1. La battaglia sugli appalti pubblici
è la madre di tutte le battaglie dei
cittadini onesti.
Non si tratta soltanto di
combattere la corruzione, che
resta pur sempre la vera
metastasi del nostro Paese,
purtroppo diffusa ben oltre il
settore dei lavori pubblici.
Di sicuro non si tratta di discutere
se l'1% o il 2% di tangenti sui
lavori pubblici è la quantità
moderata di corruzione da
tollerare. Il problema è ben più
ampio.
Si tratta infatti di come scegliere i
lavori pubblici che veramente
servono al Paese, cancellando
sul nascere quei lavori che sono
assolutamente inutili o addirittura
dannosi per l'ambiente, per la
salute e le tasche dei cittadini.
Per decenni in Italia sono stati
progettati e messi in cantiere
molte opere costosissime
soltanto per soddisfare gli appetiti
della classe politica, della
burocrazia e del sistema
parassitario delle imprese
colluse. L' elenco di queste opere
inutili è lungo e ben noto: dal TAV
Torino- Lione al Mose, dal Terzo
Valico alle molte autostrade inutili
e super accessoriate con svincoli
faraonici, dai mega-inceneritori
inquinanti alle tangenziali
fantasma, ecc.
Se solo focalizziamo lo sguardo
sulla nostra realtà novarese,
balzano agli occhi le molte opere
pubbliche (o miste pubblico-
private), che sono opere inutili,
costose, impattanti, come il Polo
Logistico di Agognate, il
raddoppio del CIM a Pernate, il
cubo di cemento del PISU a
Sant’Agabio, ecc.
Tutte queste opere pubbliche
inutili vengono portate avanti con
procedure opache, al riparo dagli
occhi della pubblica opinione,
addirittura ignorando i principi
elementari della trasparenza, del
pubblico interesse e della
partecipazione dei cittadini alla
gestione della cosa pubblica.
Le istituzioni pubbliche
dovrebbero viceversa investire i
soldi dei cittadini nelle opere
veramente necessarie, come la
sicurezza idrogeologica del
territorio, la bonifica dei siti
inquinati (in primo luogo la bonifica
dell’amianto), la manutenzione del
patrimonio immobiliare pubblico,
il risparmio energetico, un
sistema razionale dei trasporti, la
scuola e la ricerca, ecc.,
c o n i u g a n d o t r e f a t t o r i
fondamentali: lavoro, ambiente,
salute.
P e r r e a l i z z a r e q u e s t o
programma, è necessario che,
prima di ogni importante opera
pubblica, già in fase di
fattibilità, si apra un ampio
dibattito pubblico, in cui i
cittadini, individualmente o in
forma associata, esprimano le
loro opinioni nel merito.
F.T.
Italicum, guarda caso la
minoranza PD si aggrappa alle
poltrone Sì a fiducia da 50
dissidenti PD su 70. Quando si
dice essere coeRENZI
GabrieleSozzani@twitter
Stampato in proprio
Vogliamo la trasparenza
2. Scuola: Renzi, lo senti l'urlo
degli insegnanti?
Gli insegnanti il 23 aprile u.s.
hanno invaso 120 piazze
italiane, hanno inondato il centro
di Roma e non si fermeranno
perchè a rischio non c'è solo il
loro futuro, ma quello della
scuola italiana.
Sono gli insegnanti, di ruolo e
precari, che stanno provando a
fermare la vergognosa
riforma della scuola
imposta dal governo.
Renzi ha fatto ciò che
nemmeno il pessimo
ministro Gelmini era
riuscito a fare: farli
s c e n d e r e
spontaneamente in
piazza tutti insieme. Renzi, lo
senti il loro fiato sul collo?
Senti il grido che arriva da
queste piazze?
Ora più che mai sentiamo che la
riforma del governo sta
vacillando sotto l'onda d'urto di
queste proteste, sentiamo che
questa grande mobilitazione può
avere la forza di fermare questo
scempio e l'arroganza di questo
governo. Per questo è il
momento di andare avanti con
forza in questa battaglia che si
gioca contemporaneamente
nelle piazza italiane e nelle Aule
parlamentari.
Il MoVimento5Stelle c'è, dentro
e fuori il Parlamento: c'è con la
sua presenza accanto a
insegnanti e studenti, c'è
nell'ascoltare il loro grido
d'allarme e le loro richieste, c'è in
Commissione e in Aula con i
propri emendamenti. Noi ci
siamo sul serio e non per finta,
come invece fa Forza Italia che
oggi contesta la riforma di Renzi
e che solo qualche anno fa ne
presentò una identica con la
Gelmini.
M5S Senato
I partiti sono pronti a rimettere le
mani nelle tasche dei cittadini
con il ritorno a pieno titolo del
finanziamento pubblico. Un
finanziamento che in realtà non
era mai scomparso del tutto.
Il MoVimento5Stelle, è l'unica
forza politica che ha rinunciato a
42 milioni di euro nel 2013 a
cui si aggiungono 12 milioni di
euro restituiti dai parlamentari
pentastellati in questi primi due
anni di legislatura.
Tutti i partiti dal Pd a Sel stanno
presentando disegni di legge per
tornare in maniera stabile al
finanziamento pubblico. Si va
dalla proposta di Sel con la
proposta “un euro un voto”, al Pd
con Sposetti (ex tesoriere Ds) al
Senato. Dove attingere i fondi
per il 'gran ritorno'?
Come anticipato da alcuni organi
di stampa il decreto del governo
Letta che istituì lo scorso anno il
finanziamento pubblico tramite il
2 per mille nelle dichiarazioni dei
redditi (che si sta rilevando un
totale fallimento), stabilì uno
scalare dei finanziamenti pubblici
con un sempre più teorico
azzeramento nel 2017. In tempi
non sospetti il
MoVimento5Stelle
d e n u n c i ò
l'imbroglio.
O r a i p a r t i t i
tentano il 'blitz'
per riesumare
pienamente il
finanziamento
pubblico. Dove troveranno i
soldi?
Come ha rivelato ieri 'Il Sole 24
Ore' allo stesso tempo Letta fissò
dei fondi a copertura del 2 per
mille: 7,75 milioni per il 2014, 9,6
milioni per il 2015, 27,7 milioni
per il 2016 e 45,1 dal 2017. Di
quei 7,75 milioni di euro per il
2014 sono stati impegnati solo
300mila euro.
Ed è lì che i partiti vogliono
mettere le mani per finanziarsi
ancora alla faccia dei cittadini e
del referendum del 1993.
F o n d i c h e p e r i l
MoVimento5Stelle andrebbero
invece destinati a finanziare il
reddito di cittadinanza.
M5S Senato
Notizie dal parlamento Notizie dal parlamento Notizie dal parlamento Notizie dal parlamento
I partiti rivogliono i
finanziamenti pubblici!
3. IL Def (Documento di Economia e
Finanza) è il principale strumento di
programmazione economica del
governo, perché indica dei parametri
di finanza pubblica vincolanti per la
manovra finanziaria dell'ottobre
successivo(LeggediStabilità).
Da quando l'Italia fa parte dell'Unione
Europea, il Def è controllato
rigorosamente dalla Commissione
Europea, e informalmente anche dalle
due istituzioni che insieme alla
Commissione compongono l'ormai
celebre Troika: Fondo Monetario
Internazionale e Banca centrale
europea.
Valeadirechelapoliticaeconomica
italiana non si fa più a Roma, e i
risultati,purtroppo,sivedono.
Dal Governo Monti in avanti il Def si è
trasformato in una macelleria sociale,
ma quantomeno il rettore della Bocconi
non si inventava "tesoretti" elettorali e
bonus fallimentari per indorare l'amara
pilloladell'austerità.
In questo Def è stimato per il 2015 un
Pil in crescita del +0,7% e su questo
numero il Governo costruisce il suo
programma economico per gli anni
successivi.
Negli ultimi anni i governi di ogni colore
hanno sistematicamente sbagliato le
previsioni sul Pil, insieme alle più
prestigioseistituzioniinternazionali.
Nel 2014 questo esecutivo garantiva
una crescita del +0,8%, mentre a fine
annoidatiufficialisegnavanounnuovo
calo (-0,4%). Un errore dell'1,2% del Pil
è gravissimo e la sensazione è che a
fine 2015 anche le stime di oggi si
riveleranno ridicole. Se il Pil crescerà
come al solito meno del previsto, o
addirittura continuerà a calare, non solo
il "tesoretto" scomparirà come di
incanto, ma il Governo si troverà
costretto a coprire le minori entrate reali
connuovitagliemaggioritasse.
NelDefsiscrivenerosubiancochenel
futuro dell'Italia ci sarà sempre e solo
austerità, dato che viene programmato
il pareggio di bilancio nel 2018 e
addirittural'avanzodibilancionel2019.
Nonsaràlacrescitaagarantircilaparità
fra entrate e spese pubbliche, ma altre
tasse e nuovi tagli. Vediamolo nel
dettaglio.
Per gli anni 2015, 2016 e 2017 la
pressione fiscale crescerà, alla faccia di
tutte le promesse: si confermerà al
43,5%delPilquest'annopersfondareil
muro del 44% nei due anni seguenti
(44,1%).
A far aumentare ancora le tasse
saranno le clausole di salvaguardia,
pronte a scattare il 1 gennaio 2016:
+12,8 miliardi nel 2016, +19,2 miliardi
nel 2017 e +22 miliardi nel 2018 tra Iva
eaccisesulcarburante.
L'Iva, già oggi altissima al 22%, salirà
gradualmentefinoal25,5%nel2018.
Il prestigiatore di Firenze promette che
le clausole saranno evitate grazie ai
tagli di spesa, ma non dice quali. Nel
Defperòc'ètuttoscritto:sitrattadeisoliti
tagli alle pensioni, alla spesa sociale, e
agliinvestimenti.
La spending review del Governo non
mira a rendere la spesa pubblica più
efficiente, ma a dimagrire i servizi
fondamentali per gettarli nelle fauci del
settore privato, ancor meglio se estero.
Stiamo parlando di Welfare, Sanità,
Istruzione, Trasporto Pubblico: i pilastri
diognisocietàcivile.
Ultimo capitolo, non meno doloroso,
riguarda le mitologiche privatizzazioni,
celebrate a destra e a sinistra negli
ultimi 20 anni, ma disastrose per le
taschedeicittadinielaqualitàdellavita.
Le tariffe sull'acqua si sono moltiplicate
negli anni, i pedaggi autostradali
continuanoacrescereeiserviziprimari,
asserviti alla logica del profitto privato,
trascuranoormailaqualità.
Di qui al 2019, però, è prevista la
svendita di altre partecipazioni
pubbliche di importanza strategica, per
quasi 2 punti di Pil. Svendere ai privati,
spesso stranieri, i nostri gioielli residui
significa rinunciare per sempre a
investimenti assicurati, posti di lavoro,
diritti (vedi Whirpool) e non ultimi ingenti
profitti, trasferiti in gran parte fuori dai
nostriconfini.
Inutile dire che il M5S scriverebbe un
Def del tutto diverso, per la semplice
ragione che non è sensibile agli
interessi della finanza internazionale e
delle multinazionali nascoste dietro alla
Troika. Un Def a 5 stelle riporterebbe al
centro,finalmente,l'economiareale.
È urgente infatti ripudiare i vincoli
europei, uscire dall'euro, promuovere
investimenti nei settori innovativi e ad
alta occupazione. Tutto questo
garantirebbe di abbassare davvero la
pressione fiscale e il debito pubblico,
senza i tagli controproducenti allo Stato
socialeeaiservizifondamentali.
M5SSenato
Def 2015: l'austeritànel
futuro dell'Italia
Notizie dal parlamento Notizie dal parlamento Notizie dal parlamento Notizie dal parlamento
4. Oggi 28 aprile si è
celebrata la Giornata
mondiale della sicurezza
sul lavoro e la Giornata
mondiale delle vittime
d e l l ’ a m i a n t o , d u e
r i c o r r e n z e c h e i n
Piemonte hanno un
significato particolare.
Ogni anno nella nostra
Regione si registrano
decine di morti sul posto
di lavoro, inoltre proprio
su questo territorio si è
verificata la più grande
t r a g e d i a d o v u t a
all’amianto a Casale
M o n f e r r a t o , s e n z a
dimenticare la più grande
cava amiantifera d’europa
che si trova a Balangero (TO).
Sicurezza sul luogo di lavoro ed
emergenza amianto sono ben
rappresentate anche dal grave
caso di Palazzo Nuovo a Torino,
attualmente chiuso per la
p r e s e n z a d i
materiale nocivo e
dove sono stati
registrati due
d e c e s s i p e r
l ’ e s p o s i z i o n e
all’amianto. Il
MoVimento5Stelle
ha presentato
proposte precise
su entrambi i
fronti.
A b b i a m o
depositato un
emendamento per
f i n a n z i a r e i l
capitolo relativo al “Fondo di
solidarietà per le vittime degli incidenti
sul lavoro (L.R. 25/2007)” ed
auspichiamo un atteggiamento
collaborativo da parte della
maggioranza.
Non sarà un intervento
r i s o l u t i v o m a
p r o b a b i l m e n t e
contribuirà a migliorare
i dati preoccupanti
degli ultimi anni e
magari anche gli effetti
negativi del Jobs Act
( c h e c o n s e n t e i l
c a m b i a m e n t o d i
m a n s i o n e d e l
lavoratore anche senza
obbligo di formazione).
Sempre sul bilancio
regionale abbiamo
presentato una serie di
emendamenti per
incrementare le risorse
per le bonifiche, lo
smaltimento e la
rimozione di materiali
contenenti amianto.
Un modo per rendere, almeno
in parte, giustizia a tutte le
vittime piemontesi dell’amianto
g i à b e f f a t e d a
SICUREZZA SUL LAVORO ED EMERGENZA AMIANTO,
LE NOSTRE PROPOSTE PER IL BILANCIO REGIONALE
Attenzioneci troviamo sempre al
venerdì dalle ore 21.00
In piazza Sacro Cuore n°5.
(zona viale Roma ex sede di quartiere)
Naturalmente a Novara