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Progetto Comenius 2010-2012
                           Istituto Comprensivo di Attigliano – Italy
                   Colegio Compañía de María Jerez de La Frontera – Spain

                    VISITA IN SPAGNA DICEMBRE 2011:
                        I LUOGHI CHE VISITEREMO

Jerez de la Frontera
Jerez de la Frontera è una città di circa 206.247 abitanti e si trova nella regione autonoma
dell'Andalusia, nella provincia di Cadice.
Posta nell'ampia pianura agricola di fronte all' Atlantico, è di aspetto in gran parte moderno. È nota
per l'allevamento e l'addestramento dei cavalli con la "Escuela de Arte ecuestre", dove si svolgono
spettacoli di cavalli, per l'allevamento dei tori da corrida e per essere considerata la patria del
“flamenco”. La sua fama mondiale è legata ai suoi vini detti xerès o shery.
La città fu fondata dai Fenici col nome Xera, i Romani le diedero il nome Asta Regia e gli Arabi vi
si insediarono dal 711 fino al 1262 anno della riconquista dei Cristiani capeggiati da Alfonso X di
Castiglia. Il nome "de La Frontera" indica appunto che, dopo essere stata riconquistata, divenne un
avamposto della linea di difesa contro gli Arabi.




La Catedral de San Salvador è costruita sopra l'antica moschea maggiore (mezquita mayor) ed è un
grande edificio eretto a partire dal XIII secolo e rifatto alla metà del XVIII.
L'Alcazar-Mezquita, edificio del secolo XI con due torri, è un'antica residenza del califfo di
Cordova con, all'interno, due cappelle una romanica e l'altra mudejar, i bagni arabi e la moschea
trasformata nella chiesa di Santa Maria.
Le bodegas, sono cantine dove s'invecchiano i pregiati vini della zona. Jerez è infatti il centro della
produzione dei vini a denominazione d'origine "calificada". L'Andalusia produce circa il 10% del
vino prodotto in Spagna.
Le particolari condizioni microclimatiche della zona di Jerez fanno sì che i lieviti in certe stagioni
dell'anno diventino particolarmente rigogliosi. Fatta la vinificazione in modo tradizionale i vini
seguono un trattamento speciale: posti in botti di rovere, si forma il flor una cappa di lievito al di
sopra del vino impedendogli il contatto con l'aria e quindi proteggendolo dall'ossidazione. È un vino
molto apprezzato dagli inglesi dai quali deriva il nome di sherry (da non confondere con cherry che
è un brandy distillato di ciliegie).
La città è sede di un circuito automobilistico e vi si corre il Gran Premio di Spagna del
motomondiale.
Inoltre Jerez vanta una grande tradizione nella cultura del cavallo, e nei dintorni della città si
allevano e allenano purosangue spagnoli famosi in tutto il mondo. Tra le attrazioni principali di
Jerez c'è la Real Escuela Andaluza del Arte Ecuestre in cui si può assistere, ad esempio, alle
esibizione dei cavalli bianchi impegnati in alcuni numeri di destrezza sulle note di brani di musica
classica.


Alcuni luoghi che vedremo e visiteremo a Jerez 25. Palacio Pemartín
                                               26. Iglesia de Santiago
1. Palacio Domecq
2. Alameda Cristina y Puerta de Sevilla
3. Santo Domingo
4. Plaza Rafael Rivero
5. Plaza Plateros
6. Plaza de la Asunción
7. Iglesia de San Dionisio
8. Cabildo Municipal
9. Ayuntamiento actual
10. Pescadería Vieja
11. Plaza del Arenal
12. Calles Lancería y Larga
13. Barrio de San Miguel
14. Iglesia de San Miguel
15. Alameda Vieja y Alcázar
16. Catedral
17. Puerta del Arroyo y de Rota                27. Basílica de la Merced
18. Bodegas González Byass y Domecq            28. Real Escuela del Arte Ecuestre
19. Iglesia de San Mateos                      29. Zoo
20. Palacio Riquelme                           30. Bodega Valdivia
21. Plaza del Mercado
22. Museo Arqueológico
23. Iglesia de San Lucas
24. Iglesia de San Juan de los Caballeros
Sevilla
Sevilla (Siviglia) è una città di origine ibero-
punica della Spagna. Situata nella parte sud-
occidentale della penisola iberica, è il capoluogo
della Comunità Autonoma dell'Andalusia e della
provincia di Siviglia. La città sorge sulle rive del
fiume Guadalquivir.
Con 704.198 abitanti è la quarta città della
Spagna per numero di abitanti. Siviglia può
essere considerata come il centro artistico,
culturale, finanziario, economico e sociale del
sud della Spagna.
Notevole è anche l'interesse turistico grazie ai
numerosi monumenti, piazze, giardini e alla
fervente vita notturna. In particolare la Giralda,
la Cattedrale, l'Alcazar e l'Archivio delle Indie
sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità
dall'UNESCO nel 1987.


                                                       La Giralda


Periodo pre-romano e romano
Furono i Tartessi i primi a fondare un insediamento nella zona dell'odierna Siviglia, intorno al VIII
secolo a.C., chiamandolo Ispal. Fenici e Greci allacciarono rapporti commerciali con i Tartessi che
oltre alla città avevano occupato una parte del sud della Spagna. Di questa popolazione è giunto
fino a noi il Tesoro del Carambolo trovato nei dintorni della città nel 1958 ed ora tenuto in una
cassaforte del Museo Archeologico. Nel III secolo a.C. i cartaginesi occuparono per un breve
periodo la zona ma durante la seconda guerra punica le legioni di Scipione l'Africano giunsero alle
porte della città e sconfissero l'esercito cartaginese guidato da Asdrubale nel 206 a.C. Il vincitore
Scipione decise allora di fondare una città in cui tenere le truppe e la chiamò Italica che si trovava a
pochi chilometri da Ispal che sotto dominio romano venne chiamata Hispalis. Questi due nuclei
conobbero epoche di grande splendore e nel 45 a.C. Giulio Cesare concesse a Hispalis il rango di
colonia romana facendone una delle città più importanti della Spagna. Durante il II secolo d.C. subì
varie invasioni da parte dei mori che furono respinte sempre dall'esercito romano. In questo periodo
si diffuse il Cristianesimo nella penisola iberica. Nel 287 d.C. vennero martirizzate le sorelle Santa
Giusta e Ruffina le quali si rifiutarono di fare un'offerta durante un rito pagano dichiarando la loro
fede cristiana; sono oggi le patrone della città.
Periodo medievale
In seguito alla caduta dell'impero romano si susseguirono le invasioni di vandali, svevi e visigoti. I
vandali di Gunderico entrarono e saccheggiarono Siviglia nel 426. Lo stesso Gunderico morì in città
due anni più tardi e il suo successore, il figlio Genserico, decise di abbandonare la Spagna per
dirigesi alla conquista dell'Africa lasciando Hispalis in mano ai visigoti. Sotto il dominio di
quest'ultimi, nel VI e VII secolo Siviglia tornò ad essere un importante centro culturale
dell'Occidente. Nel 712 Musa ibn Nusayr con un esercito di 18.000 uomini attraversò lo stretto di
Gibilterra conquistando la città e tutta l'Andalusia giungendo fino a Toledo. Sotto il dominio arabo
la città venne chiamata Ishbīliya e anche il fiume, che in epoca romana si chiamava Betis, venne
chiamato Wādī al-kabīr (il grande fiume), vocaboli dai quali derivano le loro denominazioni attuali.
Anche se all'inizio della dominazione araba il centro del potere venne stabilito a Cordova (Califfato
di Cordova) Siviglia acquistò sempre più importanza e nel 1147 con l'arrivo della dinastia degli
Almohadi al potere venne scelta come capitale. A questo ultimo periodo si devono la costruzione di
monumenti come la Giralda, la Torre del Oro, l'Alcazar e le mura della Macarena.
Nel 1248, dopo due anni di assedio, Ferdinando III di Castiglia conquistò Siviglia annettendola al
mondo cristiano. I musulmani vennero costretti ad abbandonare la città e parallelamente venne
ripopolata da migliaia di castigliani. Le numerose moschee vennero convertite in chiese cristiane e
se ne costruirono di nuove in tutta la città. Fernando III decise inoltre di spostare la corte del Regno
di Castiglia nell'Alcazar, la fortezza araba, che divenne così la prima Casa Reale spagnola. Il re
visse a Siviglia fino alla sua morte avvenuta nel 1252 e da allora venne considerato dai sivigliani
come il patrono protettore della città. Anche il figlio Alfonso X il Saggio fece fiorire la città grazie
al suo regno tollerante e pacifico. Si devono a questo re alcuni ampliamenti dei Reales Alcazares e
soprattutto si deve a lui il crittogramma NO8DO che è l'emblema della città. Si tratta di un
crittogramma formato da due sillabe separate tra loro da una specie di matassa intrecciata a forma di
8 e che corrisponde all'espressione fonetica della frase "no me ha dejado" che significa "non mi ha
abbandonato" e fa riferimento alla lealtà che la città dimostrò al monarca in occasione dello scontro
che ebbe con suo figlio. Sotto il regno di Pietro I di Castiglia (1350-1369) la città si ingrandì in
maniera straordinaria e nel 1401 venne iniziata la costruzione della cattedrale nel luogo in cui
sorgeva la moschea. Nel XV secolo i re cattolici decisero di espellere gli ebrei dal regno e
designarono Siviglia come sede della Santa Inquisizione.




               La Cattedrale                                  L'Alcazar
Periodo moderno
Con la scoperta dell'America Siviglia raggiunse l'apogeo della sua storia dato che vi si stabilì la
Casa de Contratación, l'organismo commerciale che monopolizzava i rapporti mercantili con le
colonie americane. In questo periodo Siviglia divenne la città più ricca e cosmopolita della Spagna,
nazione che nel 1519, essendo stato incoronato Carlo I a imperatore del Sacro Romano Impero,
divenne di fatto la più potente di tutta Europa. Nel Siglo de Oro della Spagna Siviglia raggiunse i
150.000 abitanti, fu terminata la cattedrale e fondata l'università.
Periodo contemporaneo
In occasione dell'Esposizione Iberoamericana del 1929 furono realizzate ex novo vaste aree urbane,
tra cui la Plaza de España. La storia più recente della città è stata caratterizzata da due grandi
esposizioni. Nel 1929 fu organizzata l'Esposizione Iberoamericana, voluta per potenziare
l'economia andalusa, per la quale la fisionomia di Siviglia cambiò con la creazione del Parco Maria
Luisa in cui furono costruite diverse opere della cosiddetta architettura regionalista. Poco dopo, nel
febbraio del 1936, la città cadde subito in mano ai franchisti all'inizio della Guerra civile spagnola.
La repressione nei primi due anni fu violentissima e si calcola che morirono circa 3.000 persone dal
1936 al 1937. Nel 1992 ci fu l'Esposizione Universale (EXPO) con cui la città ha acquisito un
nuovo profilo urbano nella zona a sud del fiume. Nel 1999 Siviglia ha ospitato i mondiali di atletica.
Attualmente, la città è coinvolta in un grande processo di trasformazione urbana. L'area
monumentale del centro storico è stata dichiarata area pedonale e da ottobre 2007 la mobilità si
completa con una linea di metro in superficie.
Alcuni luoghi che visiteremo a Sevilla
Vie del centro cittadino, Cattedrale, Giralda, Reales Alcazares, El Salvador
La cattedrale di Siviglia è la più grande della Spagna e la terza del mondo cristiano dopo San
Pietro a Roma e Saint Paul a Londra. Fu costruita dove sorgeva la grande moschea di cui rimangono
solo la Giralda e il Patio de los Naranjos che corrispondeva all'antico patio delle abluzioni.
La pianta interna è un rettangolo di 116 metri di lunghezza per 76 di larghezza divisa in cinque
navate e il punto più alto raggiunge 56 metri. Anche se fu terminata nel 1506 ci vollero quattro
secoli per darle l'aspetto attuale. La facciata principale si trova lungo Avenida de la Constitución e
all'esterno la chiesa è circondata dalle gradinate, ovvero delle scalinate collegate tra loro da catene,
che furono costruite per servire da punto di assunzione di braccianti durante il XIV secolo.
L'interno è impressionante data la grandiosità dell'edificio. Nella navata centrale dietro il coro
spicca la Cappella Maggiore, chiusa da una magnifica inferriata in ferro dorato, all'interno della
quale si trova un immenso retablo che rappresenta l'opera più significativa del tempio. All'interno si
trova anche il mausoleo di Cristoforo Colombo.
La Giralda è l'antico minareto della moschea divenuto poi la torre campanaria della cattedrale ed
ora è il monumento simbolo di Siviglia. Da questa torre in epoca moresca il muezzin chiamava i
fedeli alla preghiera e molto probabilmente veniva anche utilizzata come osservatorio astronomico.
La sua costruzione iniziò nel 1171 e si concluse nel 1198. Nel corso del tempo la struttura subì
numerosi cambiamenti e rappresenta uno dei migliori esempi dello stile mujedar della Spagna.
Raggiunge ora l'altezza di 103 metri. In cima si trova un coronamento rappresentante il Trionfo
della Fede che viene chiamato Giraldillo.
I Reales Alcázares (le fortezze reali) vengono chiamati così, al plurale, perché costituiscono un
insieme architettonico che va dal primo Alcázar arabo (al-Qasr) ai successivi ampliamenti di cortili
e palazzi che furono costruiti dai monarchi successivi. Dell'Alcazar restaurato dagli Almohadi nel
XII secolo rimane solo una parte delle mura, il Patio del Yeso e quello de la Montería. La struttura
che si può vedere adesso è in gran parte dovuta alla ristrutturazione di Pietro I di Castiglia. Oltre
alle stupende sale, stanze e cortili dei palazzi ci sono anche dei magnifici giardini.
La chiesa del Divino Salvador è una chiesa barocca (1674-1712), monumentale, eretta sul sito di
una moschea nel tentativo di rivaleggiare con gli arabi. Nell'interno, due favolose pale di un maestro
del rococò, Cayetano de Acosta (1711-1780), e, su un altare d'argento, un commovente Gesù della
Passione.

Itálica
Itálica è un'antica città della Spagna vicino all'attuale Siviglia, primo insediamento di romani e
italici nella penisola iberica. Italica fu fondata nel 206 a.C. da Publio Cornelio Scipione Africano
sulla destra del fiume Guadalquivir, in provincia di Siviglia, per insediarvi i soldati romani feriti
nella battaglia di Ilipa (Seconda guerra punica). Da qui il nome Italica.




Vicino ad essa si sviluppò la cittadina di Hispalis, che dopo la distruzione di Italica nel sesto secolo
d.C. la sostituì nella regione e col tempo divenne l'attuale Siviglia.
Annoverava tra i suoi abitanti parecchi veterani e fu l'unica città della provincia romana patria di
ben due imperatori Traiano e Publio Elio Traiano Adriano.
Italica fu devastata dalle invasioni barbariche, ma continuò ad essere parzialmente abitata fino
all'anno mille sotto gli Arabi. Dalle sue rovine furono presi molti materiali da costruzione per la
vicina Siviglia. Nei secoli del Rinascimento le sue rovine venivano definite come "Sevilla la vieja".
Presso gli scavi archeologici di Italica si possono oggi ammirare diverse case e strade, un grande
anfiteatro, le terme romane, sculture e mosaici, sebbene sia i cristiani che gli Arabi abbiano
riutilizzato diversi materiali da lì provenienti per alcune costruzioni di Siviglia. L'agglomerato
primitivo corrisponde all'attuale abitato di Santiponce; possedeva un foro con un tempio dedicato a
Diana, le terme e il teatro, costruito all'epoca di Augusto.
L'imperatore Adriano decise un nuovo ampliamento della sua città natale e fece costruire la nova
urbs, che coincide con il sito archeologico. Circondata da mura, la città nuova aveva al centro il
grande Foro con il tempio dedicato a Traiano e ampie terme.




       Mosaico                                             Panoramica della città

Sanlúcar de Barrameda
Sanlúcar de Barrameda è una località del sud della Spagna situata nella provincia di Cadice, tra la
foce del fiume Guadalquivir ed il Parco Nazionale di Doñana. É una città di circa 70 mila abitanti e
dista circa 40 km da Cadice e 130 km da Siviglia.
Sanlúcar vive di turismo e, i suoi gamberi ed i suoi vini sono molto famosi, così come anche il suo
porto naturale. La sua posizione geografica da sempre ha fatto sì che fosse un riferimento
importante, perché tutto ciò che entra o esce dal Guadalquivir deve obbligatoriamente passare da
qui ed é anche per questa ragione che questo é stato un luogo chiave della Conquista dell' America.
Il 6 settembre 1522, qui sbarcò la Victoria, capitanata da Juan Sebastián de Elcano e del cartografo
Antonio Pigafetta, unica superstite della spedizione di Ferdinando Magellano, che diventò la prima
nave ad aver circumnavigato il globo.
El Puerto de Santa María
El Puerto è una località con una popolazione di circa 85.000 persone situato a 10 km a nord-est di
Cádiz. Cristoforo Colombo, che fu ospite dei cavalieri di El Puerto dal 1483 al 1486, incontrò
proprio qui Juan de la Cosa, proprietario della nave ammiraglia nella spedizione del 1492, la Santa
María. El Puerto conobbe il periodo di massimo splendore nel XVIII secolo, quando fiorì
soprattutto grazie al commercio con l'America, guadagnandosi il nome di “Ciudad de los Cien
Palacios” (città dei cento palazzi).




Cádiz
Cádiz è una città di circa 130.000 situata nella comunità autonoma dell'Andalusia, e capoluogo
dell'omonima provincia.
Si tratta probabilmente della più antica città fondata nell'occidente del Mar Mediterraneo, dai Fenici
nel XI secolo a.C. anche se oggi si fa risalire ufficialmente la sua nascita alla fine dell'VIII secolo
a.C. Fondata con il nome originale di Gdr (Gadir, fortezza) su quello che in passato era un piccolo
arcipelago ed ora una sola isola, per sfruttare le ricche vie di traffico con l'Oceano Atlantico nel
commercio del rame e dello stagno. Nell'antica Grecia era conosciuta come Gadeira e ai tempi
dell'impero romano come Gades. Ai tempi delle guerre puniche fu alleata di Cartagine ma dovette
riconoscere la supremazia romana nel 205 a.C. riuscendo a continuare nella sua intensa attività
commerciale, rafforzando le comunicazioni con il resto del paese, sempre nel periodo romano
furono anche costruiti un anfiteatro, un acquedotto e diversi templi. Dopo la caduta dell'impero
romano conobbe un periodo di successive invasioni da parte dei Vandali, dei bizantini, dei Visigoti
ed infine degli Arabi sotto il cui dominio rimase fino al 1262, anno in cui venne riconquistata dal re
Alfonso X di Castiglia. Da quel momento riprese un periodo florido anche in concomitanza con la
scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo (da qui partì in occasione della seconda e
della quarta spedizione verso le Indie). Nel 1497 Amerigo Vespucci lascia Cadice per il suo primo
viaggio nel Nuovo Mondo. Il suo porto divenne il più importante nei traffici tra la Spagna e le
colonie d'oltremare della Nuova Spagna. Nel XVI secolo dovette subire vari attacchi, sia dai pirati
da cui si difese anche grazie all'aiuto del genovese Andrea Doria, sia dall'inglese sir Francis Drake,
sia infine da una coalizione britannica-olandese. La città riuscì a resistere e restare indipendente
durante l'invasione francese da parte di Napoleone Bonaparte.
Alcuni luoghi che visiteremo a Cádiz
La cattedrale
La Cattedrale in stile barocco fu costruita in un periodo di 116 anni e subì varie influenze
architettoniche del tempo come il rococò e il neoclassico. Nella sua cappella sono ancora custoditi
dipinti e reliquie, dopo che la cattedrale originale, finita nel 1260, venne completamente distrutta
nel 1596 per poi essere ricostruita a partire dal 1776 sotto la supervisione dello stesso architetto che
aveva costruito quella di Granada.
Gran Teatro Falla
Il teatro venne costruito tra il 1884 e il 1905 sulle rovine del precedente Gran Teatro.
Il palazzo municipale
Affacciato sulla piazza di San Juan Dios, è sede del comune di Cadice e venne costruito in due
epoche diverse, la prima nel 1799, la seconda nel 1861.

       Il Municipio                                                 La Cattedrale
Grazalema
Grazalema è un paese situato nella zona nordest della provincia di Cádiz.
La cittadina romana Lacidulia, vicina all'attuale paese, è sempre stata considerata l'antica
Grazalema. Durante la dominazione musulmana nell'ottavo secolo queste terre erano popolate da
genti di origne berbere che denominarono la zona Raisa Lami Suli, “città di Banu al-Sailm”, luogo
che passò a Ben Slama, figlio di Zulema e in seguito Grande Zulema.
In questo periodo l'economia della città si basava sull'agricoltura, l'allevamento e le minifatture
tessili.
La città venne riconquistata nel 1485. Nel diciassettesimo secolo divenne economicamente molto
importante grazie all'industria tessile e alla produzione dei famosi sciali di Grazalema.
All'inizio del diciannovesimo secolo, durante la guerra di indipendenza, l'area fu teatro di attacchi e
assedi da parte delle truppe napoleoniche che in parte la distrussero.
La città di Grazalema è oggi meta turistica in quanto si trova all'interno del parco naturale Sierra de
Grazalema ed è uno dei “peublos blancos” dell'Andalusia.




Arcos de la Frontera
Arcos de la Frontera è una città disposta ad anfiteatro attorno ad una Disposta come un anfiteatro
attorno ad una collina rocciosa cinta per tre lati dal fiume Guadalete che qui forma un bacino
artificiale e dista 30 km da Jerez de la Frontera. È il punto d'inizio della “Ruta de los pueblos
blancos”.
È certa la presenza umana nella zona fin dal Paleolitico e i primi insediamenti stabili furono di tribù
iberiche. Agli Iberi la tolsero i Romani intorno al 200 a.C. La colonizzazione romana durò fino al
410 quando l'Andalusia fu presa prima dai Vandali, poi dai Visigoti che vi rimasero fino al 711, data
di sbarco a Gibilterra degli Arabo-Berberi.
Il periodo arabo dal 711 al 1264 fu di grande importanza per Arcos, ad esso infatti si deve la
struttura urbanistica del nucleo storico della città, furono innalzati l'Alcazar militare e le mura e fu
dato un notevole impulso all'agricoltura. Gli Arabi la chiamarono Medina Ar-kosch, da cui deriva il
nome Arcos. Nel 1032 Arcos si rese indipendente e divenne uno dei diversi regni di taifa. Con
questo nome si indicarono quelle località in cui gli emiri si sottrassero dalla dipendenza del califfo
autoproclamandosi re. Nel 1250 il re Ferdinando III di Castiglia ne assunse il controllo che poi
perse per una rivolta dei Mori e fu suo figlio Alfonso X il Savio a conquistarla definitivamente nel
1264 e annetterla nel regno di Castiglia.
Nel 1440 fu data in signoria a Rodrigo Pons de Leon che divenne pertanto il primo duca di Arcos e
lasciò questo titolo ai suoi discendenti che si stabilirono nel castello dove vissero fino al XVIII
secolo. Nei secoli XVI e XVII la città, come tutta la Spagna, visse un periodo di benessere, uscì dai
primi confini ampliandosi e si costruirono molti edifici religiosi e civili. Nel 1755 il grande
terremoto che distrusse Lisbona si fece sentire anche qui e la città subì diversi danneggiamenti.
Durante la guerra d'indipendenza contro i Francesi la popolazione subì dalle truppe napoleoniche
dal 1810 al 1812 ruberie, malversazioni, l'imposizione di tasse elevate ed anche l'impiccagione di
alcune persone che si erano opposte ai Francesi dimostrandosi favorevoli alla monarchia.
La città ne uscì esausta e soltanto nel XX secolo si risollevò modernizzando l'agricoltura e iniziando
ad interessarsi al turismo favorito dalla bellezza della città e dal clima. Attualmente l'economia è
basata sull'agricoltura e sul turismo.

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  • 1. Progetto Comenius 2010-2012 Istituto Comprensivo di Attigliano – Italy Colegio Compañía de María Jerez de La Frontera – Spain VISITA IN SPAGNA DICEMBRE 2011: I LUOGHI CHE VISITEREMO Jerez de la Frontera Jerez de la Frontera è una città di circa 206.247 abitanti e si trova nella regione autonoma dell'Andalusia, nella provincia di Cadice. Posta nell'ampia pianura agricola di fronte all' Atlantico, è di aspetto in gran parte moderno. È nota per l'allevamento e l'addestramento dei cavalli con la "Escuela de Arte ecuestre", dove si svolgono spettacoli di cavalli, per l'allevamento dei tori da corrida e per essere considerata la patria del “flamenco”. La sua fama mondiale è legata ai suoi vini detti xerès o shery. La città fu fondata dai Fenici col nome Xera, i Romani le diedero il nome Asta Regia e gli Arabi vi si insediarono dal 711 fino al 1262 anno della riconquista dei Cristiani capeggiati da Alfonso X di Castiglia. Il nome "de La Frontera" indica appunto che, dopo essere stata riconquistata, divenne un avamposto della linea di difesa contro gli Arabi. La Catedral de San Salvador è costruita sopra l'antica moschea maggiore (mezquita mayor) ed è un grande edificio eretto a partire dal XIII secolo e rifatto alla metà del XVIII.
  • 2. L'Alcazar-Mezquita, edificio del secolo XI con due torri, è un'antica residenza del califfo di Cordova con, all'interno, due cappelle una romanica e l'altra mudejar, i bagni arabi e la moschea trasformata nella chiesa di Santa Maria. Le bodegas, sono cantine dove s'invecchiano i pregiati vini della zona. Jerez è infatti il centro della produzione dei vini a denominazione d'origine "calificada". L'Andalusia produce circa il 10% del vino prodotto in Spagna. Le particolari condizioni microclimatiche della zona di Jerez fanno sì che i lieviti in certe stagioni dell'anno diventino particolarmente rigogliosi. Fatta la vinificazione in modo tradizionale i vini seguono un trattamento speciale: posti in botti di rovere, si forma il flor una cappa di lievito al di sopra del vino impedendogli il contatto con l'aria e quindi proteggendolo dall'ossidazione. È un vino molto apprezzato dagli inglesi dai quali deriva il nome di sherry (da non confondere con cherry che è un brandy distillato di ciliegie). La città è sede di un circuito automobilistico e vi si corre il Gran Premio di Spagna del motomondiale. Inoltre Jerez vanta una grande tradizione nella cultura del cavallo, e nei dintorni della città si allevano e allenano purosangue spagnoli famosi in tutto il mondo. Tra le attrazioni principali di Jerez c'è la Real Escuela Andaluza del Arte Ecuestre in cui si può assistere, ad esempio, alle esibizione dei cavalli bianchi impegnati in alcuni numeri di destrezza sulle note di brani di musica classica. Alcuni luoghi che vedremo e visiteremo a Jerez 25. Palacio Pemartín 26. Iglesia de Santiago 1. Palacio Domecq 2. Alameda Cristina y Puerta de Sevilla 3. Santo Domingo 4. Plaza Rafael Rivero 5. Plaza Plateros 6. Plaza de la Asunción 7. Iglesia de San Dionisio 8. Cabildo Municipal 9. Ayuntamiento actual 10. Pescadería Vieja 11. Plaza del Arenal 12. Calles Lancería y Larga 13. Barrio de San Miguel 14. Iglesia de San Miguel 15. Alameda Vieja y Alcázar 16. Catedral 17. Puerta del Arroyo y de Rota 27. Basílica de la Merced 18. Bodegas González Byass y Domecq 28. Real Escuela del Arte Ecuestre 19. Iglesia de San Mateos 29. Zoo 20. Palacio Riquelme 30. Bodega Valdivia 21. Plaza del Mercado 22. Museo Arqueológico 23. Iglesia de San Lucas 24. Iglesia de San Juan de los Caballeros
  • 3. Sevilla Sevilla (Siviglia) è una città di origine ibero- punica della Spagna. Situata nella parte sud- occidentale della penisola iberica, è il capoluogo della Comunità Autonoma dell'Andalusia e della provincia di Siviglia. La città sorge sulle rive del fiume Guadalquivir. Con 704.198 abitanti è la quarta città della Spagna per numero di abitanti. Siviglia può essere considerata come il centro artistico, culturale, finanziario, economico e sociale del sud della Spagna. Notevole è anche l'interesse turistico grazie ai numerosi monumenti, piazze, giardini e alla fervente vita notturna. In particolare la Giralda, la Cattedrale, l'Alcazar e l'Archivio delle Indie sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1987. La Giralda Periodo pre-romano e romano Furono i Tartessi i primi a fondare un insediamento nella zona dell'odierna Siviglia, intorno al VIII secolo a.C., chiamandolo Ispal. Fenici e Greci allacciarono rapporti commerciali con i Tartessi che oltre alla città avevano occupato una parte del sud della Spagna. Di questa popolazione è giunto fino a noi il Tesoro del Carambolo trovato nei dintorni della città nel 1958 ed ora tenuto in una cassaforte del Museo Archeologico. Nel III secolo a.C. i cartaginesi occuparono per un breve periodo la zona ma durante la seconda guerra punica le legioni di Scipione l'Africano giunsero alle porte della città e sconfissero l'esercito cartaginese guidato da Asdrubale nel 206 a.C. Il vincitore Scipione decise allora di fondare una città in cui tenere le truppe e la chiamò Italica che si trovava a pochi chilometri da Ispal che sotto dominio romano venne chiamata Hispalis. Questi due nuclei conobbero epoche di grande splendore e nel 45 a.C. Giulio Cesare concesse a Hispalis il rango di colonia romana facendone una delle città più importanti della Spagna. Durante il II secolo d.C. subì varie invasioni da parte dei mori che furono respinte sempre dall'esercito romano. In questo periodo si diffuse il Cristianesimo nella penisola iberica. Nel 287 d.C. vennero martirizzate le sorelle Santa Giusta e Ruffina le quali si rifiutarono di fare un'offerta durante un rito pagano dichiarando la loro fede cristiana; sono oggi le patrone della città. Periodo medievale In seguito alla caduta dell'impero romano si susseguirono le invasioni di vandali, svevi e visigoti. I vandali di Gunderico entrarono e saccheggiarono Siviglia nel 426. Lo stesso Gunderico morì in città due anni più tardi e il suo successore, il figlio Genserico, decise di abbandonare la Spagna per dirigesi alla conquista dell'Africa lasciando Hispalis in mano ai visigoti. Sotto il dominio di quest'ultimi, nel VI e VII secolo Siviglia tornò ad essere un importante centro culturale dell'Occidente. Nel 712 Musa ibn Nusayr con un esercito di 18.000 uomini attraversò lo stretto di Gibilterra conquistando la città e tutta l'Andalusia giungendo fino a Toledo. Sotto il dominio arabo la città venne chiamata Ishbīliya e anche il fiume, che in epoca romana si chiamava Betis, venne chiamato Wādī al-kabīr (il grande fiume), vocaboli dai quali derivano le loro denominazioni attuali. Anche se all'inizio della dominazione araba il centro del potere venne stabilito a Cordova (Califfato di Cordova) Siviglia acquistò sempre più importanza e nel 1147 con l'arrivo della dinastia degli Almohadi al potere venne scelta come capitale. A questo ultimo periodo si devono la costruzione di
  • 4. monumenti come la Giralda, la Torre del Oro, l'Alcazar e le mura della Macarena. Nel 1248, dopo due anni di assedio, Ferdinando III di Castiglia conquistò Siviglia annettendola al mondo cristiano. I musulmani vennero costretti ad abbandonare la città e parallelamente venne ripopolata da migliaia di castigliani. Le numerose moschee vennero convertite in chiese cristiane e se ne costruirono di nuove in tutta la città. Fernando III decise inoltre di spostare la corte del Regno di Castiglia nell'Alcazar, la fortezza araba, che divenne così la prima Casa Reale spagnola. Il re visse a Siviglia fino alla sua morte avvenuta nel 1252 e da allora venne considerato dai sivigliani come il patrono protettore della città. Anche il figlio Alfonso X il Saggio fece fiorire la città grazie al suo regno tollerante e pacifico. Si devono a questo re alcuni ampliamenti dei Reales Alcazares e soprattutto si deve a lui il crittogramma NO8DO che è l'emblema della città. Si tratta di un crittogramma formato da due sillabe separate tra loro da una specie di matassa intrecciata a forma di 8 e che corrisponde all'espressione fonetica della frase "no me ha dejado" che significa "non mi ha abbandonato" e fa riferimento alla lealtà che la città dimostrò al monarca in occasione dello scontro che ebbe con suo figlio. Sotto il regno di Pietro I di Castiglia (1350-1369) la città si ingrandì in maniera straordinaria e nel 1401 venne iniziata la costruzione della cattedrale nel luogo in cui sorgeva la moschea. Nel XV secolo i re cattolici decisero di espellere gli ebrei dal regno e designarono Siviglia come sede della Santa Inquisizione. La Cattedrale L'Alcazar Periodo moderno Con la scoperta dell'America Siviglia raggiunse l'apogeo della sua storia dato che vi si stabilì la Casa de Contratación, l'organismo commerciale che monopolizzava i rapporti mercantili con le colonie americane. In questo periodo Siviglia divenne la città più ricca e cosmopolita della Spagna, nazione che nel 1519, essendo stato incoronato Carlo I a imperatore del Sacro Romano Impero, divenne di fatto la più potente di tutta Europa. Nel Siglo de Oro della Spagna Siviglia raggiunse i 150.000 abitanti, fu terminata la cattedrale e fondata l'università. Periodo contemporaneo In occasione dell'Esposizione Iberoamericana del 1929 furono realizzate ex novo vaste aree urbane, tra cui la Plaza de España. La storia più recente della città è stata caratterizzata da due grandi esposizioni. Nel 1929 fu organizzata l'Esposizione Iberoamericana, voluta per potenziare l'economia andalusa, per la quale la fisionomia di Siviglia cambiò con la creazione del Parco Maria Luisa in cui furono costruite diverse opere della cosiddetta architettura regionalista. Poco dopo, nel febbraio del 1936, la città cadde subito in mano ai franchisti all'inizio della Guerra civile spagnola. La repressione nei primi due anni fu violentissima e si calcola che morirono circa 3.000 persone dal 1936 al 1937. Nel 1992 ci fu l'Esposizione Universale (EXPO) con cui la città ha acquisito un nuovo profilo urbano nella zona a sud del fiume. Nel 1999 Siviglia ha ospitato i mondiali di atletica. Attualmente, la città è coinvolta in un grande processo di trasformazione urbana. L'area monumentale del centro storico è stata dichiarata area pedonale e da ottobre 2007 la mobilità si completa con una linea di metro in superficie.
  • 5. Alcuni luoghi che visiteremo a Sevilla Vie del centro cittadino, Cattedrale, Giralda, Reales Alcazares, El Salvador La cattedrale di Siviglia è la più grande della Spagna e la terza del mondo cristiano dopo San Pietro a Roma e Saint Paul a Londra. Fu costruita dove sorgeva la grande moschea di cui rimangono
  • 6. solo la Giralda e il Patio de los Naranjos che corrispondeva all'antico patio delle abluzioni. La pianta interna è un rettangolo di 116 metri di lunghezza per 76 di larghezza divisa in cinque navate e il punto più alto raggiunge 56 metri. Anche se fu terminata nel 1506 ci vollero quattro secoli per darle l'aspetto attuale. La facciata principale si trova lungo Avenida de la Constitución e all'esterno la chiesa è circondata dalle gradinate, ovvero delle scalinate collegate tra loro da catene, che furono costruite per servire da punto di assunzione di braccianti durante il XIV secolo. L'interno è impressionante data la grandiosità dell'edificio. Nella navata centrale dietro il coro spicca la Cappella Maggiore, chiusa da una magnifica inferriata in ferro dorato, all'interno della quale si trova un immenso retablo che rappresenta l'opera più significativa del tempio. All'interno si trova anche il mausoleo di Cristoforo Colombo. La Giralda è l'antico minareto della moschea divenuto poi la torre campanaria della cattedrale ed ora è il monumento simbolo di Siviglia. Da questa torre in epoca moresca il muezzin chiamava i fedeli alla preghiera e molto probabilmente veniva anche utilizzata come osservatorio astronomico. La sua costruzione iniziò nel 1171 e si concluse nel 1198. Nel corso del tempo la struttura subì numerosi cambiamenti e rappresenta uno dei migliori esempi dello stile mujedar della Spagna. Raggiunge ora l'altezza di 103 metri. In cima si trova un coronamento rappresentante il Trionfo della Fede che viene chiamato Giraldillo. I Reales Alcázares (le fortezze reali) vengono chiamati così, al plurale, perché costituiscono un insieme architettonico che va dal primo Alcázar arabo (al-Qasr) ai successivi ampliamenti di cortili e palazzi che furono costruiti dai monarchi successivi. Dell'Alcazar restaurato dagli Almohadi nel XII secolo rimane solo una parte delle mura, il Patio del Yeso e quello de la Montería. La struttura che si può vedere adesso è in gran parte dovuta alla ristrutturazione di Pietro I di Castiglia. Oltre alle stupende sale, stanze e cortili dei palazzi ci sono anche dei magnifici giardini. La chiesa del Divino Salvador è una chiesa barocca (1674-1712), monumentale, eretta sul sito di una moschea nel tentativo di rivaleggiare con gli arabi. Nell'interno, due favolose pale di un maestro del rococò, Cayetano de Acosta (1711-1780), e, su un altare d'argento, un commovente Gesù della Passione. Itálica Itálica è un'antica città della Spagna vicino all'attuale Siviglia, primo insediamento di romani e italici nella penisola iberica. Italica fu fondata nel 206 a.C. da Publio Cornelio Scipione Africano sulla destra del fiume Guadalquivir, in provincia di Siviglia, per insediarvi i soldati romani feriti nella battaglia di Ilipa (Seconda guerra punica). Da qui il nome Italica. Vicino ad essa si sviluppò la cittadina di Hispalis, che dopo la distruzione di Italica nel sesto secolo d.C. la sostituì nella regione e col tempo divenne l'attuale Siviglia. Annoverava tra i suoi abitanti parecchi veterani e fu l'unica città della provincia romana patria di ben due imperatori Traiano e Publio Elio Traiano Adriano. Italica fu devastata dalle invasioni barbariche, ma continuò ad essere parzialmente abitata fino
  • 7. all'anno mille sotto gli Arabi. Dalle sue rovine furono presi molti materiali da costruzione per la vicina Siviglia. Nei secoli del Rinascimento le sue rovine venivano definite come "Sevilla la vieja". Presso gli scavi archeologici di Italica si possono oggi ammirare diverse case e strade, un grande anfiteatro, le terme romane, sculture e mosaici, sebbene sia i cristiani che gli Arabi abbiano riutilizzato diversi materiali da lì provenienti per alcune costruzioni di Siviglia. L'agglomerato primitivo corrisponde all'attuale abitato di Santiponce; possedeva un foro con un tempio dedicato a Diana, le terme e il teatro, costruito all'epoca di Augusto. L'imperatore Adriano decise un nuovo ampliamento della sua città natale e fece costruire la nova urbs, che coincide con il sito archeologico. Circondata da mura, la città nuova aveva al centro il grande Foro con il tempio dedicato a Traiano e ampie terme. Mosaico Panoramica della città Sanlúcar de Barrameda Sanlúcar de Barrameda è una località del sud della Spagna situata nella provincia di Cadice, tra la foce del fiume Guadalquivir ed il Parco Nazionale di Doñana. É una città di circa 70 mila abitanti e dista circa 40 km da Cadice e 130 km da Siviglia. Sanlúcar vive di turismo e, i suoi gamberi ed i suoi vini sono molto famosi, così come anche il suo porto naturale. La sua posizione geografica da sempre ha fatto sì che fosse un riferimento importante, perché tutto ciò che entra o esce dal Guadalquivir deve obbligatoriamente passare da qui ed é anche per questa ragione che questo é stato un luogo chiave della Conquista dell' America. Il 6 settembre 1522, qui sbarcò la Victoria, capitanata da Juan Sebastián de Elcano e del cartografo Antonio Pigafetta, unica superstite della spedizione di Ferdinando Magellano, che diventò la prima nave ad aver circumnavigato il globo.
  • 8. El Puerto de Santa María El Puerto è una località con una popolazione di circa 85.000 persone situato a 10 km a nord-est di Cádiz. Cristoforo Colombo, che fu ospite dei cavalieri di El Puerto dal 1483 al 1486, incontrò proprio qui Juan de la Cosa, proprietario della nave ammiraglia nella spedizione del 1492, la Santa María. El Puerto conobbe il periodo di massimo splendore nel XVIII secolo, quando fiorì soprattutto grazie al commercio con l'America, guadagnandosi il nome di “Ciudad de los Cien Palacios” (città dei cento palazzi). Cádiz Cádiz è una città di circa 130.000 situata nella comunità autonoma dell'Andalusia, e capoluogo dell'omonima provincia. Si tratta probabilmente della più antica città fondata nell'occidente del Mar Mediterraneo, dai Fenici nel XI secolo a.C. anche se oggi si fa risalire ufficialmente la sua nascita alla fine dell'VIII secolo a.C. Fondata con il nome originale di Gdr (Gadir, fortezza) su quello che in passato era un piccolo arcipelago ed ora una sola isola, per sfruttare le ricche vie di traffico con l'Oceano Atlantico nel commercio del rame e dello stagno. Nell'antica Grecia era conosciuta come Gadeira e ai tempi dell'impero romano come Gades. Ai tempi delle guerre puniche fu alleata di Cartagine ma dovette riconoscere la supremazia romana nel 205 a.C. riuscendo a continuare nella sua intensa attività commerciale, rafforzando le comunicazioni con il resto del paese, sempre nel periodo romano furono anche costruiti un anfiteatro, un acquedotto e diversi templi. Dopo la caduta dell'impero romano conobbe un periodo di successive invasioni da parte dei Vandali, dei bizantini, dei Visigoti ed infine degli Arabi sotto il cui dominio rimase fino al 1262, anno in cui venne riconquistata dal re Alfonso X di Castiglia. Da quel momento riprese un periodo florido anche in concomitanza con la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo (da qui partì in occasione della seconda e della quarta spedizione verso le Indie). Nel 1497 Amerigo Vespucci lascia Cadice per il suo primo viaggio nel Nuovo Mondo. Il suo porto divenne il più importante nei traffici tra la Spagna e le colonie d'oltremare della Nuova Spagna. Nel XVI secolo dovette subire vari attacchi, sia dai pirati da cui si difese anche grazie all'aiuto del genovese Andrea Doria, sia dall'inglese sir Francis Drake, sia infine da una coalizione britannica-olandese. La città riuscì a resistere e restare indipendente durante l'invasione francese da parte di Napoleone Bonaparte.
  • 9. Alcuni luoghi che visiteremo a Cádiz La cattedrale La Cattedrale in stile barocco fu costruita in un periodo di 116 anni e subì varie influenze architettoniche del tempo come il rococò e il neoclassico. Nella sua cappella sono ancora custoditi dipinti e reliquie, dopo che la cattedrale originale, finita nel 1260, venne completamente distrutta nel 1596 per poi essere ricostruita a partire dal 1776 sotto la supervisione dello stesso architetto che aveva costruito quella di Granada. Gran Teatro Falla Il teatro venne costruito tra il 1884 e il 1905 sulle rovine del precedente Gran Teatro. Il palazzo municipale Affacciato sulla piazza di San Juan Dios, è sede del comune di Cadice e venne costruito in due epoche diverse, la prima nel 1799, la seconda nel 1861. Il Municipio La Cattedrale
  • 10. Grazalema Grazalema è un paese situato nella zona nordest della provincia di Cádiz. La cittadina romana Lacidulia, vicina all'attuale paese, è sempre stata considerata l'antica Grazalema. Durante la dominazione musulmana nell'ottavo secolo queste terre erano popolate da genti di origne berbere che denominarono la zona Raisa Lami Suli, “città di Banu al-Sailm”, luogo che passò a Ben Slama, figlio di Zulema e in seguito Grande Zulema. In questo periodo l'economia della città si basava sull'agricoltura, l'allevamento e le minifatture tessili. La città venne riconquistata nel 1485. Nel diciassettesimo secolo divenne economicamente molto importante grazie all'industria tessile e alla produzione dei famosi sciali di Grazalema. All'inizio del diciannovesimo secolo, durante la guerra di indipendenza, l'area fu teatro di attacchi e assedi da parte delle truppe napoleoniche che in parte la distrussero. La città di Grazalema è oggi meta turistica in quanto si trova all'interno del parco naturale Sierra de Grazalema ed è uno dei “peublos blancos” dell'Andalusia. Arcos de la Frontera Arcos de la Frontera è una città disposta ad anfiteatro attorno ad una Disposta come un anfiteatro attorno ad una collina rocciosa cinta per tre lati dal fiume Guadalete che qui forma un bacino artificiale e dista 30 km da Jerez de la Frontera. È il punto d'inizio della “Ruta de los pueblos blancos”. È certa la presenza umana nella zona fin dal Paleolitico e i primi insediamenti stabili furono di tribù iberiche. Agli Iberi la tolsero i Romani intorno al 200 a.C. La colonizzazione romana durò fino al 410 quando l'Andalusia fu presa prima dai Vandali, poi dai Visigoti che vi rimasero fino al 711, data di sbarco a Gibilterra degli Arabo-Berberi. Il periodo arabo dal 711 al 1264 fu di grande importanza per Arcos, ad esso infatti si deve la struttura urbanistica del nucleo storico della città, furono innalzati l'Alcazar militare e le mura e fu dato un notevole impulso all'agricoltura. Gli Arabi la chiamarono Medina Ar-kosch, da cui deriva il nome Arcos. Nel 1032 Arcos si rese indipendente e divenne uno dei diversi regni di taifa. Con questo nome si indicarono quelle località in cui gli emiri si sottrassero dalla dipendenza del califfo autoproclamandosi re. Nel 1250 il re Ferdinando III di Castiglia ne assunse il controllo che poi perse per una rivolta dei Mori e fu suo figlio Alfonso X il Savio a conquistarla definitivamente nel 1264 e annetterla nel regno di Castiglia. Nel 1440 fu data in signoria a Rodrigo Pons de Leon che divenne pertanto il primo duca di Arcos e lasciò questo titolo ai suoi discendenti che si stabilirono nel castello dove vissero fino al XVIII secolo. Nei secoli XVI e XVII la città, come tutta la Spagna, visse un periodo di benessere, uscì dai primi confini ampliandosi e si costruirono molti edifici religiosi e civili. Nel 1755 il grande terremoto che distrusse Lisbona si fece sentire anche qui e la città subì diversi danneggiamenti. Durante la guerra d'indipendenza contro i Francesi la popolazione subì dalle truppe napoleoniche dal 1810 al 1812 ruberie, malversazioni, l'imposizione di tasse elevate ed anche l'impiccagione di
  • 11. alcune persone che si erano opposte ai Francesi dimostrandosi favorevoli alla monarchia. La città ne uscì esausta e soltanto nel XX secolo si risollevò modernizzando l'agricoltura e iniziando ad interessarsi al turismo favorito dalla bellezza della città e dal clima. Attualmente l'economia è basata sull'agricoltura e sul turismo.