123 - Il Veggente Cronache 1999, I° quadrimestre bis
Sindone Alfonzianum
2. Di quale teologia parliamo?
Parleremo di quanti a vario titolo hanno prodotto attraverso l’intelligenza della
fede una teologia della Sindone.
g
Non sarà la mia una lezione accademica di sistematica teologica, sarà piuttosto ,
un riaccendere quegli interruttori che hanno gettato luce sul tema Sindone.
Il centro di Sindonologia del Caravita.
Il Telo
Le fonti della della mia ricerca.
Parleremo del ruolo dei sindonologi e di quanti a vario titolo hanno teologizzato
sulla Sindone.
Rivisiteremo alcune testimonianze che ci porteranno sui sentieri del passato…
Metteremo l’accento sulle necessarie premesse razionali ed argomentative,
come vari i criteri di verità storica, gli approcci stilistici settoriali, l’apporto degli
i i it i di ità t i li i tili ti i tt i li l’ t d li
scienziati teologi, e conseguenti corti circuiti interpretativi.
La teologia dei segni, quindi la necessità di dare ragione della speranza e tentare
di rispondere alla domanda del perché ci è data la Sindone?
Apriremo quindi una finestra sulle implicazioni ecumeniche della Sindone,
della testimonianza degli ebrei della Sindone, della chiave interpretativa
dell omiletica della Sindone, quindi la l apporto dei Papi, fino ad approdare ad
dell’omiletica della Sindone quindi la l’apporto dei Papi fino ad approdare ad
un possibile kerigma sindonico del crocifisso risorto….
5. I SINDONOLOGI
Il compito dei sindonologi è quello di compiere una sintesi multidisciplinare, necessaria per
presentare il telo nella sua globalità. Il sindonologo diff i
l ll l b li à i d l differisce d ll studioso occasionale o d l
dallo di i l dal
freddo ricercatore, perché una volta “sindonizzato” con la preziosa reliquia e stabilito un
rapporto intimo con l’Uomo della Sindone, non può trattenere per sé quanto ha visto.…Il
sindonologo una volta esplorata la natura intima del Telo, si trova davanti un uomo
flagellato, coronato di spine, percosso, trafitto…
La Sindone come dice il Teologo Rino Fisichella, prima di essere da noi interpretata è una
realtà che ci interpreta. I sindonologi li vediamo sulle strade del mondo, di città in città
sospinti e toccati d ll’U
i i i dall’Uomo d i d l i morto sepolto, risorto e nuovamente
dei dolori, l i
“apparso”:Andate dunque ed annunziate il Vangelo ad ogni creatura”
Riverbera quanto San Paolo scrive ai Corinti: “ E’ Dio che ha avuto misericordia di noi e ci ha
a dato
affidato questo compito, perciò non ci scoraggiamo. Rifiutiamo ogni azione segreta e
co p to, pe c ò o c sco agg a o ut a o og a o e seg eta
disonesta, non comportiamoci con malizia, …anzi facciamo chiaramente conoscere la verità,
così da presentare noi stessi davanti al giudizio degli uomini e davanti a Dio.
6. AI MARGINI DEL DESERTO...
La Sindone deve crescere, i sindonologi diminuire
Potremmo applicare ai sindonologi il capitolo 1 e 3 d l V
P t li i i d l i it l del Vangelo di Gi
l Giovanni: S i t il M i
i Sei tu Messia,
il nostro Salvatore’
No‐ risponde la Sindone‐ io non sono il Salvatore, non posso salvare nessuno”. “Allora chi sei,
p
perché possiamo spiegare quello che fai, da secoli davanti a milioni di credenti e non
p p g q ,
credenti, mostrandoti nel tuo desolato silenzio? Sei il lenzuolo che ha avvolto il cadavere
del nostro dolce Salvatore quando fu deposto dalla croce? Sono solo un povero segno che è
efficace proprio nella sua povertà, che rinuncia a tutto ciò che possa distogliere
dall attenzione
dall’attenzione allo sposo anche alla soddisfazione di risposte definitive per certa tua
sposo,
curiosità. Perché Lui deve crescere, io invece diminuire. “ Il centro dell’interesse è Gesù,
solo Gesù, guardare la Sindone è porsi in ascolto della sua parola, della parola dell’Evangelo.
Mi è accaduto di sentire l’affermazione del Battista “ l’affermazione del Battista” Lui deve
crescere, io invece diminuire” con riferimento alla Sindone: “ La Sindone deve crescere, noi
invece, sindonologi, diminuire”.
Ricordo qui le parole del delegato del Centro di Sindonologia per il Veneto: “ amici cari
sindonologi,
sindonologi servitevi della vostra cultura per far comprendere meglio il messaggio della
Sindone, ma non servitevi della Sindone per far risaltare la vostra cultura”
7. I SENTIERI DEL PASSATO…
S SS O
“Venite portate le prove, consigliatevi pure insieme, chi ha fatto sentire ciò da molto tempo, e
chi lo ha predetto fin da allora? Non sono forse io il Signore? Fuori di me non c’è un altro Dio;
Dio giusto e salvatore non c’è fuori di me. […] Davanti a me si piegherà ogni ginocchio, per me
giurerà ogni lingua” ( Isaia, 45)
"Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù
Non
sulla terra o nelle acque sotto la terra“ (Es 20:4 )
“ Incarnandosi Dio ha inaugurato una nuova economia delle immagini” CCC
“Apparso in forma umana umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte ed alla morte
di croce” ( Filippesi 2 8)
croce Filippesi, 2,
“Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei
p
profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio”.( Ebrei, 1, 1)
q g p p g ( )
8. Le suore Clarisse
Facevamo scorrere il nostro sguardo su e giù per tutte le ferite sanguinani del suo sacro corpo, le
cui impronte apparivano su questo santo Sudario; ci sembrava che l’apertura del costato, come la
più eloquente del cuore ci dicesse incessantemente queste parole “O vos omnes qui transitis per
cuore, parole. O
viam, attendite et videte si est dolor similis sicut dolor meus”
Infatti noi vedevamo, su questo ricco quadro, delle sofferenze che non si potrebbe immaginare. Ci
vedemmo ancora le tracce di una faccia tutta livida e tutta martoriata di colpi, la sua testa divina
trafitta da grosse spine da dove uscivano rivoli di sangue che colavano sulla fronte e si dividevano
spine,
in diversi rivoli rivestendola della più preziosa porpora del mondo[…] noi vedevamo attraverso
quelle belle impronte come veramente Egli era il più bello tra i figli dell’uomo conformemente
alla profezia di Davide, che l’aveva predetto in uno dei suoi salmi”
9. “OGNI GINOCCHIO SI PIEGHERA’”
( Isaia, 45)
“La Sindone la devi vedere da vicino, per avvertire fino in fondo quel misterioso
fascino che ti costringe a piegare le ginocchia ed a chinare il capo. Puoi esserti
preparato osservandola in fotografia o in televisione, leggendo articoli o libri,
preparato osservandola in fotografia o in televisione leggendo articoli o libri
ma tutto ciò “scompare” quando avverti quel brivido che ti squote incrociando lo
“sguardo” che sprigionano quegli occhi chiusi di quel volto misterioso. E’ uno
sguardo di dolore, è uno sguardo di amore
sguardo di dolore è uno sguardo di amore”
GIANPAOLO MATTEI, (Osservatore Romano 25‐26 maggio1998)
12. La firma di Ponzio Pilato: “ gli darò una lezione, poi lo libererò.”
13. Un solo nome,
GESU’ CRISTO
’
...patì sotto P
tì tt Ponzio Pil t fu
i Pilato, f
crocefisso, morì
crocefisso morì, fu sepolto,
sepolto
resuscitò
14. I SINOTTICI
LUCA, 23-, 50-52
“C’era un uomo di Nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e
giusta[…] Si presentò a pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo
avvolse i un l
l in lenzuolo e l d
l lo depose i una t b scavata nella roccia, nella quale
in tomba t ll i ll l
nessuno era stato deposto”
MATTEO, 27, 57-60 Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido
lenzuolo elo depose nella sua tomba nuova che era fatta scavare nella roccia
nuova, roccia,
rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro se ne andò”
MARCO, 15, 44-46 “Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il
centurione lo interrogò se fosse morto da tempo Informato dal centurione
tempo.
concesse la salma a Giuseppe. Egli allora comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla
croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro nuovo scavato nella
roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro”
l entrata sepolcro
GIOVANNI, 19,39-40 “Vi andò anche Nicodemo, quello che in precedenza era
andato da Lui di notte, e portò una mistura di aloe di circa cento libbre. Essi
p
presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero nei lini insieme con gli oli aromatici,
p g ,
com’era usanza seppellire per i Giudei”
GIOVANNI, 20,6-8 “Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò
nel sepolcro ed osservò i teli posati là, e il sudario- che era stato posto sul capo- non
p p p p
posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro
discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette”
16. ATTESTAZIONE MULTIPLA
Dalla Sindone abbiamo il criterio di attestazione
D ll Si d bbi i i i
multipla; presenza in diversi momenti storici,
attestazione nella l
i ll letteratura, nella pittura, Si
ll i Siamo
di fronte a forme di devozione, ad attestazioni
multiple che ci parlano di questo f
li l h i l fatto i maniera
in i
indipendente.
17. CRITERIO DI CONFORMITA’
Si può considerare autentico un fatto non solo per la
p p
sua conformità con l’epoca, con il suo ambiente,
religioso, geografico, socio-politico, ma anche con
quegli stessi atteggiamenti, quel linguaggio che era
peculiare di Gesù stesso.
18. CRITERIO DELLA DISCONTINUITA’
Si può considerare autentico un dato irriducibile alle
concezioni di una determinata epoca. In che modo si
potrebbe applicare?
C’è una discontinuità perché da tutte le ricerche fatte si
arriva a concludere che nessuno strumento umano è
i l d h t t
stato in grado di realizzare l’impronta che c’è sulla
Sindone; quello non è un dipinto. Che cosa è?
Siamo davanti ad una discontinuità con tutti gli
strumenti a nostra disposizione per poter verificare in
che cosa consiste questa immagine.
19. CRITERIO DI SPIEGAZIONE NECESSARIA
Viene usato dalla polizia quando alla fine deve identificare
chi h compiuto un reato. T ti elementi di
hi ha i t t Tanti l ti dispersi, ma se si
i i
trova un elemento comune, quel fatto risponde alle
esigenze di storicità. La Sindone è un “referto referto
criminologico”. Con la Sindone siamo di fronte a fatti
differenti, a spiegazioni complementari ma che sono
divise tra di loro e che possono trovare risposta solo se noi
riconosciamo che qui c’è l’intervento di Dio.
Allora l resurrezione h i
All la i ha impresso i quella realtà ciò che
in ll ltà iò h
è l’espressione ultima della potenza ultima dell’agire di
Dio nella storia: Dio lo ha resuscitato.
(Rino Fisichella, conferenza Oratorio del Caravita, maggio 1998)
21. SCIENZIATI TEOLOGI
Verdetto Sindone(Queriniana 1982)
Kenneth E. Stevenson Gary R. Habermas
Prove della resurrezione?
Quale è il mistero del processo che ha formato l’immagine sulla tela?
le ipotesi si dividono in tre grandi categorie. Le ipotesi basate sulla frode suggeriscono che sulla
tela sono state applicate tinte, vernici, polveri, acidi, mediante pennelli o altro genere di strumenti,
o per contatto di tt Il secondo gruppo di i t i suggeriscono che l’i
t tt diretto. d ipotesi i h l’immagine si è f
i i formata per un
t
processo naturale, o per “vaporo grafia” o per contatto diretto del corpo sulla tela da una qualche
forma di luce o calore. Heller calcola che le possibilità di frode sono di 1 contro 10 milioni. Allo
stesso modo, nessun processo naturale, come un contatto diretto o “vaporo grafia” è una
, p , p g
spiegazione adeguata della formazione dell’immagine.
Né la frode, né il processo naturale riescono a dare una spiegazione ai fenomeni quali la tri‐
dimensionalità, la superficialità e la non direzionalità dell’immagine e del fatto che non ci sono
placche né punti di saturazione sulle fibre dell’immagine LK’immagine non è stata provocata da
dell’immagine.
diffusioni di vapori perché il vapore non si muove in linea retta o parallela. In altre parole, rivela
che l’immagine non può essere stata creata dal contatto diretto, da vapori né per falsificazione. John
Heller e Alan Adler, due chimici che si sono dedicati soprattutto alla determinazione delle
p
caratteristiche fisiche e chimiche dell’immagine, ritengono che essa sia stata formata per
ossidazione, disidratazione e coniugazione delle fibrille
22. SCIENZIATI TEOLOGI
Verdetto Sindone(Queriniana 1982)
Kenneth E. Stevenson Gary R. Habermas
Prove della resurrezione?
Le mutazioni fisiche e chimiche delle fibrille, reagiscono come se fossero state provocate dal calore.
Rogers e Jumper affermarono che “”l’immagine del corpo è chimicamente simile ad una bruciatura”
La conclusione è che l’immagine sia formata da una bruciatura da luce o calore.
Stevenson ed Habermas sostengono ancora : “ Il segno della resurrezione nella Sindone riguarda il
modo con cui il corpo e la tela si separarono. I fatti indicano che il corpo non fu rimosso ad opera di
mezzi umani: le macchie di sangue infatti sono intatte Ogni macchia di sangue è anatomicamente
intatte.
corretta, ha contorni precisi, grumi di sangue intatti,. Se il Telo fosse stato tolto dal corpo, i grumi di
sangue si sarebbero disfatti e alterati. Ciò esclude che un qualsiasi mezzo umano abbia separato il
telo dal corpo.
Similmente si è espresso il padre Paul De Gail: Per le sue impronte sanguigne rimaste intatte, la
reliquia del salvatore attesta una separazione misteriosa del corpo dal telo senza nessuna
manipolazione del drappo funerario, senza nessun intervento di mani umane. Queste di fatto
avrebbero provocato sia sbavature sanguigne, sia strappi di carne o di stoffa, mentre i coaguli
decalcati sono rimasti assolutamente intatti.
Ciò non si spiega che mediante una scomparsa improvvisa del corpo, senza nulla toccare”.
23. DAVID WILLIS, Fisico
“ La trasformazione fisica del corpo di Gesù
nella resurrezione avrebbe scatenato una
breve ma violenta esplosione di una
q
qualche radiazione differente dal calore,
forse non identificabile scientificamente o
forse identificabile –incandescenza‐
parzialmente analoga al fuoco nei suoi
effetti”
24. EBERHARD LINDNER, scienziato e teologo, allievo del premio nobel KARL ZIEGLER “
“L’origine dell’immagine della Sindone di Torino, è comprensibile solo se si prende in
considerazione la possibilità di un intervento di Dio nel mondo fisico.
Dio si è rivelato agli uomini nel passato: queste esperienze hanno trovato una formulazione scritta
nei testi della Bibbia. La rivelazione della Parola è divenuta però incomprensibile per gli uomini
del nostro tempo, poiché la nostra visione del mondo è cambiata. Dio è però anche conoscibile
attraverso la sua creazione, la sua rivelazione attraverso le opere. La Sindone di Gesù, quale
oggetto materiale, appartiene a quest’ultima rivelazione, e, come tale, può essere considerata
oggetto di ricerca scientifica. La Sindone è pertanto legata al Verbo di Dio fatto uomo e quindi
rimanda alla rivelazione di Dio attraverso la Parola.
Queste due vie si congiungono nel punto “archimedeo” da cui si fa leva la risposta alla domanda
sul senso dell’esistere nel nostro tempo”
( Il Telo, Aprile 1998)
BRUNO BARBERIS. Fisico matematico Università di Torino
“La divulgazione del messaggio della Sindone” dagli Atti “ Guardare la Sindone (Effatà – Torino
2007)
“ Sono fermamente convinto che affidare la presentazione della Sindone ad un approccio
esclusivamente scientifico oppure esclusivamente pastorale o teologico, non sia né corretto, né
utile per nessun tipo di destinatario.
Ritengo invece che i due tipi di approccio non solo siano compatibili, ma anzi i sono
complementari, costituendo le due parti, entrambe indispensabili, di una corretta, efficace e
completa presentazione della Sindone”
26. IL KERIGMA SCIENTIFICO
Il cadavere non rimase cadavere
le 36 ore…
Indizi congrui con la tesi
della sparizione del corpo dal lenzuolo
Un energia sconosciuta
Un’energia sconosciuta
Il lenzuolo attraversò un corpo meccanicamente trasparente
Il lenzuolo attraversò un corpo “meccanicamente trasparente”
Nessuno ha potuto estrarre il corpo dal lenzuolo
p p
30. LA MISTICA TRACCIA...
LA MISTICA TRACCIA
La Sindone ha per me rappresentato
una sorta di mistica traccia capace di
sfidare scienza e coscienza, di
costituire un messaggio visivo e
spirituale, t t razionale d superare
i it l tanto i l da
la credibilità, la Sindone indica la
Strada, un percorso al di la del Lino,
meglio al di qua, ove siamo senza
saperlo, possibilità di scrutare l’infinito
attraverso la ieraticità dell’Uomo- Dio”
( Il Telo, Luigi Mattei- scultore- aprile
2000)
31. SINDONE E TEOLOGIA FONDAMENTALE
RINO FISICHELLA
DARE RAGIONE DELLA SPERANZA
DARE RAGIONE DELLA SPERANZA
“ Perché la teologia fondamentale dovrebbe occuparsi della Sindone e a che livello si occupa e si dovrebbe occupare della Sindone?
La Teologia fondamentale parte dal presupposto che noi ritroviamo nella prima lettera che l’apostolo Pietro scriveva ai primi cristiani: “
Siate sempre pronti a dare ragione della speranza che è in voi. La ragione indaga, la ragione vuole conoscere.
Siate sempre pronti a dare ragione della speranza che è in voi. La ragione indaga, la ragione vuole conoscere.
Il contenuto della fede deve essere comunicato sempre dovunque e a tutti; e infatti l’apostolo nella prima lettere afferma: “ a chiunque vi
chiede ragione”; non c’è alcun limite in cui il cristiano può lasciarsi rinchiudere per dover comunicare a tutti le ragioni di questo
contenuto.
.
METAFISICA DELLA SINDONE...
Il filosofo metafisico Aniceto Molinaro
“ Vedo il “segno” della Sindone come una parziale manifestazione di ciò che esso significa. Un segno indica, un segno rimanda.
I segno di per sé non è ciò che significa, ma ha una relazione, un nesso, una connessione con ciò che significa”
I di é è iò h i ifi h l i i iò h i ifi ”
“ Il segno è sempre una realtà storica e ciò significa che deve essere collocato in uno spazio ed in un tempo, perché il segno vive all’interno di un
contesto che dà pienezza di significato, un segno che possa creare una mediazione tra i soggetti. Un segno deve creare comunicazione. Dinanzi al segno
siamo chiamati a prendere una decisione. Porsi davanti a quel segno che la Sindone esprime, significa per ognuno capire il rimando a cui quel segno
siamo chiamati a prendere una decisione Porsi davanti a quel segno che la Sindone esprime significa per ognuno capire il rimando a cui quel segno
vuole condurre… I segni sono una conferma per la fede, ma sono anche una provocazione per la fede a crescere… Il segno ci provoca, ed il segno della
Sindone ci dice ciò che è nascosto al di là di quel volto sofferente, morto ed ucciso… La Sindone è un segno per la fede, perché Dio si lascia vedere, sa
che noi abbiamo bisogno di segni, senza dei quali non potremmo esprimere noi stessi.
Continua Fisichella: “ Quel telo ci porta a riflettere come è avvenuta la Resurrezione, domanda alla quale neanche i testi sacri danno risposta”. ( Il Telo,
aprile 1998)
32. GIUSEPPE GHIBERTI
Biblista, assistente del Custode della Sindone
,
“Se Dio ci ha lasciato la Sindone è perché le ha affidato un compito”
La domanda che mi faccio è, perché ci è data la sindone?
Ho provato a darmi una risposta. La Sindone è una creatura, che
Dio ha messo sul mio cammino.
Vuole che ne prenda atto, vuole qualcosa di più? Molte cose non
richiedono una attenzione particolare, perché o sono indifferenti o
sono addirittura oggetto di rinuncia,. Ma la Sindone non è
indifferente, perché guardandola mi sento personalmente coinvolto.
,p g p
Tanto meno mi è data per rinunciarvi, perché nella vita di molti ha
prodotto frutti di conversione. Deve dunque servire anche a me.[…]
Qualcosa mi fa dire che lì è coinvolta la vicenda di Gesù. Sarà la
tradizione di una antica devozione, sarà il rapporto più o meno
, pp p
spontaneo o immediatamente vedo tra la vicenda che ha lasciato
traccia sul telo e la vicenda della morte in croce di Gesù, ma certo
spontaneamente, parlare della Sindone porta a parlare di Gesù.
Qualcuno potrà obiettare che tirare in causa fin dall’inizio Gesù non
p
è corretto, ma in realtà non corretto sarebbe non riconoscere fin
dall’inizio che quella è la posta in gioco: perché si tratta di Gesù,
questa ricerca assume il suo appassionante valore. […] E’ Gesù
che fa andare in fibrillazione quanti si accostano al suo mistero e
q
coinvolge la vita di chi avverte la presenza di suoi interessi. […]
Non è più l’oggetto in sé che conta, ma la persona a cui
quell’oggetto mi invita spontaneamente a rivolgere l’attenzione. Da
q
questo momento la mia vita entra direttamente in dialogo con g
quella persona.[…] Chi si affaccia all’immagine sindonica sa che
da essa proviene l’invito a confessare: “ Signore mio, Dio Mio!” (Gv
20,28) […] Guardando l’immagine sindonica dico sempre “Gesù”
33. LE IMPLICAZIONI ECUMENICHE DELLA SINDONE
(Il Telo Luglio agosto 1998)
ALBERT KIM DREIBACH
Pastore anglicano
g
E’ forse stato un puro caso che quei discepoli ebrei che andavano al sepolcro, apprendessero
dell’avvenuta resurrezione dal vuoto lasciato proprio in questo sacro lino un’esperienza cosi forte da
spingerli a disperdersi in ogni angolo della terra per testimoniare la pienezza del messaggio del Vangelo?
p g p g g p p gg g
E sarà un caso che ora, nel ventesimo secolo, l’intera comunità protestante stia iniziando a riconoscere il
vero significato della Sindone?
Come San Pietro, noi che siamo apostoli della Santa Sindone, potremmo allora proclamare: “non possiedo
né oro, né argento, ma quello che ho te lo do” (At 3,6)
Quanto abbiamo è un pezzo di lino unico e significativo per il mondo intero: un ponte ecumenico di
collaborazione, per il presente, un potenziale dono di grazia per l’unità evangelica e l’evangelizzazione,
per il futuro.
34. METCHILD FLURY LEMBERG Luterana
“Il lino è tale per cui io credo che questo sia il sudario originale di
Cristo; l credo senza ombra di d bbi Q
C i lo d b dubbio. Questo tessuto è così ì
prezioso, così perfettamente intessuto e corrisponde così
perfettamente con quanto è scritto nella Bibbia[…] L’immagine è
talmente speciale che l risposta può essere soltanto i un
t l t i l h la i t ò lt t in
miracolo. Chi altri se non Cristo avrebbe avuto tanta energia?
Ed è plausibile ed ovvio per il tempo di Cristo spiegare
l Immagine{…]
l’Immagine{ ] questo il motivo per cui io credo all’autenticità
all autenticità
della Sindone”
37. Rebecca Jakson
(antropologa)
( l )
Barrie Schwortz,(Fotografo)
38. Michael Shevach
Rabbino della comunità ebraica di New York
“Chiunque può venerare la Sindone è
Chiunque Sindone,
impossibile non essere toccati emotivamente, a
livello molto profondo, davanti alla Sindone. E’
eccezionale essere circondati da così tante
persone che amano Dio.”
39. PAUL CLAUDEL: “’“’più che una
h
immagine è una presenza!”
YVES DELAGE: “Se non è lui
Se
Gesù’, dovrà essere un comune
delinquente giustiziato dai
Romani,
Romani e allora bisognerà
spiegare quella serenità, quella
maestà, quella sovrana
spiritualità che si legge su quel
volto”
FRANCOIS MAURIAC: “ Una
nuova resurrezione!”
40. OMILETICA e SINDONE
Il Biblista Teologo, Giovanni Saldarini
“Tutti gli uomini vedranno la tua salvezza”.
Tutti gli uomini vedranno la tua salvezza
“E’ grande questo spettacolo silenzioso. Parla di peccato scontato e di paradiso restituito, d’amore che “non ha
risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi”, di umiltà obbediente “ fino alla morte ed alla morte di croce” di
“obbedienza di uno solo per cui tutti sono stati costituiti giusti”. Tutto ciò naturalmente non è scritto su questo lino, nel
quale ritroviamo soltanto l t
l it i lt t le tracce d l’
del’uomo suppliziato e ucciso, ma per noi non è soltanto f il ma i
li i t i i lt t facile, inevitabile
it bil
riconoscere nella testimonianza quasi evanescente di questi segni tutto l’imponente fondamento biblico che ce ne
fornisce spiegazione. Quale grazia è allora questa per noi, che possiamo riaccostarci con tanto realismo storico al
divino mistero!
La Sindone altro non fa che offrirci un tacito segno, eppure dobbiamo riconoscere che fa anche di più, perché in
g pp p p
qualche modo ci attira nella concretezza della vicenda Gesù, che ben conosciamo, e allora non parla solo più alla
nostra capacità di vedere, ma anche alla nostra capacità di partecipare, di amare e di essere coinvolti”
(Omelia 18 aprile 1998)
“Alitò su di loro e disse: - Ricevete lo Spirito Santo e mostrò loro le mani ed il costato I discepoli gioirono nel vedere il
Alitò costato.
Signore” ( GV 20,20)
Mani e costato! Le avete contemplate, poco fa, sostando davanti al lino della Sindone. E non solo le mani ed il costato,
ma tutte le ferite, le piaghe, le lacerazioni, le lividure, il sangue, di cui è rivestito, come di un manto purpureo, il
Crocifisso.
Il mattino d ll P
tti della Pasqua, quelle f it sono scomparse…
ll ferite
Quasi purificate ed eliminate da una elaborazione al computer. I segni del martirio cruento ci sono tutti, dal primo
all’ultimo, ma la Resurrezione li ha trasformati: nel sole di Pasqua sono una fiamma, rifulgono di gloria. Il Risorto li
mostra ai discepoli per dir loro che è proprio Lui, che non abbiamo paura di vedere un fantasma: ma, insieme, per far
loro capire che egli vive ormai una vita nuova dove la sofferenza è superata e ogni ombra bandita per sempre; per
renderli persuasi- essi ancora chiusi nella paura- di quali meraviglie sia capace l’amore onnipotente di Dio che suscita
dal dolore la gioia, dalla morte la vita”
( omelia del 19 aprile 1998)
41. CAMILLO RUINI
Nell’omelia tenuta nel Duomo Torinese durante l’ostensione del 2000 disse:
“abbiamo contemplato questo antico Lenzuolo attraverso di esso ci siamo in
abbiamo Lenzuolo,
qualche modo immersi nella realtàfisicità della Passione di Gesù. Il Lenzuolo
non ci parla solo della morte in croce, è il sudario che Pietro e Giovanni, entrati
nel sepolcro già vuoto del corpo di Gesù trovarono piegato a parte e Giovanni
sepolcro, Gesù, parte,
dice che allora “vide e credette”
CRISTOPH SHONBORN
“ E’ commovente pensare che sia l’immagine di Gesù così come è stato messo
nella tomba, come lo ha visto la madre dopo la crocifissione. La Sindone, anche
secondo le ultime ricerche scientifiche, non è l’immagine d i un defunto, ma di
uno che è risorto, è la testimonianza del sepolcro vuoto. E fa riflettere il fatto
che il Signore abbia voluto far pervenire la Sindone, immagine di un martire,
g p , g ,
fino a questo secolo, che è il secolo dei martiri”.
42. PAOLO VI
“Il volto di Cristo ivi raffigurato, ci appare così vero, così profondo, così umano e divino, quale
in nessun altra immagine avevamo potuto ammirare e venerare. Fu quello per noi un momento
d’incanto singolarew. Q l
d’ l Qualunque sia il giudizio storico e scientifico che valenti studiosi
l d f h l d
vorranno esprimere circa codesta sorprendente e misteriosa reliquia, noi non possiamo esimerci
dal far voti che essa valga a condurre i visitatori non solo ad una assorta osservazione sensibile
dei lineamenti esteriori e morali della meravigliosa figura del Salvatore, ma possa altresì
introdurli in una più penetrante visione del suo recondito e affascinante mistero.
Noi pensiamo all’ansioso desiderio che la presenza di Gesù nel Vangelo suscitava nel vederlo:
più per curiosità, attrazione.[…] Si noi ripensiamo a quel volto benedetto, che nella notte della
trasfigurazione sul monte, abbaglia gli occhi esterefatti d i tre di
fi i l bb li li hi f i dei discepoli i una apparizione
li in i i
indimenticabile, quasi esoterica, teologica che Gesù apre davanti a loro, ma che poi, all’ultima
cena, quando uno con un ingenuo trasporto gli chiede di fargli vedere il Padre invisibile e
ineffabile dichiara: “ Chi vede me vede il Padre” (Gv, 14,9)
Padre
Quale fortuna, quale mistero vedere Gesù, Lui, proprio Lu!
Ma per noi lontani nel tempo e nello spazio, questa beatitudine è sottratta?
Come anche noi potremo fissare lo sguardo in quel viso umano, che in Lui rifulge quale Figlio
di Di e Fi li i d ll’
Dio Figlioi dell’uomo? ?
Siamo forse anche noi, come i viandanti sul cammino di Emmaus con gli occhi annebbiati, che
non riconobbero Gesù risorto nel pellegrinaggio che li accompagnava? ( Lc, 24,16)
43. GIOVANNI PAOLO II
PROVOCAZIONE ALL’INTELLIGENZA
“Essa chiede innanzitutto l’impegno di ogni
uomo, in particolare del ricercatore, di
cogliere con umiltà il messaggio profondo
della vita”
SPECCHIO DEL VANGELO
“L’immagine ha un rapporto così profondo
con quanto i vangeli raccontano della
p
passione e morte di Gesù che ogni uomo
g
sensibile si sente interiormente toccato e
commosso nel contemplarla”
IMMAGINE DELLA SOFFERENZA UMANA
“essa ricorda all’uomo moderno, spesso
distratto dal benessere e dalle conquiste
tecnologiche, il d
t l i h dramma di t ti f t lli”
tanti fratelli”
44. IMMAGINE DELL’AMORE DI DIO
“ La Sindone sussurra: credi nell’amore di Dio, il più grande tesoro donato all’umanità, e fuggi
dal peccato, la più grande disgrazie della storia”
peccato storia
IMMAGINE DI IMPOTENZA
“ Ognuno è scosso dal pensiero che nemmeno il Figlio di Dio abbia resistito alla forza della
morte, ma tutti ci commuoviamo al pensiero che egli ha talmente partecipato alla nostra
condizione umana da volersi sottoporre all’impotenza totale del momento in cui la vita si
spegne
spegne”
IMMAGINE DEL SILENZIO
C’è un silenzio tragico dell’incomunicabilità, che ha dalla morte la sua massima espressione,
e c’è il silenzio della fecondità, che è proprio di chi rinuncia a farsi sentire all’ esterno per
raggiungere nel profondo le radici della verità e della vita.
La Sindone esprime non solo il silenzio della morte ma anche il silenzio coraggioso e fecondo
morte,
del superamento dell’effimero, grazie all’immersione totale nell’eterno presente di Dio” (
Torino, 24 maggio, 1998)
45. LA SINDONE E I SANTI
San Carlo Borromeo
Beato Sebastiano Valfrè
46. LA SINDONE E I MISTICI:
Anna C t i E
A Caterina Emmerich
i h
…il suo petto era tutto staziato, le spalle i
gomiti e i polsi t i fi
iti l i tesi fino alla di l
ll dislocazione; il
i
msangue delle mani colava lungo le braccia.
Il torace s’era rialzato, l’addome era cavo
rientrato…, il corpo era tutto ricoperto di
piaghe, di li id
i h lividure, di macchie nere, t
hi turchine
hi
e gialle; le ferite riaperte dallo stirar delle
membra colavano qui e là questo sangue che
prima rosso vivo divenne più tardi pallido
bianco…le sue gambe erano l
bi l b lunghe e i garetti
h tti
nervosi, i piedi di bella forma e solidamente
costrutti…le mani erano belle con dita
lunghe delicate…il capo di belle proporzioni
e non troppo grosso la fronte alta spaziosa
grosso, spaziosa,
il volto di un ovale purissimo e i capelli di un
bruno dorato, separati al sommo della fronte
e ricadenti sulle spalle; la barba nera, lunga,
ma appuntita e separata in ndue sotto il
mento.
Ora la sua capigliatura era in parte
strappata e raggrumata di sangue, il corpo
era una piaga sola le ossa delle costole
sola…le
fortemente rilevate ed in certi punti messe a
nudo attraverso la pelle lacerata…”
48. MARIA VALTORTA
Il velo della Veronica è un pungolo alla vostra
anima scettica. Confrontate, voi che procedete per
, p p
aridi esami, o razionalisti, o tiepidi, o vacillanti
nella fede, il volto del Signore è quello della
Sindone. L’uno è il volto di un vivo, l’altro quello di
q
un morto. Ma lunghezza, larghezza, caratteri
somatici, forma, caratteristiche, sono uguali.
Sovrapponete le immagini. Vedrete che
corrispondono. Sono io. Io ho voluto ricordarvi
come ero divenuto per amore di voi. Se non foste
dei perduti, dei ciechi, dovrebbero bastare quei
due volti a portarvi all’amore, al pentimento a Dio.
(Dal poema dell’Uomo Dio)
50. LA SINDONE E LA BIBBIA
Il più bello tra i figli degli uomini, dalla
pianta dei piedi alla sommità del capo, non
ha nulla di sano: martoriato dalle spine, p
sfigurato dalle percosse, scarnificato dai
flagelli, ferito dalle cadute, trafitto dai chiodi,
sembra abbia voluto assumere su di sé tutti i
dolori umani…
“Non ha apparenza né bellezza per attirare
Non
i nostri sguardi…”(Is 53)
“ Il mio cuore è come cera, si fonde in mezzo alle tue
cera
viscere… Hanno scavato le mie mani e i miei piedi “
(Salmo 23)
Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto…
Non gli verrà spezzato alcun osso”( Zaccaria 12)
E’ avvolto in un mantello intriso di Sangue,
il suo nome è verbo di Dio” ( Apocalisse 19,13)
55. Subito dopo la morte occorre: chiudere gli
occhi, legare la mandibola, occludere gli orifizi
del l l
d l volto, lavare il cadavere, ungerlo con varie
l d l
specie di aromi, avvolgerlo con tela bianca e
coprirgli il volto con un sudario. Da questo
l l l d
punto di vista, ma anche il Sudario di Oviedo,
paiono corrispondere alla pratica giudaica del
d ll d d l
lutto.
56. LA PEDAGOGIA DEL VEDERE
IGNACE DE LA POTTERIE
Guardare per credere, il famoso gesuita Ignace
De La Potterie ha spiegato come Gesù abbia fatto
ricorso alla pedagogia del vedere. Il punto di
p
partenza è ciò che si vede con mi nostri occhi di
carne. Si comincia dai segni, come il sepolcro
vuoto o il giardiniere nel quale si imbatte
Miriam di Magdala, che poi riconosce in lui Gesù.
E’ una progressione, la Sindone e il sepolcro
vuoto ci mettono sulla via del Risorto che ci dà
testimonianza di sé Per usare l’immagine di un
sé. l immagine
teologo è come un “segnale stradale” sulla via di
dai morti.
64. “Dopo un intimo tormento vedrà la luce”
(ISAIA 53, 11)
53
IL VOLTO DELLA SINDONE E’ QUELLO DI CHI
E
E’ MORTO PER ENTRARE NELLA VITA
VITA…
Su di esso sono diffusi sentimenti di dolore calmo, di
tristezza mite, uniti ad un atteggiamento di serenità e di
sovranità. Ha gli occhi chiusi, ma non sembra morto, pare
un dormiente che s’abbia a risvegliare da un momento
all’altro”.
“QUALCOSA DI DIVINO
QUALCOSA DIVINO…
Qualcosa di divino aleggia sul volto martoriato ma pieno di
maestà del Cristo della Sindone. Il volto di Cristo della
Sindone è come un limite, una parte che separa due mondi:
il mondo degli uomini, pieno di agitazione, di violenza di
peccato, e il mondo di Dio, inaccessibile al male.
E’ una riva su cui si i f
i i i infrangono t tt l onde. C
tutte le d Come se i in
Cristo, Dio dicesse alle forze del male ciò che nel libro di
Giobbe dice all’Oceano: “ Fin qui giungerai e non oltre, e qui
si infrangerà l’orgoglio delle tue onde” ( P. Raniero
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Cantalamessa)