1. bambini nel quadro!
i piccoli enigmi dei capolavori
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pErchÉ
QUEsto QUaDro
È IncoMpIUto?
I
ntorno al 1905, Picasso dipingeva spesso acrobati,
saltimbanchi, pagliacci e Arlecchini. All’epoca era piuttosto
insolito rappresentare personaggi di questo tipo. Andare a
divertirsi al circo era una cosa, ma non si sarebbe mai appeso in
i borghesi preferivano ammirare i propri ritratti e i bei paesaggi.
Picasso invece si interessava alla gente del circo. E pensava che
Arlecchino, con quel bel costume a quadretti, fosse il personaggio
più interessante.
quel momento aveva tre anni. Il costume del bambino, a quadretti
blu e gialli, ricorda i quadri di Vermeer che ricorreva spesso a questi due colori
per dipingere i suoi soggetti.
E non è un caso, perché picasso adorava
fare riferimento ai pittori del passato
nelle sue opere.
Questa sembra incompiuta. Lo sfondo è ricoperto da una mano di beige data
velocemente, mezza poltrona e i piedi di Paulo sono un semplice schizzo.
Lo ha fatto apposta! Picasso non ha mai avuto intenzione di dipingere lo sfondo
del quadro né tanto meno i piedi della poltrona e del bambino. Si limita a
mostrarci la tela beige e poche linee tracciate speditamente, con un pennello
di Paulo è stato spostato, il colletto è solo un abbozzo. Dalla massa indistinta
spunta all’improvviso il viso tondo e liscio del bambino, come il volto dipinto
di un bambolotto di porcellana, un volto che quasi attraversa la tela beige
per venire verso di noi spettatori.
il procedimento già utilizzato in passato dal grande pittore
classico Jacques-Louis David quando nel 1798 realizzò il ritratto
di Bonaparte. Anche in quell’opera incompiuta, il volto del futuro
imperatore bucava la tela, proprio come il viso del piccolo Paulo,
che vale sicuramente tutti gli imperatori del mondo!
Paulo vestito
da Arlecchino
Pablo
Picasso
1924
Dipinto a olio su tela
Museo Picasso, Parigi,
Francia
2. bambini nel quadro!
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chI troVa
Il BaMBIno
sUI traMpolI?
l
a piazza di questo villaggio sembra un immenso
cortile di ricreazione! In basso a sinistra, alcune
bambine giocano agli aliossi. Un po’ più in alto,
maschietti e femminucce si divertono a mosca cieca.
Guai a chi si fa prendere! Sotto, due bambini
ne trasportano un terzo formando una sedia con le mani.
Sopra, due ragazzine giocano a braccio di ferro con
i pollici. Ahia, che male!! Più in basso un bimbo
su un cavallo di legno sta accanto a una bimba che
per rimestare… le feci! In basso al centro, alcuni ragazzini
fanno rotolare i cerchi. Più in alto assistiamo a un duello tra cavalieri.
cavallina. A sinistra, contro la ringhiera, alcuni monelli seduti in
loro gambe scalcianti. Attento a non cadere! Dall’altra parte della
ringhiera, ci si diverte a far le capriole.
ci sono ancora tanti giochi da scoprire
in questo quadro: Bruegel ne ha raffigurati
ben ottantaquattro, praticati da più
di duecentocinquanta bambini!
Ci si può legittimamente chiedere perché abbia dipinto tutti
questi bambini che giocano. La grande casa sullo sfondo del
sede del Comune, allora può darsi che il pittore abbia voluto
opporre l’infanzia all’età adulta. In tal caso il quadro lancerebbe
perché in breve tempo crescerete e allora non potrete più
giocare a mosca cieca o appendervi ai rami degli alberi,
non avrete più tempo! » Oppure Bruegel ha dipinto tutti questi
pargoletti semplicemente perché l’idea lo divertiva. Ma chi di
voi ha trovato il bambino sui trampoli?
Giochi di bambini
Pieter
Bruegel
il Vecchio
1559-1560
Olio su tavola
118 x 161 cm
Kunsthistorisches Museum,
Vienna, Austria
3. bambini nel quadro!
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bambini nel quadro!
i piccoli enigmi dei capolavori
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QUEsto BaMBIno
È Un rE?
M
a che razza di domanda! Un re?! Ma certo che no, è solo un povero
mendicante, un nano e un infermo. Tiene il bastone appoggiato
sulla spalla e se la ride, perché sa di essere stato dipinto come un re,
poggia a terra solo con la punta delle dita: ha quello che si chiama
un « piede equino ». È un piccolo straccione che si aggira per la città
abitava José de Ribera, pittore spagnolo molto famoso che aveva scelto di vivere
in Italia: egli di solito dipingeva per le chiese e per i nobili, ma amava anche
rappresentare i mendicanti e i vecchi dal corpo consumato dal tempo.
In questo quadro il bambino è dipinto con violenti contrasti di luci e ombre,
come se fosse illuminato da un forte sole pomeridiano. In queste condizioni
stupirsi? Ai pittori capita spesso di scendere a compromessi con la natura,
che rappresentano come più li aggrada.
ribera ha qui dipinto il bambino
adottando una prospettiva dal basso
verso l’alto. È così che si era soliti
rappresentare i re, le regine,
i principi e gli onnipotenti, coloro che
avevano il mondo in mano.
Perché guardando una persona dal basso verso l’alto sembra sempre più grande
di quello che è! È un modo per lusingare i sovrani di piccola statura. Costoro poi
spesso si appoggiano su bastoni con grossi pomoli. Il bastone è un segno
di eleganza, dato che di certo non zoppicano! Invece questo bambino
è proprio un nano storpio che ha bisogno del bastone per camminare.
Ma nel dipinto lo tiene appoggiato sulla spalla! Riassumendo, abbiamo
un mendicante nano con un piede equino che tiene il bastone sulla spalla
ed è rappresentato come un re! C’è di che ridere!
Lo storpio
José
de Ribera
1642
Olio su tela, 164 x 94 cm
Museo del Louvre,
Parigi, Francia
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cosa DIcE
la GoVErnantE
al BaMBIno?
s
ei proprio insopportabile ! ». Ecco probabilmente cosa sta
mormorando la governante al bambino in piedi davanti a lei.
« Guarda un po’ questo cappello che hai lasciato in giro
un’altra volta! È tutto impolverato! ». Il bambino abbassa lo sguardo
mentre la donna continua a rimproverarlo a bassa voce: « Hai passato
tutto il tempo a giocare invece di studiare! ». In effetti, si notano,
abbandonati per terra, la racchetta e il volano. E anche le carte che ha
piegato per costruire castelli sul tavolo da gioco che si scorge sulla sinistra.
Due anni prima, Chardin aveva già dipinto a più riprese
un ragazzino che cercava di costruire un castello di carte
su un tavolo con un cassetto aperto. Quello stesso anno
aveva ritratto anche una bambina che teneva in mano
racchetta e volano. Mentre i suoi colleghi facevano ritratti
ai ricchi, ai nobili, al re e alla regina, lui dipingeva soggetti
ordinari, scene della vita quotidiana, i cui protagonisti
erano serve e bambini.
Il piccino tiene il sussidiario giudiziosamente stretto sotto
tra poco le prometterà di non farlo più,
che farà il bravo, che studierà tutto.
Ma poi, non appena la governante gli volgerà le spalle o sarà assorta nei
suoi lavori di cucito, il monelluccio lascerà di nuovo il cappello in giro e
ricomincerà a costruire i suoi castelli di carte!
La Governante
Jean
Siméon
Chardin
1739
Olio su tela,
46,7 x 37,5 cm
del Canada,
«
5. bambini nel quadro!
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Ma alla donna non interessa lo spettacolo. Legge un libro, tenendo il segno con
le dita. La suddivisione del volume rimanda alle sbarre della cancellata dietro di
lei. La donna ci guarda, con l’aria un po’ sorpresa, mentre un cagnolino le dorme
in grembo.
si sia fermato lì davanti, abbia disposto sul marciapiede il supporto
Entrambi i personaggi sono nitidi: si possono ammirare i volant
della donna, il suo cappello, il libro e il cagnolino. Tutto ciò che si
scorge in lontananza è più indistinto. Alla bambina invece appare
tutto diverso: guarda un treno che non si vede mentre sputa la sua
nuvola di vapore bianco. Quanto vorrebbe poterci salire e andare
cosa GUarDa
la BaMBIna?
p
erché volge le spalle al pittore? Se si tiene a quelle sbarre nere è per
ammirare l’affascinante spettacolo che si svolge sotto i suoi occhi: un
treno a vapore si allontana dalla banchina della Stazione Saint-Lazare
bianche che fuoriescono dal camino. Sulla destra, lungo i binari, si intravede
la casetta dell’impiegato alle ferrovie incaricato di manovrare gli scambi.
Ma lui dov’è? Forse è nascosto da tutto quel vapore.
La bambina è affascinata dalla danza dei treni che entrano ed escono dalla
dall’inferriata, in alto a destra, pendono dei bei grappoli di uva matura.
Deve essere settembre e
la posizione del sole ci dice
che è mattino. la piccola
ha probabilmente chiesto
alla madre o alla balia di
portarla ancora una volta
a vedere i treni.
La ferrovia
Édouard
Manet
1872-1873
Olio su tela,
93,3 × 111,5 cm
Washington D.C., Stati Uniti
6. bambini nel quadro!
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pErchÉ
QUEsta BIMBa
InDossa Un aBIto
BIanco?
c
he ritratto incredibile è quello di questa fanciulla! La bambina si chiama
Bianca, da tutti detta « Bia ». È proprio carina con quel vestitino bianco
scollato dalle maniche a sbuffo, le trecce che le incorniciano il volto
e il medaglione che le pende sul petto. La piccola sta bella diritta, senza
di posare per il quadro per tornare a giocare. Sembra proprio una bambina
piena di vita!
padre, ordinò questo quadro al Bronzino, Bia era appena deceduta
per una forte febbre. Aveva solo cinque anni. Si tratta quindi
di un ritratto realizzato dopo la morte della bimba, per il quale
il pittore ha utilizzato come riferimento la sua maschera mortuaria.
A quei tempi era infatti usanza prendere l’impronta del volto
rappresentava una bambina morta, l’artista le ha colorato
le guance di rosa e ha disegnato una zona luminosa sulla
parete dietro al volto per farla sembrare animata.
Tuttavia, due indizi presenti nel dipinto confermano che si tratta
di un ritratto postumo. Il primo è proprio l’abito di Bia: è vestita di bianco,
il colore del lutto per i bambini. Il secondo è il ciondolo d’oro, su cui si staglia
a quei tempi, quando si faceva il ritratto
di una persona viva, la si rappresentava
di fronte o a tre quarti.
si alzerà per andare a giocare.
Bia de’ Medici
Agnolo
Bronzino
ca. 1542
Tempera su tavola,
63 x 48 cm
Firenze