il periodico di informazione sulla sanità integrativa
Gennaio
Febbraio 2023
Anno X
N°53
Il mutuo soccorso nelle scuole: al via l’iniziativa
di Mutua MBA
> PARLIAMO DI...
La farina di grillo infiamma il dibattito
e preoccupa per la salute
> SALUTE
Rischio nutrizionale per il 50% degli adulti
ricoverati
> FOCUS
Giornata internazionale delle donne e ragazze
nella scienza: parità di genere nelle materie STEM
> ATTUALITÀ
Innovativo sistema di chirurgia robot-assistita
Hugo™, nel sud Italia l’Ospedale “Miulli” fa scuola
S OMMA R IO
Gli strumenti per una sanità
socialmente equa
e sostenibile
04
a cura di Roberto Anzanello
EDITORIALE
Innovativo sistema di
chirurgia robot-assistita
HugoTM
, nel sud Italia
l’Ospedale “Miulli”
di Acquaviva delle Fonti
fa scuola
06
di Alessandro Notarnicola
ATTUALITÀ
Rischio nutrizionale
per il 50% degli adulti
ricoverati
12
di Alessandro Notarnicola
SALUTE
“ARTÙperTU
con Enrica al Museo”
Un grande avvio di 2023
per Banca delleVisite Onlus:
tante prestazioni donate
tra vecchie e nuove
partnership
Giornata internazionale
delle donne e ragazze
nella scienza: parità di
genere nelle materie STEM
La medaglietta salvavita
AIDmyPet per i nostri
amici animali
Il welfare visto
da un imprenditore
40 42
32
36
46
Il mutuo soccorso nelle
scuole: al via l’iniziativa
di Mutua MBA
22
della Redazione
di Michela Dominicis
di Nicoletta Mele
della Redazione
di Riccardo Troiano
Giornata nazionale
del personale sanitario,
sociosanitario,
socioassistenziale e del
volontariato
di Alessia Elem
10
di Nicoletta Mele
IN EVIDENZA
SOCIALE
FOCUS
TECNOLOGIA
WELFARE
La farina di grillo
infiamma il dibattito
e preoccupa per la salute
Tumori solidi dell’età
pediatrica: sostegno, cura
e assistenza di OPEN ODV
28
16
di Alessandro Notarnicola
di Nicoletta Mele
PARLIAMO DI...
04
GLI STRUMENTI PER UNA SANITÀ SOCIALMENTE EQUA E SOSTENIBILE
Ci sono una serie di elementi oggettivi che, sviluppatisi nell’ultimo ventennio,
determinano la necessità di riflessioni approfondite in campo sanitario,
indispensabili per consolidare una strategia del paese finalizzata a proteggere
tutta la popolazione, in particolar modo le fasce più deboli, in una logica di
sostenibilità per lo stato.
Dall’inizio di questo millennio, se focalizziamo le variabili che influenzano la
sanità, abbiamo registrato:
• Una crescita esponenziale della curva di invecchiamento della popolazione;
• Un ampliamento significativo della scienza medica;
• Uno sviluppo tecnologico sostenuto in campo sanitario;
• Una ciclicità costante delle crisi economiche determinate da fattori esogeni;
• Una periodicità dei conflitti locali con risvolti internazionali estesi;
• Una rischiosità crescente nello sviluppo di pandemie non prevedibili;
• Una crescente spesa sanitaria Out Of Pocket;
• Una riduzione delle prestazioni fornite dal servizio sanitario nazionale;
• Una riorganizzazione delle ASL che ha frammentato l’assistenza;
• Una elevata crescita delle problematiche climatiche;
• Una sensibile concentrazione della ricchezza economica;
• Una costante diminuzione del potere d’acquisto.
Tutti questi fattori critici, oltre alle problematiche di tipo politico, economico,
sociale, etico che naturalmente presentano, hanno evidentemente un impatto
anche sulla determinazione di strategie sanitarie eque e sostenibili.
Non comprendere questo significa non riuscire ad inquadrare il problema
nella sua completezza, con il risultato di cercare di ovviare a problematiche
significative con aggiustamenti tattici non risolutivi.
Se ci concentriamo sul nostro paese risulta evidente come questi elementi
influenzinoilmodellosanitarioItalia,probabilmenteilpiùequoesocialmente
corretto esistente al mondo, determinando la necessità di una focalizzazione
sulle soluzioni che consentano di modificare il modello esistente senza
causare traumi sociali e ferite economiche.
Per attuare questa indispensabile trasformazione del modello sanitario
del nostro paese, ove l’alternativa sarebbe l’insostenibilità economica con
conseguente crollo del sistema, abbiamo a disposizione alcuni strumenti:
• L’ottimizzazione della spesa pubblica;
• La mutualità sociale;
• La leva fiscale;
• Gli investimenti di oltre 20 miliardi di euro previsti nel PNRR per la sanità.
a cura di
Roberto Anzanello
#EDITORIALE
Milanese, ho maturato un’esperienza
ultra ventennale nel settore assicurativo
e finanziario, occupandomi sia dei
prodotti che del marketing e dello sviluppo
commerciale, fino alla direzione di
compagnie assicurative, nazionali ed estere.
Nel 2005 sviluppo un progetto di consulenza
e strategia aziendale che ha consentito di
operare con i maggiori player del settore
assicurativo per realizzare piani strategici
di sviluppo commerciale. Dal 2009 mi
occupo di Sanità Integrativa, assumendo
la carica di Presidente ANSI, Associazione
Nazionale Sanità Integrativa eWelfare, e
contestualmente di Health Holding Group,
importante realtà del settore. Dal 2016 sono
presidente di Health Italia, una delle più
grandi realtà nel panorama della Sanità
Integrativa Italiana e società quotata in
Borsa sul mercato Euronext Growth Milan.
05
Per perseguire il percorso corretto ed adeguato, al fine di arrivare alla soluzione, bisogna però utilizzare
tutti questi strumenti in modo coordinato e combinato in funzione delle variabili sopra descritte.
Se risulta evidente che la spesa pubblica sanitaria, sia in termini attuali che prospettici, non può e non
potrà sostenere un modello nel quale qualsiasi cura medica e qualsiasi forma di assistenza sanitaria siano
garantiti per tutti, bisognerà concentrare la spesa pubblica, quale “Primo Pilastro” del Sistema Sanitario
Nazionale, ottimizzandola per la protezione delle fasce più deboli della popolazione, quali percettori di
redditi inferiori ad un certo valore, malati cronici, anziani, bambini.
Se appare chiaro che gli Enti di Sanità Integrativa (Fondi Sanitari e Società di Mutuo Soccorso), come già
accade, operando in una logica di mutualità e con modelli no profit, costituiscono il “Secondo Pilastro”
del Sistema Sanitario Nazionale, sarà necessario confermarne l’utilità e la valenza nelle forme legislative
e giuridiche già oggi esistenti e rinforzarne la competenza anche nella capacita di gestire percorsi di
prevenzione, rintuzzando i costanti tentativi di modifica delle norme esistenti di chi opera per interessi
corporativi o di parte.
Se la leva fiscale rappresenta un sistema di equiparazione economica tra chi usufruisce del sistema
pubblico e chi utilizza la mutualità come strumento di protezione sanitaria, sarà necessario ampliarne
la portata in termini economici, permetterne l’utilizzo a fasce più ampie della popolazione, consentirne
l’adesione ai famigliari degli aventi diritto, anche in una logica di mutualità generazionale.
Se il PNRR prevede oltre 20 miliardi di investimenti nella sanità del nostro paese sarà indispensabile
indirizzarli a sostegno del percorso sopra definito utilizzando tutte le leve a disposizione per:
• Rinforzare la sanità pubblica con una precisa focalizzazione sugli investimenti diretti a curare ed
assistere le fasce più deboli della popolazione, per evitare di spendere a pioggia;
• Determinare la valenza delle leggi e norme operanti nel campo della Sanità Integrativa rinforzando
l’operato degli Enti di Sanità Integrativa e realizzando un nomenclatore sanitario ed un tariffario
nazionale delle prestazioni sanitarie, per evitare speculazioni e differenze territoriali;
• Ampliare la leva fiscale per coloro che aderiscono alle forme di Sanità Integrativa, giuridicamente
definite dalle norme esistenti, favorendo anche il vantaggio fiscale per tutta la popolazione e per le
famiglie, per evitare differenze sociali ingiustificate.
Inconclusione,l’analisiprecisadeglielementiprodromiciallestrategiedaapplicare,lostudioapprofondito
degli strumenti disponibili e l’implementazione coordinata delle azioni necessarie sono l’unico percorso
corretto che il nostro Paese dovrà ineluttabilmente seguire per mantenere e riorganizzare un modello
sanitario nazionale socialmente equo e sostenibile.
05
06
N
el corso degli ultimi anni, con il progredire
della tecnologia, anche la chirurgia è
cresciuta lasciandosi affiancare, dal 2006,
dalla robotica, che rappresenta la più innovativa
ed efficace alternativa all’intervento eseguito
con le tecniche classiche, spesso invasive. Grazie
all’utilizzo di tecnologie avanzate, che prevedono
l’utilizzo di sofisticate strumentazioni in grado di
riprodurre, miniaturizzandoli, i movimenti della
mano umana all’interno delle cavità corporee,
o comunque nel campo operatorio, la chirurgia
robotica ha incrementato la precisione degli
interventi contribuendo a ridurre sia i tempi di
degenza che di attesa. Tuttavia, nonostante questa
nuova branca venga definita nei termini di una
vittoria che rende la chirurgia più democratica
soprattutto in Italia, paese storicamente avanti
nella progettazione e nell’utilizzo di robot associati
alla chirurgia, la percentuale di pazienti che riesce
ad usufruire di queste piattaforme e tecnologie è
ancora molto bassa.
In Italia tra i protagonisti dell’innovazione
medica e delle cure c’è l’Ospedale regionale “F.
Miulli” di Acquaviva delle Fonti (Bari) che si è
dotato di Hugo™ Ras (chirurgia robot-assistita),
piattaforma robotica innovativa inserita a pieno
titolo nella storia del presidio medico da sempre
INNOVATIVO SISTEMA DI CHIRURGIA
ROBOT-ASSISTITA HUGOTM
,
NEL SUD ITALIA L’OSPEDALE “MIULLI”
DI ACQUAVIVA DELLE FONTI FA SCUOLA
di Alessandro Notarnicola
ATTUALITÀ
07
attivo sul fronte della chirurgia robotica.
L’ospedale pugliese è da sempre una struttura
all’avanguardia in grado di coniugare la
tradizione nell’attenzione al paziente e
nell’investimento verso le più ardite forme
tecnologiche. Si tratta del primo ente dell’Italia
meridionale che ha deciso di implementare
la chirurgia robotica all’interno di un
programma multidisciplinare, attento alle
esigenze della scienza, dapprima sul fronte
dall’urologia, più tardi per quanto riguarda
la chirurgia generale e quella ginecologica.
A questo proposito, monsignor Domenico
Laddaga, delegato del vescovo per il Miulli,
ha parlato di “un grande passo in avanti per la
sanità pugliese e meridionale, a beneficio di
chirurghi e cittadini”, anche perché grazie a
questa nuova acquisizione nel parco macchine
la robotica del “Miulli” diventa oltremodo
accessibile, incrementando la precisione
degli interventi e contribuendo a ridurre sia i
tempi di degenza che di attesa. Questo nuovo
sistema di chirurgia robot-assistita Hugo di
Medtronic circa un anno fa, nel marzo 2022,
è approdato anche a Roma dove, per la prima
volta su scala europea, è stato effettuato un
intervento di chirurgia ginecologica guidato
dal professor Giovanni Scambia.
Una nuova era nella chirurgia robotica
mininvasiva. “Interventi chirurgici che tempo
fa venivano realizzati con modalità alternative
– ha commentato Vitangelo Dattoli, direttore
sanitario del Miulli – da decenni nel nostro
ospedale sono stati trattati con la chirurgia
robotica, che ha travalicato i vecchi settori”.
Grazie a Hugo “verrà inoltre effettuata anche
l’attività didattica e pratica nei confronti
dei futuri chirurghi, i quali non possono
prescindere dal conoscere anche la robotica”.
Si tratta di nuovo robot chirurgico, il sistema
Hugo™ di chirurgia robot-assistita, messo
a punto da Medtronic, azienda leader di
HealthCare Technology. Il suo utilizzo comporta
molteplici benefici non solo per i chirurghi,
ma soprattutto a favore dei pazienti: minori
danni ai tessuti circostanti all’area oggetto
dell’operazione, riduzione del dolore,
riduzione della perdita di sangue, ferite più
piccole anche per interventi più complessi, e
08
periodo di degenza ridotto con dimissioni più
rapide. Questo sistema di chirurgia fornisce
inoltre al chirurgo una visione eccellente
durante la fase operatoria, ingrandendo
fino a otto volte ciò che viene visto ad
occhio nudo. Gli schermi ad alta definizione
consentono al personale di operare con un
livello di precisione molto più alto rispetto
agli interventi con tecniche tradizionali.
Altro vantaggio del sistema Hugo è avere una
curva di apprendimento formativo rapida.
Medtronic organizza un corso teorico-pratico
in presenza, in ambienti specializzati, come la
Orsi Academy di Gent, in Belgio. Dopo il corso
teorico-pratico, chirurghi esperti nell’uso
del sistema – i proctors – affiancano come
supervisori i colleghi in sala operatoria.
L’arrivo del sistema Hugo™ è solo l’ultimo
traguardo della storia dell’ospedale regionale
pugliese in relazione alla chirurgia robotica,
uno dei primi centri in Italia a occuparsi
dell’evoluzione della chirurgia mininvasiva
già dalla metà degli anni ‘90. In quegli
anni nell’ospedale di Acquaviva delle
Fonti approdava infatti il primo robot con
endoscopio, attivabile con comandi dalla
voce e bracci mossi dal medico a distanza.
Elemento determinante dell’attività in sala
operatoria resta infatti il chirurgo, che
opera manovrando il robot attraverso una
console computerizzata. Tale modalità di
lavoro si perfeziona infatti nel 1999, con
un sistema computerizzato che trasmette
istantaneamente il movimento delle mani alle
braccia robotiche, ove vengono fissati i vari
strumenti chirurgici sofisticati. Grazie a questa
integrazione tecnologica e all’intuizione
della dirigenza del “Miulli”, questo centro
diventa nel giro di pochi anni un riferimento
d’eccellenza per la chirurgia robotica, con
oltre 5.000 interventi chirurgici eseguiti e
innumerevoli corsi e master frequentati da
chirurghi provenienti da molti centri italiani
ed esteri.
09
Fino al
CUORE
della SALUTE
Un Gruppo unito per sostenere
e diffondere la Cultura della Salute
e della Prevenzione
dalla Ricerca Scientifica alle Soluzioni Personalizzate
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10
I
mpossibile dimenticare la data del 20 febbraio
2020 quando a Codogno venne scoperto il
paziente uno colpito da Covid-19.
A 3 anni da quel giorno il 20 febbraio 2023
si è celebrata la terza Giornata nazionale
del personale sanitario, sociosanitario,
socioassistenziale e del volontariato. Tale
ricorrenza ha voluto ricordare, con le
celebrazioni presso l’Aula Magna della
Pontificia Università San Tommaso D'Aquino,
i circa 500 decessi tra i professionisti
sociosanitari durante la pandemia Covid e i
circa 474.000 contagiati.
La Giornata nazionale del personale
sanitario, sociosanitario, socioassistenziale
e del volontariato che a partire dal 2021 si
celebra in Italia il 20 febbraio di ogni anno,
è promossa dal regista Ferzan Ozpetek e
dal paroliere Mogol ed è stata istituita con
la Legge 13 novembre 2020 per onorare la
dedizione e il lavoro e lo spirito di sacrificio di
tutti durante uno dei periodi più difficili della
storia recente.
Presenti alla cerimonia, oltre alle alte cariche
civili, militari ed ecclesiastiche, i presidenti
delle federazioni dei consigli nazionali degli
ordinisanitariesociosanitarieirappresentanti
di oltre un milione e mezzo di professionisti
che ogni giorno con impegno mettono le
proprie competenze umane e professionali al
servizio dei cittadini.
“Siamo per onorare la memoria di chi non c'è
più e a condividere una Giornata particolare,
perché celebra un diritto costituzionale,
quello della salute, che trae fondamento dalla
Costituzione”. Queste le parole del messaggio
letto della Presidente FNOPI – Federazione
Nazionale degli Ordini delle Professioni
Infermieristiche Barbara Mangiacavalli, a
nome di tutte le 11 federazioni presenti.
La scelta di una donna a rappresentare
le federazioni è nata dalla volontà di
rappresentare la componente femminile del
Ssn. “Siamo rimasti uniti, come lo siamo oggi
GIORNATA NAZIONALE DEL PERSONALE
SANITARIO, SOCIOSANITARIO,
SOCIOASSISTENZIALE E DELVOLONTARIATO
Barbara Mangiacavalli “Insieme per sostenere il SSN”
di Alessia Elem
ATTUALITÀ
11
per celebrare insieme questa Giornata –
ha detto - e insieme è l’avverbio scelto per
caratterizzare la comunicazione di questo
evento, perché riteniamo che sostenere,
nella sua interezza e complessità, il
nostro Sistema salute, e garantire il
nostro Servizio sanitario nazionale sia
possibile solo con un impegno costante,
competente, multidisciplinare e
sinergico. È così che si garantisce il diritto
alla salute: diritto fondamentale che
appartiene all’individuo e alla comunità,
che richiama il diritto a vivere in un
ambiente salubre, e che i professionisti
sanitari e sociosanitari, grazie alle
proprie competenze, calano nella realtà,
rendendo possibile la vita sociale e civile
del Paese”.
“Oggi è una giornata particolare - ha
affermato il ministro della salute Orazio
Schillaci - proprio il 20 febbraio di tre anni
favenivascopertoilprimocasodiCovid-19
in Italia, all'ospedale Civico di Codogno.
Fu il momento della paura, l'inizio della
pandemia che vide in prima linea i
professionisti sanitari e sociosanitari, il
personale socioassistenziale insieme al
mondo del volontariato alle prese con
un nemico terribile, sconosciuto, che ha
causato purtroppo anche molte perdite
tra le donne e gli uomini impegnati a
combattere quella che è stata definita una
vera e propria guerra. Donne e uomini
che hanno saputo dimostrare tutta la loro
professionalità
e dedizione fino
allo sfinimento,
fino al sacrificio
della vita,
garantendo la
tenuta del nostro
servizio sanitario
nazionale”.
Il Ministro ha
parlato della
necessità di
riformare la
Sanità mettendo
la persona al
centro. “Occorre
accelerare la
riorganizzazione
di una sanità
pubblica, con al centro la persona e con
una assistenza territoriale più forte –
ha sottolineato - Considero indifferibile
mettere in atto tutte le iniziative
necessarie a tutelare l'incolumità del
personale sanitario e sociosanitario, alla
luce degli episodi di aggressione fisica e
verbale che si ripetono con sconcertante
frequenza, in particolare contro le
donne”.
Per la giornata del ricordo, nei luoghi
simbolo della pandemia, il presidente
nazionale della Croce Rossa, Francesco
Rocca ha fatto tappa nei luoghi simbolo
della pandemia da Covid-19. Prima a Vo'
Euganeo, il paese in provincia di Padova
dove il 21 febbraio si registrò la prima
vittima del Coronavirus, poi a Calvisano,
in provincia di Brescia, dove a marzo
Fausto Bertuzzi fu il primo volontario
della Croce Rossa a morire, a 49 anni,
e ha consegnato la medaglia d'oro
alla memoria ai suoi familiari oltre a
inaugurare il neocomitato CRI del Garda-
Bresciano, con sede a Desenzano del
Garda. La terza tappa è stata a Codogno,
nel Lodigiano. Ultima tappa a Milano
per dare il riconoscimento al volontario
Cri Antonio Arosio, ex presidente del
Comitato Regionale della Lombardia.
Guarda il video della III Giornata nazionale del
Personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale,
e del volontariato
12
U
na malattianellamalattia.Lamalnutrizione
è una delle conseguenze più comuni e più
gravi del cancro e dei suoi trattamenti:
durante i cicli di chemioterapia, infatti, spesso
hanno poco appetito, nausea, alterazione dei
gusti e questo contribuisce a diminuire il tono
muscolare e a renderli più fragili. A seconda del
tipo e dello stadio del tumore arriva a interessare
fino all’80% dei pazienti ed è responsabile di quasi
1 decesso su 5 correlato alla malattia neoplastica.
Inoltre, nonostante la sua prevalenza e le sue
conseguenze, rimane uno degli eventi avversi più
comuni e meno trattati in Oncologia. Una perdita
involontaria del 10% del peso corporeo entro 6
mesi è associata a interruzione del trattamento
per tossicità, infezioni, ricoveri ospedalieri e
mortalità precoce. A questo proposito i pazienti
malnutriti spesso non sono in grado di sopportare
trattamenti aggressivi per curare radicalmente la
malattia, ciò significa che devono ridurre le dosi
o sottoporsi a pause dal trattamento, che così
risulta sub-ottimale e si traduce in scarsi risultati.
È questo un tema molto poco noto e trattato nel
corso della conferenza nazionale sulla nutrizione
che da martedì 21 a mercoledì 24 febbraio ha avuto
luogo a Roma, nell’Auditorium “Biagio D’Alba”
del Ministero della Salute. Proprio in questa
occasione, nel corso della prima giornata, ha dato
il suo contributo Michela Zanetti, Presidente
della Società Italiana di Nutrizione Artificiale e
Metabolismo (Sinpe) e Coordinatrice del team
nutrizionale ospedaliero del Dipartimento di
Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute di
Trieste. Con lei abbiamo approfondito il concetto
di “nutrizione clinica”.
Dottoressa Zanetti cos’è la nutrizione clinica e in
che modo si relaziona alla nutrizione artificiale?
La nutrizione clinica è definita come la disciplina
chesioccupadellaprevenzione,diagnosiegestione
dei cambiamenti nutrizionali e metabolici legati a
malattie acute e croniche e a condizioni causate
da una mancanza o eccesso di energia e nutrienti.
Riguarda sia l’ambito della prevenzione che
quello della terapia delle patologie in cui la dieta
è la componente terapeutica essenziale e della
malnutrizione associata a patologia. La nutrizione
artificiale è una parte della nutrizione clinica ed è
la procedura terapeutica attraverso cui è possibile
garantire il raggiungimento dei target nutrizionali
individuali e scongiurare la malnutrizione nei
pazienti che non sono in grado di alimentarsi
spontaneamente per via orale. Essa prevede la
somministrazione di nutrienti attraverso una
sonda nel tratto gastroenterico (in genere nello
RISCHIO NUTRIZIONALE
PER IL 50% DEGLI ADULTI RICOVERATI
Intervista a Michela Zanetti, Presidente di SINPE Italia
di Alessandro Notarnicola
SALUTE
13
stomaco o nel digiuno-nutrizione enterale) o
nel torrente venoso (nutrizione parenterale).
Spesso accade che il paziente ospedalizzato
presenti un alto rischio di malnutrizione.
In questi casi come si interviene e qual è il
percorso di cura e accompagnamento?
La nostra Società ha recentemente prodotto
una revisione sistematica degli studi condotti
in Italia negli ultimi quindici anni sulla
prevalenza di malnutrizione in tutti i setting.
Per quanto riguarda quello ospedaliero essa
ha evidenziato come l’alto rischio nutrizionale
o la franca malnutrizione interessi il 50 per
cento negli adulti ricoverati in area medica,
chirurgica e oncologica e il 30 per cento dei
pazienti in area pediatrica. La cosiddetta
assistenza nutrizionale è il percorso atto a
intercettare questa condizione e consiste
nella somministrazione di un test di screening
a tutti i pazienti entro 24 o 48 ore dall’arrivo
in ospedale e la sua ripetizione a cadenza
periodica (in genere settimanale). Per
coloro che risultano a rischio deve essere
applicato un algoritmo che prevede step
successivi di implementazione finché il
paziente non raggiunge i target calorici e
proteici stabiliti. Una volta individuata la
causa della malnutrizione e basandosi sul
monitoraggio delle ingesta (se il paziente è
in grado di assumere alimenti per via orale),
l’intervento prevede la fortificazione degli
alimenti, il counselling dietetico, l’utilizzo dei
supplementi nutrizionali orali e la nutrizione
artificiale (enterale e parenterale). Il tutto è
accompagnato dal monitoraggio continuo e
dall’eventuale rimodulazione dell’intervento
in base alla risposta individuale.
Qual è il quadro dei pazienti oncologici e per
quale ragione il 20% muore di fame?
Purtroppo la malnutrizione è una delle
conseguenze più comuni e più gravi del
cancro e dei suoi trattamenti. A seconda del
tipo e dello stadio del tumore essa arriva ad
interessare fino all’80% dei pazienti ed è
responsabile di quasi un decesso su cinque
correlato alla malattia neoplastica. Diversi
fattori contribuiscono alla perdita di peso e
includono la localizzazione e il tipo di tumore,
la chirurgia e i trattamenti antineoplastici. Michela Zanetti
Anche gli effetti collaterali delle terapie, come
nausea, vomito, diarrea, anoressia, ulcere del
cavo orale, difficoltà a deglutire, alterazioni
del gusto e anoressia, svolgono un ruolo. Di
qui l’importanza del monitoraggio del rischio
di sviluppare malnutrizione nei pazienti
con diagnosi di cancro e della messa in atto
di interventi precoci per prevenire e gestire
la malnutrizione durante tutte le fasi della
malattia e anche nei pazienti guariti.
Le rivolgo una domanda a cui ha già risposto
nel corso della tre giorni sulla nutrizione
tenuta a Roma:perché investire in nutrizione
preventiva e clinica?
Esiste ormai una mole di lavori in letteratura
prodotti soprattutto negli ultimi 6-7 anni che
dimostrano che la terapia nutrizionale è tra
le più costo-efficaci in Medicina perché costa
poco e rende tanto – e la platea di pazienti
che ne possono beneficiare è molto ampia se
si pensa alla diffusione di patologie correlate
alla malnutrizione per difetto o per eccesso,
da quelle oncologiche a quelle metaboliche
compresa l’obesità. Dall’implementazione
dello screening e del trattamento della
malnutrizione può derivare un consistente
risparmio in termini di costi sanitari, sociali e
di vite umane. Non dimentichiamo infatti che
la cura nutrizionale è prima di tutto un diritto
fondamentale dell’uomo inteso come diritto
alla salute.
14
Nel settembre 2022 a Vienna è stata firmata
la Dichiarazione internazionale sul diritto
alla cura nutrizionale, per l’Italia ha firmato
SINPE. Perché elevare la cura nutrizionale a
diritto dell’uomo?
Per conferirle tutti i valori che caratterizzano
i diritti umani: la correttezza, il rispetto,
l’equità, la dignità e l’autonomia. La
dichiarazione di Vienna è basata sulla
consapevolezza che la nutrizione conta e
serve; la nutrizione funziona; gli effetti della
malnutrizione correlata a patologia sono
devastanti; abbiamo i mezzi e gli strumenti
necessari per lo screening, la diagnosi e la cura
della malnutrizione; la terapia nutrizionale
è fattibile e deve essere accessibile per tutti
i pazienti che ne hanno indicazione; non è
accettabile l’attuale accesso limitato a cure
nutrizionali di qualità da parte di pazienti
in diverse realtà del nostro Paese. Tornando
alla domanda iniziale direi che la nutrizione
non solo serve ma è un’urgenza per il nostro
sistema sanitario nazionale.
SINPE ha ottenuto il premio Medical
Nutrition International Industry Grant 2022
per il progetto intitolato “Empowering junior
medical oncology clinicians on cancer-
related malnutrition” volto al finanziamento
di un progetto di ampio respiro di
disseminazione e cultura degli effetti della
malnutrizione e del suo trattamento in
ambito oncologico. Di cosa si tratta?
Il progetto, patrocinato da SINPE e
che nel 2022 per la prima volta è stato
assegnato all’Italia è volto allo sviluppo
della consapevolezza dei rischi della
malnutrizione nel paziente oncologico e
all’implementazione delle nozioni di base
sulla diagnosi e sul suo trattamento. Prevede
due fasi: una prima fase dedicata allo
sviluppo di una piattaforma su cui è presente
un questionario di conoscenze ed esperienza
formativa in ambito nutrizionale rivolto ai
giovani oncologi; una seconda fase, destinata
a coloro che hanno risposto al questionario,
di partecipazione a un webinar gratuito
di formazione in cui il corpo docente è
multidisciplinare e prevede l’intervento di
esperti sia dal mondo della nutrizione clinica
che dell’Oncologia. L’obiettivo è quello di
sensibilizzare i giovani oncologi al tema della
malnutrizione e delle sue conseguenze e di
fornire le conoscenze per un approccio di
base al suo trattamento.
16
O
gni anno in Italia sono circa 1.400 bambini
e ragazzi di meno di 14 anni che sono colpiti
dal cancro, mentre tra gli adolescenti dai 15
ai 19 anni i casi sono circa 900. Complessivamente
i tumori pediatrici costituiscono circa l’1% di tutte
le neoplasie. (Fonte AIRTUM, Associazione italiana
registri tumori).
I tumori solidi dell'età pediatrica sono:
Epatoblastoma,Istocitidiclasse,Medulloblastoma,
Neuroblastoma, Tumore di Wilms, Osteosarcoma,
Rabdiomiosarcoma, Retinoblastoma, Tumori
germinali, tumori cerebrali.
Per sostenere la ricerca in ambito oncologico
pediatrico, assicurare cure e accoglienza ai
bambini colpiti da tumori e alle loro famiglie
c’è OPEN, Associazione Oncologica Pediatrica e
NeuroblastomaODV.OpenOnlusèunaassociazione
di volontariato nata per volere di genitori, medici
e ricercatori da anni impegnati nella lotta contro
i tumori pediatrici. Alla base della mission
dell’Associazione c’è la assoluta tutela dei diritti dei
minori malati di cancro.
In che modo Open sostiene la ricerca e garantisce cure e
assistenza? Quali sono le attività? L’abbiamo chiesto
a Anna Maria Alfani, presidente dell’Associazione
Oncologica Pediatrica e Neuroblastoma ODV.
Quando e perché è nata la OPEN OdV?
L’Associazione Oncologia Pediatrica e
Neuroblastoma (OPEN) è stata fondata nel
2003 da un gruppo di genitori di bimbi colpiti
da neuroblastoma e da altri tumori solidi, e da
alcuni medici e ricercatori, specialisti di rilevanza
nazionale nel campo di queste patologie. È nata
per potenziare la ricerca in campo oncologico
pediatrico unica vera speranza di vita per i nostri
piccoli e giovani pazienti; per garantire ai nostri
malati la possibilità di ricevere le cure necessarie
senza essere sradicati dalle proprie realtà; per
assistere gli adolescenti e i giovani adulti ex malati
di cancro, dal punto di vista sanitario, psicologico,
riabilitativo e sociale.
TUMORI SOLIDI DELL’ETÀ PEDIATRICA:
SOSTEGNO, CURA E ASSISTENZA DI OPEN ODV
Intervista a Anna Maria Alfani, presidente dell’Associazione Oncologica
Pediatrica e Neuroblastoma
di Nicoletta Mele
SALUTE
17
Quali sono i principi sui quali si fonda
l’Associazione?
Potenziare la ricerca scientifica per debellare
le neoplasie pediatriche. Garantire parità
di cura e trattamenti a tutti i minori malati
di cancro cercando di annullare differenze
sociali, culturali, economiche, ecc. Assistere
pazienti e familiari durante e dopo le cure per
tutta la durata del follw-up.
Lei è presidente dell’Associazione e come
scritto sul sito dell’Associazione la sua
ragione di vita è aiutare i bambini…
Ho vissuto questa esperienza con mia figlia,
ho conosciuto tante situazioni devastanti e
mi sono ripromessa di far in modo che tutti
i bambini malati avessero pari possibilità e
pari dignità, indipendentemente dalle loro
realtà e dai loro luoghi di origine. Tra l’altro i
bambini sono il futuro dell’umanità e nessuno
può rimanere indifferente di fronte alla loro
sofferenza innocente.
Cosa fa la OPEN per sostenere la ricerca
e assicurare cure e assistenza ai piccoli
pazienti e alle loro famiglie?
OPEN stringe rapporti di collaborazione e
convenzioni con istituti di ricerca di rilevanza
nazionale e internazionale, con i centri di
cura di eccellenza, con gli ospedali periferici.
Ha un nutrito gruppo di volontari formati che
sono presenti sia nei centri di cura che nelle
campagne di raccolta fondi. Senza fondi si
può fare ben poco e per questo ci attiviamo
nella richiesta del 5x1000, che molte persone
trascurano, e con eventi diversi, durante tutto
l’anno nelle principali festività, così come,
del resto, fanno tutte le organizzazioni tipo la
nostra.
L’Associazione porta avanti una serie di
iniziative, come “Il ventaglio che unisce” e
“BUONISIIMI”. Può spiegare meglio di cosa
si tratta?
Il ventaglio che unisce è nato quasi per gioco
con un caro amico, Franco Ricciardi, che ha
inventato e dato vita a questa iniziativa. È un Anna Maria Alfani
ventagliodaflamenco,importatodallaSpagna,
disponibile in tanti colori diversi che ha subito
incontrato il favore delle signore, molte delle
quali ne hanno una collezione. Buonissimi è
uno straordinario evento ideato e realizzato
da due signore speciali e infaticabile, Silvana
Tortorella e Paola Pignataro, un evento food
dedicato alle eccellenze enogastronomiche
del territorio che rende protagonista il buon
cibo per promuovere un messaggio positivo
di vita e speranza: nutrire la ricerca per
combattere i tumori pediatrici. Serate en plein
air, a pochi passi dal mare, con oltre 120 chef,
pizzaioli, pasticcieri ed aziende di eccellenza,
che si uniscono in nome della solidarietà e
dell'altruismo.
Quali sono stati i traguardi raggiunti fino ad
oggi?
Sono veramente tanti che è impossibile
elencarli con poche parole. Sicuramente
possiamo dire di aver dato un grande supporto
alla ricerca scientifica che ha portato anche a
scoperte significative, abbiamo contribuito a
far nascere a Napoli al Pausilipon il reparto
di Oncologia solida che è nato dopo il 2005,
abbiamo finanziato il passaporto del guarito,
strumento indispensabile per la prevenzione
di tutti i guariti da cancro pediatrico.
C’è un particolare traguardo del quale siete
19
particolarmente orgogliosi?
In realtà siamo molto orgogliosi di tutto il
nostro operato, a guardare indietro, in questi
20 anni di lavoro, abbiamo compiuto dei veri
e propri “miracoli”. L’ultima cosa, in ordine
di tempo, di cui andare particolarmente
fieri, riguarda l’ultima scoperta effettuata dai
ricercatoridell’istitutoCEINGE-biotecnologie,
guidati dai professori Achille Iolascon e Mario
Capasso, che hanno identificato i fattori
genetici che predispongono al neuroblastoma,
tumore extracranico, prima causa di morte
per i bambini colpiti dal cancro, dopo le
leucemie e i tumori cerebrali. Questi risultati
sono utili a migliorare la diagnosi, rendendola
sempre più precoce, e a migliorare la gestione
clinica del paziente indirizzando il medico
verso trattamenti personalizzati.
Il 15 febbraio si è celebrata la Giornata
Mondiale contro il Cancro Infantile,
istituita dall’OMS. Quanto è importante una
campagna globale volta ad aumentare la
consapevolezza sul cancro infantile? Quali
sono state le iniziative di OPEN?
In Italia questa giornata viene organizzata
dalla FIAGOP- federazione italiana di genitori
e guariti da cancro pediatrico, di cui la OPEN
fa parte insieme ad altre 31 associazioni.
Quest’anno per la prima volta il congresso
nazionale si è tenuto a Roma presso la sala
Capitolare del Senato della Repubblica. Molti
sono stati gli onorevoli che sono intervenuti,
hanno ascoltato le nostre esigenze e le
nostre istanze e si sono confrontati con la
vasta e variegata problematica dell’oncologia
pediatrica. Questo primo incontro ci fa ben
sperare per il futuro anche se c’è ancora molto
da lavorare per far conoscere la FIAGOP a
livello nazionale, e per avere un peso politico
presso le istituzioni nazionali e locali, visto
che la sanità è molto ad appannaggio delle
regioni e, come è purtroppo ben noto ci sono
almeno due Italie che viaggiano a diversa
velocità. A livello locale la OPEN ha promosso
la campagna “Ti voglio una sacca di bene” per
invitare quante più persone possibile a donare
il sangue per i nostri giovani ricoverati.
Come si può contribuire ad aiutare
l’Associazione nel portare avanti gli obiettivi?
Diffondendo i nostri obiettivi, le nostre
campagne di raccolta fondi, aderendo alle
nostre iniziative e, soprattutto aiutandoci a
ricevere il 5x1000, invogliando amici e parenti
a scegliere la nostra associazione nella
dichiarazione dei redditi.
Un’altra forma di aiuto è quella di diventare
volontario OPEN?
Certamente sì, ma il COVID-19 ha limitato
moltissimo l’ingresso e l’azione volontaria nei
reparti, per tutelare i bambini che, durante le
terapie, sono generalmente immunodepressi.
Quindi abbiamo meno bisogno di volontari in
ospedale, ma sempre più bisogno di volontari
che ci aiutino durante le campagne e per il
fundraising. Deve passare la cultura che il
bambino non ha solo bisogno di giocare o di
ricevere un regalo, il bambino vuole guarire e
tornare a casa e questo lo si può garantire solo
attraverso la ricerca e nel trovare i fondi per
finanziarla.
A conclusione, qual è il suo messaggio?
Aiutarci, in tutti i modi possibili, a diffondere
i nostri obiettivi, a far conoscere il nostro
operato, a sostenerci nel nostro non semplice
cammino.
Mario Capasso
20
S
i chiama Clinical Trial Center SpA ed è il primo
esempio di uno spin off italiano nato all’interno
di una struttura ospedaliera, la Fondazione
Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e
attualmente presieduto dal Prof. Guido Rasi.
L’obiettivo è quello di ottimizzare il management
della ricerca clinica e biomedica, fornire
formazione specifica per la conduzione di trial
clinici profit e non profit in good clinical practice
e attrarre fondi di ricerca da parte di aziende
farmaceutiche, enti, fondazioni pubbliche e
private, società scientifiche.
Per saperne di più abbiamo intervistato la dott.ssa
Valeria Bicini, Project Manager del CTC.
Qual è la mission?
Gli obiettivi del CTC del Gemelli sono molteplici,
ma tengo a sottolineare che il nostro principale
intento è quello di porci al servizio della Ricerca
Clinica, supportando sponsor e ricercatori
nelle sperimentazioni cliniche. E soprattutto,
pensiamo che tutto questo si possa tradurre in
un miglioramento del servizio per i principali
protagonisti della Ricerca, ovvero i Pazienti.
Quali sono le principali aree di interesse?
In questo momento il CTC è focalizzato nella
creazione di un ponte, tra cittadini/pazienti e
la Sperimentazione Clinica. Crediamo che il
coinvolgimento e la collaborazione con i pazienti
sia parte integrante dei processi di velocizzazione e
semplificazionedeitrialclinici,inquantopermette
di assicurare maggiore appropriatezza e aderenza
terapeutica, superare iniquità nell’accesso alla
ricerca, garantire maggiore attenzione ai bisogni
sanitari e alle esigenze dei pazienti
CLINICAL TRIAL CENTER:
SPIN OFF DELLA FONDAZIONE POLICLINICO
UNIVERSITARIO AGOSTINO GEMELLI IRCCS
Ne parliamo con la dott.ssa Valeria Bicini, Project Manager del CTC
di Alessia Elem
SALUTE
21
Quali sono le attività?
Il CTC si compone di due unità operative:
R&D (Research and Development) e
Operations. La prima si occupa delle funzioni
di coordinamento delle sperimentazioni
cliniche, della formazione del personale
dedicato alla Ricerca, le GCP (Good Clinical
Practices), il Compliance Management e
l’assistenza nello sviluppo della strategia di
ricerca. L’unità Operations invece, svolge tutte
funzioni di Site Management organization,
seguendo tutte le procedure ammnistrative
che portano alla firma di un contratto di
sperimentazione, in stretta collaborazione
con un ufficio legale preposto.
Che cosa si intende per Trial Clinico?
Cercherò di essere più chiara possibile,
perché per la maggior parte delle persone,
non addette ai lavori, è difficile comprendere
davvero cosa sia una Sperimentazione.
La Sperimentazione Clinica è un percorso
di Ricerca e Sviluppo di un farmaco, di un
dispositivo medico o di un trattamento,
condotto sugli esseri umani, con l’obiettivo
di accertarne la sicurezza o l’efficacia,
identificare nuove terapie, oppure nuove
modalità di utilizzo di terapie già conosciute.
L’argomento è molto più complesso e
articolato, naturalmente, ma l’importanza
di una sperimentazione clinica risiede nella
sua finalità principale: ovvero individuare la
migliore terapia possibile per una determinata
patologia, in modo da garantire le cure più
sicure ed efficaci per ciascun caso.
È da poco online il nuovo sito. Perché la
scelta di rinnovare? Quanto è importante
mettere a disposizione degli utenti uno
strumento online?
Era necessario mettere a disposizione degli
utenti un sito aggiornato, sia nella sua veste
grafica che nel contenuto. La rete ed i social
network costituiscono ormai un canale di
comunicazione utile e alla portata di tutti,
anche per argomenti di ambito medico/
scientifico.
Un canale attraverso il quale intendiamo
costruire un rapporto maggiormente diretto
e trasparente con i nostri interlocutori;
offrire un punto di riferimento per tutti
coloro che intendono conoscere le attività
del nostro centro di sperimentazione, le sue
finalità. i risultati che abbiamo ottenuto e che
otterremo.
Quali sono i progetti per il futuro?
Oltre a supportare sperimentazioni e ricerche
chedianorisposteabisognidicura,intendiamo
svolgere anche un’attività divulgativa: la
Pandemia ha insegnato a tutti noi quanto la
Ricerca costituisca uno strumento prezioso e
imprescindibile per favorire il progresso nella
lotta contro le patologie. Allo stesso tempo,
nel nostro Paese di ricerca se ne parla davvero
poco, o comunque non abbastanza ed è nostra
ambizione far conoscere questo argomento
rivolgendoci al maggior numero di persone
possibile: siano essi pazienti, caregiver o
cittadini, in particolare quelli più giovani.
Valeria Bicini
22
G
li studenti di oggi saranno i lavoratori di
domani. Per consentire ai giovani di avere
tutti gli strumenti necessari per affrontare
il mondo del lavoro c’è bisogno di conoscenza
e formazione a 360 gradi. La storia e i valori del
mutuo soccorso trovano riscontro anche nella
società civile motivo per il quale è importante
che i ragazzi conoscano la realtà delle società di
mutuo soccorso. Da questi presupposti nasce un
percorso formativo con il programma PCTO tra il
Liceo Statale “Gaio Valerio Catullo” di Monterotondo
e Mutua MBA, società di mutuo soccorso leader
in Italia nel panorama della Sanità Integrativa che
ha l’obiettivo di affermare il diritto alla salute nel
pieno rispetto del principio mutualistico.
Per saperne di più abbiamo intervistato il dott.
Luciano Dragonetti, presidente di Mutua MBA e la
prof.ssa Giuseppina Frappetta, dirigente del Liceo
Statale “Gaio Valerio Catullo” di Monterotondo.
Presidente Dragonetti, come nasce l’iniziativa?
L’idea di portare all’interno delle scuole la storia
e i valori della mutualità era già in cantiere da
qualche anno. Lo studio delle radici del nostro
welfare ci ha fatto capire come sia fondamentale
la consapevolezza delle giovani generazioni. La
Mutualità scolastica ha trovato diverse forme
di applicazione che hanno aiutato questo paese
a formarsi su valori civili molto forti. Grazie
all’interesse del prof. Luca Rosiello, docente del
Liceo Gaio Valerio Catullo di Monterotondo e
assistito da Mutua Mba, siamo riusciti a stipulare
un contratto di convenzione con questo liceo della
provincia di Roma andando a generare il primo
case history sul tema che può essere da apripista
per tanti altri istituti sul territorio nazionale.
Quali sono gli obiettivi?
L’obiettivo principale è quello di portare all’interno
delle scuole superiori di secondo grado la storia
del welfare nazionale ma anche l’importanza della
Prevenzione ed infondere la cultura del dono. Far
comprendereairagazzigliaspettidelmondolavoro
e le dinamiche del mutuo soccorso da metà ‘800
ad oggi evidenziando le peculiarità di un sistema
che ha dato vita a scuole di formazione, al mondo
sindacale e cooperativo, agli istituti di previdenza
sociale e al Servizio Sanitario Nazionale e foriero
di elementi culturali e valoriali come solidarietà,
fratellanza, reciprocità, sussidiarietà. Questo
è fondamentale per sottolineare un concetto
IL MUTUO SOCCORSO NELLE SCUOLE:
ALVIA L’INIZIATIVA DI MUTUA MBA
Intervista al presidente di Mutua MBA Luciano Dragonetti e alla dirigente scolastica
del Liceo Statale “Gaio Valerio Catullo”, prof.ssa Giuseppina Frappetta
di Nicoletta Mele
IN EVIDENZA
23
chiave del mutuo soccorso, ovvero come le
persone tutte insieme possono trovare delle
soluzioni, migliorare la propria qualità di vita
e contribuire ad una società migliore e più
sostenibile.
Quanto è importante che i giovani conoscano
la realtà del mutuo soccorso?
Condividere con i ragazzi i valori sociali
e civili significa contribuire a costruire
i presupposti del welfare del domani.
Promuovere la mutualità vuol dire arrivare
nei luoghi di cultura e condividere il passato,
il presente e il futuro al fine di offrire
maggiore consapevolezza ai giovani che si
preparano ad intraprendere una carriera di
specializzazione e/o nel mondo del lavoro.
Mutuo Soccorso significa “reciproco aiuto”,
se tutti i giovani avessero la possibilità di
conoscere la storia ma anche il presente e la
prospettiva del sistema di welfare nazionale
avremmo una miglior società. Consideriamo
poi che nella reciprocità e nella mutualità
convive la tolleranza ed il rispetto. Riteniamo
che tutto questo possa migliorare anche
la crescita di questi ragazzi. Con noi sono
stati presenti con ore di docenza l’AVIS –
Intercomunale San Pietro per raccontare ai
ragazzi l’importanza di donare e far capire
come funziona la donazione nell’intero ciclo.
È stata presente poi la Banca delle Visite Onlus
per condividere con gli studenti il grande
valore della solidarietà e della beneficienza.
Prof.ssa Frappetta, come ha accolto la notizia
di dare il via a questa iniziativa?
Il Liceo Catullo non ha avuto difficoltà nel
recepire l’importanza del progetto, presentato
dal Professore Luca Rosiello, che per le sue
specificità si inserisce pienamente nell’ampia
e ricca offerta formativa dell’istituto. La
proposta è stata accolta positivamente dopo
aver consultato la commissione che cura i
Percorsi per le Competenze Trasversali e per
l’Orientamento (PCTO) e aver acquisito la
prevista delibera di approvazione degli Organi
Collegiali.
Quando è iniziato il percorso di formazione?
Il percorso è stato illustrato agli studenti
nel mese di settembre 2022, in occasione
della Settimana di Scuola Aperta dedicata
all’accoglienza e ha preso avvio ad ottobre.
Cosa prevede la convenzione?
La convenzione prevede la sensibilizzazione
dei nostri studenti, futuri lavoratori, sulla
necessità della mutualità, sull’importanza
Giuseppina Frappetta
Luciano Dragonetti
24
dei fondi sanitari istituiti dall'art. 9 del D.Lgs.
502/92 - D.Lgs. 229/1999 come benefit da
esigere dal datore di lavoro e sulla utilità delle
donazioni (Croce Rossa, AVIS, Banca delle
Visite).
Il progetto ha anche l’ambizioso scopo di
insegnare fattivamente ai giovani
il ruolo non secondario della comunicazione
che può manifestarsi anche nella adeguata
costruzione di una corretta lettera di
presentazione che accompagna il curriculum
europeo, l’importanza che riveste in un
curriculum l’attività di volontariato e le
modalità per svolgere un colloquio di lavoro
nel Terzo Settore.
Chi sono i tutor?
Le attività vengono monitorate da docenti tutor
interni in collaborazione con il tutor aziendale.
Qual è stato l’approccio dei ragazzi a questa
iniziativa?
I ragazzi, avendo compreso l’importanza della
mutualità e delle donazioni, hanno risposto
numerosi e con grande entusiasmo.
Come è strutturato il percorso di formazione
extra scolastico? Quali sono le materie?
Il progetto, di 23 ore, prevede le seguenti
iniziative:
• prima fase: 4 ore di formazione in aula
in orario pomeridiano (o antimeridiano)
a cura di esperti Avis Intercomunale San
Pietro e di Mutua MBA Società Cooperativa
per Azioni ente no-profit di Formello
– Fondazione Banca delle Visite Onlus
(argomenti: il dono della donazione,
l’attualità di un’idea ottocentesca: il mutuo
soccorso; il SSN e l’art.32 della Costituzione
italiana; Fondi sanitari istituiti dall'art.
9 del D.Lgs. 502/92 - D.Lgs. 229/1999; art.
9,32, 34 e 118 della Costituzione italiana)
• seconda fase: 10 ore (intera giornata):
visita al Museo del Mutuo Soccorso di
Formello (2 ore) - Redigere un’efficace
lettera di presentazione al curriculum
(2 ore) - simulazione di un colloquio
di lavoro (6 ore) con 4 formatori messi
a disposizione da Mutua MBA Società
Cooperativa per Azioni ente no-profit.
• terza fase: 9 ore, compito di realtà con
restituzione e commento: Lettera di
presentazione al curriculum europeo.
Presidente Dragonetti, alcune delle ore di
formazione si sono svolte al Museo del Mutuo
Soccorso che offre un percorso completo
sulla storia delle società di mutuo soccorso.
Avvicinare i giovani alla storia portandoli
sul posto, è un elemento che avvalora ancor
di più il percorso di formazione?
Assolutamentesì. IlMuseodelMutuoSoccorso
si compone di numerose testimonianze sulla
storia della mutualità, riconducibili ad oltre
duecento tra enti e società di mutuo soccorso,
con sedi in Italia e all'estero. È una narrazione
che segue parallelamente le vicende politiche
e i personaggi più significativi di oltre due
secoli di storia di Italia. Avere la possibilità si
svolgere alcune ore di formazione all’interno
delmuseosignificasaperecomehannovissuto
bisnonni e nonni, come si è evoluto l'attuale
sistema assistenziale. Non solo, significa
anche comprendere che nel momento del
bisogno chi viveva all'interno di una mutua
aveva privilegi assoluti per quell'epoca. Il
Museo racconta anche l'evoluzione della
Mutualità operaia che accompagna un pò
la fase di studio scolastica della rivoluzione
industriale dove si possono apprendere i
modelli organizzativi mutualistici istituiti
dagli stessi operai che si spostavano dalle
periferie e dalle province alle città per lavorare
nelle catene di montaggio nelle fabbriche.
Abbiamo notato molto stupore tra gli studenti
nell'apprendere queste storie. Conoscere le
radici del sistema aiuta anche a capire meglio
il nostro attuale sistema di welfare.
Quali sono stati i risultati?
Abbiamoriscontratounagrandepartecipazione,
attenzione alta, domande e stupore nello
scoprire i ruoli cardine nella mutualità di icone
dell’unità d’Italia come Mazzini, Garibaldi e
Cavour ma anche nel comprendere i risvolti
socialidellaRivoluzioneIndustrialeconilmutuo
25
soccorso. Con i 24 studenti di questa sezione
siamo arrivati a formarne 50 negli ultimi 9 mesi.
Progetti per il futuro?
Sicuramente coinvolgere nell’iniziativa altre
scuole italiane, crediamo che questo esempio
possa essere replicato. Siamo attivi nel far
conoscere agli organismi politici, anche
territoriali, la bontà di questo progetto ma
anche tra i nostri soci si sta cominciando a
divulgare la notizia ed è già noto l’interesse di
dueistitutiscolastici.Noicrediamosialastrada
giusta per formarsi. Non dimentichiamoci
che gli studenti oltre al Mutuo Soccorso
hanno studiato la comunicazione ed hanno
anche fatto uno laboratorio sulla redazione di
un Curriculum Vitae, strumenti fondamentali
per presentarsi al mondo del lavoro.
Prof.ssa Frappetta, a conclusione del
primo ciclo di formazione quali sono le
sue impressioni e qual è il suo messaggio
rivolto ai ragazzi che hanno seguito e che
seguiranno il percorso di formazione?
A conclusione del primo ciclo il bilancio
è senz’altro positivo vista l’assiduità nella
presenza degli studenti agli incontri e la
sensibilità mostrate nei confronti delle
26
tematiche affrontate.
Sono certa che i ragazzi hanno colto il valore
sociale e civico di queste iniziative e mi
auguro che possano spendere le conoscenze,
capacità e competenze acquisite nel loro
futuro percorso di vita.
Nel progetto sono state coinvolte l’Associazione
Volontari Italiani del Sangue intercomunale San
Pietro e La Banca delle visite Onlus, due enti
no profit che hanno portato in aula la cultura
del dono e dell’aiuto reciproco, valori che
rientrano nei principi della mutualità.
L’Associazione Volontari Italiani del Sangue,
notacomeAVIS,èlapiùgrandeorganizzazione
italiana che opera nell'ambito della donazione
di sangue e di emocomponenti. Grazie
all’attivitàdell’associazioneogniannovengono
salvate molte vite. “Avis Intercomunale San
Pietro - ha detto Fulvio Viceré, presidente
AVIS intercomunale San Pietro - da circa
20 anni opera nelle scuole per diffondere i
valori della donazione, della partecipazione,
dell’educazione sociale attraverso programmi
di sviluppo per gli stili di vita”. “Quest’anno,
grazie al professor Luca Rosiello che è
un nostro consigliere intercomunale – ha
raccontato - siamo stati coinvolti nel progetto
realizzato da Mutua MBA e il liceo Statale “Gaio
Valerio Catullo” di Monterotondo, con degli
incontri di formazione che si sono svolti nelle
due sedi. Il nostro contributo è stato quello
di informare gli studenti sull’importanza e
le caratteristiche del dono e sugli stili di vita
sui quali possono impostare le loro scelte. La
nostra impressione è stata più che positiva
perché essere riusciti a coinvolgere su queste
tematiche i ragazzi che si stanno avvicinando
alla maggiore età e liberi di scegliere di
donare è stato molto importante. Ringrazio
il professor Rosiello e MBA per l’opportunità,
e mi auguro che questa esperienza possa
ripetersi in futuro”.
Grande soddisfazione anche da parte di La
Banca delle Visite, un circuito solidale che
applica il concetto del “caffè sospeso” in
ambito sanitario donando visite mediche
specialistiche e prestazioni sanitarie a chi non
può permetterselo.
“È stata una esperienza molto interessante –
ha affermato Michela Dominicis Presidente
de La Banca delle Visite Onlus – nella quale
abbiamo potuto misurare direttamente
l’interesse dei ragazzi sul tema del
coinvolgimento sociale”. “Molti di loro – ha
aggiunto - sentono la pulsione a fare qualcosa
per aiutare il prossimo e speriamo di avergli
dato degli spunti utili di riflessione e, magari,
di invito all’azione nel mostrare loro due realtà
come Banca delle Visite e Avis, che possono
sostenere e divulgare”.
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28
C
’è chi parla di novel food, altri di una moda
passeggera, come tante, taluni invece
ritengono si tratti di un pericolo per
l’organismo dell’uomo. La farina di insetti spacca in
due l’opinione pubblica alimentando un dibattito
chevaoltreiconfininazionaliechesiampliafinoai
banchi del Parlamento europeo dopo che l’8 luglio
2020 la Commissione aveva chiesto all’Autorità
europea per la sicurezza alimentare di effettuare
una valutazione in merito. Con l’ottenimento,
da parte dell’Efsa, del parere scientifico sulla
sicurezza della polvere parzialmente sgrassata di
Acheta domesticus intero, il provvedimento è stato
pubblicato nella Gazzetta ufficiale. Nell’immediato
la memoria dei più accorti ha fatto un balzo
indietro nel tempo fino agli anni Duemila, quando
per la prima volta è emerso il trend degli insetti o
degli alimenti a base di insetti, altamente nutrienti
e considerati un’alternativa ad altri alimenti ricchi
di proteine. La strada da fare è ancora molto
lunga, non a caso la Commissione europea a fine
gennaio non ha autorizzato tutti gli alimenti a base
di insetti, ma solo una particolare polvere di grillo
prodotta da un’azienda vietnamita.
La domanda tuttavia sorge spontanea: questo tipo
di farina è realmente sicuro per la salute dell’uomo? A
LA FARINA DI GRILLO INFIAMMA IL DIBATTITO
E PREOCCUPA PER LA SALUTE
Il mastro panificatore Enrico Murdocco la promuove: “Nessun pericolo”
di Alessandro Notarnicola
PARLIAMO DI...
29
rispondere è la Fondazione Veronesi secondo
cui si tratta di un prodotto fatto seguendo le
classiche procedure e che dal punto di vista
sanitario sarebbe ineccepibile: non ci sono
organismi patogeni, micotossine, metalli
pesanti, idrocarburi. L’unico problema
potrebbe essere dato dalla chitina, proteina
contenuta nel carapace dei grilli che, nelle
persone allergiche, può dare manifestazioni
che vanno dal semplice eritema cutaneo allo
shock anafilattico, come avviene per molti
altri prodotti (arachidi o crostacei ad esempio).
Un uso prolungato e frequente, anche per
chi non è allergico, potrebbe portare a una
sensibilizzare verso il prodotto.
Mentre il dibattito si scalda tra favorevoli e
contrari, nel nostro paese c’è chi ha già messo
le mani in pasta testando prodotti a base
di farine di grillo. Si tratta del panificatore
torinese Enrico Murdocco, pluripremiato
Gambero Rosso, che precisa: “per il momento
sto lavorando solo sul pane. Pizza no, perché è
un tipo di farina senza glutine e non si presta
bene alla lavorazione. Ma arriveremo a tutti i
panificati: grissini, muffin sia salati che dolci”.
Murdocco, a suo parere chi polemizza ha
una sorte di limite culturale. È così?
Non è mia intenzione accusare oppure
alimentare le tifoserie, credo però si tratti di
un mero limite culturale che appartiene non
solo a chi si rende autore di polemiche ma ai
popoli occidentali. In Italia e in Europa non
consumiamo insetti, nel resto del mondo però
sono molto presenti in cucina e le persone
non si pongono problemi. Per tradizione il
nostro popolo consuma carne di bovino o di
suino, molti altri invece hanno cibi basati su
insetti di diverso tipo. Detto questo, sono certo
che si tratta di un percorso di accettazione
davvero lungo: credo che questo tipo di farina
non entrerà a far parte così facilmente della
nostra cucina ma ci darà modo di assaporare
qualcosa che non appartiene alla nostra
tradizione gastronomica.
Enrico Murdocco
Pochesettimanefa èarrivata l’autorizzazione
da parte della comunità europea per poter
commercializzare questo prodotto che
ha origine in Vietnam. Non è trascorso
molto perché la farina arrivasse nel suo
laboratorio..
Si tratta di una farina ottenuta da grilli
essiccati. La prima azienda italiana che
ha immesso questa polvere nel mercato
nazionale è la Italian Cricket Farm che ha sede
a Scalenghe, nel Torinese. Mi sono messo in
contatto con loro per testare il primo prodotto
e per poterlo assaggiare. La sperimentazione
è riuscita sia in relazione alla consistenza che
al gusto. Non deve spaventarci neppure dal
punto di vista della salute.
Per quale ragione?
Questo tipo di farina deriva da insetti che
vengono alimentati con mangimi 100%
di origine vegetale e allevati, secondo le
normative, senza il ricorso ad antibiotici,
ormoni della crescita, pesticidi o sostanze
chimiche tossiche per gli esseri umani.
Dal punto di vista nutrizionale la farina di
grilli è considerata un prodotto sano perché
presenta un buon numero di proteine e
contiene la chitina, componente principale
dell’esoscheletro degli insetti.
30
Assicura dunque dei benefici a livello di
salute?
Rispetto a quanto è emerso a livello
scientifico questo tipo di farina presenta un
unico allergene, la chitina, già presente nei
crostacei. Da questo punto di vista non ci
sarebbe alcuna novità per l’uomo. Inoltre,
essendo ricca di vitamina B12, ferro, fosforo,
sodio, calcio e fibre sarà lo snack perfetto per
chi pratica sport.
Come ha iniziato a lavorare questo tipo di
farina?
È stata una casualità. Come dicevo, ne ho
sentito parlare, il caso ha voluto che l’azienda
fosse qui nel Torinese. Dopo aver ricevuto la
prima campionatura ho messo a punto alcune
prove. Tutto è nato per pura curiosità.
Che sapore ha un prodotto nato dalla farina
di grillo?
Non c’è grande differenza rispetto a un
prodotto lavorato con la farina classica.
Essendo tostato ha un sentore di nocciola.
Ho mischiato questa farina al grano tenero
per renderlo meno forte. Mi ha convinto:
lo commercializzerò non appena si potrà.
L’Unione europea infatti ha approvato
l’utilizzo di questa polvere in alimenti come
pane, cracker, grissini, biscotti, prodotti
secchi a base di pasta farcita e non farcita,
pizza, e diversi altri.
31
ISCRIVERSI ALLA MUTUA È SEMPLICE
Basta versare la quota associativa annua di € 25 e l’importo del Piano Sanitario
scelto tra i 5 disponibili, sottoscrivibili in formula Single oppure in formula Nucleo:
• Opera Smart, Opera Plus e Opera Premium sottoscrivibili fino all’età di 67 anni
• Opera Senior Plus e Opera Senior Premium sottoscrivibili dall’età di 68 anni
Nel rispetto dei principi mutualistici, i piani sanitari di Mutua Nazionale:
Mutua Nazionale sostiene Banca delle Visite Onlus.
Con la sottoscrizione di ogni sussidio il Socio contribuisce a
donare una prestazione medica ad un’altra persona in difficoltà,
come nella nota tradizione napoletana del “caffè sospeso”.
Grazie alla convenzione stipulata con il Ministero dell’Economia
e delle Finanze - NOIPA, il personale della Pubblica Amministrazione
può versare il contrinuto mensilmente con modalità trattenuta
in busta paga.
Mutua Nazionale è una Società di Mutuo Soccorso dedicata
al personale della Pubblica Amministrazione civile e militare
in servizio ed in quiescenza, che opera senza fini di lucro
a favore dei propri Soci e dei loro familiari conviventi, al fine
di far partecipare gli stessi ai benefici della mutualità
nel settore sanitario e socio assistenziale.
Crede in un sistema sanitario mutualistico
che possa coinvolgere le persone ad affrontare cure,
diagnosi, riabilitazione, interventi ed assistenza
con la certezza di non esser mai abbandonati.
Mutua Nazionale infatti non recede dal sodalizio
e questo permette una garanzia assoluta.
Con questi piani sanitari Mutua Nazionale ha voluto raggiungere un triplice scopo:
• Erogare prestazioni sanitarie e sostenere il socio in tutti i momenti di difficoltà
• Mantenere un contributo “sociale” alla portata di tutti
• Rispettare la compliance ministeriale. Mutua Nazionale è regolarmente
iscritta all’Anagrafe dei Fondi Sanitari del Ministero della Salute
✓ Sono accessibili a tutti
(principio della porta aperta)
✓ Garantiscono
l’Assistenza Mutualistica
per tutta la vita del socio
✓ Garantiscono
esclusivamente
al socio la facoltà
di disdetta
✓ Danno diritto ad una
agevolazione fiscale del 19%
fino ad un massimo di € 1.300
(cfr. Art. 83 comma 5, lg. 117/2017)
ACCREDITATA:
PARTNER:
Mutua Nazionale collabora con Health Point SpA,
azienda leader nel settore dei servizi di telemedicina. Tra le
prestazioni che offre, la televisita consente la cura e la tutela
della salute dell’associato in modo semplice anche a distanza.
info@mutuanazionale.org
www.mutuanazionale.org
Scansiona il QR CODE per scoprire i sussidi
32
“
Più donne e giovani scienziate equivalgono a
una scienza migliore”. Con questo messaggio
del segretario generale Onu, António
Guterres, si è aperta, l’11 febbraio la Giornata
Internazionale delle Donne e Ragazze nella
Scienza, istituita dall’Onu nel 2015. L’obiettivo
è quello di promuovere donne e giovani nelle
discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria
e Matematica) che ancora oggi costituiscono meno
di un terzo della forza lavoro in ambito scientifico,
tecnologico, ingegneristico e matematico. Soltanto
un professionista su cinque che si occupa di
intelligenza artificiale è donna.
Un significativo e persistente divario di genere
caratterizza da sempre la partecipazione
femminile nelle materie STEM. Al livello
internazionale, le donne e le ragazze costituiscono
solo il 28% dei laureati in ingegneria e il 40 di
quelli laureati in informatica e computer science.
Per quanto riguarda il campo della ricerca, la
percentuale femminile di ricercatori è intorno
al 33,3%. Le donne cercano di progredire nelle
carriere scientifiche e hanno la capacità di portare
diversità alla ricerca, nuove prospettive alla
scienza e alla tecnologia, a beneficio di tutti, ma
disuguaglianze e discriminazioni continuano ad
ostacolare il loro potenziale.
L’eguaglianza di genere è da sempre un tema
centrale per le Nazioni Unite.
Sin dalla sua fondazione, infatti, l’ONU ha
riconosciuto la parità e l’emancipazione femminile
GIORNATA INTERNAZIONALE
DELLE DONNE E RAGAZZE NELLA SCIENZA:
PARITÀ DI GENERE NELLE MATERIE STEM
di Nicoletta Mele
Fonte foto: AIRC
Intervista a Anna Chiara De Luca, ricercatrice AIRC al CNR di Napoli
FOCUS
33
come contributi cruciali allo sviluppo
economico globale, e negli ultimi anni, al
progresso verso il raggiungimento degli
obiettivi dell’Agenda 2030 (un programma
di azione sottoscritto dai capi di Stato di 193
paesi durante un incontro delle Nazioni Unite
il 25 settembre 2015, n.d.r) per lo Sviluppo
Sostenibile.
L’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 delle Nazioni
Unite è quello più di tutti incentrato sulla
parità di genere e l’emancipazione femminile.
L’eguaglianza, in questo senso, non è solo
un diritto fondamentale, ma anche un
fondamento necessario di un mondo più
prospero e sostenibile.
Come ogni anno, la Giornata Internazionale
delle Donne e Ragazze nella Scienza è
l’occasione per aumentare la consapevolezza
e sensibilizzare l’opinione pubblica verso
le disparità di genere nel campo e il libero
accesso di donne e ragazze alla ricerca.
UnrecentissimostudiopubblicatosuFrontiers
in Bioengineering and Biotechnology
conferma l’importanza delle donne nel campo
della ricerca.
Un gruppo di ricercatori del Consiglio
nazionale delle ricerche (Cnr) ha sviluppato
e combinato nuove tecnologie di imaging
per l’identificazione delle cellule tumorali
circolanti nel sangue (CTC). L’innovativo
strumento consente di identificare le cellule
tumorali nel sangue attraverso il metabolismo
del glucosio e potrà facilitare la diagnosi e
la scelta delle terapie più appropriate per
combattere i tumori.
Il gruppo di ricerca è stato coordinato da Anna
Chiara De Luca, ricercatrice AIRC al CNR di
Napoli.
Per saperne di più Health Online ha intervistato
Anna Chiara De Luca alla quale ha rivolto
qualche domanda anche sull’importanza
del contributo femminile nella Scienza e in
generale nelle discipline STEM.
Come nasce e perché lo studio?
Lo studio nasce dalla necessità di sviluppare
una metodica innovativa per l’identificazione
delle cellule tumorali circolanti (CTCs)
tra le cellule del sangue. Le cellule
Anna Chiara De Luca
tumorali circolanti sono cellule tumorali
verosimilmente responsabili della diffusione
delle metastasi, derivano da tumori solidi e
circolanonelsangueperiferico.Ilrilevamento,
la quantificazione e la caratterizzazione di tali
cellulepossonoessereutilizzatipermonitorare
la progressione e la farmacoresistenza dei
tumori. Individuare un tumore attraverso
l'analisi del sangue è un approccio che
potrebbe trasformare la diagnosi e la cura di
questa malattia e quindi di notevole interesse.
Tuttavia, tali le cellule sono molto eterogenee,
in taluni casi, significativamente diverse dal
tumore primario, e sono presenti in quantità
minime, e pertanto difficili da individuare con
test di laboratorio convenzionali. L’obiettivo
del nostro studio è sviluppare un metodo
di identificazione per le CTCs che possa
essere utilizzato per tutti i tipi di tumori,
quindi generico, che sia altamente sensibile
e specifico e sia anche non distruttivo,
consentendo una successiva caratterizzazione
delle cellule indentificate.
Quali sono stati i risultati raggiunti?
I nostri esperimenti hanno portato alla
messa a punto di un approccio nuovo per
l’identificazione delle CTCs. Le cellule
tumorali hanno la capacità di assimilare
grandi quantità di glucosio, fino a dieci volte
più velocemente di quanto facciano le cellule
normali. La microscopia Raman è stata
utilizzata per studiare l’assorbimento delle
34
molecole di glucosio da parte delle cellule
tumorali e osservarne il metabolismo. Si
tratta di un sistema di radiazione laser con
il quale vengono illuminate le molecole, che
permette di identificarle in maniera univoca,
come una sorta di impronta digitale, senza
utilizzare particolari marcature. La capacità
delle cellule tumorali di assorbire il glucosio
più velocemente determina l'accumulo di
lipidi in forma di goccioline, diversamente da
quanto accade, per esempio, con i leucociti,
le cellule sane del sangue. Questo fornisce un
parametro affidabile per distinguere le cellule
tumorali da quelle del sangue. Per individuare
le goccioline lipidiche con tempistiche
simili a quelle di uno screening rapido,
è stata combinata la microscopia Raman
con l’imaging olografico in polarizzazione
(PSDHI). Questa tecnica di imaging permette
di identificare la morfologia delle cellule
e mappare le proprietà birifrangenti
delle goccioline lipidiche. È così possibile
distinguere le CTC dai leucociti in pochi
secondi, con un’affidabilità vicina al 100%.
Questo approccio pone le basi per lo sviluppo
di un nuovo metodo di isolamento delle
cellule tumorali, semplice e universalmente
applicabile. La raccolta e la successiva coltura
in vitro delle CTC, potrebbe consentire di
esaminare le loro caratteristiche genetiche
e biochimiche e valutarne la sensibilità a
farmaci specifici. In futuro ci prefissiamo
di valid are la nostra tecnica con studi
preclinici e clinici in modo da metterla a
completa disposizione dei medici che saranno
facilitati nella diagnosi e nella scelta delle
terapie più indicate.
Qual è stato il suo ruolo?
Il mio ruolo è stato quello di ideare e
disegnare il progetto scientifico, di attivare
una collaborazione con colleghi biologi e
ingegneri per la realizzazione dei diversi
aspetti del progetto, di supervisionare e
partecipare attivamente sia agli esperimenti
che alla scrittura poi dell’articolo scientifico.
Quando e perché ha deciso di intraprendere
la carriera nell’ambito della ricerca?
Già da bambina avevo deciso che da grande
avrei fatto o la ballerina o la scienziata. Il
sogno è poi diventato realtà al liceo. Grazie
all’incoraggiamento della mia professoressa
di matematica, Tina Spampanato, presi la
decisione di iscrivermi alla facoltà di fisica. Mi
sono laureata in fisica e conseguito il dottorato
di ricerca a Napoli, poi sono emigrata in
Scozia, all’università di St Andrews, dove sono
stata per quattro anni. Visto che desideravo
più di ogni cosa che le mie attività di ricerca
avessero un forte impatto sociale, è stato
praticamente inevitabile orientarsi verso la
diagnostica medica. Ho avuto l’opportunità di
rientrare in Italia grazie ad un bando dell’Airc.
Ma sono felice dell’esperienza all’estero, la
rifarei cento volte. Il confronto con gli altri è
fondamentale. Oggi la mia ispirazione viene
dall’infinita e profonda passione per il mio
lavoro. Passione che si alimenta con uno
studio continuo e con le continue sfide poste
dai medici e biologi con cui ho il piacere di
lavorare ogni giorno.
Quali sono stati gli ostacoli che ha dovuto
affrontare?
Rientrare in Italia non è stato semplice, ma
grazie ad AIRC avevo la possibilità di creare
un mio laboratorio. È stato un salto nel buio
e una delle sfide più grandi, ma con tanto
lavoro e tanta caparbietà ho realizzato il mio
sogno. Oggi sono I Ricercatrice presso il CNR,
e coordino un gruppo di ricerca composto
da diversi ricercatori e studenti italiani e
stranieri (tre donne e due uomini), ma anche
moglie e mamma di tre bambini. Non pensavo
che la famiglia fosse compatibile con il lavoro
di ricerca, ma non è così. Dopo la nascita di
ciascuno dei miei tre figli, ho continuato a
lavorare da casa, studiando, scrivendo diversi
articoli, seguendo gli studenti e i postdoc
nei loro esperimenti o scrivendo progetti.
Quando, ho iniziato il più recente progetto IG
grant AIRC avevo il pancione e di lì a poco
sarebbe nata la piccola Ginevra. Nonostante
le difficoltà, i risultati ci sono e sono tangibili.
La ricerca mi rende felice e credo che una
madre felice sia una buona madre. Ed è una
soddisfazione sentire da mio figlio Lorenzo
che vuole studiare le stelle o da Erica che da
grande farà la scienziata.
Asuogiudizio,perchéoggic’èancora ungrande
35
divario di genere nelle discipline STEM?
A mio avviso, il divario di genere nelle
discipline STEM è il risultato di stereotipi e
credenze che vengono esercitati, a volte anche
in maniera inconsapevole, sia in ambito
familiare che scolastico. Per fortuna oggi la
situazione è migliorata, ci sono sempre più
donne che lavorano in settori storicamente
maschili, ma sicuramente non siamo arrivati
a rompere il cosiddetto “soffitto di cristallo”.
Sogno un futuro prossimo in cui non ci siano
limiti a quello che una bambina immagini
di poter diventare. È quindi fondamentale
che anche i più giovani, le famiglie e gli
educatori siano sottoposti a campagne di
sensibilizzazione. La carriera scientifica
per una donna diventa una salita faticosa
principalmente quando si cerca di conciliarla
con la maternità e la famiglia, è qui che
nascono evidenti disparità. La presenza
femminile nella scienza (come in altri settori)
dovrebbe essere sostenuta da un supporto
sociale generale, sembra scontato dirlo, ma
bisognerebbe prendere esempio da altri paesi
europei, che con politiche specifiche, tutelano
la maternità come un bene comune.
Quanto è importante celebrare le donne
nella scienza?
Celebrare le donne nella scienza è
fondamentale proprio per sensibilizzare
sia l’opinione pubblica che la politica su
questo argomento tanto delicato quanto
fondamentale. Celebrare le donne che hanno
avuto carriere scientifiche eccellenti aiuta
a far conoscere questi personaggi al grande
pubblico in modo che possano diventare
fonte d’ispirazione per le giovani donne che
sognano di intraprendere una carriera nel
settore scientifico.
Concludiamo con un suo messaggio per le
giovani che vorrebbero intraprendere la
carriera nella ricerca…
Fare scienza è bellissimo. Non posso negare
che il mondo della ricerca è un mondo difficile
e insidioso, richiede una dedizione costante
e una formazione continua, ma alle giovani
donne che ambiscono a diventare scienziate
non posso che dire di impegnarsi al massimo
e seguire le proprie passioni.
36
L
’innovativa medaglietta AIDmyPET, utile
e pratico libretto sanitario digitale per
i nostri amici a 4 zampe e di sicurezza in
caso di smarrimento, sempre a portata di collare,
è stata ideata specificatamente per garantire la
tutela e la sicurezza degli animali d’affezione e
poterli tenere sempre con noi ovunque andiamo,
soprattutto durante i nostri viaggi, essendo nota
la problematica dell'impossibilità di lettura del
microchip sotto pelle, se ci si trova fuori dalla
regione di residenza.
La medaglietta AIDmyPet, progettata e sviluppata
dalla società Audens srl, è resistente all’acqua,
ed essendo leggibile in 5 lingue, italiano,
inglese, francese, tedesco, spagnolo, è un valido
passaporto sanitario internazionale. Inoltre, in
caso di smarrimento, chiunque, avvicinando
il cellulare alla medaglietta, potrà leggere
facilmente il numero del proprietario e riportarlo
a casa.
Economicamente alla portata di tutti, la
medaglietta salvavita è totalmente made in Italy
e e da aprile sarà prodotta in plastica riciclata
100% da raccolta differenziata porta a porta.
Attenzione doverosa alla salute anche del nostro
della Redazione
TECNOLOGIA
LA MEDAGLIETTA SALVAVITA AIDMYPET
PER I NOSTRI AMICI ANIMALI
37
ambiente oltre che dei nostri fedeli amici.
Abbiamo incontrato Monica Cerin, Founder di
Audens srl.
D.ssa Cerin, ci racconta qualcosa in più
riguardo questo utile accessorio per i nostri
amici a quattro zampe?
AIDmyPet è un’innovativa medaglietta
resistente all’acqua che utilizza il TAG
AIDNFC come metodo di trasmissione dati a
chiunque abbia uno smartphone abilitato.
È adatta ad ogni tipo di collare e utilizza il
TAG AIDNFC come metodo di trasmissione
dati. Contiene tutte le informazioni mediche
e i numeri di emergenza per la cura, tutela
e sicurezza degli animali. Un semplice
gesto può aiutare un animale smarrito
senza dovere cercare un veterinario nelle
vicinanze, l’unico in grado di leggere il suo
microchip.
Come funziona?
Grazie alla tecnologia NFC, già presente
nelle impostazioni del 90% degli smartphone
Android e IOS, può essere letta da chiunque
avvicini ad essa il proprio cellulare abilitato,
senza scaricare alcuna App.
È molto semplice: per attivarla basta
avvicinare uno smartphone alla scritta
sulla medaglietta. Verrà visualizzata una
pagina nella quale si potrà inserire tutti i
dati medici e i contatti di emergenza. Con
il proprio cellulare ogni utente può leggere
tutto il contenuto della medaglietta e avere
immediatamente a disposizione i dati che
servonoperuninterventomirato,adesempio,
per ritrovare il padrone di un animale che si
è smarrito o in caso di necessità. Solo l’utente
che possiede la password può cancellare o
modificare le informazioni che lui stesso ha
inserito.
Che tipo di dati vi si possono inserire?
La medaglietta è ideata per contenere le
informazioni medico-sanitarie e i contatti
Monica Cerin
di emergenza relativi all’animale che lo
indossa, visibili in caso di necessità a
chiunque avvicini il proprio dispositivo
cellulare al logo.
Il TAG AIDmyPet consente di inserire non solo
i dati medici dell’animale da compagnia, ma
anche le informazioni riguardanti i contatti dei
proprietari per facilitare le ricerche in caso di
smarrimento.
Sembra uno strumento semplice...
E lo è! I soli campi obbligatori per l’utente
sono: il numero di telefono, la password e le
Condizioni di Utilizzo/ Privacy da accettare.
Inoltre, consente di creare Super Utenti
(*medici veterinari) in grado di eseguire
la prima registrazione per l’utente finale
al quale, però, andrà chiesto di inserire il
numero di telefono e accettare le condizioni
in seguito, registrando immediatamente le
cure eseguite. Il sistema, poi, si prenderebbe
carico di generare i promemoria per l’utente
finale sulla base dei farmaci in uso come
richiami/scadenze/suggerimenti). Eventuali
cure domiciliari e appuntamenti sarebbero
inserite dal veterinario stesso.
Una vera e propria banca dati veterinaria
quindi?
Esattamente. Nella semplicissima interfaccia
di AIDmyPet è possibile inserire una grande
quantità di dati utili, tra cui i numeri di
38
telefono del proprietario, le patologie, le
allergie, il veterinario di fiducia e molto
altro. La medaglietta può diventare quindi
un dispositivo dalle molteplici funzioni.
Non solo strumento utile in caso di
smarrimento del proprio animale ma anche
una vera e propria banca dati delle cure
in corso e precedenti dell’animale. Facile
da consultare anche in caso di cambio del
medico veterinario o per sola necessità
dell’utente. Sarebbe infatti possibile scorrere
e analizzare tutte le cure adottate e le
eventuali annotazioni dei medici veterinari
semplicemente accedendo tramite la
medaglietta.
In quale situazione può tornare utile
possedere una medaglietta AIDmyPET?
SonomolteplicilesituazioniincuiAIDmyPET
si rivela uno strumento fondamentale.
Innanzitutto, quando è necessario eseguire,
prima di intervenire, una rapida verifica dello
stato di salute dell'animale, per esempio in
caso di incidente: conoscere le patologie e le
terapie farmacologiche in corso è essenziale
per agire nel modo più corretto, recuperando
secondi preziosi e limitando i possibili danni.
In secondo luogo, avere sempre a portata di
collare la cartella clinica del nostro animale,
ci fa viaggiare più sereni.
La valenza e l'utilità della medaglietta
salvavita AIDmyPET è stata riconosciuta
dall’ENPA, Ente Nazionale Protezione
Animali che l’ha patrocinata e la sta
proponendo e divulgando in ogni suo canale
di comunicazione.
Anche il Dr. Marco Melosi, Presidente di
ANMVI, Associazione Nazionale Medici
Veterinari Italiani, la considera un valido
aiuto per i medici che devono curare, oltre
i propri pazienti affiliati, anche quelli
sconosciuti. Inoltre, anche il MUSEO DELLA
SCIENZA E TECNOLOGIA DI MILANO,
è un nostro collaboratore e sostenitore
del progetto soprattutto in merito alla
pubblicazione del libro ARTÙ per TU con
Enrica La Museo.
39
Con un caffè sospeso in sanità, Banca delle Visite raccoglie donazioni per offrire
prestazioni mediche a persone in difficoltà che non possono permettersi una visita privata né
attendere le tempistiche del Servizio Sanitario Nazionale in caso di bisogno e urgenza.
Aiutaci anche tu!
Si può sostenere Banca delle Visite con:
· una donazione liberale su bancadellevisite.it
· un bonifico bancario IBAN IT 67 Q 0306 9096 0610 0000 140646
Causale: Donazione per il progetto Banca delle Visite
· il tuo 5x1000 devolvendolo al C.F. 97855500589
· con un acquisto sullo shop solidale
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SEI UN MEDICO?
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Insieme doniamo salute
40
N
ella rubrica dedicata al sociale ecco
un libro che segnaliamo con piacere:
“ARTÙperTU con Enrica al Museo”: una
storia fantastica, scritta dal giornalista Andrea
Bertuzzi, rivolta a bambini e ragazzi ma fruibile
anche da un pubblico adulto, che ha lo scopo di
sensibilizzare su importanti temi legati al mondo
degli animali, quali l’atto di responsabilità che
comporta l’adozione o l’acquisto di un cane o di un
gatto, l’importanza delle cure veterinarie, la tutela
e la sicurezza degli animali da compagnia, la lotta
all’abbandono, il pericolo del randagismo.
Da un’idea di Audens, azienda attiva nel campo
dell’innovazione tecnologica, con il patrocinio di
ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) e del
Comune di Milano, in collaborazione con il Museo
della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci.
ProtagonistadellastoriaèArtù,uncanegiornalista,
famoso per la sua capacità di condurre toccanti
interviste con il format “ARTÙperTU”. Un giorno
viene rapito, ma facendo affidamento sul suo fiuto
(per il buon cibo) riesce a sfuggire ai sequestratori.
Vagando da solo per Milano, arriva al Museo
Nazionale della Scienza e della Tecnologia, dove
conosce la saggia gatta Enrica: sarà lei ad aiutarlo a
ritrovare la sua famiglia, anche grazie ad AIDmyPet,
l’innovativa medaglietta salvavita, lanciata da
Audens nel giugno 2021 in contemporanea al libro.
Pur essendo frutto di fantasia, la storia ha come
protagonisti due animali domestici esistenti, che
sono stati fotografati al Museo Nazionale della
Scienza e della Tecnologia per illustrare il libro:
Artù, star di Instagram con migliaia di followers
(@artupertu_official) anche nella realtà, è il golden
retriever di Andrea Bertuzzi; insieme hanno
condotto al Teatro dal Verme di Milano diverse
edizionidel“DreamersDay”,dovehannoinaugurato
il format di interviste “ARTÙperTU”. La gatta Enrica
“abita” davvero al Museo Nazionale della Scienza e
della Tecnologia e la sua storia, legata a quella del
sottomarino Enrico Toti, ha interessato in passato i
media nazionali. Anche i due cani Choco e Margot
della Redazione
SOCIALE
“ARTÙPERTU CON ENRICA AL MUSEO”
Il libro solidale sugli animali e per gli animali, ambientato al Museo della Scienza
e della Tecnologia di Milano. I proventi a favore di ENPA
41
sono reali: in passato abbandonati dai loro
padroni, sono oggi felici e coccolati grazie a
ENPA, che si è preso cura di loro e li ha fatti
adottare da famiglie premurose e attente.
Un’avventura a lieto fine quella di Artù, anche
grazie, dicevamo, alla medaglietta salvavita
AIDmyPet, ideata da Audens per la sicurezza e
la salute degli amici a quattro zampe.
In caso di emergenza o smarrimento
dell’animale che la indossa, chiunque,
avvicinando lo smartphone alla scritta
AIDmyPet,puòleggereidatiinseritieriportarlo
a casa, senza la necessità di ricercare un
veterinario nelle vicinanze in grado di leggere
il microchip sottocute. La medaglietta è anche
un prezioso passaporto sanitario dell’animale
perché contiene, oltre ai recapiti telefonici
del proprietario e del veterinario, patologie,
allergie, profilassi, vaccinazioni e molte altre
importanti informazioni. Comunica con gli
smartphone abilitati senza il bisogno di App:
necessita solo del lettore NFC in modalità
ON tra le impostazioni del telefono e di una
connessione attiva.
Il libro è disponibile nei migliori negozi di
animali e presso lo Shop del Museo della
Scienza e della Tecnologia di Milano. Online
sul sito di ENPA, nella sezione dedicata alle
iniziative solidali. Il ricavato delle vendite sarà
devoluto da Audens a favore delle attività di
adozione a distanza effettuate da ENPA.
Le prefazioni sono a cura di Fiorenzo Galli,
Direttore Generale del Museo Nazionale della
Scienza e della Tecnologia, Carla Rocchi,
Presidente di ENPA, Marco Melosi, Presidente
di ANMVI (Associazione Nazionale Medici
Veterinari), e Roberta Guaineri, Assessora a
Turismo, Sport e Qualità della vita del Comune
di Milano.
42
B
anca delle Visite è circuito solidale nato nel
2017 dell’omonima Fondazione Onlus per
favorire il diritto alla Salute e promuovere
la cultura del dono e dell’aiuto reciproco,
supportando le persone che non possono
permettersi una visita medica privata e devono
curarsi in tempi ristretti rispetto alla disponibilità
del servizio sanitario nazionale. Il circuito è attivo
in tutta Italia.
Rendere la salute accessibile a tutti garantendo
cure mediche solidali necessarie in modo
rapido, gratuito e nel rispetto della dignità
umana, è la mission con cui la Fondazione Banca
delle Visite Onlus opera a livello nazionale.
Ispirata alla tradizione del caffè sospeso
napoletano Banca delle Visite Onlus raccoglie
donazioni da privati e aziende per offrire
prestazioni specialistiche ed esami diagnostici a
chi, vivendo uno stato di disagio economico, di
salute o familiare, anche temporaneo, a causa
di perdita di lavoro o difficoltà familiari, si
troverebbe costretto a rinunciare a causa delle
liste spesso lunghe della sanità pubblica.
Banca delle Visite Onlus rappresenta un unicum
nel panorama nazionale delle piccole onlus e
una vera innovazione nel panorama delle attività
legate al welfare sociale, come supporto concreto
ad una realtà che vede una quantità di nuova
povertà emergente e tanta difficoltà da parte di
famiglie anche normalissime, a fare i conti con
un budget familiare ristretto:
• È una Onlus relativamente giovane ma attiva su
tutto il territorio nazionale
• È in grado di aiutare tempestivamente persone
di tutte le età nella loro città e secondo eventuali
esigenze logistiche
• È in grado di rispondere e garantire qualunque
richiesta di aiuto, sia per visita specialistica
che per esami diagnostici, effettuando la
prestazione anche a domicilio o in televisita.
Il circuito si avvale del supporto di tanti Amici
Sostenitori e Amici Point come associazioni e
altre realtà sul territorio quali parrocchie, Caritas,
di Michela Dominicis
SOCIALE
UN GRANDE AVVIO DI 2023
PER BANCA DELLE VISITE ONLUS:
TANTE PRESTAZIONI DONATE TRA VECCHIE
E NUOVE PARTNERSHIP
43
Avis, Lions, Rotary Club, Croce Rossa, Croce
Verde e altre realtà del terzo settore ma
anche attività commerciali, uffici ed enti che
in maniera volontaria rappresentano il primo
punto di contatto sul territorio divulgando
il messaggio solidale e collaborando a varie
iniziative di informazione e promozione del
circuito, oltre ad essere delle vere e proprie
‘sentinelle’ sul territorio segnalando i casi di
fragilità.
Dopo aver chiuso il 2022 con il grande risultato
di 930 prestazioni effettuate, con una crescita
esponenziale rispetto all’anno precedente, il
primo bimestre del 2023 di Banca delle Visite
è subito all’insegna della riconferma di una
generosità e un’operosità che ha consentito
di erogare già oltre 400 visite sul territorio
nazionale, con l’obiettivo dichiarato di andare
ad allargare il circuito solidale anche nelle
regioni finora non coperte, come la Calabria
ad esempio, dove la Fondazione ha registrato
in queste prime settimane dell’anno la prima
adesione di un nuovo Amico Point che fungerà
da primo avamposto e sentinella sul territorio.
Le attività proseguono su tutti i fronti: da
quello degli Amici Sostenitori che continuano a
diffondere il messaggio solidale, ai Superdottori
che si convenzionano al circuito per offrire visite
a prezzi calmierati.
Credendo inoltre nella sinergia con le
istituzioni e gli altri enti del terzo settore
aventi in comune il desiderio di contribuire al
benessere del proprio territorio, Banca delle
Visite ha iniziato ormai da oltre un anno a
coinvolgere i Comuni Amici, che, trovando
in Banca delle Visite un ottimo strumento
da affiancare alle proprie iniziative di
politiche sociali, aderiscono ormai sempre
più facilmente, grazie anche agli esempi
delle prime amministrazioni che hanno
dato il là alle adesioni.
Il coinvolgimento delle amministrazioni
locali garantisce una più ampia diffusione
dell’iniziativa solidale attraverso il patrocinio
o la sottoscrizione di un protocollo d'intesa
con la Fondazione allo scopo di mettere il
servizio a disposizione della comunità per
aiutare più persone possibili e di favorire la
collaborazione con le realtà del territorio.
La vision della Banca delle Visite Onlus è
dunque contribuire a migliorare il benessere
della comunità, divulgando un servizio
di utilità sociale per tutelare la salute e
promuovere la prevenzione contro la povertà
sanitaria, così rappresentando un vero e
proprio strumento di welfare sociale in linea
con gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile
dell’Agenda ONU 2030.
ALCUNE CAMPAGNE SIGNIFICATIVE
È per questo che Banca delle Visite può
contare su un attivo di campagne importanti:
come la campagna di Prevenzione
#metticiilcuoreTALKS in collaborazione con
Armolipid Italia che ha totalizzato tra ottobre
e dicembre 2022 il risultato fantastico di oltre
600 visite donate, che sono state erogate
entro fine febbraio.
Altro grande successo è la Campagna
TempoSospeso.org, tutt’ora in corso, grazie
alla quale sono già state erogate oltre 400
visite su tutto il territorio nazionale, in
collaborazione con la Fondazione Lab00
Onlus – Spesa Sospesa.org.
Una mission sociale che non sfugge anche
ad aziende esterne e realtà che iniziano
a guardare Banca delle Visite in maniera
sempre più interessante, allo scopo di
realizzare progetti dal valore sociale: questo
primo bimestre dell’anno ha portato dunque
tra le varie partnership quella con DOCTOR
APP, grazie ad Alessandro Giraudo, CEO
e founder Doctor App che ha fortemente
creduto in questa sinergia e ha proposto
alla Fondazione di integrare il suo prezioso
servizio all’interno del suo ecosistema
digitale.
44
«La salute è un diritto che dovrebbe essere
uguale per tutti. I nostri Superdottori potranno
mettersi a disposizione per delle visite
solidali. E le prime dieci le dona direttamente
DoctorApp» ha dichiarato Giraudo, che ha
aggiunto: «Banca delle Visite aiuta chi non può
permettersi una visita medica a pagamento, chi
non può attendere i tempi del Servizio Sanitario
Pubblico, chi ha bisogno di cure immediate.
Obiettivi che in DoctorApp condividiamo
appieno. Ho creduto in questo accordo fin
dall’inizio. Ci teniamo a tutelare le fasce più
deboli della popolazione e sono contento che ora
la startup che ho fondato possa fare qualcosa
di concreto in questa direzione. Ecco perché le
prime dieci visite saranno donate direttamente
da DoctorApp: vogliamo dare il buon esempio».
I professionisti che si metteranno a
disposizione per una visita solidale attraverso
DoctorApp otterranno il badge di SuperDOC
così da poter comunicare a tutti il proprio
impegno.
App e piattaforma faranno in modo da
rendere l’intero processo agile e funzionale.
«Si tratta di una partnership in cui vincono
tutti. I cittadini più fragili potranno accedere
alle cure senza lunghe attese o costi onerosi,
i nostri professionisti potranno fare del bene
e ottenere in cambio una meritata visibilità,
Banca delle Visite si farà conoscere da un circuito
di specialisti in crescita e DoctorApp renderà
finalmente concreta e tangibile la sua vocazione
sociale» ha concluso Giraudo.
600
PRESTAZIONI DONATE!
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ABBIAMO LA RISPOSTA PRONTA
Health Assistance fornisce le soluzioni più qualificate in ambito di salute integrativa, servizi sociali e
assistenza sanitaria, per privati e aziende. Siamo un Service Provider indipendente sul mercato
dell’Assistenza Sanitaria Integrativa, dei servizi Socio Assistenziali e Socio Sanitari, nel comparto
del Welfare Aziendale e privato. Per offrirti il meglio, abbiamo stipulato accordi e convenzioni con
le più accreditate Società di Mutuo Soccorso, Casse di Assistenza, Fondi Sanitari e Compagnie di
Assicurazione, nonché Cooperative, Società di Servizi, strutture sanitarie e liberi professionisti.
Per i servizi sanitari e socio assistenziali,
anche domiciliari:
Numero Verde: 800.511.311
Numero dall’estero: +39 06 90198080
Health Assistance S.C.p.A.
c/o Palasalute
Via di Santa Cornelia, 9
00060 Formello (RM)
Per le strutture del Network o a coloro che
intendano candidarsi al convenzionamento
Ufficio Convenzioni: 06.9019801 (Tasto 2)
email: network@healthassistance.it
www.healthassistance.it
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P
roprio perché il Welfare Aziendale
rappresenta il miglior strumento per
migliorare il rapporto con i dipendenti,
questa settimana ho intervistato Corrado
Malighetti, CEO di Naster srl ed imprenditore che
ci spiega come, grazie al Welfare, ha ottenuto e sta
ottenendo importanti risultati nella sua azienda.
Come nasce l’idea di Naster e di cosa si occupa?
È stata fondata da mio padre nel 19 ottobre 1981 con
l’ideadiprodurrenastriadesivineutriepersonalizzati
per l'imballaggio, cioè per la chiusura delle scatole in
cartone contenenti diversi tipi di oggetti.
Da lì, fino al 1996, l'azienda ha avuto una ascesa
importante con lo sviluppo dei nastri adesivi.
Io nel 1996 ho iniziato a lavorare in azienda,
ho fatto 3 anni di gavetta pura partendo dagli
impianti, lavorando nell’ufficio del personale e
nell’amministrazione per poi affiancare mio padre
nel suo lavoro.
Mio padre ha avuto un infarto nel 2001 e ha smesso
di lavorare. In quel momento ho ereditato l’azienda
e ho cominciato a trasformare l’azienda ed a inserire
nelle produzioni attuali il film protettivo che è il
core business attuale.
Qual è la mission e quali sono gli obiettivi
principali dell’azienda?
La mission dell'azienda aveva origini ben diverse
dalla mission attuale. La mission attuale è quella di
incrementare la propria ricchezza per ridistribuirla
ai propri collaboratori e le loro famiglie. Lo faremo
diventando società benefit e costituendo una
fondazione che si chiamerà Fondazione Edge, la
cui mission sarà quella di fare opere sociali. Lo farà
inizialmente sul territorio Bergamasco e Lombardo
con l'obiettivo di arrivare poi in ambito nazionale
per lasciare un contributo utile e concreto nell'aiuto
delle persone.
Ovviamente, per raggiungere questo obiettivo
ho dovuto strutturare l'azienda, quindi rendermi
sempre meno dipendente e interdipendente
dell'azienda e meno operativo.
Hai un team con il giusto mix di competenze?
Investiamocirca80.000€all’annosiasullaformazione
personale che professionale dei lavoratori. L'azienda
ha una struttura certa, ha una mappatura sicura
delle informazioni.
In ogni ruolo c'è un responsabile competente con
un giusto mix di persone e competenze.
Ovviamente abbiamo ancora tanta strada da fare,
ma siamo sulla strada giusta.
Quanto sono importanti le persone che lavorano
con te?
La nostra filosofia è quella che se le persone sono
serene, in equilibrio con loro stesse e con la loro
vita, anche al lavoro, possono portare dei risultati
superiori a quelli che ci si aspetta.
Dirigo l'azienda esattamente dal 2001 e le persone
oggi sono importantissime. Fino a qualche anno
fa lo erano, ma solo sulla carta, perché avevo poca
fiducia nel team. Oggi invece, avendo epurato
il team dai vampiri di energia, avendo tutte le
persone con una carta dei valori simile, persone
che sono coese, affiatate si è creato un ottimo clima
di Riccardo Troiano
WELFARE
ILWELFARE VISTO DA UN IMPRENDITORE