2 parliamo e discutiamo del bullismo

imartini
imartiniinsegnante

bullismo

Oggi parliamodel bullismo.
Bullismoviene dall’inglese “bullyng” ( tobull) e sapete cosasignifica?
Usare prepotenza,maltrattare,intimidire, aggredire ripetutamente qualcuno,di solitoingruppoe davanti a
degli spettatori.
Purtroppo,nellanostrasocietà,i casi di bullismosonoinaumento.
Il bullismospessoè unfenomenoche si manifestaascuola,gli atti di bullismoche i ragazzi hanno
denunciatoconmaggiorfrequenzasono:parolacce,prese ingiro,offese,maanche minacce,botte e danni
alle proprie cose.
Il bullismoviene definito come unaformadi oppressionefisicaopsicologicamessainattoda una o più
persone (bulli) neiconfronti di unaltroindividuopercepitocome piùdebole(vittima).
LE CARATTERISTICHEDEL BULLISMO
1) intenzionalità(il comportamentoaggressivoavviene volontariamente e consapevolmente);
2) sistematicità(ilbullismononè limitatoaepisodi isolati,bensìsi ripete nel tempoe puòpersistere
persvariati anni);
3) asimmetricità(si instauraunarelazione fondatasulladiseguaglianzadi forzae di potere (fisicoe/o
psicologico) trail bullo(che si trovainuna posizione di forza,anche perché supportatodagliamici)
e lavittima(inposizionedi debolezza,che sperimentaspessounsensodi impotenzanonriuscendo
a difendersi).
Caratteristiche del bullismo
I principali aspetti che permettonodi definire unepisodiodi violenzacome bullismosono:
intenzionalità:gli atti aggressivi sonofinalizzati adarrecare undannoallavittima;
persistenza:gli atti dei bulli perdurano persettimane,mesioanni,nonè quindi unsingoloattodi
violenzacomparsodurante unepisodiodi rabbiaodi conflittotrabulloe vittima;
asimmetrianellarelazione:vi è unosquilibriodi potere trachi compie l’azione e chi lasubisce;
la vittimanonè ingrado di difendersi e teme vendette oritorsioni nelcasodenunciassegli episodi
di bullismo.
I VARITIPIDI BULLISMO
1) diretto(caratterizzatodaunarelazione direttatrabulloe vittima) che puòsuddividersi in:
a) bullismofisico (il bullocolpisce lavittimaconbotte,spinte,calci,sputi);
b) bullismoverbale (ilbulloprende ingirolavittima,dicendole frequentemente cose cattive e
spiacevoli ochiamandolaconnomi offensivi,sgradevoli ominacciandola,dicendoparolacce);
2) indiretto(è menovisibiledi quellodiretto,manonmenopericoloso,tende adanneggiare lavittima
nelle sue relazioni conle altre persone,escludendola,isolandola, conpettegolezzie calunnie);
a) bullismopsicologico(il bulloignoraoesclude lavittimacompletamentedal suogruppooppure
mette ingirofalse voci sul suo conto);
b) cyberbullismoobullismoelettronico(il bulloinviamessaggimolesti allasuavittimatramite
SMS, wathappo inchat, la fotografa/filmainmomentiincui nondesideraessereripresae poi
inviale sue immagini adaltri perdiffamarlo,perminacciarloodargli fastidio).
I PROFILIDEL BULLISMO
1) il bullo(generalmente è aggressivo,fisicamenteforte,conunbassolivellodi autostima,insicuro,ha
bisognodi sentirsi rispettato,è emotivamente immaturoe nonaccettaresponsabilità,praticail
bullismosiaperché crede di esserebenvolutoe supportatodal grupposiaperché crede che sia
eccitante,stabilisce il suopotere sui membripiùdeboli del gruppo,habisogno di attirare
l’attenzione);
2) la vittima(fisicamente menoforte delbullo,sensibile ededucato,generalmente conuntratto di
diversitàrispettoal gruppo(piùbravo,piùalto,piùgrosso,piùmagro,piùsilenzioso,piùtimido…);
3) i testimoni (sullascenadegli atti di bullismononci sonosolobulli e vittime,ci sonoanche i
testimoni,che tutti gli altri ragazzi che sannocosa accade ma nonintervengonopervari motivi:
a) perpaura dei bulli;
b) perché pensanoche il fattononli riguardi;
c) perché pensanoche siaunoscherzo.
Il testimone viene anche definito“asino”,l’”asino”nonè unbullo,nonè neanche unavittima,
ma quelloche guarda,quelloche sae nonparla,che sa e noninterviene,quelloche puòfare la
differenzamanonla fa.
Le caratteristiche del bulloe dellavittima:
il bullismoè unapiagaormai dellanostrasocietàe noi genitori dobbiamoessere pronti adaffrontarla.Ad
esempioparlandone fradi noi,congli insegnanti,e tutte le personeche si occupanodellacresci tadei nostri
figli.Purtropposiamoinunmomentostoricoincui sembrache le persone aggressive,furbe,maliziose
sianole migliori.Nonè così!
Cerco d’insegnareai miei figli adessere persone perbene,ovvioperòche nonvoglioche venganousati
come tappetini dal bullodi turno.Esì sonouna mammachiocciama questononc’entracon il rispettoche
bisognaavere tra pari.
Mi raccomando mantenete sempre altalaguardia,spessolavittimanonne parlae ovviamentenonlofa
nemmenoil bulloche sa bene che nonsta tenendouncomportamentoconsono.Fate domandee dite
sempre ai vostri figli che se vedonounepisodiodi bullismodevonosempre denunciarloavoi oppure agli
insegnanti oeducatori.
Il profilodel bullo
Si tratta di bambini oragazzini che si mostranoaggressivi versoi coetanei,versogli insegnanti edanche i
genitori.Sonoimpulsivi,scarsamente empatici,incapaci di stabilire relazioni positive,elevatolivellodi
autostima.Nontentanodi mascherare ladebolezzaconl’aggressività. Hannobassatolleranzaalla
frustrazione e difficoltànel rispettarele regole.DanOlweushaelaboratodegliindicatori del possibile bullo
e dellaprobabile vittima.
Indicatori del possibilebullo
■prende ingiroripetutamente;
■rimprovera,intimidisce,minaccia,beffeggia;
■ha un forte bisognodi dominare;
■mette inridicolo;
■prende apugni,a calci,strattona;
■danneggiale cose che appartengonoadaltri;
■si inquietafacilmenteedè pocotollerante;
■è oppositivo,insolente,aggressivo;
■prende parte adaltri comportamenti antisociali.
Il profilodellavittima
Le vittime prescelte sonoindifferentemente maschi ofemmine,spessocauti,riservati,timorosi e sensibili.
Se molestati tendonoanonreagire,hannoscarsaautostimae un’immagine negativadi sè.A scuolavivono
una condizione di solitudinee abbandono.Il ripetutoattaccodei coetanei aumentainevitabilmentel’ansia,
l’insicurezzae abbassal’autostima.Gli studenti vittimizzati sonofisicamente piùdeboli,hannopauradi farsi
male o essere feriti,risultanoincapaci nelleattivitàsportive edhannoscarsocoordinamentocorporeo.La
vittimahadifficoltàadaffermarsi nel gruppodei coetanei,tendearapportarsi megliocongli adulti,tuttavia
nonracconta i soprusi che subisce,nè ai genitori,nè agli insegnanti.Icompagni di scuoladifficilmente
stringonoamiciziaconlui,operpaura di essere etichettati come giàloè lui,oper disprezzo.Questo
atteggiamentocollettivotende,ingenere,asfociare nel totale isolamento.Unavolta diventatobersagliodi
molestie,il ragazzinoelettoavittima,verràinfastiditoanche dagli altri compagni,perchè ritenutofacile
bersaglio,e il bullononproveràsensi di colpanei suoi riguardi.
Si sviluppacosìun processodi deumanizzazione che fa del vittimizzatounindividuoche meritadi essere
picchiatoe sottomesso.
Le numerose ricerche hannoportatoasfatare la credenzache vedevalamonocausalitàdel bullismonei
contesti abitativi poveri e degradati.Ci sono,infatti,studenti aggressivi e nonaggressivi,inproporzioni
simili intutte le classi sociali.Ifattori che giocanounruolopreponderante intale fenomenosono
molteplici.Possiamoindicarne di seguitoalcuni:
■Dinamiche psicologiche:
Bulli e vittime presentanomodi specifici di interpretaree ricostruire mentalmentee narrativamentele
interazioni sociali (nei bulli,difficoltàadidentificare le emozioni altrui e adinterpretarei segnali sociali;
nellavittima,undeficitspecificocircail riconoscimentodellarabbiae operauna“letturasoggettiva”
dell’eventostressante,assumendosudi sè la colpadi quantoaccaduto);
■La Famiglia:
L’atmosferafamiliareedinparticolare gli stilieducativi messi inattodai genitori hannounloropesonella
crescitadi unindividuoenellacostruzione dellasuaidentità(Ades:le vittimehannorelazioni piùsolidee
rapporti piùpositivi coni propri genitori,inparticolare conlamadre);
■Il gruppodei pari:
rappresentalasferasociale del ragazzo,è il suo“mondo”.E’ importante sapersi relazionareconesso,
poichè divental’immagine pubblicadi sè,è il luogodove ci si sperimenta,luogodi confrontoe di
costruzione dellapropriaidentità.(Nell’ambitodelbullismosi innescanonelgruppodinamiche si esclusione
e di appartenenzaal gruppo,a differenzadel giocononvi è alternanzadi chi possiede il potere);
■La Scuola:
Luogo dell’istruzione,scanditodaprecise regole e orari.All’internodi essasi costruisconosvariatirapporti
interpersonali e si vienecostantementevalutati,nonsolodagli insegnantimaanche dal gruppodei
coetanei.Il personalescolasticohail compitodi educare gli studenti,osservarne i comportamenti,
accogliere le richiestedi aiutoedintervenire qualorasospetti lapresenzadel fenomeno.
Le cause:
Nel temposi sonosusseguite varieipotesi esplicative del bullismo,relative al sistemafamiliare,afattori
personologici e al contestoculturale,si puòdire che sianotutte valide e che il fenomenosiamulti -causale:
- contestofamiliare:ci sonodue diverse prospettive di studioche hannopresoinconsiderazione il
sistemafamiliare dei bambini coinvolti,come bulli ovittime,inepisodi di prepotenze.Unaprima
prospettivahaindagatolaqualità dellarelazione affettivatragenitori e figli,inparticolare haconsideratoil
legame di attaccamentomadre-bambino.Datali ricerche è emersoche i bambini conattaccamento
insicuro-evitante esibisconoconpiùprobabilitàcomportamenti di attaccoe prepotenzaversoi compagni
(poiché nonsviluppanounatteggiamentodi fiduciaversogi altri e si aspettanorisposte ostili),mentre i
bambini conattaccamentoinsicuro-resistente assumonoconpiùprobabilitàil ruolodi vittime (poiché
hannopoca fiduciae poca stimainse stessi,sonoinsicuri e ansiosi).
Una secondaprospettivaindagagli stili educativiparentali,come contestodi apprendimentodi regole e
valori.Il bambinoche vive inunafamigliaincui regnanoun’educazione coercitiva,violenzae sopraffazione
ha piùprobabilitàdi interiorizzareschemi di comportamentodisadattivi,si sentiràquindiautorizzatoad
utilizzare gli stessi modelli di comportamentoanche nelle relazioni al di fuori dellafamiglia.Al contrario,se
la famigliapresentauno stile educativopermissivoe tollerante,il bambinosaràincapace di porre adeguati
limiti al propriocomportamento.
- fattori personali,tutti quegli elementi personologici che sonocaratteristici del bulloe della
vittima(cfr.ivi,“Il bullo”,“Lavittima”,pagg.3 -5)
contestoculturale incui si vive:come affermaOlweus,i ragazzi che opprimonoe quelliche subisconosono
il fruttodi unasocietàche tolleralasopraffazione.Il bullismoè quindi figliodi uncontestoculturale più
ampio,incui si persegue unmodellodi forzae potere,incui vige ladistinzionedell’umanitàtravincenti e
perdenti,l’esaltazione di leaderautoritari e di immaginimaschilie femminili di successo,incui lasconfitta
nonè benvista.I massmedia,televisione,cinema,videogiochi,ci presentanomodelli di violenzagiovanile
come espressionedi forzae vitalità,risolutrice di conflittie depuratadaogni segnodi sofferenzao
conseguenzaperle vittime.Inunaculturafondatasui (dis)valoridellasopraffazione,dell’arroganza,della
furbiziae dellacompetizione,sarànaturale peril piccolobulloprevaricare il compagnopiùdebole.
Il gruppo:
I coetanei hannounruoloimportante nellosviluppo,mantenimentoomodificazione delcomportamento
aggressivonel gruppo.Il bullononagisce dasolo:alcuni compagni svolgonounruolodi rinforzo,altri
formanoun pubblicoche incitae sostiene,altri ancorasi disinteressanoaquelloche accade,nonmancapoi
chi tentadi opporsi alle prepotenze perproteggere lavittima,inquestoruolodi difesasi trovanospessole
bambine.
Il bullismoè quindi unfenomenodi gruppoedè utile percomprenderlofare riferimentoai meccanismi che
caratterizzanocoloroi quali prendonoparte all’azione aggressiva.
Innanzituttoalcuni studi hannodimostratoche l’individuoagisce aggressivamente se haosservatoqualcun
altroagire intal modo(unmodello),soprattuttose questoaltrogode dellastimadell’osservatore,edè
riconosciutocome forte e coraggioso.Coloro i quali sonomoltoinfluenzatidatali modellisonosoprattuttoi
ragazzi piùinsicuri e dipendenti,che nonhannounruolodefinitofrai pari e che vorrebberoaffermarsi.
Vi è unaltro fattore che intervieneintale contestodi gruppo,cioè ladiminuzione del sensodi
responsabilitàindividuale.Ladiffusione di responsabilitàall’internodel gruppoè unmeccanismoche rende
piùfacile l’azioneaggressiva,poiché il sensodi responsabilitàpersonale nei confronti dell’azione negativaè
minore se si partecipaintanti.
Prendiamoorainconsiderazionei meccanismi di disimpegnomoraleelaborati daBandura,cioè le strategie
cognitive concui i ragazzi giustificanole loroaggressioni.Le forme di disimpegnomoralepossono
strutturarsi,stabilizzarsi e quindi diventare unmodelloperil soggetto,che inqualche manieralosvincolano
da regole e norme.
Una tra le forme di disimpegnomorale individuatadaBanduraè l’“etichettamentoeufemistico”,edè la
modalitàattraversocui il ragazzodefinisce positivamente uncomportamentonegativo(“stavamo
scherzando”),inmododafar capire che nonavevaintenzioni negative.
Ci sono,inoltre,due forme di disimpegnomoralelegateallavittima.Laprimamodalitàè la
“deumanizzazione dellavittima”,lapsicologiaha evidenziatocome noi abbiamounapropensionenaturale
e fisiologicaanonesercitare violenzanei confronti dei nostri simili se li consideriamotali.Possiamo,però,
renderli nonpiùnostri simili (lavittimaquindi“nonè unessere umano,si meritadi essere trattatainquel
modo”),così si nega loroil principiodi umanità.L’altrovienedegradatoadessere nonumano,adessere
inferiore.Nel mondodellascuolaquestopuòavvenireperché ci sonoalcuni soggetti che si prestanoad
essere svalutati,perché le lorocaratteristiche individuali,forse problematichesottoalcuni aspetti,possono
favorire e incrementare questi atteggiamenti daparte dei compagni.Ladeumanizzazione dellavittima
favorisce quindi laviolenzae rende menograve l’attocompiuto.
L’altra modalitàmoltofrequentee diffusadi disimpegnomoraleè la“colpevolizzazionedellavittima”
rispettoal comportamentoviolentoche è statoesercitatonei suoi confronti(“mi haprovocato”),è una
modalitàdi disimpegnomorale moltofrequenteperché culturalmente si ritiene che se adunapersonaè
successoqualcosadi negativoinqualche modose loè meritato.
Infine citiamolateoriadel “caproespiatorio”,che sembraadeguataadescrivere il ruolodellavittimanel
fenomenodel bullismo.Inquestocaso,i comportamenti aggressivi diretti versolavittima,sarebbero
espressione di meccanismi difensivi come spostamentoe proiezione,cosìle tendenzeaggressive che non
possonoessere diretteversoil loroobiettivonaturale,sonospostatesuunavittimainnocentee meno
pericolosa,allaquale vengonoattribuite caratteristiche stereotipate negative.
Perché il bullohai suoi fidati gregari e il gruppofacilmentesi uniformae accettadi diventare complice,in
modopassivoo attivo,dellesue prepotenze?
Questocomportamentodaparte dei componenti del grupporisponde adellefinalitàautoprotettive sotto
due aspetti.Primo,limitalapossibilitàche quel soggettodiventipersonalmentevittimadel bullo.Secondo,
l’identificazione conl’aggressore creal’illusione di essere personalmente potenti e nonindifesi.Nonsi
tratta, quindi,del riconoscimentodellaleadershipdelbullodaparte dei coetanei,mapiuttostoquesti
sarannodisposti adaccettare i suoi modi,poiché combattuti traamore e timore perlui.Questo
rappresentaperòunagrave minacciaper il benessere del gruppo.
Popolarita’del bullo:
Godere del favore dei compagni significadisporre di preziose opportunitàsociali,mentre il rifiutoporta
all’esclusione dalle attivitàcollettive.Diversistudi dimostranoche i bulli hannounapopolaritàche rientra
nellamedia,opocoal di sottodi essae sonospessocircondati daun gruppodi due o tre coetanei
sostenitori.Spessoi compagni esprimononeiconfronti dellavittimaantipatiae rifiuto,mentre
l’atteggiamentoversoil bullovariainbase a diverse circostanze,inparticolare i fattori contestuali e
individuali assumonounruolocruciale nel determinare l’atteggiamentodei pari nei confrontidel bullo.Tra
i fattori contestuali,unelementomoltoimportante è l’efficaciadelleazioni:il rifiutovieneespressoverso
quei compagni che con le lorocondotte aggressive nonraggiungonoloscopo.Tra i fattori individuali,
ricordiamoche la popolaritàdei bulliè destinataadiminuire conl’aumentare dell’età,perchéconl’etàle
strategie aggressivecambianoe si passada forme di aggressivitàdirette amodalitàindirette e si sviluppala
capacità di giudicare secondocriteri morali i comportamentipropri e altrui,percui chi utilizzacondotte
aggressive è consideratoriprovevolee degnodi rifiuto.
L’autoaffermazione delbullo:
Il bullismoè unamodalitàproattiva,ossia,è uncomportamentomessoinattosenzaprovocazionedaparte
dellavittimaedè agitodall’aggressore al fine di raggiungere il suoscopo,il dominioe il potere sugli altri.Il
bullismotrovalasuamotivazione nell’affermazione di dominanzainterpersonale.Il bullosaaffermare se
stessonel grupposoltantoattraversol’usodeliberatodellaforza.
L’aggressività,però,nonhasolounavalenzanegativa,puòessere prosociale nel momentoincui nonmiraa
infliggere undannomaa conquistare unobiettivosocialmente accettabile.E’inoltre unafunzione centrale
al serviziodell’autorealizzazione,ci permette di confrontarci,reagire,difenderci,avere rapporti congli altri.
A differenzadel bullo,unbambinoche utilizzaunamodalitàdi adgredereinmodofunzionale,è un
bambinoche gestisce l’aggressività,è capace di mediarla,di sentirele proprie e altrui esigenze,è in grado
di mettersi nei panni dell’altroe utilizzare costruttivamente l’aggressivitàinunadimensionerelazionale,
mettendoinattodelle azioni inmodocommisuratoall’importanzadellapostaingiocoe ai propri principi
morali,senzaricorrere allarotturadellarelazione come soluzione del contrasto.
Bullo:leaderimpostore?
Appare ora chiaroche il fenomenodel bullismononrisiedesoltantonellarelazione bullo-vittima,maè un
fenomenocollettivo,che coinvolgel’interogruppo,che puòsostenere e rinforzare il fenomeno.
Il bulloè il leaderdel gruppo?
Se pensiamoalle caratteristiche fondamentalidel leader,qualil’empatia,l’abilitàarelazionarsi,la
valorizzazione e il coinvolgimentodeglialtri,il sensodellacomunità,l’agireefficacemente,l’essere attento
al climadel gruppoe ad arbitrare eventuali conflitti,l’essere assertivo,ci rendiamocontoche queste
caratteristiche nonappartengonoal bullo.
Il bullononè empatico,nonpossiede lafacoltàdi porsi nei panni altrui,l’identificazione conl’altrodasé è
un concettoche non gli attiene,l’identificazione invece è unconcettofondamentale relativoallasicurezzae
costituisce unefficace inibitore dell’aggressività.Infatti secondostudi di etologia,l’essere umanopossiede
una facoltàdi inibizione innataall’aggressivitàche gli impedisce di eliminare il propriosimile,facoltàbasata
sullapossibilitàdi identitàedempatiaconl’altropercepitocome essere ugualeasé.
Il bullononattua un comportamentopervalorizzare e coinvolgere gli altri,le introiezioniche propone sono
rigide e vannoaccettate incondizionatamente,i compagni nonsonochiamati adattivare le proprie capacità
e risorse.
Una competenzacomunicativafondamentaleperil leader,e di cui il bulloè mancante, è l’assertività.
Questarappresentaunostile comunicativoche permetteall’individuodi esprimere le proprie opinioni,le
proprie emozionie di impegnarsi arisolvere positivamente le situazioni e i problemi.Tale mododi
comunicare nasce dall’armoniatraabilitàsociali,emozionie razionalità:chi è assertivosaesprimere in
modochiaro e efficace emozioni,sentimenti,esigenzee convinzioni,riducendoansiae aggressività.
Obiettivoperunacomunicazione assertivaè lacapacitàdi ridurre le proprie componentiaggressive e
passive.Percontroil bullohauna modalitàrelazionaleimprontatasullaprevaricazionee sullacoercizione.
Il bulloè quindi unleaderimpostore?
Innanzituttochiariamocosaintendiamoperimpostore.Nonostantenell’usocomune questotermineabbia
una connotazione negativa(bugiardo,ciarlatano,imbroglione),secondolaGestaltPsicosociale rappresenta
una parte dell’identitàche appartieneatutti,vuol dire che a volte si mostrauna parte o un soloaspettodi
se stessi,si modificainqualche misurae inqualche circostanzalapercezioneche si dàdi sé,e questopuò
avere unavalenzapositivaonegativa,asecondase losi attua funzionalmente origidamente.
Il bulloè un leaderimpostore e loè inmodorigidoe quindi disfunzionale.Perseguedeliberatamentei
propri obiettivi di dominanzae di mantenimentodellareputazione attraversomodalitàaggressivee di
supremazia,dandonessunaimportanzaai sentimentialtrui peril propriotornaconto.Quindi manipolale
situazioni pervantaggiopersonale,ignorandol’infelicitàdellavittimae nonaccettandolaresponsabilità
delle proprie azioni.
Il bulloutilizzal’imposturainmodopervasivoe costante,e ciònonè funzionale al benessere suoné a
quellodel gruppo,che è ungruppodove nonc’è tranquillitàemotivanei rapporti,ungruppoche nonpuò
crescere,dove le potenzialitàindividuali nonsonovalorizzate,dove l’espressione deimembri nonpuò
essere libera,poiché le critiche nonsonoaccettate.
Conclusione:
In unacultura dove dominanoi “Franti”di De Amicis,incui l’autoaffermazionepassaperlascissione degli
individuitraforti e deboli,unaculturalontanadallavalorizzazionedegliaspettiprosociali del
comportamento,vale lapenaimpegnarsiaffinché i nostri ragazzi possanocrescere inunclimadi
educazione affettivae di promozione di armoniche relazioni sociali.
Cosa si può fare?
La pauradi essere spodestati,di perdere il proprioruolo,lagelosia,sonoreazioni piuttostonaturali,diffuse,
specialmente nellosviluppo,quandoci sonotante conquiste dafare:un’identitàdacostruire,unospazioda
crearsi,una posizionedaacquisire all’internodei gruppidi riferimento(lafamiglia,laclasse);specialmente
inqueste fasi dellosviluppo,dove il proprio ruoloè ancorainparte da definire,è facilepercepire come
minacciosoqualsiasi tentativodi intrusione.Il bisognodi ferirel’altrominacciandolooderidendoloè un
mododi esprimere l’aggressivitàche hatrovatolargospazionellastoriadell’umanità, facendosi largo
all’internodellacultura.
In quest’ambitolascuoladovrebbe svolgereunruoloimportante insensopositivo,aiutandoil bambinoad
avere unabuona sicurezza,il che comportalasua valorizzazionee l'apprezzamentodellequalitàpositive
personali.Lasicurezzasi rinforzae si costruisce inun contestorelazionale che offral’opportunitàdi
esprimere se stessie le proprie capacità.Lavalorizzazione aiutail bambinoadavere fiduciainse stesso
consentendogli di superaresenzatimore e aggressivitàdifensiva,gli ostacoli,gli insuccessi,le frustrazioni.
Percontro, un’educazione autoritaria,ponendosicome un’educazione frustrantee punitivache limitail
bambinonel raggiungimentodegli obiettivie nellarealizzazione di sé,è fautrice di atteggiamenti di risposta
di tipoaggressivo.Svalutare unbambinopunendolo,nonserve adevitare il ripetersi dell’azione
indesideratae significaprovocare indirettamentecomportamenti aggressividi tipodifensivo.
Questononsignificache lascuolae lafamiglianondebbanoporre limitial bambino,infatti lasicurezzainsé
si stabilisce nel progressivoincontroconle difficoltàcommisuratealle proprie possibilità.Significa,invece,
che il modelloeducativoche suscitacomportamenti menoaggressivi nonè né autoritario,né aggressivo,
ma autorevole,che nonevitaostacoli e punizioni,e lofainun climadi affettoe valorizzazione.
E’ importante osservare e lavorare il primapossibile sucomportamentiaggressivi e di prevaricazione,
perché laviolenzaè un’abitudineche è moltodifficiledadestrutturare quandosi organizzainmaniera
forte.Quindi è importante intervenire,altrimenti l’aggressivitàdiventaunamodalitàche poi si trasformae
puòimpedire ai ragazzi di sviluppare competenze prosociali,emozioni,empatia,comunicazione assertiva,
tutte quelle emozionisocialiche servonopercrescere armonicamentecome individuotragli altri e
conquistare i rapporti interpersonali.
Bullismofisico
Il bullismofisicocomprendeazioni violente versolavittimae versosuoi oggetti di proprietàe comprende:
rubare oggetti di proprietàdellavittima
spingere e strattonare lavittima
colpirlainmodopiùo menoviolento
distruggere intenzionalmente oggetti di proprietàdellavittima
Il bullismofisicononè generalmente laprimaformadi bullismoche unavittimasperimenta.
Bullismoverbale
Il bullismoverbaleè unadelle piùcomuni formedi bullismoe comprende:
Sparlare di qualcunodiffondendovoci false sul suoconto
Urlare versoqualcunooparlare con tonoscortese
Prendere qualcunoingiro
Minacciare
Insultare
Il bullismoverbaleè comune siatrai maschi che le femmine anche se piùfrequenteinqueste ultime.
Bullismorelazionale
Il bullismorelazionale è quel tipodi bullismoche utilizzalarelazionepercolpire l’altro.Si caratterizza
principalmente conforme di aggressivitàindirettasonocomuni trai giovani,conuna maggiore prevalenza
nel sessofemminile.Laformapiùdiffusadi bullismorelazionaleè l’esclusionesociale.A differenzadel
bullismofisico,quellorelazionale puòdurare permoltotempoprimadi essere notatoall’esterno.

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2 parliamo e discutiamo del bullismo

  • 1. Oggi parliamodel bullismo. Bullismoviene dall’inglese “bullyng” ( tobull) e sapete cosasignifica? Usare prepotenza,maltrattare,intimidire, aggredire ripetutamente qualcuno,di solitoingruppoe davanti a degli spettatori. Purtroppo,nellanostrasocietà,i casi di bullismosonoinaumento. Il bullismospessoè unfenomenoche si manifestaascuola,gli atti di bullismoche i ragazzi hanno denunciatoconmaggiorfrequenzasono:parolacce,prese ingiro,offese,maanche minacce,botte e danni alle proprie cose. Il bullismoviene definito come unaformadi oppressionefisicaopsicologicamessainattoda una o più persone (bulli) neiconfronti di unaltroindividuopercepitocome piùdebole(vittima). LE CARATTERISTICHEDEL BULLISMO 1) intenzionalità(il comportamentoaggressivoavviene volontariamente e consapevolmente); 2) sistematicità(ilbullismononè limitatoaepisodi isolati,bensìsi ripete nel tempoe puòpersistere persvariati anni); 3) asimmetricità(si instauraunarelazione fondatasulladiseguaglianzadi forzae di potere (fisicoe/o psicologico) trail bullo(che si trovainuna posizione di forza,anche perché supportatodagliamici) e lavittima(inposizionedi debolezza,che sperimentaspessounsensodi impotenzanonriuscendo a difendersi). Caratteristiche del bullismo I principali aspetti che permettonodi definire unepisodiodi violenzacome bullismosono: intenzionalità:gli atti aggressivi sonofinalizzati adarrecare undannoallavittima; persistenza:gli atti dei bulli perdurano persettimane,mesioanni,nonè quindi unsingoloattodi violenzacomparsodurante unepisodiodi rabbiaodi conflittotrabulloe vittima; asimmetrianellarelazione:vi è unosquilibriodi potere trachi compie l’azione e chi lasubisce; la vittimanonè ingrado di difendersi e teme vendette oritorsioni nelcasodenunciassegli episodi di bullismo. I VARITIPIDI BULLISMO 1) diretto(caratterizzatodaunarelazione direttatrabulloe vittima) che puòsuddividersi in: a) bullismofisico (il bullocolpisce lavittimaconbotte,spinte,calci,sputi); b) bullismoverbale (ilbulloprende ingirolavittima,dicendole frequentemente cose cattive e spiacevoli ochiamandolaconnomi offensivi,sgradevoli ominacciandola,dicendoparolacce); 2) indiretto(è menovisibiledi quellodiretto,manonmenopericoloso,tende adanneggiare lavittima nelle sue relazioni conle altre persone,escludendola,isolandola, conpettegolezzie calunnie); a) bullismopsicologico(il bulloignoraoesclude lavittimacompletamentedal suogruppooppure mette ingirofalse voci sul suo conto); b) cyberbullismoobullismoelettronico(il bulloinviamessaggimolesti allasuavittimatramite SMS, wathappo inchat, la fotografa/filmainmomentiincui nondesideraessereripresae poi inviale sue immagini adaltri perdiffamarlo,perminacciarloodargli fastidio). I PROFILIDEL BULLISMO 1) il bullo(generalmente è aggressivo,fisicamenteforte,conunbassolivellodi autostima,insicuro,ha bisognodi sentirsi rispettato,è emotivamente immaturoe nonaccettaresponsabilità,praticail bullismosiaperché crede di esserebenvolutoe supportatodal grupposiaperché crede che sia eccitante,stabilisce il suopotere sui membripiùdeboli del gruppo,habisogno di attirare l’attenzione); 2) la vittima(fisicamente menoforte delbullo,sensibile ededucato,generalmente conuntratto di diversitàrispettoal gruppo(piùbravo,piùalto,piùgrosso,piùmagro,piùsilenzioso,piùtimido…); 3) i testimoni (sullascenadegli atti di bullismononci sonosolobulli e vittime,ci sonoanche i testimoni,che tutti gli altri ragazzi che sannocosa accade ma nonintervengonopervari motivi: a) perpaura dei bulli; b) perché pensanoche il fattononli riguardi; c) perché pensanoche siaunoscherzo. Il testimone viene anche definito“asino”,l’”asino”nonè unbullo,nonè neanche unavittima,
  • 2. ma quelloche guarda,quelloche sae nonparla,che sa e noninterviene,quelloche puòfare la differenzamanonla fa. Le caratteristiche del bulloe dellavittima: il bullismoè unapiagaormai dellanostrasocietàe noi genitori dobbiamoessere pronti adaffrontarla.Ad esempioparlandone fradi noi,congli insegnanti,e tutte le personeche si occupanodellacresci tadei nostri figli.Purtropposiamoinunmomentostoricoincui sembrache le persone aggressive,furbe,maliziose sianole migliori.Nonè così! Cerco d’insegnareai miei figli adessere persone perbene,ovvioperòche nonvoglioche venganousati come tappetini dal bullodi turno.Esì sonouna mammachiocciama questononc’entracon il rispettoche bisognaavere tra pari. Mi raccomando mantenete sempre altalaguardia,spessolavittimanonne parlae ovviamentenonlofa nemmenoil bulloche sa bene che nonsta tenendouncomportamentoconsono.Fate domandee dite sempre ai vostri figli che se vedonounepisodiodi bullismodevonosempre denunciarloavoi oppure agli insegnanti oeducatori. Il profilodel bullo Si tratta di bambini oragazzini che si mostranoaggressivi versoi coetanei,versogli insegnanti edanche i genitori.Sonoimpulsivi,scarsamente empatici,incapaci di stabilire relazioni positive,elevatolivellodi autostima.Nontentanodi mascherare ladebolezzaconl’aggressività. Hannobassatolleranzaalla frustrazione e difficoltànel rispettarele regole.DanOlweushaelaboratodegliindicatori del possibile bullo e dellaprobabile vittima. Indicatori del possibilebullo ■prende ingiroripetutamente; ■rimprovera,intimidisce,minaccia,beffeggia; ■ha un forte bisognodi dominare; ■mette inridicolo; ■prende apugni,a calci,strattona; ■danneggiale cose che appartengonoadaltri; ■si inquietafacilmenteedè pocotollerante; ■è oppositivo,insolente,aggressivo; ■prende parte adaltri comportamenti antisociali. Il profilodellavittima Le vittime prescelte sonoindifferentemente maschi ofemmine,spessocauti,riservati,timorosi e sensibili. Se molestati tendonoanonreagire,hannoscarsaautostimae un’immagine negativadi sè.A scuolavivono una condizione di solitudinee abbandono.Il ripetutoattaccodei coetanei aumentainevitabilmentel’ansia, l’insicurezzae abbassal’autostima.Gli studenti vittimizzati sonofisicamente piùdeboli,hannopauradi farsi male o essere feriti,risultanoincapaci nelleattivitàsportive edhannoscarsocoordinamentocorporeo.La vittimahadifficoltàadaffermarsi nel gruppodei coetanei,tendearapportarsi megliocongli adulti,tuttavia nonracconta i soprusi che subisce,nè ai genitori,nè agli insegnanti.Icompagni di scuoladifficilmente stringonoamiciziaconlui,operpaura di essere etichettati come giàloè lui,oper disprezzo.Questo atteggiamentocollettivotende,ingenere,asfociare nel totale isolamento.Unavolta diventatobersagliodi molestie,il ragazzinoelettoavittima,verràinfastiditoanche dagli altri compagni,perchè ritenutofacile bersaglio,e il bullononproveràsensi di colpanei suoi riguardi. Si sviluppacosìun processodi deumanizzazione che fa del vittimizzatounindividuoche meritadi essere picchiatoe sottomesso.
  • 3. Le numerose ricerche hannoportatoasfatare la credenzache vedevalamonocausalitàdel bullismonei contesti abitativi poveri e degradati.Ci sono,infatti,studenti aggressivi e nonaggressivi,inproporzioni simili intutte le classi sociali.Ifattori che giocanounruolopreponderante intale fenomenosono molteplici.Possiamoindicarne di seguitoalcuni: ■Dinamiche psicologiche: Bulli e vittime presentanomodi specifici di interpretaree ricostruire mentalmentee narrativamentele interazioni sociali (nei bulli,difficoltàadidentificare le emozioni altrui e adinterpretarei segnali sociali; nellavittima,undeficitspecificocircail riconoscimentodellarabbiae operauna“letturasoggettiva” dell’eventostressante,assumendosudi sè la colpadi quantoaccaduto); ■La Famiglia: L’atmosferafamiliareedinparticolare gli stilieducativi messi inattodai genitori hannounloropesonella crescitadi unindividuoenellacostruzione dellasuaidentità(Ades:le vittimehannorelazioni piùsolidee rapporti piùpositivi coni propri genitori,inparticolare conlamadre); ■Il gruppodei pari: rappresentalasferasociale del ragazzo,è il suo“mondo”.E’ importante sapersi relazionareconesso, poichè divental’immagine pubblicadi sè,è il luogodove ci si sperimenta,luogodi confrontoe di costruzione dellapropriaidentità.(Nell’ambitodelbullismosi innescanonelgruppodinamiche si esclusione e di appartenenzaal gruppo,a differenzadel giocononvi è alternanzadi chi possiede il potere); ■La Scuola: Luogo dell’istruzione,scanditodaprecise regole e orari.All’internodi essasi costruisconosvariatirapporti interpersonali e si vienecostantementevalutati,nonsolodagli insegnantimaanche dal gruppodei coetanei.Il personalescolasticohail compitodi educare gli studenti,osservarne i comportamenti, accogliere le richiestedi aiutoedintervenire qualorasospetti lapresenzadel fenomeno. Le cause: Nel temposi sonosusseguite varieipotesi esplicative del bullismo,relative al sistemafamiliare,afattori personologici e al contestoculturale,si puòdire che sianotutte valide e che il fenomenosiamulti -causale: - contestofamiliare:ci sonodue diverse prospettive di studioche hannopresoinconsiderazione il sistemafamiliare dei bambini coinvolti,come bulli ovittime,inepisodi di prepotenze.Unaprima prospettivahaindagatolaqualità dellarelazione affettivatragenitori e figli,inparticolare haconsideratoil legame di attaccamentomadre-bambino.Datali ricerche è emersoche i bambini conattaccamento insicuro-evitante esibisconoconpiùprobabilitàcomportamenti di attaccoe prepotenzaversoi compagni (poiché nonsviluppanounatteggiamentodi fiduciaversogi altri e si aspettanorisposte ostili),mentre i bambini conattaccamentoinsicuro-resistente assumonoconpiùprobabilitàil ruolodi vittime (poiché hannopoca fiduciae poca stimainse stessi,sonoinsicuri e ansiosi). Una secondaprospettivaindagagli stili educativiparentali,come contestodi apprendimentodi regole e valori.Il bambinoche vive inunafamigliaincui regnanoun’educazione coercitiva,violenzae sopraffazione ha piùprobabilitàdi interiorizzareschemi di comportamentodisadattivi,si sentiràquindiautorizzatoad utilizzare gli stessi modelli di comportamentoanche nelle relazioni al di fuori dellafamiglia.Al contrario,se la famigliapresentauno stile educativopermissivoe tollerante,il bambinosaràincapace di porre adeguati limiti al propriocomportamento. - fattori personali,tutti quegli elementi personologici che sonocaratteristici del bulloe della vittima(cfr.ivi,“Il bullo”,“Lavittima”,pagg.3 -5) contestoculturale incui si vive:come affermaOlweus,i ragazzi che opprimonoe quelliche subisconosono il fruttodi unasocietàche tolleralasopraffazione.Il bullismoè quindi figliodi uncontestoculturale più
  • 4. ampio,incui si persegue unmodellodi forzae potere,incui vige ladistinzionedell’umanitàtravincenti e perdenti,l’esaltazione di leaderautoritari e di immaginimaschilie femminili di successo,incui lasconfitta nonè benvista.I massmedia,televisione,cinema,videogiochi,ci presentanomodelli di violenzagiovanile come espressionedi forzae vitalità,risolutrice di conflittie depuratadaogni segnodi sofferenzao conseguenzaperle vittime.Inunaculturafondatasui (dis)valoridellasopraffazione,dell’arroganza,della furbiziae dellacompetizione,sarànaturale peril piccolobulloprevaricare il compagnopiùdebole. Il gruppo: I coetanei hannounruoloimportante nellosviluppo,mantenimentoomodificazione delcomportamento aggressivonel gruppo.Il bullononagisce dasolo:alcuni compagni svolgonounruolodi rinforzo,altri formanoun pubblicoche incitae sostiene,altri ancorasi disinteressanoaquelloche accade,nonmancapoi chi tentadi opporsi alle prepotenze perproteggere lavittima,inquestoruolodi difesasi trovanospessole bambine. Il bullismoè quindi unfenomenodi gruppoedè utile percomprenderlofare riferimentoai meccanismi che caratterizzanocoloroi quali prendonoparte all’azione aggressiva. Innanzituttoalcuni studi hannodimostratoche l’individuoagisce aggressivamente se haosservatoqualcun altroagire intal modo(unmodello),soprattuttose questoaltrogode dellastimadell’osservatore,edè riconosciutocome forte e coraggioso.Coloro i quali sonomoltoinfluenzatidatali modellisonosoprattuttoi ragazzi piùinsicuri e dipendenti,che nonhannounruolodefinitofrai pari e che vorrebberoaffermarsi. Vi è unaltro fattore che intervieneintale contestodi gruppo,cioè ladiminuzione del sensodi responsabilitàindividuale.Ladiffusione di responsabilitàall’internodel gruppoè unmeccanismoche rende piùfacile l’azioneaggressiva,poiché il sensodi responsabilitàpersonale nei confronti dell’azione negativaè minore se si partecipaintanti. Prendiamoorainconsiderazionei meccanismi di disimpegnomoraleelaborati daBandura,cioè le strategie cognitive concui i ragazzi giustificanole loroaggressioni.Le forme di disimpegnomoralepossono strutturarsi,stabilizzarsi e quindi diventare unmodelloperil soggetto,che inqualche manieralosvincolano da regole e norme. Una tra le forme di disimpegnomorale individuatadaBanduraè l’“etichettamentoeufemistico”,edè la modalitàattraversocui il ragazzodefinisce positivamente uncomportamentonegativo(“stavamo scherzando”),inmododafar capire che nonavevaintenzioni negative. Ci sono,inoltre,due forme di disimpegnomoralelegateallavittima.Laprimamodalitàè la “deumanizzazione dellavittima”,lapsicologiaha evidenziatocome noi abbiamounapropensionenaturale e fisiologicaanonesercitare violenzanei confronti dei nostri simili se li consideriamotali.Possiamo,però, renderli nonpiùnostri simili (lavittimaquindi“nonè unessere umano,si meritadi essere trattatainquel modo”),così si nega loroil principiodi umanità.L’altrovienedegradatoadessere nonumano,adessere inferiore.Nel mondodellascuolaquestopuòavvenireperché ci sonoalcuni soggetti che si prestanoad essere svalutati,perché le lorocaratteristiche individuali,forse problematichesottoalcuni aspetti,possono favorire e incrementare questi atteggiamenti daparte dei compagni.Ladeumanizzazione dellavittima favorisce quindi laviolenzae rende menograve l’attocompiuto. L’altra modalitàmoltofrequentee diffusadi disimpegnomoraleè la“colpevolizzazionedellavittima” rispettoal comportamentoviolentoche è statoesercitatonei suoi confronti(“mi haprovocato”),è una modalitàdi disimpegnomorale moltofrequenteperché culturalmente si ritiene che se adunapersonaè successoqualcosadi negativoinqualche modose loè meritato.
  • 5. Infine citiamolateoriadel “caproespiatorio”,che sembraadeguataadescrivere il ruolodellavittimanel fenomenodel bullismo.Inquestocaso,i comportamenti aggressivi diretti versolavittima,sarebbero espressione di meccanismi difensivi come spostamentoe proiezione,cosìle tendenzeaggressive che non possonoessere diretteversoil loroobiettivonaturale,sonospostatesuunavittimainnocentee meno pericolosa,allaquale vengonoattribuite caratteristiche stereotipate negative. Perché il bullohai suoi fidati gregari e il gruppofacilmentesi uniformae accettadi diventare complice,in modopassivoo attivo,dellesue prepotenze? Questocomportamentodaparte dei componenti del grupporisponde adellefinalitàautoprotettive sotto due aspetti.Primo,limitalapossibilitàche quel soggettodiventipersonalmentevittimadel bullo.Secondo, l’identificazione conl’aggressore creal’illusione di essere personalmente potenti e nonindifesi.Nonsi tratta, quindi,del riconoscimentodellaleadershipdelbullodaparte dei coetanei,mapiuttostoquesti sarannodisposti adaccettare i suoi modi,poiché combattuti traamore e timore perlui.Questo rappresentaperòunagrave minacciaper il benessere del gruppo. Popolarita’del bullo: Godere del favore dei compagni significadisporre di preziose opportunitàsociali,mentre il rifiutoporta all’esclusione dalle attivitàcollettive.Diversistudi dimostranoche i bulli hannounapopolaritàche rientra nellamedia,opocoal di sottodi essae sonospessocircondati daun gruppodi due o tre coetanei sostenitori.Spessoi compagni esprimononeiconfronti dellavittimaantipatiae rifiuto,mentre l’atteggiamentoversoil bullovariainbase a diverse circostanze,inparticolare i fattori contestuali e individuali assumonounruolocruciale nel determinare l’atteggiamentodei pari nei confrontidel bullo.Tra i fattori contestuali,unelementomoltoimportante è l’efficaciadelleazioni:il rifiutovieneespressoverso quei compagni che con le lorocondotte aggressive nonraggiungonoloscopo.Tra i fattori individuali, ricordiamoche la popolaritàdei bulliè destinataadiminuire conl’aumentare dell’età,perchéconl’etàle strategie aggressivecambianoe si passada forme di aggressivitàdirette amodalitàindirette e si sviluppala capacità di giudicare secondocriteri morali i comportamentipropri e altrui,percui chi utilizzacondotte aggressive è consideratoriprovevolee degnodi rifiuto. L’autoaffermazione delbullo: Il bullismoè unamodalitàproattiva,ossia,è uncomportamentomessoinattosenzaprovocazionedaparte dellavittimaedè agitodall’aggressore al fine di raggiungere il suoscopo,il dominioe il potere sugli altri.Il bullismotrovalasuamotivazione nell’affermazione di dominanzainterpersonale.Il bullosaaffermare se stessonel grupposoltantoattraversol’usodeliberatodellaforza. L’aggressività,però,nonhasolounavalenzanegativa,puòessere prosociale nel momentoincui nonmiraa infliggere undannomaa conquistare unobiettivosocialmente accettabile.E’inoltre unafunzione centrale al serviziodell’autorealizzazione,ci permette di confrontarci,reagire,difenderci,avere rapporti congli altri. A differenzadel bullo,unbambinoche utilizzaunamodalitàdi adgredereinmodofunzionale,è un bambinoche gestisce l’aggressività,è capace di mediarla,di sentirele proprie e altrui esigenze,è in grado di mettersi nei panni dell’altroe utilizzare costruttivamente l’aggressivitàinunadimensionerelazionale, mettendoinattodelle azioni inmodocommisuratoall’importanzadellapostaingiocoe ai propri principi morali,senzaricorrere allarotturadellarelazione come soluzione del contrasto. Bullo:leaderimpostore? Appare ora chiaroche il fenomenodel bullismononrisiedesoltantonellarelazione bullo-vittima,maè un fenomenocollettivo,che coinvolgel’interogruppo,che puòsostenere e rinforzare il fenomeno. Il bulloè il leaderdel gruppo?
  • 6. Se pensiamoalle caratteristiche fondamentalidel leader,qualil’empatia,l’abilitàarelazionarsi,la valorizzazione e il coinvolgimentodeglialtri,il sensodellacomunità,l’agireefficacemente,l’essere attento al climadel gruppoe ad arbitrare eventuali conflitti,l’essere assertivo,ci rendiamocontoche queste caratteristiche nonappartengonoal bullo. Il bullononè empatico,nonpossiede lafacoltàdi porsi nei panni altrui,l’identificazione conl’altrodasé è un concettoche non gli attiene,l’identificazione invece è unconcettofondamentale relativoallasicurezzae costituisce unefficace inibitore dell’aggressività.Infatti secondostudi di etologia,l’essere umanopossiede una facoltàdi inibizione innataall’aggressivitàche gli impedisce di eliminare il propriosimile,facoltàbasata sullapossibilitàdi identitàedempatiaconl’altropercepitocome essere ugualeasé. Il bullononattua un comportamentopervalorizzare e coinvolgere gli altri,le introiezioniche propone sono rigide e vannoaccettate incondizionatamente,i compagni nonsonochiamati adattivare le proprie capacità e risorse. Una competenzacomunicativafondamentaleperil leader,e di cui il bulloè mancante, è l’assertività. Questarappresentaunostile comunicativoche permetteall’individuodi esprimere le proprie opinioni,le proprie emozionie di impegnarsi arisolvere positivamente le situazioni e i problemi.Tale mododi comunicare nasce dall’armoniatraabilitàsociali,emozionie razionalità:chi è assertivosaesprimere in modochiaro e efficace emozioni,sentimenti,esigenzee convinzioni,riducendoansiae aggressività. Obiettivoperunacomunicazione assertivaè lacapacitàdi ridurre le proprie componentiaggressive e passive.Percontroil bullohauna modalitàrelazionaleimprontatasullaprevaricazionee sullacoercizione. Il bulloè quindi unleaderimpostore? Innanzituttochiariamocosaintendiamoperimpostore.Nonostantenell’usocomune questotermineabbia una connotazione negativa(bugiardo,ciarlatano,imbroglione),secondolaGestaltPsicosociale rappresenta una parte dell’identitàche appartieneatutti,vuol dire che a volte si mostrauna parte o un soloaspettodi se stessi,si modificainqualche misurae inqualche circostanzalapercezioneche si dàdi sé,e questopuò avere unavalenzapositivaonegativa,asecondase losi attua funzionalmente origidamente. Il bulloè un leaderimpostore e loè inmodorigidoe quindi disfunzionale.Perseguedeliberatamentei propri obiettivi di dominanzae di mantenimentodellareputazione attraversomodalitàaggressivee di supremazia,dandonessunaimportanzaai sentimentialtrui peril propriotornaconto.Quindi manipolale situazioni pervantaggiopersonale,ignorandol’infelicitàdellavittimae nonaccettandolaresponsabilità delle proprie azioni. Il bulloutilizzal’imposturainmodopervasivoe costante,e ciònonè funzionale al benessere suoné a quellodel gruppo,che è ungruppodove nonc’è tranquillitàemotivanei rapporti,ungruppoche nonpuò crescere,dove le potenzialitàindividuali nonsonovalorizzate,dove l’espressione deimembri nonpuò essere libera,poiché le critiche nonsonoaccettate. Conclusione: In unacultura dove dominanoi “Franti”di De Amicis,incui l’autoaffermazionepassaperlascissione degli individuitraforti e deboli,unaculturalontanadallavalorizzazionedegliaspettiprosociali del comportamento,vale lapenaimpegnarsiaffinché i nostri ragazzi possanocrescere inunclimadi educazione affettivae di promozione di armoniche relazioni sociali. Cosa si può fare?
  • 7. La pauradi essere spodestati,di perdere il proprioruolo,lagelosia,sonoreazioni piuttostonaturali,diffuse, specialmente nellosviluppo,quandoci sonotante conquiste dafare:un’identitàdacostruire,unospazioda crearsi,una posizionedaacquisire all’internodei gruppidi riferimento(lafamiglia,laclasse);specialmente inqueste fasi dellosviluppo,dove il proprio ruoloè ancorainparte da definire,è facilepercepire come minacciosoqualsiasi tentativodi intrusione.Il bisognodi ferirel’altrominacciandolooderidendoloè un mododi esprimere l’aggressivitàche hatrovatolargospazionellastoriadell’umanità, facendosi largo all’internodellacultura. In quest’ambitolascuoladovrebbe svolgereunruoloimportante insensopositivo,aiutandoil bambinoad avere unabuona sicurezza,il che comportalasua valorizzazionee l'apprezzamentodellequalitàpositive personali.Lasicurezzasi rinforzae si costruisce inun contestorelazionale che offral’opportunitàdi esprimere se stessie le proprie capacità.Lavalorizzazione aiutail bambinoadavere fiduciainse stesso consentendogli di superaresenzatimore e aggressivitàdifensiva,gli ostacoli,gli insuccessi,le frustrazioni. Percontro, un’educazione autoritaria,ponendosicome un’educazione frustrantee punitivache limitail bambinonel raggiungimentodegli obiettivie nellarealizzazione di sé,è fautrice di atteggiamenti di risposta di tipoaggressivo.Svalutare unbambinopunendolo,nonserve adevitare il ripetersi dell’azione indesideratae significaprovocare indirettamentecomportamenti aggressividi tipodifensivo. Questononsignificache lascuolae lafamiglianondebbanoporre limitial bambino,infatti lasicurezzainsé si stabilisce nel progressivoincontroconle difficoltàcommisuratealle proprie possibilità.Significa,invece, che il modelloeducativoche suscitacomportamenti menoaggressivi nonè né autoritario,né aggressivo, ma autorevole,che nonevitaostacoli e punizioni,e lofainun climadi affettoe valorizzazione. E’ importante osservare e lavorare il primapossibile sucomportamentiaggressivi e di prevaricazione, perché laviolenzaè un’abitudineche è moltodifficiledadestrutturare quandosi organizzainmaniera forte.Quindi è importante intervenire,altrimenti l’aggressivitàdiventaunamodalitàche poi si trasformae puòimpedire ai ragazzi di sviluppare competenze prosociali,emozioni,empatia,comunicazione assertiva, tutte quelle emozionisocialiche servonopercrescere armonicamentecome individuotragli altri e conquistare i rapporti interpersonali. Bullismofisico Il bullismofisicocomprendeazioni violente versolavittimae versosuoi oggetti di proprietàe comprende: rubare oggetti di proprietàdellavittima spingere e strattonare lavittima colpirlainmodopiùo menoviolento distruggere intenzionalmente oggetti di proprietàdellavittima Il bullismofisicononè generalmente laprimaformadi bullismoche unavittimasperimenta. Bullismoverbale Il bullismoverbaleè unadelle piùcomuni formedi bullismoe comprende: Sparlare di qualcunodiffondendovoci false sul suoconto Urlare versoqualcunooparlare con tonoscortese Prendere qualcunoingiro Minacciare Insultare Il bullismoverbaleè comune siatrai maschi che le femmine anche se piùfrequenteinqueste ultime. Bullismorelazionale Il bullismorelazionale è quel tipodi bullismoche utilizzalarelazionepercolpire l’altro.Si caratterizza principalmente conforme di aggressivitàindirettasonocomuni trai giovani,conuna maggiore prevalenza
  • 8. nel sessofemminile.Laformapiùdiffusadi bullismorelazionaleè l’esclusionesociale.A differenzadel bullismofisico,quellorelazionale puòdurare permoltotempoprimadi essere notatoall’esterno.