2. COS’E’ IL PROBLEM SOLVING?
• E’ un'attività del pensiero, un insieme di tecniche e strumenti, messa in
atto per raggiungere una condizione desiderata a partire da una
condizione data (cioè l’abilità di trovare soluzioni ad un qualsiasi
problema).
• PROBLEMA: una situazione difficile che richiede via d’uscita; affinché ci
sia un problema, deve esserci una motivazione che spinge l’individuo al
perseguimento dell’obiettivo e la non disponibilità immediata di una
strategia che permetta il raggiungimento dello scopo. Il problema può
essere:
1. Astratto/concreto;
2. Autoposto/eteroposto;
3. Ipotetico/reale.
3. «Un problema sorge quando un essere vivente, motivato a raggiungere una meta, non
può farlo in forma automatica o meccanica, cioè mediante un'attività istintiva o
attraverso un comportamento appreso»
Gaetano Kanizsa
4. Con la dicitura «problem solving», viene sottolineato il fatto che la ricerca della soluzione
è ancora in corso: è la situazione psicologica di chiunque, in modo conscio o inconscio,
affronta un problema.
Quando ci troviamo in una situazione problematica, mettiamo in atto l’intelligenza
creativa la quale mobilita la partecipazione attiva della persona che si cimenta
nell’invenzione di soluzioni.
5. DAL PROBLEMA ALLA SOLUZIONE
1. PROBLEM FINDING: fermarsi a pensare, scoprire il problema e definirlo.
2. PROBLEM SETTING(/SHAPING): individuare tutti gli aspetti ed elementi
coinvolti nel problema, scomponendo, analizzando e ridefinendo il
problema e le sue varie sfaccettature.
3. PROBLEM SOLVING: individuare un’ampia gamma di soluzioni ricorrendo
ad un pensiero dinamico e creativo, prendendo in esame le diverse
alternative e le possibili conseguenze.
4. DECISION MAKING e TAKING: decidere come agire in base alle soluzioni
create, scegliendo la strada più efficace per giungere all’obiettivo.
6. IL PENSIERO CREATIVO
• Il pensiero creativo si pone a metà strada fra il problem setting e il
problem solving. Nasce dalla critica, la quale ci permette di analizzare
più profondamente il problema, ma se ne distacca subito, in quanto:
1. Il PENSIERO CRITICO è analitico, selettivo e razionale e ci permette di
effettuare delle scelte;
2. Il PENSIERO CREATIVO è generativo, innovativo, possibilista, originale e
ci permette di formulare idee.
• Nel problem solving si dovrebbero usare entrambe.
• La creatività è il pilastro per la crescita personale e professionale, per
arrivare all’innovazione e alla creazione di nuove idee.
• Applicare il pensiero creativo è una vera sfida: questo tipo di pensiero
non è insegnato solitamente.
7. Dal pensiero creativo al pensiero divergente
• Guilford (1969) ha identificato il pensiero creativo con una dinamica tra due
forme diverse di pensiero e solo l’utilizzo congiunto dell’una e dell’altra
consente di raggiungerla soluzione ottimale: il pensiero divergente e il pensiero
convergente.
8. a) PENSIERO DIVERGENTE (prima fase nel percorso di creazione delle idee) va
al di là dei confini della situazione per creare ponti tra gli elementi interni
alla situazione e quelli esterni. Esso inoltre associa in modo inusuale gli
stessi elementi interni tra loro.
b) PENSIERO CONVERGENTE (seconda fase nel percorso di creazione delle
idee) rappresenta la valutazione che si fa sulle idee e soluzioni possibili, la
quale altrimenti rimarrebbe bislacca e sconclusionata. Il pensiero
convergente consente quindi al pensiero creativo di tramutare le idee
nuove e originali in azioni praticabili.
Ostacoli al pensiero divergente sono la fissità funzionale (la tendenza a
pensare che degli elementi di un problema siano impiegabili solamente
secondo il loro utilizzo comune) e la meccanizzazione del pensiero.
9. Da bambini tutti usiamo un particolare tipo di immaginazione, definita
immaginazione applicata, con la quale trasformiamo l’ordinario e il reale in
straordinario. Crescendo, disimpariamo a farlo, indirizzati anche da una
forma di istruzione non adeguata.
Il nostro sistema educativo, infatti, è stato progettato e pensato per
un’epoca diversa e non riadattato per la contemporaneità. Il sistema di
istruzione è stato sviluppato e guidato dall’imperativo economico di
un’epoca che non è la nostra, da un modello cognitivo secondo il quale
l’intelligenza è basata esclusivamente sul ragionamento deduttivo,
sviluppando esclusivamente abilità di tipo accademico e dividendo gli
studenti in categorie quali, ad esempio, intelligenti-non intelligenti.
10. La conseguenza è stata che molte persone brillanti pensano invece di non esserlo,
in quanto giudicati da questa limitata e limitante visione della mente. Ciò ha
prodotto l’irrigidimento del pensiero, sia in ambito scolastico che nella vita di
tutti i giorni e ha permesso la formazione di una società di dormienti non creativi.
Come nel mondo dell’istruzione così nelle imprese, per pensare in modo creativo
e produrre idee, dobbiamo passare da una visione standardizzata, basata sul
modello della linea di fabbrica ad un paradigma divergente – essenzialmente la
capacità di vedere molteplici possibili soluzioni ad una medesima domanda.
11.
12. Per misurare tutto questo, ricerche scientifiche hanno provato che la
gente, normalmente, trova tra i 15 e i 20 modi per usare una cosa
comune; chi utilizza il pensiero divergente può trovare fino a 200
modi, chiedendosi se l’oggetto possa essere diverso dalla normale
identificazione che se ne fa.
13. IL PENSIERO CREATIVO
• Il pensiero creativo, oggi, è fondamentale per districarsi nel
nostro clima sociale e stare un passo avanti agli altri.
• Spesso la reazione istintiva davanti ad un problema è un ostacolo
maggiore e più impegnativo rispetto al problema stesso: infatti
non ci è mai stato insegnato ad affrontare un problema
emotivo/psicologico/pratico.
14. Il problema dovrebbe essere inteso, più che come un ostacolo o un
impedimento, come un’opportunità e una sfida per migliorarsi; spesso
è necessario solamente guardare il problema da un’angolazione
diversa, diventando positivi, proattivi e creativi.
17. La teoria delle intelligenze multiple
• E’ una teoria affascinante, elaborata da Howard Gardner nei primi
anni ‘80.
• Lo scienziato, lavorando attorno allo spinoso problema della
definizione del concetto di intelligenza e del quantitativo di
intelligenza imputabile ad ognuno (il quale era, fino ad allora,
genericamente calcolato in base a test standardizzati di
misurazione del Q.I.), individuò non una singola forma di
intelligenza, ma numerose tipologie di intelligenze, che una
persona può possedere in maniera varia.
18. Esse sono:
I. Intelligenza spaziale;
II. Intelligenza linguistica;
III. Intelligenza logico-matematica;
IV. Intelligenza fisico-cinestesica;
V. Intelligenza musicale;
VI. Intelligenza interpersonale;
VII. Intelligenza intrapersonale;
VIII. Intelligenza naturalistica.
Un individuo è dotato, quindi, di diverse intelligenze, le quali andranno coltivate
seguendo la personalità del singolo.
Allenando le intelligenze che manifestiamo più facilmente e/o stimolando quelle
che ci risultano meno adatte al nostro essere, riusciamo ad essere creativi.
19. LIMITI AL PENSIERO CREATIVO
• Vi sono, tuttavia, dei limiti a quello che abbiamo definito il pensiero
creativo. Alcuni possono essere:
• - la mancanza di stimoli;
• - dipendenza dal giudizio altrui;
• - eccesso di razionalità (pensiero rigido);
• - tendenza a saltare immediatamente alle conclusioni;
• - sovra/sottovalutazione delle proprie competenze e abilità;
• - diffidenza e paura del nuovo e/o della sfida;
• - svalutazione degli altri;
• - convinzione di non essere creativi.
20. La creatività, così come il porsi dei problemi ad ogni livello di complessità,
è una caratteristica tipica e peculiare dell’essere umano, tanto da
spingere alcuni filosofi a sostenere che il problema, qualunque esso possa
essere, sia solamente una creazione della mente umana.
21. Facciamoci coinvolgere dai problemi, non opponiamo immediatamente un
rifiuto; è bene rimanere aperti alla sfida per trasformare quello che fino a
poco prima sembrava essere un vincolo insormontabile in una grande
opportunità di cambiamento.
«Stay hungry. Stay foolish»
Steve Jobs