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OPERAZIONE BRERA
COME LEGGERE QUESTA PRESENTAZIONE
La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi)
Insegnarel’arteconesercizidifotografia(esercizidiricercaimmagini)
• IL SOGGETTO
Oggetto (edificio, quadro, affresco, scultura, vaso...)
Autore (artista o civiltà di appartenenza)
Titolo
Data o periodo di realizzazione
Dimensioni
Luogo di conservazione (città, museo, collezione, chiesa,...)
Materiali (tela, tavola di legno, parete, marmo, bronzo, cemento armato)
Tecnica (pittura ad olio, affresco, fusione a cera persa...)
• LO STILE
Stile (l’appartenenza ad un’epoca, una corrente... barocco, cubista...)
• IL LINGUAGGIO
Linguaggio (linea, colore, luce, volume, spazio, composizione)
• IL SIGNIFICATO
Motivazioni (personali -socio-culturali che hanno determinato la creazione
artistica...)
• CHI L’Artista
Biografia (vicende umane e private che influiscono sulla produzione artistica)
Profilo artistico-culturale (appartenenza ad una scuola, ad un’epoca...)
Luogo geografico (temi o materiali tipici di una zona geografica)
COSA
I componenti specifici che costituiscono la struttura
dell’opera d’arte
COME
La descrizione è seguita dall’ analisi dei valori espressivi:
- lo stile (modo con cui viene organizzata l’opera e
appartenenza ad una corrente);
- il linguaggio (linea, colore, luce, volume, spazio,
composizione);
-l’iconologia (significati e valori espressivi).
CHI
Analisi della vita dell’artista per comprenderne:
- le vicende umane private;
- il profilo artistico e culturale e il rapporto tra artisti.
DESCRIZIONE SOGGETTIVA:
DESCRIZIONE SOGGETTIVA:
le proprie impressioni, le emozioni che si provano davanti a quell’immagine
e ciò che si riesce a immaginare riguardo la scena rappresentata.
La lettura degli oggetti artistici
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
Si possono fare fotografie per imparare a fotografare oppure si possono fare
fotografie per
Ad esempio:
l’esercizio fotografico sul panneggio collegato allo studio delle statue classiche.
quello sulla prospettiva, basato sull’osservazione dei quadri del Rinascimento.
per studiare Caravaggio, basato sulla scelta del fondo buio e della luce laterale.
per studiare i paesaggi del Romanticismo, l’esercizio di fotografia riguarda il tema delle nuvole.
lo studio del Realismo ottocentesco, è passato invece attraverso la fotografia in bianco e nero di
persone che lavorano, o comunque colte in attività quotidiane.
Infine il turno del Futurismo, con una foto volutamente mossa, per cogliere il dinamismo di
un soggetto qualsiasi
1° esercizio: imparare a guardare il mondo artistico
“prova a fotografare soggetti con caratteristiche tratta da un particolare
periodo artistico”
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
2° esercizio: per scoprire la realtà che ci circonda osservandola da diversi punti di vista.
“scegli particolari di una opera d’arte e fai scatti seguendo
quel punto di vista”
Ad esempio: Notte stellata sul Rodano di Van Gogh
2°tema : il ponte
Tema individuato: il riflesso
3° tema : la città notturna.
COLLEZIONE DELLA PINACOTECA DI BRERA, MILANO
Opere d’arte scelte dagli studenti di 3M e 3L
progetto “IMPARA L’ARTE ……”anno scol. 2018/19
SIGNIFICATO: la morte è vissuta come fatto terreno, contro cui l’uomo non può fare nulla. La mano oltre il parapetto
è l’elemento realistico che viene verso di noi
1 PINACOTECA DI BRERA - MILANO PIETA’ di G. Bellini
SOGGETTO:Gesù Cristo viene sorretto da San Giovanni(a
destra) e dalla Madonna(a sinistra).La mano di Gesù poggia
in primo piano su una lastra marmorea su cui si trova
STILE: primo Rinascimento, 400
GENERI: scena sacra
LINGUAGGIO:
LINEA: uso di linee curve, miste ben definite che ritagliano i personaggi dallo sfondo e tra di loro
COLORI Freddi per dare senso alla scena
LUCE leggera e definisce i particolari e racchiude la composizione in un cerchio realistico, tutta la luce si concentra su Cristo che è il
centro sia spaziale che di significato del dipinto
SPAZIO, COMPOSIZIONE le tre figure sono allineate con gran semplicità dietro ad un parapetto al centro del quale un cartellino
reca un iscrizione latina. Composizione è molto equilibrata e riempie tutto lo spazio ma non in modo pesante, è alleggerita dal
paesaggio dello sfondo
▪ AUTORE Giovanni Bellini
▪ TITOLO Pietà
▪ DATA 1465-1470
▪ TECNICA Tempera su tavola
PINACOTECA DI BRERA - MILANO GIOVANNI BELLINI
Giovanni Bellini: nato a Venezia nel 1433 circa e morto il 26
novembre 1516 sempre a Venezia.
È stato un pittore italiano cittadino della Repubblica di Venezia, tra i più
celebri artisti del rinascimento, noto anche con il nome di Giambellino o
come Zuane Belin in veneto.
Lavorò ininterrottamente per ben sessant’anni, utilizzando come punto
di riferimento la pittura veneziana, dalla tradizione bizantina ai modi
padovani insegnati da Andrea Mantegna, dalle lezioni di Piero della
Francesca, Antonella da Messina e Albrecht Durer, fino al tonalismo di
Giorgione.
OPERE:
Tra le opere più importanti ci sono Festino degli dei(1514),
Orazio nell’orto(1465).
BIOGRAFIA
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaPOLENGHIRiccardo
Volto della sofferenza
Mano nella mano
La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi)
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
Mano posata su superficie
SOLAVAGGIONENiccolò
Viso sofferente
AUTORE Piero della Francesca
TITOLO Pala di Montefeltro
DATA 1472
MATERIALE 9 tavole di legno
2 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
LINGUAGGIO:
LINEA: forte e decisa, mette in evidenza i personaggi dallo sfondo
architettonico ben disegnato.
COLORE: accesi, sgargianti e freddi, colori contrastanti, colore timbrico.
LUCE: forte e fredda, delinea bene i soggetti, sembra quasi irreale.
VOLUME: volumi puri, sembrano statue allineate, nessuna relazione tra
loro.
SPAZIO, COMPOSIZIONE: schema geometrico equilibrato, simmetrico, c’è
uno studio preciso della prospettiva centrale che ha come fuoco il volto di
Maria. Tutte le linee dell’architettura convergono su questo fulcro
PALA DI MONTEFELTRO/DI BRERA di P. della Francesca
STILE: primo Rinascimento, 400
GENERI: scena sacra
SOGGETTO: la Madonna con in braccio Gesù Bambino circondato fa
angeli e santi. In primo piano il duca di Montefeltro in ginocchio, Di fronte
avrebbe dovuto esserci nella stesa posizione simmetrica la moglie ma
morta prima che il dipinto venisse terminato
SIGNIFICATO: in questa opera è rappresentato
Federico di Montefeltro che riceve una benedizione dalla
Madonna con braccio Gesù, rappresenta l’esaltazione del
committente, la famiglia di Montefeltro rappresentato in
un ambiente classico
PINACOTECA DI BRERA - MILANO PIERO DELLA FRANCESCA
Piero di Benedetto de' Franceschi, noto comunemente come Piero della
Francesca ( nato a Borgo Sansepolcro, 12 settembre 1416/1417 circa – Borgo
Sansepolcro, 12 ottobre 1492), è stato un pittore e matematico italiano. Tra le
personalità più importanti del Rinascimento italiano, fu un esponente della
seconda generazione di pittori-umanisti. Le sue opere sono misto tra arte,
geometria e complesso sistema di lettura a più livelli, dove confluiscono
complesse questioni teologiche, filosofiche e d'attualità. Riuscì ad
armonizzare, nella vita quanto nelle opere, i valori intellettuali e spirituali del
suo tempo, condensando molteplici influssi e mediando tra tradizione e
modernità, tra razionalità ed estetica. La sua opera unisce la prospettiva
geometrica brunelleschiana, la plasticità di Masaccio, la luce altissima che
schiarisce le ombre e intride i colori di Beato Angelico e Domenico Veneziano,
la descrizione precisa e attenta alla realtà dei fiamminghi. Altre caratteristiche
fondamentali della sua espressione poetica sono la semplificazione
geometrica sia delle composizioni che dei volumi, l'immobilità cerimoniale dei
gesti, l'attenzione alla verità umana. La sua attività può senz'altro essere
caratterizzata come un processo che va dalla pratica pittorica, alla
matematica, fino alla speculazione matematica astratta. La sua produzione
artistica, caratterizzata dall'estremo rigore della ricerca prospettica, dalla
plastica monumentalità delle figure, dall'uso in funzione espressiva della luce,
influenzò nel profondo la pittura rinascimentale dell'Italia settentrionale e, in
particolare, le scuole ferrarese e veneta.
PINACOTECA DI BRERA - MILANO PALA DI BRERA di P. della Francesca
DESCRIZIONE SOGGETTIVA
POMO Lorenzo Ho scelto quest’ opera perché la prima cosa che mi ha colpito della Pala di
Monfeltro è stato il duca e sopratutto la sua armatura a piastre. I riflessi di quella armatura
mi hanno diciamo “conquistato”, in quanto sono un vero e proprio appassionato di
medioevo e di armature medievali, questo è stato il motivo principale, la seconda cosa che
mi ha colpito è la cura dei dettagli e della realisticità del dipinto (tipico del periodo
rinascimentale) altra cosa che mi è piaciuta molto sono i angeli e i santi con ognuno la loro
storia. Ho trovato quest’opera davvero avvincente ed interessante, quasi misteriosa, anche
per il fatto che in origine quest’opera era più grande e rispettava la legge della sezione
aurea, sinonimo di perfezione.
ESPOSITO Domenico Ho scelto questo quadro perché e stato il primo passo che distaccava
la figura divina onnipresente nei quadri che era si presente ma accompagnata come in
questo caso dal duca che la commissionata. Un altro motivo è legato all’insolita indifferenza
della Madonna verso il bambino che si può notare sia in bilico tra le ginocchia della Madonna
e il pavimento.
RINASCIMENTO-Prospettivadiinterno
POMO - ESPOSITO, 3L
La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi)
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
Tessuto con
piega
armatura
POMOLorenzo
La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi)
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
santi
Cupola /conchiglia
ESPOSITODomenico
SOGGETTO:Il sacerdote posto al centro sta sposando Maria che è posta alla sua
destra e Giuseppe alla sua sinistra.Sono tutti e tre posizionati sulla linea centrale del
quadro che porta all’ingresso del tempio.
SIGNIFICATO: Maestosità del matrimonio in un ambiente classico e
semplice tipico del rinascimento. La ricerca dell’armonia e della bellezza
attraverso l’eleganza e la nobiltà dei personaggi.
STILE: Rinascimento maturo, 1500
AUTORE: Raffaello Sanzio
TITOLO: Sposalizio della Vergine.
DATA: 1504
MATERIALE: olio su tavola dalla forma centinata.
3 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
LINGUAGGIO:
LINEA: uso di linee molto definite sia per il contorno dei personaggi che li
contrasta con lo sfondo anch’esso molto dettagliato
COLORE: Colori puri di contrasto tra di loro, caldi per i personaggi e freddi
per l’ambiente.
LUCE: tenue, quasi irreale, la luce arriva è in direzione della donna da in
basso a destra e riusciamo a capirlo grazie alle ombre delle gambe.
VOLUME: realistico, non percepisco le figure in modo piatto.
SPAZIO, COMPOSIZIONE: simmetrica in tutte gli elementi che la
compongono, il gruppo dei personaggi simmetrici rispetto al centro e il
tempietto rispetto al paesaggio. Il pavimento disegnato in modo alternato
posta l’occhio dello spettatore verso il centro del quadro (lo sposalizio) e
salendo verso il tempietto. La porta centrale del tempio è aperta per dare
l’illusione della continuità d uno spazio verso l’infinito, permette di mostrare il
cielo e amplifica il respiro dell’opera , esprime la piena armonia tra
architettura e mondo naturale.
LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE di Raffaello Sanzio
Genere: scena sacra
PINACOTECA DI BRERA - MILANO RAFFAELLO SANZIO
BIOGRAFIA
Si formò tra il 1491 e il 1494 nella bottega del padre, il pittore Giovanni
Santi, attivo per la corte dei Montefeltro. Una delle primissime opere fu
l’affresco raffigurante la Vergine in casa Santi. Dopo la morte di Giovanni
(1494), Raffaello entrò in contatto con Perugino, da cui derivò il suo stile
iniziale e con cui rimase in contatto fino al 1498. In questi anni
probabilmente intervenne nel ciclo di affreschi della Sala del Cambio a
Perugia.
Ad inizio ‘500 era già tra gli artisti più richiesti in tutta l’Umbria. Nel 1504
dipinse il celebre Sposalizio della Vergine (Milano, Pinacoteca di Brera) e
nello stesso anno si trasferì a Firenze, dove dipinse per lo più opere di
devozione privata, come la Madonna del Cardellino e la Madonna del
Belvedere.
Nel 1508 Giulio II lo chiamò a Roma, dove rimase fino alla morte, creando i
massimi capolavori tra cui le Stanze Vaticane (Segnatura, Eliodoro, Incendio
di Borgo, Costantino) e la Loggia di Psiche alla Farnesina. Divenne anche
architetto della Fabbrica di San Pietro e progettò la Cappella Chigi in Santa
Maria del Popolo e Villa Madama. Morì nel 1520, lasciando una
fiorentissima bottega attiva sul territorio, la cui diaspora conseguente al
Sacco di Roma nel 1527, porterà il raffaellismo in tutta Italia.
PINACOTECA DI BRERA - MILANO RAFFAELLO SANZIO
DESCRIZIONE SOGGETTIVA:
MORISCO Carolina:
mi ha colpita questo quadro perché è stata Maria a chiedere la mano di
Giuseppe.
CUPI Giorgia:
mi ha colpita la forma del quadro e la porta centrale del tempio che è
aperta per dare l’illusione della continuità di uno spazio verso l’infinito.
MINELLI Annamaria
In questo quadro mi è piaciuta la scelta dell’artista nella scelta dei colori,
soprattutto dei costumi. Ho apprezzato la profondità e il contrasto tra luci
e ombre di ogni singolo oggetto dell’opera. Avrei fatto spiccare un po’ più
il paesaggio in lontananza, ma mi da comunque armonia alla vista con il
resto dell’opera.
L’ambiente mi da serenità e tranquillità, ma non riesco a percepire gioia
tra i due spasimanti.
Il tempietto ha una sua armonia e ho anche apprezzato la scelta
dell’artista nell’utilizzare come “cornice” del dipinto una volta, visto che
già questa figura viene accennata nel tempietto.
La piazza è in prospettiva e riesco a sentirmi partecipe della scena,
grazie alle figure in primo piano che hanno i piedi rivolti verso di noi e con
essi anche un po’ la postura, con la strada che si apre davanti a noi
riesco a sentirmi un tutt’uno con esso.
BENHAOUA Faiza
Questo quadro mi piace molto perché è prestigioso. Mi piacciono tanto i
colori perché sembrano veri. Essendo il dipinto in prospettiva sembra di
essere nel quadro.
RINASCIMENTO-Prospettivadiesterno(lacittà)
CUPI - MORISCO, 3M
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaCUPIGiorgia
blu Croce
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaMORISCOCarolina Tempio Pavimento
La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi)
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaMINELLIAAnnamaria
PROSPETTIVA
TEMPIETTO
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
Tessuto rosso
Prospettiva
BENHAQUAFaisa
SOGGETTO: Cristo morto steso sulla pietra dell’unzione, coperto
da metà con un lenzuolo. Al suo fianco Maria e Giovanni che si
asciugano le lacrime. Maria Maddalena è nascosta nell’ombra
SIGNIFICATO: la vista di scorcio produce una visione nuova, realistica di un fatto sacro, intensa e suggestiva. I dettagli
molto realistici dei volti di Cristo e di Maria e Giovanni in pianto esprimono l’aspetto umano, un pensiero nuovo del
Rinascimento.
LINGUAGGIO:
LINEA: linea forte, linea di contorno dettagliata, realistica da sembrare quasi materiale. Il lenzuolo sembra di marmo.
COLORE: colore freddo, tutto sulle tonali di terra. Colore tonale , le diverse gradazioni danno corpo alle immagini rappresentate
LUCE: luce molto forte proveniente da destra che crea forti chiaroscuri definendo le forme dei corpi
VOLUME: pur essendo un dipinto, grazie alla luce chiaroscurata e alla linea forte , il dipinto ha un notevole volume
SPAZIO, COMPOSIZIONE: spazio sembra dilatato frontalmente grazie alla prospettiva di scorcio, la composizione è in
prospettiva centrale e perfettamente simmetrica.
▪ AUTORE: ANDREA MANTEGNA
▪ TITOLO: Compianto di Cristo morto
▪ DATA: 1475-78
▪ TECNICA: tempera su tela
4 PINACOTECA DI BRERA - MILANO COMPIANTO SUL CRISTO MORTO di Andrea Mantegna
STILE: Primo Rinascimento 1400, Firenze
Genere: scena sacra, compianto
PINACOTECA DI BRERA - MILANO ANDREA MANTEGNA
BIOGRAFIA:
Si formò nella bottega padovana dello Squarcione, dove maturò il gusto per
la citazione archeologica; venne a contatto con le novità dei toscani di
passaggio
in città quali Filippo Lippi, Paolo Uccello, Andrea del Castagno e, soprattutto,
Donatello, dai quali imparò una precisa applicazione della prospettiva.
Mantegna
si distinse infatti per la perfetta impaginazione spaziale, il gusto per il disegno
nettamente delineato e per la forma monumentale delle figure.
In questo periodo l'attività di Mantegna fu densa di incombenze derivanti dal
servizio di corte (miniature, arazzi, oreficerie e cassoni, che spesso erano
creati su suo disegno), a cui vanno aggiunte le decorazioni derivanti dalla
smania edilizia dei Gonzaga, dove il maestro doveva sorvegliare numerose
maestranze. Tra i pochi dipinti pervenutici di questo periodo, alcuni collocano
il celebre Cristo morto (Milano, Pinacoteca di Brera), le cui datazioni proposte
oscillano però nel complesso tra la fine del periodo padovano e il 1501 e poi,
quindi un periodo amplissimo.
DESCRIZIONE SOGGETTIVA:
DI MARZO Giusi:
Ho scelto questo quadro perché mi ha impressionato subito l’uso della
prospettiva di scorcio che Mantegna usa. Un’altra aspetto è il pianto di
Maria e Giovanni e Maddalena disperati per il dolore della sua morte.
CATRINI Alessandro:
Questo quadro a mi trasmette un senso di fatalità.
Mi ha colpito molto il gioco di prospettiva di scorcio molto accentuata.
Mi piace la realisticità dei fori sulle mani e sui piedi e la rappresentazione di
Maria, che sebbene sia in secondo piano, risalta particolarmente.
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
corpo
CATRINIAlessandro
pianto
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
Donna in lacrime
piedi
DIMARZOGiusy
SOGGETTO: il popolo e i
Magi vanno a visitare Gesù nato
SIGNIFICATO: alla rappresentazione del mondo ferrarese, come il paesaggio aspro e fatto di rupi scoscese e l’interesse per l’antico,
Lorenzo Costa associa i profili aggraziati e delicati tipici della pittura Perugina, a cui l’artista si è avvicinato in quegli anni. Vuole
trasmettere la normalità di un momento di grande importanza spirituale.
AUTORE: Lorenzo Costa, il vecchio
TITOLO: Adorazione dei Magi
DATA: 1499 (1505 - 1506)
TECNICA: Tempera su tavola
DIMENSIONE: 75*81 cm
5 PINACOTECA DI BRERA - MILANO L'ADORAZIONE DEI MAGI di L. Costa
LINGUAGGIO:
LINEA: le linee di contorno che divide i soggetti dallo sfondo, sono linee curve e nette, aiutano a distinguere i personaggi nella folla della
composizione
COLORE: i colori prevalentemente caldi, creano una atmosfera calda e accogliente, pochi sono gli abiti che hanno colori freddi.
LUCE: arriva da destra alle spalle delle persone (le parti in luce sono rese con punti oro cosi da creano una composizione di profondità)
la parte centrale compreso il paesaggio sullo sfondo sembra la parte più illuminata.
SPAZIO, COMPOSIZIONE: è molto aperto ma composto e pur nella pienezza della composizione non ci sono zone di confusione, la
composizione è equilibrata, le colline sembrano speculari, la composizione non verte sul soggetto principale.
STILE: Rinascimento maturo, 1500
Scuola ferrarese
Genere scena sacra
DESCRIZIONE SOGGETTIVA:
LAVEZZARI Alessandro:
Secondo me questo quadro, mi trasmette felicità, per la scena che i magi e il
popolo stanno facendo i regali a cristo e alla sua famiglia. Secondo me ci
stanno bene i colori caldi.
ZECCHIN Alez:
Il quadro mi trasmette calore per il suo uso dei colori, tranquillità perchè non
è un immagine in cui i soggetti sembrano si muovano velocemente. Mi
trasmette felicità per la situazione di gioia per la nascita di Gesù.
PINACOTECA DI BRERA - MILANO LORENZO COSTA
BIOGRAFIA
Lorenzo costa, detto il Vecchio, nasca a Ferrara nel 1460 e muore a Mantova
nel 1535.
E’ stato un pittore italiano noto per aver dipinto "L'altare della Madonna in
trono".
Fu il padre del pittore Ippolito Costa e nonno di Lorenzo Costa il Giovane .
Si trasferì nel 1483 a Bologna, testimoniando con ciò l'esaurimento della
scuola ferrarese e la contemporanea ascesa di Bologna come centro
artistico. Sviluppò la gran parte del suo lavoro, sotto l'influenza di Ercole de'
Roberti.
RINASCIMENTOProspettivadipaesaggio
LAVEZZARI - ZECCHIN, 3L
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
AGNELLO
ZECCHINAlex
BANDIERE
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaLAVEZZARIAlessandro
drappeggio
armi
SOGGETTO: Gruppo di passanti che ascolta la
predica di San Marco piazza della città.
SIGNIFICATO: Giovanni Bellini, muovendo e animando i personaggi, alleggerisce il rigore ordinato dell’affresco dando alla storia nel
complesso una dimensione più umana e moderna.
STILE: Rinascimento (1400-1500)
GENERE: Scena storica-allegorica
LINGUAGGIO:
LINEA: Ha una linea netta che mi permette di capire meglio gli elementi raffigurati e ha un tratto molto pulito.
COLORE: palazzi color ocra in stile mediorientale di cui se ne sentono i forti odori speziati creando un’atmosfera morbida
LUCE: Luminose facciate che non creano contrasti di ombre, luce diffusa
SPAZIO,COMPOSIZIONE: La storia e il narratore si trovano entrambi nello spaziodi quasi 30 mq, gigantesco nonostante la riduzione
delle dimensioni che tronca le torri, i minareti e gli edifici dello sfondo. La prospettiva delle facciate dei palazzi portano ad osservare la
cattedrale di sfondo in stile arabo. Gli elementi non sono tutti raccordati a un medesimo punto di fuga, questo si vede chiaramente nel
campanile a destra della cattedrale, che sembra ripreso da “sott’in su”.
▪ AUTORE: Gentile Bellini e Giovanni Bellini
▪ TITOLO: Predica di San Marco ad Alessandria
d’Egitto
▪ DATA:1504-1507
▪ TECNICA: Pittura ad olio su tela
6 PINACOTECA DI BRERA - MILANO PREDICAZIONE DI SAN MARCO di Giovanni e Gentile Bellini
Giovanni Bellini: nato a Venezia nel 1433 circa e morto il 26 novembre
1516 sempre a Venezia.
È stato un pittore italiano cittadino della Repubblica di Venezia, tra i più celebri
artisti del rinascimento, noto anche con il nome di Giambellino o come Zuane
Belin in veneto.
Lavorò ininterrottamente per ben sessant’anni, utilizzando come punto di
riferimento la pittura veneziana, dalla tradizione bizantina ai modi padovani
insegnati da Andrea Mantegna, dalle lezioni di Piero della Francesca, Antonella
da Messina e Albrecht Durer, fino al tonalismo di Giorgione.
Tra le opere più importanti ci sono Festino degli dei(1514), Orazio
nell’orto(1465).
PINACOTECA DI BRERA - MILANO
BIOGRAFIA
Descrizione soggettiva
Gentile Bellini: nacque a (Venezia nel 1429 e morì il 23 febbraio 1507) è
stato un pittore e e medaglista italiano cittadino della repubblica di Venezia
Figlio maggiore di Jacopo e fratello di Giovanni, dopo le prime opere,
influenzate dallo stile di suino e di Mantegna, abbandonò il modo di costruire le
figure con il rilievo plastico, preferendo costruirle con linee del contorno incise,
tanto da creare figure appiattite in superficie con i colori che si incastonano in
esse; grazie a questo stile, che produceva effetti di oggettività “cristallizzata”
divenne il maggior ritrattista dell’aristocrazia veneziana.
BORRONI Alessio:
questa pittura ad olio su tela mi trasmette una sensazione di spazio ma di
confusione allo stesso tempo, mi piace perché gli elementi raffigurati si
distinguono bene.
BRICHESE Manuel:
di quest’opera mi piace molto la Basilicata e i colori con cui è stato dipinto il
quadro che mi trasmettono calore con anche qualche punta di colori più
accesi dati dagli abiti dei presenti.
GIOVANNI E GENTILE BELLINI
La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi)
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaBRICHESEManuel
colonne
Africa
SOGGETTO: Madonna con Bambino, due angeli musicanti e i santi:
San Pietro, San Domenico di Guzman, San Paolo e San Girolamo.
SIGNIFICATO:
Maria sta mandando una benedizione agli angeli sottostanti, dove dietro si
può vedere Venezia, in particolare la basilica domenicana di San Zanipolo,
che era l’ideale casa madre di tutti i domenicani delle aree della
Serenissima. I Serafini in volo invece, citano la pala dell’Assunta di Tiziano.
▪ AUTORE Giovanni Gerolamo Savoldo
▪ TITOLO Pala di San Domenico di Pesaro
▪ DATA 1524 - 1526
▪ TECNICA Olio su tavola
LINGUAGGIO:
LINEA: Linee morbide senza linee di contorno
COLORE: Utilizzo di contrasti tra colori caldi e freddi per
LUCE: Artificiale proveniente da dietro la figura della Madonna, dietro i Santi
luce naturale proveniente dalla laguna di Venezia
SPAZIO, COMPOSIZIONE: Abbiamo le figure dei santi che sono fuori misura, e
sullo sfondo Venezia dalla vista delle nuove fondamenta in modo da far
emergere la basilica di San Zanipolo. Nella metà inferiore abbiamo una luce
naturale mentre in quella superiore troviamo una nube luminosa alle spalle di
Maria. Accanto ci sono dei serafini in volo.
PALA DI SAN DOMENICO DI PESARO di G. Savoldo7 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
genere: scena sacra
STILE: Rinascimento Maturo 1500, Roma e Venezia
GIOVANNI GEROLAMO SAVOLDO
BIOGRAFIA
Nato a Brescia nel 1480, è stato un pittore italiano residente e attivo
soprattutto a Venezia. Era considerato uno dei tre grandi maestri del primo
Rinascimento Bresciano.
Nel 1521 si trasferisce a Venezia, dai qui risente subito della pittura di
Giorgione e di Tiziano e dalle opere fiamminghe.
Nel corso degli anni 30 cominciò a dipingere paesaggi notturni di Milano,
mentre negli ultimi anni di vita dipinse quadri più intimi e raccolti, dove il
naturalismo e le invenzioni di luce saranno d’ispirazione per Caravaggio.
PINACOTECA DI BRERA - MILANO
Maria Maddalena
Tobiolo e l’angelo
Trasfigurazione di Cristo
OPERE:
-Elia nutrito da un corvo
-Pietà nel sepolcro
-Tormento di sant’Antonio
-Tentazione di san Girolamo
-Pala di San Domenico di Pesaro
-Pastore
-Cristo morto con Giuseppe d’arimatea
-Tobiolo e l’angelo
-Ritratto di un uomo in aratura
-Trasfigurazione di Cristo
-Maria Maddalena
DESCRIZIONE SOGGETIVA:
SURACI Letizia:
Mi hanno colpito particolarmente i colori e le dimensioni del dipinto,
mi ha trasmesso la forte venerazione della Madonna che in passato
avevano per lei.
MASOERO Martina:
Mi sono piaciuti i contrasti tra i colori e l’effetto realistico delle
nuvole.
Ritratto giovane con flauto
Adorazione dei pastori
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
SURACILetizia
rosa
acqua
8 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
LINGUAGGIO:
LINEA: Le linee sono morbide ma allo stesso tempo ben definite così da poter
distinguere chiaramente gli spazi e le forme presenti nell’opera.
COLORE: Ha colori caldi e opachi poco contrastati tale da creare un’unica scena
quando, invece, sono più momenti della sua storia. L’unico contrasto è dato
dall’angelo vestito di abiti rosa e azzurro con forti chiari scuri.
LUCE: La luce sembra provenire dalla direzione da sinistra senza creare forti
contrasti. Solo Santa Caterina viene illuminata per dare così centralità.
SPAZIO, COMPOSIZIONE: L’affresco è suddiviso in quattro momenti della sua
storia, quali il martirio di Santa Caterina, gli uomini che assistono da vicino, le
donne che osservano dall’alto e l’angelo che vola in soccorso di Caterina
brandendo una spada. Tutti guardano verso il centro creando una composizione
simmetrica. L’angelo è l’unico elemento dinamico.
MARTIRIO DI S. CATERINA di Gaudenzio Ferrari
AUTORE: Gaudenzio Ferrari
TITOLO: Martirio di Santa Caterina
DATA: 1540-1543
TECNICA: Olio su tela
genere: scena sacra
STILE: Rinascimento Maturo 1500, Roma e Venezia
SOGGETTO: Esecuzione di Santa Caterina da parte di alcuni
uomini e il soccorso dell’angelo.
SIGNIFICATO: Racconta la storia del martirio di Santa Caterina senza
evidenziarne la drammaticità.
PINACOTECA DI BRERA - MILANO
OPERE:
- Crocifissione, tempera e olio su tavola, 1498.
-Affreschi staccati provenienti dalla cappella della Dormitio Virginis al sacro monte, 1493-
95.
-Crocifisso ligneo, legno dipinto e dorato, 1496-97.
-Madonna dormiente, legno scolpito e dipinto, 1498.
-Deposizione, tempera su carta incollata su tela e riportata su tavola, 1502-03.
-Polittico di sant’Anna, diviso tra quattro tavole, 1508.
-Statue lignee Sacro monte di Varallo, 1505-10.
-Polittico della Collegiata di Santa Maria da Roma, 1511.
GAUDENZIO FERRARI
BIOGRAFIA:
Nasce a Valduggia tra il 1475-1480 e muore a Milano nel1546.
Fu uno dei massimi esponenti dell’arte italiana del XVI secolo nel campo della pittura e
della scultura. Fu allievo di Stefano Scotto (Milano), ma il suo apprendistato più fertile
si realizzò nella sua Varallo tra le pareti della chiesa di Santa Maria delle Grazie a
Milano.
Il suo esordio artistico avvenne tra il nuovo e il vecchio secolo.
Sara Ferro:
Guardando quest’opera, provo un miscuglio di emozioni che
variano dall’angoscia (provocata dallo strumento di tortura e dagli
uomini minacciosi disposti ad uccidere Caterina) alla speranza
(causata dall’espressione appunto speranzosa della donna e
dall’angelo che le vuole salvare la vita rispondendo così alle sue
preghiere).
Aurora Ferramonti:
L’opera, nonostante i colori forti e caldi, richiama alla nostalgia e
lascia della suspense: l’angelo è riuscito a salvare la donna o è
arrivato troppo tardi? Lo spavento e la paura dei presenti contagia
anche me facendomi sentire quasi terrorizzata dalla spada
brandita dall’angelo. Allo stesso tempo, la pace della donna che
sta per essere uccisa e rimane fedele alla sua religione, mi infonde
una lieve sensazione di serenità.
DESCRIZIONE SOGGETTIVA:
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaFERRAMONTAurora Rosso
cane
Gruppi di persone
La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi)
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaFERROSara
Abiti rinascimentali
elmo
SOGGETTO: rappresentazione della madonna col bambino con
attorno frati, santi e Santa Caterina.
SIGNIFICATO: Nonostante l’artista rappresenti la Madonna con il figlio
piccolo in braccio al centro dell’opera illuminati da una luce. Il centro
dell’interesse è Santa Caterina venerata dai Santi ai lati che rivolgono verso di
lei lo sguardo.
STILE: Manierismo, 1530
GENERE: Scena sacra
AUTORE: Giulio Campi
TITOLO:Madonna con figlio e santi
DATA:1530
MATERIALE: Dipinto su tela
9 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
LINGUAGGIO:
LINEA: linee a tratti sottili nello sfondo e a tratti marcati nelle vesti per
vedere le ombre, molto precisa e dettagliata che fa risaltare ogni personaggio
COLORE: è presente un accostamento di colori caldi e accesi nella parte
della Madonna, nella santa Caterina nella parte dei santi colori freddi e scuri .
Colori molto contrastati, creano un atmosfera serena
LUCE: la luce è proveniente dall’alto e illumina gran parte del dipinto
creando parti più scure e ombreggiate molto risaltate, l’aureola della
madonna crea una zona illuminata per metterla in evidenza.
SPAZIO,COMPOSIZIONE: La figura della Madonna è centrata nel dipinto,
illuminata da una luce frontale molto forte, ai lati della madonna ci sono i
santi Francesco, Pietro e Caterina che con essa formano una forma
triangolare equilibrata. Lo sguardo dei frati è però rivolto alla santa che
guarda verso lo spettatore.
MADONNA CON FIGLI E SANTI di Giulio Campi
BIOGRAFIA:
Non è nota la data di nascita del pittore, che si considera nato nei primi anni
del Cinquecento. Giulio era figlio del pittore Galeazzo Campi e insieme ai
fratelli minori, Vincenzo e Antonio, fu tra i maggiori rappresentanti del
manierismo lombardo.Le opere più antiche sono La Vergine in trono e i ss.
Nazaro e Celso, dipinta per SS. Nazaro e Celso,e ora in S. Abbondio a Cremona
del 1527, e la pala e il ciclo di affreschi eseguiti per S. Maria delle Grazie a
Soncino voluta dai marchesi Stampa di Soncino. Seguì a Cremona la
decorazione ad affresco del coro della chiesa di S. Agata in Cremona, con
quattro Storie si s. Agata datate 1537, mentre nella stessa città ottenne nel
1536 la prestigiosa commissione per la pala dell’altare maggiore e gli affreschi
del transetto della chiesa di San Sigismondo nell’abbazia dei gerolamini,
finanziati dal Duca di Milano.L’opera di maggiore impegno della sua maturità
fu la ricostruzione della chiesa delle SS. Pelagia e Margherita su incarico del
priore Girolamo Vida nel 1547. Qui il Campi si espresse come architetto,
pittore e scultore.
PINACOTECA DI BRERA - MILANO GIULIO CAMPI
DESCRIZIONE SOGGETTIVA:
KOLODZIEJ Gabriela: Osservando il quadro ho provato tristezza e malinconia
perché i colori pur essendo accesi sono scuri.
GUZZETTI Lorenzo: In questo dipinto vedo una netta importanza data alla
vergine col bambino poiché è posta al centro e più in alto rispetto agli altri
santi raffigurati, inoltre i colori utilizzati sono molto contrastanti. Le linee
sono morbide e a tratti marcate. Anche gli angeli posti come sfondo oltre al
paesaggio sono molto dettagliati anche se sfumati, poi soprattutto la luce in
alto da soprattutto l’impressione che illumini tutto il quadro.
Manierismo-coloripuri
GUZZETTI, 3M
La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi)
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaKOLODZIEJGabriela Rosa
Lettera
Nuvole
La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi)
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaGUZZETTILorenzo
Colori contrastanti
Sguardi
evanescenti
piramide
SOGGETTO: Il quadro rappresenta una donna seduta
impegnata a sistemare i cestini di frutta posizionati davanti a lei
mettendoli in bella mostra
SIGNIFICATO: Il quadro rappresenta la ricchezza della natura nella sua bellezza e il lavoro della la popolazione in una
scena di vita, la bellezza è espressa anche dalla grazia della figura femminile.
AUTORE Vincenzo Campi
TITOLO La Fruttivendola
DATA 1580
TECNICA Olio su tela
10 PINACOTECA DI BRERA - MILANO LA FRUTTIVENDOLA di Vincenzo Campi
GENERE: Scena di genere, natura morta
STILE: Tardo Rinascimento, metà del 1500 Roma e Firenze
LINGUAGGIO:
LINEA: Le linee sono morbide ma allo stesso tempo ben definite così da poter distinguere chiaramente gli spazi e le forme presenti
nell’opera.
COLORE: Ha colori accesi senza creare forti contrasti per creare una vero somiglianza dei soggetti senza creare forti ombre,
l’atmosfera è calda. Tenue il paesaggio di sfondo
LUCE: La luce sembra provenire dalla direzione da sinistra senza creare forti contrasti. Atmosfera morbida e naturale
SPAZIO, COMPOSIZIONE: il quadro presenta cesti di frutta con una donna posizionata l centro, la composizione è piena ma ben
distribuita. sullo sfondo personaggi al lavoro che completano la scena contrastata dal paesaggio tenue.
AUTORE: Carlo Dolci
TITOLO: Davide con la testa di Golia
DATA: 1670
MATERIALE: Olio su tela
LINGUAGGIO:
LINEA: La linea è decisa, precisa. Grazie a queste linee si nota la
tridimensionalità di Davide, rispetto allo sfondo.
COLORE: I colori sono freddi e cupi, tranne il vestito di Davide che è rosso
per ricordare il colore del sangue
LUCE: esalta alcune zone del braccio e del volto di Davide lasciando molto in
ombra la testa di Golia, lo sfondo è molo scuro.
VOLUME: Il volume marcato rispetto allo sfondo.
SPAZIO/COMPOSIZIONE: lo spazio è dinamico, ci sono due linee decise,
una è al centro per accentrare Davide. l’altra è obliqua e va dalla spada fino
alla testa di Golia.
Davide con la testa di Golia di Carlo Dolci11 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
SIGNIFICATO:
Il significato di questa opera è prevalentemente la vittoria di Davide contro
il Golia, mostra appieno la forza umana vittoriosa su tutto e tutti.
PINACOTECA DI BRERA - MILANO CARLO DOLCI
BIOGRAFIA:
Carlo Dolci (Firenze, 1616 – Firenze, 1686) è stato un pittore italiano.
Era dotato di grande tecnica, fu il maggior pittore fiorentino del
Seicento e godette di una fama straordinaria fino all'Ottocento.
Le sue opere principali sono : La Sacra Famiglia con Dio Padre e lo
Spirito Santo, Santa Cecilia, Madonna col bambino, Natura morta con
fiori, Mater Dolorosa ecc…
DESCRIZIONE SOGGETTIVA:
MOHAMMAD Sabor:
Ho scelto questo quadro perché, a mio parere, era unico nel suo
genere, nel senso, che non ho visto altri quadri che trattavano questo
tema . Mi hanno colpito subito i colori freddi del quadro, un uomo
giovane che impugna una spada ecc… sono tutti particolari che mi
piacciono molto. Molto bello il quadro, mi ha trasmesso tante
emozioni come la serietà, la freddezza, la fierezza ma anche un po' di
tristezza.
SICLARI Alessandro:
Ho scelto questo quadro perché è un quadro con i colori freddi. Mi
sono piaciute molto le linee di contorno molto definite e la testa di
Golia sproporzionata.
i)
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
Borsa marrone Vestito rosso
SICLARIAlessandro
di analisi)
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
Spada
Capello
MOHAMMEDSabor
SOGGETTO: Il dipinto rappresenta un tavolo
da cucina con posizionati sopra degli animali
appena cacciati, formaggi e biscotti.
SIGNIFICATO: la natura morta è un genere nato nel 600 e indica la presenza di vita ma anche la sua caducità, inoltre diventa
segno di produttività
LINGUAGGIO:
LINEA: E’ caratterizzato da una grande presenza di linee curve, per esempio gli animali e le brocche, affiancate da linee
spezzate come il tavolo, la quale è la linea forte di quest’ opera. Le linee nette aiutano aleggere gli oggetti sovrapposti a
delimitare i contorni.
COLORE: Presenza di colori prevalentemente caldi, ad eccezione del bianco per gli uccelli in primo piano, utilizzato molto il
colore tonale che aumnta il senso realistico della rappresentazione
LUCE: La fonte parte da sinistra circa alla metà del quadro leggermente di fronte al tavolo. Il forte chiaroscura evidenzia gli
oggetti e crea un forte realismo
SPAZIO, COMPOSIZIONE: composizione ricca e ordinata, quasi schematica, sono evidenti piani orizzontali su cui sono
disposti gli oggetti. Le zampe scendendo dal tavolo in primo piano creano contatto con l’esterno.
 AUTORE: EVARISTO BASCHENIS
 TITOLO: NATURA MORTA DI CUCINA
 DATA: 1670 CIRCA
 TECNICA: OLIO SU TELA
12 PINACOTECA DI BRERA - MILANO NATURA MORTA IN CUCINA di E. BASHENIS
STILE: Barocco, 600 metà del 700
Genere : natura morta
 AUTORE: EVARISTO BASCHENIS
 TITOLO: NATURA MORTA DI CUCINA
 DATA: 1670 CIRCA
 TECNICA: OLIO SU TELA
PINACOTECA DI BRERA - MILANO EVARISTO BASHENIS
BIOGRAFIA:
La figura di Baschenis, uno dei maggiori pittori italiani del Seicento nonché
l'ideatore della natura morta di soggetto musicale, è rimasta avvolta in un alone
di mistero fino a quando Piero Capuani accertò, attraverso il ritrovamento
dell'atto di battesimo nel registro parrocchiale della Basilica di Sant'Alessandro in
Colonna a Bergamo, la sua data di nascita.
Particolarmente rilevanti anche le documentazioni relative ai contatti nazionali e
internazionali del pittore, i suoi ripetuti soggiorni a Roma, Venezia e Milano,
l'alunnato (1639-1642) presso il pittore cremasco Gian Giacomo Barbelli (giusta il
contratto di apprendistato rinvenuto da Marino Paganini).
OPERE
- Strumenti musicali
- Natura morta con strumenti musicali
- Still life with musical instruments
- Still life with earth globe and map of italy
DESCRIZIONE SOGGETTIVA:
VALENSISE Andrea:
questo quadro trasmette compassione. Mi ha colpito molto l’accuratezza con
cui è stato dipinto il tavolo, infatti sembra legno vero. Non è solo il tavolo ad
essere realistico ma tutto il quadro. Mi ha colpito molto inoltre la realisticità
degli elementi.
VANZETTO Leonardo:
quest’ opera mi trasmette tranquillità e anche una sensazione di silenzio,
dovuto all’assenza di movimento. Inoltre mi ha colpito la precisione con cui
sono stati realizzati gli animali privi di vita.
FINE500-600-Naturamorta
MOHAMMED - SICLARI - VALENSISE - VANZETTO, 3L
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaVALENSISEAndrea
colore
precisione
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaVANZETTOLeonardo
morte
vita
ᄃ
SOGGETTO: Rappresentazione del
ponte Emilio crollato e i viaggiatori che
attraversano il fiume in barca. Ci sono
sullo sfondo abitazioni e in primo piano
resti di architettura antica.
SIGNIFICATO: rappresenta una giornata di vita quotidiana dopo la caduta del ponte, ci mostra come le persone per attraversare il
fiume si adattano con l’utilizzo di una barca.
STILE: Settecento
GENERE: paesaggio, capriccio
LINGUAGGIO:
LINEA: sono composte da superfici levigate e ben definite lo stesso vale per i contorni che creano contrasto netti
COLORE: è tendenzialmente caldo, con le vesti dei viaggiatori più brillanti (rossi e azzurri). Il ponte e la città in secondo piano invece
risultano più freddi e meno definiti, con colori sbiaditi.
LUCE: è rappresentata prevalentemente dal cielo che con un colore rosa-arancio dona al paesaggio un’atmosfera calda e serena mentre
nella parte inferiore vi è un grande stacco con colori più vividi
SPAZIO: è presente uno spazio ordinato e facilmente misurabile con una via di fuga verso l’orizzonte, forte le linee prospettiche che danno
dinamismo alla rappresentazione
▪ AUTORE: Luca Carlevarijs
▪ TITOLO: Capriccio con il ponte rotto
▪ DATA: 1714 ca.
▪ TECNICA: Olio su tela
CAPRICCIO CON IL PONTE ROTTO di L. Carlevarijs13 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
PINACOTECA DI BRERA - MILANO LUCA CARLEVARIJS
BIOGRAFIA
Nascita: 20 gennaio 1663, Udine
Decesso: 12 febbraio 1730, Venezia
Luca Carlevarijs è stato un pittore italiano cittadino della Repubblica
di Venezia. Fu influenzato da Gaspar van Wittel ed è considerato il
precursore del Canaletto e degli altri vedutisti veneziani.
Luca Carlevarijs realizzò incisioni con vedute di Venezia. Nelle sue
acqueforti le linee sono nervose e fluide.
Opere:
•Capriccio sul ponte rotto,
•Regatta sul canale grande,
•Veduta di piazza San Marco,
•Capriccio con scene di vita in una città portuale.
DESCRIZIONE SOGGETTIVA
ROMAN Riccardo:
questo quadro mi trasmette una sensazione di libertà,
probabilmente a causa del cielo che sembra sconfinato e
trasmette serenità ma anche a causa del ponte che essendo
appunto rotto “rompe” i confini.
NARDELLA Kevin:
questo quadro per me esprime un senso di tranquillità, più lo
guardo più mi tranquillizza e il cielo nonostante non sia al
massimo splendore illumina il tutto.
FINE600-inizio700–ilpaesaggiodicittà
ROMAN, 3M
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
AlbaCavallo
NARDELLAKevin
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaROMANRiccardo
PontechecrollaBarca
SOGGETTO: Rappresentazione del bacino di San Marco,
il canale e le architetture di Venezia.
SIGNIFICATO: L’artista ci rappresenta la città con una luce brillante quasi senza tempo e ci nasconde di proposito la veduta
del bacino di San Marco, ci vuole trasmettere che la città di Venezia vive in atmosfera di tranquillità e ricchezza dato dalla gente
che lavora sulle gondole.
STILE: Vedutismo, 1700
LINGUAGGIO
LINEA: Il pittore usa una linea sottile ben definita di contorno per definire in modo perfetto i vari elementi rappresentati.
Canaletto usa la camera ottica per tracciare bene le linee prospettiche degli edifici.
COLORE: il dipinto è caratterizzato da colori freddi in una atmosfera morbida e omogenea
LUCE: è morbida, data dal sole che è assente nel quadro e lo percepiamo dalle ombre sull’acqua e dal riflesso brillante dei
palazzi, che non crea grandi contrasti
SPAZIO, COMPOSIZIONE: Lo spazio ci da una percezione profondità perché il punto prospettico è molto lontano dal primo
piano, le gondole in primo piano sono disposte in modo sparso e danno una sensazione di dinamicità per posizione obliqua che
attira lo sguardo su di esse. In terzo piano si vede la basilica di san Marco, davanti ad essa si vede bene il Palazzo Ducale, e il
campanile della basilica di San Marco, in prospettiva dando la sensazione che il piano degli edifici continui anche fuori del
quadro.
AUTORE: ANTONIO CANAL, detto Canaletto
TITOLO: veduta del bacino di San Marco
DATA:1740/1745
TECNICA: Olio su tela
14 PINACOTECA DI BRERA - MILANO VEDUTA DEL BACINO DI S. MARCO di Antonio Canal
Genere: veduta
PINACOTECA DI BRERA - MILANO ANTONIO CANAL, IL CANALETTO
BIOGRAFIA :
Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto, fu il caposcuola dei vedutisti veneti del
700.La sua formazione avvenne al seguito del padre Bernardo, specializzato in
pittura di fondali per il teatro. Intorno al 1719, trasferitosi a Roma, cominciò a
dedicarsi alle vedute di paesaggio, ispirato dagli esempi di artisti come l'olandese
Gaspar van Wittel e il friulano Luca Carlevarijs. pur essendo profondamente
radicato nella cultura veneziana, lo portò ad ottenere il favore di un pubblico
internazionale. Ebbe, infatti, tra i suoi committenti i reali del Liechtenstein e Joseph
Smith, banchiere, mercante e poi console inglese a Venezia, personaggio decisivo
per la sua carriera in quanto fu proprio questi ad introdurlo nell'ambiente dei ricchi
e raffinati collezionisti inglesi. Intanto, anche in patria, il Canaletto aveva elevato il
vedutismo ad una corrente di gusto rappresentativa dell’illuminismo europeo, al
pari di quella pittura di storia e di figura che, fino ad allora, aveva dominato il
panorama pittorico del tempo. Dal 1746 al 1756 egli soggiornò soprattutto a
Londra. A questo periodo appartengono le vedute del Tamigi e della campagna
inglese dipinte per l'alta aristocrazia locale. Dopo il decennio inglese, il ritorno
definitivo a Venezia corrispose con la fase di declino della fortuna dell'artista. Egli
dipinse ancora alcuni capolavori come due suggestivi e rari notturni o come
la Fantasia architettonica eseguita per l’ormai anziano Joseph Smith e continuò a
sperimentare, in una serie di piccole tele, effetti luministici e prospettici degli
ambienti veneziani ma si andò anche progressivamente isolando dall'ambiente
artistico e da quello mondano, fino alla morte che lo colse nel 1768, nella sua casa
di San Lio.
DESCRIZIONE SOGGETTIVA:
IURASCU SERGIU:
il quadro mi piace perché mi da la sensazione di serenità, e mi pulisce
mentalmente guardandolo. Mi trasmette delle emozioni di soddisfazione per la
precisione usata per dipingere
DOSSENA JURI:
Quest’opera mi piace abbastanza per vari motivi, i colori perché mi danno senso
di felicità, di tranquillità di una giornata di sole.
Mi piace l’architettura della chiesa del campanile che hanno un colore sfumato.
Mi piace la riproduzione della realtà.
700–laveduta
IURASCU, 3M
15 PINACOTECA DI BRERA - MILANOInsegnarel’arteconesercizidifotografiaIURASCUSergiu
Molo Riflesso
Cielo sereno
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
Nuvole
Riflessi di luce
DOSSENAYuri
SOGGETTO: Bambino con cesto sulla schiena e un altro pieno di
uova sul braccio.
SIGNIFICATO: L’opera rappresenta uno spaccato di quella che era la
vita quotidiana di un popolano di quell’epoca nella sua grande dignità
STILE: tardo barocco, 1700
AUTORE: Giacomo Ceruti
TITOLO: Portarolo seduto con cesta a
tracolla uova e pollame
DATA: 1735
MATERIALE: Olio su tela
LINGUAGGIO:
LINEA: Sono morbide, naturali e ben definite dalle ombre. Il soggetto e ben
delineato sullo sfondo
COLORI: Ha colori caldi contrastati dal rosso intenso della cresta del gallo. Il
giallo ocra predomina su tutta l’opera.
LUCE: La luce è frontale e da origine a una forte ombra proiettata sul muro.
E’ fredda da rendere quasi scolpita l’immagine dipinta.
VOLUME: la luce rende molto morbidi i vestiti creando panneggio molto
chiaroscurato da sembrare una scultura.
SPAZIO, COMPOSIZIONE: Spazio delimitato dalla linea di fondo, dove si
incontrano pavimento e parete. Composizione piena ma ben equilibrata.
Portarolo seduto di Giacomo Ceruti15 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
PINACOTECA DI BRERA - MILANO GIACOMO CERUTI (detto Pitocchietto)
OPERE: Bambino con cesto sulla schiena e un altro pieno di uova
sul braccio.
Portarolo seduto su una cesta,
Ritratto d’uomo,
Natura morta con zucca, pere e noci,
Natura morta con piatto di peltro, Gamberi, limone, ampolle di
vetro, pane e bottiglia di vino
BIOGRAFIA:
Giacomo Antonio Melchiorre Ceruti, detto il Pitocchetto (Milano, 13 ottobre 1698
– Milano, 28 agosto 1767), è stato un pittore italiano, annoverato tra i più
importanti esponenti del tardo barocco italiano.
Nacque a Milano, probabilmente da quel Fabiano Ceruti che fu allievo di Cristoforo
Agricola; fin dai primi anni venti del Settecento fu attivo a Brescia, città in cui si
guadagnò il soprannome di «Pitocchetto» per il genere pittorico che aveva come
soggetti principali i poveri, i reietti, i vagabondi, i contadini (i pitocchi, appunto),
raffigurati in quadri a grande formato e ripresi con stile documentaristico e con uno
spirito di umana empatia. Il suo percorso artistico è parte di quel filone della
"pittura di realtà", che ha in Lombardia una tradizione secolare: prima di lui
grandissimi artisti come Vincenzo Foppa, la scuola bresciana intorno a Moretto e
Savoldo, Caravaggio, tutti avevano toccato l'argomento, ma nessuno prima del
Ceruti seppe indagare con tanta spietata lucidità la verità quotidiana.
Tra le opere che lo resero celebre la Lavandaia (1736 circa), e le molte nature
morte. Intorno al 1785 dipinse il Ritratto di viandante ora conservato al Museo
civico Amedeo Lia di La Spezia, il suo ciclo pittorico presso la Basilica di Santa Maria
Assunta a Gandino.
700–scenadigenere
z
SOGGETTO: Il quadro presenta l’ultimo abbraccio prima della partenza
tra una donna e un patriota ansioso di partire.
16 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
LINGUAGGIO:
LINEA: I due giovani sono caratterizzati dalle linee morbide delle vesti e dai
contorni ben disegnati di quest’ultime che le ritagliano dallo sfondo. Nello
sfondo invece (come per esempio per quanto riguarda i gradini) le linee sono
molto più rettilinee e spigolose.
COLORE: tonalità calde e in armonia tra loro.
Il bianco-celeste della veste della donna si sposa con il bruno-rossiccio del
mantello e con il rosso della calzamaglia dell’amato. Il pantalone rosso, la
manica bianca e il cappuccio verde del ragazzo ci riportano a quella che è la
bandiera italiana.
LUCE: Sorgente di luce esterna alla scena che proviene da sinistra e investe i
giovani esaltando il taglio delle vesti. E proiettando l'ombra sulle scale crea
una zona di luce sulla parete di sfondo facendo risaltare il soggetto principale
SPAZIO, COMPOSIZIONE: Il bacio che si scambiano i due protagonisti è al
centro della scena. Seguendo le linee dateci dal vestito e dalla posizione dei
due amanti la nostra attenzione si concentra appunto sul bacio. La
composizione pur sembrando equilibrata è dinamica, perché gli abiti e le
posizioni dei due corpi ci danno proprio il senso di movimento e soprattutto
l’ombra che si proietta verso l’esterno.
IL BACIO di Francesco Hayez
AUTORE: Francesco Hayez
TITOLO: Il Bacio
DATA: 1859
TECNICA: Pittura ad olio su tela
genere: scena storica
SIGNIFICATO: simboleggia l’amore per la patria nella persona della sua
dama. L’uomo deve essere pronto ad abbandonare la sua casa per l’amore
per la patria.
STILE: Romanticismo, prima metà dell’800
FRANCESCO HAYEZPINACOTECA DI BRERA - MILANO
BIOGRAFIA :
Francesco Hayez nasce il 10 febbraio 1791 a Venezia, ultimo di cinque figli di una
famiglia particolarmente povera, Francesco viene lasciato in affidamento a una zia
benestante, moglie di un mercante d'arte genovese, Giovanni Binasco, proprietario
di una galleria di quadri: è Binasco stesso a intuire il talento artistico del nipote.
Dapprima lo introduce presso un restauratore, dopodiché, notando la sua abilità,
riesce a farlo entrare nello studio di Francesco Maggiotto. E' qui che il giovane
Hayez riceve una formazione classica basata su letture storiche e mitologiche.
Comincia a frequentare la collezione di Palazzo Farsetti, che include un'esposizione
di gessi derivati da statue classiche antiche: statue che permettono a Francesco di
esercitarsi nel disegno, attraverso la copiatura dei modelli in gesso. Nel 1803, a soli
dodici anni, l'artista veneziano frequenta il primo corso di nudo all'Accademia delle
Belle Arti, e inizia a dipingere grazie agli insegnamenti di Lattanzio Querena.
Ammesso ai corsi di pittura della Nuova Accademia istituitasi nel 1806, si avvicina
alla pittura di genere storico, mentre tre anni più tardi ottiene una borsa di studio a
Roma. Qui ha modo di entrare in contatto con Francesco Podesti e con il Canova.
Abbandona la Città Santa dopo un'aggressione di cui rimane vittima, e si sposta a
Napoli. Tre anni più tardi è a Milano dove presenta "Pietro Rossi prigioniero degli
Scaligeri" all'Accademia Brera: un'opera di notevole impegno, ritenuta dagli esperti
il manifesto di quel romanticismo storico che farà la sua fortuna.
Dopo il "Ritratto di Alessandro Manzoni", Hayez riceve incarichi di rilievo, come gli
affreschi di Palazzo Reale a Milano (nella Sala delle Cariatidi) realizzati nel 1837.
Nominato, nel 1850, professore di pittura all'Accademia di Brera, non abbandona la
produzione di nuove opere: gli ultimi anni della sua vita vedono la produzione, tra
l'altro, de "Il bacio" (che diverrà il manifesto del Romanticismo italiano), "Il ritratto
di Gioacchino Rossini", "Il Marin Falieri" e "La Finestra di Harem".
Francesco Hayez muore il 21 dicembre 1882 a Milano.
z
PINACOTECA DI BRERA - MILANO Il Bacio di Francesco Hayez
DESCRIZIONE SOGGETTIVA:
SPEZIALE Vanessa:
Il dipinto raffigura il momento di un bacio tra due giovani. Guardando il
quadro noto che il giovane ha il piede sullo scalino e credo che il bacio
rappresenti un addio tra i due. Osservando più attentamente noto i diversi
colori degli abiti che mi ricordano quelli della bandiera italiana; mi fanno
pensare che quindi all’interno del quadro non venga rappresentato solo
l’amore per la dama ma anche quello per la propria patria.
STILLONE Valentina:
L’opera presenta un bacio tra un ragazzo e una ragazza. Vista la posizione
dei due credo che questo sia un bacio dato all’ultimo momento. Penso che
il ragazzo debba scappare per una battaglia o che magari si trovi in un
posto in cui non dovrebbe essere. Mi sembra un bacio passionale vista la
mano che lui appoggia sul viso della ragazza ma mi trasmette comunque
un momento romantico. Secondo il mio punto di vista il quadro
rappresenta alla perfezione il sentimento presente tra i due in quanto,
attraverso un semplice bacio, mi fa provare la passione, il romanticismo e
l’amore.
SOGGETTO: La scena riprende Pietro Rossi che riceve l’invito a
partecipare alla guerra e i suoi familiari che cercano di distoglierlo da
questa idea, con scarsi risultati.
SIGNIFICATO: In questo quadro Hayez vuole immortalare l’eroismo e il
coraggio della scelta e della determinazione di Pietro Rossi che accetta l’invito
a partecipare alla guerra contro gli Scaglieri.
LINGUAGGIO:
LINEA: molto netta e definita da creare immagini nitide rispetto lo sfondo
COLORE: lo sfondo ha colori tenui e tendenti al grigio/marrone, mentre i
soggetti e i loro abiti sono con colori accesi
LUCE: la luce nel quadro è concentrata sulla figura di Pietro, in particolare
sulla sua armatura che ne risalta la forza. Anche le due donne in primo
piano sono illuminate per esaltare la forza della loro richiesta
SPAZIO: i soggetti non sono perfettamente al centro dell’opera perché in
questo modo il pittore riesce a far vedere la piazza e quindi il luogo in cui è
ambientato il quadro. La composizione è comunque ben equilibrata
AUTORE: Francesco Hayez
TITOLO: Pietro Rossi
DATA: 1818-1820
TECNICA: Olio su tela
Pietro Rossi di Francesco Hayez17 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
genere: scena storica
STILE: Romanticismo, inizio dell’800
800–lascenastorica-sociale
STILLONE - SPEZIALE, 3M
La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi)
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
il bacio:
l’azzurro:
STILLONEVAlentina
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaSPEZIALEVanessa
COLORE MARRONE LE ONDE I MATTONCINI
SOGGETTO: L’opera rappresenta una donna seduta su una poltrona verde
maggio pallido. Il suo sguardo è volto verso il basso, e con entrambe le mani,
in un gesto pudico copre il suo corpo nudo. La donna ha un incarnato pallido e
i capelli legati in uno “chignon” basso, coperti da un velo color bianco avorio.
SIGNIFICATO: La donna ritratta nel quadro ha un incarnato pallido e le
gote leggermente rosate che le donano un aspetto di benessere, la bellezza
assoluta, il preludio alla donna fatale
AUTORE: Francesco Hayez
TITOLO: Odalisca
DATA: 1839
MATERIALE: Pittura ad olio
LINGUAGGIO:
LINEA: La donna è caratterizzata da linee curve, morbide e definite e questo
mette in risalto i colori e le forme della donna e il contrasto dello sfondo.
COLORE: I colori sono freddi, leggermente spenti. Il colore dello sfondo risulta
molto in contrasto con il velo che ha sul capo e con la pelle chiara.
LUCE: La luce centrale crea delle ombre che accentuano la morbidezza e le
pieghe delle vesti.
SPAZIO, COMPOSIZIONE: La donna si trova al centro del quadro. La
composizione è statica ed equilibrata perchè la donna non da senso del
movimento.
ODALISCA di Francesco Hayez18 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
STILE: Romanticismo, inizio dell’800
genere: ritratto, nudo
DESCRIZIONE SOGGETTIVA:
FAZZINO Silvia: questo quadro mi fa star bene perché Il dipinto mi trasmette
sensualità, femmilità, grazia e pacatezza , per la sua postura , il modo in cui copre
il corpo nudo. I colori spenti invece mi trasmettono serenità, tranquillità. E
apprezzo molto questa caratteristica.
KAJA Sara: Quest'opera mi trasmette tranquillità ed armonia.
800–ilritratto
BOSSI – MASCHERONI , 3L
La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi)
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaKAJASara
postura
copricapo
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
Espressione malinconica Capelli legati in uno “chignon basso”
FAZZINOSilvia
SOGGETTO: il ritratto di Alessandro Manzoni in poltrona pensieroso
SIGNIFICATO: In questo quadro Hayez vuole immortalare la serietà del personaggio
AUTORE: Francesco Hayez
TITOLO: Ritratto Alessandro Manzoni
DATA: 1841
TECNICA: Olio su tela
RITRATTO DI ALESSANDRO MANZONI di F. Hayez19 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
genere: ritratto
STILE: Romanticismo, inizio dell’800
LINGUAGGIO:
LINEA: la linea è definita ha una funzione chiave perché definisce i tratti
fondamentali del disegno e separa in modo ben definito il personaggio dallo
sfondo.
COLORE: colori caldi e spenti con varie tonalità di nero e marrone che rendono
l’immagine cupa ma allo stesso tempo dolce e tranquilla.
LUCE: la luce è presente in modo diretto ed è frontale e ha una funzione molto
importante perché mette in risalto lo sguardo di Manzoni.
SPAZIO: La maggior parte dello spazio è occupato dal personaggio che ha le
gambe accavalate e che non lascia trasparire emozioni
COMPOSIZIONE: La composizione é ordinata in modo che il personaggio abbia
una funzione principale.
DESCRIZIONE SOGGETTIVA
BOSSI Jacopo: per me il quadro trasmette una sensazione di pace e tranquillità
MASCHERONI Riccardo: Il quadro in questione appena l’ho visto mi ha trasmesso molta malinconia e tristezza, sopratutto vedendo la
faccia dello scrittore e dallo sguardo perso nel vuoto.
AUTORE: Francesco Hayez
TITOLO: Ritratto Alessandro Manzoni
DATA: 1841
TECNICA: Olio su tela
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
postura
Pantaloni beige
MASCHERONIRiccardo
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
poltrona
Giacca importante
BOSSIJacopo
SOGGETTO: una donna di giovane età in una camera da letto con una
ghirlanda di fiori in mano probabilmente costruita da lei. Alle sue spalle si può
intravedere una bara del figlio con una candela in un ambiente povero di
particolari.
SIGNIFICATO:
In questo quadro Molteni vuole trasmettere il dolore, la sofferenza e la
malinconia che consegue la perdita di un figlio, lo si può notare dalla sua
espressione sofferente e dalla sua postura.
Il suo sguardo è rivolto verso l’alto come se cercasse delle spiegazioni per
l’accaduto
STILE: Romanticismo, prima metà dell’800
GENERE: ritratto, Scena di genere
▪ AUTORE: G. Molteni
▪ TITOLO: La derelitta (morte del bambino)
▪ DATA: 1845
▪ TECNICA: olio su tela
20 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
LINGUAGGIO:
LINEA:La linea all’interno di quest’opera è poco marcata, solo il contorno della
donna è netto per farlo risaltare dallo sfondo
COLORE: è steso in modo uniforme, colori tenui ad eccezione del vestito e dei
fiori, tutto in una tonalità fredda
LUCE: è rivolta verso il soggetto (sopratutto sul viso), non crea forti giochi
d’ombra, non illumina uniformemente la stanza ma risulta forte sulla parete
per far risaltare il soggetto principale.
SPAZIO: è molto accentuato sopratutto nelle stoffe (vestito e lenzuola)
COMPOSIZIONE: il soggetto è situato al centro dell’opera, la composizione è
equilibrata. Lo sfondo presenta pochi dettagli per mettere in risalto la donna .
c’è un’ombreggiatura tenue sulla parete, attorno al soggetto, che focalizza
l’attenzione al centro dell’opera.
LA DERELITTA (morte del bambino) di Giuseppe Molteni
PINACOTECA DI BRERA - MILANO GIUSEPPE MOLTENI
BIOGRAFIA: Giuseppe Molteni nasce nel 1800 a Milano. Si iscrive
all’accademia di Brera nel 1815, prendendo corsi da Giuseppe Longhi. Dopo una
serie di problemi economici è costretto però a lasciare l’accademia. Decide così
di iniziare un lavoro legato all’arte, e che al contempo possa portarlo ad un
guadagno sicuro. Decide così di andare a Bologna ad imparare l’arte del
restauro pittorico da Giuseppe Guizzardi. In seguito torna a Milano e apre un
suo studio.
Guadagna subito successo a tal unto che pure il Louvre e il British Museum
richiedono la sua consulenza. Sempre in questo periodo Molteni entra in
contatto con i maggiori rappresentanti del romanticismo italiano, come
Francesco Hayez.
Inizia cosi anche un’attività da pittore, diventa un ritrattista molto conosciuto e
conteso. Nel 1854 viene nominato conservatore della pinacoteca
dell’accademia di Brera. Restaura una serie di opere di Gian Giacomo Soldi
Pezzoli e diventa suo consulente per l’acquisto di dipinti antichi. Continua la sua
carriera da ritrattista fino alla sua morte.
PINACOTECA DI BRERA - MILANO Giuseppe Molteni
DESCRIZIONE SOGGETTIVA
VAGA Rossella:
Trovo che sia un quadro molto espressivo, la postura, il viso, i colori tutto fa
capire chiaramente quanto sia affranta e sconsolata questa giovane donna. Per
quanto riguarda la sua storia penso che il titolo dica tutto, questa giovane
ragazza ha perso un bambino e da qui si spiega la sua espressione, credo che
Molteni abbia appositamente esagerato l’espressione e il contesto per
enfatizzare l’emozione che voleva esprimere.
PAVANELLO Silvia:
Questo quadro mi trasmette malinconia, il viso segnato dalle lacrime e
l’espressione rivolta verso l’alto mi fanno pensare al suo atteggiamento
sconsolato. La bara e i fiori.
LETTIERI Laura:
osservando questo quadro ho avuto un impatto molto forte, come se stesse
trasmettendo anche a me lo stesso dolore, ho provato compassione pensando
allo strazio che una donna possa provare quando le muore il proprio figlio.
ZUCCA Muriel:
Appena ho visto questo quadro sono rimasta colpita dalla espressione straziante
della donna, ho capito subito che la donna stava soffrendo per qualcosa e anche
io mi sono subito sentita spaesata e addolorata.
TESTON Alessia:
Di questo dipinto mi ha affascinato subito l’espressione intensa della donna
raffigurata. Dopo la ricerca effettuata ho capito che la sua espressione era
riferita alla morte del figlio, secondo me trasmetteva anziché dolore, un senso
di noia, svogliatezza e indolenza, sempre secondo il mio pensiero poteva
utilizzare un’espressione diversa.
800–Leemozioni
VAGA, 3M
800–Leemozioni
LETTIERI, TESTON, ZUCCA 3L
La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi)
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaVAGARossella
luce nel buio
forbici
la morte attraverso i fiori
PAVANELLOSilvia
La cornice
Abiti blu
Candela
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
LETTIERILaura
Fonte di luce
Parete screpolata
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
nsegnarel’arteconesercizidifotografia
Sguardo verso l’alto
Corona di fiori
ZUCCAMurielle
nsegnarel’arteconesercizidifotografia
Occhi in lacrime
TESTONAlessia
Pieghe del letto
SOGGETTO: In una piccola stanza illuminata dalla debole
luce del mattino è ritratta una ragazza ancora in camicia da
notte poggiata sul bordo del suo letto mentre guarda
malinconica una fotografia, la camera è povera e in disordine
SIGNIFICATO: il quadro trasmette tristezza attraverso i suoi colori e l’espressione della ragazza malinconica che guarda la foto
del suo amato ormai lontano in guerra, ma esprime soprattutto al rassegnazione davanti al valore patriottico.
STILE: Romanticismo, prima metà dell’ 1800
GENERE: Scena di genere e interno
LINGUAGGIO:
LINEA linee morbidi e sottili che delineano tutti gli elementi ritratti, tutti i particolari senza contrasto
COLORE colori caldi e opachi che non contrastano tra di loro creando un’atmosfera seren, tipica del mattino
LUCE una luce soffusa proveniente dalla finestra alla sinistra della ragazza crea sempre un’atmosfera di tranquillità
SPAZIO, COMPOSIZIONE ben equilibrata dove i pur tanti oggetti si compongono tra di loro senza confusione (una stanza con il
letto centrale, un comò e una finestra sulla destra, un camino e una sedia con sopra varie stoffe sulla sinistra).
AUTORE Gerolamo Induno
TITOLO Triste Presentimento
DATA 1862
TECNICA Olio su tela
Triste presentimento di G. Induno21 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
OPERE:
-Il grande Sacrificio
-La battaglia di Magenta,1861 al Museo del Risorgimento, Milano
-La partita a scacchi, 1881
-Ritratto di Vittorio Emanuele II
-L’addio del Coscritto
-La lettera
-Il figurinaio
-Amore di bimbo
-Decorazione alla stazione di Milano
-Decorazione alla cupola di San Rocco
-La battaglia di Aspromonte, 1862
BIOGRAFIA:
Nasce il13 Dicembre 1825 a Milano e muore il 18 Dicembre 1890 a Milano.
Era un pittore e un soldato molto conosciuto nel suo dipartimento, il fratello
Domenico rappresentò il suo costante punto di riferimento artistico.
Garibaldi lo riconosce come uno dei maggiori esponenti del Risorgimento.
Numerosi infatti i ritratti di Garibaldi, che lo aveva definito uno dei più "intrepidi
e valorosi combattenti di Roma". Gerolamo fu esecutore raffinato e preciso
nell'interpretare in modo un po' nostalgico un periodo tanto vivo, quale fu il
Risorgimento.
A Milano i fratelli Domenico e Gerolamo Induno inaugurano quella stagione che
vede affermarsi il dipinto con soggetto “di genere”. Si tratta di opere che hanno
per tema frammenti della vita quotidiana, colti nel loro dettaglio più
accattivante
sentimentale, e che spesso hanno per protagonisti uomini, donne e fanciulli
comuni, quando non di ricercate condizioni umili, in maniera d’esaltare
maggiormente l’effetto sentimentale.
Anche trattando il soggetto storico d’attualità non rinunciò alla
rappresentazione del riflesso “privato” dei medesimi eventi storici, andando alla
ricerca di quei frangenti intimi e confidenziali di chi partecipava alle vicende del
Risorgimento italiano. Sue opere pregevoli che lo innalzano al livello del fratello
e dei contemporanei: "La partita a scacchi" e "La lettera”.
PINACOTECA DI BRERA - MILANO GEROLAMO INDUNO
PINACOTECA DI BRERA - MILANO
DESCRIZIONE SOGGETTIVA:
DAWOUD Ilaria:
Mi è piaciuto molto perché mi ha
rappresentato un clima abituale e
abbastanza calmo dai soliti quadri. I
colori e la luce sono dei dettagli che mi
hanno davvero attirato e ho davvero
apprezzato come l’artista abbia
rappresentato un clima così tranquillo
usando dei colori spenti ma giocando
bene con la luce per trasmettere
malinconia nei confronti della ragazza
che guarda nostalgica l’immagine o la
lettera del suo amato che non è
presente in quel momento. Secondo
me ha un fascino particolare e bisogna
osservarlo per capirne i minimi dettagli
e capirne il vero significato.
Triste presentimento di G. Induno
BERTA Arianna:
Mi ha colpito particolarmente per i
dettagli e per i colori tenui usati. Il fatto
che ogni dettaglio sia stato ben curato
dall’artista mi fa apprezzare molto di più
il suo lavoro, percepisco la sua passione
per l’arte e per questo ha cercato di
rendere la sua opera perfetta in ogni
singolo particolare. Un’altra cosa che mi
ha colpito è stato l’uso dei colori, non
usando colori troppo sgargianti e
riuscendo ad utilizzare l’effetto della
luce dà al quadro la giusta sensazione di
malinconia che prova la ragazza
trasmettendola a chi lo guarda.
DI CONZA Lilly:
Di questo quadro mi è piaciuto l’uso dei colori che lo rendono naturale e quotidiano. Inoltre mi ha colpito l’atmosfera di tranquillità
che suscita. Questo quadro mi suscita un’emozione particolare e mi fa pensare alle mattinate tranquille di primavera quando mi
sveglio e dalla finestra entra una leggera brezza d’aria. Mi piace il fatto che il quadro rappresenti una scena quotidiana che potrebbe
accadere a qualsiasi persona.
DACCO Beatrice:
Personalmente questo quadro mi trasmette un’infinita tristezza e mi da l’idea di un caos mentale, visto anche il disodine che
regna nella stanza. I colori mi fanno percepire due cose piuttosto contrastanti: da un lato, sento un’aria fredda, di solitudine, e
dall’altro il calore che percepisco come speranza, la speranza di qualcosa di positivo e bello.
800–interno
BERTA, DAWOUD, 3M
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaBERTAArianna
Ricamo Specchio Finestra
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaDAWOUDIlaria
Rosso
Scarpe
Candele
Insegnarel’arteconesercizidifotografiadDICONZAlilly
camino
finestra
SOGGETTO: il quadro raffigura l’artista sul balcone del suo
appartamento a Milano. Alle sue spalle la città in fase di
rinnovamento.
STILE: Futurismo
LINGUAGGIO:
LINEA: Insieme di pennellate sottili e uniformi su tutta la tela, le pennellate del cielo portano l’occhio dello spettacole verso il
ritratto di Boccioni
COLORE: I colori sono complementari e risultano equilibrati tra toni caldi e freddi, dalla giacca al cielo possiamo notare gli
accostamenti di azzurro, verde e arancione e nel volto dell’uomo ci sono dei tratti di rosso.
LUCE: La luce è tenue per il sole invernale, non ci sono ombre forti creano una atmosfera omogenea
SPAZIO, COMPOSIZIONE: La figura di Boccioni è a destra del quadro in primo piano e occupa quasi la metà del primo piano,
sullo sfondo ci sono i palazzi della nuova Milano in costruzione, l’orizzonte si trova sulla linea a metà del quadro e tutto converge
su quello.
▪ AUTORE: Umberto Boccioni
▪ TITOLO: Autoritratto di Boccioni
▪ DATA: 1910
▪ TECNICA: Olio su tela
▪ LUOGO: Milano
22 PINACOTECA DI BRERA – MILANO AUTORITRATTO DI U. BOCCIONI di Umberto Boccioni
SIGNIFICATO: Il quadro ci comunica tranquillità in una normale giornata d’inverno a Milano per il colore tenue e delicato.
L'artista ha un’espressione concentrata a causa del suo lavoro, possiamo notare la tavolozza dei colori da cui si deduce che è un
pittore. Dai cantieri si capisce che Milano sta progredendo.
Genere: autoritratto
PINACOTECA DI BRERA - MILANO UMBERTO BOCCIONI
BIOGRAFIA:
Umberto Boccioni (1882-1916) è stato il maggior esponente del futurismo
italiano. Nato a Reggio Calabria, si trasferì a Roma all’età di diciotto anni. Qui
iniziò il suo apprendistato artistico prendendo lezioni di disegno e frequentando
la Scuola libera del nudo. A Roma Boccioni entrò in contatto con Severini e
Sironi ed insieme ai due frequentò lo studio del più anziano Giacomo Balla, da
poco rientrato da Parigi. In breve diviene il maggior artista italiano del periodo.
Partecipa a numerose manifestazioni in Italia e all’estero. La sua attività si svolge
anche sul piano teorico e nel 1914 pubblica due testi fondamentali per
comprendere la sua visione artistica: «Pittura Scultura Futuriste» e «Dinamismo
plastico».
Allo scoppio della prima guerra mondiale viene richiamato alle armi. Il 17 agosto
del 1916, all’età di soli trentaquattro anni, muore per un banale incidente
mentre era nelle retrovie dei campi di battaglia. La sua precoce morte ha
privato l’arte moderna di uno degli esponenti più geniali del panorama europeo
di quegli anni. La sua attività di pittore si è svolta per un arco di circa dieci anni.
In questo periodo Boccioni riesce ad attraversare, e far proprie, le maggiori
novità artistiche del periodo, dal divisionismo al futurismo, dall’espressionismo
al cubismo.
PINACOTECA DI BRERA - MILANO
DESCRIZIONE SOGGETTIVA
CERIZA Gaia
Questo quadro ha attirato subito la mia attenzione perché è stata la
prima opera visualizzata durante il percorso all’interno della
Pinacoteca di Brera che non avesse un significato inerente alla
religione. Gli autoritratti mi hanno sempre incuriosito, penso sia una
forma d’arte molto affascinante. Analizzare un autoritratto è stato
molto interessante e emozionante, proprio una bella esperienza da
cui ho imparato molto.
MONTALBANO Anna:
Non essendo un’amante di quadri a sfondo religioso, sono rimasta
fuori da questo mondo. L’armonioso contrasto tra colori caldi e
freddi ha attirato subito la mia attenzione, inoltre sullo sfondo è
rappresentata quella che è la mia città natale, ossia Milano
MATAI Saida:
Personalmente questo dipinto mi trasmette molta tranquillità,
vedendo il paesaggio sullo sfondo che fa dedurre sia una bella
giornata dal cielo sereno.
Il volto dell’uomo raffigurato all’interno del dipinto mi trasmette
un’amarezza poiché ha il viso corrugato in una smorfia, quasi
nostalgica.
BUCCA Giorgia:
il quadro mi trasmette tranquillità per i suoi colori che però
contrastano con l'uomo che ha uno sguardo insoddisfatto.
AUTORITRATTO DI U. BOCCIONI di U. Boccioni
FARIELLO Samuele:
A mio parere questo quadro mi trasmette un po’ di ansia e
agitazione proprio per lo sguardo di boccioni che davanti ad
un paesaggio cosi si mostra serio e apatico. Da un’altra parte
mi trasmette pacatezza per le pennellate e la colorazione non
precisa.
GHEZZI Sara:
il quadro mi trasmette tranquillità per i suoi colori che però
contrastano con l'uomo che ha uno sguardo insoddisfatto.
900–lacittàdelfuturo
VAGA, 3L
900–lacittàincostruzione
CERIZZA, MONTALBANO, GHEZZI 3L
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaMATAJSaida
tavolozza
Persone con cappello
palazzi
La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi)
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaBUCCAGiorgia
nuvole
Uomo che guarda
Cappotto marrone
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
Persone con cappello
Paesaggi
CERIZZAGaia
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
Cappotto marrone
Persone con i baffi
MONTALBANOAnna
Insegnarel’arteconesercizidifotografia
Colori caldi
Prospettiva
Autoritratto
FARIELLOSamuele
Insegnarel’arteconesercizidifotografiaGHEZZISara
Ansia
Pennellate
Colori caldi
docente prof.ssa Giovanna Galli progetto “IMPARA L’ARTE………”
Studenti di 3M
BERTA ARIANNA
BORRONIALESSIO
BRICHESE MANUEL
BUCCA GIORGIA
CUPI GIORGIA
DAWOUD ILARIA
DOSSENA JURI
FERRAMONTI AURORA
FERRO SARA
GUZZETTI LORENZO
JURASCU SERGIU
KOLODIEJ GABRIELA
MASOERO MARTINA
MATAJ SAIDA
MORISCO CAROLINA
NARDELLA KEVIN
PAVANELLO SILVIA
POLEGHI RICCARDO
ROMAN RICCARDO
SOLAVAGGIONE NICOLO’
SPEZIALE VANESSA
STILLONE VALENTINA
SURACI LETIZIA
VAGA ROSSELLA
ISTITUTOTECNICO,Indirizzograficoecomunicazione–IISGADDA
Bibliografia
Artemondo, di E. Pulvirenti ed Zanichelli
Sitografia
PINACOTECA DI BRERA pinacotecabrera.org
La lettura dell’opera d’arte http://www.didatticarte.it/Blog/?p=337
Insegnare l’arte con esercizi di fotografia
http://www.didatticarte.it/Blog/?p=337
Studenti di 3L
BENHAQUA FAISA
BOSSI JACOPO
CACCO BEATRICE
CATRINI ALESSANDRO
CERIZZA GAIA
DI CONZA LILLY
DI MARZO GIUSY
ESPOSITO DOMENICO
FARIELLO SAMUELE
FAZZINO SILVIA
GHEZZI SARA
KAJA SARA
LAVEZZARI ALESSANDRO
LETTIERI LAURA
MASCHERONI RICCRADO
MINELLI ANNAMARIA
MOHAMMAD SABUR
MONTALBANO ANNA
POMO LORENZO
SICLARI ALESSANDRO
TESTON ALESSIA
VALENSISE ANDREA
VANZETTO LEONARDO
ZECCHIN ALEX
ZUCCA MURIEL
Progetto grafico copertina: BELLONI MARCELLO, 4P
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OPERAZIONE BRERA

  • 2. COME LEGGERE QUESTA PRESENTAZIONE La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi) Insegnarel’arteconesercizidifotografia(esercizidiricercaimmagini)
  • 3. • IL SOGGETTO Oggetto (edificio, quadro, affresco, scultura, vaso...) Autore (artista o civiltà di appartenenza) Titolo Data o periodo di realizzazione Dimensioni Luogo di conservazione (città, museo, collezione, chiesa,...) Materiali (tela, tavola di legno, parete, marmo, bronzo, cemento armato) Tecnica (pittura ad olio, affresco, fusione a cera persa...) • LO STILE Stile (l’appartenenza ad un’epoca, una corrente... barocco, cubista...) • IL LINGUAGGIO Linguaggio (linea, colore, luce, volume, spazio, composizione) • IL SIGNIFICATO Motivazioni (personali -socio-culturali che hanno determinato la creazione artistica...) • CHI L’Artista Biografia (vicende umane e private che influiscono sulla produzione artistica) Profilo artistico-culturale (appartenenza ad una scuola, ad un’epoca...) Luogo geografico (temi o materiali tipici di una zona geografica) COSA I componenti specifici che costituiscono la struttura dell’opera d’arte COME La descrizione è seguita dall’ analisi dei valori espressivi: - lo stile (modo con cui viene organizzata l’opera e appartenenza ad una corrente); - il linguaggio (linea, colore, luce, volume, spazio, composizione); -l’iconologia (significati e valori espressivi). CHI Analisi della vita dell’artista per comprenderne: - le vicende umane private; - il profilo artistico e culturale e il rapporto tra artisti. DESCRIZIONE SOGGETTIVA: DESCRIZIONE SOGGETTIVA: le proprie impressioni, le emozioni che si provano davanti a quell’immagine e ciò che si riesce a immaginare riguardo la scena rappresentata. La lettura degli oggetti artistici
  • 4. Insegnarel’arteconesercizidifotografia Si possono fare fotografie per imparare a fotografare oppure si possono fare fotografie per Ad esempio: l’esercizio fotografico sul panneggio collegato allo studio delle statue classiche. quello sulla prospettiva, basato sull’osservazione dei quadri del Rinascimento. per studiare Caravaggio, basato sulla scelta del fondo buio e della luce laterale. per studiare i paesaggi del Romanticismo, l’esercizio di fotografia riguarda il tema delle nuvole. lo studio del Realismo ottocentesco, è passato invece attraverso la fotografia in bianco e nero di persone che lavorano, o comunque colte in attività quotidiane. Infine il turno del Futurismo, con una foto volutamente mossa, per cogliere il dinamismo di un soggetto qualsiasi 1° esercizio: imparare a guardare il mondo artistico “prova a fotografare soggetti con caratteristiche tratta da un particolare periodo artistico”
  • 5. Insegnarel’arteconesercizidifotografia 2° esercizio: per scoprire la realtà che ci circonda osservandola da diversi punti di vista. “scegli particolari di una opera d’arte e fai scatti seguendo quel punto di vista” Ad esempio: Notte stellata sul Rodano di Van Gogh 2°tema : il ponte Tema individuato: il riflesso 3° tema : la città notturna.
  • 6. COLLEZIONE DELLA PINACOTECA DI BRERA, MILANO Opere d’arte scelte dagli studenti di 3M e 3L progetto “IMPARA L’ARTE ……”anno scol. 2018/19
  • 7. SIGNIFICATO: la morte è vissuta come fatto terreno, contro cui l’uomo non può fare nulla. La mano oltre il parapetto è l’elemento realistico che viene verso di noi 1 PINACOTECA DI BRERA - MILANO PIETA’ di G. Bellini SOGGETTO:Gesù Cristo viene sorretto da San Giovanni(a destra) e dalla Madonna(a sinistra).La mano di Gesù poggia in primo piano su una lastra marmorea su cui si trova STILE: primo Rinascimento, 400 GENERI: scena sacra LINGUAGGIO: LINEA: uso di linee curve, miste ben definite che ritagliano i personaggi dallo sfondo e tra di loro COLORI Freddi per dare senso alla scena LUCE leggera e definisce i particolari e racchiude la composizione in un cerchio realistico, tutta la luce si concentra su Cristo che è il centro sia spaziale che di significato del dipinto SPAZIO, COMPOSIZIONE le tre figure sono allineate con gran semplicità dietro ad un parapetto al centro del quale un cartellino reca un iscrizione latina. Composizione è molto equilibrata e riempie tutto lo spazio ma non in modo pesante, è alleggerita dal paesaggio dello sfondo ▪ AUTORE Giovanni Bellini ▪ TITOLO Pietà ▪ DATA 1465-1470 ▪ TECNICA Tempera su tavola
  • 8. PINACOTECA DI BRERA - MILANO GIOVANNI BELLINI Giovanni Bellini: nato a Venezia nel 1433 circa e morto il 26 novembre 1516 sempre a Venezia. È stato un pittore italiano cittadino della Repubblica di Venezia, tra i più celebri artisti del rinascimento, noto anche con il nome di Giambellino o come Zuane Belin in veneto. Lavorò ininterrottamente per ben sessant’anni, utilizzando come punto di riferimento la pittura veneziana, dalla tradizione bizantina ai modi padovani insegnati da Andrea Mantegna, dalle lezioni di Piero della Francesca, Antonella da Messina e Albrecht Durer, fino al tonalismo di Giorgione. OPERE: Tra le opere più importanti ci sono Festino degli dei(1514), Orazio nell’orto(1465). BIOGRAFIA
  • 10. La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi) Insegnarel’arteconesercizidifotografia Mano posata su superficie SOLAVAGGIONENiccolò Viso sofferente
  • 11. AUTORE Piero della Francesca TITOLO Pala di Montefeltro DATA 1472 MATERIALE 9 tavole di legno 2 PINACOTECA DI BRERA - MILANO LINGUAGGIO: LINEA: forte e decisa, mette in evidenza i personaggi dallo sfondo architettonico ben disegnato. COLORE: accesi, sgargianti e freddi, colori contrastanti, colore timbrico. LUCE: forte e fredda, delinea bene i soggetti, sembra quasi irreale. VOLUME: volumi puri, sembrano statue allineate, nessuna relazione tra loro. SPAZIO, COMPOSIZIONE: schema geometrico equilibrato, simmetrico, c’è uno studio preciso della prospettiva centrale che ha come fuoco il volto di Maria. Tutte le linee dell’architettura convergono su questo fulcro PALA DI MONTEFELTRO/DI BRERA di P. della Francesca STILE: primo Rinascimento, 400 GENERI: scena sacra SOGGETTO: la Madonna con in braccio Gesù Bambino circondato fa angeli e santi. In primo piano il duca di Montefeltro in ginocchio, Di fronte avrebbe dovuto esserci nella stesa posizione simmetrica la moglie ma morta prima che il dipinto venisse terminato SIGNIFICATO: in questa opera è rappresentato Federico di Montefeltro che riceve una benedizione dalla Madonna con braccio Gesù, rappresenta l’esaltazione del committente, la famiglia di Montefeltro rappresentato in un ambiente classico
  • 12. PINACOTECA DI BRERA - MILANO PIERO DELLA FRANCESCA Piero di Benedetto de' Franceschi, noto comunemente come Piero della Francesca ( nato a Borgo Sansepolcro, 12 settembre 1416/1417 circa – Borgo Sansepolcro, 12 ottobre 1492), è stato un pittore e matematico italiano. Tra le personalità più importanti del Rinascimento italiano, fu un esponente della seconda generazione di pittori-umanisti. Le sue opere sono misto tra arte, geometria e complesso sistema di lettura a più livelli, dove confluiscono complesse questioni teologiche, filosofiche e d'attualità. Riuscì ad armonizzare, nella vita quanto nelle opere, i valori intellettuali e spirituali del suo tempo, condensando molteplici influssi e mediando tra tradizione e modernità, tra razionalità ed estetica. La sua opera unisce la prospettiva geometrica brunelleschiana, la plasticità di Masaccio, la luce altissima che schiarisce le ombre e intride i colori di Beato Angelico e Domenico Veneziano, la descrizione precisa e attenta alla realtà dei fiamminghi. Altre caratteristiche fondamentali della sua espressione poetica sono la semplificazione geometrica sia delle composizioni che dei volumi, l'immobilità cerimoniale dei gesti, l'attenzione alla verità umana. La sua attività può senz'altro essere caratterizzata come un processo che va dalla pratica pittorica, alla matematica, fino alla speculazione matematica astratta. La sua produzione artistica, caratterizzata dall'estremo rigore della ricerca prospettica, dalla plastica monumentalità delle figure, dall'uso in funzione espressiva della luce, influenzò nel profondo la pittura rinascimentale dell'Italia settentrionale e, in particolare, le scuole ferrarese e veneta.
  • 13. PINACOTECA DI BRERA - MILANO PALA DI BRERA di P. della Francesca DESCRIZIONE SOGGETTIVA POMO Lorenzo Ho scelto quest’ opera perché la prima cosa che mi ha colpito della Pala di Monfeltro è stato il duca e sopratutto la sua armatura a piastre. I riflessi di quella armatura mi hanno diciamo “conquistato”, in quanto sono un vero e proprio appassionato di medioevo e di armature medievali, questo è stato il motivo principale, la seconda cosa che mi ha colpito è la cura dei dettagli e della realisticità del dipinto (tipico del periodo rinascimentale) altra cosa che mi è piaciuta molto sono i angeli e i santi con ognuno la loro storia. Ho trovato quest’opera davvero avvincente ed interessante, quasi misteriosa, anche per il fatto che in origine quest’opera era più grande e rispettava la legge della sezione aurea, sinonimo di perfezione. ESPOSITO Domenico Ho scelto questo quadro perché e stato il primo passo che distaccava la figura divina onnipresente nei quadri che era si presente ma accompagnata come in questo caso dal duca che la commissionata. Un altro motivo è legato all’insolita indifferenza della Madonna verso il bambino che si può notare sia in bilico tra le ginocchia della Madonna e il pavimento.
  • 15. La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi) Insegnarel’arteconesercizidifotografia Tessuto con piega armatura POMOLorenzo
  • 16. La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi) Insegnarel’arteconesercizidifotografia santi Cupola /conchiglia ESPOSITODomenico
  • 17. SOGGETTO:Il sacerdote posto al centro sta sposando Maria che è posta alla sua destra e Giuseppe alla sua sinistra.Sono tutti e tre posizionati sulla linea centrale del quadro che porta all’ingresso del tempio. SIGNIFICATO: Maestosità del matrimonio in un ambiente classico e semplice tipico del rinascimento. La ricerca dell’armonia e della bellezza attraverso l’eleganza e la nobiltà dei personaggi. STILE: Rinascimento maturo, 1500 AUTORE: Raffaello Sanzio TITOLO: Sposalizio della Vergine. DATA: 1504 MATERIALE: olio su tavola dalla forma centinata. 3 PINACOTECA DI BRERA - MILANO LINGUAGGIO: LINEA: uso di linee molto definite sia per il contorno dei personaggi che li contrasta con lo sfondo anch’esso molto dettagliato COLORE: Colori puri di contrasto tra di loro, caldi per i personaggi e freddi per l’ambiente. LUCE: tenue, quasi irreale, la luce arriva è in direzione della donna da in basso a destra e riusciamo a capirlo grazie alle ombre delle gambe. VOLUME: realistico, non percepisco le figure in modo piatto. SPAZIO, COMPOSIZIONE: simmetrica in tutte gli elementi che la compongono, il gruppo dei personaggi simmetrici rispetto al centro e il tempietto rispetto al paesaggio. Il pavimento disegnato in modo alternato posta l’occhio dello spettatore verso il centro del quadro (lo sposalizio) e salendo verso il tempietto. La porta centrale del tempio è aperta per dare l’illusione della continuità d uno spazio verso l’infinito, permette di mostrare il cielo e amplifica il respiro dell’opera , esprime la piena armonia tra architettura e mondo naturale. LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE di Raffaello Sanzio Genere: scena sacra
  • 18. PINACOTECA DI BRERA - MILANO RAFFAELLO SANZIO BIOGRAFIA Si formò tra il 1491 e il 1494 nella bottega del padre, il pittore Giovanni Santi, attivo per la corte dei Montefeltro. Una delle primissime opere fu l’affresco raffigurante la Vergine in casa Santi. Dopo la morte di Giovanni (1494), Raffaello entrò in contatto con Perugino, da cui derivò il suo stile iniziale e con cui rimase in contatto fino al 1498. In questi anni probabilmente intervenne nel ciclo di affreschi della Sala del Cambio a Perugia. Ad inizio ‘500 era già tra gli artisti più richiesti in tutta l’Umbria. Nel 1504 dipinse il celebre Sposalizio della Vergine (Milano, Pinacoteca di Brera) e nello stesso anno si trasferì a Firenze, dove dipinse per lo più opere di devozione privata, come la Madonna del Cardellino e la Madonna del Belvedere. Nel 1508 Giulio II lo chiamò a Roma, dove rimase fino alla morte, creando i massimi capolavori tra cui le Stanze Vaticane (Segnatura, Eliodoro, Incendio di Borgo, Costantino) e la Loggia di Psiche alla Farnesina. Divenne anche architetto della Fabbrica di San Pietro e progettò la Cappella Chigi in Santa Maria del Popolo e Villa Madama. Morì nel 1520, lasciando una fiorentissima bottega attiva sul territorio, la cui diaspora conseguente al Sacco di Roma nel 1527, porterà il raffaellismo in tutta Italia.
  • 19. PINACOTECA DI BRERA - MILANO RAFFAELLO SANZIO DESCRIZIONE SOGGETTIVA: MORISCO Carolina: mi ha colpita questo quadro perché è stata Maria a chiedere la mano di Giuseppe. CUPI Giorgia: mi ha colpita la forma del quadro e la porta centrale del tempio che è aperta per dare l’illusione della continuità di uno spazio verso l’infinito. MINELLI Annamaria In questo quadro mi è piaciuta la scelta dell’artista nella scelta dei colori, soprattutto dei costumi. Ho apprezzato la profondità e il contrasto tra luci e ombre di ogni singolo oggetto dell’opera. Avrei fatto spiccare un po’ più il paesaggio in lontananza, ma mi da comunque armonia alla vista con il resto dell’opera. L’ambiente mi da serenità e tranquillità, ma non riesco a percepire gioia tra i due spasimanti. Il tempietto ha una sua armonia e ho anche apprezzato la scelta dell’artista nell’utilizzare come “cornice” del dipinto una volta, visto che già questa figura viene accennata nel tempietto. La piazza è in prospettiva e riesco a sentirmi partecipe della scena, grazie alle figure in primo piano che hanno i piedi rivolti verso di noi e con essi anche un po’ la postura, con la strada che si apre davanti a noi riesco a sentirmi un tutt’uno con esso. BENHAOUA Faiza Questo quadro mi piace molto perché è prestigioso. Mi piacciono tanto i colori perché sembrano veri. Essendo il dipinto in prospettiva sembra di essere nel quadro.
  • 23. La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi) Insegnarel’arteconesercizidifotografiaMINELLIAAnnamaria PROSPETTIVA TEMPIETTO
  • 25. SOGGETTO: Cristo morto steso sulla pietra dell’unzione, coperto da metà con un lenzuolo. Al suo fianco Maria e Giovanni che si asciugano le lacrime. Maria Maddalena è nascosta nell’ombra SIGNIFICATO: la vista di scorcio produce una visione nuova, realistica di un fatto sacro, intensa e suggestiva. I dettagli molto realistici dei volti di Cristo e di Maria e Giovanni in pianto esprimono l’aspetto umano, un pensiero nuovo del Rinascimento. LINGUAGGIO: LINEA: linea forte, linea di contorno dettagliata, realistica da sembrare quasi materiale. Il lenzuolo sembra di marmo. COLORE: colore freddo, tutto sulle tonali di terra. Colore tonale , le diverse gradazioni danno corpo alle immagini rappresentate LUCE: luce molto forte proveniente da destra che crea forti chiaroscuri definendo le forme dei corpi VOLUME: pur essendo un dipinto, grazie alla luce chiaroscurata e alla linea forte , il dipinto ha un notevole volume SPAZIO, COMPOSIZIONE: spazio sembra dilatato frontalmente grazie alla prospettiva di scorcio, la composizione è in prospettiva centrale e perfettamente simmetrica. ▪ AUTORE: ANDREA MANTEGNA ▪ TITOLO: Compianto di Cristo morto ▪ DATA: 1475-78 ▪ TECNICA: tempera su tela 4 PINACOTECA DI BRERA - MILANO COMPIANTO SUL CRISTO MORTO di Andrea Mantegna STILE: Primo Rinascimento 1400, Firenze Genere: scena sacra, compianto
  • 26. PINACOTECA DI BRERA - MILANO ANDREA MANTEGNA BIOGRAFIA: Si formò nella bottega padovana dello Squarcione, dove maturò il gusto per la citazione archeologica; venne a contatto con le novità dei toscani di passaggio in città quali Filippo Lippi, Paolo Uccello, Andrea del Castagno e, soprattutto, Donatello, dai quali imparò una precisa applicazione della prospettiva. Mantegna si distinse infatti per la perfetta impaginazione spaziale, il gusto per il disegno nettamente delineato e per la forma monumentale delle figure. In questo periodo l'attività di Mantegna fu densa di incombenze derivanti dal servizio di corte (miniature, arazzi, oreficerie e cassoni, che spesso erano creati su suo disegno), a cui vanno aggiunte le decorazioni derivanti dalla smania edilizia dei Gonzaga, dove il maestro doveva sorvegliare numerose maestranze. Tra i pochi dipinti pervenutici di questo periodo, alcuni collocano il celebre Cristo morto (Milano, Pinacoteca di Brera), le cui datazioni proposte oscillano però nel complesso tra la fine del periodo padovano e il 1501 e poi, quindi un periodo amplissimo. DESCRIZIONE SOGGETTIVA: DI MARZO Giusi: Ho scelto questo quadro perché mi ha impressionato subito l’uso della prospettiva di scorcio che Mantegna usa. Un’altra aspetto è il pianto di Maria e Giovanni e Maddalena disperati per il dolore della sua morte. CATRINI Alessandro: Questo quadro a mi trasmette un senso di fatalità. Mi ha colpito molto il gioco di prospettiva di scorcio molto accentuata. Mi piace la realisticità dei fori sulle mani e sui piedi e la rappresentazione di Maria, che sebbene sia in secondo piano, risalta particolarmente.
  • 29. SOGGETTO: il popolo e i Magi vanno a visitare Gesù nato SIGNIFICATO: alla rappresentazione del mondo ferrarese, come il paesaggio aspro e fatto di rupi scoscese e l’interesse per l’antico, Lorenzo Costa associa i profili aggraziati e delicati tipici della pittura Perugina, a cui l’artista si è avvicinato in quegli anni. Vuole trasmettere la normalità di un momento di grande importanza spirituale. AUTORE: Lorenzo Costa, il vecchio TITOLO: Adorazione dei Magi DATA: 1499 (1505 - 1506) TECNICA: Tempera su tavola DIMENSIONE: 75*81 cm 5 PINACOTECA DI BRERA - MILANO L'ADORAZIONE DEI MAGI di L. Costa LINGUAGGIO: LINEA: le linee di contorno che divide i soggetti dallo sfondo, sono linee curve e nette, aiutano a distinguere i personaggi nella folla della composizione COLORE: i colori prevalentemente caldi, creano una atmosfera calda e accogliente, pochi sono gli abiti che hanno colori freddi. LUCE: arriva da destra alle spalle delle persone (le parti in luce sono rese con punti oro cosi da creano una composizione di profondità) la parte centrale compreso il paesaggio sullo sfondo sembra la parte più illuminata. SPAZIO, COMPOSIZIONE: è molto aperto ma composto e pur nella pienezza della composizione non ci sono zone di confusione, la composizione è equilibrata, le colline sembrano speculari, la composizione non verte sul soggetto principale. STILE: Rinascimento maturo, 1500 Scuola ferrarese Genere scena sacra
  • 30. DESCRIZIONE SOGGETTIVA: LAVEZZARI Alessandro: Secondo me questo quadro, mi trasmette felicità, per la scena che i magi e il popolo stanno facendo i regali a cristo e alla sua famiglia. Secondo me ci stanno bene i colori caldi. ZECCHIN Alez: Il quadro mi trasmette calore per il suo uso dei colori, tranquillità perchè non è un immagine in cui i soggetti sembrano si muovano velocemente. Mi trasmette felicità per la situazione di gioia per la nascita di Gesù. PINACOTECA DI BRERA - MILANO LORENZO COSTA BIOGRAFIA Lorenzo costa, detto il Vecchio, nasca a Ferrara nel 1460 e muore a Mantova nel 1535. E’ stato un pittore italiano noto per aver dipinto "L'altare della Madonna in trono". Fu il padre del pittore Ippolito Costa e nonno di Lorenzo Costa il Giovane . Si trasferì nel 1483 a Bologna, testimoniando con ciò l'esaurimento della scuola ferrarese e la contemporanea ascesa di Bologna come centro artistico. Sviluppò la gran parte del suo lavoro, sotto l'influenza di Ercole de' Roberti.
  • 34. SOGGETTO: Gruppo di passanti che ascolta la predica di San Marco piazza della città. SIGNIFICATO: Giovanni Bellini, muovendo e animando i personaggi, alleggerisce il rigore ordinato dell’affresco dando alla storia nel complesso una dimensione più umana e moderna. STILE: Rinascimento (1400-1500) GENERE: Scena storica-allegorica LINGUAGGIO: LINEA: Ha una linea netta che mi permette di capire meglio gli elementi raffigurati e ha un tratto molto pulito. COLORE: palazzi color ocra in stile mediorientale di cui se ne sentono i forti odori speziati creando un’atmosfera morbida LUCE: Luminose facciate che non creano contrasti di ombre, luce diffusa SPAZIO,COMPOSIZIONE: La storia e il narratore si trovano entrambi nello spaziodi quasi 30 mq, gigantesco nonostante la riduzione delle dimensioni che tronca le torri, i minareti e gli edifici dello sfondo. La prospettiva delle facciate dei palazzi portano ad osservare la cattedrale di sfondo in stile arabo. Gli elementi non sono tutti raccordati a un medesimo punto di fuga, questo si vede chiaramente nel campanile a destra della cattedrale, che sembra ripreso da “sott’in su”. ▪ AUTORE: Gentile Bellini e Giovanni Bellini ▪ TITOLO: Predica di San Marco ad Alessandria d’Egitto ▪ DATA:1504-1507 ▪ TECNICA: Pittura ad olio su tela 6 PINACOTECA DI BRERA - MILANO PREDICAZIONE DI SAN MARCO di Giovanni e Gentile Bellini
  • 35. Giovanni Bellini: nato a Venezia nel 1433 circa e morto il 26 novembre 1516 sempre a Venezia. È stato un pittore italiano cittadino della Repubblica di Venezia, tra i più celebri artisti del rinascimento, noto anche con il nome di Giambellino o come Zuane Belin in veneto. Lavorò ininterrottamente per ben sessant’anni, utilizzando come punto di riferimento la pittura veneziana, dalla tradizione bizantina ai modi padovani insegnati da Andrea Mantegna, dalle lezioni di Piero della Francesca, Antonella da Messina e Albrecht Durer, fino al tonalismo di Giorgione. Tra le opere più importanti ci sono Festino degli dei(1514), Orazio nell’orto(1465). PINACOTECA DI BRERA - MILANO BIOGRAFIA Descrizione soggettiva Gentile Bellini: nacque a (Venezia nel 1429 e morì il 23 febbraio 1507) è stato un pittore e e medaglista italiano cittadino della repubblica di Venezia Figlio maggiore di Jacopo e fratello di Giovanni, dopo le prime opere, influenzate dallo stile di suino e di Mantegna, abbandonò il modo di costruire le figure con il rilievo plastico, preferendo costruirle con linee del contorno incise, tanto da creare figure appiattite in superficie con i colori che si incastonano in esse; grazie a questo stile, che produceva effetti di oggettività “cristallizzata” divenne il maggior ritrattista dell’aristocrazia veneziana. BORRONI Alessio: questa pittura ad olio su tela mi trasmette una sensazione di spazio ma di confusione allo stesso tempo, mi piace perché gli elementi raffigurati si distinguono bene. BRICHESE Manuel: di quest’opera mi piace molto la Basilicata e i colori con cui è stato dipinto il quadro che mi trasmettono calore con anche qualche punta di colori più accesi dati dagli abiti dei presenti. GIOVANNI E GENTILE BELLINI
  • 36. La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi) Insegnarel’arteconesercizidifotografiaBRICHESEManuel colonne Africa
  • 37. SOGGETTO: Madonna con Bambino, due angeli musicanti e i santi: San Pietro, San Domenico di Guzman, San Paolo e San Girolamo. SIGNIFICATO: Maria sta mandando una benedizione agli angeli sottostanti, dove dietro si può vedere Venezia, in particolare la basilica domenicana di San Zanipolo, che era l’ideale casa madre di tutti i domenicani delle aree della Serenissima. I Serafini in volo invece, citano la pala dell’Assunta di Tiziano. ▪ AUTORE Giovanni Gerolamo Savoldo ▪ TITOLO Pala di San Domenico di Pesaro ▪ DATA 1524 - 1526 ▪ TECNICA Olio su tavola LINGUAGGIO: LINEA: Linee morbide senza linee di contorno COLORE: Utilizzo di contrasti tra colori caldi e freddi per LUCE: Artificiale proveniente da dietro la figura della Madonna, dietro i Santi luce naturale proveniente dalla laguna di Venezia SPAZIO, COMPOSIZIONE: Abbiamo le figure dei santi che sono fuori misura, e sullo sfondo Venezia dalla vista delle nuove fondamenta in modo da far emergere la basilica di San Zanipolo. Nella metà inferiore abbiamo una luce naturale mentre in quella superiore troviamo una nube luminosa alle spalle di Maria. Accanto ci sono dei serafini in volo. PALA DI SAN DOMENICO DI PESARO di G. Savoldo7 PINACOTECA DI BRERA - MILANO genere: scena sacra STILE: Rinascimento Maturo 1500, Roma e Venezia
  • 38. GIOVANNI GEROLAMO SAVOLDO BIOGRAFIA Nato a Brescia nel 1480, è stato un pittore italiano residente e attivo soprattutto a Venezia. Era considerato uno dei tre grandi maestri del primo Rinascimento Bresciano. Nel 1521 si trasferisce a Venezia, dai qui risente subito della pittura di Giorgione e di Tiziano e dalle opere fiamminghe. Nel corso degli anni 30 cominciò a dipingere paesaggi notturni di Milano, mentre negli ultimi anni di vita dipinse quadri più intimi e raccolti, dove il naturalismo e le invenzioni di luce saranno d’ispirazione per Caravaggio. PINACOTECA DI BRERA - MILANO Maria Maddalena Tobiolo e l’angelo Trasfigurazione di Cristo OPERE: -Elia nutrito da un corvo -Pietà nel sepolcro -Tormento di sant’Antonio -Tentazione di san Girolamo -Pala di San Domenico di Pesaro -Pastore -Cristo morto con Giuseppe d’arimatea -Tobiolo e l’angelo -Ritratto di un uomo in aratura -Trasfigurazione di Cristo -Maria Maddalena DESCRIZIONE SOGGETIVA: SURACI Letizia: Mi hanno colpito particolarmente i colori e le dimensioni del dipinto, mi ha trasmesso la forte venerazione della Madonna che in passato avevano per lei. MASOERO Martina: Mi sono piaciuti i contrasti tra i colori e l’effetto realistico delle nuvole. Ritratto giovane con flauto Adorazione dei pastori
  • 40. 8 PINACOTECA DI BRERA - MILANO LINGUAGGIO: LINEA: Le linee sono morbide ma allo stesso tempo ben definite così da poter distinguere chiaramente gli spazi e le forme presenti nell’opera. COLORE: Ha colori caldi e opachi poco contrastati tale da creare un’unica scena quando, invece, sono più momenti della sua storia. L’unico contrasto è dato dall’angelo vestito di abiti rosa e azzurro con forti chiari scuri. LUCE: La luce sembra provenire dalla direzione da sinistra senza creare forti contrasti. Solo Santa Caterina viene illuminata per dare così centralità. SPAZIO, COMPOSIZIONE: L’affresco è suddiviso in quattro momenti della sua storia, quali il martirio di Santa Caterina, gli uomini che assistono da vicino, le donne che osservano dall’alto e l’angelo che vola in soccorso di Caterina brandendo una spada. Tutti guardano verso il centro creando una composizione simmetrica. L’angelo è l’unico elemento dinamico. MARTIRIO DI S. CATERINA di Gaudenzio Ferrari AUTORE: Gaudenzio Ferrari TITOLO: Martirio di Santa Caterina DATA: 1540-1543 TECNICA: Olio su tela genere: scena sacra STILE: Rinascimento Maturo 1500, Roma e Venezia SOGGETTO: Esecuzione di Santa Caterina da parte di alcuni uomini e il soccorso dell’angelo. SIGNIFICATO: Racconta la storia del martirio di Santa Caterina senza evidenziarne la drammaticità.
  • 41. PINACOTECA DI BRERA - MILANO OPERE: - Crocifissione, tempera e olio su tavola, 1498. -Affreschi staccati provenienti dalla cappella della Dormitio Virginis al sacro monte, 1493- 95. -Crocifisso ligneo, legno dipinto e dorato, 1496-97. -Madonna dormiente, legno scolpito e dipinto, 1498. -Deposizione, tempera su carta incollata su tela e riportata su tavola, 1502-03. -Polittico di sant’Anna, diviso tra quattro tavole, 1508. -Statue lignee Sacro monte di Varallo, 1505-10. -Polittico della Collegiata di Santa Maria da Roma, 1511. GAUDENZIO FERRARI BIOGRAFIA: Nasce a Valduggia tra il 1475-1480 e muore a Milano nel1546. Fu uno dei massimi esponenti dell’arte italiana del XVI secolo nel campo della pittura e della scultura. Fu allievo di Stefano Scotto (Milano), ma il suo apprendistato più fertile si realizzò nella sua Varallo tra le pareti della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano. Il suo esordio artistico avvenne tra il nuovo e il vecchio secolo. Sara Ferro: Guardando quest’opera, provo un miscuglio di emozioni che variano dall’angoscia (provocata dallo strumento di tortura e dagli uomini minacciosi disposti ad uccidere Caterina) alla speranza (causata dall’espressione appunto speranzosa della donna e dall’angelo che le vuole salvare la vita rispondendo così alle sue preghiere). Aurora Ferramonti: L’opera, nonostante i colori forti e caldi, richiama alla nostalgia e lascia della suspense: l’angelo è riuscito a salvare la donna o è arrivato troppo tardi? Lo spavento e la paura dei presenti contagia anche me facendomi sentire quasi terrorizzata dalla spada brandita dall’angelo. Allo stesso tempo, la pace della donna che sta per essere uccisa e rimane fedele alla sua religione, mi infonde una lieve sensazione di serenità. DESCRIZIONE SOGGETTIVA:
  • 43. La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi) Insegnarel’arteconesercizidifotografiaFERROSara Abiti rinascimentali elmo
  • 44. SOGGETTO: rappresentazione della madonna col bambino con attorno frati, santi e Santa Caterina. SIGNIFICATO: Nonostante l’artista rappresenti la Madonna con il figlio piccolo in braccio al centro dell’opera illuminati da una luce. Il centro dell’interesse è Santa Caterina venerata dai Santi ai lati che rivolgono verso di lei lo sguardo. STILE: Manierismo, 1530 GENERE: Scena sacra AUTORE: Giulio Campi TITOLO:Madonna con figlio e santi DATA:1530 MATERIALE: Dipinto su tela 9 PINACOTECA DI BRERA - MILANO LINGUAGGIO: LINEA: linee a tratti sottili nello sfondo e a tratti marcati nelle vesti per vedere le ombre, molto precisa e dettagliata che fa risaltare ogni personaggio COLORE: è presente un accostamento di colori caldi e accesi nella parte della Madonna, nella santa Caterina nella parte dei santi colori freddi e scuri . Colori molto contrastati, creano un atmosfera serena LUCE: la luce è proveniente dall’alto e illumina gran parte del dipinto creando parti più scure e ombreggiate molto risaltate, l’aureola della madonna crea una zona illuminata per metterla in evidenza. SPAZIO,COMPOSIZIONE: La figura della Madonna è centrata nel dipinto, illuminata da una luce frontale molto forte, ai lati della madonna ci sono i santi Francesco, Pietro e Caterina che con essa formano una forma triangolare equilibrata. Lo sguardo dei frati è però rivolto alla santa che guarda verso lo spettatore. MADONNA CON FIGLI E SANTI di Giulio Campi
  • 45. BIOGRAFIA: Non è nota la data di nascita del pittore, che si considera nato nei primi anni del Cinquecento. Giulio era figlio del pittore Galeazzo Campi e insieme ai fratelli minori, Vincenzo e Antonio, fu tra i maggiori rappresentanti del manierismo lombardo.Le opere più antiche sono La Vergine in trono e i ss. Nazaro e Celso, dipinta per SS. Nazaro e Celso,e ora in S. Abbondio a Cremona del 1527, e la pala e il ciclo di affreschi eseguiti per S. Maria delle Grazie a Soncino voluta dai marchesi Stampa di Soncino. Seguì a Cremona la decorazione ad affresco del coro della chiesa di S. Agata in Cremona, con quattro Storie si s. Agata datate 1537, mentre nella stessa città ottenne nel 1536 la prestigiosa commissione per la pala dell’altare maggiore e gli affreschi del transetto della chiesa di San Sigismondo nell’abbazia dei gerolamini, finanziati dal Duca di Milano.L’opera di maggiore impegno della sua maturità fu la ricostruzione della chiesa delle SS. Pelagia e Margherita su incarico del priore Girolamo Vida nel 1547. Qui il Campi si espresse come architetto, pittore e scultore. PINACOTECA DI BRERA - MILANO GIULIO CAMPI DESCRIZIONE SOGGETTIVA: KOLODZIEJ Gabriela: Osservando il quadro ho provato tristezza e malinconia perché i colori pur essendo accesi sono scuri. GUZZETTI Lorenzo: In questo dipinto vedo una netta importanza data alla vergine col bambino poiché è posta al centro e più in alto rispetto agli altri santi raffigurati, inoltre i colori utilizzati sono molto contrastanti. Le linee sono morbide e a tratti marcate. Anche gli angeli posti come sfondo oltre al paesaggio sono molto dettagliati anche se sfumati, poi soprattutto la luce in alto da soprattutto l’impressione che illumini tutto il quadro.
  • 47. La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi) Insegnarel’arteconesercizidifotografiaKOLODZIEJGabriela Rosa Lettera Nuvole
  • 48. La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi) Insegnarel’arteconesercizidifotografiaGUZZETTILorenzo Colori contrastanti Sguardi evanescenti piramide
  • 49. SOGGETTO: Il quadro rappresenta una donna seduta impegnata a sistemare i cestini di frutta posizionati davanti a lei mettendoli in bella mostra SIGNIFICATO: Il quadro rappresenta la ricchezza della natura nella sua bellezza e il lavoro della la popolazione in una scena di vita, la bellezza è espressa anche dalla grazia della figura femminile. AUTORE Vincenzo Campi TITOLO La Fruttivendola DATA 1580 TECNICA Olio su tela 10 PINACOTECA DI BRERA - MILANO LA FRUTTIVENDOLA di Vincenzo Campi GENERE: Scena di genere, natura morta STILE: Tardo Rinascimento, metà del 1500 Roma e Firenze LINGUAGGIO: LINEA: Le linee sono morbide ma allo stesso tempo ben definite così da poter distinguere chiaramente gli spazi e le forme presenti nell’opera. COLORE: Ha colori accesi senza creare forti contrasti per creare una vero somiglianza dei soggetti senza creare forti ombre, l’atmosfera è calda. Tenue il paesaggio di sfondo LUCE: La luce sembra provenire dalla direzione da sinistra senza creare forti contrasti. Atmosfera morbida e naturale SPAZIO, COMPOSIZIONE: il quadro presenta cesti di frutta con una donna posizionata l centro, la composizione è piena ma ben distribuita. sullo sfondo personaggi al lavoro che completano la scena contrastata dal paesaggio tenue.
  • 50. AUTORE: Carlo Dolci TITOLO: Davide con la testa di Golia DATA: 1670 MATERIALE: Olio su tela LINGUAGGIO: LINEA: La linea è decisa, precisa. Grazie a queste linee si nota la tridimensionalità di Davide, rispetto allo sfondo. COLORE: I colori sono freddi e cupi, tranne il vestito di Davide che è rosso per ricordare il colore del sangue LUCE: esalta alcune zone del braccio e del volto di Davide lasciando molto in ombra la testa di Golia, lo sfondo è molo scuro. VOLUME: Il volume marcato rispetto allo sfondo. SPAZIO/COMPOSIZIONE: lo spazio è dinamico, ci sono due linee decise, una è al centro per accentrare Davide. l’altra è obliqua e va dalla spada fino alla testa di Golia. Davide con la testa di Golia di Carlo Dolci11 PINACOTECA DI BRERA - MILANO SIGNIFICATO: Il significato di questa opera è prevalentemente la vittoria di Davide contro il Golia, mostra appieno la forza umana vittoriosa su tutto e tutti.
  • 51. PINACOTECA DI BRERA - MILANO CARLO DOLCI BIOGRAFIA: Carlo Dolci (Firenze, 1616 – Firenze, 1686) è stato un pittore italiano. Era dotato di grande tecnica, fu il maggior pittore fiorentino del Seicento e godette di una fama straordinaria fino all'Ottocento. Le sue opere principali sono : La Sacra Famiglia con Dio Padre e lo Spirito Santo, Santa Cecilia, Madonna col bambino, Natura morta con fiori, Mater Dolorosa ecc… DESCRIZIONE SOGGETTIVA: MOHAMMAD Sabor: Ho scelto questo quadro perché, a mio parere, era unico nel suo genere, nel senso, che non ho visto altri quadri che trattavano questo tema . Mi hanno colpito subito i colori freddi del quadro, un uomo giovane che impugna una spada ecc… sono tutti particolari che mi piacciono molto. Molto bello il quadro, mi ha trasmesso tante emozioni come la serietà, la freddezza, la fierezza ma anche un po' di tristezza. SICLARI Alessandro: Ho scelto questo quadro perché è un quadro con i colori freddi. Mi sono piaciute molto le linee di contorno molto definite e la testa di Golia sproporzionata.
  • 54. SOGGETTO: Il dipinto rappresenta un tavolo da cucina con posizionati sopra degli animali appena cacciati, formaggi e biscotti. SIGNIFICATO: la natura morta è un genere nato nel 600 e indica la presenza di vita ma anche la sua caducità, inoltre diventa segno di produttività LINGUAGGIO: LINEA: E’ caratterizzato da una grande presenza di linee curve, per esempio gli animali e le brocche, affiancate da linee spezzate come il tavolo, la quale è la linea forte di quest’ opera. Le linee nette aiutano aleggere gli oggetti sovrapposti a delimitare i contorni. COLORE: Presenza di colori prevalentemente caldi, ad eccezione del bianco per gli uccelli in primo piano, utilizzato molto il colore tonale che aumnta il senso realistico della rappresentazione LUCE: La fonte parte da sinistra circa alla metà del quadro leggermente di fronte al tavolo. Il forte chiaroscura evidenzia gli oggetti e crea un forte realismo SPAZIO, COMPOSIZIONE: composizione ricca e ordinata, quasi schematica, sono evidenti piani orizzontali su cui sono disposti gli oggetti. Le zampe scendendo dal tavolo in primo piano creano contatto con l’esterno.  AUTORE: EVARISTO BASCHENIS  TITOLO: NATURA MORTA DI CUCINA  DATA: 1670 CIRCA  TECNICA: OLIO SU TELA 12 PINACOTECA DI BRERA - MILANO NATURA MORTA IN CUCINA di E. BASHENIS STILE: Barocco, 600 metà del 700 Genere : natura morta
  • 55.  AUTORE: EVARISTO BASCHENIS  TITOLO: NATURA MORTA DI CUCINA  DATA: 1670 CIRCA  TECNICA: OLIO SU TELA PINACOTECA DI BRERA - MILANO EVARISTO BASHENIS BIOGRAFIA: La figura di Baschenis, uno dei maggiori pittori italiani del Seicento nonché l'ideatore della natura morta di soggetto musicale, è rimasta avvolta in un alone di mistero fino a quando Piero Capuani accertò, attraverso il ritrovamento dell'atto di battesimo nel registro parrocchiale della Basilica di Sant'Alessandro in Colonna a Bergamo, la sua data di nascita. Particolarmente rilevanti anche le documentazioni relative ai contatti nazionali e internazionali del pittore, i suoi ripetuti soggiorni a Roma, Venezia e Milano, l'alunnato (1639-1642) presso il pittore cremasco Gian Giacomo Barbelli (giusta il contratto di apprendistato rinvenuto da Marino Paganini). OPERE - Strumenti musicali - Natura morta con strumenti musicali - Still life with musical instruments - Still life with earth globe and map of italy DESCRIZIONE SOGGETTIVA: VALENSISE Andrea: questo quadro trasmette compassione. Mi ha colpito molto l’accuratezza con cui è stato dipinto il tavolo, infatti sembra legno vero. Non è solo il tavolo ad essere realistico ma tutto il quadro. Mi ha colpito molto inoltre la realisticità degli elementi. VANZETTO Leonardo: quest’ opera mi trasmette tranquillità e anche una sensazione di silenzio, dovuto all’assenza di movimento. Inoltre mi ha colpito la precisione con cui sono stati realizzati gli animali privi di vita.
  • 56. FINE500-600-Naturamorta MOHAMMED - SICLARI - VALENSISE - VANZETTO, 3L
  • 59. SOGGETTO: Rappresentazione del ponte Emilio crollato e i viaggiatori che attraversano il fiume in barca. Ci sono sullo sfondo abitazioni e in primo piano resti di architettura antica. SIGNIFICATO: rappresenta una giornata di vita quotidiana dopo la caduta del ponte, ci mostra come le persone per attraversare il fiume si adattano con l’utilizzo di una barca. STILE: Settecento GENERE: paesaggio, capriccio LINGUAGGIO: LINEA: sono composte da superfici levigate e ben definite lo stesso vale per i contorni che creano contrasto netti COLORE: è tendenzialmente caldo, con le vesti dei viaggiatori più brillanti (rossi e azzurri). Il ponte e la città in secondo piano invece risultano più freddi e meno definiti, con colori sbiaditi. LUCE: è rappresentata prevalentemente dal cielo che con un colore rosa-arancio dona al paesaggio un’atmosfera calda e serena mentre nella parte inferiore vi è un grande stacco con colori più vividi SPAZIO: è presente uno spazio ordinato e facilmente misurabile con una via di fuga verso l’orizzonte, forte le linee prospettiche che danno dinamismo alla rappresentazione ▪ AUTORE: Luca Carlevarijs ▪ TITOLO: Capriccio con il ponte rotto ▪ DATA: 1714 ca. ▪ TECNICA: Olio su tela CAPRICCIO CON IL PONTE ROTTO di L. Carlevarijs13 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
  • 60. PINACOTECA DI BRERA - MILANO LUCA CARLEVARIJS BIOGRAFIA Nascita: 20 gennaio 1663, Udine Decesso: 12 febbraio 1730, Venezia Luca Carlevarijs è stato un pittore italiano cittadino della Repubblica di Venezia. Fu influenzato da Gaspar van Wittel ed è considerato il precursore del Canaletto e degli altri vedutisti veneziani. Luca Carlevarijs realizzò incisioni con vedute di Venezia. Nelle sue acqueforti le linee sono nervose e fluide. Opere: •Capriccio sul ponte rotto, •Regatta sul canale grande, •Veduta di piazza San Marco, •Capriccio con scene di vita in una città portuale. DESCRIZIONE SOGGETTIVA ROMAN Riccardo: questo quadro mi trasmette una sensazione di libertà, probabilmente a causa del cielo che sembra sconfinato e trasmette serenità ma anche a causa del ponte che essendo appunto rotto “rompe” i confini. NARDELLA Kevin: questo quadro per me esprime un senso di tranquillità, più lo guardo più mi tranquillizza e il cielo nonostante non sia al massimo splendore illumina il tutto.
  • 64. SOGGETTO: Rappresentazione del bacino di San Marco, il canale e le architetture di Venezia. SIGNIFICATO: L’artista ci rappresenta la città con una luce brillante quasi senza tempo e ci nasconde di proposito la veduta del bacino di San Marco, ci vuole trasmettere che la città di Venezia vive in atmosfera di tranquillità e ricchezza dato dalla gente che lavora sulle gondole. STILE: Vedutismo, 1700 LINGUAGGIO LINEA: Il pittore usa una linea sottile ben definita di contorno per definire in modo perfetto i vari elementi rappresentati. Canaletto usa la camera ottica per tracciare bene le linee prospettiche degli edifici. COLORE: il dipinto è caratterizzato da colori freddi in una atmosfera morbida e omogenea LUCE: è morbida, data dal sole che è assente nel quadro e lo percepiamo dalle ombre sull’acqua e dal riflesso brillante dei palazzi, che non crea grandi contrasti SPAZIO, COMPOSIZIONE: Lo spazio ci da una percezione profondità perché il punto prospettico è molto lontano dal primo piano, le gondole in primo piano sono disposte in modo sparso e danno una sensazione di dinamicità per posizione obliqua che attira lo sguardo su di esse. In terzo piano si vede la basilica di san Marco, davanti ad essa si vede bene il Palazzo Ducale, e il campanile della basilica di San Marco, in prospettiva dando la sensazione che il piano degli edifici continui anche fuori del quadro. AUTORE: ANTONIO CANAL, detto Canaletto TITOLO: veduta del bacino di San Marco DATA:1740/1745 TECNICA: Olio su tela 14 PINACOTECA DI BRERA - MILANO VEDUTA DEL BACINO DI S. MARCO di Antonio Canal Genere: veduta
  • 65. PINACOTECA DI BRERA - MILANO ANTONIO CANAL, IL CANALETTO BIOGRAFIA : Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto, fu il caposcuola dei vedutisti veneti del 700.La sua formazione avvenne al seguito del padre Bernardo, specializzato in pittura di fondali per il teatro. Intorno al 1719, trasferitosi a Roma, cominciò a dedicarsi alle vedute di paesaggio, ispirato dagli esempi di artisti come l'olandese Gaspar van Wittel e il friulano Luca Carlevarijs. pur essendo profondamente radicato nella cultura veneziana, lo portò ad ottenere il favore di un pubblico internazionale. Ebbe, infatti, tra i suoi committenti i reali del Liechtenstein e Joseph Smith, banchiere, mercante e poi console inglese a Venezia, personaggio decisivo per la sua carriera in quanto fu proprio questi ad introdurlo nell'ambiente dei ricchi e raffinati collezionisti inglesi. Intanto, anche in patria, il Canaletto aveva elevato il vedutismo ad una corrente di gusto rappresentativa dell’illuminismo europeo, al pari di quella pittura di storia e di figura che, fino ad allora, aveva dominato il panorama pittorico del tempo. Dal 1746 al 1756 egli soggiornò soprattutto a Londra. A questo periodo appartengono le vedute del Tamigi e della campagna inglese dipinte per l'alta aristocrazia locale. Dopo il decennio inglese, il ritorno definitivo a Venezia corrispose con la fase di declino della fortuna dell'artista. Egli dipinse ancora alcuni capolavori come due suggestivi e rari notturni o come la Fantasia architettonica eseguita per l’ormai anziano Joseph Smith e continuò a sperimentare, in una serie di piccole tele, effetti luministici e prospettici degli ambienti veneziani ma si andò anche progressivamente isolando dall'ambiente artistico e da quello mondano, fino alla morte che lo colse nel 1768, nella sua casa di San Lio. DESCRIZIONE SOGGETTIVA: IURASCU SERGIU: il quadro mi piace perché mi da la sensazione di serenità, e mi pulisce mentalmente guardandolo. Mi trasmette delle emozioni di soddisfazione per la precisione usata per dipingere DOSSENA JURI: Quest’opera mi piace abbastanza per vari motivi, i colori perché mi danno senso di felicità, di tranquillità di una giornata di sole. Mi piace l’architettura della chiesa del campanile che hanno un colore sfumato. Mi piace la riproduzione della realtà.
  • 67. 15 PINACOTECA DI BRERA - MILANOInsegnarel’arteconesercizidifotografiaIURASCUSergiu Molo Riflesso Cielo sereno
  • 69. SOGGETTO: Bambino con cesto sulla schiena e un altro pieno di uova sul braccio. SIGNIFICATO: L’opera rappresenta uno spaccato di quella che era la vita quotidiana di un popolano di quell’epoca nella sua grande dignità STILE: tardo barocco, 1700 AUTORE: Giacomo Ceruti TITOLO: Portarolo seduto con cesta a tracolla uova e pollame DATA: 1735 MATERIALE: Olio su tela LINGUAGGIO: LINEA: Sono morbide, naturali e ben definite dalle ombre. Il soggetto e ben delineato sullo sfondo COLORI: Ha colori caldi contrastati dal rosso intenso della cresta del gallo. Il giallo ocra predomina su tutta l’opera. LUCE: La luce è frontale e da origine a una forte ombra proiettata sul muro. E’ fredda da rendere quasi scolpita l’immagine dipinta. VOLUME: la luce rende molto morbidi i vestiti creando panneggio molto chiaroscurato da sembrare una scultura. SPAZIO, COMPOSIZIONE: Spazio delimitato dalla linea di fondo, dove si incontrano pavimento e parete. Composizione piena ma ben equilibrata. Portarolo seduto di Giacomo Ceruti15 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
  • 70. PINACOTECA DI BRERA - MILANO GIACOMO CERUTI (detto Pitocchietto) OPERE: Bambino con cesto sulla schiena e un altro pieno di uova sul braccio. Portarolo seduto su una cesta, Ritratto d’uomo, Natura morta con zucca, pere e noci, Natura morta con piatto di peltro, Gamberi, limone, ampolle di vetro, pane e bottiglia di vino BIOGRAFIA: Giacomo Antonio Melchiorre Ceruti, detto il Pitocchetto (Milano, 13 ottobre 1698 – Milano, 28 agosto 1767), è stato un pittore italiano, annoverato tra i più importanti esponenti del tardo barocco italiano. Nacque a Milano, probabilmente da quel Fabiano Ceruti che fu allievo di Cristoforo Agricola; fin dai primi anni venti del Settecento fu attivo a Brescia, città in cui si guadagnò il soprannome di «Pitocchetto» per il genere pittorico che aveva come soggetti principali i poveri, i reietti, i vagabondi, i contadini (i pitocchi, appunto), raffigurati in quadri a grande formato e ripresi con stile documentaristico e con uno spirito di umana empatia. Il suo percorso artistico è parte di quel filone della "pittura di realtà", che ha in Lombardia una tradizione secolare: prima di lui grandissimi artisti come Vincenzo Foppa, la scuola bresciana intorno a Moretto e Savoldo, Caravaggio, tutti avevano toccato l'argomento, ma nessuno prima del Ceruti seppe indagare con tanta spietata lucidità la verità quotidiana. Tra le opere che lo resero celebre la Lavandaia (1736 circa), e le molte nature morte. Intorno al 1785 dipinse il Ritratto di viandante ora conservato al Museo civico Amedeo Lia di La Spezia, il suo ciclo pittorico presso la Basilica di Santa Maria Assunta a Gandino.
  • 72. z SOGGETTO: Il quadro presenta l’ultimo abbraccio prima della partenza tra una donna e un patriota ansioso di partire. 16 PINACOTECA DI BRERA - MILANO LINGUAGGIO: LINEA: I due giovani sono caratterizzati dalle linee morbide delle vesti e dai contorni ben disegnati di quest’ultime che le ritagliano dallo sfondo. Nello sfondo invece (come per esempio per quanto riguarda i gradini) le linee sono molto più rettilinee e spigolose. COLORE: tonalità calde e in armonia tra loro. Il bianco-celeste della veste della donna si sposa con il bruno-rossiccio del mantello e con il rosso della calzamaglia dell’amato. Il pantalone rosso, la manica bianca e il cappuccio verde del ragazzo ci riportano a quella che è la bandiera italiana. LUCE: Sorgente di luce esterna alla scena che proviene da sinistra e investe i giovani esaltando il taglio delle vesti. E proiettando l'ombra sulle scale crea una zona di luce sulla parete di sfondo facendo risaltare il soggetto principale SPAZIO, COMPOSIZIONE: Il bacio che si scambiano i due protagonisti è al centro della scena. Seguendo le linee dateci dal vestito e dalla posizione dei due amanti la nostra attenzione si concentra appunto sul bacio. La composizione pur sembrando equilibrata è dinamica, perché gli abiti e le posizioni dei due corpi ci danno proprio il senso di movimento e soprattutto l’ombra che si proietta verso l’esterno. IL BACIO di Francesco Hayez AUTORE: Francesco Hayez TITOLO: Il Bacio DATA: 1859 TECNICA: Pittura ad olio su tela genere: scena storica SIGNIFICATO: simboleggia l’amore per la patria nella persona della sua dama. L’uomo deve essere pronto ad abbandonare la sua casa per l’amore per la patria. STILE: Romanticismo, prima metà dell’800
  • 73. FRANCESCO HAYEZPINACOTECA DI BRERA - MILANO BIOGRAFIA : Francesco Hayez nasce il 10 febbraio 1791 a Venezia, ultimo di cinque figli di una famiglia particolarmente povera, Francesco viene lasciato in affidamento a una zia benestante, moglie di un mercante d'arte genovese, Giovanni Binasco, proprietario di una galleria di quadri: è Binasco stesso a intuire il talento artistico del nipote. Dapprima lo introduce presso un restauratore, dopodiché, notando la sua abilità, riesce a farlo entrare nello studio di Francesco Maggiotto. E' qui che il giovane Hayez riceve una formazione classica basata su letture storiche e mitologiche. Comincia a frequentare la collezione di Palazzo Farsetti, che include un'esposizione di gessi derivati da statue classiche antiche: statue che permettono a Francesco di esercitarsi nel disegno, attraverso la copiatura dei modelli in gesso. Nel 1803, a soli dodici anni, l'artista veneziano frequenta il primo corso di nudo all'Accademia delle Belle Arti, e inizia a dipingere grazie agli insegnamenti di Lattanzio Querena. Ammesso ai corsi di pittura della Nuova Accademia istituitasi nel 1806, si avvicina alla pittura di genere storico, mentre tre anni più tardi ottiene una borsa di studio a Roma. Qui ha modo di entrare in contatto con Francesco Podesti e con il Canova. Abbandona la Città Santa dopo un'aggressione di cui rimane vittima, e si sposta a Napoli. Tre anni più tardi è a Milano dove presenta "Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri" all'Accademia Brera: un'opera di notevole impegno, ritenuta dagli esperti il manifesto di quel romanticismo storico che farà la sua fortuna. Dopo il "Ritratto di Alessandro Manzoni", Hayez riceve incarichi di rilievo, come gli affreschi di Palazzo Reale a Milano (nella Sala delle Cariatidi) realizzati nel 1837. Nominato, nel 1850, professore di pittura all'Accademia di Brera, non abbandona la produzione di nuove opere: gli ultimi anni della sua vita vedono la produzione, tra l'altro, de "Il bacio" (che diverrà il manifesto del Romanticismo italiano), "Il ritratto di Gioacchino Rossini", "Il Marin Falieri" e "La Finestra di Harem". Francesco Hayez muore il 21 dicembre 1882 a Milano.
  • 74. z PINACOTECA DI BRERA - MILANO Il Bacio di Francesco Hayez DESCRIZIONE SOGGETTIVA: SPEZIALE Vanessa: Il dipinto raffigura il momento di un bacio tra due giovani. Guardando il quadro noto che il giovane ha il piede sullo scalino e credo che il bacio rappresenti un addio tra i due. Osservando più attentamente noto i diversi colori degli abiti che mi ricordano quelli della bandiera italiana; mi fanno pensare che quindi all’interno del quadro non venga rappresentato solo l’amore per la dama ma anche quello per la propria patria. STILLONE Valentina: L’opera presenta un bacio tra un ragazzo e una ragazza. Vista la posizione dei due credo che questo sia un bacio dato all’ultimo momento. Penso che il ragazzo debba scappare per una battaglia o che magari si trovi in un posto in cui non dovrebbe essere. Mi sembra un bacio passionale vista la mano che lui appoggia sul viso della ragazza ma mi trasmette comunque un momento romantico. Secondo il mio punto di vista il quadro rappresenta alla perfezione il sentimento presente tra i due in quanto, attraverso un semplice bacio, mi fa provare la passione, il romanticismo e l’amore.
  • 75. SOGGETTO: La scena riprende Pietro Rossi che riceve l’invito a partecipare alla guerra e i suoi familiari che cercano di distoglierlo da questa idea, con scarsi risultati. SIGNIFICATO: In questo quadro Hayez vuole immortalare l’eroismo e il coraggio della scelta e della determinazione di Pietro Rossi che accetta l’invito a partecipare alla guerra contro gli Scaglieri. LINGUAGGIO: LINEA: molto netta e definita da creare immagini nitide rispetto lo sfondo COLORE: lo sfondo ha colori tenui e tendenti al grigio/marrone, mentre i soggetti e i loro abiti sono con colori accesi LUCE: la luce nel quadro è concentrata sulla figura di Pietro, in particolare sulla sua armatura che ne risalta la forza. Anche le due donne in primo piano sono illuminate per esaltare la forza della loro richiesta SPAZIO: i soggetti non sono perfettamente al centro dell’opera perché in questo modo il pittore riesce a far vedere la piazza e quindi il luogo in cui è ambientato il quadro. La composizione è comunque ben equilibrata AUTORE: Francesco Hayez TITOLO: Pietro Rossi DATA: 1818-1820 TECNICA: Olio su tela Pietro Rossi di Francesco Hayez17 PINACOTECA DI BRERA - MILANO genere: scena storica STILE: Romanticismo, inizio dell’800
  • 77. La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi) Insegnarel’arteconesercizidifotografia il bacio: l’azzurro: STILLONEVAlentina
  • 79. SOGGETTO: L’opera rappresenta una donna seduta su una poltrona verde maggio pallido. Il suo sguardo è volto verso il basso, e con entrambe le mani, in un gesto pudico copre il suo corpo nudo. La donna ha un incarnato pallido e i capelli legati in uno “chignon” basso, coperti da un velo color bianco avorio. SIGNIFICATO: La donna ritratta nel quadro ha un incarnato pallido e le gote leggermente rosate che le donano un aspetto di benessere, la bellezza assoluta, il preludio alla donna fatale AUTORE: Francesco Hayez TITOLO: Odalisca DATA: 1839 MATERIALE: Pittura ad olio LINGUAGGIO: LINEA: La donna è caratterizzata da linee curve, morbide e definite e questo mette in risalto i colori e le forme della donna e il contrasto dello sfondo. COLORE: I colori sono freddi, leggermente spenti. Il colore dello sfondo risulta molto in contrasto con il velo che ha sul capo e con la pelle chiara. LUCE: La luce centrale crea delle ombre che accentuano la morbidezza e le pieghe delle vesti. SPAZIO, COMPOSIZIONE: La donna si trova al centro del quadro. La composizione è statica ed equilibrata perchè la donna non da senso del movimento. ODALISCA di Francesco Hayez18 PINACOTECA DI BRERA - MILANO STILE: Romanticismo, inizio dell’800 genere: ritratto, nudo DESCRIZIONE SOGGETTIVA: FAZZINO Silvia: questo quadro mi fa star bene perché Il dipinto mi trasmette sensualità, femmilità, grazia e pacatezza , per la sua postura , il modo in cui copre il corpo nudo. I colori spenti invece mi trasmettono serenità, tranquillità. E apprezzo molto questa caratteristica. KAJA Sara: Quest'opera mi trasmette tranquillità ed armonia.
  • 81. La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi) Insegnarel’arteconesercizidifotografiaKAJASara postura copricapo
  • 82. Insegnarel’arteconesercizidifotografia Espressione malinconica Capelli legati in uno “chignon basso” FAZZINOSilvia
  • 83. SOGGETTO: il ritratto di Alessandro Manzoni in poltrona pensieroso SIGNIFICATO: In questo quadro Hayez vuole immortalare la serietà del personaggio AUTORE: Francesco Hayez TITOLO: Ritratto Alessandro Manzoni DATA: 1841 TECNICA: Olio su tela RITRATTO DI ALESSANDRO MANZONI di F. Hayez19 PINACOTECA DI BRERA - MILANO genere: ritratto STILE: Romanticismo, inizio dell’800 LINGUAGGIO: LINEA: la linea è definita ha una funzione chiave perché definisce i tratti fondamentali del disegno e separa in modo ben definito il personaggio dallo sfondo. COLORE: colori caldi e spenti con varie tonalità di nero e marrone che rendono l’immagine cupa ma allo stesso tempo dolce e tranquilla. LUCE: la luce è presente in modo diretto ed è frontale e ha una funzione molto importante perché mette in risalto lo sguardo di Manzoni. SPAZIO: La maggior parte dello spazio è occupato dal personaggio che ha le gambe accavalate e che non lascia trasparire emozioni COMPOSIZIONE: La composizione é ordinata in modo che il personaggio abbia una funzione principale. DESCRIZIONE SOGGETTIVA BOSSI Jacopo: per me il quadro trasmette una sensazione di pace e tranquillità MASCHERONI Riccardo: Il quadro in questione appena l’ho visto mi ha trasmesso molta malinconia e tristezza, sopratutto vedendo la faccia dello scrittore e dallo sguardo perso nel vuoto. AUTORE: Francesco Hayez TITOLO: Ritratto Alessandro Manzoni DATA: 1841 TECNICA: Olio su tela
  • 86. SOGGETTO: una donna di giovane età in una camera da letto con una ghirlanda di fiori in mano probabilmente costruita da lei. Alle sue spalle si può intravedere una bara del figlio con una candela in un ambiente povero di particolari. SIGNIFICATO: In questo quadro Molteni vuole trasmettere il dolore, la sofferenza e la malinconia che consegue la perdita di un figlio, lo si può notare dalla sua espressione sofferente e dalla sua postura. Il suo sguardo è rivolto verso l’alto come se cercasse delle spiegazioni per l’accaduto STILE: Romanticismo, prima metà dell’800 GENERE: ritratto, Scena di genere ▪ AUTORE: G. Molteni ▪ TITOLO: La derelitta (morte del bambino) ▪ DATA: 1845 ▪ TECNICA: olio su tela 20 PINACOTECA DI BRERA - MILANO LINGUAGGIO: LINEA:La linea all’interno di quest’opera è poco marcata, solo il contorno della donna è netto per farlo risaltare dallo sfondo COLORE: è steso in modo uniforme, colori tenui ad eccezione del vestito e dei fiori, tutto in una tonalità fredda LUCE: è rivolta verso il soggetto (sopratutto sul viso), non crea forti giochi d’ombra, non illumina uniformemente la stanza ma risulta forte sulla parete per far risaltare il soggetto principale. SPAZIO: è molto accentuato sopratutto nelle stoffe (vestito e lenzuola) COMPOSIZIONE: il soggetto è situato al centro dell’opera, la composizione è equilibrata. Lo sfondo presenta pochi dettagli per mettere in risalto la donna . c’è un’ombreggiatura tenue sulla parete, attorno al soggetto, che focalizza l’attenzione al centro dell’opera. LA DERELITTA (morte del bambino) di Giuseppe Molteni
  • 87. PINACOTECA DI BRERA - MILANO GIUSEPPE MOLTENI BIOGRAFIA: Giuseppe Molteni nasce nel 1800 a Milano. Si iscrive all’accademia di Brera nel 1815, prendendo corsi da Giuseppe Longhi. Dopo una serie di problemi economici è costretto però a lasciare l’accademia. Decide così di iniziare un lavoro legato all’arte, e che al contempo possa portarlo ad un guadagno sicuro. Decide così di andare a Bologna ad imparare l’arte del restauro pittorico da Giuseppe Guizzardi. In seguito torna a Milano e apre un suo studio. Guadagna subito successo a tal unto che pure il Louvre e il British Museum richiedono la sua consulenza. Sempre in questo periodo Molteni entra in contatto con i maggiori rappresentanti del romanticismo italiano, come Francesco Hayez. Inizia cosi anche un’attività da pittore, diventa un ritrattista molto conosciuto e conteso. Nel 1854 viene nominato conservatore della pinacoteca dell’accademia di Brera. Restaura una serie di opere di Gian Giacomo Soldi Pezzoli e diventa suo consulente per l’acquisto di dipinti antichi. Continua la sua carriera da ritrattista fino alla sua morte.
  • 88. PINACOTECA DI BRERA - MILANO Giuseppe Molteni DESCRIZIONE SOGGETTIVA VAGA Rossella: Trovo che sia un quadro molto espressivo, la postura, il viso, i colori tutto fa capire chiaramente quanto sia affranta e sconsolata questa giovane donna. Per quanto riguarda la sua storia penso che il titolo dica tutto, questa giovane ragazza ha perso un bambino e da qui si spiega la sua espressione, credo che Molteni abbia appositamente esagerato l’espressione e il contesto per enfatizzare l’emozione che voleva esprimere. PAVANELLO Silvia: Questo quadro mi trasmette malinconia, il viso segnato dalle lacrime e l’espressione rivolta verso l’alto mi fanno pensare al suo atteggiamento sconsolato. La bara e i fiori. LETTIERI Laura: osservando questo quadro ho avuto un impatto molto forte, come se stesse trasmettendo anche a me lo stesso dolore, ho provato compassione pensando allo strazio che una donna possa provare quando le muore il proprio figlio. ZUCCA Muriel: Appena ho visto questo quadro sono rimasta colpita dalla espressione straziante della donna, ho capito subito che la donna stava soffrendo per qualcosa e anche io mi sono subito sentita spaesata e addolorata. TESTON Alessia: Di questo dipinto mi ha affascinato subito l’espressione intensa della donna raffigurata. Dopo la ricerca effettuata ho capito che la sua espressione era riferita alla morte del figlio, secondo me trasmetteva anziché dolore, un senso di noia, svogliatezza e indolenza, sempre secondo il mio pensiero poteva utilizzare un’espressione diversa.
  • 91. La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi) Insegnarel’arteconesercizidifotografiaVAGARossella luce nel buio forbici la morte attraverso i fiori
  • 93. LETTIERILaura Fonte di luce Parete screpolata Insegnarel’arteconesercizidifotografia
  • 96. SOGGETTO: In una piccola stanza illuminata dalla debole luce del mattino è ritratta una ragazza ancora in camicia da notte poggiata sul bordo del suo letto mentre guarda malinconica una fotografia, la camera è povera e in disordine SIGNIFICATO: il quadro trasmette tristezza attraverso i suoi colori e l’espressione della ragazza malinconica che guarda la foto del suo amato ormai lontano in guerra, ma esprime soprattutto al rassegnazione davanti al valore patriottico. STILE: Romanticismo, prima metà dell’ 1800 GENERE: Scena di genere e interno LINGUAGGIO: LINEA linee morbidi e sottili che delineano tutti gli elementi ritratti, tutti i particolari senza contrasto COLORE colori caldi e opachi che non contrastano tra di loro creando un’atmosfera seren, tipica del mattino LUCE una luce soffusa proveniente dalla finestra alla sinistra della ragazza crea sempre un’atmosfera di tranquillità SPAZIO, COMPOSIZIONE ben equilibrata dove i pur tanti oggetti si compongono tra di loro senza confusione (una stanza con il letto centrale, un comò e una finestra sulla destra, un camino e una sedia con sopra varie stoffe sulla sinistra). AUTORE Gerolamo Induno TITOLO Triste Presentimento DATA 1862 TECNICA Olio su tela Triste presentimento di G. Induno21 PINACOTECA DI BRERA - MILANO
  • 97. OPERE: -Il grande Sacrificio -La battaglia di Magenta,1861 al Museo del Risorgimento, Milano -La partita a scacchi, 1881 -Ritratto di Vittorio Emanuele II -L’addio del Coscritto -La lettera -Il figurinaio -Amore di bimbo -Decorazione alla stazione di Milano -Decorazione alla cupola di San Rocco -La battaglia di Aspromonte, 1862 BIOGRAFIA: Nasce il13 Dicembre 1825 a Milano e muore il 18 Dicembre 1890 a Milano. Era un pittore e un soldato molto conosciuto nel suo dipartimento, il fratello Domenico rappresentò il suo costante punto di riferimento artistico. Garibaldi lo riconosce come uno dei maggiori esponenti del Risorgimento. Numerosi infatti i ritratti di Garibaldi, che lo aveva definito uno dei più "intrepidi e valorosi combattenti di Roma". Gerolamo fu esecutore raffinato e preciso nell'interpretare in modo un po' nostalgico un periodo tanto vivo, quale fu il Risorgimento. A Milano i fratelli Domenico e Gerolamo Induno inaugurano quella stagione che vede affermarsi il dipinto con soggetto “di genere”. Si tratta di opere che hanno per tema frammenti della vita quotidiana, colti nel loro dettaglio più accattivante sentimentale, e che spesso hanno per protagonisti uomini, donne e fanciulli comuni, quando non di ricercate condizioni umili, in maniera d’esaltare maggiormente l’effetto sentimentale. Anche trattando il soggetto storico d’attualità non rinunciò alla rappresentazione del riflesso “privato” dei medesimi eventi storici, andando alla ricerca di quei frangenti intimi e confidenziali di chi partecipava alle vicende del Risorgimento italiano. Sue opere pregevoli che lo innalzano al livello del fratello e dei contemporanei: "La partita a scacchi" e "La lettera”. PINACOTECA DI BRERA - MILANO GEROLAMO INDUNO
  • 98. PINACOTECA DI BRERA - MILANO DESCRIZIONE SOGGETTIVA: DAWOUD Ilaria: Mi è piaciuto molto perché mi ha rappresentato un clima abituale e abbastanza calmo dai soliti quadri. I colori e la luce sono dei dettagli che mi hanno davvero attirato e ho davvero apprezzato come l’artista abbia rappresentato un clima così tranquillo usando dei colori spenti ma giocando bene con la luce per trasmettere malinconia nei confronti della ragazza che guarda nostalgica l’immagine o la lettera del suo amato che non è presente in quel momento. Secondo me ha un fascino particolare e bisogna osservarlo per capirne i minimi dettagli e capirne il vero significato. Triste presentimento di G. Induno BERTA Arianna: Mi ha colpito particolarmente per i dettagli e per i colori tenui usati. Il fatto che ogni dettaglio sia stato ben curato dall’artista mi fa apprezzare molto di più il suo lavoro, percepisco la sua passione per l’arte e per questo ha cercato di rendere la sua opera perfetta in ogni singolo particolare. Un’altra cosa che mi ha colpito è stato l’uso dei colori, non usando colori troppo sgargianti e riuscendo ad utilizzare l’effetto della luce dà al quadro la giusta sensazione di malinconia che prova la ragazza trasmettendola a chi lo guarda. DI CONZA Lilly: Di questo quadro mi è piaciuto l’uso dei colori che lo rendono naturale e quotidiano. Inoltre mi ha colpito l’atmosfera di tranquillità che suscita. Questo quadro mi suscita un’emozione particolare e mi fa pensare alle mattinate tranquille di primavera quando mi sveglio e dalla finestra entra una leggera brezza d’aria. Mi piace il fatto che il quadro rappresenti una scena quotidiana che potrebbe accadere a qualsiasi persona. DACCO Beatrice: Personalmente questo quadro mi trasmette un’infinita tristezza e mi da l’idea di un caos mentale, visto anche il disodine che regna nella stanza. I colori mi fanno percepire due cose piuttosto contrastanti: da un lato, sento un’aria fredda, di solitudine, e dall’altro il calore che percepisco come speranza, la speranza di qualcosa di positivo e bello.
  • 103. SOGGETTO: il quadro raffigura l’artista sul balcone del suo appartamento a Milano. Alle sue spalle la città in fase di rinnovamento. STILE: Futurismo LINGUAGGIO: LINEA: Insieme di pennellate sottili e uniformi su tutta la tela, le pennellate del cielo portano l’occhio dello spettacole verso il ritratto di Boccioni COLORE: I colori sono complementari e risultano equilibrati tra toni caldi e freddi, dalla giacca al cielo possiamo notare gli accostamenti di azzurro, verde e arancione e nel volto dell’uomo ci sono dei tratti di rosso. LUCE: La luce è tenue per il sole invernale, non ci sono ombre forti creano una atmosfera omogenea SPAZIO, COMPOSIZIONE: La figura di Boccioni è a destra del quadro in primo piano e occupa quasi la metà del primo piano, sullo sfondo ci sono i palazzi della nuova Milano in costruzione, l’orizzonte si trova sulla linea a metà del quadro e tutto converge su quello. ▪ AUTORE: Umberto Boccioni ▪ TITOLO: Autoritratto di Boccioni ▪ DATA: 1910 ▪ TECNICA: Olio su tela ▪ LUOGO: Milano 22 PINACOTECA DI BRERA – MILANO AUTORITRATTO DI U. BOCCIONI di Umberto Boccioni SIGNIFICATO: Il quadro ci comunica tranquillità in una normale giornata d’inverno a Milano per il colore tenue e delicato. L'artista ha un’espressione concentrata a causa del suo lavoro, possiamo notare la tavolozza dei colori da cui si deduce che è un pittore. Dai cantieri si capisce che Milano sta progredendo. Genere: autoritratto
  • 104. PINACOTECA DI BRERA - MILANO UMBERTO BOCCIONI BIOGRAFIA: Umberto Boccioni (1882-1916) è stato il maggior esponente del futurismo italiano. Nato a Reggio Calabria, si trasferì a Roma all’età di diciotto anni. Qui iniziò il suo apprendistato artistico prendendo lezioni di disegno e frequentando la Scuola libera del nudo. A Roma Boccioni entrò in contatto con Severini e Sironi ed insieme ai due frequentò lo studio del più anziano Giacomo Balla, da poco rientrato da Parigi. In breve diviene il maggior artista italiano del periodo. Partecipa a numerose manifestazioni in Italia e all’estero. La sua attività si svolge anche sul piano teorico e nel 1914 pubblica due testi fondamentali per comprendere la sua visione artistica: «Pittura Scultura Futuriste» e «Dinamismo plastico». Allo scoppio della prima guerra mondiale viene richiamato alle armi. Il 17 agosto del 1916, all’età di soli trentaquattro anni, muore per un banale incidente mentre era nelle retrovie dei campi di battaglia. La sua precoce morte ha privato l’arte moderna di uno degli esponenti più geniali del panorama europeo di quegli anni. La sua attività di pittore si è svolta per un arco di circa dieci anni. In questo periodo Boccioni riesce ad attraversare, e far proprie, le maggiori novità artistiche del periodo, dal divisionismo al futurismo, dall’espressionismo al cubismo.
  • 105. PINACOTECA DI BRERA - MILANO DESCRIZIONE SOGGETTIVA CERIZA Gaia Questo quadro ha attirato subito la mia attenzione perché è stata la prima opera visualizzata durante il percorso all’interno della Pinacoteca di Brera che non avesse un significato inerente alla religione. Gli autoritratti mi hanno sempre incuriosito, penso sia una forma d’arte molto affascinante. Analizzare un autoritratto è stato molto interessante e emozionante, proprio una bella esperienza da cui ho imparato molto. MONTALBANO Anna: Non essendo un’amante di quadri a sfondo religioso, sono rimasta fuori da questo mondo. L’armonioso contrasto tra colori caldi e freddi ha attirato subito la mia attenzione, inoltre sullo sfondo è rappresentata quella che è la mia città natale, ossia Milano MATAI Saida: Personalmente questo dipinto mi trasmette molta tranquillità, vedendo il paesaggio sullo sfondo che fa dedurre sia una bella giornata dal cielo sereno. Il volto dell’uomo raffigurato all’interno del dipinto mi trasmette un’amarezza poiché ha il viso corrugato in una smorfia, quasi nostalgica. BUCCA Giorgia: il quadro mi trasmette tranquillità per i suoi colori che però contrastano con l'uomo che ha uno sguardo insoddisfatto. AUTORITRATTO DI U. BOCCIONI di U. Boccioni FARIELLO Samuele: A mio parere questo quadro mi trasmette un po’ di ansia e agitazione proprio per lo sguardo di boccioni che davanti ad un paesaggio cosi si mostra serio e apatico. Da un’altra parte mi trasmette pacatezza per le pennellate e la colorazione non precisa. GHEZZI Sara: il quadro mi trasmette tranquillità per i suoi colori che però contrastano con l'uomo che ha uno sguardo insoddisfatto.
  • 109. La lettura degli oggetti artistici (schede di analisi) Insegnarel’arteconesercizidifotografiaBUCCAGiorgia nuvole Uomo che guarda Cappotto marrone
  • 114. docente prof.ssa Giovanna Galli progetto “IMPARA L’ARTE………” Studenti di 3M BERTA ARIANNA BORRONIALESSIO BRICHESE MANUEL BUCCA GIORGIA CUPI GIORGIA DAWOUD ILARIA DOSSENA JURI FERRAMONTI AURORA FERRO SARA GUZZETTI LORENZO JURASCU SERGIU KOLODIEJ GABRIELA MASOERO MARTINA MATAJ SAIDA MORISCO CAROLINA NARDELLA KEVIN PAVANELLO SILVIA POLEGHI RICCARDO ROMAN RICCARDO SOLAVAGGIONE NICOLO’ SPEZIALE VANESSA STILLONE VALENTINA SURACI LETIZIA VAGA ROSSELLA ISTITUTOTECNICO,Indirizzograficoecomunicazione–IISGADDA Bibliografia Artemondo, di E. Pulvirenti ed Zanichelli Sitografia PINACOTECA DI BRERA pinacotecabrera.org La lettura dell’opera d’arte http://www.didatticarte.it/Blog/?p=337 Insegnare l’arte con esercizi di fotografia http://www.didatticarte.it/Blog/?p=337 Studenti di 3L BENHAQUA FAISA BOSSI JACOPO CACCO BEATRICE CATRINI ALESSANDRO CERIZZA GAIA DI CONZA LILLY DI MARZO GIUSY ESPOSITO DOMENICO FARIELLO SAMUELE FAZZINO SILVIA GHEZZI SARA KAJA SARA LAVEZZARI ALESSANDRO LETTIERI LAURA MASCHERONI RICCRADO MINELLI ANNAMARIA MOHAMMAD SABUR MONTALBANO ANNA POMO LORENZO SICLARI ALESSANDRO TESTON ALESSIA VALENSISE ANDREA VANZETTO LEONARDO ZECCHIN ALEX ZUCCA MURIEL Progetto grafico copertina: BELLONI MARCELLO, 4P Studenti di 4P: CANDIO MARTINA, CHIERICOZZI BIANCA GHIDINI FABIO, GIORGI ASIA, MAFFI MANUEL, MAZZARELLA SIMONE