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L’URLO
Il giornalino a cura
del Ce.I.s. VITERBO
“Arrivando ci si trova al cancello
davanti ad un posto di naturale bellezza.”
Alberto
“Questo lavoro mi piace.”
Ilaria, Operatrice
“Devo accontentarmi di quello che ho e dare il
valore che non ho mai dato alle cose”
Fabio
N°1. Aprile 2014
Perché “L’ URLO”?
Senza volerlo, i ragazzi ospiti della
Palanzana, hanno scelto come nome del
giornalino “L’Urlo”, a me piace accostarlo
all’espressione delle cinque emozioni
fondamentali: paura, collera, dolore,
amore, piacere. Il bambino quando si
affaccia, dallo stato gioioso del seno
della madre, sulla terra esprime con un
urlo, se tutto va bene, l’arcobaleno delle
emozioni, che inizia con la paura, e via
via diventa collera e poi dolore, fino a
trasformarsi in piacere e amore quando
viene abbracciato e accostato al seno.
Questo urlo, assopito nell’animo umano
fino a quando non vede la luce, è associato
alla vita. Infatti qualcuno ha detto che la
paura protegge la vita. Non dimentichiamo
che la paura è fondamentale per la
sopravvivenza. Fisiologicamente, stimola
ad agire, a fuggire a non rimanere in uno
stato di impotenza e di immobilismo.
La collera promuove la vita.
Nell’espressione della rabbia ci si sente
consapevoli di sé e di avere un’identità
totale. Si diventa coscienti del fatto che
è un diritto essere amati. Io sono amabile
perché esisto, sono io. Il dolore procura la
vita.
Basta pensare allo scrigno che racchiude
il parto oppure quando si condivide un
grande dolore, questo miracolosamente
si affievolisce. Il piacere che celebra
la vita e l’amore che produce la vita. Il
datore della vita ha inserito il piacere
nell’atto sessuale, per proclamare la vita
e farlo crescere attraverso un rapporto
d’Amore nel grembo di una donna.
Questi grandi fiumi, le emozioni, con tanti
affluenti, che sono i sentimenti, hanno
origine tutte da una grande sorgente
il senso che propone la vita. I grandi
problemi dell’uomo che danno origine al
vuoto esistenziale si manifestano quando
non c’è consapevolezza ed espressione
adeguata delle emozioni.
Nel disordine emozionale sbocciano le
incomprensioni nelle relazioni umane.
Le emozioni profonde di dolore, collera,
paura e il bisogno di amore devono
essere cacciati fuori dall’inconscio
altrimenti continueranno a condizionare
i comportamenti, i sentimenti e gli
atteggiamenti dell’individuo.
Una volta sperimentati, attraverso il grido,
i propri sentimenti più profondi, ci si sente
alleggeriti, in parte, nel peso emotivo. La
corazza difensiva inizia a disintegrarsi e
lentamente l’essere umano inizia a far
pace con la sua propria storia.
Attraverso questo metodo l’individuo si
riappropria di se stesso e sente il piacere
di essere e di vivere la propria vita.
Questo senso piacevole di sé e degli altri
può portare a una vita più libera e felice.
Malgrado il duro lavoro che comporta la
modificazione di certi schemi e copioni
di vita sclerotizzati da lungo tempo, ogni
persona si ritrova soltanto ad un grido
sincero dalla gioia di vivere la vita.
Tonino Cane
“Benvenuti a tutti nel luogo
dove si concretizza e prende
vita l’urlo della speranza.”
1 2
UN GIORNALINO
TUTTO PER NOI
Stiamo facendo in questi giorni, un
giornalino tutto per noi, il titolo è venuto
fuori dopo aver votato all’unanimità.
Èstatasceltaunaparolacherispecchiasse,
il più possibile, il nostro essere, è venuto
fuori “L’Urlo”; è piaciuto molto anche alla
nostra insegnante e a tutto lo staff. Siamo
una decina di residenti al momento e con
tutti gli operatori, ci sentiamo come una
famiglia.
C’è poi una persona in particolar modo
che sento molto vicina: Don Alberto,
un animo col cuore immenso. Sono
più di trent’anni che mette la sua vita a
disposizione degli ultimi.
Per molto tempo mi sono sentito parte
di questi cosa che, a partire da oggi, non
voglio più essere.
Colgo questa occasione per ringraziarti
“Don” dirti che tutto quello che stai
facendo per me è un piccolo dono e ogni
giorno che passa è una giornata in più
senza droga.
Sappiamo che a te fa molto piacere fare
questo giornalino. Personalmente ci sto
mettendo molto impegno e mi auguro
che i nostri articoli possano essere letti
dagli altri che verranno dopo di noi.
Non so come le persone che “lavorano”
qui siano state scelte ma ognuna, a suo
modo, mi sta dando qualcosa, ho voluto
mettere la parola lavorano tra virgolette
perché ritengo che questo non è come
tutti i lavori ma sia qualche cosa di più.
Non posso che ringraziare tutti.
(Roberto)
L’URLO
VORREI DIRVI
CHE...
Questo lavoro mi piace.
Non ho ancora capito bene, se sono stata
io a sceglierlo o se il lavoro ha scelto me.
Certo è che dal 2001, “giro” per il Ceis di
Viterbo, e da allora mi ritrovo a costruire ,
smontare, rivedere, esperire e più di tutto
ad aggiustare il tiro ogni volta, rispetto a ciò
che questo lavoro mi chiede.
La cosa che amo di più è che non ho a
che fare con cose, macchine, ma che sto
insieme a delle persone che cercano di
cambiare, bene o male, la loro situazione.
E’ affascinante perchè il rumore più forte
è quello delle emozioni, dei sentimenti e
del proprio stato d’animo. Per questo ci si
trova a parlare e discutere qualche volta
Ho sempre pensato che l’operatore è un
po’ un bastone che serve a sostenere chi
ha bisogno di un appoggio per una lunga
e faticosa camminata.
Che questo bastone è necessario per
un periodo relativamente breve , fino a
che “qualcuno” non riesce di nuovo a
camminare da solo. Perciò vorrei dirvi
che .....chi lavora con voi e per voi non
è lontano per niente da ciò che sentite
e provate , che alcune volte Þ difficile
trovarsi d’accordo perchè ciascuno tiene
al proprio pensiero, ma so anche che qui
l’univa forza che posso avere è che credo
al valore di ciò che in questo programma
di lavoro ho imparato.
(Ilaria, Operatrice)
“Questo lavoro mi piace.”
Ilaria, Operatrice
“La cosa che amo di più è che non
ho a che fare con cose, macchine,
machestoinsiemeadellepersone
che cercano di cambiare, bene o
male, la loro situazione.”
43
LA MIA VECCHIA
Chiudo l’occhi e vedo a vecchia,
sporca ncappucciata de sta cappa
che la gente se ne scappa.
Io, invece, che n’de sta città ce so nato,
li piedi a mollo me so sempre aritrovato.
Tra la gente e li turisti
semo tutti aromanisti,
er civitavecchiese è na razza strana
o lo si odia o lo si ama.
Come il callo s’avvicina,
sta città s’arimbambina,
tra le bombe che l’ha distrutta
se l’è vista davvero brutta.
Al giorno d’oggi è n’avventura
A nun amatte da paura.
A ritroso vo nel tempo
e pulita te rivedo dar vento.
Apro l’occhi è sempre buia
sta città nun m’annoia.
Er profumo der tu mare
me la porta ad amare.
Brutta, buia, inquinata
sta città l’ho sempre amata.
Te desidero e te vojo
vecchia mia, io te sogno.
Lo diceva pure er mi nonno
“sei la città più bella ar monno”.
SORIANO NEL
CIMINO
Soriano è un paese molto panoramico,
costruito sotto la montagna che è la
Faggeta. Quello che ti colpisce è il centro
storico perché dominato dal castello Orsini,
si trova in provincia di Viterbo nel nord del
Lazio.
Il paese è abitato da 8700 abitanti. La festa
che è molto simbolica del paese è la sagra
delle castagne, conosciuta perché ci sono
quattro Rioni (il S. Giorgio, la Rocca, il
Papacqua, la Trinità) e ognuno si esibisce
con dei cortei che si svolgono la prima e la
seconda settimana di Ottobre.
Ci sono gli sbandieratori gli spadaccini e
il drago ma quello che ti colpisce di più
è il Rione Rocca per la sua particolare
rievocazione storica che lo rende il rione
più importante.
Qui siamo un gruppo di ragazzi e con
alcuni mi confido, spero di continuare così
perché i cambiamenti iniziano già a vedersi
e voglio continuare così.
Forza Stefano che hai un obiettivo da
raggiungere!
(Stefano)
5 6
CONSIGLI UTILI AI
RAGAZZI DI TUTTE
LE ETA’
“Premetto che nessuno si può permettere
conarroganzadiimporrelesueesperienze,
ma solo consigliare a chi affronta questo
camminochelacosapiùgiustaèascoltare”
* Non interrompere mai l’operatore che ti
sta rimandando delle cose, considerando
che nella vita non abbiamo mai ascoltato
nessuno.
* Prendersi del tempo prima di ribattere
alle domande che ti vengono poste, in
modo tale da sentire veramente quello
che provi rispondendo
* Buttarsi nei rapporti con gli altri perchè
un domani saranno proprio loro che ti
salveranno la vita
* Non tenersi dentro quello che si vive
* Affidarsi totalmente agli operatori
*Andarecontrolegiornate“no”affrontando
gli stati d’animo negativi
*Prefissarsidegliobiettiviabrevescadenza
* Finire ciò che si inizia , non lasciando
niente al caso
* Essere umili con se stessi senza
raccontarsi favole
* Essere testardi sulle cose che contano e
imporsi alla negatività
(Valerio)
87
INTERVISTA A
FABIO
---quali sono i ricordi più belli cha hai da
bambino?
Quando mio padre mi ha comprato un
ovetto kinder , mi costrui’ un veliero dopo
che ero stato all’ospedale e quando girò
un filmimo a me e mia sorella con una
vecchia cinepresa.
---qual è la gioia più grande che hai avuto
fino ad ora?
La nascita e la comunione di mio figlio, il
mio matrimonio in Polonia.
---riesci avedere , per il tuo futuro, momenti
diversi ma altrettanto belli che secondo
te possono succederti?
Penso che se sto ancora al mondo dopo
tutto quello che ho fatto, un motivo ci
deve pure essere e tra questi motivi c’è la
speranza di vivere momenti conm e quelli
del passato!
---ad oggi, cosè quello che ti fa più male?
Ho molti rimpianti; mi sento di avere
buttato gli ultimi 24 anni di vita, con
scelte sbagliate non dipese soltanto dalla
sostanza, ma in gran parte da essa. Oltre
a questo mi distrugge il ruolo che ho con
i miei genitori; sono stufo di soffrire per le
loro scelte sbagliate che mi comportano
sensi di colpa e malessere.
---checosapensidifareperlatuafamiglia?
Offrirle quella serenità che non sono
riuscito a darle e cercare di stare attento
a non sbagliare con mio figlio come hanno
fatto i miei con me.
---come pensi di realizzare tutto ciò?
Devo accontentarmi di quello che ho e dare
il valore che non ho mai date alle cose; mi
basta l’ amore che ricevo dalle persone
care e devo cercare di non scordarmi di
questo; non lo so se ce la farò, la mia, ad
oggi, è una speranza.
(A Fabio da Giovanni)
“Devo
accontentarmi
di quello che ho
e dare il valore
che non ho mai
dato alle cose”
Fabio
MAURIZIO
ASCOLTA!
Ed io pietrificato mi immobilizzavo
all’istante.
Chinavo la testa come un devoto
davanti al suo altare.
Quella voce rauca ma chiara, ben
cadenzata, varie pause nel discorso
come dessi tempo di capire ciò che
dicevi.
Fisso mi guardavi e chiedevi di non
distogliere il mio sguardo dal tuo.
Mi concedevo solo di annuire dopo il
tuo discorso.
Sostenuto da un bastone riprendevi il
tuo cammino, poi ti giravi verso di me
ripetendomi claro claro!!
Nel mio cuore e nel mio petto per
sempre. Ti voglio bene, padre Alceste.
(Maurizio)
3
9 10
LA MIA VITA DENTRO
L’ACCOGLIENZA
DELLA PALANZANA
“Arrivando ci si trova al cancello,
davanti ad un posto di naturale
bellezza.”
Non si sa del programma che ci
aspetta ma ho accettato di seguire
il programma con altre persone che
hanno problemi simili ai miei.
Ci si sveglia alle 07.00 e dopo aver
fatto colazione si svolgono le pulizie
di casa.
Fatto questo, abbracciati in cerchio,
diciamo la filosofia e facciamo
l’incontro del mattino, dove ci
confrontiamo su temi riguardanti il
percorso che stiamo intraprendendo
e tutto questo con la presenza di un
operatore.
Alle 09.30 si va al settore; ognuno
ha il suo. C’è chi sta in cucina, chi in
lavanderia chi in agricoltura e chi al
centralino. Alle 13.00 si pranza tutti
insieme, operatori compresi e nel
pomeriggio le attività cambiano a
seconda dei giorni.
Due volte a settimana si fanno dei
gruppi terapeutici con gli operatori
dove ci si confronta sulle varie
dinamiche che succedono in casa o
anche sugli stati d’animo di ognuno
di noi, cercando di farci conoscere e
di conoscere meglio noi stessi.
Gli operatori fanno tutto il possibile
per aiutarci a tirare fuor tutto il
negativo che ci ha portato ad essere
dipendenti dalle sostanze cercando
di farci uscire dal tunnel nel quale ci
stavamo perdendo.
(Alberto)
9
Grazie
e al prossimo numero!
“Arrivando ci si trova
al cancello, davanti ad
un posto di naturale
bellezza.”
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Buona Pasqua
dal Ce.I.S Viterbo

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  • 1. L’URLO Il giornalino a cura del Ce.I.s. VITERBO “Arrivando ci si trova al cancello davanti ad un posto di naturale bellezza.” Alberto “Questo lavoro mi piace.” Ilaria, Operatrice “Devo accontentarmi di quello che ho e dare il valore che non ho mai dato alle cose” Fabio N°1. Aprile 2014
  • 2. Perché “L’ URLO”? Senza volerlo, i ragazzi ospiti della Palanzana, hanno scelto come nome del giornalino “L’Urlo”, a me piace accostarlo all’espressione delle cinque emozioni fondamentali: paura, collera, dolore, amore, piacere. Il bambino quando si affaccia, dallo stato gioioso del seno della madre, sulla terra esprime con un urlo, se tutto va bene, l’arcobaleno delle emozioni, che inizia con la paura, e via via diventa collera e poi dolore, fino a trasformarsi in piacere e amore quando viene abbracciato e accostato al seno. Questo urlo, assopito nell’animo umano fino a quando non vede la luce, è associato alla vita. Infatti qualcuno ha detto che la paura protegge la vita. Non dimentichiamo che la paura è fondamentale per la sopravvivenza. Fisiologicamente, stimola ad agire, a fuggire a non rimanere in uno stato di impotenza e di immobilismo. La collera promuove la vita. Nell’espressione della rabbia ci si sente consapevoli di sé e di avere un’identità totale. Si diventa coscienti del fatto che è un diritto essere amati. Io sono amabile perché esisto, sono io. Il dolore procura la vita. Basta pensare allo scrigno che racchiude il parto oppure quando si condivide un grande dolore, questo miracolosamente si affievolisce. Il piacere che celebra la vita e l’amore che produce la vita. Il datore della vita ha inserito il piacere nell’atto sessuale, per proclamare la vita e farlo crescere attraverso un rapporto d’Amore nel grembo di una donna. Questi grandi fiumi, le emozioni, con tanti affluenti, che sono i sentimenti, hanno origine tutte da una grande sorgente il senso che propone la vita. I grandi problemi dell’uomo che danno origine al vuoto esistenziale si manifestano quando non c’è consapevolezza ed espressione adeguata delle emozioni. Nel disordine emozionale sbocciano le incomprensioni nelle relazioni umane. Le emozioni profonde di dolore, collera, paura e il bisogno di amore devono essere cacciati fuori dall’inconscio altrimenti continueranno a condizionare i comportamenti, i sentimenti e gli atteggiamenti dell’individuo. Una volta sperimentati, attraverso il grido, i propri sentimenti più profondi, ci si sente alleggeriti, in parte, nel peso emotivo. La corazza difensiva inizia a disintegrarsi e lentamente l’essere umano inizia a far pace con la sua propria storia. Attraverso questo metodo l’individuo si riappropria di se stesso e sente il piacere di essere e di vivere la propria vita. Questo senso piacevole di sé e degli altri può portare a una vita più libera e felice. Malgrado il duro lavoro che comporta la modificazione di certi schemi e copioni di vita sclerotizzati da lungo tempo, ogni persona si ritrova soltanto ad un grido sincero dalla gioia di vivere la vita. Tonino Cane “Benvenuti a tutti nel luogo dove si concretizza e prende vita l’urlo della speranza.” 1 2
  • 3. UN GIORNALINO TUTTO PER NOI Stiamo facendo in questi giorni, un giornalino tutto per noi, il titolo è venuto fuori dopo aver votato all’unanimità. Èstatasceltaunaparolacherispecchiasse, il più possibile, il nostro essere, è venuto fuori “L’Urlo”; è piaciuto molto anche alla nostra insegnante e a tutto lo staff. Siamo una decina di residenti al momento e con tutti gli operatori, ci sentiamo come una famiglia. C’è poi una persona in particolar modo che sento molto vicina: Don Alberto, un animo col cuore immenso. Sono più di trent’anni che mette la sua vita a disposizione degli ultimi. Per molto tempo mi sono sentito parte di questi cosa che, a partire da oggi, non voglio più essere. Colgo questa occasione per ringraziarti “Don” dirti che tutto quello che stai facendo per me è un piccolo dono e ogni giorno che passa è una giornata in più senza droga. Sappiamo che a te fa molto piacere fare questo giornalino. Personalmente ci sto mettendo molto impegno e mi auguro che i nostri articoli possano essere letti dagli altri che verranno dopo di noi. Non so come le persone che “lavorano” qui siano state scelte ma ognuna, a suo modo, mi sta dando qualcosa, ho voluto mettere la parola lavorano tra virgolette perché ritengo che questo non è come tutti i lavori ma sia qualche cosa di più. Non posso che ringraziare tutti. (Roberto) L’URLO VORREI DIRVI CHE... Questo lavoro mi piace. Non ho ancora capito bene, se sono stata io a sceglierlo o se il lavoro ha scelto me. Certo è che dal 2001, “giro” per il Ceis di Viterbo, e da allora mi ritrovo a costruire , smontare, rivedere, esperire e più di tutto ad aggiustare il tiro ogni volta, rispetto a ciò che questo lavoro mi chiede. La cosa che amo di più è che non ho a che fare con cose, macchine, ma che sto insieme a delle persone che cercano di cambiare, bene o male, la loro situazione. E’ affascinante perchè il rumore più forte è quello delle emozioni, dei sentimenti e del proprio stato d’animo. Per questo ci si trova a parlare e discutere qualche volta Ho sempre pensato che l’operatore è un po’ un bastone che serve a sostenere chi ha bisogno di un appoggio per una lunga e faticosa camminata. Che questo bastone è necessario per un periodo relativamente breve , fino a che “qualcuno” non riesce di nuovo a camminare da solo. Perciò vorrei dirvi che .....chi lavora con voi e per voi non è lontano per niente da ciò che sentite e provate , che alcune volte Þ difficile trovarsi d’accordo perchè ciascuno tiene al proprio pensiero, ma so anche che qui l’univa forza che posso avere è che credo al valore di ciò che in questo programma di lavoro ho imparato. (Ilaria, Operatrice) “Questo lavoro mi piace.” Ilaria, Operatrice “La cosa che amo di più è che non ho a che fare con cose, macchine, machestoinsiemeadellepersone che cercano di cambiare, bene o male, la loro situazione.” 43
  • 4. LA MIA VECCHIA Chiudo l’occhi e vedo a vecchia, sporca ncappucciata de sta cappa che la gente se ne scappa. Io, invece, che n’de sta città ce so nato, li piedi a mollo me so sempre aritrovato. Tra la gente e li turisti semo tutti aromanisti, er civitavecchiese è na razza strana o lo si odia o lo si ama. Come il callo s’avvicina, sta città s’arimbambina, tra le bombe che l’ha distrutta se l’è vista davvero brutta. Al giorno d’oggi è n’avventura A nun amatte da paura. A ritroso vo nel tempo e pulita te rivedo dar vento. Apro l’occhi è sempre buia sta città nun m’annoia. Er profumo der tu mare me la porta ad amare. Brutta, buia, inquinata sta città l’ho sempre amata. Te desidero e te vojo vecchia mia, io te sogno. Lo diceva pure er mi nonno “sei la città più bella ar monno”. SORIANO NEL CIMINO Soriano è un paese molto panoramico, costruito sotto la montagna che è la Faggeta. Quello che ti colpisce è il centro storico perché dominato dal castello Orsini, si trova in provincia di Viterbo nel nord del Lazio. Il paese è abitato da 8700 abitanti. La festa che è molto simbolica del paese è la sagra delle castagne, conosciuta perché ci sono quattro Rioni (il S. Giorgio, la Rocca, il Papacqua, la Trinità) e ognuno si esibisce con dei cortei che si svolgono la prima e la seconda settimana di Ottobre. Ci sono gli sbandieratori gli spadaccini e il drago ma quello che ti colpisce di più è il Rione Rocca per la sua particolare rievocazione storica che lo rende il rione più importante. Qui siamo un gruppo di ragazzi e con alcuni mi confido, spero di continuare così perché i cambiamenti iniziano già a vedersi e voglio continuare così. Forza Stefano che hai un obiettivo da raggiungere! (Stefano) 5 6
  • 5. CONSIGLI UTILI AI RAGAZZI DI TUTTE LE ETA’ “Premetto che nessuno si può permettere conarroganzadiimporrelesueesperienze, ma solo consigliare a chi affronta questo camminochelacosapiùgiustaèascoltare” * Non interrompere mai l’operatore che ti sta rimandando delle cose, considerando che nella vita non abbiamo mai ascoltato nessuno. * Prendersi del tempo prima di ribattere alle domande che ti vengono poste, in modo tale da sentire veramente quello che provi rispondendo * Buttarsi nei rapporti con gli altri perchè un domani saranno proprio loro che ti salveranno la vita * Non tenersi dentro quello che si vive * Affidarsi totalmente agli operatori *Andarecontrolegiornate“no”affrontando gli stati d’animo negativi *Prefissarsidegliobiettiviabrevescadenza * Finire ciò che si inizia , non lasciando niente al caso * Essere umili con se stessi senza raccontarsi favole * Essere testardi sulle cose che contano e imporsi alla negatività (Valerio) 87 INTERVISTA A FABIO ---quali sono i ricordi più belli cha hai da bambino? Quando mio padre mi ha comprato un ovetto kinder , mi costrui’ un veliero dopo che ero stato all’ospedale e quando girò un filmimo a me e mia sorella con una vecchia cinepresa. ---qual è la gioia più grande che hai avuto fino ad ora? La nascita e la comunione di mio figlio, il mio matrimonio in Polonia. ---riesci avedere , per il tuo futuro, momenti diversi ma altrettanto belli che secondo te possono succederti? Penso che se sto ancora al mondo dopo tutto quello che ho fatto, un motivo ci deve pure essere e tra questi motivi c’è la speranza di vivere momenti conm e quelli del passato! ---ad oggi, cosè quello che ti fa più male? Ho molti rimpianti; mi sento di avere buttato gli ultimi 24 anni di vita, con scelte sbagliate non dipese soltanto dalla sostanza, ma in gran parte da essa. Oltre a questo mi distrugge il ruolo che ho con i miei genitori; sono stufo di soffrire per le loro scelte sbagliate che mi comportano sensi di colpa e malessere. ---checosapensidifareperlatuafamiglia? Offrirle quella serenità che non sono riuscito a darle e cercare di stare attento a non sbagliare con mio figlio come hanno fatto i miei con me. ---come pensi di realizzare tutto ciò? Devo accontentarmi di quello che ho e dare il valore che non ho mai date alle cose; mi basta l’ amore che ricevo dalle persone care e devo cercare di non scordarmi di questo; non lo so se ce la farò, la mia, ad oggi, è una speranza. (A Fabio da Giovanni) “Devo accontentarmi di quello che ho e dare il valore che non ho mai dato alle cose” Fabio MAURIZIO ASCOLTA! Ed io pietrificato mi immobilizzavo all’istante. Chinavo la testa come un devoto davanti al suo altare. Quella voce rauca ma chiara, ben cadenzata, varie pause nel discorso come dessi tempo di capire ciò che dicevi. Fisso mi guardavi e chiedevi di non distogliere il mio sguardo dal tuo. Mi concedevo solo di annuire dopo il tuo discorso. Sostenuto da un bastone riprendevi il tuo cammino, poi ti giravi verso di me ripetendomi claro claro!! Nel mio cuore e nel mio petto per sempre. Ti voglio bene, padre Alceste. (Maurizio)
  • 6. 3 9 10 LA MIA VITA DENTRO L’ACCOGLIENZA DELLA PALANZANA “Arrivando ci si trova al cancello, davanti ad un posto di naturale bellezza.” Non si sa del programma che ci aspetta ma ho accettato di seguire il programma con altre persone che hanno problemi simili ai miei. Ci si sveglia alle 07.00 e dopo aver fatto colazione si svolgono le pulizie di casa. Fatto questo, abbracciati in cerchio, diciamo la filosofia e facciamo l’incontro del mattino, dove ci confrontiamo su temi riguardanti il percorso che stiamo intraprendendo e tutto questo con la presenza di un operatore. Alle 09.30 si va al settore; ognuno ha il suo. C’è chi sta in cucina, chi in lavanderia chi in agricoltura e chi al centralino. Alle 13.00 si pranza tutti insieme, operatori compresi e nel pomeriggio le attività cambiano a seconda dei giorni. Due volte a settimana si fanno dei gruppi terapeutici con gli operatori dove ci si confronta sulle varie dinamiche che succedono in casa o anche sugli stati d’animo di ognuno di noi, cercando di farci conoscere e di conoscere meglio noi stessi. Gli operatori fanno tutto il possibile per aiutarci a tirare fuor tutto il negativo che ci ha portato ad essere dipendenti dalle sostanze cercando di farci uscire dal tunnel nel quale ci stavamo perdendo. (Alberto) 9 Grazie e al prossimo numero! “Arrivando ci si trova al cancello, davanti ad un posto di naturale bellezza.” Designed by www.soapystrawberries.co.uk