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Cosa possono offrire al mondo
      dell'educazione?
                Maria Grazia Fiore
               Docente e formatrice
 Responsabile formazione e didattica BBN Editrice

          mariagrazia.fiore@bibienne.com
The Cape Town Open Education Declaration




Logo dell'Open Society Institute




                                   Promossa dall'Open Society Institute e
                                   sottoscritta da più di 2000 persone e più di
                                   200 organizzazioni (nessuna delle quali
                                   italiana), la Cape Town Open Education
                                   Declaration propone una *definizione
                                   multidimensionale di Open Education*,
                                   che abbraccia contenuti, tecnologie,
                                   metodologie.
The Cape Town Open Education Declaration




                 "L'educazione aperta non è limitata solo alle
                 *risorse didattiche aperte*, ma si fonda
                 anche su *tecnologie aperte*, in grado di
                 facilitare un apprendimento collaborativo e
                 flessibile, e sull'*aperta condivisione di
                 tecniche didattiche* che permettano ai
                 docenti di giovarsi delle migliori idee dei loro
                 colleghi".
Schema con articolazione dell'Open Education
in: contenuti, tecnologie, metodologie
"Un'educazione aperta si
basa sul principio che tutti
devono essere liberi di
usare, *adattare alle
proprie esigenze*,
migliorare e redistribuire le
risorse senza restrizioni".
Adattare alle esigenze
del docente o dello
studente?
Il libro di testo a stampa è un mediatore didattico
   *naturalmente selettivo* in quanto pensato:
• per un *alunno “tipo”*
• con un *funzionamento* cognitivo e sensoriale
   *“nella norma”*
• con dei *contenuti prestabiliti* nella tematica e
   nel grado di approfondimento.
Per approfondire l'argomento “Libri di testo e disturbi di apprendimento”:

http://tinyurl.com/6jpnrff [mappa su Mindomo]

http://tinyurl.com/c4kznlr [versione html]
Ecco perché le *Linee guida per l’integrazione scolastica degli
alunni con disabilità* (2009, 18) sottolineano
“…la necessità che i docenti predispongano i *documenti per lo
studio o per i compiti a casa in formato elettronico,* affinché
possano risultare facilmente accessibili agli alunni che utilizzano
ausili e computer per svolgere le proprie attività di apprendimento.
A questo riguardo risulta utile una diffusa conoscenza delle nuove
tecnologie per l’integrazione scolastica, anche in vista delle
*potenzialità aperte dal libro di testo in formato elettronico*".
The Cape Town Open Education Declaration



        "Invitiamo insegnanti, autori, editori e istituzioni a
        rilasciare [queste risorse] sotto licenze che ne
        facilitino l'uso, la modifica, la traduzione, il
        miglioramento e la condivisione da parte di
        chiunque.

        Le risorse dovrebbero essere pubblicate in formati
        che facilitino sia l'uso sia la pubblicazione e che
        siano compatibili con le diverse piattaforme
        tecniche.

        Per quanto possibile, dovrebbero anche essere
        disponibili in formati accessibili a persone disabili
        ed a persone che ancora non hanno accesso a
        Internet...
The Cape Town Open Education Declaration



        "Invitiamo *insegnanti, autori, editori e
        istituzioni* a rilasciare [queste risorse] sotto
        licenze che ne facilitino l'uso, la modifica, la
        traduzione, il miglioramento e la condivisione da
        parte di chiunque...”




                                           Immagine: www.argazkiak.org
The Cape Town Open Education Declaration




           "Le risorse dovrebbero essere pubblicate in
           *formati* che facilitino sia l'uso sia la
           pubblicazione e che siano *compatibili* con
           le diverse piattaforme tecniche.

           Per quanto possibile, dovrebbero anche
           essere disponibili in formati *accessibili* a
           persone disabili ed a persone che ancora non
           hanno accesso a Internet...
Devono favorire un apprendimento collaborativo e flessibile,
permettendo a docenti e studenti di *creare, usare, adattare
e migliorare le risorse educative aperte*...
Qualche esempio pratico...
[Gli esempi proposti sono tratti dal testo
“Lezione aperta” di M. G. Fiore, edito da
BBN editrice e parzialmente disponibile
sotto licenza CC.
Si rimanda allo specifico modulo “La
techne” - http://tinyurl.com/cqf6jc3 - per
maggiori approfondimenti]
“Costruire un modello di cellula”
                     http://www.didasfera.it/visioni-condivise?unita=1427


“Nel primo esempio, l'esperienza è stata svolta a casa e ha
riguardato la costruzione di un modello di cellula, scegliendo
autonomamente materiali e procedimento.
Attraverso la predisposizione di un percorso visivo che
esplicita le fasi del processo e permette di commentarle e
ripercorrerle (in maniera guidata e/o autonoma) secondo
necessità, si è realizzato un *documento con cui si
condivide la metodologia utilizzata e si favorisce la
replica dell'esperienza in altri contesti e/o con altri
studenti.*”

Fiore M. G. (2012), "Lezione aperta - Lo sguardo, lo spazio, la techne", Visioni Condivise, 3, dir. M. G.
    Fiore, Torino: BBN Editrice.
[L'immagine mostra la circolarità tra le fasi di documentazione del percorso che parte dall'esperienza e
dalle sue fotografie, per riorganizzarla cognitivamente e visivamente tramite una mappa fatta con xmind,
che viene poi trasformata in un documento di testo attraverso la sua “linearizzazione”.]
[Screenshot della mappa realizzata con xmind che scandisce la documentazione del percorso in 4
fasi: 1) ricerca di esperienze simili; 2) Scelta testi e immagine di riferimento; 3) Definizione percorso
operativo; 4) Implementazione del percorso.]
[L'immagine mostra il passaggio tra mediatori didattici diversi. L'esperienza (mediazione attiva) viene
riorganizzata visivamente e commentata nelle sue varie fasi attraverso uno schema integratore,
rappresentato dalla mappa in xmind (mediazione iconica). La linearizzazione della mappa produce un
testo scritto (mediazione simbolica) ricco di immagini esplicative, che permette di ripercorrere e
riprodurre l'esperienza.]
Finalità del processo

  creare uno sfondo integratore dell'attività

  documentare la metodologia per condividerla con il docente

  supportare visivamente la ricostruzione dell'esperienza e la
produzione scritta

Finalità del prodotto

  fornire supporto visivo per la presentazione orale dell'esperienza

  fornire un modello di lavoro generalizzabile anche ad altre attività
didattiche che implichino una mediazione didattica attiva

  creare un archivio di risorse didattiche condivisibili e riutilizzabili dai
docenti e dagli studenti
Altro esempio... “Lezione aperta”
     http://www.didasfera.it/visioni-condivise?unita=1441
“Organizzata in base alle macrofunzionalità descritte in
un articolo universitario sul tema,*la mappa sfrutta una
serie diversificata di strumenti di social networking
per realizzare l'eportfolio di ciascuno studente.*

Le mappe prodotte sono state discusse e argomentate
durante la lezione aperta che ha segnato la fine del
corso, dando vita a una *performance valutativa di
tipo* più *seminariale* rispetto al formato tradizionale
dell'esame universitario.”


               http://www.didasfera.it/visioni-condivise?unita=1441
adottare le tecniche didattiche
sviluppate sulla collaborazione,
sulla *scoperta e sulla
creazione di conoscenza*...

*invitare* omologhi e colleghi
*a partecipare*...
Dare la possibilità allo studente di integrare,
modificare o arricchire in maniera diversa i
contenuti di un corso, comporta l'implicita
accettazione di un *diverso modello di
insegnamento* (o almeno di un'apertura in tal
senso), includendo la valorizzazione
dell'esperienza che i singoli possono aver
maturato altrove...
L'etica scientifica richiede
un modello in cui le teorie
vengano sviluppate
collettivamente, e i loro
difetti percepiti e
gradualmente eliminati per
mezzo di una critica fornita
dall'intera comunità
scientifica (p.59)
Un punto di forza fondamentale del
modello di apprendimento hacker
sta nel fatto che ciò che uno di essi
impara poi lo insegna agli altri.
Quando un hacker studia il codice
sorgente di un programma, spesso
lo sviluppa ulteriormente, di modo
che altre persone possano imparare
da questo lavoro.
Quando un hacker controlla le fonti
di informazione divulgate in Rete,
spesso aggiunge informazioni utili
desunte dalla propria esperienza.
Intorno ai vari problemi si sviluppa
una discussione continua, critica,
evolutiva. (p.63)
Immagine:
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Le OER...
... possono essere uno strumento per avvicinarsi al
    modello di apprendimento hacker?
… possono essere il primo passo per la costruzione di
 una comunità docente che vada oltre la somma
 delle singole professionalità?
                                         Pensiamoci.

    Sitografia: http://tinyurl.com/bfrp6tc

    Blog personale:
    http://speculummaius.wordpress.com

    E-mail: mariagrazia.fiore@bibienne.com


                                             Grazie!

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Open Educational Resources. Cosa possono offrire al mondo dell'educazione?

  • 1. Immagine: anulik:edublogs.org Cosa possono offrire al mondo dell'educazione? Maria Grazia Fiore Docente e formatrice Responsabile formazione e didattica BBN Editrice mariagrazia.fiore@bibienne.com
  • 2. The Cape Town Open Education Declaration Logo dell'Open Society Institute Promossa dall'Open Society Institute e sottoscritta da più di 2000 persone e più di 200 organizzazioni (nessuna delle quali italiana), la Cape Town Open Education Declaration propone una *definizione multidimensionale di Open Education*, che abbraccia contenuti, tecnologie, metodologie.
  • 3. The Cape Town Open Education Declaration "L'educazione aperta non è limitata solo alle *risorse didattiche aperte*, ma si fonda anche su *tecnologie aperte*, in grado di facilitare un apprendimento collaborativo e flessibile, e sull'*aperta condivisione di tecniche didattiche* che permettano ai docenti di giovarsi delle migliori idee dei loro colleghi".
  • 4. Schema con articolazione dell'Open Education in: contenuti, tecnologie, metodologie
  • 5. "Un'educazione aperta si basa sul principio che tutti devono essere liberi di usare, *adattare alle proprie esigenze*, migliorare e redistribuire le risorse senza restrizioni".
  • 6. Adattare alle esigenze del docente o dello studente?
  • 7. Il libro di testo a stampa è un mediatore didattico *naturalmente selettivo* in quanto pensato: • per un *alunno “tipo”* • con un *funzionamento* cognitivo e sensoriale *“nella norma”* • con dei *contenuti prestabiliti* nella tematica e nel grado di approfondimento.
  • 8. Per approfondire l'argomento “Libri di testo e disturbi di apprendimento”: http://tinyurl.com/6jpnrff [mappa su Mindomo] http://tinyurl.com/c4kznlr [versione html]
  • 9.
  • 10. Ecco perché le *Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità* (2009, 18) sottolineano “…la necessità che i docenti predispongano i *documenti per lo studio o per i compiti a casa in formato elettronico,* affinché possano risultare facilmente accessibili agli alunni che utilizzano ausili e computer per svolgere le proprie attività di apprendimento. A questo riguardo risulta utile una diffusa conoscenza delle nuove tecnologie per l’integrazione scolastica, anche in vista delle *potenzialità aperte dal libro di testo in formato elettronico*".
  • 11. The Cape Town Open Education Declaration "Invitiamo insegnanti, autori, editori e istituzioni a rilasciare [queste risorse] sotto licenze che ne facilitino l'uso, la modifica, la traduzione, il miglioramento e la condivisione da parte di chiunque. Le risorse dovrebbero essere pubblicate in formati che facilitino sia l'uso sia la pubblicazione e che siano compatibili con le diverse piattaforme tecniche. Per quanto possibile, dovrebbero anche essere disponibili in formati accessibili a persone disabili ed a persone che ancora non hanno accesso a Internet...
  • 12. The Cape Town Open Education Declaration "Invitiamo *insegnanti, autori, editori e istituzioni* a rilasciare [queste risorse] sotto licenze che ne facilitino l'uso, la modifica, la traduzione, il miglioramento e la condivisione da parte di chiunque...” Immagine: www.argazkiak.org
  • 13. The Cape Town Open Education Declaration "Le risorse dovrebbero essere pubblicate in *formati* che facilitino sia l'uso sia la pubblicazione e che siano *compatibili* con le diverse piattaforme tecniche. Per quanto possibile, dovrebbero anche essere disponibili in formati *accessibili* a persone disabili ed a persone che ancora non hanno accesso a Internet...
  • 14. Devono favorire un apprendimento collaborativo e flessibile, permettendo a docenti e studenti di *creare, usare, adattare e migliorare le risorse educative aperte*...
  • 16. [Gli esempi proposti sono tratti dal testo “Lezione aperta” di M. G. Fiore, edito da BBN editrice e parzialmente disponibile sotto licenza CC. Si rimanda allo specifico modulo “La techne” - http://tinyurl.com/cqf6jc3 - per maggiori approfondimenti]
  • 17. “Costruire un modello di cellula” http://www.didasfera.it/visioni-condivise?unita=1427 “Nel primo esempio, l'esperienza è stata svolta a casa e ha riguardato la costruzione di un modello di cellula, scegliendo autonomamente materiali e procedimento. Attraverso la predisposizione di un percorso visivo che esplicita le fasi del processo e permette di commentarle e ripercorrerle (in maniera guidata e/o autonoma) secondo necessità, si è realizzato un *documento con cui si condivide la metodologia utilizzata e si favorisce la replica dell'esperienza in altri contesti e/o con altri studenti.*” Fiore M. G. (2012), "Lezione aperta - Lo sguardo, lo spazio, la techne", Visioni Condivise, 3, dir. M. G. Fiore, Torino: BBN Editrice.
  • 18. [L'immagine mostra la circolarità tra le fasi di documentazione del percorso che parte dall'esperienza e dalle sue fotografie, per riorganizzarla cognitivamente e visivamente tramite una mappa fatta con xmind, che viene poi trasformata in un documento di testo attraverso la sua “linearizzazione”.]
  • 19. [Screenshot della mappa realizzata con xmind che scandisce la documentazione del percorso in 4 fasi: 1) ricerca di esperienze simili; 2) Scelta testi e immagine di riferimento; 3) Definizione percorso operativo; 4) Implementazione del percorso.]
  • 20. [L'immagine mostra il passaggio tra mediatori didattici diversi. L'esperienza (mediazione attiva) viene riorganizzata visivamente e commentata nelle sue varie fasi attraverso uno schema integratore, rappresentato dalla mappa in xmind (mediazione iconica). La linearizzazione della mappa produce un testo scritto (mediazione simbolica) ricco di immagini esplicative, che permette di ripercorrere e riprodurre l'esperienza.]
  • 21. Finalità del processo  creare uno sfondo integratore dell'attività  documentare la metodologia per condividerla con il docente  supportare visivamente la ricostruzione dell'esperienza e la produzione scritta Finalità del prodotto  fornire supporto visivo per la presentazione orale dell'esperienza  fornire un modello di lavoro generalizzabile anche ad altre attività didattiche che implichino una mediazione didattica attiva  creare un archivio di risorse didattiche condivisibili e riutilizzabili dai docenti e dagli studenti
  • 22. Altro esempio... “Lezione aperta” http://www.didasfera.it/visioni-condivise?unita=1441
  • 23. “Organizzata in base alle macrofunzionalità descritte in un articolo universitario sul tema,*la mappa sfrutta una serie diversificata di strumenti di social networking per realizzare l'eportfolio di ciascuno studente.* Le mappe prodotte sono state discusse e argomentate durante la lezione aperta che ha segnato la fine del corso, dando vita a una *performance valutativa di tipo* più *seminariale* rispetto al formato tradizionale dell'esame universitario.” http://www.didasfera.it/visioni-condivise?unita=1441
  • 24. adottare le tecniche didattiche sviluppate sulla collaborazione, sulla *scoperta e sulla creazione di conoscenza*... *invitare* omologhi e colleghi *a partecipare*...
  • 25. Dare la possibilità allo studente di integrare, modificare o arricchire in maniera diversa i contenuti di un corso, comporta l'implicita accettazione di un *diverso modello di insegnamento* (o almeno di un'apertura in tal senso), includendo la valorizzazione dell'esperienza che i singoli possono aver maturato altrove...
  • 26. L'etica scientifica richiede un modello in cui le teorie vengano sviluppate collettivamente, e i loro difetti percepiti e gradualmente eliminati per mezzo di una critica fornita dall'intera comunità scientifica (p.59)
  • 27. Un punto di forza fondamentale del modello di apprendimento hacker sta nel fatto che ciò che uno di essi impara poi lo insegna agli altri. Quando un hacker studia il codice sorgente di un programma, spesso lo sviluppa ulteriormente, di modo che altre persone possano imparare da questo lavoro. Quando un hacker controlla le fonti di informazione divulgate in Rete, spesso aggiunge informazioni utili desunte dalla propria esperienza. Intorno ai vari problemi si sviluppa una discussione continua, critica, evolutiva. (p.63)
  • 28. Immagine: anulik:edublogs.org Le OER... ... possono essere uno strumento per avvicinarsi al modello di apprendimento hacker? … possono essere il primo passo per la costruzione di una comunità docente che vada oltre la somma delle singole professionalità? Pensiamoci.
  • 29. Sitografia: http://tinyurl.com/bfrp6tc  Blog personale: http://speculummaius.wordpress.com  E-mail: mariagrazia.fiore@bibienne.com Grazie!