1. RIFLESSIONE SUL VANGELO DEL GIORNO
MARTEDI’ 15 MAGGIO
Dal Vangelo
secondo Giovanni
In quel tempo,
disse Gesù ai suoi
discepoli:
«Ora vado da colui
che mi ha mandato e nessuno di voi mi
domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho
detto questo, la tristezza ha riempito il
vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io
me ne vada, perché, se non me ne vado,
non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne
vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa
del mondo riguardo al peccato, alla
2. giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato,
perché non credono in me; riguardo alla
giustizia, perché vado al Padre e non mi
vedrete più; riguardo al giudizio, perché il
principe di questo mondo è già
condannato».
Gesù annuncia il suo ritorno al Padre
nella gioia, ma l’incomprensione dei
discepoli si fa tristezza - tristezza che è
turbamento, paura, e può essere sconfitta
solo con la fede. Martin Luther King
racconta questo brevissimo apologo: «La
paura picchiò alla porta. La fede andò ad
aprire. Non c’era nessuno». Ma la fede
comporta che ciò in cui si crede non si veda.
L’assenza visibile del Risorto è necessaria
perché la sua presenza divenga universale
nello Spirito, non più legata agli schemi di
spazio e di tempo che il corpo, sebbene
glorificato, comporta. Il Paraclito è lo
Spirito inteso come presenza del Gesù
3. assente: egli porterà alla luce il peccato del
mondo, mostrando che questo consiste nel
non aver riconosciuto la giustizia-salvezza
di Dio nel Cristo, e pronuncerà il giudizio
sul nemico togliendogli il potere. Oggi
viviamo in una società secolarizzata e
pluralistica in cui crea imbarazzo la
condanna dell’incredulità verso Gesù,
quasi che tutte le vie si equivalessero per
arrivare a Dio. Senza voler demonizzare le
altre fedi e gli stili di vita che negano Dio,
abbiamo però la responsabilità di
affermare, con l’intera esistenza più che
con le parole, la verità che è Cristo e la
chiesa suo sacramento.