5. La Cattedrale di San Lorenzo a Perugia
I lavori per la costruzione della Cattedrale intitolata a San
Lorenzo, uno dei Santi patroni della città, iniziarono nel
1345 e si conclusero nel 1490. Sia la fiancata laterale che la
facciata principale, però, sono rimaste incomplete. La
fiancata laterale si affaccia sulla Fontana Maggiore, e una
trama geometrica di rombi di marmo rosa e bianco ne
decora solo il lato inferiore. La facciata principale, invece, si
affaccia su Piazza Danti ed è caratterizzata da un portale
barocco del 1729. L'interno, di impronta
tardogotica, presenta tre navate di uguale altezza, divise
da possenti pilastri. Le decorazioni furono completate nel
XVIII secolo e, tra queste, spiccano La Deposizione di
Federico Barocci, la vetrata policroma del XVI secolo di
Arrigo Fiammingo e il Monumento Funebre in onore del
vescovo Andrea Baglioni realizzato da Urbano da Cortona.
Nel chiostro della Cattedrale potrete visitare il Museo
Capitolare, sede di importanti opere d'arte.
6. La Galleria Nazionale dell'Umbria
a Perugia
Lungo Corso Vannucci, agli ultimi piani del Palazzo dei Priori ha
sede, dal 1878, la Galleria Nazionale dell'Umbria. La Galleria
ospita uno dei patrimoni artistici più completi e ricchi di tutta
la regione. Le opere coprono un periodo che va dal XIII al XIX
secolo e sono organizzate secondo un esaustivo percorso
cronologico: al terzo piano sono raccolte le opere che vanno dal
XIII al XV secolo; mentre al secondo piano quelle dal XVI al XIX
secolo. A differenza degli altri grandi musei italiani e stranieri,
nella Galleria Nazionale dell'Umbria i capolavori sono raccolti in
uno spazio piccolo, quindi si susseguono senza sosta. Si
ammirano in un solo sguardo le madonne e i politici della pittura
fiorentina e senese del 1400, accanto ai capolavori del
Rinascimento, i pezzi unici dell'oreficeria umbra. Fra tutti,
spiccano capolavori di Duccio di Buoninsegna, Piero della
Francesca, Beato Angelico, Pinturicchio e Perugino In più,
raccolte monografiche dedicate all'oreficeria, alla grafica antica,
alla topografia e ai tessuti umbri arricchiscono la raccolta.
7. Rocca Paolina a Perugia
Decantata in una celebre poesia di Giosue Carducci, la Rocca
Paolina è un'antica fortezza voluta dal Papa Paolo III e realizzata
da Antonio da Sangallo il Giovane. L'intento del Papa, in cui era
ancora vivo il ricordo del Sacco di Roma, era quello di rendere la
città sicura e di creare, così, un rifugio efficiente come lo era stato
Castel Sant'Angelo. La sua costruzione rese necessaria la
distruzione di più di cento case ma anche di monasteri e chiese,
soprattutto di proprietà della famiglia Baglioni, odiatissima dal
Papa. La Rocca è stata simbolo dell'autorità papale fino al
1860, anno in cui venne abbattuta in seguito all'annessione al
Regno d'Italia. Di quell'antica costruzione sono visibili un tratto
delle mura di sostegno ed il bastione che incorpora Porta Marzia.
La parte più suggestiva di quel che resta della Rocca Paolina sono
i sotterranei, in particolare le scale mobili che dal parcheggio di
Piazza Partigiani attraversano la Rocca sotto il porticato laterale
del Palazzo del Governo (1870, sede della Provincia) e arrivano in
Piazza Italia.
8. L'Oratorio di San Bernardino a
Perugia
L'Oratorio fu voluto dai frati Francescani in onore di San
Bernardino da Siena, la cui predicazione aveva infiammato i
perugini in diverse occasioni. La splendida facciata policroma è
opera di Agostino di Duccio che, utilizzando materiali differenti,
riuscì a creare una vera e propria sinfonia di colori che esplode in
un affascinante gioco di riflessi. In un fine ricamo di pietre e
marmi, Agostino di Duccio era riuscito a glorificare Bernardino e
a narrare i suoi miracoli. L'opera di Agostino è il più insigne
monumento rinascimentale di Perugia. Un doppio portale
immette il visitatore nell'interno dall'impianto gotico, il cui altare
è costituito da un sarcofago paleocristiano del IV secolo che
raccoglie le spoglie del beato Egidio, compagno di San
Francesco. Dietro l'altare, un altro portale introduce nell'Oratorio
di Sant'Andrea con un soffitto a cassettoni e dipinti del XVIII e XIX
secolo.
9. Piazza IV Novembre
E’ considerata una delle più belle piazze d’Italia ed è il centro monumentale della
città di Perugia. Attorniata da eleganti ed interessanti edifici, vede sorgere nel
mezzo la meravigliosa Fontana Maggiore , realizzata nella seconda metà del
‘200 da Nicola e Giovanni Pisano e Fra’ Bevignate da Perugia. Sulla Piazza, alta
su una gradinata, sorge la fiancata delle trecentesca Cattedrale di San Lorenzo ,
con la bella decorazione in marmi rosati. L’interno è assai interessante ed offre
pregevoli opere d’arte. Sulla parte opposta della piazza, di fronte alla Cattedrale,
sorge lo stupendo Palazzo dei Priori che allunga il suo fianco curvilineo su
Corso Vannucci . Esso rappresenta uno degli esempi più raffinati ed interessanti
dell’architettura gotica. Venne in parte realizzato alla fine del XII secolo, in parte
all’inizio del XIII. La facciata è caratterizzata da una grande scalinata che dà
accesso alla Sala dei Notari . In alto, poggianti su delle mensole, i simboli di
Perugia: il grifo ed il leone. La Galleria Nazionale dell’Umbria , che occupa parte
dell’interno del Palazzo dei Priori, costituisce la più importante e ricca raccolta di
pittura umbra. Al pianterreno del Palazzo dei Priori si trovano poi la Sala
del Collegio della Mercanzia e quella del Collegio del Cambio . La prima,
completamente rivestita in legno, era adibita alle riunioni dei Consoli della
Mercanzia; la seconda alle riunioni dei Cambiatori, ossia dei banchieri che
praticavano il cambio delle monete. Parallelamente a Piazza IV Novembre ed
a Corso Vannucci si apre Piazza Matteotti.
10. Fontana Maggiore
La Fontana Maggiore, uno dei principali monumenti di Perugia, è situata al
centro di Piazza IV Novembre (già Piazza Grande) e riceve da più di 800 anni
l'acqua dal monte Pacciano.
Fu progettata tra il 1275 ed il 1278 da Nicola Pisano (con la collaborazione
di frà Bevignate da Cingoli per la parte architettonica e di Boninsegna
Veneziano per la parte idraulica) e venne eretta per celebrare l'arrivo
dell'acqua nell'acropoli della città grazie al nuovo acquedotto, che
convogliava nel centro di Perugia le acque provenienti dal monte Pacciano,
situato a pochi km dalla città.
La Fontana venne danneggiata dal terremoto del 1348, con conseguente
ricostruzione arbitraria dell'ordine dei pannelli; è stata sottoposta a restauro
una prima volta nel 1948-49 e poi ancora nel 1995-99.
La fontana, predisposta in bottega e poi montata al centro della piazza, fu
realizzata in pietra di Assisi. È costituita da due vasche marmoree poligonali
concentriche sormontate da una tazza bronzea ornata da un gruppo
bronzeo di Ninfe dal quale sgorga l'acqua.
La fontana ha la decorazione incentrata in 50 bassorilievi e 24 statue con cui
Nicola Pisano e il giovane figlio Giovanni ornarono le due vasche poligonali
concentriche.
Nella vasca inferiore sono rappresentati i Mesi dell'anno con i segni zodiacali
e le scene della tradizione agraria e della cultura feudale, le Arti liberali e
personaggi della Bibbia e della storia di Roma.
14. La basilica di Santa Chiara
La basilica di Santa Chiara è un importante
luogo di culto del centro storico di Assisi.
15. Santa Chiara D'Assisi
Santa Chiara, al secolo Chiara Scifi (Assisi, ca. 1193 –
Assisi, 11 agosto 1253), è stata una religiosa italiana,
collaboratrice di san Francesco e fondatrice delle
Monache Clarisse: è stata dichiarata santa da papa
Alessandro IV nel 1255 nella Cattedrale di Anagni. Il 17
febbraio 1958 venne dichiarata, da papa Pio XII, santa
patrona della televisione e delle telecomunicazioni.
16. Biografia di Santa Chiara D'Assisi
●
Nata da Favarone di Offreduccio e da Ortolana, appartenente
ad un'alta classe sociale, dimostra forza d'animo nelle sue
scelte radicali che la inducono a sfuggire il matrimonio
predisposto dalla famiglia di origine, per seguire il desiderio di
dedicare la vita a Dio.
●
La notte del 28 marzo 1211 (è la sera della domenica delle
Palme: Chiara ha solo 18 anni), stando alle testimonianze del
processo di canonizzazione, fugge da una porta secondaria
della casa paterna, situata nei pressi della cattedrale di Assisi,
San Rufino. Subito raggiunge Francesco d'Assisi e i primi frati
minori presso la chiesetta di Santa Maria degli Angeli, già da
allora comunemente detta la Porziuncola, dipendente dal
monastero di San Benedetto al Subasio. A sottolineare la sua
condizione di penitente, Francesco le taglia i capelli, le dà una
tunica e la fa entrare nel monastero benedettino di San Paolo
delle Badesse presso Bastia Umbra a 4 chilometri da Assisi,
per poi cercarle ricovero presso un altro monastero
benedettino alle pendici del monte Subasio: Sant'Angelo di
Panzo. Qui, al riparo dalle ire familiari, viene presto raggiunta
dalla sorella Agnese.
17. Leggende e storia di Santa
Chiara d'Assisi
●
Chiara è la protettrice delle telecomunicazioni: il giorno di
Natale, nella messa servita da Francesco, non c'era Chiara,
poiché era costretta a letto a causa della sua infermità.
Volendo ella partecipare comunque alla celebrazione, le
cronache raccontano che le apparve una visione della
messa e al momento della comunione le si presentò innanzi
un angelo che le diede la possibilità di comunicarsi all'ostia
consacrata;
●
I Saraceni, al servizio di Federico II di Svevia erano alle
porte di Assisi, e stavano assediando san Damiano. Chiara,
allora, avrebbe preso l'ostensorio, esponendolo alla finestra.
Una luce accecante avrebbe spaventato i Saraceni facendoli
fuggire dal convento e da Assisi;
●
Papa Gregorio IX le fece visita al convento e le chiese di
benedire il pane: appena Chiara lo ebbe benedetto, vi
sarebbe comparsa sopra una croce.
18. La storia della basilica
La chiesa venne costruita, dopo la morte
di santa Chiara, tra il 1257 e il 1265,
attorno all'antica chiesa di San Giorgio,
che fino al 1230 aveva custodito le spoglie
mortali di san Francesco. Le spoglie della
santa vennero traslate già nel 1260,
mentre la consacrazione solenne avvenne
nel 1265, alla presenza di Clemente IV. I
lavori di costruzione furono eseguiti
dall'architetto Filippo da Campello.
La cripta che ospita oggi la tomba della
santa fu realizzata solamente nel 1850.
19. Santa Chiara: l’esterno
L'esterno è caratterizzato da tre grossi contrafforti
poligonali a forma di ampi archi rampanti che rinforzano il
fianco sinistro dell'edificio (fine del XIV secolo). La
facciata è realizzata a filari di pietra locale bianca e rosa,
tripartita da cornici. Il portale è a tutto sesto, con la ghiera
attorno alla lunetta che è sostenuta da due leoni a riposo.
La lunetta presenta un affresco molto rovinato di
Giacomo Giorgetti.
Più in alto, il rosone ha un doppio giro di colonnine e
archetti. La facciata si conclude a timpano con un oculo al
centro.
Vicino alla porta laterale sporgono una cappella rivestita
da riquadri rosati su sfondo bianco, aggiunta all'inizio del
Trecento, e il transetto. L'abside ha forma poligonale, con
tre alte monofore. Il campanile a base quadrata si erge
sul fianco, con bifore e grandi monofore, sormontato da
una cuspide.
20. Santa Chiara: l’interno
L'interno della chiesa è a croce latina con navata
unica (quattro campate), transetto e abside
poligonale. Gli archi delle volte poggiano su pilastri
a fascio, che attraversano le pareti nude, ravvivate
solo da un ballatoio sopra il quale si aprono delle
monofore. Anticamente la navata ospitava un ciclo
di affreschi sulla vita della santa, di cui restano
solo pochi frammenti dopo la scialbatura
settecentesca e i danni del terremoto del 13
gennaio 1832.
21. Santa Chiara: la navata
Nella navata si apre una sola cappella, detta di Sant'Agnese, situata nella
quarta campata a sinistra. Di forma pentagonale è dedicata alla sorella di
santa Chiara ed è decorata da affreschi del 1914 di Girolamo Marinelli e
pitture murali di Sigismondo Spagnoli. Sul lato destro si apre invece
l'ambiente della cappella di San Giorgio, già facente parte della primitiva
chiesetta. Una vetrata la divide in due ambienti, uno dei quali è oggi la
cappella del Sacramento. Quest'ultima è decorata dagli affreschi di Pace di
Bartlo (sulla parete di ingresso Annunciazione, San Giorgio, Natività e
Adorazione dei Magi) e di Puccio Capanna (parete sinistra, Madonna col
Bambino in trono e santi), oltre che di un maestro trecntesco umbro
influenzato da Giotto e Pietro Lorenzetti (Resurrezione, Deposizione,
Sepoltura di Cristo). Sulla parete dietro l'altare si trovano i frammenti della
decorazione duecentesca e altri successivi del Trecento, in cui si
riconoscono Santa Caterina e una santa, Santi Chiara, Francesco e
Agnese. Da questo ambiente si accede anche all'oratorio del Crocifisso o
delle Reliquie, dove si conserva sopra l'altare l'originale Crocifisso di san
Damiano che parlò a San Francesco nell'eremo di San Damiano. Gli
affreschi sono di Francesco Tartaglia (1527): sull'ingresso Santa Chiara,
Maestà, Sant'Anna, San Girolamo, San Rocco, San Francesco; nell'arco
Urbano V attribuito a Pace di Bartolo. Dietro una grata sono esposte alcune
reliquie:-Una cassetta col cranio di sant'Agnese-Il camice da diacono di san
Francesco ricamato da santa Chiara-La tonaca, il mantello, il cordone di
santa Chiara e un cofano coi suoi capelli-Una tonaca di san Francesco- Un
sandalo e una calza di san Francesco fatti da santa Chiara-La tonacella di
san Francesco- Un velo nero, una tonaca interna, un cilicio e un crocifisso
appartenuti a santa Chiara.-Il trittico a sportelli con la Madonna col Bambino
e storie di Cristo è di Rinaldo di Ranuccio.-Dalla navata si accede anche alla
Cripta, ricavata nel 1850-1872 e sistemata in stile neogotico nel 1935. Qui,
attraverso una grata, si vede l'urna con le spoglie di santa Chiara. Al centro
si trova un tempietto con l'altare, nella cui parte superiore, accessibile
tramite una scaletta, si vede il sarcofago in pietra in cui era già stato
conservato il corpo della santa.
24. San Francesco: la vita
San Francesco d'Assisi nacque ad Assisi nel 1182 ca. e morì nel 1226; il suo nome di
battesimo era Giovanni Francesco Bernardone. Figlio di un ricco mercante di stoffe,
istruito in latino,in francese,e nella lingua provenzale,condusse da giovane una vita
spensierata e mondana; partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, e venne tenuto
prigioniero per più di un anno,durante il quale patì per una grave malattia che lo
avrebbe indotto a cambiare stile di vita: tornato ad Assisi nel 1205,Francesco si dedicò
a opere di carità tra i lebbrosi e cominciò a impegnarsi nel restauro di edifici di culto in
rovina. Dedicò i tre anni seguenti alla cura dei lebbrosi e dei poveri nei boschi del
monte Subasio. Tornato ad Assisi, Francesco iniziò la sua predicazione,raggruppando
intorno a se dodici seguaci che elessero Francesco loro superiore, scegliendo la loro
sede nella Porziuncola. Nel 1210 l'ordine venne riconosciuto dal papa Innocenzo III.
Intorno al 1212, Francesco partì per la Terra Santa,ma un naufragio lo costrinse a
tornare. Nel 1219 si recò in Egitto,poi si recò in Terra Santa. Al suo ritorno,si ritiro sul
Monte Verna, nel 1224,e dopo 40 giorni di digiuno ricevette le stigmate. Francesco
venne portato ad Assisi, dove rimase per anni segnato dalla sofferenza fisica e dalla
cecità. Nel 1225 compose il Cantico delle creature. Venne canonizzato nel 1228 da
Papa Gregorio IX.
25. San Francesco: le regole
1- Nel nome del Signore inizia la vita dei frati minori
2- Di coloro che vogliono intraprendere questa vita e
come devono essere ricevuti
3- Del divino ufficio e del digiuno e come i frati debbano
andare per il mondo
4- Che i frati non ricevano denaro
5- Del modo di lavorare
6- Che i frati di niente si approprino e del chiedere l'
elemosina e dei frati infermi
7- Della penitenza da imporsi ai frati che peccano
8-Della elezione del ministro generale di questa fraternità
e del capitolo di Pentecoste
9- Dei predicatori
10-Dell'ammonizione e della correzione dei frati
11-Che i frati non entrino nei monasteri delle monache
26. Basilica di San Francesco
Basilica Superiore
- Basilica Inferiore
27. Storia della Basilica
Fu iniziata nel 1228 due anni dopo la morte del Santo e ne fu il
promotore e ideatore il frate Elia.
Nel 1253 venne consacrata ed è costituita da due chiese
sovrapposte. Nella basilica inferiore è situato un locale che ospita le
reliquie di san Francesco.Vi si accede da Piazza Inferiore San
Francesco, suggestiva piazza circondata da bassi portici del XV
secolo.
Il terremoto del 1997 causò profonde lesioni alla basilica superiore e
provocò la morte di quattro persone ricordate con un'iscrizione nel
pavimento all'ingresso della basilica.
28. Basilica Superiore
L’esterno della Basilica ha
richiami evidenti al gotico
francese.
L’interno propone una sola navata
a quattro campate e un’ abside
poligonale
La decorazione fu opera di diversi
pittori; il più importante di questi fu
Cimabue che operò nel 1272. Un
altro grande maestro che affrescò
dal 1296 al 1304 la basilica, fu
Giotto. A lui è attribuito il ciclo di
affreschi sulla vita di San
Francesco collocato nella fascia
inferiore della navata della
basilica. Le sue pitture sono
destinate a colpire vivamente la
fantasia popolare; infatti hanno il
carattere dell’immediatezza
narrativa e di plastica evidenza. Il
suo naturalismo colpì la fantasia
popolare.
29. Basilica Inferiore
La Basilica Inferiore si presenta
come una costruzione ad archi
schiacciati e a volte prone.
La navata centrale si presenta
come una galleria oscura formata
dalle potenti costolature dagli
archi impostati ad altezza uomo.
Lo sguardo è attratto da un’
incerta luminosità dell’altare
maggiore e dalle vele a crociera e
le quattro pitture allegoriche.
Nella basilica inferiore è situato
un locale che ospita le reliquie di
san Francesco, un piccolo ma
significativo insieme di oggetti
appartenuti al santo.
30. Piazza dei Priori
Nel 1200 diventò la piazza più importante della città. Vi si
affaccia il palazzo dei Priori e il tempio di Minerva che fu
eretto nel I secolo a.C.
31. Duomo di S.Rufino
La cattedrale di S. Rufino è il duomo della città. La chiesa sorge
nell’omonima piazza che anticamente era una terrazza creata in
epoca romana. Venne costruita tra il 1140 e il 1571. La facciata è una
delle opere più significative in stile romanico. L'interno è a tre navate
divise da pilastri, con pianta basilicale. L'aspetto odierno risale al
rinnovo del 1571 ad opera di Galeazzo Alessi; solo sopra le volte
restano tracce della chiesa primitiva, tra le quali i resti di una cupola.
33. L’Eremo delle Carceri
L'eremo delle Carceri è il luogo in cui San Francesco d'Assisi e i suoi
confratelli si ritiravano per pregare e meditare. Situato a 4 chilometri
da Assisi , a 791 metri di altitudine sulle pendici del monte Subasio,
l'eremo delle Carceri sorge nei pressi di alcune grotte naturali,
frequentate da eremiti già in età paleocristiana.
34. La Porziuncola
La Porziuncola è una piccola chiesa fuori
Assisi, attorno a cui venne costruita tra il XVI e
il XVII secolo, proprio a protezione dello stesso
più antico edificio di culto, la grande basilica di
Santa Maria degli Angeli. A questa chiesa, di
notevole valore storico, artistico e spirituale, si
deve il nome della città statunitense di Los
Angeles, chiamata dagli spagnoli El Pueblo de
la Iglesia de Nuestra Señora la Reina de Los
Angeles de Porciúncola (Città della Chiesa di
Nostra Signora la Regina degli Angeli della
Porziuncola)
35. La Porziuncola
●
La cappella è situata in una zona denominata
"Portiuncula". Rimasta per lungo tempo in stato di
abbandono, viene restaurata da san Francesco.
●
Egli qui comprende chiaramente la sua vocazione e qui
fonda l'Ordine dei Frati Minori nel 1209, affidandolo alla
protezione della Vergine Madre di Cristo, cui la chiesina è
dedicata.
●
Dai Benedettini ottenne in dono il luogo e la cappella per
farne il centro della sua nuova Istituzione.
●
Il 28 marzo 1211, Chiara di Favarone di Offreduccio vi
riceve dal Santo l'abito religioso, dando inizio all'Ordine
delle Povere Dame (Clarisse).
●
Nel 1216, in una visione, Francesco ottiene da Gesù
stesso l'Indulgenza conosciuta come "Indulgenza della
Porziuncola" o "Perdono di Assisi", approvata dal Papa
Onorio III.
●
Alla Porziuncola, che fu ed è il centro del
francescanesimo, il Poverello raduna ogni anno i suoi frati
nei Capitoli (adunanze generali), per discutere la Regola,
per ritrovare di nuovo il fervore e ripartire per annunciare il
Vangelo nel mondo intero.
36. Porziuncola: cenni storici
●
La tradizione fa risalire l'edificazione della Porziuncola al IV secolo, ad
opera di eremiti provenienti dalla Palestina. Nel 576 ne avrebbe preso
possesso san Benedetto stesso, per i suoi monaci. La Porziuncola fu
la terza chiesa riparata da san Francesco dopo la sua vocazione:
mentre egli pregava di fronte al crocifisso di San Damiano sentì una
voce che diceva: "va' e ripara la mia chiesa". L'edificio all'epoca
dipendeva dal monastero di San Benedetto al Subasio.
●
La Porziuncola divenne per Francesco luogo particolare e vi sostava
spesso in preghiera; qui capì che doveva vivere "secondo il santo
Vangelo". Proprio dalla Porziuncola Francesco inviò i primi frati ad
annunciare la pace. Il 2 agosto del 1216 con la presenza di sette
vescovi umbri il piccolo edificio fu consacrato e vi fu proclamato il così
detto "Perdono d'Assisi".
●
Nella Porziuncola inoltre, santa Chiara rinunciò al mondo e abbracciò
sorella povertà e qui Francesco morì la sera del 3 ottobre 1226.
●
La chiesa è costruita con pietra scavata dal monte Subasio
37. Porziuncola: l’interno
●
L'interno è costituito da un'unica aula con piccola abside,
"chiusa" da una pala d'altare datata 1393, opera del
pittore Ilario da Viterbo.
●
Il piccolo edificio (di soli 4 metri per 7) conserva tutt'ora le
strutture trecentesche, compreso il tetto con la copertura
in marmi bianco e rosa. Il recente restauro, dovuto al
sisma del 1997 e terminato nel 1999, ha fatto rinvenire il
pavimento originale in "cocciopesto" che era poi stato
ricoperto dalle strutture cinquecentesche.
38. Porziuncola: l’esterno
●
Sull'arco del portale d'ingresso, sulla fascia d'oro che incornicia l'affresco della facciata, sono scritte le
parole "La tua richiesta Francesco accolgo" pronunciate da Gesù in risposta alla richiesta del Santo: che
a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono,
con una completa remissione di tutte le colpe. A sottolineare l'ingresso nel luogo dell'indulgenza altre due
brevi iscrizioni, una incisa sulla soglia: Hic locus sanctus est (questo luogo è santo) e l'altra scritta alla
base dell'altare dell'affresco sopra la porta: Haec est porta vitae aeternae (questa è la porta della vita
eterna).
●
L'ingresso alla Porziuncola è sproporzionato, così come lo è la porta laterale aperta nel XIX secolo per
consentire il flusso delle grandi folle di pellegrini. Sul lato destro esterno è affisso uno dei documenti
epigrafici più antichi dell'Ordine: la lapide della tomba di Pietro Cattani, morto il 10 marzo 1221 quando
ancora era in vita Francesco. Si racconta che folle di devoti accorrevano alla sua tomba disturbando la
preghiera dei frati; allora Francesco esortò Cattani ad essere obbediente in morte come lo era stato in
vita e, quindi, gli ordinò di non compiere più miracoli. E così avvenne.
●
L'affresco sulla facciata è del pittore nazareno Friedrich Overbeck (1830) e vi è rappresentato Francesco
che chiede a Gesù e a Maria la concessione dell'indulgenza plenaria. In alto, una lanterna in stile gotico
(XVI-XV secolo) con una statua della Vergine, una Madonna del latte degli inizi del XIV secolo. Sulla
parete esterna dell'abside un affresco raffigurante la Crocifissione, recentemente ripulito, in cui sembra
possa riconoscersi la mano del pittore Pietro Vannucci, detto il Perugino; è quel che resta di un più
grande affresco che ricopriva la parete del convento del XVI secolo, abbattuto quando la Porziuncola fu
inglobata dalla grande basilica di Santa Maria degli Angeli, innalzata, per volere di papa Pio V, negli anni
1569-1679, su disegno di Galeazzo Alessi.
41. Il Teatro Romano (I sec. a.C.), eloquente testimonianza della Spoleto romana, è stato
riportato alla luce tra il 1954 e il 1960. Fu individuato nel 1891 da Giuseppe Sordini
attraverso un disegno cinquecentesco che lo collocava nell'area del convento di
Sant'Agata. Oggi è inserito nel complesso che ospita il Museo Archeologico Statale ed è
ancora utilizzato per spettacoli e rappresentazioni varie. L'accesso si trova lungo via
Sant'Agata ma la vista d'insieme si coglie fin dall'esterno.
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42. Casa Romana
In via Visiale, tra via del Municipio
e via Saffi, sorge la Casa Romana,
posta su un terrazzamento
immediatamente superiore a
quello del foro. Scoperta da
Giuseppe Sordini nel 1885 e
scavata tra la fine dell'Ottocento
e il 1914, appartenne ad un
personaggio economicamente e
socialmente rilevante nella
Spoleto del I sec. d.C., forse a
Vespasia Polla, madre
dell'imperatore Vespasiano.Si
tratta, in ogni caso, di una
pregevole abitazione signorile il
cui schema architettonico riflette
quello classico delle abitazioni
patrizie romane. Sono infatti
presenti l'atrio, dotato di un
bacino di raccolta delle acque
piovane (impluvium), il tablinum,
il triclinium, il peristilium, nonché
cubicula e alae. Tutti gli ambienti
sono pavimentati a mosaico; in
qualche punto sono visibili tracce
di affreschi. Sopra l'area della
casa, si erge il Palazzo del
Comune.
43. La Rocca sorge sulla sommità del Colle
Sant'Elia, in posizione strategica e Rocca Albornoziana
dominante tutta la vallata. Fu edificata
a partire dal 1359, nell'imminenza del e Ponte delle
rientro definitivo della sede papale da
Avignone a Roma, nell'ambito della
realizzazione, affidata al cardinale
Torri
Egidio Albornoz, del sistema difensivo
finalizzato a riportare l'autorità papale
nei territori della Chiesa dopo la
cattività avignonese. Il monumento è un
complesso fortificato dall'allungata
forma rettangolare, scandito da sei torri
e con due ampi cortili interni; fu
concepito per svolgere anche funzione
di rappresentanza e residenziale per i
rettori del Ducato, i governatori della
città e i legati pontifici. La Rocca perse,
poi, progressivamente la funzione
residenziale e nel 1816 fu trasformata in
penitenziario, uso che assolverà fino al
1982. In quell'anno furono avviati gli
imponenti lavori di recupero e restauro
(ad oggi ancora non del tutto ultimati)
che hanno restituito agli ambienti
l'immagine originaria, pur con le
inevitabili perdite evidenti, soprattutto,
nelle lacune delle decorazioni
pittoriche.
44. Ponte delle Torri
Eretto alla fine del
Trecento,
probabilmente sui
resti di una
precedente struttura
romana, Il Ponte, tra
le più grandi
costruzioni in
muratura dell'età
antica (alto ben 80
metri e lungo circa
280) aveva funzioni
di acquedotto, era
cioè destinato a
portare in città
l'acqua del monte.
47. Lungo via Saffi, su cui affaccia il prospetto
settentrionale del palazzo Comunale, si apre la superba
vista della Cattedrale: ricostruita alla fine del XII sec.,
sostituì l'antico edificio di S. Maria del Vescovato,
dell'VIII – IX sec., eretto sull'area di un primitivo tempio
cristiano dedicato al martire Primiano. Sulla facciata,
impreziosita dal mosaico di Solsterno, si aprono le
arcate del portico fatto realizzare nel 1491 da Ambrogio
Barocci, celebre maestro che aveva lavorato nella
splendida residenza ducale di Urbino al fianco di
Francesco di Giorgio Martini. L'utilizzo di materiali
cromaticamente contrastanti – le pietre bianca e rosata
dei monti intorno Spoleto – fa cogliere a pieno l'effetto
chiaroscurale e la minuzia decorativa dei rilievi eseguiti
da maestranze lombarde esperte in questo tipo di arte,
come testimoniato dai documenti conservati negli
archivi.
48.
49.
50.
51. Dedicata in origine ai martiri spoletini Concordio e Senzia, la chiesa fa parte
di una serie di basiliche paleocristiane sorte intorno a Spoleto nei primi secoli
dell'epoca cristiana. L'attuale dedicazione testimonia l'importante ruolo assunto
dalla basilica durante la dominazione longobarda, vista la particolare devozione
di questo popolo al Salvatore.
54. Il Teatro Romano di Gubbio si trova
alla periferia della città, presso le
IL TEATRO antiche terme. Fu costruito
nell'ultimo periodo della Roma
repubblicana, quindi a metà del
ROMANO primo secolo a.C.
Era uno dei maggiori teatri
dell’impero romano. Col suo
diametro di 70 metri, la parte
riservata al pubblico, cioè la
"cavea", poteva ospitare più di
seimila spettatori. La "cavea"
originaria era molto più alta
dell'attuale, ma praticamente nulla
resta della parte superiore.
Il Teatro fu gravemente
danneggiato nell’VIII secolo,
durante l'occupazione longobarda.
Nell'alto Medioevo, quando il
teatro fu considerato una cava da
cui trarre le pietre per ricostruire la
città dopo le distruzioni barbariche,
D’estate, vengono rappresentate
grandi opere classiche.
55. La basilica
di
Sant’Ubaldo
La Basilica di Sant’Ubaldo sorge sulle pendici del Monte
Ingino.Essa risale al XII secolo e fu restaurata nel Cinquecento dai
Canonici Regolari Lateranensi: fu anche costruito l’annesso
convento. Verso la fine del Settecento fu affidato ai Padri
Passionisti e, nel 1816, ai Frati Minori.Rappresenta il cuore
religioso, storico e folcloristico della città. La Basilica conserva i
ceri con cui si corre – il 15 maggio di ogni anno – la famosa "Corsa
dei Ceri".Una manifestazione cittadina, folcloristica e religiosa
insieme, si svolge in onore del santo patrono e si conclude alla
Basilica stessa. L’esterno della Basilica è semplice e allo stesso
tempo suggestivo, privo di particolari ornamenti, sulle pareti
s’intravedono ancora frammenti di affreschi cinquecenteschi, e
da uno stupendo portale finemente scolpito. L'interno è diviso in
5 navate.
56. Il palazzo
dei importante edificio di Gubbio è senza
Il più
Consoli
dubbio lo storico Palazzo dei Consoli. Il
Palazzo prospetta su Piazza Grande, è fra i
meglio conservati in Italia ed è stato
considerato l’unico che possa competere con
il palazzo della Signoria di Firenze.
Un’iscrizione indica che la i lavori iniziarono
nel 1332. L’opera terminò nel 1346 e fu subito
la residenza della suprema Magistratura
cittadina. Architetto fu quasi certamente
l'eugubino Matteo di Giovannello, detto
Gattapone. L'edificio ha la forma di un
parallelepipedo. Tutta la mole è sorretta da
grandi e robuste arcate e da volte. Le mura
sono di pietra calcare, bruna.La facciata
volge ad oriente ed è aperta dal portale, che
si trova alla sommità di una scalinata, e da
una serie di finestre nella parte più alta. Il
palazzo è terminato in alto da un ballatoio
scoperto. Sull'angolo sinistro della facciata
s'innalza la torre della campana. Il primo
piano è occupato dal grande salone che
serviva alle adunanze popolari.
Un’arditissima scala conduce alle sale
superiori. Dai primi anni del Novecento, il
Palazzo dei Consoli ospita il Museo Civico e la
Pinacoteca Comunale.
57. La Chiesa di San
Francesco
Si trova in Piazza Quaranta
Martiri, dove – nel Medioevo –
sorgeva la residenza degli
Spadalonga; la famiglia che
accolse amichevolmente ed
ospitò Francesco d’Assisi,
quando il Poverello lasciò la casa
paterna. L’edificio fu costruito
nella seconda metà del
Duecento. La facciata è rivolta a
nord-est, secondo i canoni
francescani; essa presenta un
bel portale e un piccolo
campanile a pianta
ottagonale: è l’unica in città ad
avere una navata centrale e due
58. Assisi: patria di
Francesco Francesco nacque ad Assisi tra il 1181 o
1182 e morì nel 1226. Figlio di Pietro di
Bernardone, un ricco mercante di stoffe,
in gioventù condusse una vita
spensierata e mondana e fu istruito in
latino e in francese. Partecipò alla guerra
tra Assisi e Perugia, fu fatto prigioniero
durante la battaglia di Collestrada e
tenuto prigioniero per più di un anno.
Tornato ad Assisi, nel 1207 dopo un
periodo di meditazione avviene lo
strappo con il padre, che lo aveva
accusato davanti al vescovo, di dissipare i
propri averi, regalandoli ai poveri e di
vestire di soli stracci, ridicolizzando la
famiglia.
In quella occasione, Francesco si spogliò
degli abiti che indossava affermando che
da allora non avrebbe più invocato il
padre Pietro ma "il Padre Nostro che è
nei cieli".
59. Gubbio: sua Ricoperto di un misero camiciotto sul
quale tracciò con il gesso una grande
seconda patria Croce. Francesco parte da Assisi e si
rifugia a Gubbio dove abita la famiglia
degli Spadalonga. Con uno dei figli di
Bernardo Spadalonga, Francesco era
diventato amico durante la prigionia a
Perugia, dopo la sconfitta di Collestrada.
Sulla strada per Gubbio lungo il percorso
oggi chiamato: "Sentiero Francescano
della Pace", nei pressi di Caprignone
incontra dei briganti che lo picchiano e lo
gettano in una fossa piena di neve. Stanco
ed affamato Francesco si ferma
all'abbazia di S.Verecondo (oggi abbazia
di Vallingegno) dove si trattiene alcuni
giorni costretto dal maltempo. Poi
prosegue per Gubbio, dove viene accolto
dalla famiglia Spadalonga e a Gubbio vi
rimane per qualche mese. Durante il
soggiorno a Gubbio S. Francesco compì
alcuni miracoli tra cui la guarigione di una
donna con le mani rattrappite. Gubbio
sarà spesso tappa, nei suoi viaggi. La
prima dimora a Gubbio di Francesco e dei
suoi frati fu S. Maria della Vittoria (detta
Chiesa della Vittorina perché in quel
luogo gli Eugubini avevano ottenuto la
vittoria nell'853 contro i Saraceni
60. Durante uno dei suoi viaggi a Gubbio
giunse a S. Francesco notizia di un L'incontro
lupo che terrorizzava gli abitanti e si
spingeva fino alle vicinanze delle con il lupo
abitazioni.
S. Francesco incontra il lupo e lo
ammansì. L'episodio è raccontato nei
"Fioretti".
All' addomesticamento del lupo
sono stati attribuiti diversi significati:
c'è chi sostiene che il lupo simboleggi
il peccato, l'avidità e la ferocia, altri
una meretrice, altri ancora un
indemoniato.
Ma la maggior parte della gente di
tutto il mondo ritiene che si tratti di
un vero e proprio lupo. Molte prove
hanno come fulcro la chiesetta di S.
Francesco della pace (oggi detta "dei
muratori" ) costruita nel luogo della
grotta dove, secondo la tradizione,
per due anni visse e morì il lupo.
61.
62. Montefalco, posto in una
posizione dominante sulle
valli del Topino e del
Clitunno, offre la vista di un
ampio panorama delle terre
umbre. La città di
Montefalco domina dal suo
colle la pianura che si stende
da Spoleto fino a Perugia. Da
tale posizione panoramica
deriva anche il nome di
ringhiera dell'Umbria. E' il
luogo ideale da cui partire
per visitare l'Umbria, perchè
è ben collegata a tutti i
principali centri come
Foligno e Spoleto, entrambi
raggiungibili in un quarto
d'ora di viaggio.
63. CASTELLO DI
MONTEFALCO
L'antico Falisco assunse l'aspetto di un "castrum
romano", razionalmente impostato, di cui si
possono riconoscere il cardo e il decumano
massimo. Dopo la caduta dell'impero, Coccorone
divenne l'instabile confine tra Longobardi e
Bizantini. Poco dopo il Mille, il castello fu circondato
da mura. Nel 1240 ospitò Federico II ed il figlio: per
l'occasione fu eretta la porta ad arco ogivale, sopra
la quale campeggiano la croce e l'aquila imperiale, e
il nome del podestà, Lopardo. Nel 1324, fu costruita
la seconda e più ampia cerchia di mura,
intramezzata da torrioni, bastioni e spalti che
dettero al castello l'aspetto di una fortezza
inespugnabile. Della rocca rimangono vestigia
significative con buona parte della cinta muraria,
prima merlata guelfa poi ghibellina, con quattro
porte: Camiano, Della Rocca, Il Verziere e Federico II
e una torre angolare quadrata. Delle porte, il
Verziere rimane la più imponente, sormontata da
beccatelli e merli ghibellini. Dell'antica struttura
medievale restano all'interno notevoli reperti: le vie
caratteristiche, il palazzo del Popolo eretto nel 1270,
(e oggi sede municipale) ed alcune abitazioni
trecentesche. L'importanza strategica e difensiva
del castello fu sempre notevole, come pure la sua
posizione che nel 1568 meritò l'appellativo di
"Ringhiera dell'Umbria".
64. Piazza del
Comune
Già chiamata Campo del Certame e più tardi Piazza
dei Cavalieri è un grande invaso quasi circolare al
centro dell‘abitato e contemporaneamente al punto
più alto, sul quale convergono le principali direttrici
provenienti dalle quattro porte, circondato dai
palazzi delle famiglie nobili e dominato dal Palazzo
Comunale. Nel 1270 l‘edificio venne ricostruito e poi
rimaneggiato e ampliato più volte: evidente è il
loggiato quattrocentesco e la torre comunale dalla
quale si gode di una vista superba. Le mura cittadine,
stupendamente conservate presentano quattro porte
d'ingresso. Della costruzione duecentesca rimane
solo una bifora sul lato destro. Il portico venne
aggiunto nel XV sec., la torre e il timpano con
orologio solo nel XIX secolo. Nella antica Sala del
Consiglio, ora sala di lettura della Biblioteca, vi è un
affresco della Madonna in Maestà, attribuibile al
pittore folignate Giovanni di Corraduccio (XV sec.).