Negli ultimi anni, la scuola secondaria di secondo grado, ha compiuto una svolta essendosi determinato il passaggio dalla didattica per obiettivi alla didattica per competenze.
2. Curricolo d’istituto
La nuova idea di curricolo nasce dall'esigenza di
distinguere nettamente gli obiettivi dalle competenze,
onde consentire la realizzazione di una scuola che
permetta all'allievo il "saper fare", oltre che il "sapere".
Negli ultimi anni, la scuola secondaria di secondo grado,
ha compiuto una svolta essendosi determinato il
passaggio dalla didattica per obiettivi alla
didattica per competenze.
Il sistema delle competenze è stato voluto dall'Europa. Le
competenze sono prescrittive e rappresentano il "cosa";
mentre i tempi, i metodi e le scelte dei contenuti sono
personalizzabili e rappresentano il "come".
2
3. 3
Conoscenze, Abilità, Competenze
Conoscenze: fatti, principi, teorie relativi al settore
di studio o di lavoro
Abilità: capacità di applicare conoscenze per
portare a termine compiti e risolvere problemi
Competenze: comprovata capacità di usare
conoscenze ed abilità in modo autonomo in
situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo
personale o professionale.
4. Competenza = Abilità + Conoscenza
Ogni competenza viene declinata in abilità e conoscenze;
le abilità e le conoscenze si valutano, le
competenze si certificano.
La programmazione per competenze sostituisce quella per
obiettivi e introduce nuove fasi di programmazione, nuovi
modelli di riferimento, nuove metodologie.
La certificazione delle competenze impone la
redazione di un certificato delle competenze medesime
attraverso il raggiungimento di determinati livelli (Base,
Medio, Avanzato);
4
5. 5
le competenze chiave
1. Comunicazione nella madrelingua
2. Comunicazione nelle lingue straniere
3. Competenza matematica e competenze di base scientifiche e
tecnologiche
4. Competenza digitale
5. Imparare ad imparare
6. Competenze sociali e civiche
7. Senso di iniziativa ed imprenditorialità
8. Consapevolezza ed espressione culturali
Le prime quattro sono legate ai saperi
Le altre quattro al saper essere e saper fare
6. 6
I 4 assi culturali
Asse dei linguaggi
lingua madre, lingua straniera, multimedia
Asse matematico
aritmetica, algebra, geometria, rappresentazioni
grafiche, problem solving
Asse scientifico-tecnologico
scienze naturali, trasformazioni di energia,
rapporti fra tecnologie ed ambiente, applicazioni
informatiche
Asse storico-sociale
storia, economia, cittadinanza
7. 7
Il modello concettuale
Per ciascuno dei 4 assi sono indicate alcune competenze
(che rimandano alle competenze chiave)
Ogni competenza è associata alle abilità che sono
presupposte per il suo esercizio
Ogni abilità rimanda alle conoscenze di base necessarie
per acquisirla ed esercitarla
Alle scuole si richiede un’inversione del processo
tradizionale, che si ferma all’accertamento delle
conoscenze e dà per presupposto che da queste
discendano “automaticamente” abilità e competenze, le
quali non vengono misurate.
8. 8
Formazione degli insegnanti
E’ necessario:
partire dall’informazione
lavorare su un cambio di mentalità:
misurare competenze
riferirsi a diversi parametri di valutazione (in
correlazione anche con il regolamento sulla
valutazione)
sviluppare nuovi modelli certificativi
sviluppare didattica laboratoriale
rovesciare la prassi tradizionale:
conoscenze abilità competenze
accertate osservate? non verificate
competenze abilità conoscenze
9. Competenze relazionali
Siamo molto più liberi di cambiare comportamento, e
rovesciare la prassi tradizionale, se ci ricordiamo
che non stiamo cambiando noi stessi.
11. Know-How Relazionale
“Il mio intervento di solito è richiesto per risolvere i
problemi che emergono nei contesti di
cambiamento In contesti in cui è più necessario
professionalizzare la propria funzione relazionale, in
modo che le competenze di negoziazione complessa e
di risoluzione dei conflitti possano essere espresse
appieno. Ultimamente mi capita di essere interpellata
per risolvere problemi che non sempre esprimono
esplicitamente il conflitto che li genera, e che vengono
percepiti come una generica mancanza di fiducia, di
partecipazione, di benessere e, in sostanza, di
risultati soddisfacenti.”
Emma Rosemberg Colorni www.emmarc.it/
12. Come posso migliorare ?
La domanda «Come posso migliorare se non mi giudico, se
non faccio autocritica?» è pericolosa perché nel cercare la
risposta assumiamo automaticamente come vero il
presupposto che ci sia qualcosa in noi da migliorare.
Non siamo ciò che facciamo. Noi non siamo né buoni
né cattivi, eventualmente può esserlo solo il nostro
comportamento.
Non abbiamo nessuna necessità di cambiare noi stessi, ma
eventualmente, il nostro comportamento.
E’ molto più utile la domanda «cosa posso fare per sentirmi
bene?». «Cosa posso fare per migliorare il comportamento
che adotto per ottenere ciò che davvero è importante per
me?».
13. Siamo responsabili ?
Respons-abile vuol dire «capace di rispondere» a ciò che
accade. Essere più responsabile significa avere più
comportamenti alternativi fra cui scegliere, e dunque essere
più potenti e più liberi.
Noi non siamo né i risultati che otteniamo, né i nostri
comportamenti.
Siamo molto più liberi di cambiare comportamento
se ci ricordiamo che non stiamo cambiando noi
stessi.
Lavoriamo su noi stessi per allontanare dai propri
atteggiamenti l'offesa - in latino offendere: 'urtare contro'.
Non sentirsi più offesi. Superare l'imbarazzo, accettare di
vivere le emozioni. Evitare il sorgere di situazioni che
generano dolore.
14. Come organizzarsi ?
Un’organizzazione che voglia mantenersi in vita in un
ambiente in rapido cambiamento non può essere
completamente pensata a priori, deve avere una struttura
duttile che le permetta di auto-organizzarsi.
Una sorta di rete di altre reti, che vive della possibilità
che ogni elemento ha di comunicare con gli altri e con il
contesto, in modo che possano emergere dal basso
aree di collaborazione in continua evoluzione.
Per questo tipo di organizzazione l'offesa e
l'alienazione non sono più funzionali, sono anzi dannose
poiché diminuiscono le fonti di energia e creatività
dell’organizzazione.
16. Via Da Offesa Verso Rispetto
Seguire una traiettoria evolutiva per allontanarsi dallo
stato di offesa, che blocca la comunicazione, e andare
verso lo stato di rispetto, che fa fluire l’energia creativa.
16
Stato di Offesa (blocca) N. Stato di Rispetto (flusso)
Sono un oggetto che si giudica 1 Sono un soggetto che percepisce
Confondo i pensieri con la realtà 2 Distinguo i pensieri dalla realtà
Sono attento a ciò che soddisfa
l’immagine
3 Sono attento a ciò che mi soddisfa
Giudico me stesso,
identificandomi con i risultati
4 Giudico la mia soddisfazione
Molto manipolabile, sono
alienato da me stesso
5 Autonomo, sono me stesso
17. 17
Stato di Offesa (dispersione) N. Stato di Rispetto (flusso)
Voglio migliorare “me stesso” in
funzione dei fallimenti rispetto
all’immagine
6 Voglio migliorare il comportamento
in funzione dei risultati che ottengo
Ho bisogno del riconoscimento
degli altri
7 Desidero il riconoscimento degli
altri
Perseguo obiettivi definiti da altri 8 Perseguo i miei obiettivi
Non sono consapevole delle
motivazioni legate al mantenimento
dell’ego.
9 Sono consapevole delle mie
motivazioni legate alla mia
soddisfazione
Sono cieco di fronte al nesso
comportamento-risultati, rigido nel
cambiare comportamenti in quanto
mi identifico con essi.
10 So cambiare comportamento in
funzione dei risultati in quanto non
mi identifico nei miei
comportamenti
Via Da Offesa Verso Rispetto #2
18. 18
Stato di Offesa (dispersione) N. Stato di Rispetto (flusso)
Confondo i risultati con le mie
intenzioni
11 Distinguo i risultati dalle intenzioni
Circolo vizioso: più sono attento
all’immagine, più mi dissocio da ciò
che desidero, più perseguo ciò che
non desidero più mi sento eroico
e vittima
12 Circolo virtuoso: più sono attento a
ciò che voglio e al nesso
comportamento-risultato, più
ottengo ciò che voglio più mi
sento soddisfatto
Simbolizzo “giusto/sbagliato” e
agisco senza vera utilità.
13 Sento “giusto/sbagliato” e rimango
centrato su “utile/inutile”.
Sono colpevole o innocente 14 Sono respons-abile
Rischio il conformismo 15 Non sono conformista
Provo sentimenti legati a ciò che
accade nel “film”
16 Provo sentimenti legati al momento
presente.
Via Da Offesa Verso Rispetto #3
19. 19
Stato di Offesa (dispersione) N. Stato di Rispetto (flusso)
Mi sento sicuro quando agisco
automaticamente, amo il controllo
17 Mi sento sicuro quando mi
mantengo attento, amo stupirmi
Sfuggo le emozione e me ne
immedesimo
18 Mi accorgo delle emozioni e le uso
Amo la normalità, desidero sapere
già
19 Amo apprendere, desidero
imparare
Sono ossessionato, rigido: insicuro
e disperato nel tentativo di
dimostrare di essere in un
determinato modo
20 Sono attento al presente, flessibile:
libero dal dover dimostrare di
essere in un determinato modo
Giustifico i miei sentimenti negativi
radicandoli
21 Riconosco l’ipocrisia dei miei
sentimenti negativi liberandomene.
Via Da Offesa Verso Rispetto #4
20. 20
Stato di Offesa (dispersione) N. Stato di Rispetto (flusso)
Mi autocommisero in quanto vittima 22 Mi faccio tenerezza in quanto
persona
Godo dei vantaggi perversi del
vittimismo e del conformismo,
pagandoli con la mia esistenza
23 Mi rispetto, godo dello stato di
consapevolezza e di quello di
flusso
Mi sento incompleto 24 Mi sento
Giudico il mondo 25 Giudico la mia relazione con il
mondo
La mia esperienza dipende da ciò
che accade
26 La mia esperienza dipende da
come osservo e ascolto
“Di più è meglio” 27 “Diverso forse mi soddisfa meglio”
Via Da Offesa Verso Rispetto #5
21. 21
Stato di Offesa (dispersione) N. Stato di Rispetto (flusso)
Crescere significa diventare più
adatti, migliori
28 Crescere significa diventare più
respons-abili, più liberi di scegliere
Desidero avere ragione 29 Desidero “danzare” piacevolmente
Presumo 30 Ascolto
Sono attento a ciò che devo dire 31 Sono attento allo stato d’animo altrui
Attivo con gli altri rapporti collusivi e/o
manipolativi
32 Attivo con gli altri rapporti di
collaborazione e/o intimità
Induco gli altri a una danza di offesa,
alienazione, dimenticando i miei
obiettivi
33 Invito gli altri in una danza di rispetto,
valorizzazione e collaborazione su
obiettivi
Resisto a ciò che la mia umanità mi
spinge a fare
34 Seguo il flusso della mia umanità
senza sprecare energie nel resisterle
Via Da Offesa Verso Rispetto #6
23. 23
Reti di calcolatori
Modello basato su calcolatori
indipendentiindipendenti e interconnessiinterconnessi fra
loro tramite protocolli condivisi.
Insieme di calcolatori autonomiautonomi
collegati e in grado di scambiare
informazioni fra di loro.
Il collegamento può utilizzare
tecnologie varie (fili elettrici, onde
radio, fibre ottiche)
L’insieme dei calcolatori è in
genere eterogeneoeterogeneo (architettura
hardware, sistema operativo)
1010000101
1010000101
10101010
10100
10100
10101010
24. 24
Reti di Relazioni Umane
Sistema di persone connesseconnesse fra loro tramite regole
esplicite ed implicite, consapevoli e inconsapevoli.
Insieme di individui autonomiautonomi connessi ovvero in grado
di scambiare informazioni e condividere uno scopo.
L’insieme degli individui è in genere eterogeneoeterogeneo (per
abilità, criticità, motivazione, cultura,…,)
Quindi per evitare che le diversità finiscano per creare
delle barriere è necessario stabilire dei protocolli
(regole condivise) per regolare la comunicazione nella
rete.
25. 25
Impatto delle reti
Rivoluzione nella comunicazione
Pubblicazione ed accesso alle informazioni (WWW)
Comunicazione personale (e-mail, chat, ICQ, VoIP)
Strumenti collaborativi (videoconferenza, newsgroups)
Impatto sull’economia (e-commerce)
Intrattenimento (video on demand, radio, network gaming)
26. 26
Tutta una questione di
protocolli
Tutti questi servizi vengono erogati tramite protocolli.
Nelle telecomunicazioni, per protocollo di rete si
intende un particolare tipo di protocollo di comunicazione
preposto al funzionamento di una rete informatica.
Definisce le modalità di interazione che due o più
sistemi collegati tra loro devono rispettare per erogare
un certo servizio di rete.
Questi sistemi possono essere computer, smartphone,
elettrodomestici, sensori, … , Persone.
Internet of every things
28. Protocollo (contratto) Etico
Una delle principali condizioni per conseguire soddisfazione nel
lavorare si fonda sulla disposizione di ognuno di noi a negoziare
obiettivi e valori con le altre persone e con l'organizzazione.
La negoziazione non va riferita esclusivamente a uno scambio
(per esempio retribuzione contro prestazione lavorativa, votazione
contro impegno nei compiti), ma va concepita anche come
convergenza e complementarità di interessi.
Ciò implica di considerare il rapporto di lavoro come regolato
anche da un contratto etico che si configura quando il soggetto
chiede all'organizzazione di farsi carico dei propri valori.
Tale rapporto di negoziazione deve necessariamente essere
continuo, perché continui sono i cambiamenti e gli adattamenti
richiesti all'individuo e alle organizzazioni.
29. Un’organizzazione (scuola, classe,…) che voglia assumere
una forma organizzativa adeguata per navigare in modo
sostenibile nella modernità liquida, deve riuscire a:
1. Passare dalla forma organizzativa gerarchica a quella a rete.
2. Funzionare in maniera induttiva e non soltanto deduttiva.
3. Autoregolarsi piuttosto che essere pianificata e controllata.
4. Priorità non solo alla qualità del prodotto ma anche alla qualità del
processo, inteso come rapporto di scambio tra i vari nodi della rete di
relazioni, tra docenti, tra docenti e studenti, ecc. Non deve essere
importante solo il “cosa” ma anche il “come” si produce conoscenza.
5. Curare l'etica delle relazioni e la qualità della
comunicazione nella Rete evitando l’offesa e tendendo al rispetto e al
reciproco sostegno tra i nodi della rete.
Cosa fare per affrontare le
sfide della Modernità ?
30. Docenti e Studenti senza offesa
Negoziare obiettivi didattici e valori al fine di trovare
una convergenza e complementarità di interessi.
1. Passare dalla didattica gerarchica alla peer education.
2. Creare spazi di apertura per accogliere le idee dal “basso”.
3. Ricevere feedback e regolare la relazione didattica.
4. Oltre al “cosa” è importante il “come” si produce
conoscenza.
5. Curare l'etica delle relazioni e la qualità della
comunicazione nella Rete prestando ascolto ai segnali di
feedback ricevuti tramite sondaggi.
31.
32. Teoria U: Intelligenza emotiva,
sociale, sistemica.
1. Ascoltare : oltre gli schemi e giudizi del passato
2. Osservare la realtà oltre i pregiudizi.
3. Sentire: il particolare nell'insieme, cominciare ad agire
Lasciar andare il passato
4. Presenziare: la sorgente profonda del sé, chi sono io? e
il mio lavoro?
Lasciar uscire il futuro
5. Cristallizzare: l'energia intorno al gruppo di lavoro
rinnovato.
6.Prototipare: applicazioni pratiche
7.Eseguire: per creare insieme il nuovo e ottenere risultati.
33. Tutti questi processi di cambiamento si svolgono tramite
la comunicazione fra soggetti, se il compito di ciascuno
nell'organizzazione è provare a promuovere questi
cambiamenti, non è più ammissibile considerare professionale
alienarsi attraverso l'offesa e agire solo allo scopo di
rendere sopportabile l'alienazione.
Questi cambiamenti possono avvenire solo facendo
attenzione a un livello superiore a quello delle singole
azioni, a un livello che riguarda le premesse del rapporto
con noi stessi e con gli altri.
Cosa lasciare andare per
avanzare ?
35. Cosa vedono i miei occhi?
L’Essere Umano interagisce con la Realtà in
modo totale, tuttavia viene percepita in modo
evidente solo la parte che i sensi sono in grado
di acquisire.
Ad esempio gli occhi vedono solo una piccola
parte della banda di frequenze.
36. I nostri sensori
I Sistemi Sensoriali (vista,udito,olfatto,tatto,gusto)
si interfacciano con l’ambiente e acquisiscono dei
segnali filtrati dal sistema nervoso centrale in base
alla loro rilevanza.
Attraverso metodi di generalizzazione,
cancellazione e deformazione, tali segnali
sono tradotti in esperienze soggettive.
La qualità della percezione dipende dal tipo di
acquisizione e rappresentazione soggettiva.
39. Visi o Vaso ?
Guardando l’immagine dobbiamo ricordare che non
stiamo vedendo tutta la realtà ma il modello che
abbiamo costruito scegliendo cosa mandare sullo
sfondo e cosa portare in primo piano.
Scegliendo di vedere i visi, si ignora il vaso e
viceversa, ogni percezione è afflitta da questa
limitazione.
Il problema è la scelta
Offendersi o Rispettarsi ?