3. Su di me: tre universit`a, tre discipline
c 2013 Michele Gobbo
4. Il fascino dell’interlinguistica sui tre fronti
dal punto di vista linguistico, offre una serie di casi studio – in
particolare l’esperanto – che pongono problemi teorici,
sociolinguistici e di politiche linguistiche piuttosto interessanti;
da un punto di vista filosofico, offre una linea di riflessione sulla
natura della conoscenza e la relazione tra linguaggio e mondo
(epistemologia) e anche sulla relazione tra lingua e potere (etica);
da un punto divista dell’informatica, la regolarit`a di una lingua
come l’esperanto facilita la sua codifica in termini computazionali
rispetto alle lingue storico-naturali.
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5. Che cos’`e l’interlinguistica? La vecchia scuola. . .
A new science is developing, Interlinguistics – that branch of the
science of language which deals with the structure and basic
ideas of all languages with the view to the establishing of a
norm for interlanguages, i.e. auxiliary languages destined for
oral and written use between people who cannot make
themselves understood by means of their mother tongues.
Otto Jespersen (1931)
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6. Le maggiori Lingua Ausiliari Internazionali (LAI)
Volap¨uk (1879) di Johann Martin Schleyer;
Esperanto (1887) di Ludovico Lazzaro Zamenhof;
Latino sine Flexione (1903) di Giuseppe Peano;
Ido (1908) di Louis de Beaufront e Louis Couturat;
Occidental (1922) di Edgard de Wahl, poi Interlingue;
Novial (1928) di Otto Jespersen;
Basic English (1930) di Charles K. Ogden;
Interlingua (1951) sostenuto dalla IALA, dopo il lavoro di
Alexander Gode in particolare.
Si pensi inoltre a chi sostiene il latino come lingua viva.
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7. Un ramo della linguistica non ortodosso
Interlinguistics is an unorthodox branch of language science.
The researchers are found in universities, post-graduate
institutes, and the research departments of software companies,
but also in libraries, volunteer language movements, and in their
private studies.
Klaus Schubert, 1989
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8. La storia della idea di una LAI
Sono due i concetti chiave dietro tutte le proposte di LAI:
1. internazionalit`a
2. neutralit`a
Come vengono declinati i due concetti dipende dal contesto storico.
Questi aspetti li possiamo vedere insieme nel corso di Interlinguistics
(in inglese, a Settembre-Ottobre).
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9. Quale lingua per la comunicazione scientifica?
Prima dell’ascesa dell’inglese come lingua globale, dalla Rivoluzione
Scientifica di Copernico il latino non bastava pi´u, e alla fine
dell’Ottocento diverse lingue vennero usate per risolvere la ‘Babele
scientifica’.
Il volume di Michael D. Gordin Scientific Babel (2015) narra la storia
del francese, tedesco, inglese e russo come lingue scientifiche ma
anche del piccolo ma significativo ruolo a inizio Novecento di
esperanto e ido.
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11. Bruno Migliorini, giovane esperantista
40 anni e un giorno fa moriva Bruno Migliorini. Nato a Rovigo nel
1896, si stabilisce nel 1914 a Venezia poi con la Grande Guerra si
iscrive alla Facolt`a di Lettere di Padova durante il servizio militare.
Apprende l’esperanto nel 1913 a seguito di una conferenza di Achille
Tellini, naturalista, geologo ed esperantista che tra l’altro promuoveva
il friulano (inteso come ‘ladino’, fino al Canton dei Grigioni)
attraverso la rivista La Patrije Ladine supplemento de L’esperanto.
Grazie all’amico Antonio Paolet (Paulet) di San Vito al Tagliamento,
proprietario di una tipografia, Bruno Migliorini pubblicher`a nel 1922 il
manuale di Esperanto in uso da generazioni.
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12. Bruno Migliorini e l’esperantologia
I suoi saggi di interlinguistica ed esperantologia spaziano dal
confronto-scontro con il Latino sine Flexione (LsF) di Giuseppe Peano
all’etimologia delle radici esperanto agli elementi artificiali del lessico
nelle cosiddette “lingue naturali.”
Sono stati raccolti in un volume pubblicato da Edistudio (Pisa,
1985/2006).
L’idea che le lingue siano un prodotto culturale, largamente cosciente
a livello lessicale, guider`a la sua attivit`a italianistica.
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13. Dalla prefazione al manuale di esperanto (1922)
L’uomo per sua natura cammina coi piedi... e natura dei piedi `e di
rovinarsi all’attrito dei sassi. La soluzione pi`u semplice che si sia
trovata fin qui per camminare sui sassi `e quella di mettersi le scarpe.
Orbene, terribile a dirsi, le scarpe sono una invenzione “artificiale”. E
artificiali sono le strade, e i ponti e i treni... – artificiale `e s´ı, quasi
tutta la nostra civilt`a. Si obietta che la lingua, invece, non pu`o essere
artificiale... In gran parte questa obiezione su null’altro si fonda che
sulla troppo ristretta concezione della lingua che i Romantici ebbero e
misero di moda... vera lingua era solo la lingua popolare... Non v’`e
dialetto popolare che non abbia risentito della lingua letteraria, non
v’`e, soprattutto, lingua letteraria e culturale che non abbia svolto
“artificialmente” i suoi mezzi espressivi. Orbene: le lingue artificiali
meglio costruite sono soltanto un po’ pi´u artificiali delle nostre lingue
culturali.
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14. Il periodo romano
Dopo la laurea, nel 1920, si trasferisce a Roma per insegnare francese
come lettore all’Universit`a fino al 1928. Collabora con il progetto
dell’Enciclopedia Italiana sotto la direzione di Giovanni Gentile e la
guida di Antonio Pagliaro, poi diventa redattore capo. L’esperienza
dello schedario lo porter`a a vedere la dialettica tra creazione
spontanea e arbitraria nel lessico, in italiano e nelle lingue di cultura
europee.
Notevolissimo anche il suo studio Dal nome proprio al nome comune,
in cui mostra le dinamiche delle convenzionalizzazioni. Si pensi a
‘cicerone’, che deriva dalla verruca a forma del famoso oratore
romano.
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15. Gli elementi artificiali del lessico
Migliorini mostra quanti sono gli elementi arbitrari nel lessico delle
lingue di cultura. Esempi:
barocco: mnemotecnica pedante alla maniera della filosofia
scolastica (sec. xvi);
gas: latinizzazione del neerlandese geest del chimico van Helmont
di Bruxelles (sec. xvii);
kodak: onomatopea per l’apertura dell’otturatore delle macchine
fotografiche, inventata da George Eastman;
utopia: ‘non-luogo’, inventato dal filosofo inglese Thomas More
(1516);
vandalismo: dell’abate Gr´egoire, vescovo di Blois, contro gli eccessi
rivoluzionari (1793);
folclore: dello scienziato inglese Thomas (1846), etc.
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16. La concezione neopurista della neologia
Migliorini introduce l’idea della glottotecnica (ingegneria linguistica)
dove davanti a un forestierismo:
1. viene adattato alla fonomorfologia, come ‘bistecca’;
2. oppure viene sostituito da materiale morfologico esistente: note le
neoconiazioni di Migliorini ‘autista’ (invece di chaffeur) e ‘regista’
(invece di regisseur) del 1932, presto radicate nell’uso.
Va ricordato che nella prima met`a del Novecento l’italiano non era
ancora la lingua comune di tutti gli italiani, per la maggior parte
nativi dialettofoni.
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17. Il periodo fiorentino
Fondamentale `e l’insegnamento svolto dal 1931, che porter`a alla
pubblicazione nel 1960 della sua opera principale e ineguagliabile, la
Storia della lingua italiana. De Mauro ci ricorda che `e Migliorini a
portare l’idea saussuriana di linguistica sincronica in Italia, che integra
la prospettiva diacronica (storia) per adempiere ai compiti
comunicativi della lingua nella societ`a.
Importanti i saggi Lingua contemporanea (1938) e Saggi sulla lingua
del Novecento (1941). Il linguista per Migliorini deve ‘esporre soltanto
pareri’, non ‘imporre decisioni in fatto di lingua’. Ben diverso dalla
‘autarchia linguistica’ di quel periodo.
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18. L’abbandono dell’esperantismo attivo
Lettera all’ing. Peterlongo del 1954 (fonte: Carlo Minnaja):
`E doveroso per me farLe sapere quale `e il mio atteggiamento
rispetto all’E. dal 1938 circa. Dopo aver partecipato
attivamente al movimento per un quarto di secolo, ho dovuto
constatare, che esso era rimasto pressapoco allo stesso punto
che 10, 20, 30 anni prima: un movimento modesto di alcune
migliaia di entusiasti senza sensibile influenza sul mondo pratico.
Pur rimanendo pienamente convinto che una lingua
internazionale artificiale pu`o funzionare bene, e che l’E. `e
perfettamente in grado di rispondere ai principali requisiti di una
lingua ausiliaria, mi sono purtroppo anche persuaso che, salvo
che non intervenga qualche fatto nuovo d’importanza
eccezionale, non c’`e probabilit`a che le cose mutino in avvenire.
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19. Esperantologi all’Orientale di Napoli
Il fratello di Bruno Migliorini, Elio (1902-1988), professore di
geografia all’Istituto Orientale di Napoli, rimarr`a esperantista tutta la
vita, e si occup`o in particolare di didattica dell’esperanto.
Alessandro Bausani (1921-1988), il grande orientalista, esperto di
lingua e letteratura persiana e islamistica – la sua traduzione in
italiano del Corano `e ancora oggi considerata magistrale – scrisse tra
l’altro un libricino, pubblicato prima in tedesco, poi in italiano, dal
titolo Le lingue inventate (1970/1974).
Bruno, Elio Migliorini e Bausani furono tutti accademici dei Lincei (si
veda Pennacchietti 2011).
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21. La generazione del secondo Novecento
Luciano Canepari (U. “Ca’ Foscari”), fonetista, si `e occupato della
fonetica e fonologia dell’esperanto;
Renato Corsetti (U. “La Sapienza”), psicolinguista, si `e occupato
dell’esperanto lingua famigliare;
Giordano Formizzi (U. di Verona), pedagogista, ha tradotto le
opere di Jan Amos Komensky detto Comenio, antesignano
dell’interlinguistica;
Carlo Minnaja (U. di Padova), matematico, si `e occupato di storia
della letteratura in esperanto e del movimento esperantista;
Fabrizio A. Pennacchietti (U. di Torino), orientalista, si `e occupato
della figura di Zamenhof, della classificazione tipologica
dell’esperanto;
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22. La ‘nuova’ generazione di interlinguisti italiani
Davide Astori (U. di Parma), linguista, si occupa delle radici ideali
Zamenhofiane dell’esperanto, e di poesia esperantista;
Federico Gobbo (U. di Torino / Amsterdam), linguista e
informatico, si occupa di sociolinguistica dell’esperanto e delle
lingue di Hollywood, e di grammatiche adposizionali;
Paolo Valore (U. di Milano), storico della filosofia e logico, ha
fondato con Gobbo la rivista on line InKoj, oggi inattiva.
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23. Il Premio Canuto a Parma
Giorgio Canuto, nato a Torino nel 1897, si laurea in medicina nel 1920
e in giurisprudenza nel 1924. Dopo aver insegnato medicina legale,
diventa rettore a Parma nel 1950, dove istituisce tra l’altro la Scuola
di Paleografia Musicale nella sede di Cremona, rinomata in tutto il
mondo.
Attivo sostenitore dell’esperanto, in suo onore viene istituito il Premio
Canuto per la migliore tesi in Interlinguistica ed Esperantologia, che
permette di dare visibilit`a alle numerose tesi di laurea italiane su
questi temi.
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24. La scuola torinese
L’interlinguistica `e nota a Torino fin da Giuseppe Peano (1858-1932),
logico matematico, che propose il Latino sine Flexione, ma al di fuori
della sua attivit`a accademica.
Pennacchietti `e stato allievo di Bausani ed `e professore emerito a
Torino. Il suo insegnamento di Interlinguistica ed Esperantologia,
istituito nel 1994, `e durato 15 anni e ha prodotto diverse tesi di laurea
importanti, fino al 2009.
Dal 2011 `e stata istituita la cattedra di Pianificazione Linguistica e
Lingue Pianificate, ininterrottamente tenuta da Gobbo. Oggi la scuola
torinese prosegue qui ad Amsterdam (si veda Gobbo 2014).
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26. Lucien Tesni`ere e la sintassi strutturale
Lcien Tesni`ere (1893-1954) fu forse l’ultimo esponente della scuola
strutturalista francofona, che parte con Ferdinand de Saussure.
Slavista, elabora una analisi sintattica innovativa, rispettosa delle
lingue dalla ricca morfologia, che verr`a pubblicata postuma presso la
Sorbona nel 1959.
A lui dobbiamo due concetti che ora vengono adottati dalla
stragrande maggioranza dei sintatticisti:
1. la valenza, termine mutuato dalla chimica, che permette di
distinguere tra argomenti del verbo (attanti) ed elementi periferici
(circostanti);
2. la dipendenza, dove c`e una coppia di morfi con relazione di
reggenza-dipendenza e uso della ricorsione.
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27. Eredit`a esperantologica in Tesni`ere
Dall’edizione in inglese del 2015 del volume sulla sintassi strutturale
del 1959:
33.2 We adopt the following representations:
O Noun
A Adjective
I Verb
E Adverb
33.3 It should be noted that these four letters correspond to the
ends of the four corresponding types of words in Esperanto: -o
for noun, -a for adjective, -i for infinitive, and -e for adverbs.
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28. Le grammatiche adposizionali costruttive
Con il matematico Marco Benini, `e stata elaborata un modello
grammaticale adposizionale (adgram) a partire dalla proposta
tesneriana attualmente in uso, descritta in termini formali attraverso
la teoria delle categorie. Lo scopo delle adgram `e di avere una
struttura leggera e ricorsiva che permetta di evidenziare fenomeni
morfosintattici efficacemente.
Le adgram sfruttano i caratteri grammaticali dell’esperanto usati in
origine da Tesni`ere e del tutto trascurati dai sintatticisti che sono
venuti dopo.
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29. Un esempio di albero adgrammaticale della dipendenza
Mi (ne) ˆsatas futbalon
O1 E I2 O2
verbo
negazione
chi
cosa piace
Futbalo (ne) plaˆcas al mi
O1 E I2 U O2
verbo
negazione preposizione
cosa piace
chi
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30. Un’applicazione delle adgram
`E in corso un esperimento pilota per l’apprendimento comparato della
grammatica – di italiano e inglese in particolare – nella Scuola
Montessori di via Milazzo a Milano.
I bambini delle elementari (8-10 anni) apprendono a comparare
strutture (senza necessariamente passare attraverso l’esperanto) come
nella coppia inglese-italiano seguente:
I like football (the model of mi ˆsatas futbalon)
Mi piace il calcio (the model of futbalo plaˆcas al mi).
Tracciando le frecce come fosse un gioco, aumentano la loro
consapevolezza metalinguistica di concetti quali: soggetto, oggetto, o
preposizione.
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31. Sociolinguistica dell’esperanto
Research about Esperanto and the Esperanto movement has,
until very recently, been related almost without exception to one
of three areas: historical, the linguistic, and the literary. [. . . ]
For many social scientists, even to contemplate a study of the
Esperanto Movement constitutes a highrisk strategy very
different from undertaking the study of other social movements
or group phenomena. To write about the Movement is to invite
association with it.
John Edwards (1986)
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32. Esperanto e plurilinguismo
Risulta difficile anche solo contare gli esperantofoni, e quindi
immaginare un’inchiesta esaustiva non sembra possibile. Comunque,
si pososno considerare congressi, festival e incontri nei gruppi locali
come ‘territori’ della lingua, dove i membri della comunit`a di pratica
si ritrovano.
Il 10 Luglio verr`a discussa una tesi sulle attitudini degli esperantofoni
rispetto al loro plurilinguismo, un’inchiesta sul campo condotta
mediante interviste semi-strutturate. I risultati preliminari mostrano
una grande attenzione ai diritti linguisti in generale e alle lingue
minoritarie in particolare di tutti gli esperantofoni, indipendentemente
della loro provenienza.
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33. Esperanto e lingue minoritarie
L’esperanto non `e ufficiale da nessuna parte, ed `e una lingua viva
grazie ai volontari e appassionati, come gi`a notava Migliorini,
analogamente a molte lingue regionali e minoritarie (LRM) non
riconosciute ufficialmente. Analogie e differenze tra LRM ed
esperanto sono un tema dibattuto nella letteratura recente. Si
possono trovare analogie nelle attitudini linguistiche.
Un confronto tra la situazione sociolinguistica dell’esperanto e del
piemontese (LRM della regione con capoluogo Torino) `e stata
presentata al primo congresso mondiale sui diritti linguisti a Teramo,
in Abruzzo. Gli atti sono attesi nella primavera del 2016.
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34. Esperanto lingua familiare
Un tema di interesse recente `e l’uso dell’esperanto in famiglia, in
Italia studiato solo da Corsetti. Sono interessanti le motivazioni: a
volte i genitori hanno la stessa L1 in comune ma pensano che il
bilinguismo sia un valore in s´e cos´ı uno dei due (il padre, spesso) parla
in esperanto; a volte invece `e la lingua dell’innamoramento tra i
genitori, e i figli lo acquiscono come competenza passiva – vedi
Mamma Europa sogna in esperanto su Radio 3 Europa (in onda il 5
giugno 2015).
Da un punto psicolinguistico, si tratta di un fenomeno interessante,
attualmente studiato a Leipzig dai colleghi Sabine Fiedler e Cyril
Brosch nel contesto del progetto europeo (7FP) MIME (Mobilit`a e
Inclusione nell’Europa Multilingue) dove anch’io partecipo come
Universit`a di Milano-Bicocca.
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35. Questioni di genere nell’esperanto: presentazione
Quasi tutti i glottoteti erano uomini – due eccezioni notevoli: il
L´adaan di Suzette Haden Elgin dek 1982 e la lingua ignota medievale
di Hildegarda von Bingen.
L’esperanto ha tre generi (maschile, femminile, neutro) con una
preferenza per il maschile: ‘madre’ `e patrino, derivato da patro
(‘padre), e analogamente fratino, filino, ecc.
A volte arrivano proposte di cambiamento come ?matro o ?parencoj
(invece di gepatroj per ‘genitori’ ) ma per il momento nessuna si `e
radicata nell’uso.
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36. Questioni di genere nell’esperanto: i pronomi
Il sistema pronominale dell’esperanto `e preso di peso dall’inglese:
mi (‘I’) ni (‘we’)
vi (‘you’) vi (‘you’)
li (‘he’), ˆsi (‘she’), ˆgi (‘it’) ili (‘they’)
Si trovano a volte pronomi come ˆsli (‘s/he’), iˆsi (‘they-women’) o il
pi´u radicale ri (sottospecificato s/he), cuore della proposta detta
riismo (Reguligo kaj senseksismigo de Esperanto). Oggi ci sono pi´u
esperantisti LGB(T) che in passato, e il tema `e molto pi´u sentito.
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37. Esperanto e traduzione automatica: i pionieri
I legami tra esperanto e Intelligenza Artificiale sono antichi: Petr
Trojanskij, scienziato sovietico, aveva costruito una macchina per
tradurre con l’esperanto come ponte gi`a negli anni 1930, progetto
riscoperto solo nell’anno 2000.
Negli anni 1980 ci fu un progetto olandese chiamato DLT
(Distributed Language Translation) con l’esperanto come ponte. Uno
studio di fattibilit`a fu commissionato dalla Commissione CE
all’azienda privata BSO per 100.000 ECU (circa 250.000 fiorini
olandesi dell’epoca). Un prototipo usc´ı nel 1987.
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38. Esperanto e tradizione automatica: oggi
Nel 2005, un progetto open source project chiamato Apertium (licenza
GPL) viene lanciato da un consorzio di universit`a spagnole. Viene poi
allargato a lingue non solo iberiche, e include anche l’esperanto.
La compagnia GramTrans, fondata da Eckard Bick, ricercatore alla
Southern Danish University, offre servizi di traduzione essenzialmente
tra coppie di lingue scandinave e l’inglese, ma include anche
l’esperanto. `E basato sulla Constraint Grammar.
Esperanto `e diventato la lingua numoer 64 di Google Traduttore nel
2012.
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39. Il punto di vista del team di Google Traduttore
The Google Translate team was actually surprised about the
high quality of machine translation for Esperanto... For
Esperanto, the number of existing translations is comparatively
small. German or Spanish, for example, have more than 100
times the data; other languages on which we focus our research
efforts have similar amounts of data as Esperanto but don’t
achieve comparable quality yet. Esperanto was constructed such
that it is easy to learn for humans, and this seems to help
automatic translation as well.
Thorsten Brants, Research Scientist, Google Translate
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40. Lingue di Hollywood
Campo emergente dell’interlinguistica sono le lingue di Hollywood. La
prima fu il Klingon, nell’universo di Star Trek, preparata da Marc
Okrand nel 1985.
Klingon `e diventato il riferimento per tutte la altre, come il
neo-Sindarin o il Black Speech nei film di Peter Jackson basati sulla
Terra-di-Mezzo di Tolkien, o il Na’vi preparato da Paul R. Frommer
per il film Avatar, o il recente Kryptonian di Christine Schreyer per
Man of Steel, il remake di Superman.
David J. Peterson, gi`a studente di interlinguistica alla UC San Diego,
`e diventato il primo professionista (“alien language and culture
consultant” sul biglietto da visita!): ha preparato il Dothraki e il
Valyrian per Games of Thrones, e ora Castithan, Irathient e altre per
la serie tiv´u Defiance.
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41. Le lingue di Holywood in aula
Ho portato questo tema nelle aule universitarie per primo (Gobbo
2014). Per chi studia lingue, pianificarne una come se ci fosse un
produttore hollywoodiano `e un esercizio interessante di pianificazione
linguistica, perch´e coinvolge molti aspetti contemporaneamente, dalla
fonetica alla pragmatica.
In particolare, tre studentesse di interlinguistica qui alla UvA, Sophie
Brouwer, Susannah Dijkstra, e Emma Konijn hanno lavorato sulla
Lingua Antica del ciclo Inheritance Cycle di Christopher Paolini. Il
lavoro era molto buono, cos´ı gli ho detto di spedirlo a Paolini per
conoscenza.
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43. Grazie per l’attenzione!
Domande? Commenti?
Se non ora, dopo:
F.Gobbo@uva.nl
Scaricate o condividete la presentazione da qui:
http:/federicogobbo.name/eo/2015.php
CC BY: $ C
Federico Gobbo 2015
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