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La prospettiva costruttivista parte dall’idea che
ognuno di noi abbia il proprio modo di dare senso alle
esperienze e alle relazioni che intesse con gli altri
Secondo la prospettiva costruttivista il disagio
psicologico emerge quando il modo con cui la
persona affronta i problemi non “funziona” più e
qualsiasi alternativa è impraticabile:
l’unica chiave che si ha a disposizione per stare
bene non risulta più efficace.
Nella misura in cui la persona riesce a
interpretare i processi interpretativi di un'altra,
può svolgere un ruolo in un processo sociale
che coinvolge l'altra persona
George Kelly
Forse è proprio nel gioco tra il duraturo e
l'effimero che diventa possibile individuare
le modalità attraverso le quali l'uomo può
ristrutturare la propria vita
George Kelly
Nella nostra storia delle idee, l’epistemologia è sempre
stata legata al concetto che la conoscenza deve essere
una rappresentazione di un mondo esterno ontologico.
Il costruttivismo cerca di procedere senza quella
condizione e dice invece che la conoscenza deve essere
operativa per poter essere adattata ai nostri scopi
Ernst Von Glasersfeld
Applicare i risultati del costruttivismo al
costruttivismo stesso, vuol dire soprattutto rendersi
conto e rimanere consapevoli del fatto che si ha a
che fare con costruzioni che possono dimostrarsi
più o meno coerenti, sostenibili, viabili.
Ma non possono mai costituire la descrizione o
spiegazione di una realtà ontologica.
Ernst Von Glasersfeld
Noi conosciamo un fatto attraverso la nostra
azione di avvicinarsi ad esso.
Ci poniamo delle domande su di esso, non in
maniera puramente accademica, ma
sperimentalmente. Interveniamo e si verificano
dei risultati. Inventiamo e si materializzano nuove
qualità. Attraversiamo lo spazio e nuovi strani
oggetti si ergono di fronte al nostro sguardo
George Kelly
Massimo Giliberto
Storicamente siamo passati dall’anima alla psiche
e dalla psiche alla mente.
Oggi assistiamo all’irrompere delle neuroscienze,
a un rinnovato riduzionismo e, di conseguenza,
al passaggio dalla mente al cervello.
Si trascura di considerare, però, che sono le persone
- ossia la mente - a dare significato e spiegazione
alle componenti neurali, e non viceversa
Dall’anima alla mente: nasce la psicologia.
Dalla mente al cervello: è questo il nostro futuro?
Assisteremo all’esilio definitivo della ‘persona’ dalla
psicologia? La Psicologia dei Costrutti Personali è
tutto un altro viaggio, dove chi ho di fronte non è
una serie di circuiti neuronali ma una persona che
sperimenta, e sperimentando cerca di dare un
senso a ciò che la riguarda e la circonda.
Massimo Giliberto
Ogni cosa che le persone fanno, ogni atteggiamento,
ogni azione è, per un costruttivista kelliano,
una ‘scelta’ che va compresa all’interno del sistema di
significati di ognuno, tenendo presente la sua personale
alternativa.
Sicché, la cosiddetta depressione, ossia il chiudersi il più
possibile al confronto e all’esperienza, può essere
compresa come la migliore soluzione se l’alternativa è –
uscendo, incontrando, confrontandosi – una sofferenza
più grande o, addirittura, una anticipata distruzione
Massimo Giliberto
Un dilemma che Kelly considerava primitivo e
universale è quello che vede le persone
costantemente a un bivio fra l’obbedienza a regole,
la certezza, la sicurezza, da una parte, e l’avventura,
il viaggio e la conoscenza, dall’altra.
La sua è una teoria che accetta la sfida
dell’incertezza e del viaggio. Un tentativo di dare un
ordine al flusso delle nostre esperienze, senza
pretendere che questo sia definitivo
Massimo Giliberto
La geografia dell’esperienza umana
che la PCP suggerisce non è fatta di luoghi,
ma di vie, di percorsi.
Questi percorsi li chiama costrutti.
Massimo Giliberto
Ho sempre amato la Psicologia dei Costrutti
Personali per la sua profonda eticità, per il suo
rispetto delle persone. Il rispetto sta nel non
sovrapporre la propria teoria a quella dell’altro per
soffocarla, ma nell’usarla per comprendere la sua
visione del mondo
Massimo Giliberto
Vi è una domanda fondamentale che attraversa
la religione, la filosofia e, necessariamente, anche
la psicologia: chi siamo?
Per il costruttivismo, noi siamo la nostra
personale teoria sul mondo, sugli altri, su noi
stessi
Massimo Giliberto
Secondo la prospettiva costruttivista
la nostra vita è esperienza, non prescinde da essa,
anzi vi si identifica. Nell’esperienza viviamo, anzi, più
radicalmente, noi siamo la nostra esperienza.
Siamo immersi in questo costante flusso di azioni che diventano
costitutive delle nostre esistenze, come l’aria che respiriamo, la
lingua che parliamo, il genere sessuale che incarniamo, la nostra
stessa identità. E come l’aria, l’esperienza, così vicina e familiare,
diventa scontata e i suoi stessi processi invisibili, o quasi.
Massimo Giliberto
L’essenza dell’approccio costruttivista in psicoterapia?
Un esercizio di profondo rispetto, di costante
accettazione e comprensione della visione del
mondo altrui alla ricerca di nuove vie
per ricominciare a vivere.
Massimo Giliberto
Nella PCP ci si prende cura dell’altro e non si cura,
semplicemente, un grappolo di sintomi.
(...) La diagnosi nella PCP deve essere non un modo di
classificare il disagio, ma uno strumento per comprendere
la persona nel suo insieme e nel suo movimento, partendo
dai suoi significati, dal modo in cui essa li erige e li trasforma
in azioni. Una diagnosi, quindi, che ci racconta un processo,
rende accessibile una storia, anticipandone le possibili
evoluzioni al fine di disegnare assieme un cambiamento
Massimo Giliberto
Nella PCP ho trovato la fusione di due aspetti
tradizionalmente contrapposti:
la bussola di principi esplicativi generali,
propria dell’approccio nomotetico e, al contempo,
lo spazio per la complessità irriducibile della storia, della
vita concreta, della visione personale di ognuno, attinente
l’approccio idiografico.
Una teoria, insomma, che mette assieme comprensione e
spiegazione, poesia e analisi. Praticamente un miracolo!
Massimo Giliberto
Il costruttivismo non è qualcosa da infilare
alla prima occasione nei discorsi,
ma un modo di vivere e pensare, un modo di
agire nelle relazioni e nella professione
Massimo Giliberto
La psicologia dei costrutti personali è centrata sul modo
in cui la persona fa esperienza e costruisce il suo mondo.
E qui emerge un’altra differenza significativa nell’oggetto
e nelle conseguenti prassi fra la PCP e il mainstream
oggettivista: laddove altri cercano ciò che accomuna le
persone e le trascende (per esempio, la costellazione di
sintomi che realizzano una sindrome), Kelly ritiene più
utile interessarsi a cosa ci differenzia e ci rende
particolari e irripetibili
Massimo Giliberto
Nel costruttivismo epistemologia e ontologia
sono inseparabili. Il mondo in cui viviamo è quello
delle nostre interpretazioni.
Quanto era considerato dato oggettivo, fatto semplice e
puro nella psicologia oggettivistica e riduzionistica, nel
costruttivismo è interpretazione, significato, risultante
dell’esperienza. Un’esperienza che, guidata dalle nostre
teorie e dalla struttura dei sistemi conoscenti, a sua volta,
circolarmente, li modifica.
Massimo Giliberto
L’attenzione, in questo approccio
(costruttivista) , si sposta dalla questione
“cos’è la realtà?” al quesito “come costruiamo
le nostre realtà?”, ossia come conosciamo
Massimo Giliberto
I sì e i no che affrontiamo non riguardano né un diniego a
istanze pulsionali, a bisogni, aspettative o desideri né
rappresentano necessariamente un errore, un fallimento
nella nostra conoscenza di un mondo reale: essi sono
dirette implicazioni delle nostre idee, delle nostre
domande.
Sono, in altre parole, del tutto intrinseci alle nostre
anticipazioni.
M. Giliberto, E. Bordin
Dal punto di vista costruttivistico la società non esiste
autonomamente rispetto a chi le dà un senso.
I fenomeni sociali, come la cultura e il linguaggio,
non sono indipendenti da chi dà loro forma e li
interpreta, li vive e li agisce.
Massimo Giliberto
I costrutti non sono semplici risposte, enti
cognitivi o qualcosa che qualcuno possiede; i
costrutti sono le vie per l’azione, l’azione in cui
siamo immersi, le domande che facciamo al
mondo
Massimo Giliberto
Il dolore parla. Il dolore non tace, mai.
E oltre al dolore narrante c’è una persona che, a sua
volta, narrandosi, ne racconta la storia.
E’ il legame profondo e riflessivo tra l’osservatore è
l’oggetto osservato, tra il narratore e la sua storia.
Massimo Giliberto
Approcciandoci ai bambini e ai loro mondi
non viene meno l'utilità della metafora
dell'uomo scienziato (Kelly, 1955), alle prese con
le proprie domande, risposte, teorie su se
stesso, sugli altri e sul proprio mondo.
Anche i bambini sono scienziati
Tom Ravenette
Supponete di aver cominciato con l'assumere che la cosa
fondamentale riguardo alla vita è che procede.
Non è che qualcosa vi faccia procedere: il procedere è la cosa
stessa. Non è che le motivazioni facciano diventare un uomo
pronto a fare le cose: la prontezza è un aspetto del suo essere.
G. Kelly alla luce di questo approccio non propone la
psicologia dei costrutti personali in contrapposizione alle altre
psicologie, ma come un alternativa ad esse: un alternativa che
non nega le “verità“ di altre teorie, ma ci può fornire più
interessanti, più stimolanti, più utili e più elaborate “verità“.
Federica Chiadò-Viret
George Kelly ha intitolato la sua opera principale
'The Psychology of Personal Constructs', ed ha così
manifestato l’intenzione di cercare di creare una nuova
psicologia invece di presentare una teoria all’interno della
cornice della psicologia ortodossa.
La tattica tradizionale per reprimere i rivoluzionari è quella di
"metterli al loro posto", e non sorprende quindi che gli autori
dei manuali abbiano cercato di degradare la rivendicazione di
Kelly ed abbiano elencato il suo lavoro come una teoria più
"cognitiva".
Don Bannister, Fay Fransella

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Citazioni sul costruttivismo

  • 1. La prospettiva costruttivista parte dall’idea che ognuno di noi abbia il proprio modo di dare senso alle esperienze e alle relazioni che intesse con gli altri
  • 2. Secondo la prospettiva costruttivista il disagio psicologico emerge quando il modo con cui la persona affronta i problemi non “funziona” più e qualsiasi alternativa è impraticabile: l’unica chiave che si ha a disposizione per stare bene non risulta più efficace.
  • 3. Nella misura in cui la persona riesce a interpretare i processi interpretativi di un'altra, può svolgere un ruolo in un processo sociale che coinvolge l'altra persona George Kelly
  • 4. Forse è proprio nel gioco tra il duraturo e l'effimero che diventa possibile individuare le modalità attraverso le quali l'uomo può ristrutturare la propria vita George Kelly
  • 5. Nella nostra storia delle idee, l’epistemologia è sempre stata legata al concetto che la conoscenza deve essere una rappresentazione di un mondo esterno ontologico. Il costruttivismo cerca di procedere senza quella condizione e dice invece che la conoscenza deve essere operativa per poter essere adattata ai nostri scopi Ernst Von Glasersfeld
  • 6. Applicare i risultati del costruttivismo al costruttivismo stesso, vuol dire soprattutto rendersi conto e rimanere consapevoli del fatto che si ha a che fare con costruzioni che possono dimostrarsi più o meno coerenti, sostenibili, viabili. Ma non possono mai costituire la descrizione o spiegazione di una realtà ontologica. Ernst Von Glasersfeld
  • 7. Noi conosciamo un fatto attraverso la nostra azione di avvicinarsi ad esso. Ci poniamo delle domande su di esso, non in maniera puramente accademica, ma sperimentalmente. Interveniamo e si verificano dei risultati. Inventiamo e si materializzano nuove qualità. Attraversiamo lo spazio e nuovi strani oggetti si ergono di fronte al nostro sguardo George Kelly
  • 8. Massimo Giliberto Storicamente siamo passati dall’anima alla psiche e dalla psiche alla mente. Oggi assistiamo all’irrompere delle neuroscienze, a un rinnovato riduzionismo e, di conseguenza, al passaggio dalla mente al cervello. Si trascura di considerare, però, che sono le persone - ossia la mente - a dare significato e spiegazione alle componenti neurali, e non viceversa
  • 9. Dall’anima alla mente: nasce la psicologia. Dalla mente al cervello: è questo il nostro futuro? Assisteremo all’esilio definitivo della ‘persona’ dalla psicologia? La Psicologia dei Costrutti Personali è tutto un altro viaggio, dove chi ho di fronte non è una serie di circuiti neuronali ma una persona che sperimenta, e sperimentando cerca di dare un senso a ciò che la riguarda e la circonda. Massimo Giliberto
  • 10. Ogni cosa che le persone fanno, ogni atteggiamento, ogni azione è, per un costruttivista kelliano, una ‘scelta’ che va compresa all’interno del sistema di significati di ognuno, tenendo presente la sua personale alternativa. Sicché, la cosiddetta depressione, ossia il chiudersi il più possibile al confronto e all’esperienza, può essere compresa come la migliore soluzione se l’alternativa è – uscendo, incontrando, confrontandosi – una sofferenza più grande o, addirittura, una anticipata distruzione Massimo Giliberto
  • 11. Un dilemma che Kelly considerava primitivo e universale è quello che vede le persone costantemente a un bivio fra l’obbedienza a regole, la certezza, la sicurezza, da una parte, e l’avventura, il viaggio e la conoscenza, dall’altra. La sua è una teoria che accetta la sfida dell’incertezza e del viaggio. Un tentativo di dare un ordine al flusso delle nostre esperienze, senza pretendere che questo sia definitivo Massimo Giliberto
  • 12. La geografia dell’esperienza umana che la PCP suggerisce non è fatta di luoghi, ma di vie, di percorsi. Questi percorsi li chiama costrutti. Massimo Giliberto
  • 13. Ho sempre amato la Psicologia dei Costrutti Personali per la sua profonda eticità, per il suo rispetto delle persone. Il rispetto sta nel non sovrapporre la propria teoria a quella dell’altro per soffocarla, ma nell’usarla per comprendere la sua visione del mondo Massimo Giliberto
  • 14. Vi è una domanda fondamentale che attraversa la religione, la filosofia e, necessariamente, anche la psicologia: chi siamo? Per il costruttivismo, noi siamo la nostra personale teoria sul mondo, sugli altri, su noi stessi Massimo Giliberto
  • 15. Secondo la prospettiva costruttivista la nostra vita è esperienza, non prescinde da essa, anzi vi si identifica. Nell’esperienza viviamo, anzi, più radicalmente, noi siamo la nostra esperienza. Siamo immersi in questo costante flusso di azioni che diventano costitutive delle nostre esistenze, come l’aria che respiriamo, la lingua che parliamo, il genere sessuale che incarniamo, la nostra stessa identità. E come l’aria, l’esperienza, così vicina e familiare, diventa scontata e i suoi stessi processi invisibili, o quasi. Massimo Giliberto
  • 16. L’essenza dell’approccio costruttivista in psicoterapia? Un esercizio di profondo rispetto, di costante accettazione e comprensione della visione del mondo altrui alla ricerca di nuove vie per ricominciare a vivere. Massimo Giliberto
  • 17. Nella PCP ci si prende cura dell’altro e non si cura, semplicemente, un grappolo di sintomi. (...) La diagnosi nella PCP deve essere non un modo di classificare il disagio, ma uno strumento per comprendere la persona nel suo insieme e nel suo movimento, partendo dai suoi significati, dal modo in cui essa li erige e li trasforma in azioni. Una diagnosi, quindi, che ci racconta un processo, rende accessibile una storia, anticipandone le possibili evoluzioni al fine di disegnare assieme un cambiamento Massimo Giliberto
  • 18. Nella PCP ho trovato la fusione di due aspetti tradizionalmente contrapposti: la bussola di principi esplicativi generali, propria dell’approccio nomotetico e, al contempo, lo spazio per la complessità irriducibile della storia, della vita concreta, della visione personale di ognuno, attinente l’approccio idiografico. Una teoria, insomma, che mette assieme comprensione e spiegazione, poesia e analisi. Praticamente un miracolo! Massimo Giliberto
  • 19. Il costruttivismo non è qualcosa da infilare alla prima occasione nei discorsi, ma un modo di vivere e pensare, un modo di agire nelle relazioni e nella professione Massimo Giliberto
  • 20. La psicologia dei costrutti personali è centrata sul modo in cui la persona fa esperienza e costruisce il suo mondo. E qui emerge un’altra differenza significativa nell’oggetto e nelle conseguenti prassi fra la PCP e il mainstream oggettivista: laddove altri cercano ciò che accomuna le persone e le trascende (per esempio, la costellazione di sintomi che realizzano una sindrome), Kelly ritiene più utile interessarsi a cosa ci differenzia e ci rende particolari e irripetibili Massimo Giliberto
  • 21. Nel costruttivismo epistemologia e ontologia sono inseparabili. Il mondo in cui viviamo è quello delle nostre interpretazioni. Quanto era considerato dato oggettivo, fatto semplice e puro nella psicologia oggettivistica e riduzionistica, nel costruttivismo è interpretazione, significato, risultante dell’esperienza. Un’esperienza che, guidata dalle nostre teorie e dalla struttura dei sistemi conoscenti, a sua volta, circolarmente, li modifica. Massimo Giliberto
  • 22. L’attenzione, in questo approccio (costruttivista) , si sposta dalla questione “cos’è la realtà?” al quesito “come costruiamo le nostre realtà?”, ossia come conosciamo Massimo Giliberto
  • 23. I sì e i no che affrontiamo non riguardano né un diniego a istanze pulsionali, a bisogni, aspettative o desideri né rappresentano necessariamente un errore, un fallimento nella nostra conoscenza di un mondo reale: essi sono dirette implicazioni delle nostre idee, delle nostre domande. Sono, in altre parole, del tutto intrinseci alle nostre anticipazioni. M. Giliberto, E. Bordin
  • 24. Dal punto di vista costruttivistico la società non esiste autonomamente rispetto a chi le dà un senso. I fenomeni sociali, come la cultura e il linguaggio, non sono indipendenti da chi dà loro forma e li interpreta, li vive e li agisce. Massimo Giliberto
  • 25. I costrutti non sono semplici risposte, enti cognitivi o qualcosa che qualcuno possiede; i costrutti sono le vie per l’azione, l’azione in cui siamo immersi, le domande che facciamo al mondo Massimo Giliberto
  • 26. Il dolore parla. Il dolore non tace, mai. E oltre al dolore narrante c’è una persona che, a sua volta, narrandosi, ne racconta la storia. E’ il legame profondo e riflessivo tra l’osservatore è l’oggetto osservato, tra il narratore e la sua storia. Massimo Giliberto
  • 27. Approcciandoci ai bambini e ai loro mondi non viene meno l'utilità della metafora dell'uomo scienziato (Kelly, 1955), alle prese con le proprie domande, risposte, teorie su se stesso, sugli altri e sul proprio mondo. Anche i bambini sono scienziati Tom Ravenette
  • 28. Supponete di aver cominciato con l'assumere che la cosa fondamentale riguardo alla vita è che procede. Non è che qualcosa vi faccia procedere: il procedere è la cosa stessa. Non è che le motivazioni facciano diventare un uomo pronto a fare le cose: la prontezza è un aspetto del suo essere. G. Kelly alla luce di questo approccio non propone la psicologia dei costrutti personali in contrapposizione alle altre psicologie, ma come un alternativa ad esse: un alternativa che non nega le “verità“ di altre teorie, ma ci può fornire più interessanti, più stimolanti, più utili e più elaborate “verità“. Federica Chiadò-Viret
  • 29. George Kelly ha intitolato la sua opera principale 'The Psychology of Personal Constructs', ed ha così manifestato l’intenzione di cercare di creare una nuova psicologia invece di presentare una teoria all’interno della cornice della psicologia ortodossa. La tattica tradizionale per reprimere i rivoluzionari è quella di "metterli al loro posto", e non sorprende quindi che gli autori dei manuali abbiano cercato di degradare la rivendicazione di Kelly ed abbiano elencato il suo lavoro come una teoria più "cognitiva". Don Bannister, Fay Fransella