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Integrazione tra psicoterapia e 
farmacoterapia 
Gaspare Palmieri, Psichiatra, Psicoterapeuta
David Foster Wallace, 1962-2008
La Psicantria, Primo manuale di 
psicopatologia cantata 
• …con l’approccio integrativo, il paziente ne 
esce vivo… 
Palmieri e Grassilli, 2011
Di cosa vi parlerò 
La psicopatologia che cambia 
Nozioni di psicofarmacologia pratica: quando 
pensare a un farmaco? Quale farmaco? 
I significati della terapia psicofarmacologica 
Integrazione tra intervento farmacologico e 
psicoterapico in regime ambulatoriale e di 
ricovero 
Casi clinici 
Domande, curiosità, aneddoti
La psicopatologia che cambia 
Conflitto tra io e super-io: conflitto tra valori morali e religiosi 
della società e le pulsioni individuali dell’individuo. 
Isteria/ disturbi di conversione: sintomo è rappresentazione di 
pulsione inaccettabile dal super-io
La psicopatologia che cambia 
Un po' di musica sparata nelle orecchie per cancellare tutte le 
parole, un po' di droga per anestetizzare il dolore o per provare una 
qualche emozione, tanta solitudine tipica di quell'individualismo 
esasperato, sconosciuto alle generazioni precedenti, indotto dalla 
persuasione che – stante l'inaridimento di tutti i legami affettivi – 
non ci si salva se non da soli, magari attaccandosi, nel deserto dei 
valori, a quall'unico generatore simbolico di tutti i valori che nella 
nostra cultura si chiama denaro. 
Umberto Galimberti, L'ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani, Giangiacomo Feltrinelli Editore, 
Milano 2007
La psicopatologia che cambia 
• Tutti i punti di riferimento che davano solidità al mondo e 
favorivano la logica nella selezione delle strategie di vita (i 
posti di lavoro, le capacità, i legami personali, i modelli di 
convenienza e decoro, i concetti di salute e malattia, i valori 
che si pensava andassero coltivati e i modi collaudati per 
farlo), tutti questi e molti altri punti di riferimento un tempo 
stabili sembrano in piena trasformazione. Si ha la sensazione 
che vengano giocati molti giochi contemporaneamente, e che 
durante il gioco cambino le regole di ciascuno. Questa nostra 
epoca eccelle nello smantellare le strutture e nel liquefare i 
modelli, ogni tipo di struttura e ogni tipo di modello, con 
casualità e senza preavviso. 
Zygmunt Bauman (L'istruzione nell'età postmoderna)
La psicopatologia che cambia 
• Oggi il conflitto principale è fra un io reale, 
con limiti e fragilità e un IDEALE 
DELL’IO assolutamente irraggiungibile, 
spesso ispirato da modelli virtuali o 
televisivi. 
• Difficoltà a stare dentro, darsi delle regole, 
porsi dei limiti 
• Identità più fragile (società liquida)
Benvenuti nella postmodernità 
• 15 luglio 1972, ore 15,32: il complesso Pruitt-Igoe 
a St.Louis viene distrutto in quanto considerato 
inabitabile per le persone a basso reddito che ci 
abitavano. Era più facile distruggere, ridislocare o 
ricostruire che rettificare, riordinare o correggere. 
• La post-modernità sentenzia che è persa la capacità 
di credere e affidarsi 
• Frammentazione pura, indeterminatezza, sfiducia in tutti i 
linguaggi totalizzanti e in tutte le panacee dell’umanità; rifiuta le 
meta-narrazioni umane, che gli sono di ostacolo (religione, etica, 
identità) 
• Tecnologia, mercato, comunicazione di massa, società 
informatizzata
Benvenuti nella postmodernità 
• In passato le società costruivano i propri orizzonti partendo dalle 
proprie origini e dai propri miti di fondazione, oggi si sa che la 
storia è scritta abusivamente e la redige chi è vincitore. 
• E’ una tragedia per chi ha dei valori, soprattutto per l’uomo 
moderno che si trova nella stessa barca dell’uomo post-moderno 
• In nome della libertà si può distruggere qualsiasi codice, per 
quanto utile e antico che sia 
• Agli individui post-moderni è propagandata una loro unicità 
quando devono comprare, altrimenti sono trattati come fossero 
usciti da uno stampo e giacessero in un magazzino 
• L’ansia è un grande businness: chi riesce a cavalcarla fa molti 
soldi, a patto di non curarla. Shopping compulsivo: non è una 
patologia, è una terapia che usa il potere del denaro per curare 
l’angoscia e la solitudine
La psicopatologia che cambia
La psicopatologia che cambia 
Aumento dell’abuso di sostanze (cocaina) sintonico 
al raggiungimento di un Io ideale forte, 
instancabile, incontentabile.
Disturbo di personalità borderline 
• Una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell'immagine di sè e 
dell'umore e una marcata impulsività, comparse nella prima età adulta e presenti in vari 
contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi: 
• sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono 
• un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate 
dall'alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione 
• alterazione dell'identità: immagine di sè e percezione di sè marcatamente e 
persistentemente instabili 
• impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto 
(spendere oltre le proprie possibilità, sessualità promiscua e a rischio, abuso di 
sostanze, abuso di alcol, guida spericolata, abbuffate e condotte bulimiche) 
• ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari, o comportamento automutilante 
(autolesionismo, tagli su braccia e gambe, bruciature di sigaretta, ecc.) 
• instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell'umore (per es., episodica 
intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto 
raramente più di pochi giorni) 
• sentimenti cronici di vuoto 
• rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia (per es., frequenti 
accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici) 
• ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.
La psicopatologia che cambia 
• Aumento ricoveri per disturbi affettivi e della 
personalità: 27% disturbo della personalità (18% 
Borderline), 30% disturbi affettivi (depressione 
maggiore, disturbo bipolare, distimia) (Palmieri et al., 
2005) 
• Successo terapeutico di programmi residenziali o 
semiresidenziali (Linhean et al., 2006; Chiesa et 
al.,2008; Bateman et al.,2004)
A 2008 study of nearly 35,000 adults in the Journal of Clinical Psychiatry 
found that 5.9% -- which would translate into 18 million Americans had 
been given a BPD diagnosis. As recently as 2000, the American Psychiatric 
Association • 
believed that only 2% had BPD. 
BPD has long been regarded as an illness disproportionately affecting 
women, but the latest research shows no difference in prevalence rates for 
men and women. 
Regardless of gender, people in their 20s are at higher risk for BPD 
La psicopatologia che cambia
La psicopatologia che cambia 
- Anni 80-90: rivoluzione neurobiologica in psichiatria (nuovi 
farmaci, neuroimaging…) 
- Anno 2000: Tasman: Presidential Address APA: Il rapporto 
medico paziente! 
• Tutte le patologie psichiatriche hanno un’origine e un decorso 
molto complesso, in cui è impossibile non notare la profonda 
interazione tra fattori genetici, organici, psicologici, sociali e 
culturali: anche la cura di queste malattie, dunque, deve saper 
cogliere tale multidimensionalità (Rovetto, 1998). 
• Molte delle resistenze dei professionisti nel riconoscere gli 
ottimi risultati del modello di trattamento combinato sorgono 
dalla visione tradizionale di pensare le diverse terapie come 
antitetiche, e non come complementari (Gabbard, 1995).
Indagine su un’epidemia, R. Whitaker 
• Le diagnosi di Depressione e disturbo bipolare 
sono in costante aumento 
• Le diagnosi di disturbo bipolare sono in 
aumento anche a causa dell’uso massiccio di AD 
• L’uso di antidepressivi cronicizza la depressione 
e da questo conseguono benefici economici, 
pensioni di invalidità civile, costi economici 
• Benchè l’introduzione degli psicofarmaci abbia 
permesso di svuotare gli ospedali psichiatrici, i 
risultati della cura della schizofrenia forse non 
sono migliorati rispetto a 100 anni fa. 
Inizialmente efficaci, ma renderebbero più 
vulnerabili alla ricaduta i pazienti psicotici 
trattati, rispetto al placebo (studi condotto su 
neurolettici di vecchia generazione)
Modello vulnerabilità-stress 
• Ogni individuo è predisposto a sviluppare determinate malattie, e 
nel campo del disagio mentale ciascun individuo è predisposto a 
sviluppare specifici sintomi di disagio psichico e non altri. 
• Lo stress non è l'unico artefice del disagio o della malattia, ma 
ognuno di noi è particolarmente vulnerabile in una certa area del 
funzionamento mentale al punto da sviluppare sintomi se 
sottoposto ad intensa pressione. 
• Soglia di vulnerabilità: cioè il livello di stress oltre il quale si 
sviluppano i sintomi. 
Evento stressante 
Individuo 
Vulnerabile 
(genetica, ambiente di sviluppo) 
Sintomo 
Soglia di vulnerabilità 
Fattori 
protettivi
Esempio di modello stress- vulnerabilità 
Abbandono degli 
amici 
(fattore protettivo) 
Evento stressante I 
Il sergente Hartman 
Evento stressante II 
Gesto autolesivo in 
personalità predisposta 
Il soldato “palla di lardo”
Integrazione farmaci-psicoterapia 
• Diverse metanalisi mostrano risultati migliori con 
integrazione di AD e psicoterapia (soprattutto 
CBT) 
• Depressione maggiore (Spijkjer, 2013) 
• Depressione, Disturbo di panico, OCD (Cujipers, 
2014) 
• Disturbo bipolare (Parikh, 2014) 
• Disturbo di personalità borderline (Bellino, 2010)
Nozioni di farmacologia pratica 
La nascita degli psicofarmaci 
• 1950 e il 1960 si assiste a una trasformazione radicale di portata 
paragonabile a quella degli antibiotici nel campo delle infezioni. 
• 1952: Henri Laborit, propone l'uso della cloropromazina, già 
nota come antistaminico. È con questo farmaco che i malati 
psichici vengono per la prima volta liberati dalle loro camicie di 
forza, dati i suoi effetti sedativi. 
• 1958: scoperta l‘ imipramina primo antidepressivo è, Rolan 
Kuhn.
Luoghi comuni 
• Fanno male 
• Intontiscono 
• Cambiano la personalità 
• Danno tutti dipendenza 
• Si devono prendere per tutta la vita
Aspetti positivi 
• Rapidi 
• Spesso affidabili e efficaci 
• Relativamente facili da usare 
• Economici
Questioni aperte 
- Aumento delle molecole disponibile, più tollerabili, ma 
stessi outcome di 25 anni fa 
- Farmacoresistenza (fino al 30% dei casi nella 
depressione maggiore) 
- Treater x medication effect: effetto della medicina e 
del placebo (!) cambia a seconda di chi la prescrive. In 
uno studio un terzo dei prescrittori ottenevano risultati 
migliori col placebo che un altro terzo con il farmaco 
attivo (NIMH, 2006; McKay: 2007) 
- Effetto placebo importante in molti studi sugli 
psicofarmaci 
- Il desiderio del paziente di cambiare e un buon transfert 
stimolano profonde capacità di autoguarigione
Necessità di una visione globale 
• Nella prescrizone è opportuno tener conto di variabili 
non solo biologiche 
• In psicoterapia si fronteggiano variabili che non solo 
solo psicologico-relazionali 
• La maggior parte delle patologie psichiatriche sono 
costituite da circoli viziosi autoperpetuanti in cui 
concorrono aspetti psicologici, comportamentali, 
biologici, sociali 
• Modello biopsicosociale (Engel, 1977) 
• La guarigione è opera del paziente. Non è la medicina 
o la psicoterapia, che però possono aiutare nel 
percorso di guarigione
Nozioni di psicofarmacologia pratica 
Ansiolitici 
Antidepressivi 
Stabilizzatori dell’umore 
Neurolettici 
Associazioni (quando possibile 
preferire le MONOTERAPIE)
Psicofarmaci? 
• Antabuse 
• Viagra 
• Beta bloccanti 
• Cerotto di nicotina
Farmacodinamica 
• Tempo di latenza: quanto passa dall’assunzione 
del farmaco alla manifestazione degli effetti? 
Dai 10 min del Tavor alle tre settimane del 
Prozac. 
• Emivita: durata di azione. Dalle sette ore dello 
Xanax alle 24 del Serenase 
• Dose tossica 50 (LD50): indice di tossicità. 
Benzodiazepine bassa, antidepressivi triciclici o 
litio alta.
Nozioni di psicofarmacologia pratica 
Le modalità di somministrazione 
• In certi casi vengono utilizzate anche terapie endovenose o 
intramuscolari (con benzodiazepine, neurolettici o antidepressivi). 
Esse possono avere significato di grande accudimento, di 
regressione o di contenimento estremo (maternage) 
• Le anziane signore “dei flebi”
Nozioni di psicofarmacologia pratica 
Le modalità di somministrazione 
• Il paziente dispone durante la giornata di una 
terapia al bisogno (TAB) a cui può ricorrere 
un numero di volte prestabilito con il curante 
(di solito una volta). La terapia al bisogno 
assume il significato di richiesta di aiuto e 
mezzo per gestire stati d’animo troppo forti a 
cui non è possibile trovare risposte 
alternative. Sconsigliata in caso di modalità 
tossicofiliche.
Nozioni di psicofarmacologia pratica 
La terapia depot 
• In altri casi, dove c’è il problema della 
compliance ai trattamenti in regime 
ambulatoriale possono essere introdotte 
anche terapie depot (iniezioni periodiche di 
neurolettici a rilascio prolungato)
Nozioni di psicofarmacologia pratica 
Un problema di Compliance 
• Baudrant-Boga et al., 2009 “One year after discharge from 
psychiatric facilities however, only 50% of the psychotic patients 
are still compliant with their drug treatment”. 
• Serna et al., 2010 “Many patients discontinue antidepressant 
therapy long before the six-month minimum duration recommended 
for the treatment of major depression and many other diagnoses. Of 
the 7525 patients selected, 56% abandoned medication during the 
first four months. Good compliance was recorded in 22% of 
patients. 
• Herique, 2009 “Treatment was discontinued in overall 58.1% cases 
on patients' initiative and this percentage reached 71.3% in the 
case of premature withdrawal (<6 months).
Nozioni di psicofarmacologia pratica 
Perché il paziente sospende o rifiuta 
i farmaci? 
• Effetti collaterali (aumento di peso, 
sedazione) 
• Sfida con i familiari o curanti sul sintomo o 
la malattia o sulla capacità di decidere, 
impegnarsi ecc. 
• Loop autodistruttivo 
• Stigma
Migliorare la compliance 
• Dedicare tempo alla spiegazione del trattamento 
(spiegare effetti collaterali, il paziente condivide il 
piano?) 
• Prevedere dei limiti di tempo (es. inizio con metà dose 
degli AD per alcuni giorni, poi dose intera e poi 
continuare per circa…) 
• Dichiarare la possibilità di interrompere o modificare la 
terapia 
• Collegare la terapia ad attività di routine (es.pasti), 
adattarla se possibile al suo stile di vita 
• Il medico non ordina, ma PROPONE
Nozioni di psicofarmacologia pratica 
Domanda da 100 milioni di $ 
Ma lei, prende i farmaci regolarmente? 
Atteggiamento tendenzialmente anarcoide, più 
diffuso rispetto ai farmaci non psichiatrici 
Oltre il 40% dei pazienti psichiatrici non 
assume correttamente la terapia 
prescritta!
Nozioni di psicofarmacologia pratica 
Psicofarmaci e aumento di peso 
• Diminuisce la compliance alle cure e aumenta il rischio di 
sviluppare una serie di comorbilità somatiche che 
comprendono, in particolare, le malattie cardiovascolari e 
il diabete-tipo-2 (soprattutto neurolettici atipici) 
• Meccanismi indiretti (litio e ipotiroidismo, sedazione da 
antispicotici) o diretti: azione sul TNF (citokina 
proinfiammatoria),effetto istaminergico, serotonina, 
ancora da chiarire…
Psicofarmaci e aumento di peso 
Classe Aumento di peso Diminuzione di 
peso 
Nessun effetto sul 
peso 
Antipsicotici Aloperidolo Molindone (?) Loxazapina 
Clozapina Pimozide (?) Perfenazina 
Fenotiazine Ziprasidone 
Olanzapina 
Neurolettici 
depot 
Quetiapina 
Risperidone 
Zotepina 
Stabilizzatori 
dellᅰumore 
Carbamazepina Felbamato Fenitoina 
Litio Topiramato Fenbarbitone 
Valproato di 
Gabapentina 
sodio 
Lamotrigina 
Antidepressivi Amitriptilina Bupropione Amoxapina 
Fenelzina Fluoxetina Moclobemide 
Imipramina Sertralina (?) Nefazodone 
Paroxetina Isocarbossazide Citalopram 
Fluvoxamina Trazodone 
Mirtazapina Venlafaxina 
Tranilcipromina Reboxetina 
Vari triciclici Desipramina 
Ansiolitici Alprazolam Nessuno Altre benzodiazepine 
Psicostimolanti Nessuno Amfetamine Modafinil 
Metilfenidato
Prevenzione e gestione clinica dell’obesità iatrogena da psicofarmaci 
Avvertire il paziente del rischio e fornire indicazioni preventive. La prevenzione マ 
lᅰarma piン efficace 
Considerare i fattori di maggior rischio (genere femminile, predisposizione al 
sovrappeso, tipo di farmaco) 
Monitorare il peso corporeo (ogni settimana) e la funzionalitネ tiroidea 
Limitare le bevande caloriche (particolare attenzione allᅰalcol e alle bibite dolci) 
Limitare il consumo di grassi e zuccheri semplici 
Largo impiego di verdure e frutta 
Apporto adeguato di fibre 
Controllo del grazing (piluccamento fuori pasto) con eventuale uso di un diario 
alimentare 
Esercizio fisico (camminare almeno 60ᅰ al giorno; ginnastica, sport) 
Se necessario, suggerire una consulenza dietologica 
Escludere sempre lᅰeventualitネ di una gravidanza come causa dellᅰaumento di 
peso
Nozioni di psicofarmacologia pratica 
La gestione della terapia farmacologica 
• E' importante sapere da chi è gestita la terapia 
farmacologica, se dal medico, o autogestita dal paziente 
(ufficialmente o praticamente) oppure se è qualcuno dei 
familiari che stabilisce i farmaci o i dosaggi da 
somministrare. Le modalità di assunzione o di 
somministrazione possono dare informazioni utili sulle 
dinamiche che si creano attorno al sintomo nell'ambito 
familiare. 
Progetto terapeutico post-dimissione: La paziente verrà ripresa in carico dal CSM 
di competenza (Dr.ssa xxxxxxx), con cui è fissato appuntamento per l’8-7 alle 8,30. 
Dovrebbe inoltre iniziare il percorso del DH dalla prossima settimana. 
Considerato l’alto rischio autolesivo, è stato deciso che l’Anafranil 
venga somministrato dalla figlia quotidianamente.
Nozioni di psicofarmacologia pratica 
Effetti iatrogeni dei farmaci 
• Effetto ansiogeno di antidepressivi, spesso scambiati e 
confusi con stati psicogeni o sintomi somatici 
• Possibile aumento dell’aggressività in soggetti 
predisposti (tratti di personalità antisociale) 
• Effetto depressogeno dei neurolettici 
• Problema della tossicofilia: sconsigliati ansiolitici a 
persone con problemi di dipendenza con possibilità di 
assuefazione 
• SSRI e suicidio: sembra aumentare nell’uso negli 
adolescenti (warning FDA), ma gli studi sono 
inconcludenti. Sicuramente disinibire un depresso può 
avere dei rischi. Considerare anche il fattore angoscia-agitazione
Nozioni di psicofarmacologia pratica 
Psicofarmaci: quanto tempo? 
• Ansiolitici: massimo un mese o due, 
teoricamente, rischio di dipendenza, 
assuefazione, abuso 
• Antidepressivi: minimo 6 mesi. Almeno sei 
mesi dopo la remissione completa dei sintomi. 
• Neurolettici e stabilizzatori dell’umore in 
pazienti gravi: dipende (spesso anni o tutta la 
vita)
Nozioni di psicofarmacologia pratica 
Non sospendere i farmaci quando: 
• Sintomatologia ancora presente e 
invalidante sul funzionamento sociale, 
lavorativo o affettivo del soggetto 
• C’è un rischio suicidiario
Scelta del farmaco 
• Diagnosi psichiatrica 
• Comorbidità con malatti fisiche (diabete, 
cardiopatie, epatopatie, etc.) 
• Assunzione di altri farmaci 
• Anamnesi di risposta postivas in precedenza 
• Condizioni di vita del paziente (aspetti sociali) 
• Altri fattori (es. stato cognitivo)
I Significati della terapia psicofarmacologica 
Non è solo una questione di goccie o di pillole!
Psicofarmacologia psicodinamica 
• Si concentra sul sul ruolo centrale del significato e dei fattori 
interpersonali (meaning effect) del trattamento psico 
farmacologico (Mintz & Belnap, 2006) , partendo dai concetti 
psicodinamici (inconscio, transfer, conflitto, resistenza, difesa) 
• Se nel complesso rapporto tra medico, paziente e terapia i 
fattori concordano non c’è problema, quando non concordano 
possiamo avere casi di resistenza al trattamento 
• Insegna non tanto cosa prescrivere, ma come prescrivere 
• Importanza dei fattori non farmacologici nella risposta a un 
farmaco (come in psicoterapia) . Rifiuto di un riduzionismo 
biologico 
• Importanza della preferenza del paziente (farmaci o 
psicoterapia: trattamento preferito funziona nel 50% dei casi, 
trattamento non preferito 22% (psicoterapia) e 7% (farmaci) 
(Kocsis, 2009)
Vademecum di Psicofarmacologia psicodinamica (Mintz, 2002) 
1. Evitare una visione scissa mente-corpo: uno psicofarmacologo 
“psicodinamico” considera una reazione positiva o negativa al farmaco non è 
solo l’azione diretta della pillola o della goccia, ma è mediata dai significati 
che il paziente attribuisce al farmaco 
2. Conosci il paziente: “E’ più importante conoscere che tipo di paziente ha la 
malattia, rispetto a sapere a che malattia ha il paziente” (Sir W..Osler). Vissuti 
personali di significato del paziente rispetto al trattamento farmacologico 
(timore di dipendenza, timore di diventare uno zombie, etc.). Sentire che il 
medico prescrittore si interessa a lui come persona aumenta alleanza 
terapeutica. 
3. Affrontare l’ambivalenza del paziente rispetto alla scomparsa dei sintomi: 
può essere utile indagare quali sono le aspettative della vita senza sintomi 
(circa la metà dei pazienti secondo gli studi trovano vantaggi secondari nel 
ruolo di malato o nel trattamento) 
4. Affrontare apertamente i transfert negativi e la resistenza al trattamento 
(ambivalenza rispetto alla terapia farmacologica) 
5. Rendersi conto dell’uso antiterapeutico dei farmaci (abuso) 
6. Identificare e contenere il controtransfer nella prescrizione: una terapia 
con 2 antidepressivi, 3 ansiolitici, 4 stabilizzatori dell’umore e 2 neurolettici 
forse serve di più a placare l’ansia del medico che del paziente
Vademecum di Psicofarmacologia psicodinamica (Mintz, 2002) 
• Riconoscere il paziente sia come soggetto che come oggetto della cura, 
protagonista assoluto del proprio processo di recovery, non una vittima passiva 
di una malattia biologica. Attivamente coinvolto in ogni decisione terapeutica. 
Soprattutto nei casi meno gravi, pazienti che vedono la depressione come non 
solo biologica rispondono meglio agli antidepressivi. 
• Se coinvolto nella diagnosi e nel decision-making ha probabilità 2.3 volte 
maggiore di continuare le cure, se non coinvolto 7.3 volte maggiore di non 
continuare il trattamento (Wooley, 2010) 
• Considerare anche i fattori non farmacologici (supporto sociale, attività 
fisica…) 
• Possono influenzare l’esito del trattamento ambivalenza rispetto ai farmaci, 
guadagni secondari della malattia, l’essere pronti per il cambiamento, 
motivazione al trattamento… 
• Autonomia/dipendenza: studi hanno mostrato che un alto tasso di autonomia 
favorisce un buon esito della terapia farmacologica (Peselow, 1992) 
• Attaccamento: pazienti con attaccamento sicuro mostrano una risposta più 
precoce all’antidepressivo. Pazienti con attaccamento evitante di solito hanno 
minor aderenza (Comnios, 2007)
Psicofarmacologia psicodinamica 
• Aspettative rispetto al trattamento: alte aspettative (Krell, 2004) 
rispetto al trattamento avevano risposta del 90% agli AD, basse 
aspettative del 33% 
• Migliorare le aspettative del paziente anche con tecniche 
psicoterapiche (terapia interpersonale) o psicoeducative. Es. 
persona ha basse aspettative perché ha un famigliare affetto da un 
disturbo mentale che non è guarito. 
• Dare speranza, riconoscendo i limiti della terapia farmacologica 
• I pazienti che percepiscono il medico come sostenitore della loro 
autonomia (autonomous motivation) si sentono più motivati al 
trattamento (Zuroff,2007) 
• Alleanza: collaborazione paritaria per raggiungere un obiettivo 
comune, senza una prevalenza della volontà di una delle due parti 
(né autoritarismo, né servilismo)
Psicologia psicofarmacologica 
- Placebo: In alcune metanalisi l’effetto placebo può essere 
responsabile fino al 75-80% dell’efficacia del trattamento. Pazienti 
che non sanno che potrebbero ricevere placebo rispondono al 60%, 
se lo sanno al 46%. 
- Motivazione al cambiamento: in studio placebo controlled pazienti 
che mostravano maggiore motivazione al cambiamento stavano 
meglio assumendo ansiolitici (e anche placebo) rispetto a quelli 
che avevano poca voglia di cambiare. La malattia può comportare 
benefici consci o inconsci (Beitman et al., 1994) 
- Alleanza terapeutica: studio su pazienti depressi che miglioravano 
di più se ricevevano la medicina in presenza di una buona alleanza 
terapeutica. Miglioramento anche con placebo in presenza di 
buona alleanza terapeutica (Krupnick et al., 1996) 
- Lo stigma psichiatrico può peggiorare la compliance (Sirey, 2001) 
- Rassicurazione del paziente rispetto a possibili effetti collaterali 
con disponibilità telefonica migliora sicuramente la compliance.
Psicologia psicofarmacologica 
• Nocebo: pazienti che hanno ricevuto abusi o maltrattamenti dai 
caregivers o pazienti vulnerabili a figure di autorità (per 
svantaggio sociale o propensione alla remissività) vanno incontro 
a questo effetto, presente in coloro che si aspettano (consciamente 
o no) di essere danneggiati dai trattamenti. Molti di questi 
sviluppano anche molti effetti collaterali ai farmaci (Hahn, 1997) 
• La remissività (pazienti che non essere assertivi, comunicano con 
il corpo) è stata identificata come fattore di rischio per nocebo 
(Mcnair, 1970) 
• Neuroticismo (tendenza al worring e disforia) altro fattore 
predisponente (Davis, 1995) 
• L’appartenere a categorie sociali svantaggiate (basso stato 
socioeconomico, minoranze etniche, donne…) (Hahn, 1997) 
• Può essere utile con questi pazienti parlare diffusamente in 
anticipo rispetto alla possibile insorgenza di effetti collaterali, 
senza esagerare per non incorrere nell’effetto suggestione.
Psicologia psicofarmacologica 
• Gli studi sull’azione di farmaci colorati hanno mostrato come le 
pillole rosse, gialle e arancione sono associate a un effetto 
stimolante, mentre quelle blu e verdi a un effetto calmante (de 
Craen, 1996) 
• E’stato studiato anche l’effetto del prezzo del farmaco (Waber, 
2008): su antidolorifici placebo, se il prezzo veniva abbassato 
funzionava meno 
• Della via di somministrazione, del setting dove viene 
somministrato, a volte può essere necessario e utile coinvolgere 
anche i famigliari 
• Attenzione all’uso dei farmaci usati per la gestione di stati 
d’animo normali da cui si può apprendere molto di sé (solitudine, 
tristezza, frustrazione, rabbia) 
• Trattamento farmacologico della depressione come trattamento 
psicologico: nei casi resistenti valutare più i fattori relazionali (es. 
frequenza degli appuntamenti) che biologici…aumentare la dose 
del dottore, più che della medicina (Ankarberg, 2008)
Psicologia Psicofarmacologica 
• Trovare la giusta modalità prescrittiva a seconda del 
paziente (Aikens, 2008) 
1. Accettante: nessuna strategia particolare, buona 
aderenza 
2. Indifferenti (basse aspettative,a spettano di vedere il 
risultato per convincersi di prendere il farmaco ): 
raggiungere rapidamente la dose efficace 
3. Ambivalenti: start low, go slow 
4. Scettici: considerare prima trattamento psicologico con 
l’obiettivo di migliorare l’attitudine verso i farmaci o il 
prescrittore
I Significati della terapia psicofarmacologica 
Una terapia farmacologica per… 
• Una stampella, un bastone, un supporto, una richiesta di 
aiuto. 
• Un aiuto quando i sintomi non sono tollerabili. 
• Consentono di lavorare in psicoterapia (uscire da abulia o 
inaccessabilità). 
• Il supporto farmacologico potrebbe assumere il significato di 
poter delegare qualcosa all'esterno, di non dover rialzarsi 
sempre e solo con le proprie forze. 
• Può servire come mezzo di distanziamento per sfuggire un 
rapporto troppo diretto tra medico e paziente. 
• Evitare la presa di coscienza (e la mentalizzazione) della 
valenza psichica del malessere, spostando quest'ultimo sul 
terreno culturalmente più accettabile e rassicurante della 
malattia organica, dove il paziente ha un ruolo meno attivo e 
responsabilizzato.
I Significati della terapia psicofarmacologica 
Una terapia farmacologica per… 
• Nutrimento consolatorio che il medico, come figura 
genitoriale buona, concede al paziente. 
• Alternativa a un rapporto psicoterapeutico che sta andando 
male…attenzione!!! 
• Spesso nella famiglia del paziente il farmaco acquista 
valenze relazionali negli equilibri familiari (Dottore, dia/non 
dia il farmaco a mio figlio!) 
• E' importante sapere da chi è gestita la terapia 
farmacologica, se dal medico, o autogestita dal paziente 
(ufficialmente o praticamente) oppure se è qualcuno dei 
familiari che stabilisce i farmaci o i dosaggi da 
somministrare. Le modalità di assunzione o di 
somministrazione possono dare informazioni utili sulle 
dinamiche che si creano attorno al sintomo nell'ambito 
familiare.
I Significati della terapia psicofarmacologica 
Il paziente in psicoterapia che inizia a prendere 
psicofarmaci 
• La psicoterapia può mettere il paziente di fronte a situazioni 
frustranti. 
• Fuga/anestesia in cui il paziente si deresponsabilizza nei 
confronti dell'ansia, sia come rivincita/ricatto verso lo 
psicoterapeuta. 
• E' necessario che lo psicoterapeuta prenda posizione 
rispondendo a questo messaggio del paziente e non lo ignori. 
• Qualunque sia la risposta è importante che sia portata 
all'interno della psicoterapia, in modo che il paziente divenga 
consapevole delle componenti e delle implicazioni conseguenti 
a questa sua libera scelta. 
• Non sempre, comunque, la risposta migliore è quella 
simmetrica
I Significati della terapia psicofarmacologica 
Il paziente in psicoterapia che inizia a prendere 
psicofarmaci 
• Può essere utile smontare il significato provocatorio 
proposto dal paziente accettando che prenda dei farmaci 
che gli allievino il disagio, includendo però questo 
comportamento all'interno della problematica della 
sintomatologia. 
• A volte è utile considerare, in ambito terapeutico, la 
modalità di rapporto del paziente con il farmaco come 
riproposizione delle modalità di rapporto con la figura di 
sostegno. 
• L'ambivalenza a volte manifestata dal paziente nel 
rapporto con il farmaco, come specchio dell'ambivalenza 
verso ogni figura di sostegno compresa quella genitoriale e 
terapeutica.
I Significati della terapia psicofarmacologica 
Modello dipendenza-indipendenza 
Indipendenza 
massima 
Dipendenza 
massima 
Dipendenza 
normale 
Una sconfitta! Nutrimento indispensabile
I Significati della terapia psicofarmacologica 
Possiamo dire allora che l'atteggiamento del terapeuta nei 
confronti degli psicofarmaci terrà conto: 
• Del tipo di disturbo trattato e del tipo di farmaco 
(ansiolitico, antidepressivo, stabilizzatore dell’umore, 
neurolettico); 
• Della funzione del sé intesa essenzialmente come capacità 
di definirsi e quindi di contatto con se stesso: questa 
valutazione è la base per la costruzione di un rapporto 
terapeutico; 
• Del tipo di contesto (terapeutico, istituzionale, familiare, 
ecc.) in cui lo psicoterapeuta si trova a muoversi, su cui può 
contare come sostegno, o che al contrario condizionano 
negativamente il suo operato.
Integrazione tra intervento farmacologico e 
psicoterapico in regime ambulatoriale 
• Quando lo psicologo accetta in terapia un paziente che utilizza 
psicofarmaci, è conveniente che chieda che la responsabilità della 
prescrizione farmacologica venga presa da uno specialista, con il 
qual poter avere uno scambio informativo diretto, riportando il 
farmaco nell'ambito di una somministrazione controllata e 
controllabile 
• Le coterapie funzionano soprattutto per i casi più complessi 
Fondamentale remare dalla stessa parte (rischio scissione, termine 
prematuro di uno dei trattamenti, conflitto tra i due trattamenti) 
• Per il paziente è importante spesso sapere che i due terapeuti 
comunichino tra loro. Talvolta può essere coinvolto anche il 
medico di base o altri specialisti (es. nutrizionista) 
• Non ci sono controindicazioni comunque al fatto che il prescrittore 
e il terapeuta siano la stessa persona
Comunicate!!! Dopo ogni incontro 
con il paziente. 
• Mail 
• Telefono 
• Incontri
Il ricovero a domicilio 
• Con alcuni pazienti nelle fasi acute della malattia (agitazione, 
ansia, problemi di alcol e sostanze), quando è necessario un forte 
contenimento e quando non è possibile il ricovero (rifiuto del 
paziente, none estremi per TSO, mancanza del posto etc.) si può 
attuare una presa in carico intensiva anche ambulatoriale che può 
comprendere 
• Intensificazione della frequenza delle visite per il periodo della 
crisi 
• Contatti telefonici quotidiani (anche il terapeuta che chiama) 
• Coinvolgimento di famigliari 
• Coinvolgimento di altre figure (tecnico della riabilitazione 
psichiatrica, MMG)
Bibliografia 
• Favarelli C. Psicofarmacologia per psicologia, Il 
Mulino, 2010 
• Rovetto F. Elementi di psicofarmacologia per 
psicologi, Franco Angeli, 2003

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Integrazione tra psicofarmaci e psicoterapia

  • 1. Integrazione tra psicoterapia e farmacoterapia Gaspare Palmieri, Psichiatra, Psicoterapeuta
  • 3. La Psicantria, Primo manuale di psicopatologia cantata • …con l’approccio integrativo, il paziente ne esce vivo… Palmieri e Grassilli, 2011
  • 4. Di cosa vi parlerò La psicopatologia che cambia Nozioni di psicofarmacologia pratica: quando pensare a un farmaco? Quale farmaco? I significati della terapia psicofarmacologica Integrazione tra intervento farmacologico e psicoterapico in regime ambulatoriale e di ricovero Casi clinici Domande, curiosità, aneddoti
  • 5. La psicopatologia che cambia Conflitto tra io e super-io: conflitto tra valori morali e religiosi della società e le pulsioni individuali dell’individuo. Isteria/ disturbi di conversione: sintomo è rappresentazione di pulsione inaccettabile dal super-io
  • 6. La psicopatologia che cambia Un po' di musica sparata nelle orecchie per cancellare tutte le parole, un po' di droga per anestetizzare il dolore o per provare una qualche emozione, tanta solitudine tipica di quell'individualismo esasperato, sconosciuto alle generazioni precedenti, indotto dalla persuasione che – stante l'inaridimento di tutti i legami affettivi – non ci si salva se non da soli, magari attaccandosi, nel deserto dei valori, a quall'unico generatore simbolico di tutti i valori che nella nostra cultura si chiama denaro. Umberto Galimberti, L'ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 2007
  • 7. La psicopatologia che cambia • Tutti i punti di riferimento che davano solidità al mondo e favorivano la logica nella selezione delle strategie di vita (i posti di lavoro, le capacità, i legami personali, i modelli di convenienza e decoro, i concetti di salute e malattia, i valori che si pensava andassero coltivati e i modi collaudati per farlo), tutti questi e molti altri punti di riferimento un tempo stabili sembrano in piena trasformazione. Si ha la sensazione che vengano giocati molti giochi contemporaneamente, e che durante il gioco cambino le regole di ciascuno. Questa nostra epoca eccelle nello smantellare le strutture e nel liquefare i modelli, ogni tipo di struttura e ogni tipo di modello, con casualità e senza preavviso. Zygmunt Bauman (L'istruzione nell'età postmoderna)
  • 8. La psicopatologia che cambia • Oggi il conflitto principale è fra un io reale, con limiti e fragilità e un IDEALE DELL’IO assolutamente irraggiungibile, spesso ispirato da modelli virtuali o televisivi. • Difficoltà a stare dentro, darsi delle regole, porsi dei limiti • Identità più fragile (società liquida)
  • 9. Benvenuti nella postmodernità • 15 luglio 1972, ore 15,32: il complesso Pruitt-Igoe a St.Louis viene distrutto in quanto considerato inabitabile per le persone a basso reddito che ci abitavano. Era più facile distruggere, ridislocare o ricostruire che rettificare, riordinare o correggere. • La post-modernità sentenzia che è persa la capacità di credere e affidarsi • Frammentazione pura, indeterminatezza, sfiducia in tutti i linguaggi totalizzanti e in tutte le panacee dell’umanità; rifiuta le meta-narrazioni umane, che gli sono di ostacolo (religione, etica, identità) • Tecnologia, mercato, comunicazione di massa, società informatizzata
  • 10. Benvenuti nella postmodernità • In passato le società costruivano i propri orizzonti partendo dalle proprie origini e dai propri miti di fondazione, oggi si sa che la storia è scritta abusivamente e la redige chi è vincitore. • E’ una tragedia per chi ha dei valori, soprattutto per l’uomo moderno che si trova nella stessa barca dell’uomo post-moderno • In nome della libertà si può distruggere qualsiasi codice, per quanto utile e antico che sia • Agli individui post-moderni è propagandata una loro unicità quando devono comprare, altrimenti sono trattati come fossero usciti da uno stampo e giacessero in un magazzino • L’ansia è un grande businness: chi riesce a cavalcarla fa molti soldi, a patto di non curarla. Shopping compulsivo: non è una patologia, è una terapia che usa il potere del denaro per curare l’angoscia e la solitudine
  • 12. La psicopatologia che cambia Aumento dell’abuso di sostanze (cocaina) sintonico al raggiungimento di un Io ideale forte, instancabile, incontentabile.
  • 13. Disturbo di personalità borderline • Una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell'immagine di sè e dell'umore e una marcata impulsività, comparse nella prima età adulta e presenti in vari contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi: • sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono • un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall'alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione • alterazione dell'identità: immagine di sè e percezione di sè marcatamente e persistentemente instabili • impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto (spendere oltre le proprie possibilità, sessualità promiscua e a rischio, abuso di sostanze, abuso di alcol, guida spericolata, abbuffate e condotte bulimiche) • ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari, o comportamento automutilante (autolesionismo, tagli su braccia e gambe, bruciature di sigaretta, ecc.) • instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell'umore (per es., episodica intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto raramente più di pochi giorni) • sentimenti cronici di vuoto • rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia (per es., frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici) • ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.
  • 14. La psicopatologia che cambia • Aumento ricoveri per disturbi affettivi e della personalità: 27% disturbo della personalità (18% Borderline), 30% disturbi affettivi (depressione maggiore, disturbo bipolare, distimia) (Palmieri et al., 2005) • Successo terapeutico di programmi residenziali o semiresidenziali (Linhean et al., 2006; Chiesa et al.,2008; Bateman et al.,2004)
  • 15. A 2008 study of nearly 35,000 adults in the Journal of Clinical Psychiatry found that 5.9% -- which would translate into 18 million Americans had been given a BPD diagnosis. As recently as 2000, the American Psychiatric Association • believed that only 2% had BPD. BPD has long been regarded as an illness disproportionately affecting women, but the latest research shows no difference in prevalence rates for men and women. Regardless of gender, people in their 20s are at higher risk for BPD La psicopatologia che cambia
  • 16. La psicopatologia che cambia - Anni 80-90: rivoluzione neurobiologica in psichiatria (nuovi farmaci, neuroimaging…) - Anno 2000: Tasman: Presidential Address APA: Il rapporto medico paziente! • Tutte le patologie psichiatriche hanno un’origine e un decorso molto complesso, in cui è impossibile non notare la profonda interazione tra fattori genetici, organici, psicologici, sociali e culturali: anche la cura di queste malattie, dunque, deve saper cogliere tale multidimensionalità (Rovetto, 1998). • Molte delle resistenze dei professionisti nel riconoscere gli ottimi risultati del modello di trattamento combinato sorgono dalla visione tradizionale di pensare le diverse terapie come antitetiche, e non come complementari (Gabbard, 1995).
  • 17. Indagine su un’epidemia, R. Whitaker • Le diagnosi di Depressione e disturbo bipolare sono in costante aumento • Le diagnosi di disturbo bipolare sono in aumento anche a causa dell’uso massiccio di AD • L’uso di antidepressivi cronicizza la depressione e da questo conseguono benefici economici, pensioni di invalidità civile, costi economici • Benchè l’introduzione degli psicofarmaci abbia permesso di svuotare gli ospedali psichiatrici, i risultati della cura della schizofrenia forse non sono migliorati rispetto a 100 anni fa. Inizialmente efficaci, ma renderebbero più vulnerabili alla ricaduta i pazienti psicotici trattati, rispetto al placebo (studi condotto su neurolettici di vecchia generazione)
  • 18. Modello vulnerabilità-stress • Ogni individuo è predisposto a sviluppare determinate malattie, e nel campo del disagio mentale ciascun individuo è predisposto a sviluppare specifici sintomi di disagio psichico e non altri. • Lo stress non è l'unico artefice del disagio o della malattia, ma ognuno di noi è particolarmente vulnerabile in una certa area del funzionamento mentale al punto da sviluppare sintomi se sottoposto ad intensa pressione. • Soglia di vulnerabilità: cioè il livello di stress oltre il quale si sviluppano i sintomi. Evento stressante Individuo Vulnerabile (genetica, ambiente di sviluppo) Sintomo Soglia di vulnerabilità Fattori protettivi
  • 19. Esempio di modello stress- vulnerabilità Abbandono degli amici (fattore protettivo) Evento stressante I Il sergente Hartman Evento stressante II Gesto autolesivo in personalità predisposta Il soldato “palla di lardo”
  • 20. Integrazione farmaci-psicoterapia • Diverse metanalisi mostrano risultati migliori con integrazione di AD e psicoterapia (soprattutto CBT) • Depressione maggiore (Spijkjer, 2013) • Depressione, Disturbo di panico, OCD (Cujipers, 2014) • Disturbo bipolare (Parikh, 2014) • Disturbo di personalità borderline (Bellino, 2010)
  • 21. Nozioni di farmacologia pratica La nascita degli psicofarmaci • 1950 e il 1960 si assiste a una trasformazione radicale di portata paragonabile a quella degli antibiotici nel campo delle infezioni. • 1952: Henri Laborit, propone l'uso della cloropromazina, già nota come antistaminico. È con questo farmaco che i malati psichici vengono per la prima volta liberati dalle loro camicie di forza, dati i suoi effetti sedativi. • 1958: scoperta l‘ imipramina primo antidepressivo è, Rolan Kuhn.
  • 22. Luoghi comuni • Fanno male • Intontiscono • Cambiano la personalità • Danno tutti dipendenza • Si devono prendere per tutta la vita
  • 23. Aspetti positivi • Rapidi • Spesso affidabili e efficaci • Relativamente facili da usare • Economici
  • 24. Questioni aperte - Aumento delle molecole disponibile, più tollerabili, ma stessi outcome di 25 anni fa - Farmacoresistenza (fino al 30% dei casi nella depressione maggiore) - Treater x medication effect: effetto della medicina e del placebo (!) cambia a seconda di chi la prescrive. In uno studio un terzo dei prescrittori ottenevano risultati migliori col placebo che un altro terzo con il farmaco attivo (NIMH, 2006; McKay: 2007) - Effetto placebo importante in molti studi sugli psicofarmaci - Il desiderio del paziente di cambiare e un buon transfert stimolano profonde capacità di autoguarigione
  • 25. Necessità di una visione globale • Nella prescrizone è opportuno tener conto di variabili non solo biologiche • In psicoterapia si fronteggiano variabili che non solo solo psicologico-relazionali • La maggior parte delle patologie psichiatriche sono costituite da circoli viziosi autoperpetuanti in cui concorrono aspetti psicologici, comportamentali, biologici, sociali • Modello biopsicosociale (Engel, 1977) • La guarigione è opera del paziente. Non è la medicina o la psicoterapia, che però possono aiutare nel percorso di guarigione
  • 26. Nozioni di psicofarmacologia pratica Ansiolitici Antidepressivi Stabilizzatori dell’umore Neurolettici Associazioni (quando possibile preferire le MONOTERAPIE)
  • 27. Psicofarmaci? • Antabuse • Viagra • Beta bloccanti • Cerotto di nicotina
  • 28. Farmacodinamica • Tempo di latenza: quanto passa dall’assunzione del farmaco alla manifestazione degli effetti? Dai 10 min del Tavor alle tre settimane del Prozac. • Emivita: durata di azione. Dalle sette ore dello Xanax alle 24 del Serenase • Dose tossica 50 (LD50): indice di tossicità. Benzodiazepine bassa, antidepressivi triciclici o litio alta.
  • 29. Nozioni di psicofarmacologia pratica Le modalità di somministrazione • In certi casi vengono utilizzate anche terapie endovenose o intramuscolari (con benzodiazepine, neurolettici o antidepressivi). Esse possono avere significato di grande accudimento, di regressione o di contenimento estremo (maternage) • Le anziane signore “dei flebi”
  • 30. Nozioni di psicofarmacologia pratica Le modalità di somministrazione • Il paziente dispone durante la giornata di una terapia al bisogno (TAB) a cui può ricorrere un numero di volte prestabilito con il curante (di solito una volta). La terapia al bisogno assume il significato di richiesta di aiuto e mezzo per gestire stati d’animo troppo forti a cui non è possibile trovare risposte alternative. Sconsigliata in caso di modalità tossicofiliche.
  • 31. Nozioni di psicofarmacologia pratica La terapia depot • In altri casi, dove c’è il problema della compliance ai trattamenti in regime ambulatoriale possono essere introdotte anche terapie depot (iniezioni periodiche di neurolettici a rilascio prolungato)
  • 32. Nozioni di psicofarmacologia pratica Un problema di Compliance • Baudrant-Boga et al., 2009 “One year after discharge from psychiatric facilities however, only 50% of the psychotic patients are still compliant with their drug treatment”. • Serna et al., 2010 “Many patients discontinue antidepressant therapy long before the six-month minimum duration recommended for the treatment of major depression and many other diagnoses. Of the 7525 patients selected, 56% abandoned medication during the first four months. Good compliance was recorded in 22% of patients. • Herique, 2009 “Treatment was discontinued in overall 58.1% cases on patients' initiative and this percentage reached 71.3% in the case of premature withdrawal (<6 months).
  • 33. Nozioni di psicofarmacologia pratica Perché il paziente sospende o rifiuta i farmaci? • Effetti collaterali (aumento di peso, sedazione) • Sfida con i familiari o curanti sul sintomo o la malattia o sulla capacità di decidere, impegnarsi ecc. • Loop autodistruttivo • Stigma
  • 34. Migliorare la compliance • Dedicare tempo alla spiegazione del trattamento (spiegare effetti collaterali, il paziente condivide il piano?) • Prevedere dei limiti di tempo (es. inizio con metà dose degli AD per alcuni giorni, poi dose intera e poi continuare per circa…) • Dichiarare la possibilità di interrompere o modificare la terapia • Collegare la terapia ad attività di routine (es.pasti), adattarla se possibile al suo stile di vita • Il medico non ordina, ma PROPONE
  • 35. Nozioni di psicofarmacologia pratica Domanda da 100 milioni di $ Ma lei, prende i farmaci regolarmente? Atteggiamento tendenzialmente anarcoide, più diffuso rispetto ai farmaci non psichiatrici Oltre il 40% dei pazienti psichiatrici non assume correttamente la terapia prescritta!
  • 36. Nozioni di psicofarmacologia pratica Psicofarmaci e aumento di peso • Diminuisce la compliance alle cure e aumenta il rischio di sviluppare una serie di comorbilità somatiche che comprendono, in particolare, le malattie cardiovascolari e il diabete-tipo-2 (soprattutto neurolettici atipici) • Meccanismi indiretti (litio e ipotiroidismo, sedazione da antispicotici) o diretti: azione sul TNF (citokina proinfiammatoria),effetto istaminergico, serotonina, ancora da chiarire…
  • 37. Psicofarmaci e aumento di peso Classe Aumento di peso Diminuzione di peso Nessun effetto sul peso Antipsicotici Aloperidolo Molindone (?) Loxazapina Clozapina Pimozide (?) Perfenazina Fenotiazine Ziprasidone Olanzapina Neurolettici depot Quetiapina Risperidone Zotepina Stabilizzatori dellᅰumore Carbamazepina Felbamato Fenitoina Litio Topiramato Fenbarbitone Valproato di Gabapentina sodio Lamotrigina Antidepressivi Amitriptilina Bupropione Amoxapina Fenelzina Fluoxetina Moclobemide Imipramina Sertralina (?) Nefazodone Paroxetina Isocarbossazide Citalopram Fluvoxamina Trazodone Mirtazapina Venlafaxina Tranilcipromina Reboxetina Vari triciclici Desipramina Ansiolitici Alprazolam Nessuno Altre benzodiazepine Psicostimolanti Nessuno Amfetamine Modafinil Metilfenidato
  • 38. Prevenzione e gestione clinica dell’obesità iatrogena da psicofarmaci Avvertire il paziente del rischio e fornire indicazioni preventive. La prevenzione マ lᅰarma piン efficace Considerare i fattori di maggior rischio (genere femminile, predisposizione al sovrappeso, tipo di farmaco) Monitorare il peso corporeo (ogni settimana) e la funzionalitネ tiroidea Limitare le bevande caloriche (particolare attenzione allᅰalcol e alle bibite dolci) Limitare il consumo di grassi e zuccheri semplici Largo impiego di verdure e frutta Apporto adeguato di fibre Controllo del grazing (piluccamento fuori pasto) con eventuale uso di un diario alimentare Esercizio fisico (camminare almeno 60ᅰ al giorno; ginnastica, sport) Se necessario, suggerire una consulenza dietologica Escludere sempre lᅰeventualitネ di una gravidanza come causa dellᅰaumento di peso
  • 39. Nozioni di psicofarmacologia pratica La gestione della terapia farmacologica • E' importante sapere da chi è gestita la terapia farmacologica, se dal medico, o autogestita dal paziente (ufficialmente o praticamente) oppure se è qualcuno dei familiari che stabilisce i farmaci o i dosaggi da somministrare. Le modalità di assunzione o di somministrazione possono dare informazioni utili sulle dinamiche che si creano attorno al sintomo nell'ambito familiare. Progetto terapeutico post-dimissione: La paziente verrà ripresa in carico dal CSM di competenza (Dr.ssa xxxxxxx), con cui è fissato appuntamento per l’8-7 alle 8,30. Dovrebbe inoltre iniziare il percorso del DH dalla prossima settimana. Considerato l’alto rischio autolesivo, è stato deciso che l’Anafranil venga somministrato dalla figlia quotidianamente.
  • 40. Nozioni di psicofarmacologia pratica Effetti iatrogeni dei farmaci • Effetto ansiogeno di antidepressivi, spesso scambiati e confusi con stati psicogeni o sintomi somatici • Possibile aumento dell’aggressività in soggetti predisposti (tratti di personalità antisociale) • Effetto depressogeno dei neurolettici • Problema della tossicofilia: sconsigliati ansiolitici a persone con problemi di dipendenza con possibilità di assuefazione • SSRI e suicidio: sembra aumentare nell’uso negli adolescenti (warning FDA), ma gli studi sono inconcludenti. Sicuramente disinibire un depresso può avere dei rischi. Considerare anche il fattore angoscia-agitazione
  • 41. Nozioni di psicofarmacologia pratica Psicofarmaci: quanto tempo? • Ansiolitici: massimo un mese o due, teoricamente, rischio di dipendenza, assuefazione, abuso • Antidepressivi: minimo 6 mesi. Almeno sei mesi dopo la remissione completa dei sintomi. • Neurolettici e stabilizzatori dell’umore in pazienti gravi: dipende (spesso anni o tutta la vita)
  • 42. Nozioni di psicofarmacologia pratica Non sospendere i farmaci quando: • Sintomatologia ancora presente e invalidante sul funzionamento sociale, lavorativo o affettivo del soggetto • C’è un rischio suicidiario
  • 43. Scelta del farmaco • Diagnosi psichiatrica • Comorbidità con malatti fisiche (diabete, cardiopatie, epatopatie, etc.) • Assunzione di altri farmaci • Anamnesi di risposta postivas in precedenza • Condizioni di vita del paziente (aspetti sociali) • Altri fattori (es. stato cognitivo)
  • 44. I Significati della terapia psicofarmacologica Non è solo una questione di goccie o di pillole!
  • 45. Psicofarmacologia psicodinamica • Si concentra sul sul ruolo centrale del significato e dei fattori interpersonali (meaning effect) del trattamento psico farmacologico (Mintz & Belnap, 2006) , partendo dai concetti psicodinamici (inconscio, transfer, conflitto, resistenza, difesa) • Se nel complesso rapporto tra medico, paziente e terapia i fattori concordano non c’è problema, quando non concordano possiamo avere casi di resistenza al trattamento • Insegna non tanto cosa prescrivere, ma come prescrivere • Importanza dei fattori non farmacologici nella risposta a un farmaco (come in psicoterapia) . Rifiuto di un riduzionismo biologico • Importanza della preferenza del paziente (farmaci o psicoterapia: trattamento preferito funziona nel 50% dei casi, trattamento non preferito 22% (psicoterapia) e 7% (farmaci) (Kocsis, 2009)
  • 46. Vademecum di Psicofarmacologia psicodinamica (Mintz, 2002) 1. Evitare una visione scissa mente-corpo: uno psicofarmacologo “psicodinamico” considera una reazione positiva o negativa al farmaco non è solo l’azione diretta della pillola o della goccia, ma è mediata dai significati che il paziente attribuisce al farmaco 2. Conosci il paziente: “E’ più importante conoscere che tipo di paziente ha la malattia, rispetto a sapere a che malattia ha il paziente” (Sir W..Osler). Vissuti personali di significato del paziente rispetto al trattamento farmacologico (timore di dipendenza, timore di diventare uno zombie, etc.). Sentire che il medico prescrittore si interessa a lui come persona aumenta alleanza terapeutica. 3. Affrontare l’ambivalenza del paziente rispetto alla scomparsa dei sintomi: può essere utile indagare quali sono le aspettative della vita senza sintomi (circa la metà dei pazienti secondo gli studi trovano vantaggi secondari nel ruolo di malato o nel trattamento) 4. Affrontare apertamente i transfert negativi e la resistenza al trattamento (ambivalenza rispetto alla terapia farmacologica) 5. Rendersi conto dell’uso antiterapeutico dei farmaci (abuso) 6. Identificare e contenere il controtransfer nella prescrizione: una terapia con 2 antidepressivi, 3 ansiolitici, 4 stabilizzatori dell’umore e 2 neurolettici forse serve di più a placare l’ansia del medico che del paziente
  • 47. Vademecum di Psicofarmacologia psicodinamica (Mintz, 2002) • Riconoscere il paziente sia come soggetto che come oggetto della cura, protagonista assoluto del proprio processo di recovery, non una vittima passiva di una malattia biologica. Attivamente coinvolto in ogni decisione terapeutica. Soprattutto nei casi meno gravi, pazienti che vedono la depressione come non solo biologica rispondono meglio agli antidepressivi. • Se coinvolto nella diagnosi e nel decision-making ha probabilità 2.3 volte maggiore di continuare le cure, se non coinvolto 7.3 volte maggiore di non continuare il trattamento (Wooley, 2010) • Considerare anche i fattori non farmacologici (supporto sociale, attività fisica…) • Possono influenzare l’esito del trattamento ambivalenza rispetto ai farmaci, guadagni secondari della malattia, l’essere pronti per il cambiamento, motivazione al trattamento… • Autonomia/dipendenza: studi hanno mostrato che un alto tasso di autonomia favorisce un buon esito della terapia farmacologica (Peselow, 1992) • Attaccamento: pazienti con attaccamento sicuro mostrano una risposta più precoce all’antidepressivo. Pazienti con attaccamento evitante di solito hanno minor aderenza (Comnios, 2007)
  • 48. Psicofarmacologia psicodinamica • Aspettative rispetto al trattamento: alte aspettative (Krell, 2004) rispetto al trattamento avevano risposta del 90% agli AD, basse aspettative del 33% • Migliorare le aspettative del paziente anche con tecniche psicoterapiche (terapia interpersonale) o psicoeducative. Es. persona ha basse aspettative perché ha un famigliare affetto da un disturbo mentale che non è guarito. • Dare speranza, riconoscendo i limiti della terapia farmacologica • I pazienti che percepiscono il medico come sostenitore della loro autonomia (autonomous motivation) si sentono più motivati al trattamento (Zuroff,2007) • Alleanza: collaborazione paritaria per raggiungere un obiettivo comune, senza una prevalenza della volontà di una delle due parti (né autoritarismo, né servilismo)
  • 49. Psicologia psicofarmacologica - Placebo: In alcune metanalisi l’effetto placebo può essere responsabile fino al 75-80% dell’efficacia del trattamento. Pazienti che non sanno che potrebbero ricevere placebo rispondono al 60%, se lo sanno al 46%. - Motivazione al cambiamento: in studio placebo controlled pazienti che mostravano maggiore motivazione al cambiamento stavano meglio assumendo ansiolitici (e anche placebo) rispetto a quelli che avevano poca voglia di cambiare. La malattia può comportare benefici consci o inconsci (Beitman et al., 1994) - Alleanza terapeutica: studio su pazienti depressi che miglioravano di più se ricevevano la medicina in presenza di una buona alleanza terapeutica. Miglioramento anche con placebo in presenza di buona alleanza terapeutica (Krupnick et al., 1996) - Lo stigma psichiatrico può peggiorare la compliance (Sirey, 2001) - Rassicurazione del paziente rispetto a possibili effetti collaterali con disponibilità telefonica migliora sicuramente la compliance.
  • 50. Psicologia psicofarmacologica • Nocebo: pazienti che hanno ricevuto abusi o maltrattamenti dai caregivers o pazienti vulnerabili a figure di autorità (per svantaggio sociale o propensione alla remissività) vanno incontro a questo effetto, presente in coloro che si aspettano (consciamente o no) di essere danneggiati dai trattamenti. Molti di questi sviluppano anche molti effetti collaterali ai farmaci (Hahn, 1997) • La remissività (pazienti che non essere assertivi, comunicano con il corpo) è stata identificata come fattore di rischio per nocebo (Mcnair, 1970) • Neuroticismo (tendenza al worring e disforia) altro fattore predisponente (Davis, 1995) • L’appartenere a categorie sociali svantaggiate (basso stato socioeconomico, minoranze etniche, donne…) (Hahn, 1997) • Può essere utile con questi pazienti parlare diffusamente in anticipo rispetto alla possibile insorgenza di effetti collaterali, senza esagerare per non incorrere nell’effetto suggestione.
  • 51. Psicologia psicofarmacologica • Gli studi sull’azione di farmaci colorati hanno mostrato come le pillole rosse, gialle e arancione sono associate a un effetto stimolante, mentre quelle blu e verdi a un effetto calmante (de Craen, 1996) • E’stato studiato anche l’effetto del prezzo del farmaco (Waber, 2008): su antidolorifici placebo, se il prezzo veniva abbassato funzionava meno • Della via di somministrazione, del setting dove viene somministrato, a volte può essere necessario e utile coinvolgere anche i famigliari • Attenzione all’uso dei farmaci usati per la gestione di stati d’animo normali da cui si può apprendere molto di sé (solitudine, tristezza, frustrazione, rabbia) • Trattamento farmacologico della depressione come trattamento psicologico: nei casi resistenti valutare più i fattori relazionali (es. frequenza degli appuntamenti) che biologici…aumentare la dose del dottore, più che della medicina (Ankarberg, 2008)
  • 52. Psicologia Psicofarmacologica • Trovare la giusta modalità prescrittiva a seconda del paziente (Aikens, 2008) 1. Accettante: nessuna strategia particolare, buona aderenza 2. Indifferenti (basse aspettative,a spettano di vedere il risultato per convincersi di prendere il farmaco ): raggiungere rapidamente la dose efficace 3. Ambivalenti: start low, go slow 4. Scettici: considerare prima trattamento psicologico con l’obiettivo di migliorare l’attitudine verso i farmaci o il prescrittore
  • 53. I Significati della terapia psicofarmacologica Una terapia farmacologica per… • Una stampella, un bastone, un supporto, una richiesta di aiuto. • Un aiuto quando i sintomi non sono tollerabili. • Consentono di lavorare in psicoterapia (uscire da abulia o inaccessabilità). • Il supporto farmacologico potrebbe assumere il significato di poter delegare qualcosa all'esterno, di non dover rialzarsi sempre e solo con le proprie forze. • Può servire come mezzo di distanziamento per sfuggire un rapporto troppo diretto tra medico e paziente. • Evitare la presa di coscienza (e la mentalizzazione) della valenza psichica del malessere, spostando quest'ultimo sul terreno culturalmente più accettabile e rassicurante della malattia organica, dove il paziente ha un ruolo meno attivo e responsabilizzato.
  • 54. I Significati della terapia psicofarmacologica Una terapia farmacologica per… • Nutrimento consolatorio che il medico, come figura genitoriale buona, concede al paziente. • Alternativa a un rapporto psicoterapeutico che sta andando male…attenzione!!! • Spesso nella famiglia del paziente il farmaco acquista valenze relazionali negli equilibri familiari (Dottore, dia/non dia il farmaco a mio figlio!) • E' importante sapere da chi è gestita la terapia farmacologica, se dal medico, o autogestita dal paziente (ufficialmente o praticamente) oppure se è qualcuno dei familiari che stabilisce i farmaci o i dosaggi da somministrare. Le modalità di assunzione o di somministrazione possono dare informazioni utili sulle dinamiche che si creano attorno al sintomo nell'ambito familiare.
  • 55. I Significati della terapia psicofarmacologica Il paziente in psicoterapia che inizia a prendere psicofarmaci • La psicoterapia può mettere il paziente di fronte a situazioni frustranti. • Fuga/anestesia in cui il paziente si deresponsabilizza nei confronti dell'ansia, sia come rivincita/ricatto verso lo psicoterapeuta. • E' necessario che lo psicoterapeuta prenda posizione rispondendo a questo messaggio del paziente e non lo ignori. • Qualunque sia la risposta è importante che sia portata all'interno della psicoterapia, in modo che il paziente divenga consapevole delle componenti e delle implicazioni conseguenti a questa sua libera scelta. • Non sempre, comunque, la risposta migliore è quella simmetrica
  • 56. I Significati della terapia psicofarmacologica Il paziente in psicoterapia che inizia a prendere psicofarmaci • Può essere utile smontare il significato provocatorio proposto dal paziente accettando che prenda dei farmaci che gli allievino il disagio, includendo però questo comportamento all'interno della problematica della sintomatologia. • A volte è utile considerare, in ambito terapeutico, la modalità di rapporto del paziente con il farmaco come riproposizione delle modalità di rapporto con la figura di sostegno. • L'ambivalenza a volte manifestata dal paziente nel rapporto con il farmaco, come specchio dell'ambivalenza verso ogni figura di sostegno compresa quella genitoriale e terapeutica.
  • 57. I Significati della terapia psicofarmacologica Modello dipendenza-indipendenza Indipendenza massima Dipendenza massima Dipendenza normale Una sconfitta! Nutrimento indispensabile
  • 58. I Significati della terapia psicofarmacologica Possiamo dire allora che l'atteggiamento del terapeuta nei confronti degli psicofarmaci terrà conto: • Del tipo di disturbo trattato e del tipo di farmaco (ansiolitico, antidepressivo, stabilizzatore dell’umore, neurolettico); • Della funzione del sé intesa essenzialmente come capacità di definirsi e quindi di contatto con se stesso: questa valutazione è la base per la costruzione di un rapporto terapeutico; • Del tipo di contesto (terapeutico, istituzionale, familiare, ecc.) in cui lo psicoterapeuta si trova a muoversi, su cui può contare come sostegno, o che al contrario condizionano negativamente il suo operato.
  • 59. Integrazione tra intervento farmacologico e psicoterapico in regime ambulatoriale • Quando lo psicologo accetta in terapia un paziente che utilizza psicofarmaci, è conveniente che chieda che la responsabilità della prescrizione farmacologica venga presa da uno specialista, con il qual poter avere uno scambio informativo diretto, riportando il farmaco nell'ambito di una somministrazione controllata e controllabile • Le coterapie funzionano soprattutto per i casi più complessi Fondamentale remare dalla stessa parte (rischio scissione, termine prematuro di uno dei trattamenti, conflitto tra i due trattamenti) • Per il paziente è importante spesso sapere che i due terapeuti comunichino tra loro. Talvolta può essere coinvolto anche il medico di base o altri specialisti (es. nutrizionista) • Non ci sono controindicazioni comunque al fatto che il prescrittore e il terapeuta siano la stessa persona
  • 60. Comunicate!!! Dopo ogni incontro con il paziente. • Mail • Telefono • Incontri
  • 61. Il ricovero a domicilio • Con alcuni pazienti nelle fasi acute della malattia (agitazione, ansia, problemi di alcol e sostanze), quando è necessario un forte contenimento e quando non è possibile il ricovero (rifiuto del paziente, none estremi per TSO, mancanza del posto etc.) si può attuare una presa in carico intensiva anche ambulatoriale che può comprendere • Intensificazione della frequenza delle visite per il periodo della crisi • Contatti telefonici quotidiani (anche il terapeuta che chiama) • Coinvolgimento di famigliari • Coinvolgimento di altre figure (tecnico della riabilitazione psichiatrica, MMG)
  • 62. Bibliografia • Favarelli C. Psicofarmacologia per psicologia, Il Mulino, 2010 • Rovetto F. Elementi di psicofarmacologia per psicologi, Franco Angeli, 2003