2. KAREN
QUANDO VENIVA DATO DEL TEMPO LIBERO A KAREN,
CERCAVA IL SUO ELENCO TELEFONICO E SFOGLIAVA LE
PAGINE SENZA SOSTA.
QUESTO FAR SVENTOLARE LE PAGINE DEL LIBRO
ANDAVA AVANTI SINO A CHE QUALCUNO NON
INTERAGIVA CON LEI.
A QUEL PUNTO KAREN METTEVA GIU’ IL LIBRO E
PRESTAVA LA SUA ATTENZIONE AL SUO
INTERLOCUTORE
3. TEMPESTA DI NEVE
David
ALLA FINESTRA, VENIRE ALLA PORTA, IO VEDO LA NEVE E
NIENT’ALTRO.
GUIDANDO SULLA STRADA PER ANDARE A SCUOLA LA MAMMA HA
VIOLATO UNA REGOLA.
PENSAVA FOSSE UNA TEMPESTA DI NEVE COSI’ SIAMO TORNATI A
CASA AL CALDO.
ERO TERRORIZZATO.
TORNATO NELLA MIA STANZA MI SONO SEDUTO E HO PIANTO.
POI HO GIOCATO CON IL COMPUTER.
HO CERCATO DI CHIEDERE ALLA MAMMA DI MANDARMI A SCUOLA
MA NON SONO RIUSCITO A CONVINCERLA.
ALLORA HO GUARDATO LA TELEVISIONE.
HO LETTO ANCHE DEI LIBRI.
ECCO COME E’ ANDATA LA MIA VACANZA A CASA ….
QUESTO E NIENT’ALTRO.
4. programma
Sviluppo sociale
Suggerimenti per l’intervento con bambini autistici
non verbali
Suggerimenti per l’intervento con bambini autistici
ecolalici
Suggerimenti per l’intervento con bambini autistici
verbali
Richieste di insegnanti per l’intervento mirato con
bambini autistici
6. LO SVILUPPO SOCIALE
DEFINIRE SE STESSI
IN RAPPORTO
ALLA DEFINIZIONE DEL MONDO
CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO PUNTO DI
OSSERVAZIONE: DEFINIAMO NOI STESSI E IL “MONDO”
DAL NOSTRO PUNTO DI VISTA
7. LO SVILUPPO SOCIALE
STADIO EGOCENTRICO
Il bambino ( o – 5 aa) si distingue
dagli altri ma confonde il
proprio punto di vista con la
“verità”- realtà.
Quando assume una prospettiva
suggerita da altri non si rende
conto della contraddizione con
la sua.
Esiste una conoscenza implicita –
non esplicitabile verbalmente
-che si connota come
competenza intersoggettiva
8. LO SVILUPPO SOCIALE
STADIO SOGGETTIVO
Il bambino (5 – 8/9 aa)
ha una consapevolezza
di altri punti di vista
Non riesce a coordinare le
prospettive discrepanti
e
ad utilizzarle per
modificare il proprio
comportamento
9. LO SVILUPPO SOCIALE
STADIO AUTORIFLESSIVO
Il bambino (9 – 10 aa) riesce a
spiegare diversi punti di
vista in termini situazionali e
personali con un “rispetto”
dei valori e degli intenti di
ogni persona
10. LO SVILUPPO SOCIALE
STADIO RECIPROCO
Il bambino (11 – 12 aa)
esplicita la differenza tra la
sua prospettiva e quella
generale. Riesce anche a
gestire la prospettiva di più
partecipanti. Assume
posizioni imparziali nel
conflitto tra due individui
tenendo presente le diverse
posizioni e le relazioni tra di
esse
11. LO SVILUPPO SOCIALE
ADOLESCENTE – ADULTO
Il ragazzo – adulto riesce a confrontare le
prospettive di interi gruppi o collettività oltre che i
singoli individui. Si rende conto che la comprensione
tra le persone è facilitata dal loro comune riferirsi ad
un punto di vista socialmente condiviso
13. PROMUOVERE LA COMUNICAZIONE NEI
BAMBINI CON AUTISMO NON VERBALI
VALUTAZIONE COMPETENZE
COMUNICATIVE “SUL CAMPO”
STRATEGIE DI INTERVENTO MODIFICATE
ED ADATTATE PER OGNI BAMBINO
14. PROMUOVERE LA COMUNICAZIONE NEI
BAMBINI CON AUTISMO NON VERBALI
COMPORTAMENTI CON RILEVANZA SOCIALE
Ignorare gli altri
Non avere la “necessità” di comunicare
Espressioni sociali “estreme” di emozioni
Resistenza al cambiamento e/o interruzione routine
Comportamenti autostimolatori, stereotipati, autolesionisti
COMPORTAMENTO COGNITIVO
Abilità cognitive particolari
Difficoltà ad organizzare un sapere “complessivo”
su un oggetto (p.e. auto)
Difficoltà nella comprensione “causa – effetto”
La comunicazione necessita dell’intuizione della
relazione tra ciò che si dice e ciò che si ottiene
COMPORTAMENTO COMUNICATIVO
Difficoltà nell’uso delle competenze comunicative e
linguistiche con uno scopo all’interno dei diversi
contesti
Difficoltà nel riconoscere il ruolo dell’altro come
possibile interlocutore per richiedere, raccontare
descrivere
15. PROMUOVERE LA COMUNICAZIONE NEI
BAMBINI CON AUTISMO NON VERBALI
INIZIATIVA COMUNICATIVA - ATTO COMUNICATIVO
MODIFICARE
L’AMBIENTE
MODIFICARE IL
COMPORTAMENTO
DELL’ALTRO
PARTNER SOCIALI
16. COMPORTAMENTO COMUNICATIVO
USO DEL LINGUAGGIO - PRAGMATICA
1.
RICONOSCERE LA PRESENZA DELL’ALTRO E SAPERE CHE E’
UN INTERLOCUTORE (per richiedere, raccontare, descrivere, …)
2.
USO DELLA COMPETENZA LINGUISTICA CON UN FINE
3.
CONOSCENZA IMPLICITA DEL LINGUAGGIO (immaginare la
conseguenza dell’atto comunicativo)
4.
COMPRENSIONE DELLE DIVERSE DIMENSIONI SOCIALI (che
rendono appropriata o meno QUELLA comunicazione)
18. COMUNICAZIONE TRA LE PERSONE
CONSAPEVOLEZZA DEI RUOLI
INTRAPPRENDERE UNA CONVERSAZIONE E’
PROFONDAMENTE DIVERSO DAL SAPER PARLARE
ATTO COMUNICATIVO – MODIFICARE L’ALTRO
19. ESSERE UN COMUNICATORE
DESIDERARE DI COMUNICARE – INTENZIONALITA’
LA COMUNICAZIONE DIPENDE DALL’ ANTICIPAZIONE DEGLI ESITI DEL COMPORTAMENTO PROPRIO E ALTRUI
OVVERO DALLA COMPRENSIONE CAUSA – EFFETTO
QUALCUNO CON CUI COMUNICARE - INTERLOCUTORE
QUALCOSA SU CUI COMUNICARE - CONTENUTO
UN MEZZO PER ESPRIMERSI – UNO STRUMENTO PER COMUNICARE
20. ESSERE UN COMUNICATORE
Valutazione delle competenze del bambino
SCHEDAINFORMATIVA.doc
GIOCOCOGNITIVO
GIOCOSOCIALE
Valutazione delle competenze sociali
SCHEDAFUNZIONISOCIALI.ppt
21. METE DI LAVORO
1.
2.
3.
4.
5.
6.
STABILIRE I COMPORTAMENTI DI ANTICIPAZIONE E
COMPORTAMENTI INTENZIONALI
SOSTITUIRE I COMPORTAMENTI IDIOSINCRATICI
COSTRUIRE MODALITA’ MULTIPLE DI COMUNICAZONE
ESPANDERE LA GAMMA DELLE FUNZIONI
COMUNICATIVE
SVILUPPARE STRATEGIE PER PERSISTERE NELLA
COMUNICAZIONE E PER RIPARARE I FALLIMENTI
COMUNICATIVI
UTILIZZARE AUSILI, COMUNICAZIONE ALTERNATIVA
AUMENTATIVA
22. OPERATIVITA’ - METE DI LAVORO
1 - STABILIRE I COMPORTAMENTI DI ANTICIPAZIONE E
COMPORTAMENTI INTENZIONALI
STRUTTURAZIONE DELL’AMBIENTE E DELLE ATTIVITA’
PREVISIONE DI EVENTI E ATTIVITA’
INSTAURARE COMPORTAMENTI ANTICIPATORI
INSTAURARE COMPORTAMENTI COMUNICATIVI NECESSARI PER OTTENERE GLI
EVENTI DESIDERATI
PREVEDIBILITA’
BAMBINI1
23. OPERATIVITA’ - METE DI LAVORO
2 - SOSTITUIRE I COMPORTAMENTI IDIOSINCRATICI
COMUNICAZIONE IDIOSINCRATICA
–
–
COMPORTAMENTI DIFFICILMENTE COMPRENSIBILI
COMPORTAMENTI PROBLEMA
STRATEGIE E ATTIVITA’
BAMBINI2
24. OPERATIVITA’ - METE DI LAVORO
3 - COSTRUIRE MODALITA’ MULTIPLE DI COMUNICAZONE
IMITARE LE VOCALIZZAZIONI DEL Bo E
MODIFICARLE DURANTE UNO SCAMBIO
GIOCOSO
USARE FRASI BREVI E RILEVANTI CON
INTONAZIONI O VOCALIZZI INTERESSANTI
USO DI FRASI ROUTINARIE
USARE FRASI, INTONAZIONI, ESCLAMAZIONI IN
SINTONIA CON IL MOVIMENTO CORPOREO
CANTARE CANZONI IN CUI SIA RIDONDANTE
UNA PARTE (ritornello) E SOLLECITARE IL Bo A
RIPRODURLO
BAMBINI3
25. OPERATIVITA’ - METE DI LAVORO
4 - ESPANDERE LA GAMMA DELLE FUNZIONI COMUNICATIVE
(il coinvolgimento della la famiglia è indispensabile)
REGOLAZIONE DEL COMPORTAMENTO
INTERAZIONE SOCIALE
ATTENZIONE CONGIUNTA
26. OPERATIVITA’ - METE DI LAVORO
5-
SVILUPPARE STRATEGIE PER PERSISTERE
NELLA COMUNICAZIONE E PER RIPARARE I
FALLIMENTI COMUNICATIVI
ATTRIBUIRE INTENZIONALITA’ A SEGNALI CHE
SONO POCO CHIARI O POCO PERCEPIBILI
(tendersi verso può essere una richiesta)
SE L’ATTO COMUNICATIVO DEL BAMBINO NON
HA AVUTO SUCCESSO L’EDUCATORE PUO’ O
FUNGERE DA MODELLO E/O DARE UN
SUGGERIMENTO PER UN ATTO COMUNICATIVO
ADATTO
RICHIEDERE UN AUMENTO DELL’USO DI
SEGNALI CHIARI E CONVENZIONALI PRIMA DI
RISPONDERE. L’EDUCATORE DEVE SAPER
ASPETTARE SENZA SUPERARE LA SOGLIA DI
FRUSTRAZIONE DEL Bo
USARE
ATTIVI
TA’ - O
GGETT
ALTAM
I
ENTE
MOTIV
ANTI
27. OPERATIVITA’ - METE DI LAVORO
6 - UTILIZZARE AUSILI, COMUNICAZIONE ALTERNATIVA AUMENTATIVA
Comunicazione aumentativa
descrive il modo in cui le persone comunicano quando non possono
parlare abbastanza chiaramente
Comunicazione alternativa
si riferisce ai metodi di comunicazione usati per sostituire
completamente la parola
CAA
comprende una vasta gamma di metodi adattati di comunicazione
28. SISTEMI DI CAA PER SOGGETTI NON VERBALI
Oggettuale (da scambiare o indicare)
Foto, simboli grafici da scambiare o indicare con un gesto (singole o
organizzate in tabelle)
Segni (lingue dei segni)
Parole scritte
Computer o altri supporti tecnologici (tastiere elettroniche)
Schede con lettere
29. L’ACQUISIZIONE DEGLI “STRUMENTI” DI COMUNICAZIONE
E LA CONOSCENZA DI QUESTI
NON GARANTISCE
CHE UN INDIVIDUO SIA IN GRADO DI APPLICARE QUESTA
CONOSCENZA IN MANIERA EFFICACE NELLE
INTERAZIONI COMUNICATIVE GIORNALIERE
LA COMBINAZIONE DELLA LEGGIBILITÀ DEI SEGNALI
DEL BAMBINO E DELLA CAPACITÀ DI RISPOSTA
SOCIALE CONTINGENTE DELL’ADULTO INFLUENZANO IL
SUCCESSO NELL’ACQUISIZIONE DELLA
COMUNICAZIONE E DEL LINGUAGGIO
30. IMPLEMENTAZIONE DEI SISTEMI DI
CAA
L’USO DEI SISTEMI DI COMUNICAZIONE ALTERNATIVA NON
ESCLUDE L’USO IN CONTEMPORANEA DI ALTRE FORME
ESPRESSIVE (per es. parlato, scritto o segnato)
L’USO DOVREBBE ESSERE CONDIVISO NEL GRUPPO DI LAVORO E
CERCARE DI CREARE COERENZA E CONTINUITA’
NELL’INTERVENTO EDUCATIVO CON IL Bo
L’USO DELLA FORMA ALTERNATIVA NON PUO’ ESSERE
PREROGATIVA SOLO DELL’ADULTO (MESSAGGI UNIDIREZIONALI
DELL’ADULTO VERSO IL Bo), MA, MANO A MANO CHE IL Bo
RIESCE AD ORIENTARSI NELLE RELAZIONI (COMPRENSIONE
DELLE CONSEGUENZE) E NELLA CONOSCENZA SEMANTICA
OCCORRE FORNIRE AL RAGAZZO UN PROPRIO VOCABOLARIO ED
INSEGNARE A LUI COME UTILIZZARLO
31. IMPLEMENTAZIONE DEI SISTEMI DI
CAA
IL FALLIMENTO DEI SISTEMI ALTERNATIVI FUNZIONALI
ALLA COMUNICAZIONE PUO’ ACCADERE PER
UN APPROCCIO FRAMMENTARIO ( SVILUPPO DI SISTEMI PER
L’INDIVIDUO) INVECE DI CONSIDERARE ATTIVITA’ E ROUTINE
NEL CONTESTO SCOLASTICO E ABITATIVO
L’ESEMPIO LIMITATO DA PARTE DEL PARTNER DELL’USO
INTERATTIVO DEI SIMBOLI
34. ECOLALIA
NON SEMPRE L’ECOLALIA SI CONFIGURA
COME UNA RIPETIZIONE RIGIDA
COMPORTAMENTO
PATOLOGICO SENZA
VALORE FUNZIONALE
ECOLALIA CON
FUNZIONI COMUNICATIVE
SPECIFICHE
STRATEGIA COMPENSATIVA
MOTIVATA SOCIALMENTE
PER MANTENERE
IL CONTATTO
35. ECOLALIA
INTENZIONE COMUNICATIVA
ASSENZA DI CONSAPEVOLEZZA DELLO SCOPO
CONSAPEVOLEZZA DELLO SCOPO (il bo autistico tenta di prendere
un biscotto e può produrre una frase ecolalica /è il momento della
merenda/)
SEMPLICE PIANO PER RAGGIUNGERE UNO SCOPO (il bo prende
un biscotto e /vuoi un biscotto?/ o prendendo le bolle /vuoi le bolle?/)
PIANO COORDINATO PER RAGGIUNGERE UNO SCOPO (il bo
guarda l’adulto /pronti attenti via!!/)
PIANO ALTERNATIVO PER RAGGIUNGERE UNO SCOPO (il bo
/apri la porta!/ o /vuoi uscire?/ se è andata fallita la propria azione di
aprire la porta)
CONSAPEVOLEZZA META PRAGMATICA PER RAGGIUNGERE
UNO SCOPO
36. ECOLALIA
VALUTAZIONE ATTI LINGUISTICI
MEZZI COMUNICATIVI
CONTESTO LINGUISTICO
ATTO INTERATTIVO O NON INTERATTIVO?
IL BAMBINO ASPETTA UNA RISPOSTA
DALL’ADULTO?
LA NATURA DELLA RISPOSTA DELL’ADULTO
L’ACCETTAZIONE O LA RESISTENZA DA PARTE
DEL Bo VERSO LE CONSEGUENZE PROPOSTE
DALL’ADULTO
ASPETTI CONTESTUALI E SITUAZIONALI
37. ECOLALIA
INTERVENTO
L’ECOLALIA DOVREBBE ESSERE INIZIALMENTE INCORAGGIATA
COME ATTO COMUNICATIVO LEGITTIMO
L’ECOLALIA DOVREBBE ESSERE INCORAGGIATA PER SCOPI
STRUMENTALI, SOCIALI E COMUNICATIVI
L’ECOLALIA DOVREBBE ESSERE INCORAGGIATA PER SCOPI
COMUNICATIVI CON UNA VARIETA’ DI INTENZIONI IN MOLTI
CONTESTI E SITUAZIONI
LE PRODUZIONI ECOLALICHE RIGIDE DOVREBBERO DIMINUIRE
IN FAVORE DI FRASI MAGGIORMENTE GENERATIVE (ecolalia
mitigata o frasi creative)
LE FRASI ECOLALICHE DOVREBBERO ESSERE INFINE
SOSTITUITE DA FRASI GENERATIVE UTILIZZATE PER UNA
VARIETA’ DI SCOPI COMUNICATIVI E IN CONTESTI DIVERSI
38. ECOLALIA
INTERVENTO INDIRETTO
AZIONE COERENTE NEI DIVERSI CONTESTI
(condividere nel gruppo di lavoro e con la famiglia gli
esiti della valutazione e le strategie di intervento)
MODIFICHE DELL’AMBIENTE (modificare
l’ambiente per far aumentare la prevedibilità e la coerenza
riducendo situazioni fortemente disorientanti e attivanti)
INPUT LINGUISTICI SEMPLIFICATI (semplificare
al livello di comprensione ed elaborazione linguistica del
bo)
39. ECOLALIA
INTERVENTO DIRETTO
RISPONDERE ALL’INTENTO COMUNICATIVO E
PROMUOVERLO (rispondere in maniera appropriata alle frasi
ecolaliche utilizzate per scopi strumentali, cognitivi e sociali)
STILE DI INTERAZIONE VERBALE MODIFICATO DA
PARTE DELL’ADULTO (offrire al bambino come modello delle
frasi convenzionali e rilevanti che possano essere facilmente “prese in
prestito”)
PROGRESSI NELLA ELABORAZIONE LINGUISTICA
(offrire delle modificazioni sistematiche che servano a ridurre,
sostituire, o ampliare le parti che costituiscono la frase ripetuta, al fine
di promuovere il progresso nella elaborazione linguistica)
COMUNICAZIONE ALTERNATIVA E AUMENTATIVA (può
essere un valido aiuto per aumentare le produzioni verbali e sostituire
i comportamenti verbali più problematici)
42. PERCEPIRE L’INFORMAZIONE
DIFFICOLTA’ NELLA COMPRENSIONE E NEI
RAPPORTI SOCIALI
ATTENZIONE ALLE CARATTERISTICHE INANIMATE
E VISUO SPAZIALI, CARATTERISTICHE STABILI,
“CONTROLLABILI”, NON SOGGETTE A
CAMBIAMENTI
(un bambino autistico può essere interessato di più alla
configurazione dei simboli grafici che al contenuto
veicolato da questi)
43. PERCEPIRE L’INFORMAZIONE
LA SALIENZA
GLI INDIVIDUI PRESTANO LA PROPRIA
ATTENZIONE A CIO’ CHE SEMBRA LORO
MAGGIORMENTE RILEVANTE
COME I BANBINI
AUTISTICI
PERCEPISCONO
IL MONDO
PROGRAMMAZIONE
DELL’INTERVENTO
44. PERCEPIRE L’INFORMAZIONE
GLI ALTRI INDIVIDUI HANNO PENSIERI E
SENTIMENTI PROPRI
AREA PERCETTIVA
Capire che gli altri possono percepire le cose in maniera diversa dalla
propria
AREA COGNITIVA
Capire che gli altri possono avere idee e intenzioni diverse dalle proprie
AREA LINGUISTICA
Adattare la forma, il contenuto, e lo scopo comunicativo in base
all’interlocutore
45. IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI AUTISTICI
VERBALI
RYAN . Si stava preparando per andare a letto e la madre lo aiutava ad
indossare il pigiama. All’improvviso il bambino osservò un’ampia
abrasione rossa sulla propria gamba e iniziò a cantilenare
ritmicamente “Sud America”, Sud America”. Al momento la madre
considerò la reazione di Ryan un po’ bizzarra e irrilevante. Durante la
serata ripensò all’accaduto, e la mattina seguente decise di indagare.
Chiese all’insegnante di Ryan se i bambini stessero facendo una
lezione sul Sud America. L’insegnante indicò la mappa del Sud
America appesa alla parete. Con grande divertimento e sorpresa della
mamma, la mappa del Sud America aveva una forma molto simile a
quella dell’abrasione sulla gamba di Ryan.
46. IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI
AUTISTICI VERBALI
G. la madre ci riporta un’esperienza fatta con g. il bambino
stava ripetendo in modo incessante “surf, surf” e si
dispiaceva che la madre non lo comprendesse. Dopo vari
tentativi la madre riuscì a comprendere che G. voleva
l’asciugamani con ricamato un surf.
47. IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI AUTISTICI
VERBALI
IAN. Quando Ian aveva 7 aa, gli venne chiesto di
scrivere una storia su come ci si fa un amico. Ian
scrisse: “atomi, cellule, occhi, naso, bocca, braccia,
gambe. P.S. dopodichè dire CIAO”. Quando gli si
chiese del suo amico , Ian rispose: “Questo è ciò di
cui è fatto un amico”
48. IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI AUTISTICI
VERBALI
MICHAEL. Quando Michael aveva 12 anni, gli chiesero
una relazione su un libro. Nello spazio bianco vicino
alla voce “Titolo del libro” scisse Gli abiti nuovi
dell’Imperatore. Nello spazio bianco vicino alla voce
“Autore” scrisse La persona che lo ha scritto.
49. IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI
AUTISTICI VERBALI
I
BAMBINI POSSIEDONO UN SISTEMA
LINGUISTICO
SONO CAPACI DI USARE IL VERBALE O
LO SCRITTO PER ESPRIMERSI
QUALCOSA DI “IDIOSINCRASICO”
INTERFERISCE SULLA
COMPRENSIBILITA’ DEI LORO MESSAGGI
50. IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI
AUTISTICI VERBALI
RYAN. USO METAFORICO DEL LINGUAGGIO
G. STILE COGNITIVO LEGATO AD UNA IPERSELETTIVITA’
DELLO STIMOLO E NON ALLA STRUTTURA PIU’ AMPIA
IAN E MICHAEL. USO LETTERALE
51. IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI
AUTISTICI VERBALI
VALUTARE LA PRODUZIONE SPONTANEA DEL Bo Ro AUTISTICO
OSSERVAZIONE – REGISTRAZIONE IN DIVERSI CONTESTI
INTENZIONE COMUNICATIVA (valutare anche i comportamenti non verbali)
COMPRENSIONE DEI SEGNALI NON VERBALI ESPRESSI DA ALTRI
ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI OFFERTE
DALL’INTERLOCUTORE
SINTASSI (comprensione e uso degli elementi morfosintattici)
SEMANTICA (lessico del bambino – ad alta frequenza d’uso o se il bo sa
“dedurre” o “interpretare” termini composti come /ciclista/ /negoziante/ …, se
conosce i significati preposizionali, se conosce forme di cortesia convenzionali /per
piacere/ /grazie/, se conosce la polisemia dei termini /vite/, se conosce /io/ /tu/)
DISCORSO – CONVERSAZIONE (contesto comunicativo, caratteristiche verbali
e non verbali dello scambio)
52. L’INTERVENTO CON BAMBINI AUTISTICI VERBALI
CREARE UN AMBIENTE DI SUPPORTO
QUALSIASI COSA POSSA CONCRETIZZARE L’INFORMAZIONE
SOCIALE ASTRATTA SERVIRA’ A PROMUOVERE UNA
COMPRENSIONE DEGLI ELEMENTI SALIENTI DI UNA
SITUAZIONE ED UNA AUTOREGOLAZIONE
BAMBINI5
53. L’INTERVENTO CON BAMBINI AUTISTICI VERBALI
SUPPORTI LINGUISTICI
MOSTRARE L’AMBIENTE AI BAMBINI
(sottolineando le informazioni che potrebbero non essere notate)
INFORMAZIONI SOCIALI (“guarda – indicando – Anna ti sta
salutando. La saluti anche tu?”)
INFORMAZIONI EMOTIVE (“M. si è fatta male. Sta piangendo.
Povera M.!”)
INFORMAZIONI ANTICIPATORIE (“Guarda, M. sta per tirare la
palla. Alza le mani per prenderla!)
COMMENTO (Guarda come mangia A. Deve avere fame!”
CODIFICA SENTIMENTI (M. è molto arrabbiato perché L. gli ha
preso il pallone)
COMPRENSIONE DEL PUNTO DI VISTA ALTRUI (N. mangia i
biscotti. Tu – o il nome del Bo – mangi le gallette di riso. Ad N.
piacciono i biscotti.)
54. L’INTERVENTO CON BAMBINI AUTISTICI VERBALI
SUPPORTI LINGUISTICI
FACILITARE LE INTERAZIONI
(il discorso è molto complesso e intervengono innumerevoli elementi
sociocognitivi)
Ampliare la base pragmatica (dire “no” in modo pertinente, chiedere
di fare una pausa, saper chiedere aiuto, se il Bo sa richiedere solo cibo
si può insegnare a richiedere oggetti, poi richiedere informazioni,…)
Offrire delle tracce di dialogo (fumetti, brevi storie, esplicitazione per
iscritto di routine,…)
Drammatizzare delle storie
Utilizzare la lettura reciproca
Utilizzare le storie sociali
55. AUTISMO AD ALTO
FUNZIONAMENTO
PERTINENZA
“ti amo”-“ti amo, non sai quanto!” disse lei. “anche io ti amo” disse lui. “il mio amore per te è
più alto della montagna più alta del mondo che è il monte Everest, che supera 8.800 metri!”
“il mio amore per te è più profondo delle acque oceaniche più profonde, la fossa delle
Marianne, profonda più di 10.900 metri” …” SE TU GETTASSI UNA PIETRA DELLA
GRANDEZZA DELLA TUA TESTA IN UN BACINO D’ACQUA PROFONDO 10.900
METRI ESSA IMPIEGHEREBBE CIRCA UN ORA PER TOCCARE IL FONDO!!!”
PREFERENZA PER ATTI CONCRETI
“la mia futura moglie dovrebbe essere una persona che gioca bene a bowling. Una persona che va
a Boston. Le piacciono gli hot dog. Non le importa se sono allergico al latte. E’ sincera!. Amai
puzzle. Sa leggere le cartine stradali. Ama il computer e il golf. DOVREBBE ESSERE
AFFASCINATA DAI FATTI!”
METABILITA’
K. “esistiamo per sempre?” M. “si, dopo essere nati esistiamo per sempre” K. “esistiamo prima
di nascere?” M. “no, non esistiamo prima di nascere. Esistiamo per sempre dopo essere
morti” K. COME FACCIAMO A SAPERE CHE ESISTIAMO DOPO ESSERE MORTI, SE
NON ESISTIAMO PRIMA DI NASCERE?”
56. SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER
L’INTERVENTO
1.
COMPRENDERE L’AUTISMO
Mi è stato detto che quest’anno A., un bambino con autismo
ad alto funzionamento di 11 anni , sarà nella mia 5. A dire
il vero non so granchè dell’autismo né cosa aspettarmi. So
invece che A. ha avuto molti problemi l’anno scorso. L’ho
visto spesso nell’ufficio del Direttore; inoltre ho sentito per
caso un racconto della bibliotecaria della scuola che
descriveva una crisi di nervi che A. ha avuto - le gridava
contro e si dava i pugni in testa – un giorno che in
biblioteca non aveva trovato un certo libro sugli insetti
sudamericani. E’ questo l’autismo? …. Sono un po’
preoccupata …..
57. SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER
L’INTERVENTO
2. CONOSCERE IL BAMBINO ATTRAVERSO VALUTAZIONI MIRATE
“gran parte di quello che ho letto sull’autismo si addice anche a
P. un bambino della seconda, ma altre cose mi confondono.
Sembra che i bambini affetti da autismo non parlino e se ne
stiano isolati, ma spesso P. parla in continuazione e non lascia
in pace i suoi compagni. Forse gli sto concedendo troppe
libertà, come quella di gironzolare per la classe mentre gli altri
devono stare seduti. Ma è veramente autistico o ha solo
bisogno di limiti? Come faccio a saper che cosa è ragionevole
aspettarmi?”
58. SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER
L’INTERVENTO
3. AUMENTARE PREVEDIBILITA’ E COMPRENSIBILITA’
UTILIZZANDO ROUTINE STRUTTURATE, PROGRAMMI,
AGENDE…
“ so un sacco di cose sull’autismo e su A. ma che cosa posso fare? A. non
sembra mai in sincronia con i suoi compagni di terza. Per es. tutti i bambini
sono al loro banco pronti per matematica e A. resta nell’angolo dei libri a
leggere non so cosa sulle bandiere. A volte sembra che non mi senta. Altre
volte sa cosa deve fare ma si rifiuta di iniziare. E altre volte ancora fa i
capricci perché è il momento di interrompere le attività! Mi tormenta in
continuazione perché vuole andare in biblioteca. Venerdì scorso non siamo
potuti andare ed è stata agitata tutto il giorno. Sto passando più tempo a fare
la guardia ad A. che ad insegnarle. Come posso aiutarla a trascorrere bene la
giornata scolastica?”
59. SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER
L’INTERVENTO
4.
CHIARIRE ISTRUZIONI E ASPETTATTIVE COMPENSANDO LE
DIFFICOLTA’ DI LINGUAGGIO RICETTIVO – RIDURRE LE
DISTRAZIONI, FORNIRE UN BUON POSTO NELL’AULA,
ADATTARE IL LIVELLO DEL LINGUAGGIO ORALE,
INFORMAZIONI SCRITTE
“di solito J. un bambino di 7 anni, è ‘nel posto giusto al momento giusto’.
Sembra orgoglioso della sua agenda e gli piace spuntarne le voci. Infatti ho
cercato di prenderla in prestito per mostrarla ad una mia collega ma J. Non
me lo ha permesso! Eppure in classe sembra che ancora non stia attento.
Mentre spiego lui giocherella con qualcosa e soltanto di rado contribuisce
alle discussioni di classe (se non per fare commenti sugli aeroplani). Infine
sembra non sentire mai i compiti. Come posso fare per essere più efficace
quando do le disposizioni?”
60. SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER
L’INTERVENTO
5. STRUTTURARE LE ATTIVITA’ E I COMPITI - ORGANIZZAZIONE
VISIVA DEL LAVORO, ISTRUZIONI SCRITTE, STRUTTURARE I
COMPITI TENENDO CONTO DELLE ABILITA’ COGNITIVE,
CREARE L’ABITUDINE A CHIEDERE AIUTO
“K. Sta migliorando molto. Se la indirizzo verso una domanda
specifica su un compito durante le discussioni in classe, lei risponde.
Fra l’altro i suoi compagni sembrano stupiti di quante cose sappia!
Ma K. Fa ancora fatica a restare concentrata su un’attività e a finire i
compiti. Ho l’impressione che potrebbe fare meglio se solo si
applicasse. Come posso organizzare i compiti in modo che K. Riesca
meglio?”
61. SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER
L’INTERVENTO
6. MOTIVARE L’ALUNNO FACENDO LEVA SUI SUOI INTERESSI
PARTICOLARI
“vede F. è un bambino piuttosto coscienzioso. Si impegna molto per
riuscire a fare ciò che agli altri bambini viene naturale. Ma ora che so
che cosa è in grado di fare mi accorgo che a volte semplicemente non
è motivato dalle mie lezioni. Sembra non essere interessato a niente.
Beh, eccetto i nomi degli alberi, dei fiori e degli aeroplani. Io sono un
insegnante abbastanza creativa e divertente, ma in questo caso non so
proprio che pesci pigliare. Cos’è che sbaglio? Come posso fare per
motivare e coinvolgere F.?”
62. SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER
L’INTERVENTO
7 . IL COMPORTAMENTO LE RELAZIONI LE REGOLE SOCIALI –
ASSEGNARE LORO RUOLI, PREDISPORRE ATTIVITA’ DI GIOCO
CON POCHI COMPAGNI, PREDISPORRE ATTIVITA’
SEMISTRUTTURATE COME FREQUENTARE SCOUT, CIRCOLI
SCACCHI
“dal punto di vista scolastico M. sta andando alla grande! Abbiamo
organizzato il lavoro che deve svolgere ogni mattina in alcune cartellette
colorate secondo un codice cromatico e ci siamo accorti che è utile ridurre il
numero di problemi di matematica assegnati. Finisce in tempo e sembra meno
angosciato. Ma continua a non avere amici. A volte sembra proprio non
essere interessato agli altri , mentre quando lo è i suoi comportamenti bizzarri
allontanano i compagni. Peter lo aiuta ma gli altri bambini gli danno fastidio.
Come posso aiutare M. a cavarsela meglio sul piano dei rapporti sociali?”
63. SINTESI DELLE STRATEGIE UTILI PER
L’INTERVENTO
COME SARA’ DA GRANDE? L’INSEGNAMENTO
PER LA VITA ADULTA
“rispetto a come mi sentivo all’inizio dell’anno scolastico, sono sorpresa di
quanto abbia imparato a occuparmi veramente di B. sicuramente ha
contribuito a sviluppare le mie capacità di insegnante! D’altra parte, è un
ragazzino eccezionale! Mi preoccupo un po’ per il suo futuro. Come sarà da
adulto? Dovrei fare qualcosa di particolare adesso per prepararlo al futuro?”
ABILITA’ DI BASE E LE ABITUDINI ESSENZIALI PER IL LAVORO
(rispettare i turni, sostenere una conversazione, chiedere aiuto, seguire un
programma di lavoro), ABILITA’ DI VITA QUOTIDIANA (mangiare senza
sporcarsi, ordinare un piatto scelto da menu, fare la spesa) ABILITA’ DI
TEMPO LIBERO (andare al cinema, al percorso verde, …)
64. S. Baron Cohen, P. Bolton - “Autismo. La conoscenza del problema” Ed. La Nuova Phoenix
P. Collins – “Né giusto né sbagliato” Ed Adelphi
D. J. Cohen, F. R. Volkmar “Autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo” Vol. I e II, Ed. Vannini
H. De Clercq – “Il labirinto dei dettagli” Ed. Erickson
L.A. Hodgdon – “Strategie visive per la comunicazione” Ed. Vannini
D. Ianes, S. Cameroti (a cura di) - Il piano educativo individualizzato. Progetto di vita
8° ediz. 2007 Ed. Erikson
C. Moore – “George e Sam” Ed. Corbaccio
K. A. Quill (a cura di) “Comunicazione e reciprocità sociale nell’autismo” 2007 Ed. Erickson
E. Schopler, G. B. Mesibov, L. J. Kunce “Sindrome di Asperger e Autismo high – functioning” 2001 Ed.
Erickson