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LA MEMORIA 
E’ la capacità degli esseri viventi di 
ricordare ciò che si è appreso
PROCESSO DI 
MEMORIZZAZIONE 
• Da uno stimolo esterno parte la PERCEZIONE 
• I dati vengono registrati dai SENSI 
• Avviene la CODIFICAZIONE dei dati, da parte 
del cervello 
• C’è l’APPRENDIMENTO 
• I dati vengono riposti nella MEMORIA A BREVE 
TERMINE (dura pochi secondi- 30 circa) 
• Ma per durare nel tempo devono poi essere messi 
nella MEMORIA A LUNGO TERMINE.
ESISTONO 3 TIPI DI 
MEMORIA 
1. SENSORIALE, legata ai sensi (uditiva, 
visiva, olfattiva, tattile…) 
2. A BREVE TERMINE, nella quale si 
fissano le cose, ma per breve tempo, se 
queste poi non vanno nella momoria a 
lungo termine, le perdiamo 
3. A LUNGO TERMINE, ci va tutto: lo 
studio, la memoria autobiografica…
COSA RICORDIAMO PIU’ 
FACILMENTE 
• Ciò che è piacevole, 
• Ciò che è spiacevole, 
• Quello che facciamo più spesso.
COSA DIMENTICHIAMO PIU’ 
FACILMENTE 
• Ciò che non ci interessa, 
• Quello che non ci accorgiamo di fare, 
quindi ciò a cui non poniamo “attenzione”.
MEMORIA PROCEDURALE 
• Crescendo, alcune azioni diventano 
automatiche, ma da bambini abbiamo 
dovuto imparare a camminare, ad andare in 
bici, a sciare…e tutto ci sembrava difficile.
EBBINGHAUS, STUDIOSO 
DELLA MEMORIA 
• Nella seconda metà del 1800 il tedesco 
Ebbinghaus fu il maggiore studioso della 
memoria. 
MODALITA’ DI STUDIO E 
SPERIMENTAZIONE: 
• Fece molti esperimenti su di sé. 
• Utilizzò come oggetto di studio solo le 
sillabe senza senso.
COME INDAGAVA LA 
MEMORIA 
• Ebbinghaus apprendeva la lista di sillabe in 
una prima seduta. 
• In una seconda seduta, a distanza di tempo, 
il lavoro richiesto per imparare la lista era 
minore; occorrevano meno ripetizioni. 
• Il risparmio di lavoro nella seconda seduta 
era una misura della memoria della prima 
seduta, o “riapprendimento”.
LE REGOLE DI 
MEMORIZZAZIONE 
• Per memorizzare Ebbinghaus seguiva regole ben 
precise: 
1. Leggeva e ripeteva 150 battute al minuto. 
2. Cominciava a ripetere dopo aver letto dall’inizio 
alla fine. 
3. Se nel ripetere si inceppava, leggeva prima il 
resto, poi ripeteva. 
4. “Controllo sperimentale”: cercava di mantenere 
condizioni sperimentali stabili, senza introdurre 
variabili.
RISULTATI DEGLI STUDI DI 
EBBINGHAUS 
1. SUPERAPPRENDIMENTO, anche se aveva 
già memorizzato le sillabe del giorno, continuava 
a ripeterle, così aveva visto che le ricordava di 
più, anche se c’è una soglia limite. 
2. CURVA DELL’OBLIO, non riusciremo 
comunque a ricordare tutto, di ciò che 
apprendiamo una parte la scordiamo. Le cose 
dimenticate le cancelliamo “subito”. Le cose che 
si sedimentano vanno comunque nella memoria a 
lungo termine.
3. APPRENDIMENTO MASSIVO (concentrato 
in una unica dose), 
è meno utile imparare più materiale in una sola 
volta, invece, con 
l’ APPRENDIMENTO DISTRIBUTIVO, 
(distribuendo in più sedute il materiale da 
memorizzare), si ricorda più facilmente. 
4. EFFETTO SERIALE, di una serie di sillabe i 
numeri ci ricordiamo più facilmente le prime e le 
ultime, meno quelle centrali.
LIMITI DELLO STUDIO DI 
EBBINGHAUS 
• Ha tralasciato tutta la parte relativa ai 
SIGNIFICATI (solo sillabe senza senso). 
• Ha fatto esperimenti SOLO SU SE 
STESSO, ma noi molte cose le ricordiamo 
perché le “associamo”; senza un senso 
mancano dei riferimenti ed è più difficile 
ricordare.
COME FACCIAMO A METTERE I 
CONTENUTI APPRESI NELLA 
MEMORIA 
A. FASE SENSORIALE (i sensi registrano), tutte le 
nostre conoscenze passano dai sensi e vanno al cervello. 
Ci sono vari tipi di MEMORIA SENSORIALE: 
1. MEMORIA VISIVA-ICONICA (0,25 secondi) è alla 
base dell’effetto stroboscopico, del cinematografo e 
della televisione. 
2. MEMORIA UDITIVA-ECOICA (2-4 secondi) è 
importante nella percezione del parlato, della musica dei 
suoni. 
3. MEMORIA OLFATTIVA 
4. MEMORIA TATTILE
B. FASE DI CODIFICAZIONE 
• Solo poche informazioni vanno alla MEMORIA A 
BREVE TERMINE. 
• Ma per ricordare i concetti fondamentali vanno riposti 
nella MEMORIA A LUNGO TERMINE. 
C.Ultima FASE è il RECUPERO (ricordo): volontario o 
involontario. 
Ricordiamo le cose che ci servono o ci interessano, alle 
quali prestiamo maggiore attenzione. Del resto di input ne 
arrivano moltissimi, in continuazione. Noi cogliamo solo 
quelli a cui prestiamo attenzione, non possiamo far passare 
tutto nella memoria.
DISTURBI 
NELL’ATTENZIONE 
- DISTRAZIONE: quando arriva uno stimolo 
esterno. 
- DISATTENZIONE: legata allo stress o alla 
stanchezza, le condizioni fisiche incidono 
molto.
I 3 TIPI DI MEMORIA 
1.MEMORIA SENSORIALE, 
Registrazione sensoriale che consiste nel 
prolungamento della percezione di un oggetto al di 
là del tempo in cui stimola i nostri sensi. 
• Viene codificata dalla mente: c’è sempre una parte 
VOLONTARIA (utilizzata nello studio) e una 
parte INVOLONTARIA (che emerge senza 
volontarietà, per associazione).
2. MEMORIA A BREVE TERMINE, può 
contenere solo poche informazioni alla volta. 
Presenta alcune caratteristiche: 
- BREVE DURATA (max 30 secondi), 
- CAPACITA’ LIMITATA (George Miller parlò di 
capacità come “memory span”, da 5 a 9, cioè “7 più o 
meno 2”. Ma Miller parla di 7 pezzi “chunk”, in cui ogni 
pezzo coincide con un’unità di informazione. 
- REGISTRAZIONE IN CODICE FONETICO, per le 
parole conta il modo in cui vengono pronunciate. Infatti 
gli errori nella memoria a breve termine sono per lo più 
dovuti a INTRUSIONI ACUSTICHE (es. due-bue, non 
certo tre).
- La MEMORIA A BREVE TERMINE è 
comunque a CODICE FLESSIBILE, può infatti 
registrare secondo un codice visivo o semantico. 
- MANTENIMENTO DEL’INFORMAZIONE 
ATTRAVERSO LA RIPETIZIONE, il limite 
massimo di ritenzione della memoria a breve 
termine è 30 secondi. Se si vuole mantenere in vita 
l’informazione per più tempo bisogna ripeterla, 
sottovoce o mentalmente, altrimenti svanisce.
3. MEMORIA A LUNGO TERMINE, una 
volta che abbiamo deciso cosa ricordare, si 
manda nella memoria a lungo termine, 
composta da più tipologie di memoria: 
- PROCEDURALE, (come fare le cose) 
ricorda dei meccanismi: nuotare, sciare, 
camminare… 
- DICHIARATIVA, (come stanno le cose), 
include la MEMORIA SEMANTICA 
(significati) e una MEMORIA EPISODICA 
(autobiografica e di argomenti specifici).
IL RECUPERO O RICORDO 
• Può avvenire in modo VOLONTARIO o 
INVOLONTARIO. 
• VOLONTARIO, come nelle interrogazioni 
cerco di recuperare ciò che so. 
• INVOLONTARIO, quando i ricordi 
riaffiorano per associazione di idee.
MNEMOTECNICHE, TECNICHE 
DI MEMORIZZAZIONE 
• Tra le più antiche, la TECNICA DEI LOCI, ideata da 
Simonide, era bagaglio degli oratori antichi. Consiste 
nell’inprimersi nella mente un complesso di luoghi, posti, 
spazi (es. camera da letto), e per ricordare una lista di cose 
dobbiamo immaginare di collocarle una per una negli spazi 
della stanza (una parola nell’armadio, una sul letto…). 
• Si lavora per ASSOCIAZIONE, è adatta per ricordare cose 
sconnesse. 
• Fa leva sulla FANTASIA. 
• Vale poco quando si tratta di studiare e capire, ma è più 
importante l’organizzazione soggettiva.
LA DEFORMAZIONE DEL 
RICORDO 
• La memoria può cadere in errore dando dei ricordi 
deformati. 
• In genere il difetto si realizza al momento della 
memorizzazione ed è dovuto ad una erronea 
organizzazione dell’informazione. 
• E’ possibile che ci si sbagli al momento del 
richiamo, attraverso cattive inferenze. 
• A distanza di tempo si è visto che non si ricordano 
tanto le immagini (disegni, foto), ma piuttosto le 
scritte (liste o parole).
RAGGRUPPAMENTO 
• Per ricordare dobbiamo mettere nella 
memoria 5+2 = 7 pezzi “chunk”, in cui ogni 
pezzo coincide con un’unità di 
informazione.
LA RIMA 
• Aiuta a ricordare più facilmente, basta 
ricordare le filastrocche (i giorni dei mesi 
dell’anno).
ACRONIMI 
• Sono le sigle di parole più lunghe di cui 
prendiamo le iniziali per ricordare il senso, 
come FIAT= fabbrica italiana automobili 
Torino, ONU, NATO…
VISUALIZZAZIONE DI 
IMMAGINI 
• Associamo delle immagini ad un testo o a 
delle parole.
FATTORI CHE OSTACOLANO 
LA MEMORIA 
• Si ricordano le cose a cui si presta attenzione, ma 
ci sono molti fattori che influiscono e non ci fanno 
ricordare: 
1. Lo STRESS, la STANCHEZZA, la 
MALATTIA: quando si è stanchi, si ricorda 
meno, è meglio studiare al mattino quando si è più 
riposati, alcune malattie specifiche però possono 
impedire la memorizzazione.
2. Il CONTRASTO: si fatica a ricordare ciò 
di cui non si è convinti. 
3. I DISTURBI DELL’ATTENZIONE: se 
non si presta attenzione non si memorizza. 
4. L’ANSIA: in uno stato d’ansia o 
emotività, si possono avere vuoti di 
memoria. 
5. La RIMOZIONE: (Freud- psicanalisi) la 
nostra mente ricorda più difficilmente gli 
episodi dolorosi, che si tendono ad 
eliminare dalla nostra memoria.
6. La MOTIVAZIONE: se non si è 
interessati si fatica a ricordare. 
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capisce si fatica a memorizzare. 
8. La MANCANZA DI 
ORGANIZZAZIONE: è importante 
organizzare il materiale da ricordare.
LA FORMAZIONE DEL 
RICORDO 
• Fattori che influenzano la formazione del 
ricordo (Ebbinghaus aveva studuato solo la 
ripetizione). 
A. CATALOGAZIONE o CODIFICA, aiuta a 
ricordare se si può inserire una informazione 
nuova in una categoria (grafia, suoni, 
significato…). 
- Può essere una catalogazione SEMANTICA (per 
significati), 
- RIFERITA AL SE’, se riguarda noi stessi.
B. ORGANIZZAZIONE, chi memorizza può 
incamerare il materiale in modo ordinato: 
- OGGETTIVAMENTE, secondo criteri già 
pronti, come quando studiamo, ciò che 
memorizziamo ha già insita una struttura; 
- SOGGETTIVAMENTE, quando diamo noi una 
struttura al materiale per facilitare la 
memorizzazione: allora possiamo 
a. RAGGRUPPARE LE INFORMAZIONI 
secondo qualche criterio; 
b. MEDIARE ricavando una storia da una lista di 
parole, fino a dar loro un significato.
C. IMMAGINAZIONE VISIVA, il soggetto 
mentalmente costruisce un’immagine complessa 
in cui i vari elementi da ricordare sono tra loro 
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D. ELABORAZIONE, più ci fermiamo ad 
esaminare il materiale considerandolo da vari 
punti di vista, meglio viene fissato il ricordo, in 
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meglio si trattengono i contenuti appresi.
E. RIDONDANZA, più un discorso è 
prevedibile e ripetitivo, meglio viene 
memorizzato. 
F. CONOSCENZA PREGRESSA, chgi più 
sa più facilmente ricorda, per meglio 
essere in grado di catalogare, organizzare 
ed elaborare il materiale. 
G. SENSO, è difficile ricordare cose che 
facciamo fatica a capire. Al contrario ci è 
facile ricordare le cose importanti e dotate 
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H. INTENZIONE, la volontà di ricordare 
non è necessaria, ma rende più efficace la 
memorizzazione se spinge ad impegnarsi 
nella codifica, organizzazione ed 
elaborazione del materiale. 
I. ATTIVAZIONE EMOTIVA, per 
memorizzare ci vuole un giusto grado di 
attivazione emotiva, non troppo attiva, né 
spenta.
IL SONNO 
• Aiuta a fissare il ricordo: si parla di “EFFETTO SONNO”, 
poiché facilita l’elaborazione di tracce di memoria. 
• Le fasi del sonno non sono uguali: c’è il sonno NREM (non 
REM) e il sonno REM. 
1. NREM: a “onde lente”, il soggetto si riposa, è rilassato, 
l’attività cerebrale rallenta. Si fanno sogni. 
2. REM (rapidi movimenti oculari): “sonno paradosso”, ogni 
90 minuti, dura da 5 a 30 minuti. La muscolatura è più 
rilassata che nel NREM, ma alcuni muscoli si muovono 
rapidamente, come i bulbi oculari. Il tracciato del cervello è 
simile alla veglia, lavora come se fossimo svegli. E’ difficile 
essere svegliati, è un sonno profondo. L’attività onirica è più 
vivace e continua e i sogni vengono memorizzati e possono 
essere ricordati al risveglio.
L’OBLIO 
• Oblio o dimenticanza è la perdita dell’informazione 
memorizzata. 
• Ebbinghaus lo mise in relazione la tempo, ma perché si 
perde nel tempo la memoria? 
• I ricordi meglio formati sono più tenaci e le loro tracce 
tendono meno a decadere. 
• Ci possono essere delle INTERFERENZE, mescoliamo i 
ricordi con cose simili apprese prima o dopo: 
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indeboliscono le precedenti, 
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compromettono le successive.
I DISTURBI DELLA 
MEMORIA 
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essere delle amnesie (il ricordo è abolito). 
AMNESIA ELETTIVA, quando riguarda 
fatti specifici, 
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investendo qualsiasi contenuto.
• AMNESIA DI FISSAZIONE O 
ANTEROGRADA, amnesia globale in cui il 
soggetto non riesce a formare i ricordi. Il vuoto 
inizia dal momento in cui si manifesta il disturbo, 
in avanti. 
• AMNESIA RETROGRADA O DI 
EVOCAZIONE, il disturbo riguarda il richiamo. 
Il vuoto si estende all’indietro su tutti gli 
avvenimenti accaduti. 
• DISMNESIA, disturbo più lieve, si dimentica con 
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La memoria w

  • 1. LA MEMORIA E’ la capacità degli esseri viventi di ricordare ciò che si è appreso
  • 2. PROCESSO DI MEMORIZZAZIONE • Da uno stimolo esterno parte la PERCEZIONE • I dati vengono registrati dai SENSI • Avviene la CODIFICAZIONE dei dati, da parte del cervello • C’è l’APPRENDIMENTO • I dati vengono riposti nella MEMORIA A BREVE TERMINE (dura pochi secondi- 30 circa) • Ma per durare nel tempo devono poi essere messi nella MEMORIA A LUNGO TERMINE.
  • 3. ESISTONO 3 TIPI DI MEMORIA 1. SENSORIALE, legata ai sensi (uditiva, visiva, olfattiva, tattile…) 2. A BREVE TERMINE, nella quale si fissano le cose, ma per breve tempo, se queste poi non vanno nella momoria a lungo termine, le perdiamo 3. A LUNGO TERMINE, ci va tutto: lo studio, la memoria autobiografica…
  • 4. COSA RICORDIAMO PIU’ FACILMENTE • Ciò che è piacevole, • Ciò che è spiacevole, • Quello che facciamo più spesso.
  • 5. COSA DIMENTICHIAMO PIU’ FACILMENTE • Ciò che non ci interessa, • Quello che non ci accorgiamo di fare, quindi ciò a cui non poniamo “attenzione”.
  • 6. MEMORIA PROCEDURALE • Crescendo, alcune azioni diventano automatiche, ma da bambini abbiamo dovuto imparare a camminare, ad andare in bici, a sciare…e tutto ci sembrava difficile.
  • 7. EBBINGHAUS, STUDIOSO DELLA MEMORIA • Nella seconda metà del 1800 il tedesco Ebbinghaus fu il maggiore studioso della memoria. MODALITA’ DI STUDIO E SPERIMENTAZIONE: • Fece molti esperimenti su di sé. • Utilizzò come oggetto di studio solo le sillabe senza senso.
  • 8. COME INDAGAVA LA MEMORIA • Ebbinghaus apprendeva la lista di sillabe in una prima seduta. • In una seconda seduta, a distanza di tempo, il lavoro richiesto per imparare la lista era minore; occorrevano meno ripetizioni. • Il risparmio di lavoro nella seconda seduta era una misura della memoria della prima seduta, o “riapprendimento”.
  • 9. LE REGOLE DI MEMORIZZAZIONE • Per memorizzare Ebbinghaus seguiva regole ben precise: 1. Leggeva e ripeteva 150 battute al minuto. 2. Cominciava a ripetere dopo aver letto dall’inizio alla fine. 3. Se nel ripetere si inceppava, leggeva prima il resto, poi ripeteva. 4. “Controllo sperimentale”: cercava di mantenere condizioni sperimentali stabili, senza introdurre variabili.
  • 10. RISULTATI DEGLI STUDI DI EBBINGHAUS 1. SUPERAPPRENDIMENTO, anche se aveva già memorizzato le sillabe del giorno, continuava a ripeterle, così aveva visto che le ricordava di più, anche se c’è una soglia limite. 2. CURVA DELL’OBLIO, non riusciremo comunque a ricordare tutto, di ciò che apprendiamo una parte la scordiamo. Le cose dimenticate le cancelliamo “subito”. Le cose che si sedimentano vanno comunque nella memoria a lungo termine.
  • 11. 3. APPRENDIMENTO MASSIVO (concentrato in una unica dose), è meno utile imparare più materiale in una sola volta, invece, con l’ APPRENDIMENTO DISTRIBUTIVO, (distribuendo in più sedute il materiale da memorizzare), si ricorda più facilmente. 4. EFFETTO SERIALE, di una serie di sillabe i numeri ci ricordiamo più facilmente le prime e le ultime, meno quelle centrali.
  • 12. LIMITI DELLO STUDIO DI EBBINGHAUS • Ha tralasciato tutta la parte relativa ai SIGNIFICATI (solo sillabe senza senso). • Ha fatto esperimenti SOLO SU SE STESSO, ma noi molte cose le ricordiamo perché le “associamo”; senza un senso mancano dei riferimenti ed è più difficile ricordare.
  • 13. COME FACCIAMO A METTERE I CONTENUTI APPRESI NELLA MEMORIA A. FASE SENSORIALE (i sensi registrano), tutte le nostre conoscenze passano dai sensi e vanno al cervello. Ci sono vari tipi di MEMORIA SENSORIALE: 1. MEMORIA VISIVA-ICONICA (0,25 secondi) è alla base dell’effetto stroboscopico, del cinematografo e della televisione. 2. MEMORIA UDITIVA-ECOICA (2-4 secondi) è importante nella percezione del parlato, della musica dei suoni. 3. MEMORIA OLFATTIVA 4. MEMORIA TATTILE
  • 14. B. FASE DI CODIFICAZIONE • Solo poche informazioni vanno alla MEMORIA A BREVE TERMINE. • Ma per ricordare i concetti fondamentali vanno riposti nella MEMORIA A LUNGO TERMINE. C.Ultima FASE è il RECUPERO (ricordo): volontario o involontario. Ricordiamo le cose che ci servono o ci interessano, alle quali prestiamo maggiore attenzione. Del resto di input ne arrivano moltissimi, in continuazione. Noi cogliamo solo quelli a cui prestiamo attenzione, non possiamo far passare tutto nella memoria.
  • 15. DISTURBI NELL’ATTENZIONE - DISTRAZIONE: quando arriva uno stimolo esterno. - DISATTENZIONE: legata allo stress o alla stanchezza, le condizioni fisiche incidono molto.
  • 16. I 3 TIPI DI MEMORIA 1.MEMORIA SENSORIALE, Registrazione sensoriale che consiste nel prolungamento della percezione di un oggetto al di là del tempo in cui stimola i nostri sensi. • Viene codificata dalla mente: c’è sempre una parte VOLONTARIA (utilizzata nello studio) e una parte INVOLONTARIA (che emerge senza volontarietà, per associazione).
  • 17. 2. MEMORIA A BREVE TERMINE, può contenere solo poche informazioni alla volta. Presenta alcune caratteristiche: - BREVE DURATA (max 30 secondi), - CAPACITA’ LIMITATA (George Miller parlò di capacità come “memory span”, da 5 a 9, cioè “7 più o meno 2”. Ma Miller parla di 7 pezzi “chunk”, in cui ogni pezzo coincide con un’unità di informazione. - REGISTRAZIONE IN CODICE FONETICO, per le parole conta il modo in cui vengono pronunciate. Infatti gli errori nella memoria a breve termine sono per lo più dovuti a INTRUSIONI ACUSTICHE (es. due-bue, non certo tre).
  • 18. - La MEMORIA A BREVE TERMINE è comunque a CODICE FLESSIBILE, può infatti registrare secondo un codice visivo o semantico. - MANTENIMENTO DEL’INFORMAZIONE ATTRAVERSO LA RIPETIZIONE, il limite massimo di ritenzione della memoria a breve termine è 30 secondi. Se si vuole mantenere in vita l’informazione per più tempo bisogna ripeterla, sottovoce o mentalmente, altrimenti svanisce.
  • 19. 3. MEMORIA A LUNGO TERMINE, una volta che abbiamo deciso cosa ricordare, si manda nella memoria a lungo termine, composta da più tipologie di memoria: - PROCEDURALE, (come fare le cose) ricorda dei meccanismi: nuotare, sciare, camminare… - DICHIARATIVA, (come stanno le cose), include la MEMORIA SEMANTICA (significati) e una MEMORIA EPISODICA (autobiografica e di argomenti specifici).
  • 20. IL RECUPERO O RICORDO • Può avvenire in modo VOLONTARIO o INVOLONTARIO. • VOLONTARIO, come nelle interrogazioni cerco di recuperare ciò che so. • INVOLONTARIO, quando i ricordi riaffiorano per associazione di idee.
  • 21. MNEMOTECNICHE, TECNICHE DI MEMORIZZAZIONE • Tra le più antiche, la TECNICA DEI LOCI, ideata da Simonide, era bagaglio degli oratori antichi. Consiste nell’inprimersi nella mente un complesso di luoghi, posti, spazi (es. camera da letto), e per ricordare una lista di cose dobbiamo immaginare di collocarle una per una negli spazi della stanza (una parola nell’armadio, una sul letto…). • Si lavora per ASSOCIAZIONE, è adatta per ricordare cose sconnesse. • Fa leva sulla FANTASIA. • Vale poco quando si tratta di studiare e capire, ma è più importante l’organizzazione soggettiva.
  • 22. LA DEFORMAZIONE DEL RICORDO • La memoria può cadere in errore dando dei ricordi deformati. • In genere il difetto si realizza al momento della memorizzazione ed è dovuto ad una erronea organizzazione dell’informazione. • E’ possibile che ci si sbagli al momento del richiamo, attraverso cattive inferenze. • A distanza di tempo si è visto che non si ricordano tanto le immagini (disegni, foto), ma piuttosto le scritte (liste o parole).
  • 23. RAGGRUPPAMENTO • Per ricordare dobbiamo mettere nella memoria 5+2 = 7 pezzi “chunk”, in cui ogni pezzo coincide con un’unità di informazione.
  • 24. LA RIMA • Aiuta a ricordare più facilmente, basta ricordare le filastrocche (i giorni dei mesi dell’anno).
  • 25. ACRONIMI • Sono le sigle di parole più lunghe di cui prendiamo le iniziali per ricordare il senso, come FIAT= fabbrica italiana automobili Torino, ONU, NATO…
  • 26. VISUALIZZAZIONE DI IMMAGINI • Associamo delle immagini ad un testo o a delle parole.
  • 27. FATTORI CHE OSTACOLANO LA MEMORIA • Si ricordano le cose a cui si presta attenzione, ma ci sono molti fattori che influiscono e non ci fanno ricordare: 1. Lo STRESS, la STANCHEZZA, la MALATTIA: quando si è stanchi, si ricorda meno, è meglio studiare al mattino quando si è più riposati, alcune malattie specifiche però possono impedire la memorizzazione.
  • 28. 2. Il CONTRASTO: si fatica a ricordare ciò di cui non si è convinti. 3. I DISTURBI DELL’ATTENZIONE: se non si presta attenzione non si memorizza. 4. L’ANSIA: in uno stato d’ansia o emotività, si possono avere vuoti di memoria. 5. La RIMOZIONE: (Freud- psicanalisi) la nostra mente ricorda più difficilmente gli episodi dolorosi, che si tendono ad eliminare dalla nostra memoria.
  • 29. 6. La MOTIVAZIONE: se non si è interessati si fatica a ricordare. 7. L’INCOMPRENSIONE: se non si capisce si fatica a memorizzare. 8. La MANCANZA DI ORGANIZZAZIONE: è importante organizzare il materiale da ricordare.
  • 30. LA FORMAZIONE DEL RICORDO • Fattori che influenzano la formazione del ricordo (Ebbinghaus aveva studuato solo la ripetizione). A. CATALOGAZIONE o CODIFICA, aiuta a ricordare se si può inserire una informazione nuova in una categoria (grafia, suoni, significato…). - Può essere una catalogazione SEMANTICA (per significati), - RIFERITA AL SE’, se riguarda noi stessi.
  • 31. B. ORGANIZZAZIONE, chi memorizza può incamerare il materiale in modo ordinato: - OGGETTIVAMENTE, secondo criteri già pronti, come quando studiamo, ciò che memorizziamo ha già insita una struttura; - SOGGETTIVAMENTE, quando diamo noi una struttura al materiale per facilitare la memorizzazione: allora possiamo a. RAGGRUPPARE LE INFORMAZIONI secondo qualche criterio; b. MEDIARE ricavando una storia da una lista di parole, fino a dar loro un significato.
  • 32. C. IMMAGINAZIONE VISIVA, il soggetto mentalmente costruisce un’immagine complessa in cui i vari elementi da ricordare sono tra loro in rapporto attivo. D. ELABORAZIONE, più ci fermiamo ad esaminare il materiale considerandolo da vari punti di vista, meglio viene fissato il ricordo, in base all’ampiezza o profondità o ricchezza dell’elaborazione. Più lo studio è meditato e meglio si trattengono i contenuti appresi.
  • 33. E. RIDONDANZA, più un discorso è prevedibile e ripetitivo, meglio viene memorizzato. F. CONOSCENZA PREGRESSA, chgi più sa più facilmente ricorda, per meglio essere in grado di catalogare, organizzare ed elaborare il materiale. G. SENSO, è difficile ricordare cose che facciamo fatica a capire. Al contrario ci è facile ricordare le cose importanti e dotate di senso.
  • 34. H. INTENZIONE, la volontà di ricordare non è necessaria, ma rende più efficace la memorizzazione se spinge ad impegnarsi nella codifica, organizzazione ed elaborazione del materiale. I. ATTIVAZIONE EMOTIVA, per memorizzare ci vuole un giusto grado di attivazione emotiva, non troppo attiva, né spenta.
  • 35. IL SONNO • Aiuta a fissare il ricordo: si parla di “EFFETTO SONNO”, poiché facilita l’elaborazione di tracce di memoria. • Le fasi del sonno non sono uguali: c’è il sonno NREM (non REM) e il sonno REM. 1. NREM: a “onde lente”, il soggetto si riposa, è rilassato, l’attività cerebrale rallenta. Si fanno sogni. 2. REM (rapidi movimenti oculari): “sonno paradosso”, ogni 90 minuti, dura da 5 a 30 minuti. La muscolatura è più rilassata che nel NREM, ma alcuni muscoli si muovono rapidamente, come i bulbi oculari. Il tracciato del cervello è simile alla veglia, lavora come se fossimo svegli. E’ difficile essere svegliati, è un sonno profondo. L’attività onirica è più vivace e continua e i sogni vengono memorizzati e possono essere ricordati al risveglio.
  • 36. L’OBLIO • Oblio o dimenticanza è la perdita dell’informazione memorizzata. • Ebbinghaus lo mise in relazione la tempo, ma perché si perde nel tempo la memoria? • I ricordi meglio formati sono più tenaci e le loro tracce tendono meno a decadere. • Ci possono essere delle INTERFERENZE, mescoliamo i ricordi con cose simili apprese prima o dopo: - Interferenza retroattiva: le memorizzazioni successive indeboliscono le precedenti, - Interferenza proattiva: le memorizzazioni precedenti compromettono le successive.
  • 37. I DISTURBI DELLA MEMORIA • AMNESIA In un momento di stress o tensione ci possono essere delle amnesie (il ricordo è abolito). AMNESIA ELETTIVA, quando riguarda fatti specifici, AMNESIA GOBALE, quando riguarda interi periodi dell’esperienza della persona, investendo qualsiasi contenuto.
  • 38. • AMNESIA DI FISSAZIONE O ANTEROGRADA, amnesia globale in cui il soggetto non riesce a formare i ricordi. Il vuoto inizia dal momento in cui si manifesta il disturbo, in avanti. • AMNESIA RETROGRADA O DI EVOCAZIONE, il disturbo riguarda il richiamo. Il vuoto si estende all’indietro su tutti gli avvenimenti accaduti. • DISMNESIA, disturbo più lieve, si dimentica con facilità e si fatica a memorizzare o rievocare. • IPERMNESIE, rare, i ricordi si scatenano automaticamente senza il controllo del soggetto.