1. COMPLETATO IL 2 GIUGNO 2021
GUIDAALLE LETTURE PIÙ UTILI
E
AI METODI E MEZZI PIÙ COMUNI DI
DANNEGGIARE GLI ALTRI E
DIFENDERSI
QUESTA GUIDA COMPRENDE CINQUE TESTI IN SUCCESSIONE:
** GUIDA ALLA LETTURE PIÙ UTILI SU MOLTI DIVERSI ARGOMENTI: PSICOLOGIA; SAGGEZZA;
SALUTE; MEZZI PER RISPARMIARE SU CASA E ABITI; SCUOLA; LAVORO; VIOLENZA; STORIA. I TESTI
CITATI SONO PER LO PIÙ CLASSICI DELLA LETTERATURA, DELLA STORIOGRAFIA, DELLA FILOSOFIA
E DELLE PSICOLOGIA RINTRACCIABILI IN BIBLIOTECA, MA SONO ELENCATI ANCHE LIBRI RECENTI
(UNIVERSITARI O ACQUISTABILI NELLE COMUNI LIBRERIE) E PAGINE ONLINE
** UNA PICCOLA GUIDA PER CHI HA BISOGNO DI DIFENDERSI CHE COMPRENDE QUANTO SEGUE:
INFORMAZIONI SUGLI ESAMI DIAGNOSTICI, SUI FARMACI PIÙ USATI, SULL'ALIMENTAZIONE SANA,
SULLE MALATTIE PSICOSOMATICHE E SUI RIMEDI ALLO STRESS E AL DOLORE; CONSIGLI PER
FACILITARE LE PERSONALI RICERCHE ONLINE SULLE MALATTIE; RIMANDI AI PIÙ UTILI PERTINENTI
PARAGRAFI DEL TESTO PRECEDENTE; ELENCHI DI ABUSI FREQUENTI IN MOLTI DIVERSI AMBIENTI
** TRE ESEMPI (UNO BREVISSIMO, UNO BREVE E UNO DETTAGLIATO) DI PERSONALI ANALISI DEL
TESTO: QUESTE MIE ANALISI SERVONO A DARE L'IDEA DI COSA SI PUÒ TRARRE DI UTILE DA SOLI
PERFINO DAI LIBRI CONSIDERATI LETTERATURA DI EVASIONE (IL CLASSICO PER L'INFANZIA
PINOCCHIO DI COLLODI, LORD JIM DI CONRAD E LA RECENTE SAGA PER GIOVANI ADULTI IL TRONO
DI SPADE DI MARTIN)
** UNA SELEZIONE DI POESIE MOLTO NOTE RINVENIBILI IN BIBLIOTECA
** UNA GUIDA PER CHI CERCA PREVALENTEMENTE TRA I CLASSICI DELLE BIBLIOTECHE UNA
LETTERATURA DI EVASIONE ADATTAA BAMBINI, RAGAZZI O ADULTI
GUIDAALLE LETTURE PIÙ UTILI
Credo che evitare volontariamente di parlare di libri equivalga a bruciarli (F. Truffaut)
Chi non sa pensare criticamente è in realtà esposto a tutte le influenze, le suggestioni, gli errori e le menzogne che
vengono diffuse e che lo indottrinano sia dall’inizio. Non si può essere liberi, autodeterminarsi e scoprire la centralità
del proprio essere se non si sa pensare criticamente, diventando in un certo senso anche un po’ cinici (…) Il pensiero
critico non è un hobby, ma una facoltà (…) E per critico non intendo assolutamente ostile, negativo o nichilista. È
esattamente il contrario: il pensiero critico è al servizio della vita, e in particolare serve, a livello individuale come a
livello sociale, a rimuovere gli impedimenti che ci paralizzano o che sono di ostacolo (…) Pensare criticamente è
possibile persino a chi vive sotto una dittatura. Chi non vuole mettere a repentaglio la vita non manifesterà la sua
critica, ma potrà sempre pensare in modo critico, e si sentirà un po’ più felice e libero di chi è prigioniero di un sistema
di pensiero, nel quale non crede neppure lui. Si potrebbero scrivere interi libri sul rapporto tra pensiero critico e salute
mentale. (E. Fromm)
Ogni uomo che possiede l’intelligenza del proprio fare e ha raggiunto così l’accesso all’inconscio esercita
involontariamente un’azione sul proprio ambiente. L’ampliamento e l’approfondimento della coscienza genera l’effetto
1

2. che i primitivi chiamano mana. Si tratta di un influsso involontario sull’inconscio degli altri, in certo senso di un
prestigio inconscio (…) Lo sforzo verso l’autoconoscenza non è mai vano. (C. G. Jung)
La condizione della scuola italiana è oggi profondamente in crisi. I riformisti ritengono che essa sia in tale stato perchè
fornisce un sapere non solo inadeguato alla società attuale, ma anche statico (...) I descolarizzatori affermano che la
crisi della scuola è rappresentata dal fatto che essa ha del tutto esaurito la funzione storica assegnatale dalla società
tradizionale. Oggi è la stessa società che, attraverso una miriade di agenzie educative, è diventata una comunità
educante. (P. Boccia, Concorso DSGA. Manuale completo per tutte le prove 2018)
Il nostro sistema didattico di norma mira a educare la gente ad avere conoscenza a guisa di un possesso (…) Le scuole
sono le fabbriche in cui vengono prodotti questi pacchi-conoscenza per tutti (…) dai quali gli studenti pescano un po’
qui, un po’ là (…) Ognuno è divenuto il proprietario di un insieme di affermazioni fatte da qualcun altro (…) In effetti
gli individui del tipo “avere” e non “essere” mostrano la tendenza a sentirsi turbati da pensieri nuovi (…) Il sistema
scolastico non è fatto per favorire la conoscenza e l’emancipazione dell’individuo, come nessun’altra istituzione sociale
del resto. (E. Fromm)
ELENCO DEGLI ARGOMENTI PRINCIPALI:
1) CONOSCENZE INDISPENSABILI PER AVERE CURA DI SÉ (PSICOLOGIA; SAGGEZZA; SALUTE;
RISPARMIARE SU CASA E ABITI)
2) SCUOLA – LAVORO
3) VITE DA RICORDARE
4) VIOLENZA (LEGGI DELLA VIOLENZA; STORIA; MAFIA; VIOLENZA E RELIGIONE; VIOLENZA E
MEDICI; VIOLENZA SULLE DONNE; VIOLENZA E LAVORO; DIRITTO; VIOLENZA E TELEVISIONE;
VIOLENZA E GRUPPI; EMARGINAZIONE E OSTRACISMO; VIOLENZA ED ESEMPI)
** Il contenuto del documento è organizzato in gruppi tematici di libri e altre letture e ogni gruppo è suddiviso in molti
sottogruppi, perciò per farsi un'idea del contenuto del documento è indispensabile scorrerlo velocemente fino alla fine,
tralasciando di leggere i paragrafi in corsivo e rivolgendo particolare attenzione a tutti i titoli in carattere maiuscolo e
maiuscoletto. Leggendo le inframmezzate parti discorsive in carattere corsivo si avrà però l'essenziale da sapere e da
trarre dai libri elencati e dal loro confronto con l'esperienza, ciò che dovrebbe essere reso noto a tutti ben prima della
maggiore età e che in ogni fase della vita può portare a consapevolezza e guarigione chi lo recepisca e lo rielabori con
serietà e indipendenza. I relativamente pochi indirizzi internet e libri sottolineati sono quelli che ritengo più importanti
e utili per tutti e sono stati sottolineati ciascuno una sola volta e in genere (spesso, non sempre) nell'ordine di
apparizione. Le sottolineature non sempre evidenziano i libri più rappresentativi tra quelli del sottogruppo di
riferimento.
LEGGERE PER VIVERE
A) CONOSCENZE INDISPENSABILI PER AVER CURA DI SÉ:
** NOZIONI BASILARI DI PSICOLOGIA PER CONOSCERE BENE SE STESSI E ORIENTARSI NEL
COMPRENDERE SUFFICIENTEMENTE GLI ALTRI:
GENITORI E FIGLI: La capacità di essere solo, Lutto, depressione e riparazione, Solitudine e carattere e Separazione,
isolamento e crescita della fantasia in Solitudine: ritorno a se stessi (A. Storr); Lo sviluppo della personalità (C. G.
Jung); Complesso materno in Gli aspetti psicologici dell’archetipo della madre e Riepilogo in Empiria del processo di
individuazione in Archetipi e inconscio collettivo (C. G. Jung); L’importanza del padre nel destino dell’individuo in
Freud e la psicanalisi (C. G. Jung); il capitolo sul caso della donna in analisi in L’arte di ascoltare (E. Fromm); il
capitolo Libertà, determinismo, alternativismo e gli altri accenni alla libertà dei figli dai genitori nel caso particolare e
nei secoli in Psicanalisi dell’amore (E. Fromm); il capitolo con la descrizione dei sogni di persone afflitte da conflitti
coi familiari in Il linguaggio dimenticato (E. Fromm); Formazione e La madre in Il secondo sesso (S. De Beauvoir);
L'autostima nei bambini (F. Frascarolo-Moutinot); almeno Il pensiero bambino, Amarli non basta, La maladolescenza e
Più furbi di Cappuccetto rosso di M. R. Parsi (non li ho però ancora letti); almeno i capitoli 3, 4, 9, 10 di Il drago come
realtà di S. De Mari (saggio recente interessante e utile, anche se nel definire i "giusti" non tiene abbastanza conto delle
differenze innate di sensibilità, come del resto fanno anche Fromm e altri scrittori di saggi comunque di valore; inoltre,
se le affermazioni circa il bisogno naturale dei bambini di cure e affetto sono indiscutibili, sono invece molto discutibili
quelle sul fatto che i genitori siano le persone più adatte a fornirli, come dimostrano l'esperienza comune e quelle
analizzate nei capolavori del passato di Jung e De Beauvoir); Albero e foglia (J. R. R. Tolkien), un saggio sul valore
delle fiabe che spinge a conoscere bene anche molti aspetti dell'atteggiamento dei genitori con i figli e della mente
infantile; Giorni felici (G. Orwell), sugli effetti sui bambini dell'incuria dei genitori; voce Wikipedia su Essere e tempo
(M. Heidegger); Lettera al padre (F. Kafka); Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre (L.
Zoja); www.lavorosociale.com/archivio/n/articolo/articoli-e-vittime-di-violenza-familiare, e Wikipedia o altre pagine
online sulla violenza familiare e sulle donne, http//salute-regione-emilia-romagna.it/normativa-e-
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3. documentazione/leggi/regionali/delibere/dgr-1457-1989, pagina di Wikipedia sulla voce Privacy e
http://www.ccdu.org/tso/trattamento-sanitario-obbligatorio#diritti-persona-durante-tso;
https://www.albopretorio.com/allegati/eccbc87e4b5ce2fe28308fd9f2a7baf3/e58478453181d060df81288ac2012452/All
egato_1.pdf e qualsiasi notizia e documento illustrante la normativa su TSO, ASO e Fermo di psichiatria e/o i pochi
mezzi per difendersene, tenendo presente che la prassi degli assistenti sociali non corrisponde minimamente in genere
alla teoria; eventuali testi sugli abusi psicologici e fisici dei familiari nei programmi di Giurisprudenza (Diritto di
famiglia) e dei Licei delle Scienze Umane (ex Magistrali a indirizzo socio-psico-pedagogico), di Scienze
dell’Educazione e della Formazione, Psicologia e Scienze Sociali e dell'Assistenza Sociale, Scienze Infermieristiche e
Medicina (tutti testi che possono essere però d’aiuto solo se consultati con indipendenza mentale e consapevolezza dei
molti possibili limiti di intelletto, esperienza e moralità riscontrabili in chi li scrive): uno di quei siti Internet che
vendono testi usati universitari o di scuole superiori (ad esempio libraccio.it) può essere d’aiuto per limitare la spesa e
possono forse farvi da guida i piani di studio universitari online e alcuni studenti universitari che forniscono ripetizioni,
perché posso solo ipotizzare che possano essere pertinenti e utili Neuropsicologia forense (Stracciari-Bianchi),
L'ascolto del minore testimone (Gulotta-Camerini), Trattato di psichiatria forense (U. Fornari), Compendio di
psicologia giuridico-forense (G. Gulotta), Psichiatria forense applicata (Ferracuti-Lagazzi) e/o almeno La perizia
psicologica. Prospettive e metodi in psicologia e psicopatologia forense (L. Sammicheli) (libri in programma nei corsi
universitari di Psicologia forense e Psicopatologia forense) e i testi sul metodo e sui modelli del servizio sociale come
quelli di Forgione Sanfelice; consiglio comunque di sfogliare i programmi dei corsi di Neuropsichiatria infantile e
Psicologia clinica e quelli di Psicologia dello sviluppo per poi informarvi su Wikipedia e altrove sul DSM e sui
maltrattamenti ai minori con tutta la diffidenza e lo spirito critico possibili). Prima di compiere 16 anni dovete
raccogliere precise informazioni sul cosiddetto “Stato di famiglia” e sulle leggi che regolano mantenimento di figli
maggiorenni, affitti, calcolo dell’ISEE, pagamento da parte dei genitori delle tasse universitarie e mantenimento dei
figli maggiorenni e oltre i 34 anni. Ogni tanto vengono organizzate da alcuni ospedali convegni o comunque vengono
pubblicizzate relazioni sul tema dei maltrattamenti sui minori (per esempio online forse potete trovare qualcosa
inserendo nel motore di ricerca l'espressione “Sindrome del bambino maltrattato”, dato che c'è chi ha letto su un
manifesto appeso nella sala d'attesa di un ospedale qualcosa di simile riguardo aree di diffusione e aspetti medico-
legali, ecc. del problema).
Per non fraintendere i bambini e per evitare di farsi condizionare da alcuni giudizi subiti nell'infanzia può essere utile
conoscere attraverso Wikipedia almeno le nozioni di base degli studi di Jean Piaget sulle fasi di sviluppo cognitivo fino
ai 12 anni: si tratta di semplici chiarimenti sul lento processo con cui si arriva a concepire e ricordare oggetti ed eventi
indipendenti da sé, simboli, spiegazioni del comportamento altrui, menzogne, somiglianze, conservazioni di quantità,
tempo (simultaneità di partenza e arrivo, passato e durata), cause, astrazioni (come quella che permette di immaginarsi
al posto di un altro o di dedurre e prevedere in modo non elementare). Anche conoscere gli stadi individuati da Erik
Erikson può essere utile, magari per chiarire ulteriormente quanto presto nei bambini si formino fiducia o sfiducia e
come la sfiducia possa indurre una precisa serie di conseguenze negative nello sviluppo ma anche essere superata. Finzi
e Battistin hanno portato chiarimenti ulteriori sulle capacità logiche dei bambini dai 10 anni in su. Gardner ha
contribuito agli studi sullo sviluppo di diverse forme di intelligenza e creatività. Nelle pagine di Wikipedia sulla
filosofia del linguaggio consiglio di leggere almeno quanto riportato sulla cosiddetta LAD scoperta o teorizzata da
Chomsky. Trovo che informarsi su Gestalt e psicologia cognitiva e della percezione non aiuti a migliorare il proprio
benessere e si possa evitare senz'altro. Riflettere con metodo sullo sviluppo dall'infanzia in poi od ontogenesi è forse un
po' proprio come ripercorrere rapidamente la storia della psicologia incentrata sull'individuo attraverso almeno le
migliori pagine online di Freud (le sue teorie del complesso di Edipo e sulle fasi della crescita del bambino associate
allo sviluppo sessuale vanno conosciute), Groddeck (essenziale per conoscere il potere che l'inconscio possiede di
creare comportamenti caratteristici di tutti e malattie psichiche, psicosomatiche e fisiche, l'importanza dell'allattamento
materno e il ruolo rilevante rivestito dall'autoerotismo nell'evoluzione dell'individuo e della civiltà), Klein (la sua
insistenza sulle relazioni interpersonali - dette oggettuali - e sui concetti di schizoide e depressivo sono alla base
dell'approccio oggi dominante in psicologia), W. James (da conoscere nonostante l'assurdità dei suoi giudizi sulle donne
introverse ed estroverse), Jung (il più utile e importante analista di sempre), Adler (interessante per il suo modo non
convenzionale di vedere le donne e per l'importanza che assegna ai progetti continui, nonostante l'eccessiva importanza
per l'equilibrio mentale da lui attribuita al lavoro e ai numerosi rapporti sociali sia senza dubbio molto discutibile),
Fromm (pur non essendo geniali, alcuni dei suoi saggi sono utili per affrontare il problema del narcisismo e quelli con i
genitori), Bowlby (la sua teoria sull'attaccamento alla madre è stata molto sviluppata ed è ancora molto considerata),
Ainsworth (sono ancora materia d'esame le sue teorie su stili di attaccamento, mentalizzazione e strange situation),
Winnicott (nell'ambito delle relazioni oggettuali, importanti sono la sua riflessione sugli oggetti inconsciamente resi
significativi - detti transizionali - e sulle conseguenze dell'apprendimento inconscio di una particolare capacità di
restare soli in presenza della madre), Fairbairn, Balint, Fornari (molto considerato in Italia, anche se il suo rilevare un
istinto materno nelle donne sulla base di quello presente negli animali è assurdo e ampiamente smentito dai fatti), W.
Bion, Piaget, Chomsky, Erikson, Finzi, Battistin, Maslow (la sua semplice piramide schematizzante i bisogni umani è
citata spesso in libri di ogni genere), M. L. Hoffmann (da meditare sono le sue rilessioni sull'empatia), Kohut e
Kernberg (noti per gli scritti su narcisismo e disturbi della personalità), J. Lacan (originale la sua visione del desiderio e
del compito dello psicoterapeuta competente), R. D. Laing (importante per la sua riflessione sulla paura dell'intimità e
della disorganizzazione del comportamento), Hudson e Worringer (entrambi noti per i saggi sul bisogno di astrazione),
Eysenck, Costa e McHale (tre analisti noti per le loro codificazioni di tipi e tratti della personalità), Kohlberg (da
leggere è la sua scoperta sul naturale senso di giustizia), E. Morris, Skinner (esponente originale del
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4. comportamentismo, che va conosciuto almeno parzialmente sebbene sia davvero disprezzabile sotto molti aspetti e si
presti facilmente agli abusi), Giacobbi e Zoja (utili sono soprattutto le loro recenti riflessioni sui giovani adulti, anche
se il primo insiste in modo eccessivo e con pregiudizio nell'associare il rapporto di coppia maturo - non narcisistico - al
perdono dei genitori e al volere figli) e infine Storr (il suo libro qui citato sulla solitudine riprende molti degli studiosi
ora citati e fortunatamente è in controtendenza rispetto all’attuale assurda e nociva insistenza sull'utilità dei frequenti o
intimi rapporti con gli altri per ogni individuo e in ogni condizione e situazione). Tenete presente che questa selezione
non è casuale e che io non ho trovato molto utile informarmi sugli altri principali studiosi presentati nei recenti manuali
di psicologia, sebbene ne citi alcuni nel corso del documento (Baltes, Vigotskij, Woring, Reese, Cattell, Allport, Kelly,
Levinson,Mahler, P. Grey, Charmet, Bronfenbrenner, Petter, Brunner).
Ci sono racconti e romanzi particolarmente utili per comprendere i bambini e ne indico qui pochi: Che cosa sapeva
Maisie (H. James); Il bambino dal cuore gentile (N. Hawthorne); i primi otto capitoli di Jane Eyre (C. Brontë); le
pagine su Mitja bambino, Kolja e il figlio di “Straccio di stoppa” in I fratelli Karamazov (F. Dostoevskij). Alcuni
romanzi sono particolarmente utili per conoscere alcune esigenze spesso volutamente ignorate delle bambine e delle
adolescenti e ne indico qui tre: La saga di Gosta Berling (S. Lagerlof) per la parte sulla “dissociazione” della ragazza
che cresce in ambienti diversi e si ammala di tifo; il primo racconto di Tutti i miei peccati (F. Jovine); I Buddenbrook
(T. Mann) per la parte su Tony durante la sua crescita e nell'età adulta.
Per quanto le fiabe spesso celino nel personaggio della matrigna cattiva quello della madre, ce ne sono in cui il tema
degli abusi da parte dei genitori sui figli è esplicito come Pollicino, Hansel e Gretel e La fanciulla senza mani di Jacob
e Wilhelm Grimm o Pelle d'asino di Charles Perrault. Confrontate la fiaba dei Grimm La guardiana di oche alla fonte
con Re Lear di Shakespeare.
Leggete le pagine sul tema degli abusi fisici e/o psicologici sui minori di Dostoevskij, de Montaigne, Apuleio e Livio.
Consiglio la lettura di Re Lear, Enrico IV e Amleto di Shakespeare e, tra le tragedie greche, almeno quella di Ifigenia in
Aulide e quella di Oreste, scegliendo possibilmente per quest'ultima la versione di Euripide, il quale ha scritto peraltro
altre opere intense sul rapporto madre-figlio e padre-figlia.
La psicologia umana non cambia mai nei secoli o nei millenni: riguardo a ciò che il governo permette ai genitori e ciò
che è nascosto dietro la finzione dell'affetto per i figli, leggete i noti capolavori di Jung, Packard, Fromm, De Beauvoir
e il saggio recente Il drago come realtà di De Mari e inoltre sfogliate almeno l'opera di Montaigne, Apuleio, Livio e
Dostoevskij e troverete in proposito appelli allo Stato, indignazioni sincere e una sorta di stupore. Non dovrebbe
stupire che Jung e Fromm abbiano speso tante parole per demolire i luoghi comuni sull'affetto dei genitori per i figli,
perché la rimozione delle emozioni e delle intuizioni provocate dagli abusi crea nei bambini nevrosi dolorose che
spesso rovinano buona parte della loro vita. Al di là dei luoghi comuni, l'affetto dei genitori per i figli è generalmente
molto scarso anche quando i figli sono trattati bene e illusi al riguardo a causa dell'estensione al gruppo familiare del
narcisismo dei genitori e in molti casi è nei confronti di almeno uno dei figli del tutto assente e sostitiuto dal contrario
fin dall'infanzia. Così come nelle fiabe ricorrono episodi di grande violenza o ingiustizia sui bambini e sui ragazzini da
parte dei genitori (rimando in particolare a quelle dei fratelli Grimm) o da parte dei fratelli (rimando a Pollicino di
Perrault o alle fiabe di Andersen, dei Grimm e di Apuleio riguardanti violenze compiute tra sorelle) col benestare delle
leggi e/o della mentalità dominante, così essi non dovrebbero mancare nei resoconti storici forniti nelle scuole
dell'obbligo, pur cercando di evitare di creare traumi ancora più dannosi (si evita di creare panico dando
contemporaneamente ai bambini e ai ragazzi diete scritte, liste di titoli di libri utili come questa e inoltre informazioni
sull'abbigliamento, sulla gestione della casa, sul lavoro e sulle malattie conseguenti a una cattiva alimentazione e alla
scarsa igiene... senza più fingere che i bambini che non ricevono tutto ciò dai genitori possano sempre arrangiarsi in
qualche modo o che meritino tale incuria a causa di capricci indomabili). Ai ragazzi dovrebbe essere noto che la gente
ha sempre considerato un diritto naturale e sacrosanto dei genitori la violenza di ogni genere sui figli, il lasciarli
morire per mancanza di cure mediche e anche l'arrivare molto vicini ad ucciderli: la cronaca di 70 anni fa sui casi di
violenze familiari e ciò che si sa sulla lobotomia praticata sui bambini fino a meno di 40 anni fa coincidono in questo
con alcune delle leggi di oggi (la patria potestà viene ritirata in casi rarissimi e ancora una lunga serie di leggi
favorisce i comportamenti criminali nei confronti dei figli), oltre che con i miti e la prassi di ogni epoca passata.
Anch'io ho saputo a scuola come gli antichi Spartani si comportavano con alcuni neonati, ma solo da pochi anni ho
saputo quanto frequenti siano stati in ogni tempo e anche di recente comportamenti simili o peggiori di genitori con i
figli. Tra parentesi segnalo che nemmeno nei licei vengono introdotti i libri di Jung e Fromm, il che resta grave,
sebbene fosse deleterio soprattutto quando le biblioteche non avevamo cataloghi online e Internet non era diffuso tra
la gente, né l'uso del computer reso abituale a bambini e ragazzi dalle scuole.
Vi ricordo che, a causa delle leggi dell'inconscio, la volontà (cosciente e non cosciente) dei genitori può influenzare
tutta la vita dei figli, arrivando a provocare gli incidenti e gli incontri solo apparentemente casuali che più la
determinano (rimando prima di tutto a Lo sviluppo della personalità e a Freud e la psicanalisi di Jung per avere degli
esempi e anche per comprendere quali sono le leggi dell'inconscio attive in questi casi). Jung osservò che "di norma i
figli ereditano e fanno proprio tutto ciò che i genitori avrebbero potuto vivere se non se lo fossero impedito con
motivazioni fittizie (...) e ad avere le conseguenze più gravi è la finta inconsapevolezza dei genitori. Per esempio nel
caso di una madre che rifiuti di prendere coscienza di sé per non rovinare le buone apparenze".
A proposito di nevrosi infantili e nei più giovani, vi ricordo che la mente dei bambini rimane unita a quella dei genitori
per diversi anni dopo la nascita e ciò al punto che il bambino può fare i sogni del genitore e che può essere contagiato
dalla sua nevrosi, da una sua malattia mentale latente che emergerà in seguito o dai problemi creati da una insincerità
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5. che tale genitore ha col partner. A volte all'origine di una nevrosi c'è un clima familiare piatto e davvero miserabile
(anzi anche molti schizofrenici sembrano provenire da famiglie simili). Più spesso però la nevrosi dei figli è causata da
frequenti maltrattamenti di varia natura e dal rifiuto da parte dei familiari della personalità diversa del figlio. Anche
evitando di considerare le nevrosi infantili, bisogna ammettere che è difficile comprendere i bambini, perché il loro
cervello non è ancora del tutto formato e per altre ragioni che non è difficile intuire. Invito a leggere con attenzione in
particolare Lo sviluppo della personalità e L'autostima nei bambini per diventare consapevoli di quanto la psicologia
infantile sia diversa da quella degli adulti e accettare il fatto che non è possibile giudicare i bambini senza conoscere
nei tratti principali questa loro diversità: dovrebbe essere chiaro a tutti che i bambini fino a una certa età sono
incapaci di comprendere le prese in giro di cui sono fatti oggetto; si deve tener conto sia della capacità dei bambini di
intuire meglio degli altri se si mente loro, sia del fatto che i bambini tendono a prendere troppo alla lettera gli
insegnamenti e i giudizi di valore con carattere generale; deve essere noto che sono abbastanza comuni e normali nei
bambini espressioni del viso che non rispecchiano i loro pensieri o sentimenti o che esprimono, al di là della loro
volontà, solo superficiali impressioni del momento (ciò si verifica a volte anche durante la pubertà quando non sono
infrequenti anche veri e propri tic fisici e verbali); molto spesso un bambino che ripete gli stessi errori procurandosi
così sofferenze e non fa ciò che a lui stesso conviene, non lo fa perché non vuole, o non sa comprendere, ma a causa di
una nevrosi; può capitare che un bambino sia sorpreso a fare qualche imitazione di un comportamento altrui diverso
dal consueto e ciò può avvenire senza che egli l'abbia deciso e se ne renda conto e non per questo bisogna pensare che
egli sia malato di mente, ma d'altra parte bisogna tener conto che possono esserci tali automatismi in modo da non
essere troppo frettolosi nel giudizio e non attribuire sempre ai bambini l'intento di ridicolizzare gli altri imitandoli;
dovrebbe essere ovvio che ogni eccesso e comportamento irrazionale o incomprensibile (almeno per un bambino) del
genitore col figlio piccolo ha effetti su questo deleteri (soprattutto se si tratta di un bambino sensibile); l'onanismo e in
generale ogni manifestazione di erotismo infantile devono essere riconosciuti e spiegati prontamente come chiari
segnali di disagio (durante l'infanzia sono comportamenti molto diversi da ciò che sono negli adulti) e soprattutto
come abitudini tipiche di tutti i bambini maltrattati (anche in assenza di abusi sessuali o percosse) dai genitori e dagli
altri parenti e come coazione presente a volte nei figli di persone con nevrosi comportanti problemi sessuali;
soprattutto nessuno dovrebbe pretendere che ogni bambino sappia da solo prendere e mantenere l'abitudine di lavarsi
denti e mani, fare la doccia spesso, mangiare sano, agire con prudenza, parlare dei propri problemi (anche quelli di
natura fisica), insistere per fare visite mediche ed esami relativi e vestire bene, né ci si dovrebbe aspettare che per ogni
bambina intelligente l'interesse per la cura dell'aspetto sia spontaneo e sereno; il rifiuto a priori del cibo sconosciuto o
di alcuni cibi (magari quelli più frequentemente mangiati dai familiari...) nei bambini devono essere considerati
normali e, quando la paura del cibo o del proprio rapporto con esso appaiono in un bambino esagerati si deve pensare
soltanto che il rapporto che egli ha con la madre (associata al cibo a livello inconscio per via dell'allattamento e
perché fonte della vita) è particolarmente tormentoso, cioè che la madre è ostile o abituata a scaricare tutto lo stress
sul figlio; oppure si può verificare la presenza di malattie che alterano gusto e olfatto (credo che l'ipotiroidismo e
l'anemia perniciosa possano farlo per esempio, anche se in modo meno marcato delle bronchiti) o che creano
inappetenza (per esempio l'anemia) e tener conto del fatto che ogni persona nasce con una predisposizione al salato
oppure con una ben più sfortunata predisposizione al dolce; quando due fratelli bambini si comportano in modo
opposto e uno dei due manifesti tutti i segni di maltrattamento e grave incuria si deve pensare semplicemente che i
genitori hanno scelto di tormentare (e lasciar tormentare...) solo uno dei figli, come accade con grandissima frequenza
per molte ragioni ovvie e non ovvie e a volte fin dai primi anni di vita o dalla nascita stessa dei bambini; un bambino
"manesco" a volte è soltanto poco abile nella comunicazione con se stesso e con gli altri e bloccato in ciò da incuria e
disinformazione, mentre un bambino che ruba un dolce al supermercato o un giocattolo a un amico spesso è solo un
bambino lasciato a se stesso nel gestire gli impulsi e soprattutto dotato di un'immaginazione troppo grande (tale a
livello innato o per essere egli stato messo troppo spesso tutto il giorno davanti alla TV); un bambino che ha bisogno
di esaltare ogni esperienza è molto spesso spinto inconsciamente a ciò da un grande vuoto affettivo e avverte sempre
meno tale necessità se esso gradualmente si riempie; la ripetizione è tipicamente infantile; i bambini sono avidi di
esperienze e inoltre in genere non sanno rendere conto a se stessi in modo preciso della loro disapprovazione o
dispiacere di qualcosa e quindi spesso non sanno nemmeno esprimere questi loro disagi per qualcosa che non piace
loro e vien loro dato o detto e perciò non è facile capire se davvero sono ingenui o quali sono i loro gusti e interessi
innati (il che è ancora più difficile se vien fatto conoscere loro molto poco o li si fa sentire quasi in dovere di
"divertirsi" al modo dei fratelli e della maggioranza dei coetanei senza offrire precise alternative o accettarne di più
adatte se scelte spontaneamente); alcuni bambini non sanno pensare e sentire e quindi parlare chiaro se non possono
appoggiarsi per farlo alle persone adatte, ma se trovano tali persone durante la crescita diventano poi adulti forti e
autonomi; le femmine in genere hanno bisogno di superare infanzia e adolescenza restando nello stesso ambiente, al
punto che non farlo a volte, se non spesso, impedisce in loro uno sviluppo normale, attira loro gli incontri peggiori e
più pericolosi, favorisce in loro nevrosi o almeno un senso frequente di dissociazione e una grande difficoltà a creare
legami per molto tempo; molti bambini reagiscono con nevrosi e irrazionali sensi di colpa al divorzio o a contrasti dei
genitori, anche se - e anzi spesso soprattutto se - tenuti loro nascosti; alcuni bambini provano sensi di colpa enormi
per piccole mancanze senza per questo essere malati e diversi dagli altri quanto appaiono; le offese frequenti o anche
solo la mancanza di consigli, sostegno, difesa, accettazione e interesse hanno spesso sui bambini introversi e sensibili
effetti distruttivi che mai hanno allo stesso modo su bambini privi di empatia e coscienza (come minimo essi
diverranno gradualmente molto timorosi e ansiosi, concetto ovvio quanto ignorato - si deve pensare volutamente - da
moltissimi).
FORMAZIONE DELLA FIDUCIA E DELLA CAPACITÀ DI ELABORARE LE EMOZIONI: L’autostima nei bambini (F. Frascarolo-Moutinot);
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6. Marte e Venere si innamorano di nuovo (J. Gray); Lettere a Lucilio e Dialoghi (L. A. Seneca); le pagine su come gestire
le emozioni negative connesse all'egocentrismo e l'ira che tende a manifestarsi anche fisicamente in L'arte del
rilassamento, della concentrazione e della meditazione (J. Levey); La ricerca di coerenza e tutti i capitoli di Solitudine:
ritorno a se stessi (A. Storr) già elencati nel paragrafo sul rapporto tra genitori e figli; eventualmente pagine relative
dell'opera di Erik Erikson scelte a partire dalle informazioni che wikipedia dà su questo psicanalista e sulle fasi di
sviluppo da lui individuate.
Pochi cenni sulla fiducia dei bambini: la sfiducia si forma fin dai primissimi mesi di vita in base a esperienze anche
inconsce e un bambino può riuscire a confidare in se stesso e a nutrire qualche speranza in più solo se gradualmente
cambiano le sue condizioni di vita e le informazioni di cui dispone al punto di dare delle basi concrete a quella fiducia
e a quelle speranze (nei bambini la fiducia non si forma quando risolvono da soli i loro problemi ma quando altri li
risolvono per loro e indicano loro ragioni e modalità delle soluzioni messe in atto); alcuni bambini sembrano voler
restare piccoli e lasciano con difficoltà abitudini e gusti appresi senza per questo essere viziati, pigri, stupidi o malati
(la possibilità di un atteggiamento aperto e sereno verso il nuovo e la capacità di cambiare sono condizionati da molti
fattori); nessuno può ridurre un'ipersensibilità innata; nemmeno un adulto poco sensibile è direttamente responsabile
delle proprie emozioni e un bambino non è, da solo, in grado di fare il lungo e difficile percorso che permette sia di
dominare forti emozioni apparentemente immotivate sia di portarle a ridursi naturalmente con il tempo, perciò è un
abuso pretendere che i bambini possano per esempio superare la paura con un semplice ragionamento, con un atto di
fiducia in chi dice loro che non c'è nulla da temere o con uno sforzo di volontà; un bambino con scarsa fiducia in sé e
negli altri ha sempre ottime ragioni per questo, anche se agli altri non sono chiare e se nemmeno lui le sa esprimere;
maschi e femmine hanno esigenze molto diverse in fatto di emozioni e spesso opposte possibilità di gestire quelle
negative (rabbia, paura, rimpianto, tristezza).
È consigliabile basare la fiducia in se stessi e l'autostima soprattutto sulla propria coerenza, ovvero sul proprio
costante impegno nel seguire sempre la stessa prudente e consapevole strada, evitando di puntare sul conformismo
eccessivo e su giudizi personali e altrui sulle proprie abilità e caratteristiche innate.
POSSIBILITÀ DI SCEGLIERE ED ESSERE LIBERI E LIMITI ALL’OBBIETTIVITÀ CREATI DA PROIEZIONI, TRANSFERT E CONTROTRANSFERT: il terzo e
il quarto libro di Etica Nicomachea (Aristotele); Libertà, determinismo, alternativismo e Narcisismo individuale e
sociale in Psicanalisi dell’amore (E. Fromm); pagine sul fascino in Pratica della psicoterapia e in Due testi di
psicologia analitica, entrambi di C. G. Jung; La coscienza morale dal punto di vista psicologico in Civiltà in
transizione: dopo la catastrofe (C. G. Jung); i capitoli 4 e 5 di Psicologia dell’inconscio e I rapporti della psicoterapia
con la cura d’anime in Psicologia e religione (C. G. Jung) (questi ultimi due testi da confrontare con i paragrafi sul tipo
estroverso detto “di pensiero” nel citato Tipi psicologici); le pagine sparse nell’opera di C. G. Jung (soprattutto in
Pratica della psicoterapia e Lo sviluppo della personalità) e soprattutto di E. Fromm (soprattutto in L’arte di
ascoltare) su proiezioni comuni a tutti e su traslazione/transfert e controtransfert tra psicologo e paziente;
AUTOANALISI E COMUNICAZIONE CON SE STESSI E CON IL PARTNER (TUTTI I LIBRI DEL GRUPPO "A" SONO OVVIAMENTE FINALIZZATI A QUESTO
SCOPO, MA IN QUESTO SOTTOGRUPPO INSERISCO SOLO DEI SAGGI SUL RAPPORTO DI COPPIA E TESTI CHE PROPONGONO ESERCIZI PRATICI DI
EFFICACE AUTOANALISI E DI COMUNICAZIONE INTIMA, DA SVOLGERE PER ISCRITTO, CON LA RIFLESSIONE O MEDIANTE AZIONI MIRATE
NELL'AMBIENTE DOMESTICO): L’arte di ascoltare (E. Fromm); Il matrimonio come relazione psicologica e Prima conferenza
di Psicologia Analitica ed educazione in Lo sviluppo della personalità e Animus e anima e pagine sul fascino e
sull'enantiodromia in Due testi di psicologia analitica (C. G. Jung); Uomo e donna (E. Fromm) o le citazioni di tale
testo contenute nella sua raccolta L'arte di vivere e inoltre i capitoli e i paragrafi sparsi in Psicanalisi dell'amore e in
altri suoi saggi sulle coppie unite dal narcisismo e dall’egoismo; Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere,
Marte e Venere si innamorano di nuovo e i primi due terzi di Marte di ghiaccio e Venere di fuoco (J. Gray); L'alfabeto
dei sentimenti, L'amore dannoso e Amori imperfetti di M. R. Parsi (non li ho però ancora letti); Il libro dell'es (G.
Groddeck). Nei romanzi di Camilleri con Montalbano (ad esempio Il campo del vasaio e L'età del dubbio) abbondano
lettere a se stessi ed esempi di conversazione lucida (poco abbandonata agli impulsi) col partner che possono ben
servire da modello per le proprie. Considero utili comunque soprattutto gli esercizi per comprendere ed affermare i
propri desideri contenuti sia in Come funziona la legge d’attrazione (M. J. Losier) sia nel celeberrimo Il magico potere
del riordino (M. Kondo) e anche quelli per concentrarsi su di sé con calma autoaccettazione presentati in L’arte del
rilassamento, della concentrazione e della meditazione (J. Levey) e quelli per rendere chiari e precisi i propri pensieri
esposti in Parlare l'italiano (E. Lombardi Vallauri), tutti testi di grande utilità pratica per apprendere abitudini da
conservare per tutta la vita e importanti almeno quanto lo è lo scrivere lettere a se stessi abbastanza spesso con la guida
di Marte e Venere si innamorano di nuovo del citato Gray o il praticare davvero per mezz'ora ogni giorno una solitaria
autoanalisi conducendola seguendo le precise istruzioni di L'arte di ascoltare (il libro migliore di Fromm). Questi libri
sono particolarmente utili quando si conosce una persona nuova. Trovo che l'autoanalisi possa avvalersi
particolarmente anche degli esempi e della guida breve e precisa forniti da alcuni capitoli e libri del gruppo A:
Psicopatologia della vita quotidiana di Freud e, nell'opera di Jung, La lotta con l'ombra (in Civiltà in transizione: dopo
la catastrofe), La tecnica di differenziazione tra l'io e le figure dell'inconscio (in Due testi di psicologia analitica) e
Fantasie dell'inconscio (in Freud e la psicanalisi). Per cercare di motivare voi stessi e il partner potreste utilizzare
alcune delle "tecniche" consigliate in Tecniche proibite di persuasione (S. Allen). Si tratta di letture utili a tutti. Non ho
letto, ma segnalo un libro universitario: Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni). Sulla memoria, sui falsi
ricordi e sui tipi di ricordi in generale consiglio pagine online e magari il primo capitolo e il primo paragrafo del
secondo capitolo della seconda sezione di Modelli di colloquio in Psicologia clinica (Del Corno-Lang-Menozzi). Chi
invece deve gestire automatismi, fobie, proiezioni, transfert, blocchi o disturbi della memoria, umore depresso o sogni e
6

7. incubi particolari deve consultare i sottogruppi pertinenti di questo gruppo A.
Non posso riassumere i concetti principali espressi nei libri citati in questo gruppo, ma invito a leggere soprattutto la
serie di Gray, perché le differenze tra il cervello maschile e quello femminile sono così grandi e così poco note alla
maggioranza, che è davvero difficile, senza una guida, risolvere certi problemi di coppia, oltre che in generale
tollerare sempre le esigenze personali e quelle del partner e dei familiari e conoscenti di sesso opposto, soprattutto
oggi che certe riviste, molte pubblicità e la moda stessa insistono nel fingere di ignorare la diversità dei sessi, quasi
sempre a svantaggio delle donne (spesso nelle riviste in particolare vengono stupidamente demonizzate la profonda
esigenza naturale femminile di "lamentarsi", essere ascoltate con comprensione nel farlo e appoggiarsi a un uomo che
invece non si lamenti troppo con loro, oltre a quelle di riposo e attività fisiche e lavorative diverse e di non subire
assurde pretese di fare figli contro la propria volontà, vivere il sesso come un uomo e trattenere il pianto a comando).
SESSUALITÀ: Sessualità matura femminile e lesbismo nel secondo volume di Il secondo sesso (S. de Beauvoir);
l’introduzione di A. Arbasino alla raccolta Meridiani delle opere di Truman Capote; Il problema amoroso dello
studente in Civiltà e transizione:il periodo tra le due guerre (C. G. Jung). Le pagine sul “problema dei contrari” nella
crisi di mezza età e nella seconda parte della vita, sulle ragioni e sui rischi di subire il fascino di qualcuno e sulle
proiezioni maschili sulle donne in Due testi di psicologia analitica (C. G. Jung); L’amante di Lady Chatterley (D.H.
Lawrence); Monologhi della vagina (E. Ensler); L’asino d’oro (Apuleio); Il mondo secondo Garp (J. Irving); Ritratto
di un artista da giovane (J. Joyce); alcuni capitoli di Il taccuino d’oro (D. Lessing); forse anche Lei viene prima di me.
Il libro dell'Es (G.Groddeck) e il capitolo sui "sogni di angoscia" di L'interpretazione dei sogni (S. Freud) affrontano il
problema delle nevrosi di origine/carattere sessuale. Considerate, se si trovano ancora online, le seguenti pagine
internet: http://www.sessuologiaclinica.net/index.php?option=com_content&task=view&id=73&Itemid=36;
http://www.sessuologiaclinica.net/index.php?option=com_content&task=view&id=67&Itemid=36;
http://www.vaginismusawarenessnetwork.org/success_story_it.html;www.everyday.sexismproject.it (se alcune di
queste pagine ora mancano dalla rete, informatevi sul loro contenuto e cercatene di anologhe).
Riguardo alla sessualità, prima di tutto bisogna evitare le classificazioni entrate nell'uso comune alcuni decenni fa
(eterosessualità, omosessualità, lesbismo, bisessualità), poiché è un dato di fatto che è spesso il periodo a determinare
un orientamento sessuale e poiché in ogni caso molto raramente la sua origine è genetica, anche quando
caratteristiche innate predispongono a una scelta invece che a un'altra. Bisogna comprendere che qualsiasi scelta
sessuale comunque è giusta quando conduce a equilibrio e a sviluppo della personalità (cosa che accade facilmente
perfino quando la spinta è data da traumi o nevrosi, ma che molto difficilmente accade se per esempio la ragione di
una preferenza omosessuale è un mix di misoginia e maschilismo alimentati da narcisismo e da complessi d'inferiorità
affrontati pigramente). È bene anche tener presente che tutte le donne sviluppano attrazione sessuale sia per gli uomini
che per le altre donne e che l'attrazione naturale fra donne può diventare più o meno forte (in ciò il rapporto avuto con
la propria madre è determinante) ed essere percepita da loro diversamente a diverse età sia perchè le donne
raggiungono la maturità sessuale solo a 35 anni sia per altre ragioni (a volte si tratta semplicemente di una resa
lucida alle naturali e numerose differenze nel modo di vivere il sesso esistenti tra uomini e donne). Sono molti gli ottimi
matrimoni in cui il sesso è stato praticato solo nei primi due anni o in cui non è mai stato praticato e, sebbene sia vero
il detto che "la natura spesso si vendica", non è affatto vero che l'astinenza sessuale decisa per ragioni fisiche o per
situazioni psicologiche particolari causi spesso tumori o altre gravi malattie ai genitali (diffidate dei medici che
sentenziano sul sesso, come quei sessuologi che ne parlano come di qualcosa di meccanico e quasi obbligatorio).
Informatevi sulle molte malattie a trasmissione sessuale, sui tumori causati dai virus e sulla vulvodinia e inoltre sulle
malattie anche serie (es. autoimmuni) causate spesso da un certo tipo di autoerotismo femminile, ricordando che
queste pratiche hanno forme molto variabili: in ogni caso tenete conto del fatto che lo sfregamento e l'uso di prodotti
detergenti e lubrificanti causano proliferazioni batteriche e favoriscono funghi e altri problemi e diffidate delle riviste
come Cosmopolitan e delle pagine online che consigliano i vibratori alle adolescenti (in genere gli autori, probalmente
maschi, di questi articoli consigliano alle ragazze più giovani anche manette, costumini di ruolo, sesso con
sconosciuti, sedute da sessuologi e psicologi e anche di peggio, mentre danno istruzioni dettagliate sui rapporti orali a
vantaggio maschile e sulle chiacchiere e posizioni sessuali in assoluto meno adatte alle donne). Tenete presente che è
molto scarsa nella maggioranza dei ginecologi la disponibilità a informarsi e a informare sia sul vaginismo che sulle
numerose malattie fisiche responsabili della mancanza di impulsi sessuali e del dolore durante i rapporti sessuali
(Internet è perciò un punto di riferimento indispensabile al riguardo). Leggete il libro citato della De Beauvoir e
magari anche il noto Monologhi della vagina, alcune delle lettere inviate alle riviste e i forum online sulle malattie
vaginali per comprendere quanto sono numerose le donne che non possono avere rapporti sessuali o non trovano il
partner adatto, per avere una visione più realistica di questi problemi e per non farvi ingannare dagli sproloqui delle
riviste. Soprattutto quando vi trovate di fronte gli articoli sul sesso ignoranti, interessati e dannosi di alcune note
riviste, giudicateli solo dopo aver letto qualche libro e pagine online, fatto esperienza e riflettuto con autonomia al di
là dei condizionamenti inconsci che tutti subiamo (ricordate che il concetto di individui "eterodiretti", ben illustrato da
V. Packard, è applicabile a ogni aspetto della vita, sesso compreso).
CRISI DI MEZZA ETÀ (35-45 ANNI) E INNAMORAMENTO: Gli stadi della vita in La dinamica dell’inconscio (C. G. Jung); le
pagine sul problema dei contrari (enantiodromia) e sul fascino in Due testi di psicologia analitica (C. G. Jung); Il
matrimonio come relazione psicologica in Lo sviluppo della personalità (C. G. Jung); Marte e Venere si innamorano di
nuovo (J. Gray); L'amore dannoso e Amori imperfetti di M. R. Parsi (non li ho però ancora letti); Il desiderio e la
ricerca della completezza in Solitudine: ritorno a se stessi (A. Storr); pagine relative dell'opera di Erik Erikson scelte a
partire dalle informazioni che Wikipedia dà su questo psicanalista e sulle otto fasi di sviluppo da lui individuate (per
7

8. non farsi condizionare dalle discutibili affermazioni di Erikson sulla presunta necessità di avere figli basta tenere
presenti gli altri libri di questo paragrafo) .Eventualmente raccogliete alcune informazioni online circa le riflessioni
sull'età matura e sull'invecchiamento di Levinson, Cumming, Henry, Havighurst, Atchley, Cattell, House e Baltes
oppure sulle corrispondenti teorie del disimpegno, dell'attività, della continuità e degli eventi esterni stressanti, sulla
psicologia dell'arco di vita e sui concetti di young-old, intelligenza fluida o cristallizzata, memoria di tipo procedurale,
semantica, autobiografica e prospettica, marker events della transizione tra strutture di vita e polarità giovane-anziano
della fascia d'età 40-65 anni. Riguardo alle Case di riposo segnalo l'esperimento di Langer e Rodin del 1976 sugli effetti
dell'incrementare in esse le possibilità di scelta dei degenti.
Le donne di 35 anni e gli uomini dai 40/45 ai 55 anni sono più esposti al rischio di restare affascinati da una persona
inadatta più giovane (o apparentemente tale) e di esserne danneggiati: spesso comunque a ogni età ci si innamora
della persona sbagliata e si avverte il senso di costrizione tipico dell'innamoramento tanto più quanto si è poco
consapevoli della propria natura e dei propri eventuali complessi coi genitori e familiari. Non è mai un buon segno se
da qualcuno ci sentiamo strappare via dal nostro abituale e naturale cerchio di pensieri e desideri o se crediamo
troppo presto e troppo spesso che costui/costei possegga tutte le doti da tempo desiderate in un partner, di intuire o
voler sapere tutto ciò che pensa ed è, di somigliargli molto, ecc. In ogni caso ciò che più conta è tener presente che
molte relazioni risultano dannose perché spesso si è attratti da una persona solo perché si ha sfiducia nelle proprie
possibilità o perché si è inconsciamente attratti da un suo limite, difetto o complesso simile ai propri o da
caratteristiche proprie di sé che il destino non ha permesso di sviluppare (in quest'ultimo caso, in un certo senso ci si
innamora di se stessi). In periodi di debolezza o di eccessiva apertura agli altri, si può venire inconsciamente attratti
da persone molto invadenti o violente capaci di fingere gentilezza quando più cercano una facile preda e non è raro
che, frequentandoli, insorgano malattie fisiche o una certa astenia fin dagli esordi della relazione, come manifestazioni
di messaggi dell'inconscio sul pericolo che si corre. Di solito, in ogni caso, la prima persona con cui si esce, quando si
è disponibili a una relazione, è particolarmente inadatta perché le leggi dell'inconscio e della personalità pretendono
che si scelga chi frequentare con maggiore consapevolezza e con pazienza e puniscono spesso chi non lo fa. Sesso e
spesso baci e carezze rendono la maggioranza delle donne poco obiettive nella scelta del partner. Il narcisismo
maschile spesso confonde gli uomini per un certo periodo e li spinge a illudersi e a illudere le donne con cui escono.
Il concetto della polarità giovane-anziano e quello diverso di young-old sono i più utili, perché rasserenano con la
prospettiva della saggezza o del divertimento, ma è utile anche conoscere che tipo di memoria si può conservare più a
lungo e allenare, anche considerando la frequenza nella terza e soprattutto quarta età di Morbo di Alzheimer e SLA e
quanto è difficile rassegnarsi alla perdita di certe capacità, quando si è avuta un'intensa attività intellettuale.
DIFETTI COMUNI: Caratteri (Teofrasto); Satire (Giovenale); Satire (Orazio); (Epigrammi di Marziale); L'ambizione, La
vanità e Il gioco, l'avarizia, l'ubriachezza, eccetera in L'influenza delle passioni sulla felicità (Madame de Staël). Per
riflettere sulla possibilità di mentire, informatevi sull'attivazione dei muscoli anche involontari nell'espressione delle 6
"emozioni primarie" individuate da Darwin, Ekman e Friesen e forse delle due aggiunte in seguito da alcuni (felicità,
rabbia, paura, disgusto, tristezza, sorpresa e forse fiducia e trepidazione).
INTROVERSI ED ESTROVERSI E DIVERSI MODI DI RAPPORTARSI A PENSIERO, SENTIMENTO, INTUITO E FISICITÀ: La descrizione dei tipi e Il
problema dei tipi nella conoscenza degli uomini in Tipi psicologici (C. G. Jung); Il problema del tipo di atteggiamento
in Due testi di psicologia analitica (C. G. Jung); la descrizione dei due tipi di immaginazione in Zibaldone (G.
Leopardi); le pagine sul complesso materno (in particolare su quello "negativo") in Gli aspetti psicologici
dell'archetipo della madre in Archetipi e inconscio collettivo (C. G. Jung); pagine sparse nei classici della letteratura sul
cattivo rapporto della maggioranza dei bambini con acqua e sapone, indipendentemente dallo stato sociale e dal sesso e
poi il saggio Giorni felici di G. Orwell, per l'accenno alle esigenze del cervello infantile riguardo all'igiene dentale e di
altro tipo, e pagine online sui casi di sovradiagnosi di Sindrome di Asperger nei bambini. Confrontate con Prometeo o
lo stato dell’umanità - Il volo di Icaro - Scilla e Cariddi o la via di mezzo in La sapienza degli antichi (F. Bacone).
Solitudine e carattere e La ricerca di coerenza in Solitudine: ritorno a se stessi (A. Storr), tenendo presente che ci sono
chiarimenti sulle caratteristiche tipiche di estroversi e soprattutto di introversi in tutto il libro. Tenete presenti le pagine
online sulle semplificazioni operate dal modello Kernberg su introversione ed estroversione. Volendo, informatevi
ulteriormente su tipi convergenti e divergenti di L. Hudson (sono già illustrati da Storr) e sulle recenti concezioni di
"tipo" e soprattutto di "tratti", cominciando dalle teorie e dai grafici e modelli di Eysenck, T. Costa, McCall, Allport, G.
A. Kelly e Cattell (il grafico e i questionari di Eysenck e il modello Big Five sono particolarmente utili per
comprendere meglio il punto di vista attuale di psicologi e psichiatri riguardo alle classificazioni delle personalità),
anche se di recente l'attenzione si è rivolta a tratti e caratteristiche specifiche e si è perso interesse per le valutazioni
globali della personalità e in particolare Eysenck è considerato "superato".
OPPOSTI ATTEGGIAMENTI VERSO I LIMITI PERSONALI, IL NUOVO, L’IMPREVISTO O L’INCONTROLLABILE E MODI DIVERSI DI CONCEPIRE LA
CONOSCENZA E L’ORDINE: Narcisismo individuale e sociale e pagine sul sadismo in Psicanalisi dell’amore e Avere o essere
(E. Fromm); pagine online e testi adeguati sulla Neofobia negli autistici e soprattutto in alcuni nevrotici (spesso
giovani) e persone che hanno superato una nevrosi durata però a lungo (mi riferisco a un timore irragionevole di luoghi
e attività nella fase della novità e tale da paralizzare o rendere difficile svolgere compiti proposti per la prima volta
anche se semplici qualora l'approccio iniziale non sia "assistito" o finché non sia subentrata una certa abitudine).
FORME DIVERSE D’INTELLIGENZA E DI ECCELLENZA: Piccola guida per persone intelligenti che non pensano di esserlo (B.
Millètre); commenti sulla capacità associativa in autoritratti romanzati di artisti come quelli lasciatici da J. London, M.
8

9. Proust, J. Joyce e R. Musil; Creatività (E. Balconi – M. Erba); la prima parte di Le intelligenze creative, Formae
mentis. Saggio sulla pluralità dell'intelligenza (H. Gardner) o altri testi o pagine online che chiariscano l’insufficienza
dei diffusi test di intelligenza e informino sulle capacità di artisti, autistici e dislessici (tenendo conto anche delle forme
meno note di dislessia); Imparare a leggere (B. Bettelheim e K. Zelan); pagine online sulle possibilità di “nerd”, affetti
da Sindrome di Asperger e iperattivi e su quelle dei molti dichiarabili - volendolo - affetti da Deficit dell'attenzione o da
DDI o da un fantomatico Disturbo di personalità; Il bambino dotato in Lo sviluppo della personalità (C. G. Jung) e
commenti altrove di Jung sul genio (essi possono essere messi in relazione con le osservazioni di alcuni autori di
capolavori letterari come ad esempio L'uomo senza qualità di R. Musil).
Creatività (Balconi ed Erba) descrive, fra l'altro, diverse forme di dislessia (la forma più nota o l'unica nota alla
maggioranza delle persone comporta difficoltà a leggere e scrivere, senza ostacoli nella comprensione di contenuti
ascoltati e nel ragionare) dipendenti dall’eredità familiare e possedute da persone con Quoziente Intellettivo nella
media o, a volte, superiore ad essa (un dislessico celebre fu T. Edison) e dovreste pensare a quanto l’ignoranza in
proposito possa confondere l’opinione che un dislessico ha di sé, oltre al giudizio degli altri su di lui: due forme di
dislessia poco note comportano difficoltà a calcolare in persone che pure comprendono bene la matematica e/o
percezione inadeguata dello spazio, con difficoltà a orientarsi, tendenza a confondere distanze o destra e sinistra o
magari lentezza e malessere nell’eseguire disegni geometrici in persone che comprendono bene le regole della
prospettiva e della proiezione ortogonale e non hanno mai sbagliato un disegno di quel tipo (tutte mie caratteristiche
da sempre e comuni nei mancini o nei familiari prossimi di persone mancine, come è mia sorella); anche una difficoltà
nel percepire i ritmi può dipendere da dislessia; la disgrafia (difficoltà a scrivere con grafia chiara e piacevole), infine,
quando non dipende da totale incuria di genitori e insegnanti in proposito, è una forma di dislessia e non implica
indifferenza per l’ordine o per chi legge, né mancanza di senso estetico e confusione. Questo libro inoltre, come
Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell'intelligenza e la prima parte di Le intelligenze creative (Gardner), analizza
alcune delle ragioni della non infrequente inattendibilità dei test usati per valutare intelligenza o creatività.
Piccola guida per persone intelligenti che non pensano di esserlo (Millètre) chiarisce invece come memoria inferiore
alla media di elenchi di nomi e date o di istruzioni (il tipo di memoria dipendente dall’emisfero cerebrale sinistro e la
sola utile in quasi tutte le occupazioni remunerative, comprese le più semplici), pensiero non lineare (non in sequenza e
poco obbedente alla volontà; inoltre molto condizionato da tensione e stress e tendente a necessitare della forma del
dialogo per esprimersi), intenso flusso di pensieri (tendenza alla distrazione), necessità o tendenza a fare molte cose
contemporaneamente, bisogno di riposare/staccare il cervello ogni tanto fissando un punto nel vuoto a causa della
velocità troppo alta degli impulsi nervosi, ingombrante emotività, ipersensbilità, senso della giustizia vivo e
tendenzialmente intransigente e interessi eccentrici sono compatibili con le seguenti possibilità: un’ottima memoria a
lungo termine di dati collegati concettualmente o di fatti e conversazioni lontani nel tempo (memoria dipendente
dall’emisfero destro); ipersensibilità di intuito e sensi, con conseguente abilità nel comprendere se una persona sta
mentendo e in tutto ciò in cui l'intuizione è d'aiuto; capacità di pensare in modo complesso senza alcuno sforzo, a
partire da una visione d’insieme e con intuizioni e aggiunte frequenti, sopravvenenti già abbastanza precise e
strutturate in momenti di rilassamento o, a volte, di particolare emozione; eccezionale rapidità, logica e precisione di
varie operazioni intellettuali e creative (soprattutto collegamenti intelligenti tra cose tra loro distanti, scritti e discorsi
notevoli anche quando improvvisati, grandi capacità di analisi e sintesi e curiosità, ma io aggiungo, per esperienza
diretta, grande velocità di esecuzione di esercizi del tipo inserito nei cruciverba e crucipuzzle, per quanto non
dipendente da ragionamenti consequenziali – chiari e "a gradini" – e nemmeno dalla volontà e quindi non analizzabile
né verificabile a piacere, come del resto le altre possibilità indicate in questa parentesi). In questi casi il centro
cerebrale è a destra, anziché nell’emisfero sinistro, dove si trova nell’85%, o poco meno, delle persone. Le
caratteristiche ora elencate sono quelle che si sono osservate e studiate negli artisti e che un tempo non venivano mai
attribuite alla diversa localizzazione del centro cerebrale per ignoranza di essa (la scoperta è del 1981 e la
divulgazione degli studi fatti su questa minoranza di persone è del 2007, anno di pubblicazione del libro della
neuroscienziata Millètre del quale confermo la validità dei consigli dato che sono gli stessi suggeritimi dall'esperienza,
facendo io parte di tale minoranza).
Il bambino dotato descritto da Jung in Lo sviluppo della personalità spesso non piace né ai suoi familiari né ai suoi
insegnanti, perché le sue esigenze a scuola non collimano con l'irritante mediocrità di programmi e abitudini scolastici
e il suo livello a volte molto alto di sensibilità e coscienza non gli rendono facile adattarsi alle pretese della
maggioranza. Quanto a ciò che la gente intende generalmente per bambino prodigio, dovreste leggere cosa scrisse
Quintiliano in L'istituzione oratoria dei limiti che in genere possiede questo tipo precoce a scuola in modo
appariscente. Gardner e altri hanno sottolineato la mediocrità di infanzia e adolescenza di alcuni celebri artisti e
intellettuali. Comunque bisogna considerare che spesso le doti personali si rivelano solo dopo che si è riusciti a
lasciare la casa dei genitori e a vivere soli o con chi si desidera vicino, perché, per citare Fromm, semplicemente "non
si riesce davvero a pensare finché non si può agire".
La maggioranza ha sempre torto nel giudicare intelligente solo chi si comporta in modo da piacerle o chi ha la
risposta pronta o sa essere aggressivo e mentire con facilità o chi ha una buona memoria a freddo per dati di ogni
genere: questo insieme di caratteristiche è sicuramente apprezzabile e molto utile in molti tipi di lavoro e nelle
relazioni con il tipo più diffuso di persone, ma non aiuta di fatto a capire gli altri, se stessi e le leggi fondamentali della
realtà e quindi nemmeno a compiere quelle scelte particolari che in certi contesti storici contribuiscono di più a
determinare la vita, la morte, il benessere, la sofferenza delle masse. E del resto la storia della cultura è ricca di
confessioni e aneddoti sui limiti nella disinvoltura e di memoria, risibili per i più, di molti dei suoi esponenti: Virgilio e
Simone Weil erano del tutto incapaci di vita sociale; Montaigne non sapeva passare ad argomenti diversi in una
9

10. conversazione senza perdere “il filo”, né sapeva ricordare i nomi di persone e cose che gli erano familiari; Artaud
aveva delle difficoltà particolari nell’esprimere se stesso anche scrivendo; Gide fu emotivo ed era stato a tal punto
intralciato da sensibilità e gracilità da non finire gli studi; Truffaut era in gioventù impulsivo al punto che rubò e tentò
il suicidio e negli anni della maturità non seppe imparare bene l’inglese nemmeno dal migliore insegnante vivente
dell’epoca; Proust, Emily Dickinson, Emily Brontë e molti altri celebri e validi artisti e pensatori non furono mai
persone né equilibrate, né serene o socievoli. Considerate anche le doti a volte eccezionali e comunque spesso non
spregevoli di persone classificate come malate di mente o demolite a volte solo in certi ambienti, del resto sottoposti a
volte a lucide critiche (ad es.autistici e soprattutto “nerd”, affetti da “sindrome di Asperger”, iperattivi e coloro cui
viene diagnosticato, spesso a caso, il fantomatico “disturbo di personalità”).
E quante donne intelligenti e creative nei settori più diversi, anche celebri (un esempio è Simone De Beauvoir), hanno
dimostrato o ammesso di odiare il culto dell’abbigliamento e dell’immagine e la cura continua del corpo che la società
esige e usa spesso come criterio per discriminare tra chi vale e una massa amorfa di inetti, squilibrati e perdenti nati:
al di là dell'influenza dei diversi complessi materni sulle capacità individuali in molti aspetti della quotidianità, tenete
anche presente che interesse e predisposizione al culto dell’estetica, come alla manualità, non possono essere proprie
di tutte le persone intelligenti, dato che non esiste quasi nessuno che possa sviluppare bene più di due “funzioni” e che
la principale delle due condiziona sempre tutto il sistema di valori, il comportamento e le possibilità intellettuali e
morali e ciò almeno quanto fanno estroversione o introversione (caratteristiche innate e immodificabili - pena malattia
e morte - che probabilmente sono in relazione con ciò che Fromm ha definito "modalità avere" e "modalità essere" e a
loro volta condizionano fra l'altro la maggiore o minore tendenza a fare propri gli interessi della maggioranza e quelli
che richiedono attitudini riflessive): per comprendermi leggete Descrizione generale dei tipi e Il problema dei tipi nella
conoscenza degli uomini in Tipi psicologici e Complesso materno in Archetipi e inconscio collettivo, entrambi noti
libri di Jung, e Avere o essere (Fromm). Vi ricordo inoltre che i classici della letteratura di ogni tempo abbondano di
descrizioni di bambini di ogni sesso, età, condizione sociale e livello intellettuale che giocano tra fango e sporcizia,
che provano fastidio a lavarsi e pettinarsi, vestono male e si spettinano con facilità e noncuranza o di altre categorie
che trascurano il proprio aspetto e inoltre pulizia e arredamento per i motivi più diversi (adulti depressi o
sopravvissuti a traumi e comuni per quanto serie nevrosi oppure persone costrette a vivere nell'odiata famiglia
d’origine che non possono ricordare di avere mai vissuto in un ambiente davvero pulito o in uno spazio ben arredato
che fosse davvero proprio e suscettibile di essere amato né riescono a immaginare di poter migliorare la propria vita
rimediandovi nel presente finché non possono andarsene): tutto ciò andrebbe ricordato anche in considerazione dei
noti numerosi casi di sovradiagnosi di sindrome di Asperger con le sue gravi e ovvie conseguenze dovute agli
psicofarmaci imposti, dato che questa sindrome porta anche a essere insensibili allo sporco e al disordine. Riguardo
alle necessità dei bambini rimando anche al commento sul lavarsi i denti nell'infanzia in Giorni felici, il saggio di
Orwell. Per conservare l'autostima a dispetto dei pregiudizi altrui tenete presente infine che il segno, l'ascendente
astrologico e anzi l'intera "carta natale" influenzano molto le tendenze innate in questi aspetti della quotidianità (per
esempio i Sagittario e i Toro di solito non amano adeguarsi alle altrui pretese estetiche più limitanti). Per quanto
riguarda poi chi associa l'occuparsi volentieri dell'aspetto fisico al desiderio di un partner e giudica stupido e/o un
mezzo pazzo un adulto che non fa sesso o perfino un adolescente che non cerca né un partner sessuale né una relazione
sentimentale, la loro arroganza e la loro ignoranza indifferente sono troppo grandi perché io possa sezionarle. Esiste
anche una sorta di fobia della bellezza, una fobia vera e propria difficile da ignorare e superare, come tutte le fobie:
credo sia una conseguenza comune in chi ha subìto maltrattamenti ingiusti e continui a causa di difetti fisici in età
precoce senza che la responsabilità di tali difetti fosse sua e senza avere da nessuno soluzioni.
E al di là di tutto ciò, non mancano oggi personalità eccentriche dal talento riconosciuto, gli insegnanti di italiano
validi che ammettono tranquillamente di avere una buona memoria solo per i concetti o per dati connessi
concettualmente o capaci di generare un minimo di passione, né mancano studenti universitari che riescono a
esprimersi bene solo per iscritto o dopo preparazione, e nemmeno ottimi e esperti lavoratori in campi cui oggi si
accede solitamente tramite una selezione basata su test di logica e zeppi di proiezioni ortogonali in cui loro
fallirebbero. Per sfatare qualche altro luogo comune, aggiungo che molte persone intelligenti e molti personaggi della
letteratura definiti dotati d'ingegno e talento sono del tutto inetti, o disinteressati e ignoranti in fatto di lingue straniere
e geografia (due esempi in letteratura sono, per il primo caso, Anna di Il taccuino d'oro di Lessing e, per entrambi,
dicasi dell'intelligente Montalbano della serie di Camilleri, personaggio eroico che peraltro manca anche di manualità
e di amore e forse attitudine per lo sport). Ricordate inoltre che Jung e altri affermano che ci sono sempre state
persone molto intelligenti e nello stesso tempo costituzionalmente incapaci di apprendere la matematica ed esasperate
dagli esercizi di geometria e dal disegno geometrico, mentre io stessa ho letto delle note autobiografie in cui gli autori
(personaggi importanti e che hanno dimostrato capacità degne di nota) si descrivevano del tutto inetti in matematica e
insofferenti alla geometria.
Non mi sembra invece nemmeno degna di essere demolita con esempi l'abitudine forse più frequente nella
maggioranza delle persone, quella cioè di giudicare stupido chi non conosce il vocabolario che loro conoscono grazie
alla loro occupazione o ai loro amici e parenti e insomma a causa della loro quotidianità che è inevitabilmente
completamente diversa da quella di molti altri... si tratta di un'idiozia simile a quella degli insegnanti che giudicano
stupido chi non riesce bene proprio nella materia da loro insegnata e anche a quella, anche più patetica, di quei
negozianti e commessi che testano l'intelligenza o l'equilibrio mentale di altri a seconda che scelgano o no gli oggetti
migliori dei loro negozi!
Ci sono poi individui la cui vita si potrebbe dividere in due metà opposte o molto diverse tra loro, persone che solo
nella seconda parte della loro vita possono esprimersi e realizzarsi, e, quando si tratta di donne, ciò spesso è dovuto al
fatto che, a causa delle leggi dell’inconscio, esse devono prima “vivere il proprio complesso” (per usare le parole di
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11. Jung) fino in fondo per riuscire a superarlo, soprattutto se le letture giuste non intervengono a modificare questo
destino (rimando alle pagine sul complesso materno negativo nel citato Archetipi e inconscio collettivo, la cui
veridicità confermo per esperienza personale e potete voi stessi verificare osservando le persone che conoscete o
leggendo qualche pagina online o biografia di persone celebri, anche perché tali donne a volte finiscono per occupare
posizioni di potere grazie allo sviluppo delle loro doti intellettuali).
Tenete poi conto di quanti casi esistono di persone indebolite nella possibilità di concentrarsi, nella memoria,
nell’energia e nell’umore da malattie molto comuni anche in giovane età (ad esempio ipotiroidismo e in parte anche
ipertiroidismo, anemia, stress surrenalico, ipotensione, ipertensione, endometriosi, fibromialgia e forse
iperprolattinemia) oppure da malattie meno comuni prima dei 35 anni ma non rare (soprattutto patologie reumatiche,
autoimmuni, epatiche e renali) o infine da malattie sì rare ma non quanto appare perché sottodiagnosticate (per
esempio insufficienza surrenalica o ipofisaria o sindrome della stanchezza cronica), persone che da anni non sanno di
essere malate di malattie trattabili o che non hanno ricevuto le adeguate terapie e spiegazioni su di esse dopo una
diagnosi emersa da esami di routine e ciò a causa dei familiari, dell’ignoranza sui problemi di salute tipica soprattutto
delle persone giovani oppure a causa della negligenza dei medici cui si sono rivolte.
In ogni caso, si è sempre intelligenti in qualcosa e stupidi in altro e tutti siamo fortemente condizionati dai meccanismi
devianti dell’inconscio (occorre davvero leggere La psicopatologia della vita quotidiana di Freud e le pagine sulle
proiezioni comuni e su transfert e controtransfert di Fromm e di Jung per saperlo?). Bisogna pur rassegnarsi al fatto
che i giudizi richiedono tempo ed eterna disponibilità a essere modificati e anche ribaltati, che la validità di un
giudizio è determinata dal metodo seguito e dall'informazione disponibile e che quando essi sono insufficienti sotto
vari aspetti, le doti intellettuali non possono supplire: sono forse i temi più sviluppati dalla letteratura e dalla
storiografia l'importanza di fare riferimento in primo luogo a chi ha un'esperienza diretta e personale di un problema e
il fatto che il cervello della maggioranza delle persone si autoregola per rappresentare le cose da un punto di vista
adatto alle capacità, all’umore e soprattutto all’interesse e agli obiettivi e che tutti dovremmo imparare a fare il più
possibile il vuoto in noi stessi e a informarci su automatismi nevrotici, fobie (quella di tutte le attività nella fase della
novità è tra le più limitanti, durature e che più fanno apparire inferiori di ciò che si è) e altrui condizioni di vita
(presenti e passate), prima di giudicare.
IMPULSI E FANTASIE INFANTILI O DI ALTRO GENERE E UMORE DEPRESSO SENZA UNA CAUSA NOTA O DOVUTO AL SUSSEGUIRSI DI INCONTRI
SFORTUNATI, INCIDENTI O ERRORI: La tecnica di differenziazione tra l’io e le figure dell'inconscio in Due testi di psicologia
analitica (C. G. Jung); Nevrosi e fattori etiologici dell’infanzia e Fantasie dell’inconscio in Freud e la psicanalisi (C.
G. Jung); i paragrafi dedicati al topos dell’impiccagione all’albero e al caso Hölderlin in Simboli della trasformazione
(C. G. Jung); il capitolo La conoscenza di sé e quant’altro riguarda sia il concetto stoico di heimarmene che il simbolico
passaggio attraverso le case dei pianeti in Mysterium coniunctionis (C. G. Jung); La lotta con l’ombra in Civiltà in
transizione: dopo la catastrofe (C. G. Jung); La tranquillità dell’animo (L. A. Seneca). Riguardo ai limiti dell'io e della
volontà cosciente di generare forza ed energia o chiarezza, rimando soprattutto a Lo spirito nella fiaba (il capitolo di
Fenomenologia dello spirito nella fiaba) in Archetipi e inconscio collettivo (C. G. Jung).
Le fantasie che emergono all'improvviso durante la veglia e durano troppo poco per cui vi si faccia davvero attenzione
e vi si rifletta vanno considerate inconscie, anche se non lo appaiono del tutto, e vanno affrontate e interpretate
lucidamente in modo attivo e instancabile per non subirne l'influsso, a volte molto negativo, sulla propria vita: le
fantasie sono messaggi dell'inconscio, che si esprime sempre solo per via indiretta (attraverso immagini e simboli) ed
esso non le produce affatto perché le si goda infantilmente o perché addirittura si cerchi di concretizzarle. Esporsi
troppo o con abbandono alle illusioni divulgate continuamente da alcuni programmi televisivi e dalle riviste è
pericoloso, perché ciò comporta coltivare passivamente le fantasie inconsce che la mente di tutti produce (nei nevrotici
esse sono solo più numerose e potenti).
Ci sono situazioni critiche o disperate, superabili solo con una profonda riflessione o un'intuizione fulminea (una
visione d'insieme e una raccolta di forze) delle quali la sola coscienza e la sola volontà non sono capaci, ovvero
situazioni in cui la sopravvivenza o tutto un percorso futuro dipendono dal fare il sogno giusto o da altre iniziative
dell'inconscio su cui nessuno ha potere; tuttavia sia chi si trova in tali situazioni e si sente bloccato sia chi ha
l'arroganza stupida di pretendere dagli altri l'impossibile dovrebbe leggere Lo spirito nella fiaba in Archetipi e
inconscio collettivo, sempre di Jung, per ricordarsi che l'energia e l'analisi possibili all'io hanno dei limiti invalicabili.
Comunque, ogni seria nevrosi, bloccando molta dell'energia disponibile, può far sembrare passivo chi interiormente
non lo è affatto. Una nevrosi a lungo andare può inoltre portare a ciò che Jung, con gli Stoici, definì heimarmene,
ovvero a quell'essere e sentirsi in balia di affetti, di istinti contrastanti e del destino che, nei casi di nevrosi, dipende in
genere – soprattutto in mancanza di informazione adeguata - dai genitori, e può portare davvero alla disperazione
chuunque. Qualche volta è perfino necessario rivolgersi al proprio inconscio ostile con domande e affermazioni come
si farebbe con un individuo, perché a volte l'inconscio si comporta di fatto come tale, anche se l'inconscio non è mai
considerabile qualcosa di anche solo vagamente simile ad una persona.
SOGNI E INCUBI: Simboli della trasformazione (C. G. Jung); La conoscenza di sé e quant’altro riguarda l’insieme dei
simboli del passaggio tra le case dei pianeti in Mysterium coniunctionis (C. G. Jung); il secondo e il terzo capitolo della
seconda parte di Psicologia e alchimia (C. G. Jung); Considerazioni sulla psicologia del sogno e L’essenza dei sogni in
La dinamica dell’inconscio (C. G. Jung); Applicabilità pratica dell’analisi dei sogni in Pratica della psicoterapia (C.
G. Jung); il paragrafo sul linguaggio mitologico moderno di Psicologia e poesia in Civiltà in transizione: il periodo tra
le due guerre (C. G. Jung) e magari anche i capitoli su Kore, Demetra, il fanciullo, lo spirito (il "Vecchio saggio") e sul
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12. simbolismo delle fiabe ed eventualmente anche Empiria del processo di trasformazione in Archetipi e inconscio
collettivo (C. G. Jung); eventualmente anche Il ruolo dell'inconscio nell'educazione individuale in Lo sviuppo della
personalità (C. G. Jung); il capitolo sui sogni che riguardano i genitori dei sognatori in Il linguaggio dimenticato (E.
Fromm); il capitolo sui sogni d'angoscia di L'interpretazione dei sogni (S. Freud), avendo cura comunque di leggere
con attenzione le critiche obiettive a Freud fatte da Jung, Fromm e altri studosi; le pagine dove in Il libro dell'Es (G.
Groddeck) vengono descritti e spiegati alcuni sogni. Le teorie dei vari autori qui citati sono a volte in contrasto tra loro
e non sono mai applicabili a tutti gli individui, ma appunto per questo vanno conosciute tutte. Leggete La capacità di
essere solo e L'isolamento forzato in Solitudine: ritorno a se stessi (A. Storr). Forse può essere d'aiuto anche leggere
Mitobiografia (E. Bernhard), che credo contenga anche alcune descrizioni di sogni e che però non ho letto. Segnalo
Ricordi, sogni e riflessioni (C. G. Jung). Per un confronto con l'interpretazione dei sogni dell'età classica potete
sfogliare a titolo di curiosità Il libro dei sogni (Artemidoro).
AUTOMATISMI (AZIONI E/O PAROLE COATTE, IN PARTE O DEL TUTTO INVOLONTARIE), VUOTI DI MEMORIA DI NOMI E DATE, ATTI MANCATI,
DIMENTICANZE, LAPSUS VERBALI O DI LETTURA, COINCIDENZE SIGNIFICATIVE, INCIDENTI E MOVIMENTI INVOLONTARI DALL’ESITO NON
CASUALE: Psicopatologia della vita quotidiana (S. Freud) e tutte le pagine sparse nell’opera di Jung dedicate al prevalere
dell'"Ombra" (ad esempio La lotta con l’ombra in Civiltà in transizione: dopo la catastrofe) o comunque al tema della
“possessione” (ad esempio Animus e anima in Due testi di psicologia analitica); Psicologia della figura del briccone in
Archetipi e inconscio collettivo per tenere presente come siano a volte una coscienza in crisi e continui dubbi a favorire
la "possessione" e che essa può prendere un carattere volgare che fa apparire molto inferiori di quanto si è e che fa
compiere gaffe e vere assurdità per sé molto dannose come nel caso che Jung definisce "prevalere dell'ombra" o del
"trickster"; nell’analisi fatta da Jung dell’Ulisse di Joyce in Civiltà in transizione:il periodo tra le due guerre, trovate
un lungo elenco e un esempio in letteratura dei sintomi tipici del subire la "possessione" dell'inconscio (in sintesi
COAZIONE, FOBIE, OSSESSIONI, “AFFETTI”, COMPLESSI). Blocchi emotivi e automatismi non sono insoliti e infatti fiabe
tradizionali (rimando a Richetto dal ciuffo di Perrault e a I cigni selvatici e La sirenetta di Andersen), racconti anche
abbastanza recenti (ad esempio Quando l'ultima porta si chiude di Capote), serie TV e film (considerate tra le
produzioni cinematografiche e televisive La stanza di Marvin e poi i personaggi Eliot di Scrubs e Phoebe e Chandler di
Friends) non mancano di rappresentarli. Due conseguenze certe di una seria nevrosi trascurata sono l'isolamento sociale
e un tipo particolarmente crudele di solitudine che implica l'impossibilità di riposo (perfino in se stessi) e un senso di
straniamento e vuoto: si tratta dell'esasperazione di un disagio e di uno stato di cose ben noti e diffusi nella società
attuale (al di là delle analisi fatte da Fromm o Marx alla società moderna, rimando ad almeno le seguenti canzoni di G.
Gaber: Cerco un gesto naturale, L'amore, L’impotenza, Quando sarò capace di amare, Io e le cose, Il grido).
Nella vita quotidiana di tutti si manifesta spesso e in svariati modi una forte e radicata tendenza a rifiutare tutto ciò
che crea a se stessi dolore o disagio: conoscere bene almeno alcuni di questi espedienti inconsci tipici aiuta ad
affrontare i ricordi e i problemi che creano sofferenza, il che è l'unico percorso sano quando rimuoverli continuamente
produce confusione o somatizzazioni e quando la propria ignoranza è molto dannosa per altri. Quando una rimozione
dura da diversi anni può essere necessario scrivere un elenco dei ricordi più fastidiosi purché lo si faccia senza
commentarli, senza attenzione alla forma e senza avere lo scopo di conservarli o condividerli, seguendo in ciò uno dei
pochi consigli validi di Freud.
L'inconscio, quando il suo rapporto con la coscienza è impedito (dal fatto che l'io lo teme o fraintende o perché l'io si
arroga di dominarlo, provocandolo così ad attaccare), si comporta come una sorta di personalità autonoma (come un
censore eccessivamente aggressivo o un vero e proprio nemico interno) che si impone ed esprime attraverso una serie
di fantasie, paure e soprattutto di automatismi tipici nelle nevrosi e nelle isterie e ciò finché la dissociazione della
coscienza dall’inconscio viene annullata: qualsiasi automatismo frequente è un segnale di questo pericoloso stato di
cose, che si accompagna a volte a intelligenza e a una grande lucidità e che, se non si identifica del tutto con i
“problemi di comunicazione”, però può peggiorarli al punto di rendere la vita insopportabile. Tale rapportarsi al sé
può però mutare: un cambiamento spesso dovuto solo ai libri giusti, come quelli citati in questo gruppo, o a qualche
evento imprevisto che allarga i confini angusti di una mente chiusa in pregiudizi razionalistici irragionevoli o mette in
pericolo la vita e in ogni caso sblocca una parte dell’energia compressa e assorbita dalla nevrosi. Tra i sintomi
nevrotici più comuni ci sono i seguenti: fantasie frequenti anche se quasi del tutto inconsce; bisogno coatto di esaltare
e colorare con l'immaginazione (magari mediata dalla televisione) ambienti, attività o persone; tendenza a pensare che
un libro, una domanda o un termine celino sempre più di quanto è ragionevole aspettarsi; tendenza a farsi trascinare
troppo da un divertimento, da chiacchiere, risate o alcool; incapacità di pensare e sentire con chiarezza e fino in fondo
da soli (se non ci si può appoggiare a qualcuno abbastanza sensibile da incoraggiare il dialogo con sincera ricettività
e imparzialità e da parlare per primo e in privato del problema da discutere); paralisi quando si tratta di parlare o
muoversi per difendersi o coazione a dire cose che non si pensa e/o che non si vuole e non si ha interesse a dire e cose
diverse da quelle che ci si sforza invano di dire.Come spiega Jung e come si può osservare da sé, spesso dietro queste
manifestazioni c'è un grande vuoto affettivo e/o ci sono complessi (spesso d'inferiorità) creati con maltrattamenti o
trasmessi per contagio psichico dai familiari o derivanti da aspetti innati del carattere, da malattie somatiche, traumi,
ecc. e comunque da fattori insuperabili nelle condizioni di vita presenti (finchè si vive con i genitori che hanno causato
la nevrosi è impossibile superarla e spesso anche dopo è difficile riuscirvi senza almeno una persona per natura
paziente e gentile vicino). Gli automatismi verbali e i comportamenti coatti insorgono facilmente solo quando si
sottovalutano i rischi, si è rilassati e sconcentrati, quando si viene sorpresi, quando si è in presenza di persone molto
critiche o che mettono a disagio, in ambienti affollati (locali, palestre, ecc.), in situazioni nuove o in presenza di
sconosciuti. É possibile superare ogni nevrosi se si sa come fare e nel frattempo basta proteggere sè e gli altri da essa
12

13. e cioè adeguare ogni scelta riguardante la vita quotidiana, la scuola, il lavoro e il tempo libero al fatto che questi
sintomi peggiorano nelle situazioni ora citate.
ESEMPI DI ALCUNE FOBIE E FORME DI AUTOLESIONISMO: alcune pagine del secondo volume di Il secondo sesso (S. de Beauvoir);
qualche accenno a una fobia diffusa (quella degli alieni) si trova in Civiltà in transizione: dopo la catastrofe (C. G.
Jung). Trovate un'insolita descrizione dell'ipocondria e del timore di caos e crolli psichici in La ricerca di coerenza in
Solitudine: ritorno a se stessi (A. Storr). In Ossessioni, fobie e paranoie, Freud raccoglie e presenta molti casi diversi e
perciò può essere utile leggere questo testo anche se l'interpretazione che egli ne dà non fosse sempre condivisibile (non
l'ho però ancora letto). Consiglio una ricerca su Google e nei cataloghi online delle biblioteche a chi desidera
approfondire l'argomento delle fobie e dei comportamenti ossessivi attraverso gli scritti di psicologi e psichiatri più
recenti e di indirizzo più aperto e obiettivo di quello di Freud.
Quello delle fobie è un argomento su cui non ho letto molto, ma vi ricordo che le fobie svaniscono da sole appena si
crea un buon dialogo e un rapporto aperto e umile con se stessi (con il proprio inconscio) e/o si lascia la casa dei
genitori e che, come gli incubi, non hanno oggetti casuali, anche se il legame tra essi e il vero problema che
mascherano e simboleggiano non è evidente: fobie comunissime sono per esempio quella dell'acqua, delle cimici, dei
cani, dei ragni e delle catastrofi naturali come terremoti e alluvioni. In Il secondo sesso trovate letture forse pesanti
quanto utili su alcune fobie (una curiosa descritta è quella della pesca con buccia non liscia) e casi di autolesionismo
(tagliuzzamenti, bruciature con le sigarette, scarsa igiene e altri modi, suggeriti dall'inconscio, sia di "spostare" il
dolore per avere un po' di sollievo dalla sofferenza psichica sia di "vedere" tale dolore interiore e in quanto tale
sfuggente – mezzi che fanno pensare a bulimia e anoressia – sia infine di affermare una propria capacità di
sopportazione in generale per sentirsi più sicuri di saper resistere quando davvero necessario). Si tratta di argomenti
penosi da affrontare anche perché oggi alcuni psichiatri si divertono a internare in manicomio delle ragazze per
comunissimi abusi di alcolici e periodi di bulimia parlando del fantomatico "Disturbo di personalità" (diagnosi così
vaga che, volendo, si può sempre attribuire a tutti, come quella di borderline) e poi, quando la sofferenza della
prigionia le esaspera al punto di spingerle all'autolesionismo, le legano al buio e imbottiscono di droghe
incredibilmente forti che paralizzano mentalmente e trasformano in cadaveri viventi e alla lunga fanno regredire il
cervello (a differenza di quelle degli altri organi, le cellule cerebrali hanno bisogno di continui stimoli) e portano alla
morte precoce naturale o a tentativi riusciti di suicidio (rimando almeno ai casi documentati e anche online), e tutto
ciò sebbene se si fosse fatto questo all'epoca della De Beauvoir non sarebbero bastati tutti i manicomi del mondo per
contenere le donne che da giovani avevano fatto cose simili o quelle ben più appariscenti che lei descrisse e analizzò
nel suo noto saggio.
CASI DI NEVROSI NELL’INFANZIA E NELLA GIOVINEZZA: Un caso di nevrosi di una bambina in Freud e la psicanalisi, i paragrafi
su esaltazione e complesso di inferiorità dell'ultimo capitolo di Ricerche sperimentali e forse anche il caso delle donne
in analisi alle prese con i mandala in Archetipi e inconscio collettivo e quello dei due giovani descritti in Simboli della
trasformazione (C. G. Jung); Lo sviluppo della personalità (C. G. Jung); caso della donna in analisi in L’arte di
ascoltare (E. Fromm); Il libro dell'Es (G. Groddeck); Le mani sui bambini e I quaderni delle bambine di M. R. Parsi
(non li ho però ancora letti). Segnalo Psicologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (F. Celi) che va letto
con non poca diffidenza per il DSM e verso quei manuali universitari che illustrano disturbi affettivi, dell'attenzione,
emotivi, ecc. o addirittura dissociativi dell'identità non rari soprattutto durante la crescita, ma che spesso sono
diagnosticati senza costrutto o con conseguenze dannose anche quando azzeccati e che non certo di rado sono attribuiti
senza fondamento (magari a causa di gravi errori o in seguito a decisioni prese per interessi economici o di altra natura
ma comunque per motivi non clinici). Per difendersi dagli psicologi, dagli psichiatri e da chi sfrutta i testi e le pagine
online di psicologia per fare del male ai ragazzi, trovo utile informarsi online senza allarmismi e in particolare
sull'alternarsi comune di fasi di bulimia e anoressia, su ADHD, disturbo bipolare o della regolazione, DDI e sindrome
di Asperger, sui processi lunghi e condizionati dall'esperienza (quindi dalla fortuna in buona parte quanto ai tempi) che
portano a maturare un forte senso dell'identità e sui concetti di mentalizzazione del corpo e di borderline (tutte
problematiche associate ai ragazzi o ai bambini con troppa facilità).
Spesso quando una persona si trova davanti un problema che non può affrontare - per l’età, la sensibilità e l’ignoranza
- questo problema finisce in un angolo della sua mente: non riuscendo a comprenderlo e non potendo vederlo in
prospettiva, essa non può neanche sperare di arrivare a gestirlo e così la sua mente si difende nel modo peggiore, cioè
allontanando l’ostacolo senza allontanarne del tutto la consapevolezza. Di ciò di cui non si è abbastanza a lungo
consapevoli non si parla e ogni problema sembra e diventa più grave se non se ne parla. Un problema relegato di
continuo ai margini della coscienza crea nevrosi deleterie e duraturi blocchi dell’intimità (intimità con il corpo e con
istinti, intuizioni, pensieri, desideri, impulsi ed emozioni sia proprie che, in parte, altrui). Simili blocchi e rifiuti
inconsci sono più comuni e peggiori quando si nasce “diversi” (magari non limitati o eccentrici, ma semplicemente
sensibili, dotati di coscienza e di un innato bisogno di leggere molto, informarsi e scrivere) in ambienti familiari dove
tutti sono determinati a non permettere al “diverso” di essere se stesso, perché allora nasce nell’inconscio una spinta
a non essere mai quel che si è (la nevrosi viene a volte definita da Jung una difesa involontaria e inconscia dalla
personalità), stato di cose deleterio e che porta il diverso a coazione, debilitazione e a malesseri, incidenti e incontri
sfortunati quanto più egli cerca di seguire i percorsi tracciati e spesso lo fa ammalare anche fisicamente: ricordo che
tutto ciò avrà a volte come esito la malattia mentale e la morte molto prematura se egli non trova il modo di essere se
stesso al di fuori di ogni gruppo ed esprimersi liberamente (i diversi nascono per vivere da diversi). Al di là delle
condizioni familiari comunque, quando si verificano scissioni del genere, esse, pur essendo solo parziali, provocano
sempre quella tipica e ostile reazione dell’inconscio a cui venga rifiutato l’indispensabile dialogo con la coscienza:
13

14. l’inconscio, con frequenza variabile, comincia a ispirare impulsi coatti e riflessi (parole e azioni non legate a
convinzioni e altri incidenti) davvero distruttivi per la vita della persona.
POCHI ACCENNI A MALATTIE MENTALI, NEVROSI POCO NOTE E DIFFUSE E "DISTURBI" ELENCATI NEL DSM (IL RECENTE MANUALE DI CATEGORIE
DIAGNOSTICHE CONTENENTE BEN CIRCA 400 DISTURBI MENTALI, GRAN PARTE DEI QUALI ATRIBUIBILI ALLA MAGGIORANZA DELLE PERSONE A
SECONDA DELL'INTERESSE, A COMINCIARE PROPRIO DA QUELLI CONSIDERATI GRAVI NEL MODELLO KERNBERG): Philippe Pinel, Etienne
Esquirol, Emil Kraepelin ed Eugene Bleuler in Creatività (E. Balconi – M. Erba); Psicanalisi dell’amore e I cosiddetti
sani: la patologia della normalità (E. Fromm). Sulle malattie mentali gravi (ad esempio la schizofrenia,
indipendentemente da come oggi essa sia considerata e classificata) i pareri sono da sempre diversi, ma chi ha tempo
può curiosare in biblioteca (ad esempio leggete la critica a Bleuler e altri paragrafi di Jung e il capitolo sulla
psicopatologia di Manuale di psichiatria di Sarteschi-Maggini) o in testi universitari recenti come Sinossi di
Psichiatria (Kaplan-Sadock) per conoscere l'attuale punto di vista ufficiale degli psichiatri, tenendo presente quanto
esso sia controverso, criticato, interessato e, sotto molti aspetti, ignorante (rimando alle critiche sul DSM nelle pagine
sul DSM IV, ecc. di Wikipedia e alle pagine online sui convegni sulla Psichiatria e sulla malasanità e invito a
confrontare le assurde classificazioni del DSM e del modello Kernberg, le affermazioni in essi contenute su ciò che
sarebbe costituzionale e incurabile/quasi immodificabile e l'associazione arbitraria e interessata che vi si fa tra malattia
mentale e disoccupazione, tra salute e lavoro o tra malattia mentale e debolezza nel difendersi (indipendentemente,
volendolo, dalle condizioni di vita presenti e passate e dal carattere) con le affermazioni e l'esperienza clinica di Jung e
con l'esperienza comunemente osservabile). Nella pagina online del corso di specializzazione di quattro anni per
laureati in Medicina o Psicologia che porta a diventare psicoterapeuti trovate dei libri di riferimento utili anch'essi per
conoscere quali siano oggi – teoricamente – l'approccio e le tecniche in psicologia e psicoterapia, tra i quali segnalo
Diversità, devianze e terapie (Salvini–Galieni) e Psicologia clinica dell'interazione e psicoterapia (Salvini-Dondoni).
In proposito vi ricordo che gli psicologi vanno evitati sempre, ma in particolar modo quando si è giovani e soli e se si
tratta di persone che esercitano senza essere in possesso del titolo di studio ora indicato (casi simili non sono rari).
DIFENDERSI DA CHI USA TEST PSICOLOGICI PER GIUDICARE GLI ALTRI IN FRETTA APPENA CONVENGA: un buon libro sul linguaggio del
corpo (in biblioteca testi simili semplici e utili non mancano; informatevi sulla fisiognomica antica non validata di
Lavater e sui suoi recenti sviluppi pericolosi); un testo e/o pagine online sulle più comuni deduzioni dalla calligrafia
(ricordo che la grafologia è un metodo di analisi giudicato inattendibile dopo molti esperimenti, ma praticato comunque
spesso in diversi contesti e con non poca sicumera e faciloneria); pagine online o un testo sull'analisi lessicografica
nelle comunicazioni orali o scritte; eventuali elenchi di test in libri di testo dei programmi dei Licei delle Scienze
Umane (il testo del secondo biennio con il corso di Psicologia ha i limiti esposti più avanti nel mio paragrafo sui licei,
ma è un'introduzione breve e ricca di schemi ben fatti ai testi universitari), Scienze dell’Educazione e della Formazione,
Psicologia e forse Scienze Infermieristiche, Scienze Sociali e dell'Assistenza Sociale e Medicina. Potete acquistare
online i libri del corso di Metodologia della ricerca in Psicologia/psicologica (quello di Howitt-Cramer o Pedoni o in
altre e anche precedenti versioni precedenti, per quanto siano in genere deludenti e zeppi di informazioni sulle
procedure statistiche) e forse i testi simili in campo sociale ed educativo-formativo e inoltre quelli del corso
universitario di Pedagogia sperimentale (Progettare la ricerca empirica in educazione di Loger e Ricchiardi, La ricerca
sul campo in educazione: i metodi qualitativi di Mantovani) e, in caso non comporti alcun disagio, potreste farvi
prestare gli appunti delle lezioni e soprattutto dei laboratori dagli iscritti. Segnalo Dieci test che lo psicologo deve
conoscere (Lang), Test psicologici (Natali), I test psicoattitudinali per tutti i concorsi o forse La diagnosi testologica
(Del Corno-Lang). Leggete le pagine Wikipedia sul modello Kernberg e quelle sull'assurdo manuale diagnostico e
statistico dei disturbi mentali nelle versioni IV e V e future e cercate di trovare delle raccolte di test diagnostici che
usino come riferimento tale DSM o il PDM o la ICD-10 o almeno leggete le pagine dedicate al colloquio medico-
paziente in Sinossi di Psichiatria (Kaplan-Sadock) o in un altro manuale universitario recente di psichiatria o di
psicologia clinica e forse L'ascolto del minore testimone (Gulotta-Camerini) e La perizia psicologica. Prospettive e
metodi in psicologia e psicopatologia forense (L. Sammicheli). Comunque considerate ovviamente in generale i libri
dei programmi dei corsi universitari di Psicometria, Testing, Test della personalità (es. i libri su questi test di Sanavio-
Sica, Antonelli-Rubini e forse Boncori). Sono utili dei libri universitari sul colloquio psicologico/clinico, quello
nell'assistenza sociale e quello sul luogo di lavoro come Modelli di colloquio in Psicologia clinica (Del Corno-Lang-
Menozzi) [scritto in un gergo ridicolo, si tratta di un libro immorale e assurdo per i mezzi e gli scopi che attribuisce ai
sedicenti clinici, ma è anche una buona introduzione per conoscere bene i bias e cosa aspettarsi dagli analisti e inoltre
dagli attuali strumenti alternativi al colloquio – come test e interviste semi-strutturate – e dalle classificazioni
diagnostiche anche diverse dal DSM], il manuale di Anchisi-Tramballo Dessy o quello di Semi, Interviste e colloqui
sulle organizzazioni (Castiello D'Antonio) o il testo simile di P. Argentero e Il colloquio nel servizio sociale (E.
Allegri). Leggete I persuasori occulti (V. Packard), Tecniche proibite di persuasione (S. Allen) e il capitolo sui test
psicologici in Ricerche sperimentali di C.G. Jung (fate attenzione, però, a non fraintendere il messaggio di Jung, che in
tutti i suoi altri libri ha più volte affermato che i test psicologici sull'individuo non hanno alcuna validità se il fine è
quello di dare un giudizio complessivo e ottenere certezze, confermando quindi il giudizio di Packard sull'inefficacia
dei test individuali e il disprezzo di Fromm del "comportamentismo" insegnato all'epoca, come in parte oggi, nelle
università di Psicologia, che infatti hanno un approccio prevalentemente nomotetico o neo-positivista, nonostante le
affermazioni del contrario di molti manuali, i quali spesso infatti insistono sulla necessità di non usare i test come
fotografie senza criterio e che alcuni test non vanno proprio usati per fare ipotesi di diagnosi, ma poi puntualizzano che
c'è chi però lo fa). Forse è utile leggere anche i libri non universitari sull'analisi frettolosa come Come analizzare le
persone (R. Morelli). In particolare, documentatevi comunque sui test di livello delle scale Wechsler per rilevare il Q. I.
(a seconda della fascia di età WIPPSI, WISC e WAIS), sui test proiettivi o di prestazione tipica e narrativi per valutare
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