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Scuola Media “Pellegrino da San Daniele”
La Cattedrale di San Lorenzo a Perugia
 I lavori per la costruzione della Cattedrale intitolata a San
   Lorenzo, uno dei Santi patroni della città, iniziarono nel
   1345 e si conclusero nel 1490. Sia la fiancata laterale che la
   facciata principale, però, sono rimaste incomplete. La
   fiancata laterale si affaccia sulla Fontana Maggiore, e una
   trama geometrica di rombi di marmo rosa e bianco ne
   decora solo il lato inferiore. La facciata principale, invece, si
   affaccia su Piazza Danti ed è caratterizzata da un portale
   barocco del 1729. L'interno, di impronta
   tardogotica, presenta tre navate di uguale altezza, divise
   da possenti pilastri. Le decorazioni furono completate nel
   XVIII secolo e, tra queste, spiccano La Deposizione di
   Federico Barocci, la vetrata policroma del XVI secolo di
   Arrigo Fiammingo e il Monumento Funebre in onore del
   vescovo Andrea Baglioni realizzato da Urbano da Cortona.
   Nel chiostro della Cattedrale potrete visitare il Museo
   Capitolare, sede di importanti opere d'arte.
La Galleria Nazionale dell'Umbria
a Perugia
 Lungo Corso Vannucci, agli ultimi piani del Palazzo dei Priori ha
   sede, dal 1878, la Galleria Nazionale dell'Umbria. La Galleria
   ospita uno dei patrimoni artistici più completi e ricchi di tutta
   la regione. Le opere coprono un periodo che va dal XIII al XIX
   secolo e sono organizzate secondo un esaustivo percorso
   cronologico: al terzo piano sono raccolte le opere che vanno dal
   XIII al XV secolo; mentre al secondo piano quelle dal XVI al XIX
   secolo. A differenza degli altri grandi musei italiani e stranieri,
   nella Galleria Nazionale dell'Umbria i capolavori sono raccolti in
   uno spazio piccolo, quindi si susseguono senza sosta. Si
   ammirano in un solo sguardo le madonne e i politici della pittura
   fiorentina e senese del 1400, accanto ai capolavori del
   Rinascimento, i pezzi unici dell'oreficeria umbra. Fra tutti,
   spiccano capolavori di Duccio di Buoninsegna, Piero della
   Francesca, Beato Angelico, Pinturicchio e Perugino In più,
   raccolte monografiche dedicate all'oreficeria, alla grafica antica,
   alla topografia e ai tessuti umbri arricchiscono la raccolta.
Rocca Paolina a Perugia
 Decantata in una celebre poesia di Giosue Carducci, la Rocca
   Paolina è un'antica fortezza voluta dal Papa Paolo III e realizzata
   da Antonio da Sangallo il Giovane. L'intento del Papa, in cui era
   ancora vivo il ricordo del Sacco di Roma, era quello di rendere la
   città sicura e di creare, così, un rifugio efficiente come lo era stato
   Castel Sant'Angelo. La sua costruzione rese necessaria la
   distruzione di più di cento case ma anche di monasteri e chiese,
   soprattutto di proprietà della famiglia Baglioni, odiatissima dal
   Papa. La Rocca è stata simbolo dell'autorità papale fino al
   1860, anno in cui venne abbattuta in seguito all'annessione al
   Regno d'Italia. Di quell'antica costruzione sono visibili un tratto
   delle mura di sostegno ed il bastione che incorpora Porta Marzia.
   La parte più suggestiva di quel che resta della Rocca Paolina sono
   i sotterranei, in particolare le scale mobili che dal parcheggio di
   Piazza Partigiani attraversano la Rocca sotto il porticato laterale
   del Palazzo del Governo (1870, sede della Provincia) e arrivano in
   Piazza Italia.
L'Oratorio di San Bernardino a
Perugia
 L'Oratorio fu voluto dai frati Francescani in onore di San
   Bernardino da Siena, la cui predicazione aveva infiammato i
   perugini in diverse occasioni. La splendida facciata policroma è
   opera di Agostino di Duccio che, utilizzando materiali differenti,
   riuscì a creare una vera e propria sinfonia di colori che esplode in
   un affascinante gioco di riflessi. In un fine ricamo di pietre e
   marmi, Agostino di Duccio era riuscito a glorificare Bernardino e
   a narrare i suoi miracoli. L'opera di Agostino è il più insigne
   monumento rinascimentale di Perugia. Un doppio portale
   immette il visitatore nell'interno dall'impianto gotico, il cui altare
   è costituito da un sarcofago paleocristiano del IV secolo che
   raccoglie le spoglie del beato Egidio, compagno di San
   Francesco. Dietro l'altare, un altro portale introduce nell'Oratorio
   di Sant'Andrea con un soffitto a cassettoni e dipinti del XVIII e XIX
   secolo.
Piazza IV Novembre
   E’ considerata una delle più belle piazze d’Italia ed è il centro monumentale della
    città di Perugia. Attorniata da eleganti ed interessanti edifici, vede sorgere nel
    mezzo la meravigliosa Fontana Maggiore , realizzata nella seconda metà del
    ‘200 da Nicola e Giovanni Pisano e Fra’ Bevignate da Perugia. Sulla Piazza, alta
    su una gradinata, sorge la fiancata delle trecentesca Cattedrale di San Lorenzo ,
    con la bella decorazione in marmi rosati. L’interno è assai interessante ed offre
    pregevoli opere d’arte. Sulla parte opposta della piazza, di fronte alla Cattedrale,
    sorge lo stupendo Palazzo dei Priori che allunga il suo fianco curvilineo su
    Corso Vannucci . Esso rappresenta uno degli esempi più raffinati ed interessanti
    dell’architettura gotica. Venne in parte realizzato alla fine del XII secolo, in parte
    all’inizio del XIII. La facciata è caratterizzata da una grande scalinata che dà
    accesso alla Sala dei Notari . In alto, poggianti su delle mensole, i simboli di
    Perugia: il grifo ed il leone. La Galleria Nazionale dell’Umbria , che occupa parte
    dell’interno del Palazzo dei Priori, costituisce la più importante e ricca raccolta di
    pittura umbra. Al pianterreno del Palazzo dei Priori si trovano poi la Sala
    del Collegio della Mercanzia e quella del Collegio del Cambio . La prima,
    completamente rivestita in legno, era adibita alle riunioni dei Consoli della
    Mercanzia; la seconda alle riunioni dei Cambiatori, ossia dei banchieri che
    praticavano il cambio delle monete. Parallelamente a Piazza IV Novembre ed
    a Corso Vannucci si apre Piazza Matteotti.
Fontana Maggiore
   La Fontana Maggiore, uno dei principali monumenti di Perugia, è situata al
    centro di Piazza IV Novembre (già Piazza Grande) e riceve da più di 800 anni
    l'acqua dal monte Pacciano.
   Fu progettata tra il 1275 ed il 1278 da Nicola Pisano (con la collaborazione
    di frà Bevignate da Cingoli per la parte architettonica e di Boninsegna
    Veneziano per la parte idraulica) e venne eretta per celebrare l'arrivo
    dell'acqua nell'acropoli della città grazie al nuovo acquedotto, che
    convogliava nel centro di Perugia le acque provenienti dal monte Pacciano,
    situato a pochi km dalla città.
   La Fontana venne danneggiata dal terremoto del 1348, con conseguente
    ricostruzione arbitraria dell'ordine dei pannelli; è stata sottoposta a restauro
    una prima volta nel 1948-49 e poi ancora nel 1995-99.
   La fontana, predisposta in bottega e poi montata al centro della piazza, fu
    realizzata in pietra di Assisi. È costituita da due vasche marmoree poligonali
    concentriche sormontate da una tazza bronzea ornata da un gruppo
    bronzeo di Ninfe dal quale sgorga l'acqua.
   La fontana ha la decorazione incentrata in 50 bassorilievi e 24 statue con cui
    Nicola Pisano e il giovane figlio Giovanni ornarono le due vasche poligonali
    concentriche.
   Nella vasca inferiore sono rappresentati i Mesi dell'anno con i segni zodiacali
    e le scene della tradizione agraria e della cultura feudale, le Arti liberali e
    personaggi della Bibbia e della storia di Roma.

ASSISI
Assisi: il percorso
La basilica di Santa Chiara




 La basilica di Santa Chiara è un importante
  luogo di culto del centro storico di Assisi.
Santa Chiara D'Assisi
 Santa Chiara, al secolo Chiara Scifi (Assisi, ca. 1193 –
  Assisi, 11 agosto 1253), è stata una religiosa italiana,
  collaboratrice di san Francesco e fondatrice delle
  Monache Clarisse: è stata dichiarata santa da papa
  Alessandro IV nel 1255 nella Cattedrale di Anagni. Il 17
  febbraio 1958 venne dichiarata, da papa Pio XII, santa
  patrona della televisione e delle telecomunicazioni.
Biografia di Santa Chiara D'Assisi
●
    Nata da Favarone di Offreduccio e da Ortolana, appartenente
    ad un'alta classe sociale, dimostra forza d'animo nelle sue
    scelte radicali che la inducono a sfuggire il matrimonio
    predisposto dalla famiglia di origine, per seguire il desiderio di
    dedicare la vita a Dio.
●
    La notte del 28 marzo 1211 (è la sera della domenica delle
    Palme: Chiara ha solo 18 anni), stando alle testimonianze del
    processo di canonizzazione, fugge da una porta secondaria
    della casa paterna, situata nei pressi della cattedrale di Assisi,
    San Rufino. Subito raggiunge Francesco d'Assisi e i primi frati
    minori presso la chiesetta di Santa Maria degli Angeli, già da
    allora comunemente detta la Porziuncola, dipendente dal
    monastero di San Benedetto al Subasio. A sottolineare la sua
    condizione di penitente, Francesco le taglia i capelli, le dà una
    tunica e la fa entrare nel monastero benedettino di San Paolo
    delle Badesse presso Bastia Umbra a 4 chilometri da Assisi,
    per poi cercarle ricovero presso un altro monastero
    benedettino alle pendici del monte Subasio: Sant'Angelo di
    Panzo. Qui, al riparo dalle ire familiari, viene presto raggiunta
    dalla sorella Agnese.
Leggende e storia di Santa
Chiara d'Assisi
●
    Chiara è la protettrice delle telecomunicazioni: il giorno di
    Natale, nella messa servita da Francesco, non c'era Chiara,
    poiché era costretta a letto a causa della sua infermità.
    Volendo ella partecipare comunque alla celebrazione, le
    cronache raccontano che le apparve una visione della
    messa e al momento della comunione le si presentò innanzi
    un angelo che le diede la possibilità di comunicarsi all'ostia
    consacrata;
●
    I Saraceni, al servizio di Federico II di Svevia erano alle
    porte di Assisi, e stavano assediando san Damiano. Chiara,
    allora, avrebbe preso l'ostensorio, esponendolo alla finestra.
    Una luce accecante avrebbe spaventato i Saraceni facendoli
    fuggire dal convento e da Assisi;
●
    Papa Gregorio IX le fece visita al convento e le chiese di
    benedire il pane: appena Chiara lo ebbe benedetto, vi
    sarebbe comparsa sopra una croce.
La storia della basilica
 La chiesa venne costruita, dopo la morte
  di santa Chiara, tra il 1257 e il 1265,
  attorno all'antica chiesa di San Giorgio,
  che fino al 1230 aveva custodito le spoglie
  mortali di san Francesco. Le spoglie della
  santa vennero traslate già nel 1260,
  mentre la consacrazione solenne avvenne
  nel 1265, alla presenza di Clemente IV. I
  lavori di costruzione furono eseguiti
  dall'architetto Filippo da Campello.
 La cripta che ospita oggi la tomba della
  santa fu realizzata solamente nel 1850.
Santa Chiara: l’esterno
 L'esterno è caratterizzato da tre grossi contrafforti
  poligonali a forma di ampi archi rampanti che rinforzano il
  fianco sinistro dell'edificio (fine del XIV secolo). La
  facciata è realizzata a filari di pietra locale bianca e rosa,
  tripartita da cornici. Il portale è a tutto sesto, con la ghiera
  attorno alla lunetta che è sostenuta da due leoni a riposo.
  La lunetta presenta un affresco molto rovinato di
  Giacomo Giorgetti.
 Più in alto, il rosone ha un doppio giro di colonnine e
  archetti. La facciata si conclude a timpano con un oculo al
  centro.
 Vicino alla porta laterale sporgono una cappella rivestita
  da riquadri rosati su sfondo bianco, aggiunta all'inizio del
  Trecento, e il transetto. L'abside ha forma poligonale, con
  tre alte monofore. Il campanile a base quadrata si erge
  sul fianco, con bifore e grandi monofore, sormontato da
  una cuspide.
Santa Chiara: l’interno
 L'interno della chiesa è a croce latina con navata
  unica (quattro campate), transetto e abside
  poligonale. Gli archi delle volte poggiano su pilastri
  a fascio, che attraversano le pareti nude, ravvivate
  solo da un ballatoio sopra il quale si aprono delle
  monofore. Anticamente la navata ospitava un ciclo
  di affreschi sulla vita della santa, di cui restano
  solo pochi frammenti dopo la scialbatura
  settecentesca e i danni del terremoto del 13
  gennaio 1832.
Santa Chiara: la navata
           Nella navata si apre una sola cappella, detta di Sant'Agnese, situata nella
            quarta campata a sinistra. Di forma pentagonale è dedicata alla sorella di
            santa Chiara ed è decorata da affreschi del 1914 di Girolamo Marinelli e
            pitture murali di Sigismondo Spagnoli. Sul lato destro si apre invece
            l'ambiente della cappella di San Giorgio, già facente parte della primitiva
            chiesetta. Una vetrata la divide in due ambienti, uno dei quali è oggi la
            cappella del Sacramento. Quest'ultima è decorata dagli affreschi di Pace di
            Bartlo (sulla parete di ingresso Annunciazione, San Giorgio, Natività e
            Adorazione dei Magi) e di Puccio Capanna (parete sinistra, Madonna col
            Bambino in trono e santi), oltre che di un maestro trecntesco umbro
            influenzato da Giotto e Pietro Lorenzetti (Resurrezione, Deposizione,
            Sepoltura di Cristo). Sulla parete dietro l'altare si trovano i frammenti della
            decorazione duecentesca e altri successivi del Trecento, in cui si
            riconoscono Santa Caterina e una santa, Santi Chiara, Francesco e
            Agnese. Da questo ambiente si accede anche all'oratorio del Crocifisso o
            delle Reliquie, dove si conserva sopra l'altare l'originale Crocifisso di san
            Damiano che parlò a San Francesco nell'eremo di San Damiano. Gli
            affreschi sono di Francesco Tartaglia (1527): sull'ingresso Santa Chiara,
            Maestà, Sant'Anna, San Girolamo, San Rocco, San Francesco; nell'arco
            Urbano V attribuito a Pace di Bartolo. Dietro una grata sono esposte alcune
            reliquie:-Una cassetta col cranio di sant'Agnese-Il camice da diacono di san
            Francesco ricamato da santa Chiara-La tonaca, il mantello, il cordone di
            santa Chiara e un cofano coi suoi capelli-Una tonaca di san Francesco- Un
            sandalo e una calza di san Francesco fatti da santa Chiara-La tonacella di
            san Francesco- Un velo nero, una tonaca interna, un cilicio e un crocifisso
            appartenuti a santa Chiara.-Il trittico a sportelli con la Madonna col Bambino
            e storie di Cristo è di Rinaldo di Ranuccio.-Dalla navata si accede anche alla
            Cripta, ricavata nel 1850-1872 e sistemata in stile neogotico nel 1935. Qui,
            attraverso una grata, si vede l'urna con le spoglie di santa Chiara. Al centro
            si trova un tempietto con l'altare, nella cui parte superiore, accessibile
            tramite una scaletta, si vede il sarcofago in pietra in cui era già stato
            conservato il corpo della santa.
CROCIFISSO DI SAN DAMIANO
Crocifisso di San Damiano: la storia
San Francesco: la vita



   San Francesco d'Assisi nacque ad Assisi nel 1182 ca. e morì nel 1226; il suo nome di
    battesimo era Giovanni Francesco Bernardone. Figlio di un ricco mercante di stoffe,
    istruito in latino,in francese,e nella lingua provenzale,condusse da giovane una vita
    spensierata e mondana; partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, e venne tenuto
    prigioniero per più di un anno,durante il quale patì per una grave malattia che lo
    avrebbe indotto a cambiare stile di vita: tornato ad Assisi nel 1205,Francesco si dedicò
    a opere di carità tra i lebbrosi e cominciò a impegnarsi nel restauro di edifici di culto in
    rovina. Dedicò i tre anni seguenti alla cura dei lebbrosi e dei poveri nei boschi del
    monte Subasio. Tornato ad Assisi, Francesco iniziò la sua predicazione,raggruppando
    intorno a se dodici seguaci che elessero Francesco loro superiore, scegliendo la loro
    sede nella Porziuncola. Nel 1210 l'ordine venne riconosciuto dal papa Innocenzo III.
    Intorno al 1212, Francesco partì per la Terra Santa,ma un naufragio lo costrinse a
    tornare. Nel 1219 si recò in Egitto,poi si recò in Terra Santa. Al suo ritorno,si ritiro sul
    Monte Verna, nel 1224,e dopo 40 giorni di digiuno ricevette le stigmate. Francesco
    venne portato ad Assisi, dove rimase per anni segnato dalla sofferenza fisica e dalla
    cecità. Nel 1225 compose il Cantico delle creature. Venne canonizzato nel 1228 da
    Papa Gregorio IX.
San Francesco: le regole


 1- Nel nome del Signore inizia la vita dei frati minori
 2- Di coloro che vogliono intraprendere questa vita e
    come devono essere ricevuti
   3- Del divino ufficio e del digiuno e come i frati debbano
    andare per il mondo
   4- Che i frati non ricevano denaro
   5- Del modo di lavorare
   6- Che i frati di niente si approprino e del chiedere l'
    elemosina e dei frati infermi
   7- Della penitenza da imporsi ai frati che peccano
   8-Della elezione del ministro generale di questa fraternità
    e del capitolo di Pentecoste
   9- Dei predicatori
   10-Dell'ammonizione e della correzione dei frati
   11-Che i frati non entrino nei monasteri delle monache
Basilica di San Francesco




Basilica Superiore




                     - Basilica Inferiore
Storia della Basilica




Fu iniziata nel 1228 due anni dopo la morte del Santo e ne fu il
promotore e ideatore il frate Elia.
Nel 1253 venne consacrata ed è costituita da due chiese
sovrapposte. Nella basilica inferiore è situato un locale che ospita le
reliquie di san Francesco.Vi si accede da Piazza Inferiore San
Francesco, suggestiva piazza circondata da bassi portici del XV
secolo.
Il terremoto del 1997 causò profonde lesioni alla basilica superiore e
provocò la morte di quattro persone ricordate con un'iscrizione nel
pavimento all'ingresso della basilica.
Basilica Superiore
L’esterno della Basilica ha
richiami evidenti al gotico
francese.
L’interno propone una sola navata
a quattro campate e un’ abside
poligonale
La decorazione fu opera di diversi
pittori; il più importante di questi fu
Cimabue che operò nel 1272. Un
altro grande maestro che affrescò
dal 1296 al 1304 la basilica, fu
Giotto. A lui è attribuito il ciclo di
affreschi sulla vita di San
Francesco collocato nella fascia
inferiore della navata della
basilica. Le sue pitture sono
destinate a colpire vivamente la
fantasia popolare; infatti hanno il
carattere dell’immediatezza
narrativa e di plastica evidenza. Il
suo naturalismo colpì la fantasia
popolare.
Basilica Inferiore
La Basilica Inferiore si presenta
come una costruzione ad archi
schiacciati e a volte prone.
La navata centrale si presenta
come una galleria oscura formata
dalle potenti costolature dagli
archi impostati ad altezza uomo.
Lo sguardo è attratto da un’
incerta luminosità dell’altare
maggiore e dalle vele a crociera e
le quattro pitture allegoriche.
Nella basilica inferiore è situato
un locale che ospita le reliquie di
san Francesco, un piccolo ma
significativo insieme di oggetti
appartenuti al santo.
Piazza dei Priori




 Nel 1200 diventò la piazza più importante della città. Vi si
  affaccia il palazzo dei Priori e il tempio di Minerva che fu
  eretto nel I secolo a.C.
Duomo di S.Rufino




 La cattedrale di S. Rufino è il duomo della città. La chiesa sorge
   nell’omonima piazza che anticamente era una terrazza creata in
   epoca romana. Venne costruita tra il 1140 e il 1571. La facciata è una
   delle opere più significative in stile romanico. L'interno è a tre navate
   divise da pilastri, con pianta basilicale. L'aspetto odierno risale al
   rinnovo del 1571 ad opera di Galeazzo Alessi; solo sopra le volte
   restano tracce della chiesa primitiva, tra le quali i resti di una cupola.
Cattedrale di S. Rufino: l’interno
L’Eremo delle Carceri




L'eremo delle Carceri è il luogo in cui San Francesco d'Assisi e i suoi
confratelli si ritiravano per pregare e meditare. Situato a 4 chilometri
da Assisi , a 791 metri di altitudine sulle pendici del monte Subasio,
l'eremo delle Carceri sorge nei pressi di alcune grotte naturali,
frequentate da eremiti già in età paleocristiana.
La Porziuncola

 La Porziuncola è una piccola chiesa fuori
  Assisi, attorno a cui venne costruita tra il XVI e
  il XVII secolo, proprio a protezione dello stesso
  più antico edificio di culto, la grande basilica di
  Santa Maria degli Angeli. A questa chiesa, di
  notevole valore storico, artistico e spirituale, si
  deve il nome della città statunitense di Los
  Angeles, chiamata dagli spagnoli El Pueblo de
  la Iglesia de Nuestra Señora la Reina de Los
  Angeles de Porciúncola (Città della Chiesa di
  Nostra Signora la Regina degli Angeli della
  Porziuncola)
La Porziuncola
●
    La cappella è situata in una zona denominata
    "Portiuncula". Rimasta per lungo tempo in stato di
    abbandono, viene restaurata da san Francesco.
●
    Egli qui comprende chiaramente la sua vocazione e qui
    fonda l'Ordine dei Frati Minori nel 1209, affidandolo alla
    protezione della Vergine Madre di Cristo, cui la chiesina è
    dedicata.
●
    Dai Benedettini ottenne in dono il luogo e la cappella per
    farne il centro della sua nuova Istituzione.
●
    Il 28 marzo 1211, Chiara di Favarone di Offreduccio vi
    riceve dal Santo l'abito religioso, dando inizio all'Ordine
    delle Povere Dame (Clarisse).
●
    Nel 1216, in una visione, Francesco ottiene da Gesù
    stesso l'Indulgenza conosciuta come "Indulgenza della
    Porziuncola" o "Perdono di Assisi", approvata dal Papa
    Onorio III.
●
    Alla Porziuncola, che fu ed è il centro del
    francescanesimo, il Poverello raduna ogni anno i suoi frati
    nei Capitoli (adunanze generali), per discutere la Regola,
    per ritrovare di nuovo il fervore e ripartire per annunciare il
    Vangelo nel mondo intero.
Porziuncola: cenni storici
●
    La tradizione fa risalire l'edificazione della Porziuncola al IV secolo, ad
    opera di eremiti provenienti dalla Palestina. Nel 576 ne avrebbe preso
    possesso san Benedetto stesso, per i suoi monaci. La Porziuncola fu
    la terza chiesa riparata da san Francesco dopo la sua vocazione:
    mentre egli pregava di fronte al crocifisso di San Damiano sentì una
    voce che diceva: "va' e ripara la mia chiesa". L'edificio all'epoca
    dipendeva dal monastero di San Benedetto al Subasio.
●
    La Porziuncola divenne per Francesco luogo particolare e vi sostava
    spesso in preghiera; qui capì che doveva vivere "secondo il santo
    Vangelo". Proprio dalla Porziuncola Francesco inviò i primi frati ad
    annunciare la pace. Il 2 agosto del 1216 con la presenza di sette
    vescovi umbri il piccolo edificio fu consacrato e vi fu proclamato il così
    detto "Perdono d'Assisi".
●
    Nella Porziuncola inoltre, santa Chiara rinunciò al mondo e abbracciò
    sorella povertà e qui Francesco morì la sera del 3 ottobre 1226.
●
    La chiesa è costruita con pietra scavata dal monte Subasio
Porziuncola: l’interno




●
    L'interno è costituito da un'unica aula con piccola abside,
    "chiusa" da una pala d'altare datata 1393, opera del
    pittore Ilario da Viterbo.
●
    Il piccolo edificio (di soli 4 metri per 7) conserva tutt'ora le
    strutture trecentesche, compreso il tetto con la copertura
    in marmi bianco e rosa. Il recente restauro, dovuto al
    sisma del 1997 e terminato nel 1999, ha fatto rinvenire il
    pavimento originale in "cocciopesto" che era poi stato
    ricoperto dalle strutture cinquecentesche.
Porziuncola: l’esterno
●
    Sull'arco del portale d'ingresso, sulla fascia d'oro che incornicia l'affresco della facciata, sono scritte le
    parole "La tua richiesta Francesco accolgo" pronunciate da Gesù in risposta alla richiesta del Santo: che
    a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono,
    con una completa remissione di tutte le colpe. A sottolineare l'ingresso nel luogo dell'indulgenza altre due
    brevi iscrizioni, una incisa sulla soglia: Hic locus sanctus est (questo luogo è santo) e l'altra scritta alla
    base dell'altare dell'affresco sopra la porta: Haec est porta vitae aeternae (questa è la porta della vita
    eterna).
●
    L'ingresso alla Porziuncola è sproporzionato, così come lo è la porta laterale aperta nel XIX secolo per
    consentire il flusso delle grandi folle di pellegrini. Sul lato destro esterno è affisso uno dei documenti
    epigrafici più antichi dell'Ordine: la lapide della tomba di Pietro Cattani, morto il 10 marzo 1221 quando
    ancora era in vita Francesco. Si racconta che folle di devoti accorrevano alla sua tomba disturbando la
    preghiera dei frati; allora Francesco esortò Cattani ad essere obbediente in morte come lo era stato in
    vita e, quindi, gli ordinò di non compiere più miracoli. E così avvenne.
●
    L'affresco sulla facciata è del pittore nazareno Friedrich Overbeck (1830) e vi è rappresentato Francesco
    che chiede a Gesù e a Maria la concessione dell'indulgenza plenaria. In alto, una lanterna in stile gotico
    (XVI-XV secolo) con una statua della Vergine, una Madonna del latte degli inizi del XIV secolo. Sulla
    parete esterna dell'abside un affresco raffigurante la Crocifissione, recentemente ripulito, in cui sembra
    possa riconoscersi la mano del pittore Pietro Vannucci, detto il Perugino; è quel che resta di un più
    grande affresco che ricopriva la parete del convento del XVI secolo, abbattuto quando la Porziuncola fu
    inglobata dalla grande basilica di Santa Maria degli Angeli, innalzata, per volere di papa Pio V, negli anni
    1569-1679, su disegno di Galeazzo Alessi.
SPOLETO
Il Teatro Romano (I sec. a.C.), eloquente testimonianza della Spoleto romana, è stato
riportato alla luce tra il 1954 e il 1960. Fu individuato nel 1891 da Giuseppe Sordini
attraverso un disegno cinquecentesco che lo collocava nell'area del convento di
Sant'Agata. Oggi è inserito nel complesso che ospita il Museo Archeologico Statale ed è
ancora utilizzato per spettacoli e rappresentazioni varie. L'accesso si trova lungo via
Sant'Agata ma la vista d'insieme si coglie fin dall'esterno.

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Casa Romana
In via Visiale, tra via del Municipio
e via Saffi, sorge la Casa Romana,
posta su un terrazzamento
immediatamente superiore a
quello del foro. Scoperta da
Giuseppe Sordini nel 1885 e
scavata tra la fine dell'Ottocento
e il 1914, appartenne ad un
personaggio economicamente e
socialmente         rilevante    nella
Spoleto del I sec. d.C., forse a
Vespasia           Polla,       madre
dell'imperatore         Vespasiano.Si
tratta, in ogni caso, di una
pregevole abitazione signorile il
cui schema architettonico riflette
quello classico delle abitazioni
patrizie romane. Sono infatti
presenti l'atrio, dotato di un
bacino di raccolta delle acque
piovane (impluvium), il tablinum,
il triclinium, il peristilium, nonché
cubicula e alae. Tutti gli ambienti
sono pavimentati a mosaico; in
qualche punto sono visibili tracce
di affreschi. Sopra l'area della
casa, si erge il Palazzo del
Comune.
   La Rocca sorge sulla sommità del Colle
    Sant'Elia, in posizione strategica e          Rocca Albornoziana
    dominante tutta la vallata. Fu edificata
    a partire dal 1359, nell'imminenza del        e Ponte delle
    rientro definitivo della sede papale da
    Avignone a Roma, nell'ambito della
    realizzazione, affidata al cardinale
                                                  Torri
    Egidio Albornoz, del sistema difensivo
    finalizzato a riportare l'autorità papale
    nei territori della Chiesa dopo la
    cattività avignonese. Il monumento è un
    complesso fortificato dall'allungata
    forma rettangolare, scandito da sei torri
    e con due ampi cortili interni; fu
    concepito per svolgere anche funzione
    di rappresentanza e residenziale per i
    rettori del Ducato, i governatori della
    città e i legati pontifici. La Rocca perse,
    poi, progressivamente la funzione
    residenziale e nel 1816 fu trasformata in
    penitenziario, uso che assolverà fino al
    1982. In quell'anno furono avviati gli
    imponenti lavori di recupero e restauro
    (ad oggi ancora non del tutto ultimati)
    che hanno restituito agli ambienti
    l'immagine originaria, pur con le
    inevitabili perdite evidenti, soprattutto,
    nelle lacune delle decorazioni
    pittoriche.
Ponte delle Torri
Eretto alla fine del
Trecento,
probabilmente sui
resti      di      una
precedente struttura
romana, Il Ponte, tra
le     più      grandi
costruzioni          in
muratura       dell'età
antica (alto ben 80
metri e lungo circa
280) aveva funzioni
di acquedotto, era
cioè destinato a
portare     in    città
l'acqua del monte.
Fortilizio dei Molini - Secoli XIII-
XIV
 Lungo      via Saffi, su cui affaccia il prospetto
  settentrionale del palazzo Comunale, si apre la superba
  vista della Cattedrale: ricostruita alla fine del XII sec.,
  sostituì l'antico edificio di S. Maria del Vescovato,
  dell'VIII – IX sec., eretto sull'area di un primitivo tempio
  cristiano dedicato al martire Primiano. Sulla facciata,
  impreziosita dal mosaico di Solsterno, si aprono le
  arcate del portico fatto realizzare nel 1491 da Ambrogio
  Barocci, celebre maestro che aveva lavorato nella
  splendida residenza ducale di Urbino al fianco di
  Francesco di Giorgio Martini. L'utilizzo di materiali
  cromaticamente contrastanti – le pietre bianca e rosata
  dei monti intorno Spoleto – fa cogliere a pieno l'effetto
  chiaroscurale e la minuzia decorativa dei rilievi eseguiti
  da maestranze lombarde esperte in questo tipo di arte,
  come testimoniato dai documenti conservati negli
  archivi.
Dedicata in origine ai martiri spoletini Concordio e Senzia, la chiesa fa parte
di una serie di basiliche paleocristiane sorte intorno a Spoleto nei primi secoli
dell'epoca cristiana. L'attuale dedicazione testimonia l'importante ruolo assunto
dalla basilica durante la dominazione longobarda, vista la particolare devozione
di questo popolo al Salvatore.
Fontana del Mascherone
- Secoli XVII-XVIII
 Il Teatro Romano di Gubbio si trova
              alla periferia della città, presso le
IL TEATRO     antiche terme. Fu costruito
              nell'ultimo periodo della Roma
              repubblicana, quindi a metà del
ROMANO        primo secolo a.C.
             Era uno dei maggiori teatri
              dell’impero romano. Col suo
              diametro di 70 metri, la parte
              riservata al pubblico, cioè la
              "cavea", poteva ospitare più di
              seimila spettatori. La "cavea"
              originaria era molto più alta
              dell'attuale, ma praticamente nulla
              resta della parte superiore.
             Il Teatro fu gravemente
              danneggiato nell’VIII secolo,
              durante l'occupazione longobarda.
              Nell'alto Medioevo, quando il
              teatro fu considerato una cava da
              cui trarre le pietre per ricostruire la
              città dopo le distruzioni barbariche,
               D’estate, vengono rappresentate
              grandi opere classiche.
La basilica
                                        di
                                        Sant’Ubaldo
 La Basilica di Sant’Ubaldo sorge sulle pendici del Monte
   Ingino.Essa risale al XII secolo e fu restaurata nel Cinquecento dai
   Canonici Regolari Lateranensi: fu anche costruito l’annesso
   convento. Verso la fine del Settecento fu affidato ai Padri
   Passionisti e, nel 1816, ai Frati Minori.Rappresenta il cuore
   religioso, storico e folcloristico della città. La Basilica conserva i
   ceri con cui si corre – il 15 maggio di ogni anno – la famosa "Corsa
   dei Ceri".Una manifestazione cittadina, folcloristica e religiosa
   insieme, si svolge in onore del santo patrono e si conclude alla
   Basilica stessa. L’esterno della Basilica è semplice e allo stesso
   tempo suggestivo, privo di particolari ornamenti, sulle pareti
   s’intravedono ancora frammenti di affreschi cinquecenteschi, e
   da uno stupendo portale finemente scolpito. L'interno è diviso in
   5 navate.
Il palazzo
dei importante edificio di Gubbio è senza
 Il più
         Consoli
    dubbio lo storico Palazzo dei Consoli. Il
     Palazzo prospetta su Piazza Grande, è fra i
    meglio conservati in Italia ed è stato
    considerato l’unico che possa competere con
    il palazzo della Signoria di Firenze.
    Un’iscrizione indica che la i lavori iniziarono
    nel 1332. L’opera terminò nel 1346 e fu subito
     la residenza della suprema Magistratura
    cittadina. Architetto fu quasi certamente
    l'eugubino Matteo di Giovannello, detto
    Gattapone. L'edificio ha la forma di un
    parallelepipedo. Tutta la mole è sorretta da
    grandi e robuste arcate e da volte. Le mura
    sono di pietra calcare, bruna.La facciata
    volge ad oriente ed è aperta dal portale, che
    si trova alla sommità di una scalinata, e da
    una serie di finestre nella parte più alta. Il
    palazzo è terminato in alto da un ballatoio
    scoperto. Sull'angolo sinistro della facciata
    s'innalza la torre della campana. Il primo
    piano è occupato dal grande salone che
    serviva alle adunanze popolari.
    Un’arditissima scala conduce alle sale
    superiori. Dai primi anni del Novecento, il
    Palazzo dei Consoli ospita il Museo Civico e la
    Pinacoteca Comunale.
La Chiesa di San
Francesco
 Si trova in Piazza Quaranta
  Martiri, dove – nel Medioevo –
  sorgeva la residenza degli
  Spadalonga; la famiglia che
  accolse amichevolmente ed
  ospitò Francesco d’Assisi,
  quando il Poverello lasciò la casa
  paterna. L’edificio fu costruito
  nella seconda metà del
  Duecento. La facciata è rivolta a
  nord-est, secondo i canoni
  francescani; essa presenta un
  bel portale e un piccolo
  campanile a pianta
  ottagonale: è l’unica in città ad
  avere una navata centrale e due
Assisi: patria di
Francesco   Francesco nacque ad Assisi tra il 1181 o
             1182 e morì nel 1226. Figlio di Pietro di
                         Bernardone, un ricco mercante di stoffe,
                         in gioventù condusse una vita
                         spensierata e mondana e fu istruito in
                         latino e in francese. Partecipò alla guerra
                         tra Assisi e Perugia, fu fatto prigioniero
                         durante la battaglia di Collestrada e
                         tenuto prigioniero per più di un anno.
                         Tornato ad Assisi, nel 1207 dopo un
                         periodo di meditazione avviene lo
                         strappo con il padre, che lo aveva
                         accusato davanti al vescovo, di dissipare i
                         propri averi, regalandoli ai poveri e di
                         vestire di soli stracci, ridicolizzando la
                         famiglia.
                         In quella occasione, Francesco si spogliò
                         degli abiti che indossava affermando che
                         da allora non avrebbe più invocato il
                         padre Pietro ma "il Padre Nostro che è
                         nei cieli".
Gubbio: sua         Ricoperto di un misero camiciotto sul
                     quale tracciò con il gesso una grande
seconda patria       Croce. Francesco parte da Assisi e si
                     rifugia a Gubbio dove abita la famiglia
                     degli Spadalonga. Con uno dei figli di
                     Bernardo Spadalonga, Francesco era
                     diventato amico durante la prigionia a
                     Perugia, dopo la sconfitta di Collestrada.
                       Sulla strada per Gubbio lungo il percorso
                     oggi chiamato: "Sentiero Francescano
                     della Pace", nei pressi di Caprignone
                     incontra dei briganti che lo picchiano e lo
                     gettano in una fossa piena di neve. Stanco
                     ed affamato Francesco si ferma
                     all'abbazia di S.Verecondo (oggi abbazia
                     di Vallingegno) dove si trattiene alcuni
                     giorni costretto dal maltempo. Poi
                     prosegue per Gubbio, dove viene accolto
                     dalla famiglia Spadalonga e a Gubbio vi
                     rimane per qualche mese. Durante il
                     soggiorno a Gubbio S. Francesco compì
                     alcuni miracoli tra cui la guarigione di una
                     donna con le mani rattrappite. Gubbio
                     sarà spesso tappa, nei suoi viaggi. La
                     prima dimora a Gubbio di Francesco e dei
                     suoi frati fu S. Maria della Vittoria (detta
                     Chiesa della Vittorina perché in quel
                     luogo gli Eugubini avevano ottenuto la
                     vittoria nell'853 contro i Saraceni
   Durante uno dei suoi viaggi a Gubbio
    giunse a S. Francesco notizia di un           L'incontro
    lupo che terrorizzava gli abitanti e si
    spingeva fino alle vicinanze delle           con il lupo
    abitazioni.
     S. Francesco incontra il lupo e lo
    ammansì. L'episodio è raccontato nei
    "Fioretti".
      All' addomesticamento del lupo
    sono stati attribuiti diversi significati:
    c'è chi sostiene che il lupo simboleggi
    il peccato, l'avidità e la ferocia, altri
    una meretrice, altri ancora un
    indemoniato.
     Ma la maggior parte della gente di
    tutto il mondo ritiene che si tratti di
    un vero e proprio lupo. Molte prove
    hanno come fulcro la chiesetta di S.
    Francesco della pace (oggi detta "dei
    muratori" ) costruita nel luogo della
    grotta dove, secondo la tradizione,
    per due anni visse e morì il lupo.
 Montefalco, posto in una
  posizione dominante sulle
  valli del Topino e del
  Clitunno, offre la vista di un
  ampio panorama delle terre
  umbre. La città di
  Montefalco domina dal suo
  colle la pianura che si stende
  da Spoleto fino a Perugia. Da
  tale posizione panoramica
  deriva anche il nome di
  ringhiera dell'Umbria. E' il
  luogo ideale da cui partire
  per visitare l'Umbria, perchè
  è ben collegata a tutti i
  principali centri come
  Foligno e Spoleto, entrambi
  raggiungibili in un quarto
  d'ora di viaggio.
CASTELLO DI
MONTEFALCO
         L'antico Falisco assunse l'aspetto di un "castrum
          romano", razionalmente impostato, di cui si
          possono riconoscere il cardo e il decumano
          massimo. Dopo la caduta dell'impero, Coccorone
          divenne l'instabile confine tra Longobardi e
          Bizantini. Poco dopo il Mille, il castello fu circondato
          da mura. Nel 1240 ospitò Federico II ed il figlio: per
          l'occasione fu eretta la porta ad arco ogivale, sopra
          la quale campeggiano la croce e l'aquila imperiale, e
          il nome del podestà, Lopardo. Nel 1324, fu costruita
          la seconda e più ampia cerchia di mura,
          intramezzata da torrioni, bastioni e spalti che
          dettero al castello l'aspetto di una fortezza
          inespugnabile. Della rocca rimangono vestigia
          significative con buona parte della cinta muraria,
          prima merlata guelfa poi ghibellina, con quattro
          porte: Camiano, Della Rocca, Il Verziere e Federico II
          e una torre angolare quadrata. Delle porte, il
          Verziere rimane la più imponente, sormontata da
          beccatelli e merli ghibellini. Dell'antica struttura
          medievale restano all'interno notevoli reperti: le vie
          caratteristiche, il palazzo del Popolo eretto nel 1270,
          (e oggi sede municipale) ed alcune abitazioni
          trecentesche. L'importanza strategica e difensiva
          del castello fu sempre notevole, come pure la sua
          posizione che nel 1568 meritò l'appellativo di
          "Ringhiera dell'Umbria".
Piazza del
    Comune
   Già chiamata Campo del Certame e più tardi Piazza
    dei Cavalieri è un grande invaso quasi circolare al
    centro dell‘abitato e contemporaneamente al punto
    più alto, sul quale convergono le principali direttrici
    provenienti dalle quattro porte, circondato dai
    palazzi delle famiglie nobili e dominato dal Palazzo
    Comunale. Nel 1270 l‘edificio venne ricostruito e poi
    rimaneggiato e ampliato più volte: evidente è il
    loggiato quattrocentesco e la torre comunale dalla
    quale si gode di una vista superba. Le mura cittadine,
    stupendamente conservate presentano quattro porte
    d'ingresso. Della costruzione duecentesca rimane
    solo una bifora sul lato destro. Il portico venne
    aggiunto nel XV sec., la torre e il timpano con
    orologio solo nel XIX secolo. Nella antica Sala del
    Consiglio, ora sala di lettura della Biblioteca, vi è un
    affresco della Madonna in Maestà, attribuibile al
    pittore folignate Giovanni di Corraduccio (XV sec.).

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  • 1. Scuola Media “Pellegrino da San Daniele”
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  • 5. La Cattedrale di San Lorenzo a Perugia  I lavori per la costruzione della Cattedrale intitolata a San Lorenzo, uno dei Santi patroni della città, iniziarono nel 1345 e si conclusero nel 1490. Sia la fiancata laterale che la facciata principale, però, sono rimaste incomplete. La fiancata laterale si affaccia sulla Fontana Maggiore, e una trama geometrica di rombi di marmo rosa e bianco ne decora solo il lato inferiore. La facciata principale, invece, si affaccia su Piazza Danti ed è caratterizzata da un portale barocco del 1729. L'interno, di impronta tardogotica, presenta tre navate di uguale altezza, divise da possenti pilastri. Le decorazioni furono completate nel XVIII secolo e, tra queste, spiccano La Deposizione di Federico Barocci, la vetrata policroma del XVI secolo di Arrigo Fiammingo e il Monumento Funebre in onore del vescovo Andrea Baglioni realizzato da Urbano da Cortona. Nel chiostro della Cattedrale potrete visitare il Museo Capitolare, sede di importanti opere d'arte.
  • 6. La Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia  Lungo Corso Vannucci, agli ultimi piani del Palazzo dei Priori ha sede, dal 1878, la Galleria Nazionale dell'Umbria. La Galleria ospita uno dei patrimoni artistici più completi e ricchi di tutta la regione. Le opere coprono un periodo che va dal XIII al XIX secolo e sono organizzate secondo un esaustivo percorso cronologico: al terzo piano sono raccolte le opere che vanno dal XIII al XV secolo; mentre al secondo piano quelle dal XVI al XIX secolo. A differenza degli altri grandi musei italiani e stranieri, nella Galleria Nazionale dell'Umbria i capolavori sono raccolti in uno spazio piccolo, quindi si susseguono senza sosta. Si ammirano in un solo sguardo le madonne e i politici della pittura fiorentina e senese del 1400, accanto ai capolavori del Rinascimento, i pezzi unici dell'oreficeria umbra. Fra tutti, spiccano capolavori di Duccio di Buoninsegna, Piero della Francesca, Beato Angelico, Pinturicchio e Perugino In più, raccolte monografiche dedicate all'oreficeria, alla grafica antica, alla topografia e ai tessuti umbri arricchiscono la raccolta.
  • 7. Rocca Paolina a Perugia  Decantata in una celebre poesia di Giosue Carducci, la Rocca Paolina è un'antica fortezza voluta dal Papa Paolo III e realizzata da Antonio da Sangallo il Giovane. L'intento del Papa, in cui era ancora vivo il ricordo del Sacco di Roma, era quello di rendere la città sicura e di creare, così, un rifugio efficiente come lo era stato Castel Sant'Angelo. La sua costruzione rese necessaria la distruzione di più di cento case ma anche di monasteri e chiese, soprattutto di proprietà della famiglia Baglioni, odiatissima dal Papa. La Rocca è stata simbolo dell'autorità papale fino al 1860, anno in cui venne abbattuta in seguito all'annessione al Regno d'Italia. Di quell'antica costruzione sono visibili un tratto delle mura di sostegno ed il bastione che incorpora Porta Marzia. La parte più suggestiva di quel che resta della Rocca Paolina sono i sotterranei, in particolare le scale mobili che dal parcheggio di Piazza Partigiani attraversano la Rocca sotto il porticato laterale del Palazzo del Governo (1870, sede della Provincia) e arrivano in Piazza Italia.
  • 8. L'Oratorio di San Bernardino a Perugia  L'Oratorio fu voluto dai frati Francescani in onore di San Bernardino da Siena, la cui predicazione aveva infiammato i perugini in diverse occasioni. La splendida facciata policroma è opera di Agostino di Duccio che, utilizzando materiali differenti, riuscì a creare una vera e propria sinfonia di colori che esplode in un affascinante gioco di riflessi. In un fine ricamo di pietre e marmi, Agostino di Duccio era riuscito a glorificare Bernardino e a narrare i suoi miracoli. L'opera di Agostino è il più insigne monumento rinascimentale di Perugia. Un doppio portale immette il visitatore nell'interno dall'impianto gotico, il cui altare è costituito da un sarcofago paleocristiano del IV secolo che raccoglie le spoglie del beato Egidio, compagno di San Francesco. Dietro l'altare, un altro portale introduce nell'Oratorio di Sant'Andrea con un soffitto a cassettoni e dipinti del XVIII e XIX secolo.
  • 9. Piazza IV Novembre  E’ considerata una delle più belle piazze d’Italia ed è il centro monumentale della città di Perugia. Attorniata da eleganti ed interessanti edifici, vede sorgere nel mezzo la meravigliosa Fontana Maggiore , realizzata nella seconda metà del ‘200 da Nicola e Giovanni Pisano e Fra’ Bevignate da Perugia. Sulla Piazza, alta su una gradinata, sorge la fiancata delle trecentesca Cattedrale di San Lorenzo , con la bella decorazione in marmi rosati. L’interno è assai interessante ed offre pregevoli opere d’arte. Sulla parte opposta della piazza, di fronte alla Cattedrale, sorge lo stupendo Palazzo dei Priori che allunga il suo fianco curvilineo su Corso Vannucci . Esso rappresenta uno degli esempi più raffinati ed interessanti dell’architettura gotica. Venne in parte realizzato alla fine del XII secolo, in parte all’inizio del XIII. La facciata è caratterizzata da una grande scalinata che dà accesso alla Sala dei Notari . In alto, poggianti su delle mensole, i simboli di Perugia: il grifo ed il leone. La Galleria Nazionale dell’Umbria , che occupa parte dell’interno del Palazzo dei Priori, costituisce la più importante e ricca raccolta di pittura umbra. Al pianterreno del Palazzo dei Priori si trovano poi la Sala del Collegio della Mercanzia e quella del Collegio del Cambio . La prima, completamente rivestita in legno, era adibita alle riunioni dei Consoli della Mercanzia; la seconda alle riunioni dei Cambiatori, ossia dei banchieri che praticavano il cambio delle monete. Parallelamente a Piazza IV Novembre ed a Corso Vannucci si apre Piazza Matteotti.
  • 10. Fontana Maggiore  La Fontana Maggiore, uno dei principali monumenti di Perugia, è situata al centro di Piazza IV Novembre (già Piazza Grande) e riceve da più di 800 anni l'acqua dal monte Pacciano.  Fu progettata tra il 1275 ed il 1278 da Nicola Pisano (con la collaborazione di frà Bevignate da Cingoli per la parte architettonica e di Boninsegna Veneziano per la parte idraulica) e venne eretta per celebrare l'arrivo dell'acqua nell'acropoli della città grazie al nuovo acquedotto, che convogliava nel centro di Perugia le acque provenienti dal monte Pacciano, situato a pochi km dalla città.  La Fontana venne danneggiata dal terremoto del 1348, con conseguente ricostruzione arbitraria dell'ordine dei pannelli; è stata sottoposta a restauro una prima volta nel 1948-49 e poi ancora nel 1995-99.  La fontana, predisposta in bottega e poi montata al centro della piazza, fu realizzata in pietra di Assisi. È costituita da due vasche marmoree poligonali concentriche sormontate da una tazza bronzea ornata da un gruppo bronzeo di Ninfe dal quale sgorga l'acqua.  La fontana ha la decorazione incentrata in 50 bassorilievi e 24 statue con cui Nicola Pisano e il giovane figlio Giovanni ornarono le due vasche poligonali concentriche.  Nella vasca inferiore sono rappresentati i Mesi dell'anno con i segni zodiacali e le scene della tradizione agraria e della cultura feudale, le Arti liberali e personaggi della Bibbia e della storia di Roma. 
  • 11.
  • 14. La basilica di Santa Chiara  La basilica di Santa Chiara è un importante luogo di culto del centro storico di Assisi.
  • 15. Santa Chiara D'Assisi  Santa Chiara, al secolo Chiara Scifi (Assisi, ca. 1193 – Assisi, 11 agosto 1253), è stata una religiosa italiana, collaboratrice di san Francesco e fondatrice delle Monache Clarisse: è stata dichiarata santa da papa Alessandro IV nel 1255 nella Cattedrale di Anagni. Il 17 febbraio 1958 venne dichiarata, da papa Pio XII, santa patrona della televisione e delle telecomunicazioni.
  • 16. Biografia di Santa Chiara D'Assisi ● Nata da Favarone di Offreduccio e da Ortolana, appartenente ad un'alta classe sociale, dimostra forza d'animo nelle sue scelte radicali che la inducono a sfuggire il matrimonio predisposto dalla famiglia di origine, per seguire il desiderio di dedicare la vita a Dio. ● La notte del 28 marzo 1211 (è la sera della domenica delle Palme: Chiara ha solo 18 anni), stando alle testimonianze del processo di canonizzazione, fugge da una porta secondaria della casa paterna, situata nei pressi della cattedrale di Assisi, San Rufino. Subito raggiunge Francesco d'Assisi e i primi frati minori presso la chiesetta di Santa Maria degli Angeli, già da allora comunemente detta la Porziuncola, dipendente dal monastero di San Benedetto al Subasio. A sottolineare la sua condizione di penitente, Francesco le taglia i capelli, le dà una tunica e la fa entrare nel monastero benedettino di San Paolo delle Badesse presso Bastia Umbra a 4 chilometri da Assisi, per poi cercarle ricovero presso un altro monastero benedettino alle pendici del monte Subasio: Sant'Angelo di Panzo. Qui, al riparo dalle ire familiari, viene presto raggiunta dalla sorella Agnese.
  • 17. Leggende e storia di Santa Chiara d'Assisi ● Chiara è la protettrice delle telecomunicazioni: il giorno di Natale, nella messa servita da Francesco, non c'era Chiara, poiché era costretta a letto a causa della sua infermità. Volendo ella partecipare comunque alla celebrazione, le cronache raccontano che le apparve una visione della messa e al momento della comunione le si presentò innanzi un angelo che le diede la possibilità di comunicarsi all'ostia consacrata; ● I Saraceni, al servizio di Federico II di Svevia erano alle porte di Assisi, e stavano assediando san Damiano. Chiara, allora, avrebbe preso l'ostensorio, esponendolo alla finestra. Una luce accecante avrebbe spaventato i Saraceni facendoli fuggire dal convento e da Assisi; ● Papa Gregorio IX le fece visita al convento e le chiese di benedire il pane: appena Chiara lo ebbe benedetto, vi sarebbe comparsa sopra una croce.
  • 18. La storia della basilica  La chiesa venne costruita, dopo la morte di santa Chiara, tra il 1257 e il 1265, attorno all'antica chiesa di San Giorgio, che fino al 1230 aveva custodito le spoglie mortali di san Francesco. Le spoglie della santa vennero traslate già nel 1260, mentre la consacrazione solenne avvenne nel 1265, alla presenza di Clemente IV. I lavori di costruzione furono eseguiti dall'architetto Filippo da Campello.  La cripta che ospita oggi la tomba della santa fu realizzata solamente nel 1850.
  • 19. Santa Chiara: l’esterno  L'esterno è caratterizzato da tre grossi contrafforti poligonali a forma di ampi archi rampanti che rinforzano il fianco sinistro dell'edificio (fine del XIV secolo). La facciata è realizzata a filari di pietra locale bianca e rosa, tripartita da cornici. Il portale è a tutto sesto, con la ghiera attorno alla lunetta che è sostenuta da due leoni a riposo. La lunetta presenta un affresco molto rovinato di Giacomo Giorgetti.  Più in alto, il rosone ha un doppio giro di colonnine e archetti. La facciata si conclude a timpano con un oculo al centro.  Vicino alla porta laterale sporgono una cappella rivestita da riquadri rosati su sfondo bianco, aggiunta all'inizio del Trecento, e il transetto. L'abside ha forma poligonale, con tre alte monofore. Il campanile a base quadrata si erge sul fianco, con bifore e grandi monofore, sormontato da una cuspide.
  • 20. Santa Chiara: l’interno  L'interno della chiesa è a croce latina con navata unica (quattro campate), transetto e abside poligonale. Gli archi delle volte poggiano su pilastri a fascio, che attraversano le pareti nude, ravvivate solo da un ballatoio sopra il quale si aprono delle monofore. Anticamente la navata ospitava un ciclo di affreschi sulla vita della santa, di cui restano solo pochi frammenti dopo la scialbatura settecentesca e i danni del terremoto del 13 gennaio 1832.
  • 21. Santa Chiara: la navata  Nella navata si apre una sola cappella, detta di Sant'Agnese, situata nella quarta campata a sinistra. Di forma pentagonale è dedicata alla sorella di santa Chiara ed è decorata da affreschi del 1914 di Girolamo Marinelli e pitture murali di Sigismondo Spagnoli. Sul lato destro si apre invece l'ambiente della cappella di San Giorgio, già facente parte della primitiva chiesetta. Una vetrata la divide in due ambienti, uno dei quali è oggi la cappella del Sacramento. Quest'ultima è decorata dagli affreschi di Pace di Bartlo (sulla parete di ingresso Annunciazione, San Giorgio, Natività e Adorazione dei Magi) e di Puccio Capanna (parete sinistra, Madonna col Bambino in trono e santi), oltre che di un maestro trecntesco umbro influenzato da Giotto e Pietro Lorenzetti (Resurrezione, Deposizione, Sepoltura di Cristo). Sulla parete dietro l'altare si trovano i frammenti della decorazione duecentesca e altri successivi del Trecento, in cui si riconoscono Santa Caterina e una santa, Santi Chiara, Francesco e Agnese. Da questo ambiente si accede anche all'oratorio del Crocifisso o delle Reliquie, dove si conserva sopra l'altare l'originale Crocifisso di san Damiano che parlò a San Francesco nell'eremo di San Damiano. Gli affreschi sono di Francesco Tartaglia (1527): sull'ingresso Santa Chiara, Maestà, Sant'Anna, San Girolamo, San Rocco, San Francesco; nell'arco Urbano V attribuito a Pace di Bartolo. Dietro una grata sono esposte alcune reliquie:-Una cassetta col cranio di sant'Agnese-Il camice da diacono di san Francesco ricamato da santa Chiara-La tonaca, il mantello, il cordone di santa Chiara e un cofano coi suoi capelli-Una tonaca di san Francesco- Un sandalo e una calza di san Francesco fatti da santa Chiara-La tonacella di san Francesco- Un velo nero, una tonaca interna, un cilicio e un crocifisso appartenuti a santa Chiara.-Il trittico a sportelli con la Madonna col Bambino e storie di Cristo è di Rinaldo di Ranuccio.-Dalla navata si accede anche alla Cripta, ricavata nel 1850-1872 e sistemata in stile neogotico nel 1935. Qui, attraverso una grata, si vede l'urna con le spoglie di santa Chiara. Al centro si trova un tempietto con l'altare, nella cui parte superiore, accessibile tramite una scaletta, si vede il sarcofago in pietra in cui era già stato conservato il corpo della santa.
  • 22. CROCIFISSO DI SAN DAMIANO
  • 23. Crocifisso di San Damiano: la storia
  • 24. San Francesco: la vita  San Francesco d'Assisi nacque ad Assisi nel 1182 ca. e morì nel 1226; il suo nome di battesimo era Giovanni Francesco Bernardone. Figlio di un ricco mercante di stoffe, istruito in latino,in francese,e nella lingua provenzale,condusse da giovane una vita spensierata e mondana; partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, e venne tenuto prigioniero per più di un anno,durante il quale patì per una grave malattia che lo avrebbe indotto a cambiare stile di vita: tornato ad Assisi nel 1205,Francesco si dedicò a opere di carità tra i lebbrosi e cominciò a impegnarsi nel restauro di edifici di culto in rovina. Dedicò i tre anni seguenti alla cura dei lebbrosi e dei poveri nei boschi del monte Subasio. Tornato ad Assisi, Francesco iniziò la sua predicazione,raggruppando intorno a se dodici seguaci che elessero Francesco loro superiore, scegliendo la loro sede nella Porziuncola. Nel 1210 l'ordine venne riconosciuto dal papa Innocenzo III. Intorno al 1212, Francesco partì per la Terra Santa,ma un naufragio lo costrinse a tornare. Nel 1219 si recò in Egitto,poi si recò in Terra Santa. Al suo ritorno,si ritiro sul Monte Verna, nel 1224,e dopo 40 giorni di digiuno ricevette le stigmate. Francesco venne portato ad Assisi, dove rimase per anni segnato dalla sofferenza fisica e dalla cecità. Nel 1225 compose il Cantico delle creature. Venne canonizzato nel 1228 da Papa Gregorio IX.
  • 25. San Francesco: le regole  1- Nel nome del Signore inizia la vita dei frati minori  2- Di coloro che vogliono intraprendere questa vita e come devono essere ricevuti  3- Del divino ufficio e del digiuno e come i frati debbano andare per il mondo  4- Che i frati non ricevano denaro  5- Del modo di lavorare  6- Che i frati di niente si approprino e del chiedere l' elemosina e dei frati infermi  7- Della penitenza da imporsi ai frati che peccano  8-Della elezione del ministro generale di questa fraternità e del capitolo di Pentecoste  9- Dei predicatori  10-Dell'ammonizione e della correzione dei frati  11-Che i frati non entrino nei monasteri delle monache
  • 26. Basilica di San Francesco Basilica Superiore - Basilica Inferiore
  • 27. Storia della Basilica Fu iniziata nel 1228 due anni dopo la morte del Santo e ne fu il promotore e ideatore il frate Elia. Nel 1253 venne consacrata ed è costituita da due chiese sovrapposte. Nella basilica inferiore è situato un locale che ospita le reliquie di san Francesco.Vi si accede da Piazza Inferiore San Francesco, suggestiva piazza circondata da bassi portici del XV secolo. Il terremoto del 1997 causò profonde lesioni alla basilica superiore e provocò la morte di quattro persone ricordate con un'iscrizione nel pavimento all'ingresso della basilica.
  • 28. Basilica Superiore L’esterno della Basilica ha richiami evidenti al gotico francese. L’interno propone una sola navata a quattro campate e un’ abside poligonale La decorazione fu opera di diversi pittori; il più importante di questi fu Cimabue che operò nel 1272. Un altro grande maestro che affrescò dal 1296 al 1304 la basilica, fu Giotto. A lui è attribuito il ciclo di affreschi sulla vita di San Francesco collocato nella fascia inferiore della navata della basilica. Le sue pitture sono destinate a colpire vivamente la fantasia popolare; infatti hanno il carattere dell’immediatezza narrativa e di plastica evidenza. Il suo naturalismo colpì la fantasia popolare.
  • 29. Basilica Inferiore La Basilica Inferiore si presenta come una costruzione ad archi schiacciati e a volte prone. La navata centrale si presenta come una galleria oscura formata dalle potenti costolature dagli archi impostati ad altezza uomo. Lo sguardo è attratto da un’ incerta luminosità dell’altare maggiore e dalle vele a crociera e le quattro pitture allegoriche. Nella basilica inferiore è situato un locale che ospita le reliquie di san Francesco, un piccolo ma significativo insieme di oggetti appartenuti al santo.
  • 30. Piazza dei Priori  Nel 1200 diventò la piazza più importante della città. Vi si affaccia il palazzo dei Priori e il tempio di Minerva che fu eretto nel I secolo a.C.
  • 31. Duomo di S.Rufino  La cattedrale di S. Rufino è il duomo della città. La chiesa sorge nell’omonima piazza che anticamente era una terrazza creata in epoca romana. Venne costruita tra il 1140 e il 1571. La facciata è una delle opere più significative in stile romanico. L'interno è a tre navate divise da pilastri, con pianta basilicale. L'aspetto odierno risale al rinnovo del 1571 ad opera di Galeazzo Alessi; solo sopra le volte restano tracce della chiesa primitiva, tra le quali i resti di una cupola.
  • 32. Cattedrale di S. Rufino: l’interno
  • 33. L’Eremo delle Carceri L'eremo delle Carceri è il luogo in cui San Francesco d'Assisi e i suoi confratelli si ritiravano per pregare e meditare. Situato a 4 chilometri da Assisi , a 791 metri di altitudine sulle pendici del monte Subasio, l'eremo delle Carceri sorge nei pressi di alcune grotte naturali, frequentate da eremiti già in età paleocristiana.
  • 34. La Porziuncola  La Porziuncola è una piccola chiesa fuori Assisi, attorno a cui venne costruita tra il XVI e il XVII secolo, proprio a protezione dello stesso più antico edificio di culto, la grande basilica di Santa Maria degli Angeli. A questa chiesa, di notevole valore storico, artistico e spirituale, si deve il nome della città statunitense di Los Angeles, chiamata dagli spagnoli El Pueblo de la Iglesia de Nuestra Señora la Reina de Los Angeles de Porciúncola (Città della Chiesa di Nostra Signora la Regina degli Angeli della Porziuncola)
  • 35. La Porziuncola ● La cappella è situata in una zona denominata "Portiuncula". Rimasta per lungo tempo in stato di abbandono, viene restaurata da san Francesco. ● Egli qui comprende chiaramente la sua vocazione e qui fonda l'Ordine dei Frati Minori nel 1209, affidandolo alla protezione della Vergine Madre di Cristo, cui la chiesina è dedicata. ● Dai Benedettini ottenne in dono il luogo e la cappella per farne il centro della sua nuova Istituzione. ● Il 28 marzo 1211, Chiara di Favarone di Offreduccio vi riceve dal Santo l'abito religioso, dando inizio all'Ordine delle Povere Dame (Clarisse). ● Nel 1216, in una visione, Francesco ottiene da Gesù stesso l'Indulgenza conosciuta come "Indulgenza della Porziuncola" o "Perdono di Assisi", approvata dal Papa Onorio III. ● Alla Porziuncola, che fu ed è il centro del francescanesimo, il Poverello raduna ogni anno i suoi frati nei Capitoli (adunanze generali), per discutere la Regola, per ritrovare di nuovo il fervore e ripartire per annunciare il Vangelo nel mondo intero.
  • 36. Porziuncola: cenni storici ● La tradizione fa risalire l'edificazione della Porziuncola al IV secolo, ad opera di eremiti provenienti dalla Palestina. Nel 576 ne avrebbe preso possesso san Benedetto stesso, per i suoi monaci. La Porziuncola fu la terza chiesa riparata da san Francesco dopo la sua vocazione: mentre egli pregava di fronte al crocifisso di San Damiano sentì una voce che diceva: "va' e ripara la mia chiesa". L'edificio all'epoca dipendeva dal monastero di San Benedetto al Subasio. ● La Porziuncola divenne per Francesco luogo particolare e vi sostava spesso in preghiera; qui capì che doveva vivere "secondo il santo Vangelo". Proprio dalla Porziuncola Francesco inviò i primi frati ad annunciare la pace. Il 2 agosto del 1216 con la presenza di sette vescovi umbri il piccolo edificio fu consacrato e vi fu proclamato il così detto "Perdono d'Assisi". ● Nella Porziuncola inoltre, santa Chiara rinunciò al mondo e abbracciò sorella povertà e qui Francesco morì la sera del 3 ottobre 1226. ● La chiesa è costruita con pietra scavata dal monte Subasio
  • 37. Porziuncola: l’interno ● L'interno è costituito da un'unica aula con piccola abside, "chiusa" da una pala d'altare datata 1393, opera del pittore Ilario da Viterbo. ● Il piccolo edificio (di soli 4 metri per 7) conserva tutt'ora le strutture trecentesche, compreso il tetto con la copertura in marmi bianco e rosa. Il recente restauro, dovuto al sisma del 1997 e terminato nel 1999, ha fatto rinvenire il pavimento originale in "cocciopesto" che era poi stato ricoperto dalle strutture cinquecentesche.
  • 38. Porziuncola: l’esterno ● Sull'arco del portale d'ingresso, sulla fascia d'oro che incornicia l'affresco della facciata, sono scritte le parole "La tua richiesta Francesco accolgo" pronunciate da Gesù in risposta alla richiesta del Santo: che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe. A sottolineare l'ingresso nel luogo dell'indulgenza altre due brevi iscrizioni, una incisa sulla soglia: Hic locus sanctus est (questo luogo è santo) e l'altra scritta alla base dell'altare dell'affresco sopra la porta: Haec est porta vitae aeternae (questa è la porta della vita eterna). ● L'ingresso alla Porziuncola è sproporzionato, così come lo è la porta laterale aperta nel XIX secolo per consentire il flusso delle grandi folle di pellegrini. Sul lato destro esterno è affisso uno dei documenti epigrafici più antichi dell'Ordine: la lapide della tomba di Pietro Cattani, morto il 10 marzo 1221 quando ancora era in vita Francesco. Si racconta che folle di devoti accorrevano alla sua tomba disturbando la preghiera dei frati; allora Francesco esortò Cattani ad essere obbediente in morte come lo era stato in vita e, quindi, gli ordinò di non compiere più miracoli. E così avvenne. ● L'affresco sulla facciata è del pittore nazareno Friedrich Overbeck (1830) e vi è rappresentato Francesco che chiede a Gesù e a Maria la concessione dell'indulgenza plenaria. In alto, una lanterna in stile gotico (XVI-XV secolo) con una statua della Vergine, una Madonna del latte degli inizi del XIV secolo. Sulla parete esterna dell'abside un affresco raffigurante la Crocifissione, recentemente ripulito, in cui sembra possa riconoscersi la mano del pittore Pietro Vannucci, detto il Perugino; è quel che resta di un più grande affresco che ricopriva la parete del convento del XVI secolo, abbattuto quando la Porziuncola fu inglobata dalla grande basilica di Santa Maria degli Angeli, innalzata, per volere di papa Pio V, negli anni 1569-1679, su disegno di Galeazzo Alessi.
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  • 41. Il Teatro Romano (I sec. a.C.), eloquente testimonianza della Spoleto romana, è stato riportato alla luce tra il 1954 e il 1960. Fu individuato nel 1891 da Giuseppe Sordini attraverso un disegno cinquecentesco che lo collocava nell'area del convento di Sant'Agata. Oggi è inserito nel complesso che ospita il Museo Archeologico Statale ed è ancora utilizzato per spettacoli e rappresentazioni varie. L'accesso si trova lungo via Sant'Agata ma la vista d'insieme si coglie fin dall'esterno. eo M us e le no ata a t om o S R ic ro log at o Te che A r
  • 42. Casa Romana In via Visiale, tra via del Municipio e via Saffi, sorge la Casa Romana, posta su un terrazzamento immediatamente superiore a quello del foro. Scoperta da Giuseppe Sordini nel 1885 e scavata tra la fine dell'Ottocento e il 1914, appartenne ad un personaggio economicamente e socialmente rilevante nella Spoleto del I sec. d.C., forse a Vespasia Polla, madre dell'imperatore Vespasiano.Si tratta, in ogni caso, di una pregevole abitazione signorile il cui schema architettonico riflette quello classico delle abitazioni patrizie romane. Sono infatti presenti l'atrio, dotato di un bacino di raccolta delle acque piovane (impluvium), il tablinum, il triclinium, il peristilium, nonché cubicula e alae. Tutti gli ambienti sono pavimentati a mosaico; in qualche punto sono visibili tracce di affreschi. Sopra l'area della casa, si erge il Palazzo del Comune.
  • 43. La Rocca sorge sulla sommità del Colle Sant'Elia, in posizione strategica e Rocca Albornoziana dominante tutta la vallata. Fu edificata a partire dal 1359, nell'imminenza del e Ponte delle rientro definitivo della sede papale da Avignone a Roma, nell'ambito della realizzazione, affidata al cardinale Torri Egidio Albornoz, del sistema difensivo finalizzato a riportare l'autorità papale nei territori della Chiesa dopo la cattività avignonese. Il monumento è un complesso fortificato dall'allungata forma rettangolare, scandito da sei torri e con due ampi cortili interni; fu concepito per svolgere anche funzione di rappresentanza e residenziale per i rettori del Ducato, i governatori della città e i legati pontifici. La Rocca perse, poi, progressivamente la funzione residenziale e nel 1816 fu trasformata in penitenziario, uso che assolverà fino al 1982. In quell'anno furono avviati gli imponenti lavori di recupero e restauro (ad oggi ancora non del tutto ultimati) che hanno restituito agli ambienti l'immagine originaria, pur con le inevitabili perdite evidenti, soprattutto, nelle lacune delle decorazioni pittoriche.
  • 44. Ponte delle Torri Eretto alla fine del Trecento, probabilmente sui resti di una precedente struttura romana, Il Ponte, tra le più grandi costruzioni in muratura dell'età antica (alto ben 80 metri e lungo circa 280) aveva funzioni di acquedotto, era cioè destinato a portare in città l'acqua del monte.
  • 45. Fortilizio dei Molini - Secoli XIII- XIV
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  • 47.  Lungo via Saffi, su cui affaccia il prospetto settentrionale del palazzo Comunale, si apre la superba vista della Cattedrale: ricostruita alla fine del XII sec., sostituì l'antico edificio di S. Maria del Vescovato, dell'VIII – IX sec., eretto sull'area di un primitivo tempio cristiano dedicato al martire Primiano. Sulla facciata, impreziosita dal mosaico di Solsterno, si aprono le arcate del portico fatto realizzare nel 1491 da Ambrogio Barocci, celebre maestro che aveva lavorato nella splendida residenza ducale di Urbino al fianco di Francesco di Giorgio Martini. L'utilizzo di materiali cromaticamente contrastanti – le pietre bianca e rosata dei monti intorno Spoleto – fa cogliere a pieno l'effetto chiaroscurale e la minuzia decorativa dei rilievi eseguiti da maestranze lombarde esperte in questo tipo di arte, come testimoniato dai documenti conservati negli archivi.
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  • 50.
  • 51. Dedicata in origine ai martiri spoletini Concordio e Senzia, la chiesa fa parte di una serie di basiliche paleocristiane sorte intorno a Spoleto nei primi secoli dell'epoca cristiana. L'attuale dedicazione testimonia l'importante ruolo assunto dalla basilica durante la dominazione longobarda, vista la particolare devozione di questo popolo al Salvatore.
  • 52. Fontana del Mascherone - Secoli XVII-XVIII
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  • 54.  Il Teatro Romano di Gubbio si trova alla periferia della città, presso le IL TEATRO antiche terme. Fu costruito nell'ultimo periodo della Roma repubblicana, quindi a metà del ROMANO primo secolo a.C.  Era uno dei maggiori teatri dell’impero romano. Col suo diametro di 70 metri, la parte riservata al pubblico, cioè la "cavea", poteva ospitare più di seimila spettatori. La "cavea" originaria era molto più alta dell'attuale, ma praticamente nulla resta della parte superiore.  Il Teatro fu gravemente danneggiato nell’VIII secolo, durante l'occupazione longobarda. Nell'alto Medioevo, quando il teatro fu considerato una cava da cui trarre le pietre per ricostruire la città dopo le distruzioni barbariche, D’estate, vengono rappresentate grandi opere classiche.
  • 55. La basilica di Sant’Ubaldo  La Basilica di Sant’Ubaldo sorge sulle pendici del Monte Ingino.Essa risale al XII secolo e fu restaurata nel Cinquecento dai Canonici Regolari Lateranensi: fu anche costruito l’annesso convento. Verso la fine del Settecento fu affidato ai Padri Passionisti e, nel 1816, ai Frati Minori.Rappresenta il cuore religioso, storico e folcloristico della città. La Basilica conserva i ceri con cui si corre – il 15 maggio di ogni anno – la famosa "Corsa dei Ceri".Una manifestazione cittadina, folcloristica e religiosa insieme, si svolge in onore del santo patrono e si conclude alla Basilica stessa. L’esterno della Basilica è semplice e allo stesso tempo suggestivo, privo di particolari ornamenti, sulle pareti s’intravedono ancora frammenti di affreschi cinquecenteschi, e da uno stupendo portale finemente scolpito. L'interno è diviso in 5 navate.
  • 56. Il palazzo dei importante edificio di Gubbio è senza  Il più Consoli dubbio lo storico Palazzo dei Consoli. Il Palazzo prospetta su Piazza Grande, è fra i meglio conservati in Italia ed è stato considerato l’unico che possa competere con il palazzo della Signoria di Firenze. Un’iscrizione indica che la i lavori iniziarono nel 1332. L’opera terminò nel 1346 e fu subito la residenza della suprema Magistratura cittadina. Architetto fu quasi certamente l'eugubino Matteo di Giovannello, detto Gattapone. L'edificio ha la forma di un parallelepipedo. Tutta la mole è sorretta da grandi e robuste arcate e da volte. Le mura sono di pietra calcare, bruna.La facciata volge ad oriente ed è aperta dal portale, che si trova alla sommità di una scalinata, e da una serie di finestre nella parte più alta. Il palazzo è terminato in alto da un ballatoio scoperto. Sull'angolo sinistro della facciata s'innalza la torre della campana. Il primo piano è occupato dal grande salone che serviva alle adunanze popolari. Un’arditissima scala conduce alle sale superiori. Dai primi anni del Novecento, il Palazzo dei Consoli ospita il Museo Civico e la Pinacoteca Comunale.
  • 57. La Chiesa di San Francesco  Si trova in Piazza Quaranta Martiri, dove – nel Medioevo – sorgeva la residenza degli Spadalonga; la famiglia che accolse amichevolmente ed ospitò Francesco d’Assisi, quando il Poverello lasciò la casa paterna. L’edificio fu costruito nella seconda metà del Duecento. La facciata è rivolta a nord-est, secondo i canoni francescani; essa presenta un bel portale e un piccolo campanile a pianta ottagonale: è l’unica in città ad avere una navata centrale e due
  • 58. Assisi: patria di Francesco  Francesco nacque ad Assisi tra il 1181 o 1182 e morì nel 1226. Figlio di Pietro di Bernardone, un ricco mercante di stoffe, in gioventù condusse una vita spensierata e mondana e fu istruito in latino e in francese. Partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, fu fatto prigioniero durante la battaglia di Collestrada e tenuto prigioniero per più di un anno. Tornato ad Assisi, nel 1207 dopo un periodo di meditazione avviene lo strappo con il padre, che lo aveva accusato davanti al vescovo, di dissipare i propri averi, regalandoli ai poveri e di vestire di soli stracci, ridicolizzando la famiglia. In quella occasione, Francesco si spogliò degli abiti che indossava affermando che da allora non avrebbe più invocato il padre Pietro ma "il Padre Nostro che è nei cieli".
  • 59. Gubbio: sua  Ricoperto di un misero camiciotto sul quale tracciò con il gesso una grande seconda patria Croce. Francesco parte da Assisi e si rifugia a Gubbio dove abita la famiglia degli Spadalonga. Con uno dei figli di Bernardo Spadalonga, Francesco era diventato amico durante la prigionia a Perugia, dopo la sconfitta di Collestrada. Sulla strada per Gubbio lungo il percorso oggi chiamato: "Sentiero Francescano della Pace", nei pressi di Caprignone incontra dei briganti che lo picchiano e lo gettano in una fossa piena di neve. Stanco ed affamato Francesco si ferma all'abbazia di S.Verecondo (oggi abbazia di Vallingegno) dove si trattiene alcuni giorni costretto dal maltempo. Poi prosegue per Gubbio, dove viene accolto dalla famiglia Spadalonga e a Gubbio vi rimane per qualche mese. Durante il soggiorno a Gubbio S. Francesco compì alcuni miracoli tra cui la guarigione di una donna con le mani rattrappite. Gubbio sarà spesso tappa, nei suoi viaggi. La prima dimora a Gubbio di Francesco e dei suoi frati fu S. Maria della Vittoria (detta Chiesa della Vittorina perché in quel luogo gli Eugubini avevano ottenuto la vittoria nell'853 contro i Saraceni
  • 60. Durante uno dei suoi viaggi a Gubbio giunse a S. Francesco notizia di un L'incontro lupo che terrorizzava gli abitanti e si spingeva fino alle vicinanze delle con il lupo abitazioni. S. Francesco incontra il lupo e lo ammansì. L'episodio è raccontato nei "Fioretti". All' addomesticamento del lupo sono stati attribuiti diversi significati: c'è chi sostiene che il lupo simboleggi il peccato, l'avidità e la ferocia, altri una meretrice, altri ancora un indemoniato. Ma la maggior parte della gente di tutto il mondo ritiene che si tratti di un vero e proprio lupo. Molte prove hanno come fulcro la chiesetta di S. Francesco della pace (oggi detta "dei muratori" ) costruita nel luogo della grotta dove, secondo la tradizione, per due anni visse e morì il lupo.
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  • 62.  Montefalco, posto in una posizione dominante sulle valli del Topino e del Clitunno, offre la vista di un ampio panorama delle terre umbre. La città di Montefalco domina dal suo colle la pianura che si stende da Spoleto fino a Perugia. Da tale posizione panoramica deriva anche il nome di ringhiera dell'Umbria. E' il luogo ideale da cui partire per visitare l'Umbria, perchè è ben collegata a tutti i principali centri come Foligno e Spoleto, entrambi raggiungibili in un quarto d'ora di viaggio.
  • 63. CASTELLO DI MONTEFALCO  L'antico Falisco assunse l'aspetto di un "castrum romano", razionalmente impostato, di cui si possono riconoscere il cardo e il decumano massimo. Dopo la caduta dell'impero, Coccorone divenne l'instabile confine tra Longobardi e Bizantini. Poco dopo il Mille, il castello fu circondato da mura. Nel 1240 ospitò Federico II ed il figlio: per l'occasione fu eretta la porta ad arco ogivale, sopra la quale campeggiano la croce e l'aquila imperiale, e il nome del podestà, Lopardo. Nel 1324, fu costruita la seconda e più ampia cerchia di mura, intramezzata da torrioni, bastioni e spalti che dettero al castello l'aspetto di una fortezza inespugnabile. Della rocca rimangono vestigia significative con buona parte della cinta muraria, prima merlata guelfa poi ghibellina, con quattro porte: Camiano, Della Rocca, Il Verziere e Federico II e una torre angolare quadrata. Delle porte, il Verziere rimane la più imponente, sormontata da beccatelli e merli ghibellini. Dell'antica struttura medievale restano all'interno notevoli reperti: le vie caratteristiche, il palazzo del Popolo eretto nel 1270, (e oggi sede municipale) ed alcune abitazioni trecentesche. L'importanza strategica e difensiva del castello fu sempre notevole, come pure la sua posizione che nel 1568 meritò l'appellativo di "Ringhiera dell'Umbria".
  • 64. Piazza del Comune  Già chiamata Campo del Certame e più tardi Piazza dei Cavalieri è un grande invaso quasi circolare al centro dell‘abitato e contemporaneamente al punto più alto, sul quale convergono le principali direttrici provenienti dalle quattro porte, circondato dai palazzi delle famiglie nobili e dominato dal Palazzo Comunale. Nel 1270 l‘edificio venne ricostruito e poi rimaneggiato e ampliato più volte: evidente è il loggiato quattrocentesco e la torre comunale dalla quale si gode di una vista superba. Le mura cittadine, stupendamente conservate presentano quattro porte d'ingresso. Della costruzione duecentesca rimane solo una bifora sul lato destro. Il portico venne aggiunto nel XV sec., la torre e il timpano con orologio solo nel XIX secolo. Nella antica Sala del Consiglio, ora sala di lettura della Biblioteca, vi è un affresco della Madonna in Maestà, attribuibile al pittore folignate Giovanni di Corraduccio (XV sec.). 