambiente di la- voro: è essenzialmente un problema di co- municazione all’interno del contesto pro- fessionale. Il fenomeno è riconducibile a una sorta di contesa armata tra due o più contendenti ed è anche incredibilmente simile per caratteristiche, strategie, obiet- tivi e atteggiamenti manifestati alla guer- ra vera e propria. Da amici e colleghi ci si trasforma in nemici acerrimi. Dalla semplice inimicizia alla persecuzione mirata. Il mobbing nasce sul luo- go di lavoro. È il frutto di invidie, rivalità, riorga- nizzazioni aziendali. La “vittima” si sente pro- gressivamente isolata, perde amicizie e salute. Ma non deve cedere Lorenza Armano TEST 26 5 DIRIGENTE5-2006 Lorenza Armano, specialista in psicologia del lavoro, è consulente di direzione azien- dale sulle problematiche inerenti la gestione e lo sviluppo delle risorse umane. IILL MMOOBBBBIINNGG LE RAGIONI PER NON ALZARE BANDIERA BIANCA
  2. 2. SIAMO IN GRADO DI FRONTEGGIARE IL MOBBING? UN TEST PER CAPIRLO Provate a misurare a che punto siete rispondendo alle domande che trovere- te nel questionario di autoanalisi che vi proponiamo e che vi consentirà di in- dividuare le carenze e i punti di forza delle vostre tendenze. Si tratta in sostanza di autovalutarvi sulle reali modalità di azione/comporta- mento, non su quelle desiderate o ritenute ottimali in assoluto. Rispondete contrassegnando con una “X” il tondino che si ritiene condivisibile. 1. Sai adattarti al cambiamento delle necessità ⅜ ⅜ ⅜ 2. Accetti le scelte impopolari ⅜ ⅜ ⅜ 3. Riesci a controllare e migliorare i tuoi punti deboli ⅜ ⅜ ⅜ 4. Ti stimolano le sfide ⅜ ⅜ ⅜ 5. Sai riconoscere la paura ⅜ ⅜ ⅜ 6. Sei imparziale ⅜ ⅜ ⅜ 7. Possiedi buona tenuta sia fisica che psicologica ⅜ ⅜ ⅜ 8. Cerchi di favorire gli eventi ⅜ ⅜ ⅜ 9. Sei coerente ⅜ ⅜ ⅜ 10. Fai quello che hai paura di fare ⅜ ⅜ ⅜ 11. Sai riconoscere i tuoi errori ⅜ ⅜ ⅜ 12. Sei moralmente irreprensibile ⅜ ⅜ ⅜ 13. Intervieni quando succede qualcosa di imprevisto e di importante che potresti anche ignorare ⅜ ⅜ ⅜ 14. Possiedi forza morale ⅜ ⅜ ⅜ 15. Ti consideri un coraggioso ⅜ ⅜ ⅜ 16. Ti attivi con impulsività ⅜ ⅜ ⅜ 17. Pratichi costantemente sport ⅜ ⅜ ⅜ 18. Sei determinato in quello che ti sta a cuore ⅜ ⅜ ⅜ AUTOVALUTAZIONE DEI RISULTATI SPESSO N.__________ = 3 punti ( __________ ) TALVOLTA N.__________ = 2 punti ( __________ ) MAI N.__________ = 1 punto ( __________ ) (L’autovalutazione è a pagina 66) 27 5 DIRIGENTE5-2006 SPESSO TALVOLTA MAI
  3. 3. 28 5 DIRIGENTE5-2006 TEST Sonopocheleaziendechesfuggonoaque- ste sindromi di conflittualità e si tratta di un conflitto generalizzato che vede “tutti contro tutti”. All’interno di questo feno- meno ci possono essere più fasi e livelli di motivazioni e quindi cause ed effetti: 1° li- vello, ovvero voler sopraffare i colleghi per emergere, 2° livello, ossia voler distrugge- re, annientare un unico nemico per “fargli le scarpe”. Il vero mobbing può anche de- generare oltre il normale conflitto e diven- tare una “persecuzione mirata” verso un collega, “la vittima”: dunque si attivano at- tacchi, umiliazioni inesorabili, un’azione continua che alla lunga diventa una “cala- mità devastante” su chi è la “vittima desi- gnata”. Chi è preso di mira soffrirà e tra- smetterà il suo disagio ai suoi cari (mo- glie/marito, parenti e gli stessi amici). Il concetto della guerra, quindi, è fami- liare al mondo degli affari, soprattutto nei settori dove la competizione è più for- te. In questi frangenti l’amicizia ha vita dura, non essendoci il clima di rispetto e di aiuto reciproco, condizioni indispen- sabili per la sopravvivenza e la crescita di emozioni positive e sane. Il mobbing non nasce dal nulla, come le vere guerre, non ha una causa isolata, le cause sono di- verse: un cattivo clima organizzativo do- vuto a difficoltà economiche, un possibi- le fallimento, la “ristrutturazione del per- sonale”, con conseguenti riduzione/tagli di risorse, l’introduzione di cambiamen- ti imposti e non giustificati. Chi ha vissuto una vicenda di mobbing può testimoniare e raccontare le soffe- renze psichiche e fisiche che ne derivano: notti d’insonnia, ansia, depressione, in- sorgere di sintomi e malesseri psicoso- matici. La tensione e il disagio psichico a lungo andare possono ripercuotersi inevi- tabilmente sulla salute della persona, che comincia a stare a male. Qualche tempo fa una vittima mi ha raccontato di non aver mai, in tutta la sua vita, sofferto di in- fluenza: da quando sono iniziati i proble- mi di inimicizia sul lavoro, in un inverno è stato colpito ben cinque volte da sindro- me influenzale. Questo è chiaramente un sintomo psicosomatico, come la mancan- za di sonno e la tendenza a ingrassare. Considerando la larga diffusione di que- sto fenomeno abbiamo pensato di ripor- tare qui a lato una serie di consigli prati- ci per resistere e non farsi travolgere. Non vi isolate Coltivate le vostre relazioni sociali, frequentate gli amici, rinsaldate i rapporti familiari spesso impoveriti dal punto di vista affettivo e ses- suale. Spiegate ai vostri familiari cos’è il mobbing e quello che state subendo. Non vergognatevi della vostra situazione, parlate con le per- sone che vi sono vicine per acquistare consapevolezza della vostra si- tuazione, per rafforzare l’autostima, ma non passate all’estremo op- posto. Parlare incessantemente del vostro problema, focalizzare l’at- tenzione unicamente sul vostro dramma, può stancare amici e fami- liari e quindi potreste trovarvi ancora più soli. Il vostro matrimonio, la vostra famiglia, le vostre amicizie potrebbero andare in crisi. Si rea- lizzerebbe così il fenomeno del “doppio mobbing” per il quale le per- sone coinvolte in Italia dal mobbing, assommano a 5 milioni. Occorre farsi coraggio, cercare di resistere e lottare contro le paure a volte ir- razionali che creano malessere e turbamento. Non cedete allo scoraggiamento e alla depressione Il mobbing cui siete sottoposti non avviene per colpa vostra: le mo- tivazioni socio-psicologiche alla base del mobbing sono molteplici e complesse, oggetto di studi approfonditi di sociologi, psicologi e giuristi. Voi siete solo un capro espiatorio di una situazione che non dipende da vostre colpe. Non pensate di essere gli unici Si calcola per difetto che in Italia vi siano almeno un milione e mez- zo di mobbizzati (circa il 6% della forza lavoro). Pensare di essere gli unici è una falsa immodestia: siete solo uno dei tanti. Abbiate pazienza Il viaggio contro il mobbing è lungo, duro e difficile: organizzatevi per una lotta nella quale, alla fine, sarete voi i vincitori. Il tempo gio- ca a vostro favore: dopo un periodo iniziale di scoramento e di de- pressione ritroverete la forza di vivere, di sorridere, di sconfiggere i vostri mobber, di essere giustamente risarciti per i danni subiti. Non pensate alle dimissioni La prima cosa alla quale un mobbizzato pensa è quella di fuggire e di liberarsi dalla situazione stressante, abbandonando la scena. In effetti spesso il mobbing ha solo lo scopo di “poter licenziare im- punemente”. Dare le dimissioni vi libera, è vero, dal mobbing ma con le dimissioni “la date vinta al mobber”. Ricorrete a un periodo di malattia solo per il tempo strettamente necessario: utilizzate pre- feribilmente i periodi di ferie non godute o i recuperi orari. Tenete però ben presente che al ritorno sul luogo di lavoro dopo un periodo più o meno breve di assenza potreste trovare che molte co- se sono cambiate in peggio: durante la vostra assenza il mobber ha avuto tutto il tempo per organizzarsi meglio.

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