O slideshow foi denunciado.
Seu SlideShare está sendo baixado. ×

Lezione 1 b_linguaggio

Anúncio
Anúncio
Anúncio
Anúncio
Anúncio
Anúncio
Anúncio
Anúncio
Anúncio
Anúncio
Anúncio
Anúncio
Próximos SlideShares
4 linguaggio
4 linguaggio
Carregando em…3
×

Confira estes a seguir

1 de 59 Anúncio

Mais Conteúdo rRelacionado

Quem viu também gostou (20)

Anúncio

Semelhante a Lezione 1 b_linguaggio (20)

Anúncio

Mais recentes (20)

Lezione 1 b_linguaggio

  1. 1. PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO prof. Caterina Fiorilli fiorilli@lumsa.it Lezione 1 Modulo B
  2. 2. 2 Nascita del linguaggio • All’inizio la voce del neonato è il pianto, ma in pochi mesi emergono i primi elementi del codice verbale • Entro i 3-4 anni il bambino sarà capace di padroneggiare i principi che governano il linguaggio • Si tratta di uno sviluppo talmente rapido da far ritenere alcuni studiosi che lo sviluppo successivo consista nella semplice combinazione di dei meccanismi comunicativi e nell’adattamento in contesti specifici
  3. 3. 3 Nascita del linguaggio Imparare a capire e a parlare una lingua è un’impresa straordinariamente complessa. Per comprenderne la portata occorre esaminare quali siano i requisiti perché un sistema di comunicazione possa essere considerato “linguaggio” Il caso del linguaggio degli animali
  4. 4. 4 Requisiti del linguaggio • Affinché un sistema di comunicazione possa essere considerato “linguaggio” occorre che abbia: – Semanticità: rappresentare simbolicamente oggetti, eventi, stati emotivi, concetti astratti – Dislocazione: riferirsi al passato e al futuro, oltre che al presente – Produttività: il parlante deve essere in grado di comprendere frasi nuove, mai sentite prima,e produrre, con il repertorio circoscritto di suoni e vocaboli specifici della sua lingua, un numero potenzialmente infinito di messaggi – Adesione a regole: la produzione deve rispettare le regole rigide ed arbitrarie accettate per convenzione sociale
  5. 5. 5 Uso del linguaggio • Prerogativa umana malgrado gli animali possano apprendere l’uso di forme comunicative, anche umani, essi: – Le acquisiscono e le producono grazie al rinforzo – Non rispettano i requisiti del linguaggio
  6. 6. 6 Acquisizione del linguaggio I principali problemi intorno al linguaggio sono: 1. Ruolo dei fattori genetici e di quelli ambientali 2. Rapporti tra il linguaggio e il pensiero 3. Rapporti tra il linguaggio e le abilità sociali
  7. 7. 7 1. Maturazione o Apprendimento? La teoria comportamentista di Skinner (1957) La teoria della linguistica generativa di Chomsky (1965)
  8. 8. 8 La tradizione comportamentista • Secondo questa prospettiva per la comparsa del linguaggio sarebbero determinanti l’esperienza e l’apprendimento – Il comportamento verbale, al pari di qualunque altro comportamento, se viene rinforzato tende a ripresentarsi e a permanere – Processo associativo: • Suoni – Oggetti • Rinforzo degli adulti • Efficacia dell’uso
  9. 9. 9 Limiti del modello comportamentista • Sottostima dell’aspetto creativo del linguaggio: – Sin da quando il bambino inizia a parlare è in grado di formulare espressioni originali e diverse • Si avanza l’ipotesi che alla base della capacità infantile di acquisire la propria lingua vi sia una facoltà mentale specifica inscritta nel patrimonio genetico della specie umana
  10. 10. 10 La linguistica generativa • Alla base di questa teoria la considerazione di una facoltà basilare del linguaggio: la sintassi • Le regole sintattiche governano la corretta relazione tra le parole • Consentono di trasformare una forma-base in nuove proposizioni – ad esempio: <<Maria accarezza la bambola>> – può diventare: <<la bambola è accarezzata da Maria>>
  11. 11. 11 La linguistica generativa • Regole sintattiche che sono: – intuite implicitamente – sollecitate dal contatto con lo stimolo linguistico – dal contatto si innesca un processo attivo di ricerca e verifica – si attivano grazie alla maturazione di un dispositivo specifico denominato Language Acquisition Device (LAD)
  12. 12. 12 LAD • Caratteristiche del LAD: – è preposto a consentire la comprensione e produzione di frasi, indipendentemente dalla specificità delle varie lingue – è indipendente dai meccanismi di apprendimento (ad es. l’imitazione, l’associazione, etc.) • Infatti: • La lingua madre si acquisisce ad una data età prefissata • Si parla precocemente e rapidamente anche se l’offerta della stimolazione linguistica è diversa
  13. 13. 13 Alcune prove a favore del LAD • Ipercorrettismo o sovrageneralizzazione della regola: – Formazione spontanea del plurale – Applicazione delle regole anche nel caso di eccezioni
  14. 14. 14 Punti critici della linguistica generativa • Si esclude ogni rapporto con l’apprendimento • Non si attribuisce importanza al rapporto tra linguaggio e attività cognitive, percettive, motorie, etc. • Non spiega come mai la comprensione è possibile anche quando le regole sintattiche sono violate • Non spiega come mai per interpretare una frase occorre riferirsi al qualcosa che va oltre la struttura sintattica: ad esempio: <<ha un orologio?>>
  15. 15. 15 2. Pensiero e Linguaggio • Due psicologi hanno particolarmente indagato il rapporto tra linguaggio e pensiero: – J. Piaget (1923) – Lev S. Vygotskij (1934)
  16. 16. 16 Linguaggio e Pensiero per J. Piaget Secondo Piaget è impossibile separare sviluppo dell’intelligenza e linguaggio Evoluzione del linguaggio: – intorno ai 18 mesi, verso la fine dello stadio senso-motorio si conclude e si forma l’intelligenza di tipo rappresentativo – il linguaggio fa la sua comparsa insieme ad altre forme di simbolizzazione – nasce grazie ad un più generale sviluppo cognitivo – è frutto della comparsa di nuovi processi mentali, non da insegnamenti o stimoli, né da strutture innate specificamente linguistiche
  17. 17. 17 Linguaggio e Pensiero per J. Piaget Evoluzione del linguaggio: 1. linguaggio egocentrico 2. linguaggio sociale
  18. 18. 18 Criticità della teoria Piagetiana • Numerose ricerche sono state compiute allo scopo di verificare l’esistenza di “prerequisiti” cognitivi al linguaggio: – significative correlazioni tra comparsa del linguaggio e altre abilità cognitive (es. gioco simbolico, imitazione) • Rimangono non correlati altre componenti del pensiero rappresentativo: – ricerca dell’oggetto nascosto – comprensione delle relazioni spaziali • Esistono forme complesse di linguaggio anche in bambini con deficit concettuali marcati
  19. 19. 19 Criticità della teoria Piagetiana • Tali aspetti hanno indotto numerosi ricercatori a chiedersi se esiste una evoluzione parallela tra pensiero e linguaggio • Riconducibile a comuni strutture mentali sottostanti
  20. 20. 20 Linguaggio e Pensiero per L.S. Vygotskij • Vygotskij muove dalla premessa che: – pensiero e linguaggio hanno radici differenti – il passaggio dall’uno all’altro non è automatico – lo sviluppo di linguaggio e pensiero è inscindibile dal contesto sociale di crescita • Evoluzione del linguaggio: – avvio nei rapporti interpersonali nelle interazioni del bambino con i genitori, adulti, coetanei – uso iniziale del linguaggio a fini comunicativi (inter-psichico) – successiva interiorizzazione del linguaggio (intra-psichico)
  21. 21. 21 Linguaggio e Pensiero per L.S. Vygotskij • Funzione regolativa del linguaggio: – inizialmente a voce alta (intorno ai 2 anni) – successivamente interiorizzata (intorno ai 7 anni) • Ad esempio: ripetere a se stessi le operazioni da compiere per eseguire un compito
  22. 22. 22 Linguaggio e Abilità Sociali <<Gianni pappa>> È una proposizione dichiarativa o una richiesta? Rilevanza del contesto d’uso per scegliere tra i vari significati quello possibile e appropriato Tale punto è stato particolarmente enfatizzato dai sostenitori di una spiegazione del linguaggio centrata sui fattori interpersonali e sociali
  23. 23. 23 Linguaggio e Abilità Sociali • J. Bruner (1983) è stato tra i più importanti sostenitori di tali fattori, secondo questo autore: – il linguaggio soddisfa importanti funzioni sociali (regolare il comportamento altrui, trasmettere informazioni, etc.) – lo sviluppo delle competenze comunicative richiede l’apporto degli adulti
  24. 24. 24 Linguaggio e Abilità Sociali • Le qualità che rendono cruciale la relazione adulto-bambino al fine di acquisire il linguaggio sono in sintesi due: – La capacità degli adulti di dare significato ai suoni e alle prime espressioni infantili – La possibilità che adulti e bambini rivolgano un’attenzione congiunta a eventi o oggetti dell’ambiente
  25. 25. 25 Linguaggio e Abilità Sociali • Routine (J. Bruner) nella comunicazione adulto-bambino ADULTO BAMBINO OGGETTO • Le routine comunicative sostengono l’acquisizione linguistica • Le routine rappresentano il Language Acquisition Support System (LASS) • LASS: precursore interattivo del linguaggio
  26. 26. 26 Attenzione condivisa • Gli schemi comunicativi che si sviluppano tra madre e bambino sembrano importanti per l’acquisizione del linguaggio • Tra questi i più rilevanti sono lo stabilirsi dell’attenzione condivisa tra m. e b. e la comprensione della referenza
  27. 27. 27 Attenzione condivisa Nel primo anno di vita • Le madri tendono a seguire la linea dello sguardo dei loro bambini ma anche • il bambino riesce a dirigere l’attenzione nella direzione in cui la madre sta guardando se l’oggetto è posizionato in modo funzionale Collis e Schaffer (1975); Butterworth e Grover, (1989)
  28. 28. 28 Routine madre-bambino In uno studio Harris et al. (1983) ha mostrato che: - la max parte delle madri cambiava i temi di conversazione con i bambini in relazione all’attività svolta da questi (già ai 7 mesi del bambino e persisteva anche ai 16 mesi) - inoltre gli autori hanno individuato delle differenze in due gruppi di madri-bambini: gruppo a): le madri proponevano argomenti di conversazione attinenti all’attività che stava svolgendo il bambino gruppo b): non vi era attinenza
  29. 29. 29 Routine madre-bambino gruppo b): non vi era attinenza I bambini di questo gruppo presentarono ritardi nello sviluppo linguistico Due possibili spiegazioni: 1. Le differenze tra i discorsi delle madri nei due gruppi dipende dalle differenze nelle abilità linguistiche dei bambini 2. Le differenze nei discorsi materni sono esse stesse responsabili, almeno in parte, delle successive differenze nelle abilità linguistiche
  30. 30. 30 Indicare gli oggetti • Un cambiamento significativo per lo stabilirsi della referenza condivisa – Tra i 12 e 18 mesi: i bambini mostrano di comprendere il gesto di indicazione e guardano nella direzione corretta quando qualcuno sta indicando (Shaffer, 1984) – La capacità di indicare è unica dell’uomo
  31. 31. 31 Indicare gli oggetti • La relazione tra produzione da parte del bambino del gesto di indicare e sviluppo del linguaggio è stata evidenziata da Bates et al. (1979): – Denominazione degli oggetti – Indicazione dichiarativa (denom. con funzione comunicativa) Predittivi del primo sviluppo del vocabolario
  32. 32. 32 Indicare gli oggetti • Folven et al. (1984): – La frequenza con cui i bambini tra i 9 e i 12 mesi usano l’indicazione con funzione comunicativa è positivamente correlata con la dimensione del lessico verbale e gestuale prodotto nel secondo anno di vita – In effetti: • In seguito all’indicazione del bambino l’adulto attiva delle risposte particolari: – Nomina gli oggetti indicati dal bambino
  33. 33. 33 Linguaggio e Abilità Sociali Secondo J. Bruner il contesto sociale familiare aiuta il bambino ad interpretare il linguaggio parlato da chi lo accudisce. “… non potremo fare molti progressi se aderiamo all’impossibile ipotesi di un estremo empirismo o a quella miracolosa di un puro innatismo” (Bruner, 1983)
  34. 34. 34 In sintesi … • All’origine del linguaggio e del suo sviluppo sono stati prodotti diversi modelli teorici esplicativi che hanno enfatizzato componenti diverse: – Meccanismi dell’apprendimento (rinforzo e imitazione) – Basi biologiche (predisposizioni innate al linguaggio) – Fattori cognitivi (linguaggio espressione del cognitivo) – Contesti sociali e comunicativi (interazione adulto-bambino)
  35. 35. 35 In sintesi … • Benché vi sia ancora molto da scoprire sul linguaggio infantile la ricerca indica che: – I processi implicati in esso sono il risultato di una complessa interazione tra • Capacità cognitive del bambino • Abilità linguistiche • Esperienze
  36. 36. 36 I bambini crescono nella lingua • La facilità con cui i bambini di tutto il mondo fronteggiano un’impresa così complessa come imparare a parlare ha indotto a pensare che si tratti di un comportamento biologicamente innescato
  37. 37. 37 Evoluzioni nell’acquisizione della lingua – 1 mese: segni di risposta ai suoni – 2 mesi: suoni vocalici – 4 mesi: lallazione – 6 mesi: balbettio – … – 11-12 mesi: olofrasi (protorichieste e protoasserzioni) – 15 mesi: dalle 4 alle 6 parole – 18 mesi: enunciati diretamici – 21 mesi: circa 50 parole – 24 mesi: prima grammatica – 27 mesi: interrogazioni e negazioni – 36 mesi: circa 250 parole e frasi di 3 parole – 60 mesi: costruzioni rare e complesse – 120 mesi: linguaggio maturo
  38. 38. 38 I bambini crescono nella lingua 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 1 2 3 4
  39. 39. 39 Componenti della lingua • Fonemi: suoni di una lingua; tratti sonori minimi in grado di differenziare i significati • Grafemi: trasposizione dei suoni in segni grafici • Morfemi: composizione di più fonemi dotati di significato • Lessico: sequenza di fonemi dotata di significato • Proposizioni: argomento e predicato
  40. 40. 40 Dalle frasi al discorso • Fra i 4 e i 6 anni i bambini acquisiscono un controllo più complesso sul discorso • Verso i 4 anni inizia a svilupparsi la pragmatica • Verso i 7-8 anni cresce la capacità di costruire discorsi considerando i nessi causali e le sequenze temporali
  41. 41. 41 Sviluppo linguistico e deficit sensoriale I bambini che soffrono di specifici deficit visivi o uditivi mostrano specifici problemi nell’acquisizione del linguaggio
  42. 42. 42 Sviluppo linguistico nei bambini ciechi • Lo studio dello sviluppo linguistico nei bambini ciechi alla nascita mostra l’influenza che l’esperienza percettiva ha sul linguaggio: – Rilevante l’influenza della percezione visiva Infatti i bambini studiati mostrano: 1. Ritardo nell’acquisizione del linguaggio 2. Difficoltà nel definire la relazione tra nome e oggetto
  43. 43. 43 Sviluppo linguistico nei bambini ciechi • Tuttavia: – I bambini ciechi passano dalle olofrasi alla fase combinatoria nello stesso momento dei vedenti, cioè quando hanno raggiunto le 100 parole (pur essendo queste prevalentemente contesto-specifiche) • Quindi: – Nei bambini ciechi la sollecitazione a combinare le parole è indipendente dalle caratteristiche della loro conoscenza lessicale
  44. 44. 44 Sviluppo linguistico nei bambini ciechi Il linguaggio dei bambini ciechi fornisce quindi ulteriori conferme alkl’ipotesi che alcuni aspetti dello sviluppo linguistico siano il risultato di processi specifici per il linguaggio Non influenzati dall’esperienza sociale né dal più generale sviluppo cognitivo ************************************************ Dunlea, 1989
  45. 45. 45 Sviluppo linguistico nei bambini sordi Lo sviluppo linguistico dei bambini sordi varia tanto che mentre alcuni apprendono il linguaggio in modo simile ai bambini udenti, altri possono arrivare all’età scolare senza capacità linguistiche Fattori che incidono: 1. Estensione del deficit (profondo vs. lieve) 2. Età di esordio (nascita vs. secondo anno di vita) 3. Genitori (udenti vs. non udenti)
  46. 46. 46 Sviluppo linguistico nei bambini sordi Rilevanza dell’esposizione alla lingua dei segni: – Bambini esposti alla lingua dei segni sin dalla nascita affrontano il linguaggio alla stessa stregua dei bambini udenti che acquisiscono il linguaggio parlato – Studi su bambini esposti sin dalla nascita alla lingua dei segni hanno mostrato che questa è appresa allo stesso ritmo della lingua parlata Infatti: – I primi segni compaiono nello stesso periodo in cui compaiono le prime parole – I segni sono usati nello stesso modo in cui i bambini udenti producono le prime parole – Anche l’apprendimento delle prime combinazioni di segni è comparabile a quello delle prime combinazioni di parole ***************************************************************** Caselli, 1983, 1987; Volterra e Caselli, 1985
  47. 47. 47 1. Quale requisitio del linguaggio rappresenta simbolicamente oggetti, eventi, stati emotivi, concetti astratti? 1. Dislocazione 2. Adesione a regole 3. Semanticità 4. Produttività 2. Dopo i 2 anni il linguaggio per Piaget è: 1. Egocentrico 2. Sociale 3. Prima interpsichico e poi intrapsichico 3. La dislessia comporta: 1. Difficoltà di parlare 2. Difficioltà di lettura 3. Difficoltà di tradurre fonemi in grafemi
  48. 48. 48 1. Quale requisitio del linguaggio rappresenta simbolicamente oggetti, eventi, stati emotivi, concetti astratti? 1. Dislocazione 2. Adesione a regole 3. Semanticità x 4. Produttività 2. Dopo i 2 anni il linguaggio per Piaget è: 1. Egocentrico 2. Sociale x 3. Prima interpsichico e poi intrapsichico 3. La dislessia comporta: 1. Difficoltà di parlare 2. Difficioltà di lettura 3. Difficoltà di tradurre fonemi in grafemi x
  49. 49. 49 4. Che cos’è il LAD: • una predisposizione che consente la comprensione e produzione di frasi • Un prodotto di meccanismi di apprendimento • Un meccanismo di apprendimento del linguaggio dipendente esclusivamente dal contesto sociale 5. Quale autore sostiene che intelligenza e linguaggio hanno uno svilppo autonomo: • Piaget • Bruner • Vygotskij
  50. 50. 50 4. Che cos’è il LAD: • una predisposizione che consente la comprensione e produzione di frasi x • Un prodotto di meccanismi di apprendimento • Un meccanismo di apprendimento del linguaggio dipendente esclusivamente dal contesto sociale 5. Quale autore sostiene che intelligenza e linguaggio hanno uno svilppo autonomo: • Piaget • Bruner • Vygotskij x
  51. 51. 51 6. Che integrazione fa Bruner alla Teoria generativa di Chomsky: • Il LAD • Le routine madre-bambino • Il LASS 7. Secondo Bruner dove i bambni apprendono principalmente il linguaggio? 1. In famiglia 2. A scuola 3. Con i compagni di gioco
  52. 52. 52 6. Che integrazione fa Bruner alla Teoria generativa di Chomsky: • Il LAD • Le routine madre-bambino • Il LASS x 7. Secondo Bruner dove i bambni apprendono principalmente il linguaggio? 1. In famiglia x 2. A scuola 3. Con i compagni di gioco
  53. 53. 53 8. Secondo Skinner l’apprendimento del linguaggio è fatto di: • Aspetti genetici • Correlazione tra aspetti genetici e ambientali • Aspetti ambientali sottoforma di rinforzo 9. Il LAD dimostra che: 1. Vi è una base innata allo sviluppo del linguaggio 2. Negli animali non si può parlare propriamente di linguaggio 3. Entrambe le cose
  54. 54. 54 8. Secondo Skinner l’apprendimento del linguaggio è fatto di: • Aspetti genetici • Correlazione tra aspetti genetici e ambientali • Aspetti ambientali sottoforma di rinforzo x 9. Il LAD dimostra che: 1. Vi è una base innata allo sviluppo del linguaggio 2. Negli animali non si può parlare propriamente di linguaggio 3. Entrambe le cose x
  55. 55. 55 10. Quali sono le patologie del linguaggio più note: • Sordità, balbuzie, disgrafia, afasia • Balbuzie, dislessia, disfasia • Sordità, balbuzie, dislessia, afasia 11. Quali sono le caratteristiche del LAD: 1. E’ dipendente dai meccanismi di apprendimento 2. È indipendente dai meccanismi di apprendimento 3. È indipendente dai meccanismi di supporto del linguaggio
  56. 56. 56 10. Quali sono le patologie del linguaggio più note: • Sordità, balbuzie, disgrafia, afasia • Balbuzie, dislessia, disfasia • Sordità, balbuzie, dislessia, afasia x 11. Quali sono le caratteristiche del LAD: 1. E’ dipendente dai meccanismi di apprendimento 2. È indipendente dai meccanismi di apprendimento x 3. È indipendente dai meccanismi di supporto del linguaggio
  57. 57. 57 12. Quale area è preposta alla comprensione verbale: • Parte posteriore del lobo frontale inferiore (a. Broca) • Metà posteriore dell’area temporale (a. Wernicke) • Lobi frontali e temporali 13. Qual è la patologia che impedisce ai bambini di trasformare i fonemi in grafemi • Afasia di Broca • Sordità • Dislessia
  58. 58. 58 12. Quale area è preposta alla comprensione verbale: • Parte posteriore del lobo frontale inferiore (a. Broca) • Metà posteriore dell’area temporale (a. Wernicke) x • Lobi frontali e temporali 13. Qual è la patologia che impedisce ai bambini di trasformare i fonemi in grafemi • Afasia di Broca • Sordità • Dislessia x
  59. 59. 59 Punteggio 13: ottima preparazione Punteggio 12-9: buona preparazione Punteggio < 8: scarsa preparazione

×