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INDICE
Il Palazzo Enciclopedico
Spazi Espositivi
Backstage
Giardini
Padiglioni Nazionali
Padiglione Santa Sede
Padiglione Venezia
Arsenale ‐ Corderie
Padiglione Italia
Leoni d’oro
FUORI BIENNALE
Ahmet Günestekin. Monumentum of Memory
Ai Weiwei – Disposition
Antoni Muntadas. Protocolli Veneziani I
Back to back to Biennale ‐ Free expression
bestiario contemporaneo
Anthony Caro
CROSSOVER
Artisti internazionali + vetro = GLASSTRESS
Guggenehim ‐ STEPHAN BALKENHOL
Guggenehim ‐ Robert Motherwell ‐ i primi collage
Jacob Hashimoto. Gas Giant
Judi Harvest ‐ Denatured: Honeybees+ Murano
Judi Harvest ‐ Denatured: Honeybees+ Murano
Marc Quinn
MATTA. Roberto Sebastian Matta, Gordon Matta,
Clark e Pablo Echaurren Matta
Maxim Kantor
Omar Galiani Il sogno della Principessa Lyu Ji
Rudolf Stingel
Prima Materia
Qiu Zhijie. L’Unicorno e il Dragone
Roy Lichtenstein Sculptor
Tàpies. Lo sguardo dell'artista
The immigrants. Experiment 2
Il Palazzo di Everything + The Salon of Everything
ARMIN LINKE E DONATO DOZZY /RABIH BEAINI
TIME LAPSE
VEDOVA PLURIMO
Vito Acconci  Franco Vaccari
Acconci studio intersection
When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013
Where should Othello go?
Manet Ritorno a Venezia
IlPalazzoEnciclopedico
Il Palazzo Enciclopedico
Sarà aperta al pubblico da sabato 1° giugno a
domenica 24 novembre 2013 ai Giardini e all’Arsenale
la 55. Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo Il
Palazzo Enciclopedico, curata da Massimiliano Gioni e
organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da
Paolo Baratta. La vernice ha luogo nei giorni 29, 30 e
31 maggio 2013. La cerimonia di premiazione e di
inaugurazione si svolgerà sabato 1° giugno.
La Mostra è affiancata da 88 Partecipazioni nazionali
negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel
centro storico di Venezia. Sono 10 i Paesi presenti per
la prima volta: Angola, Bahamas, Regno del Bahrain,
Repubblica della Costa d’Avorio, Repubblica del
Kosovo, Kuwait, Maldive, Paraguay e Tuvalu.
Novità assoluta è anche la partecipazione della Santa
Sede con una mostra allestita nelle Sale d’Armi. In
Principio è il titolo scelto dal Card. Gianfranco Ravasi
(Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura) per il
Padiglione curato da Antonio Paolucci (Direttore dei
Musei Vaticani).
Sia la Santa Sede che l’Argentina, il Sudafrica e gli
Emirati Arabi saranno ospitati nei nuovi padiglioni
restaurati dalla Biennale nelle Sale d’Armi all’Arsenale.
Il Padiglione Italia in Arsenale, organizzato dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la
PaBAAC - Direzione Generale per il paesaggio, le
belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee - è
curato quest’anno da Bartolomeo Pietromarchi con
una mostra dal titolo “vice versa”.
Paolo Baratta
Presidente della Biennale di Venezia
President of la Biennale di Venezia
© Photomovie / Antonello & Montesi
Sono 47 gli Eventi Collaterali ammessi dal curatore e
promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali
senza fini di lucro, dislocati in numerose sedi della città
di Venezia.
Grazie a un accordo tra la Biennale di Venezia e il
Teatro la Fenice è reso possibile il Progetto Speciale
Madama Butterfly. L’ideazione di scene e costumi sono
affidati all’artista giapponese Mariko Mori, la regia allo
spagnolo Àlex Rigola che dal 2010 è direttore della
Biennale Teatro (Teatro la Fenice 21 > 30 giugno e 12
> 31 ottobre 2013).
• La Mostra Internazionale
Il Palazzo Enciclopedico forma un unico percorso
espositivo che si articola dal Padiglione Centrale
(Giardini) all’Arsenale, con opere che spaziano
dall’inizio del secolo scorso a oggi, e con molte nuove
produzioni, includendo più di 150 artisti provenienti da
38 nazioni.
“Nel corso di questi anni – spiega il Presidente Paolo
Baratta – nella rappresentazione del contemporaneo è
cresciuto il desiderio dei nostri curatori di mettere gli
artisti in prospettiva storica o di affinità reciproca,
evidenziando legami e relazioni sia col passato, sia
con altri artisti del presente. Nello stesso tempo,
rispetto all’epoca delle avanguardie, è cresciuta
sempre più l’attenzione verso l’intensità della relazione
tra l’opera e lo spettatore (viewer) il quale, ancorché
scosso da gesti e provocazioni, alla fine ricerca
nell’arte l’emozione del dialogo con l’opera, che deve
provocare quell’ansia ermeneutica, quel desiderio di
andare oltre che ci si attende dall’arte.”
“In questa direzione – prosegue Baratta – compie un
passo decisivo questa Biennale che dà vita a una
grande mostra-ricerca. Con Il Palazzo Enciclopedico
Massimiliano Gioni, assai più che portarci un elenco di
artisti contemporanei, riflette sulle loro spinte creative e
sembra portare ancora più avanti il quesito: ma qual è
il mondo degli artisti? L’interesse prospettico arriva al
punto da ricercare relazioni con mondi diversi, per cui
sono rappresentate opere di artisti contemporanei, ma
anche opere del passato, riferimenti diversi, lavori che
non hanno la pretesa di opere d’arte, ma che fanno
parte degli stimoli a immaginare e sognare oltre la
realtà, un’altra realtà. Insomma, quelle visioni che
hanno nel tempo classico sollecitato le ‘aspirazioni’
degli artisti, nel tempo moderno le ‘ossessioni’ degli
stessi, e a dar forma sensibile alle une e alle altre, fino
al tempo presente, ove si verifica un vero e proprio
capovolgimento. Oggi, ci sembra dire Gioni, è la realtà
ordinaria a offrire su una tavola imbandita una pletora
di immagini e visioni per l’uso quotidiano, e che tutte ci
colpiscono senza possibilità di sfuggirle e che l’artista
dovrebbe semmai attraversare restando indenne,
come Mosè il Mar Rosso.”
La Mostra è ispirata all’utopistica idea creativa di
Marino Auriti che nel 1955 depositò all’ufficio brevetti
statunitense il progetto di un Palazzo Enciclopedico, un
museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto
il sapere dell’umanità. Auriti progettò un edificio di 136
piani che avrebbe dovuto raggiungere i 700 metri di
altezza e occupare più di 16 isolati della città di
Washington.
“L’impresa rimase incompiuta – racconta Massimiliano
Gioni – ma il sogno di una conoscenza universale e
totalizzante attraversa la storia dell’arte e dell’umanità
e accomuna personaggi eccentrici come Auriti a molti
artisti, scrittori, scienziati e profeti che hanno cercato –
spesso in vano – di costruire un’immagine del mondo
capace di sintetizzarne l’infinita varietà e ricchezza.
Oggi, alle prese con il diluvio dell’informazione, questi
tentativi di strutturare la conoscenza in sistemi
omnicomprensivi ci appaiono ancora più necessari e
ancor più disperati.”
“Sfumando le distinzioni tra artisti professionisti e
dilettanti, tra outsider e insider, l’esposizione adotta un
approccio antropologico allo studio delle immagini,
concentrandosi in particolare sulle funzioni
dell’immaginazione e sul dominio dell’immaginario.
Quale spazio è concesso all’immaginazione, al sogno,
alle visioni e alle immagini interiori in un’epoca
assediata dalle immagini esteriori? E che senso ha
cercare di costruire un’immagine del mondo quando il
mondo stesso si è fatto immagine?”
Il Palazzo Enciclopedico indaga il desiderio di sapere e
vedere tutto: è una mostra sulle ossessioni e sul potere
trasformativo dell’immaginazione. La mostra si apre al
Padiglione Centrale ai Giardini con una presentazione
del Libro Rosso di Carl Gustav Jung. “Nei vasti spazi
dell’Arsenale – ridisegnati per l’occasione in
collaborazione con l’architetto Annabelle Selldorf -
l’esposizione è organizzata secondo una progressione
dalle forme naturali a quelle artificiali, seguendo lo
schema tipico delle wunderkammer cinquecentesche e
seicentesche.” Dalle numerose opere ed espressioni
figurative in mostra, che includono film, fotografie,
video, bestiari, labirinti, tavole enciclopediche,
performance e installazioni, “emerge una costruzione
complessa ma fragile, un’architettura del pensiero
tanto fantastica quanto delirante.”
“Il Palazzo Enciclopedico – conclude Gioni – è una
mostra in cui si rende manifesta una condizione che
condividiamo tutti, e cioè quella di essere noi stessi
media, di essere conduttori di immagini, di essere
persino posseduti dalle immagini.”
• Biennale Sessions, il progetto per le Università
Si rinnova per il quarto anno consecutivo, e dopo lo
straordinario successo degli anni precedenti, il progetto
Biennale Sessions che la Biennale dedica alle
istituzioni operanti nella ricerca e nella formazione nel
campo delle arti o nei campi affini, Università e
Accademie di Belle Arti. L'obiettivo è quello di offrire
una facilitazione a visite di tre giorni da loro
organizzate per gruppi di almeno 50 tra studenti e
docenti, con vitto a prezzo di favore, la possibilità di
organizzare seminari in luoghi di mostra offerti gratis,
assistenza all'organizzazione del viaggio e soggiorno.
Al progetto hanno finora aderito 18 Università
internazionali, di cui 5 italiane e 13 straniere, altre 12
sono in via di formalizzazione.
Paolo Baratta - foto Francesco Galli
• Meetings on Art
La Biennale organizza durante tutto il periodo di Mostra
il programma di Meetings on Art, una serie di
conferenze, spettacoli e dibattiti, arricchiti quest’anno
dal progetto di Marco Paolini. Artista invitato da Gioni
alla 55. Esposizione, Paolini racconterà storie e
pensieri presso lo spazio Álvaro Siza del Giardino delle
Vergini in Arsenale che ospiterà l’installazione FÉN, un
mappamondo di utensili e fieno attorno al quale Paolini
presenterà le sue performance. In programma alla
ripresa autunnale quattro appuntamenti centrati sul
mito dell’artista autodidatta, L’esistenza è altrove;
sull’antropologia delle immagini e della storia dell’arte,
Immagine-mondo; sulle Enciclopedie e altri viaggi
dell’immaginazione, Niente è più dolce che sapere
tutto. L’ultimo incontro, Let’s Talk About Us, è fissato
per il 24 novembre 2013, giorno di chiusura della 55.
Esposizione.
In merito a questi due progetti della Biennale, il
Presidente Baratta afferma: “Desideriamo che la visita
faccia parte dell'attività curriculare degli studenti e che
la Biennale rappresenti un luogo di ricerca dove si
osserva, si sviluppano riflessioni, si elaborano dei
progetti.”
Anche per il 2013 è prevista l’attività Educational che si
rivolge a singoli e gruppi di studenti delle scuole di ogni
ordine e grado, delle università e delle accademie
d'arte, professionisti, aziende, esperti, appassionati e
famiglie. Le iniziative, condotte da operatori selezionati
e formati dalla Biennale di Venezia, mirano a un
coinvolgimento attivo dei partecipanti e si suddividono
in Percorsi Guidati e Attività di Laboratorio.
La cerimonia di premiazione e inaugurazione della 55.
Esposizione avrà luogo sabato 1° giugno ai Giardini
alle ore 11, con la consegna dei Leoni d’oro alla
carriera a Maria Lassnig e Marisa Merz, e dei premi
ufficiali assegnati dalla giuria internazionale composta
da Jessica Morgan (Gran Bretagna) Presidente, Sofía
Hernández Chong Cuy (Messico), Francesco
Manacorda (Italia), Bisi Silva (Nigeria), Ali Subotnick
(Stati Uniti).
• Il catalogo e la guida
Il catalogo della 55. Esposizione si compone di due
volumi (pp. 756): il primo, dedicato all'Esposizione
Internazionale, contiene riproduzioni delle opere degli
artisti in Mostra, testi monografici sugli artisti
partecipanti e una sezione speciale di saggi, coordinati
da Sina Najafi e Jeffrey Kastner della rivista Cabinet,
nella quale storici dell’arte, filosofi, accademici e
scrittori affrontano, descrivono e discutono varie forme
di ossessione, sistemi di conoscenza, avventure del
sapere e altri viaggi dell’immaginazione. Il secondo
volume è dedicato alle Partecipazioni Nazionali e agli
Eventi Collaterali. La guida completa e dettagliata alla
Mostra (pp. 304) è uno strumento indispensabile per la
visita: contiene scritti monografici su tutti gli artisti
invitati alla 55. Esposizione e include oltre 150 voci,
testi e informazioni utili su tutti i Padiglioni Nazionali e
gli Eventi Collaterali. Entrambi i prodotti editoriali sono
realizzati da Marsilio Editori.
Le giornate di vernice e gli appuntamenti organizzati
nel corso della 55. Esposizione saranno documentati
in un ampio palinsesto composto da reportage e video-
interviste realizzato da Ultrafragola tv, visibile sul
Mediacenter del sito istituzionale www.labiennale.org.
La 55. Esposizione Internazionale d’Arte è realizzata
anche con il sostegno di Swatch, partner della
manifestazione, e di Enel, Japan Tobacco
International, Foscarini, Vela-Hello Venezia, illycaffè,
Ferrovie dello Stato Italiane e Gi Group.
Ringraziamenti a Cleary Gottlieb Steen & Hamilton
LLP.
Si ringrazia il Ministero per i Beni e le Attività Culturali
che in un momento non facile per la finanza pubblica
mantiene il suo decisivo supporto, le Istituzioni del
territorio che in vario modo sostengono la Biennale, la
Città di Venezia, la Regione del Veneto. Si estende il
ringraziamento alle Autorità a vario titolo coinvolte e
interessate alle strutture nelle quali la Biennale opera
nelle sue manifestazioni, dalla Marina Militare alle
Soprintendenze veneziane.
Grazie al team di Massimiliano Gioni e alla struttura
della Biennale che si sono impegnati tutti nella
realizzazione della Mostra. Un ringraziamento va ai
numerosi donors, particolarmente importanti nella
realizzazione della 55. Esposizione.
spazi espositivi
Biblioteca della Biennale ‐ ASAC
Padiglione Centrale ‐ Giardini, Venezia
Photo: Giorgio Zucchiatti ‐ Courtesy: la Biennale di Venezia
Biblioteca della Biennale ‐ ASAC
Padiglione Centrale ‐ Giardini, Venezia
Photo: Giorgio Zucchiatti ‐ Courtesy: la Biennale di Venezia
Biblioteca della Biennale ‐ ASAC
Padiglione Centrale ‐ Giardini, Venezia
Photo: Giorgio Zucchiatti ‐ Courtesy: la Biennale di Venezia
Sala Chini
Ciclo pittorico la Civiltà Nuova, 1909
Padiglione Centrale, Giardini
Courtesy la Biennale di Venezia
Sala Chini
Ciclo pittorico la Civiltà Nuova, 1909
Padiglione Centrale, Giardini
Courtesy la Biennale di Venezia
Sala Chini
foto G. Zucchiatti
Padiglione Centrale
Giardini della Biennale
2010
Photo: Giulio Squillacciotti
Courtesy: la Biennale di Venezia
Padiglione Centrale
Giardini della Biennale
2010 ‐ Photo: Giulio Squillacciotti ‐ Courtesy: la Biennale di Venezia
Corderie
Arsenale
2010 ‐ Photo: Giulio Squillacciotti ‐ Courtesy: la Biennale di Venezia 
Corderie
Arsenale
2010 ‐ Photo: Giulio Squillacciotti ‐ Courtesy: la Biennale di Venezia 
Corderie
Arsenale
2010 ‐ Photo: Giulio Squillacciotti ‐ Courtesy: la Biennale di Venezia 
Artiglierie
Arsenale
2010 ‐ Photo: Giulio Squillacciotti ‐ Courtesy: la Biennale di Venezia 
Artiglierie
Arsenale
2010 ‐ Photo: Giulio Squillacciotti ‐ Courtesy: la Biennale di Venezia 
Gaggiandre
Arsenale
2010 ‐ Photo: Giulio Squillacciotti ‐ Courtesy: la Biennale di Venezia 
Gaggiandre
Arsenale
2010 ‐ Photo: Giulio Squillacciotti ‐ Courtesy: la Biennale di Venezia 
Gaggiandre
Arsenale
2010 ‐ Photo: Giulio Squillacciotti ‐ Courtesy: la Biennale di Venezia 
Padiglione Italia
Arsenale 
2010 ‐ Photo: Giulio Squillacciotti ‐ Courtesy: la Biennale di Venezia
Padiglione Italia
Arsenale 
2010 ‐ Photo: Giulio Squillacciotti ‐ Courtesy: la Biennale di Venezia
backstage
Massimiliano Gioni
Curator of the 55th International Art Exhibition – la Biennale di Venezia
Curatore della 55. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia
Installation view Il Palazzo Enciclopedico
Photo by Francesco Galli ‐ Courtesy la Biennale di Venezia
Massimiliano Gioni
Curator of the 55th International Art Exhibition – la Biennale di Venezia
Curatore della 55. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia
Installation view Il Palazzo Enciclopedico
Photo by Francesco Galli ‐ Courtesy la Biennale di Venezia
Massimiliano Gioni
Curator of the 55th International Art Exhibition – la Biennale di Venezia
Curatore della 55. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia
Installation view Il Palazzo Enciclopedico
Photo by Francesco Galli ‐ Courtesy la Biennale di Venezia
Massimiliano Gioni
Curator of the 55th International Art Exhibition–la Biennale di Venezia
Curatore della 55. Esposizione Internazionale d’Arte –la Biennale di Venezia
Installation viewIl Palazzo Enciclopedico
Photo by Francesco Galli ‐Courtesyla Biennale di Venezia
Massimiliano Gioni
Curator of the 55th International Art Exhibition–la Biennale di Venezia
Curatore della 55. Esposizione Internazionale d’Arte –la Biennale di Venezia
Installation viewIl Palazzo Enciclopedico
Photo by Francesco Galli ‐Courtesyla Biennale di Venezia
Massimiliano Gioni
Curator of the 55th International Art Exhibition – la Biennale di Venezia
Curatore della 55. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia
Installation view Il Palazzo Enciclopedico
Photo by Francesco Galli ‐ Courtesy la Biennale di Venezia
giardini
José Antonio Suarez Londono
Franz Kafka, Diarios II 1914‐1923, 2000
Particolare dell’installazione, Giardini (Padiglione centrale)
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Il Palazzo Enciclopedico di Massimiliano Gioni
comincia nel Padiglione Centrale ai Giardini della
Biennale.
Fulcro della Mostra è Libro Rosso di Carl Gustav Jung,
un testo calligrafico ed illustrato: un libro di sogni,
visioni fantastiche e premonizioni a cui lo psichiatra
svizzero lavorò per più di 16 anni, secondo la pratica
dell'immaginazione attiva che lo stesso Jung teorizzò
come strumento di scoperta ed analisi dell'inconscio.
L'opera originale, del 1913, è per la prima volta in
Italia.
Il Padiglione Centrale propone opere che cercano di
dare visibilità all'immateriale e tradurre in immagini il
dialogo col divino: come l'artista svedese Hilma af
Klimt che sosteneva di dipingere cartografie
dell'universo suggeritele in sogno da voci
soprannaturali o Augustine Lesage artista naïf
interpreta simbolicamente l'universo seguendo una
sorta di scrittura automatica.
Anche l'immaginare, il predire il futuro sono temi
ricorrenti nell'esposizione, di Alistar Crowley è presente
con una serie rarissima di schizzi per i tarocchi.
La Mostra raccoglie cosmogonie private, come quelle
apocalittiche di Fredrich Schröder-Sonnenstern, e
immagini religiose: fra le opere più preziose i Gift
Drawings, disegni estatici che le comunità americane
Shaker realizzano sotto l'influsso di voci divine e le
prime raffigurazione degli sciamani delle Isole
Salomone, popolate da demoni e divinità in lotta con le
creature marine, raccolte da un antropologo negli anni
'30.
La rappresentazione dell'invisibile ritorna anche nei
personaggi-talismano che Guo Fengyi dipingeva per
curarsi dal cancro o bloccare l'epidemia di Sars (come
nei fogli in esposizione) e in quelle di Emma Kunz,
nelle icone religiose e nelle danze macabre di Jean-
Frédéric Schnyder.
Aristi riconosciuti e autodidatti lontani dai circuiti ufficiali
dell'arte che si affiancano. C'è questa voglia nella
Mostra di sottolineare che tutti sono-siamo outsider.
Come nell'opera video di Artur Żmijewski che invita dei
non vedenti a dipingere una natura non vista ma
percepita.
Un simile senso di stupore cosmico pervade molte altre
opere, dai film di Melvin Moti che studia le schegge di
uranio, alle riflessioni sulla natura di Laurent Montaron
intenta a ritrarre il mare del nord in tutte le condizioni
meteorologiche, fino alle vedute di Thierry De Cordier.
E Il Palazzo Enciclopedico confonde le così dette arti
alte con le arti basse, ecco dunque le sculture in
ceramica di Ron Nagle, le intricate geometrie floreali di
Anna Zemánková, Geta Brătescu che tesse mappe
immaginarie e i palinsesti dipinti di Varda Caivano per
descrivere un mondo interiore in cui forme naturali e
presenze immaginarie si sovrappongono. Il desiderio di
conoscenza significa anche conoscere se stessi e
quindi l'autoritratto diviene la cifra dell'universo nelle
opere di Maria Lassnig e Marisa Merz, entrambe
vincitrici quest'anno del Leone d’Oro alla carriera, che
da molti anni indagano la profondità della loro psiche e
le metamorfosi del loro corpo.
Altri temi centrali della Mostra sono la scrittura e il
disegno del fantastico e molti sono gli artisti invitati a
lavorare sui libri: Christiana Soulou ha illustrato gli
animali fantastici catalogati da Jorge Luis Borges,
mentre José Antonio Suárez Londoño traduce in
immagini i diari di Franz Kafka. Di Roger Caillois,
scrittore surrealista, è presente la collezione completa
delle sue pietre “frammenti dell'universo in cui si
mescolano geologia e misticismo”.
Parte importante del percorso del Padiglione Centrale
è la raccolta di circa 40 disegni di Rudolf Steiner,
filosofo pedagogo di inizio 900, che tenne più di 5000
conferenza per ciascuna delle quali creava disegni su
lavagne che ci rivelano un desiderio ossessivo di voler
descrivere e comprendere il mondo intero attraverso
delle equazioni.
Una mostra di ossessioni, di artisti che creano mondi
privati e assai diversi, come Morton Bartlett che ha
passato la vita a fotografare e a giocare con 16
bambole-manichino dall'aspetto inquietante costruite
da lui stesso, James Castle, Peter Fritz impiegato
austriaco, che ha creato 387 modellini di case
inesistenti e tutte differenti con materiali di recupero e
Achilles Rizzoli che ha rappresentato architetture
fantastiche ma che descrive come ritratti di persone.
Ma anche una riflessione sul collezionare e sul
desiderio di accumulare come per i 68 libri di Shinro
Ohtake, che ogni anno compone un libro di immagini
trovate e l'autobiografia visiva i Carl Andre, una sorta di
antologia di immagini che hanno contraddistinto la sua
vita e formazione artistica.
Verso la fine del Padiglione Centrale, la Mostra si
concentra sul rapporto fra interno ed esterno,
inclusione ed esclusione. Una serie di opere indagano
il ruolo dell’immaginazione nelle carceri, Rossella
Biscotti, e negli ospedali psichiatrici, Eva Kotaktova.
Un'altra forma di reclusione è quella con cui si
conclude il percorso ai Giardini: i disegni di Walter
Pichler (primo artista invitato da Gioni a partecipare
alla Biennale, ma tristemente scomparso lo scorso
anno) a cui l'artista ha dedicato l'intera sua vita:
progetti di abitazioni concepiti per le sue sculture, quasi
fossero creature viventi provenienti da un altro pianeta.
Il Padiglione Centrale ai Giardini quest'anno apre le
sue porte inaugurando la volta del vestibolo il cui
recente restauro ha finalmente riportato alla luce il ciclo
pittorico La Civiltà nuova di Galileo Chini (1873-1956)
Diego Perrone
Vittoria (Adolfo Wildt), 2013
Particolare dell’installazione ‐ Photo by Francesco Galli ‐ Courtesy by la Biennale di Venezia
Diego Perrone
Vittoria (Adolfo Wildt), 2013
Particolare dell’installazione ‐ Photo by Francesco Galli ‐ Courtesy by la Biennale di Venezia
Evgenij Kozlov (E‐E)
The Leningrad Album, 1967–73
Particolare dell’installazione, Giardini (Padiglione centrale)
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Collezione Hugo A. Bernatzik 1932‐1937
Opere grafiche del sudest asiatico e dalla Melanesia, Giardini
Particolari dell’installazione
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Imran Qureshi
Moderate Enlightenment
Particolari dell’installazione, Giardini
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Jean‐Frédéric Schnyder
Apocalypso, 1976–78
Particolare dell’installazione 
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Levi Fisher Ames
particolare dell'Installazione, Giardini (Padiglione Centrale)
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Marisa Merz
Testa, 1984‐95
Senza titolo, 2004
Senza titolo, 1981–82
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Morton Bartlett
Untitled (doll)
particolare dell'Installazione, Giardini (Padiglione centrale) ‐ Photo by Francesco Galli ‐ Courtesy by la Biennale di Venezia
Oliver Croyand Oliver Elser
The 387 Houses of Peter Fritz (1916–1992), InsuranceClerkfrom Vienna, 1993–2008
Photo By Francesco Galli ‐Courtesyla Biennale di Venezia
Peter Fischli and David Weiss
Plötzlich diese Übersicht
[Suddenly This Overview], 1981‐ Argilla cruda, circa 180 sculture ‐ Photo By Francesco Galli ‐ Courtesy la Biennale di Venezia
René Iché
Mask of Breton, ca. 1950
Particolare dell’installazione, Giardini (Padiglione centrale) ‐ Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Richard Serra
Pasolini, 1985
Particolare dell’installazione, Giardini (Padiglione centrale)
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Collezione di pietre di Roger Caillois
158 pietre
Stone Collection of Roger Caillois
158 stones
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Rudolf Steiner
Various blackboard drawings, 1923
Gesso su carta near ‐ Chalk on black paper
Photo By Francesco Galli ‐ Courtesy la Biennale di Venezia
Sarah Lucas
Dacre, 2013 ‐Hoolian, 2013 ‐Nahuiolin, 2013 ‐Nduda, 2013 ‐Patrick More, 2013 ‐Realidad, 2013
Tutte le opere fusion di bronzo ‐Photo by Francesco Galli
Courtesyby la Biennale di Venezia
Shinro Ohtake
Scrapbooks #1‐66, 1977–2012
Libri d’artista in materiali vari ‐ Mixed media artist books
Photo by Francesco Galli ‐ Courtesy by la Biennale di Venezia
PADIGLIONI NAZIONALI
ARGENTINA
Padiglione Argentina
Eva – Argentina. Una metafora contemporanea
Nicola Costantino
Particolari della performance
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
AUSTRALIA
Padiglione Australia
Here art grows on trees
Simryn Gill
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
AUSTRIA
Padiglione Austria
Mathias Poledna‐ Imitation of Life
Mathias Poledna
Particolari del padiglione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
BAHAMAS Tavares Strachan
BELGIO
Padiglione Belgio
Kreupelhout‐Cripplewood
Berlinde De Bruyckere
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
BRASILE
Padiglione Brasile
Inside/Outside
Hélio Fervenza
Odires Mlàszho
Bruno Munari
Max Bill
Lygia Clark
Particolari del Padiglione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
CANADA
Padiglione Canada
Shary Boyle: Music for Silence
Shary Boyle
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
CILE
Padiglione del Cile
Venezia, Venezia
Alfredo Jaar, 
Particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
COSTA D’AVORIO Padiglione Costa d’Avorio
Traces and signs
Frédréric Bruly Bouabré
Tamair Dia
Jems Robert Koko Bi
Franck Fanny
Particolari della performance
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
DANIMARCA
Padiglione  Danimarca
Intercourses
Jusper Just
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
EGITTO
Padiglione Egitto
Treasuries of Knowledge
Khaled Zaki
Mohamed Banawy
Particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
EMIRATI ARABI
Padiglione Emirati Arabi Uniti
Walking on water
Mohammed Kazem
Particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
FINLANDIA
Padiglione Alvar Aalto Finlandia
Falling Trees
Annti Laitinen
Vedute esterne del Padiglione e dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
FRANCIA Padiglione Francia
Ravel Ravel Unravel
Anri Sala
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
GEORGIA
Padiglione Georgia
Kamikaze Loggia
Gio Sumbadze
Kamikaze Loggia
Particolare dell’Installazione architettonica
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
GERMANIA
Padiglione Germania
Ai Weiwei
Particolare installazione 
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
GIAPPONE Padiglione Giappone
Abstract speaking – sharing uncertainty and collectice acts
Koki Tanaka
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
GRAN BRETAGNA
Padiglione Gran Bretagna
English Magic
Jeremy Deller
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
GRECIA
Padiglione  Grecia
History Zero
Stefanos Tsivopoulos
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione IILA
El Atlas del Imperio
Sonia Falcone
Campo de Color, 2012
Particolare dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
IILA
INDONESIA
Repubblica d’Indonesia
Sakti
Entang Wiharso
The Indonesian: No Time To Hide, 2012‐ 2013‐05‐30
Particolare dell’installazione
Sri Astari
Dancing the Wild Seas, 2012‐2013
Eko Nugroho
Penghaust Badai‐Badai, 2012
Particolare dell’installazione 
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
ISRAELE
Padiglione Israele
The Workshop
Gilad Ratman
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
KENIA
Padiglione Kenya
Reflective Nature# a new primari enchanting sensitivity
Kivuthi Mbuno
Armando Tanzini
Chrispus Wangombe Wachira
Fan Bo
Luo Ling & Li uke
Li Wei
He Wenling
Chen Wenling
Feng Zengjie
César Meneghetti
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
LETTONIA
Padiglione Lettonia
North by Northeast
Kaspar Podnieks
Rommel’s diary, 2013
Particolare dell’esposizione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
LIBANO
Padiglione Libano
Letter to a Refusing Pilot
Akram Zaatari
Particolare dell’esposizione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
MALDIVE
Padiglione Maldive
Portable Nation
Disappareance as Work in progress – Approaches to Ecological Romanticism
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
NUOVA ZELANDA
Padiglione Nuova Zelanda
Front Door Out Back
Bill Culbert
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
PAESI NORDICI
Padiglione Paesi Nordici
(Finlandia)
Falling Trees
Terike Haapoja
Particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
POLONIA
Padiglione Polonia
Everything Was Forever, Until It Was No More
Konrad Smolenski
Vedute del Padiglione e particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Portogallo
Trafaria Praia
Joana Vasconcelos
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
PORTOGALLO
REGNO DEL BAHREIN
Padiglione Regno del Bahrain
In a world of tour own
Mariam Haji
The Victory, 2013
Particolari dell’installazione
Waheeda Malullah
Particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
REPUBBLICA CECA E SLOVACCA
Padiglione Repubblica Ceca e Slovacca
Petra Feriancova
An Order of Things II, 2013
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
REPUBBLICA DI COREA
Padiglione Repubblica di Corea
To breathe: Bottari
Kismooja
To Breathe: Zouz, 2010
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
REPUBBLICA POPOLARE CINESE
ROMANIA
Padiglione Romania
An Immaterial Retrospective of The Venice Biennale
Alexandra Pirici
Manuel Pelmus
Particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
RUSSIA
Padiglione Russia
Vanima Zakharov: Danae
Vanima Zakharov
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
SPAGNA
Padiglione Spagna
Lara Almarcegui
Lara Almarcegui
Particolare dell’Installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
STATI UNITI
Padiglione Stati Uniti
Sarah Sze
Sarah Sze
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
SUDAFRICA
Padiglione Sudafrica
Imaginary Fact: Contemporary South African Art and the Archive
Joanne Bloch
Wim Botha
David Koloane
Donna Kukama
Sam Nhlengethwa
Gerhard Marx, Maja Marx e Philip Miller
Zanele Muholi
Johannes Phokela
Cameron Platter
Andrew Putter
Athi‐Patra Ruga
Penny Siopis
Kemang wa Lehulere
James Webb
Sue Williamson
Nelisiwe Xaba
particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
SVIZZERA
Padiglione Svizzera
Valentin Carron
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
TURCHIA
Padiglione Turchia
Resistance
Ali Kazma
particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
URUGUAY
Padiglione Uruguay
Wilfredo Dìaz Valdéz: Time (Time) Time
Wilfredo Dìaz Valdéz
Particolare dell’ installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
VENEZUELA
Padiglione Venezuela
El arte urbano. Una estética de la subversion
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
ZIMBABWE
Padiglione dello Zimbawe
Dudziro
Rashid Jogee
Portia Zvavahera
Virginia Chihota
Voti Thebe
Michele Mathison
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Santa Sede
Padiglione Santa Sete
In Principio
Josef Koudelka
particolare dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
È la prima volta per la Santa Sede nella Biennale
d’Arte contemporanea di Venezia, ed è un vero
exploit inatteso e coraggioso. Se non fosse che il
curatore, il direttore dei Musei Vaticani Antonio
Paolucci, ha voluto strafare, portando molto
materiale disomogeneo, e se avesse invece
deciso di concentrarsi su un’opera sola, la
bellissima installazione del gruppo milanese
Studio Azzurro, sarebbe stato forse uno dei tre
padiglioni meglio riusciti di questa 55ma
Biennale di Venezia.
In apertura, ad accogliere il visitatore, ci sono
tre opere di Tano Festa, tre dipinti ispirati alla
Cappella Sistina di Michelangelo. Segue, In
principio (e poi), quattro schermi, uno a terra e
tre su tre pareti in cui defilano immagini in
movimento di carcerati della prigione di Milano‐
Bollate. Non appena vengono toccati con le
mani, si arrestano e si avvicinano allo
spettatore, raccontando una loro storia. Che sia
nella babele delle lingue globali, con sussurri o
con il linguaggio dei gesti.
Era molto tempo che il gruppo Studio Azzurro non
faceva parlare di sé, dopo che la retrospettiva a loro
consacrata dal Palazzo delle Esposizioni nel 1999
aveva marcato un punto importante per
l’affermazione di un lavoro decennale, nella critica.
Ora tornano, e con la solita, notevole efficacia, nel
contesto imprevedibile del padiglione vaticano,
mostrando quanto spiritualità e arte
contemporanea non siano realtà distanti e non
parlino linguaggi affatto contraddittori.
Ottima, quindi, la scelta di Paolucci. Meno buona,
forse, quella di proseguire con l’estetizzante Josef
Koudelka, con enormi foto in cinemascope, che
ritraggono la desolante azione violenta dell’uomo
sugli elementi, sulla natura. E sempre poco buona,
poi, quella di aggiungere al tutto i lavori di
Lawrence Carroll, assolutamente dignitosi ma
associati a un insieme che suona, purtroppo,
cacofonico. Un piccolo “caos” forse ispirato a quello
della Genesi, che è il tema complessivo del
padiglione, ma che nella qualità delle scelte lascia
sperare in grandi cose per la prossima edizione.
Padiglione Santa Sete
In Principio
Josef Koudelka
particolare dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Santa Sete
In Principio
Josef Koudelka
particolare dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesyby la Biennale di Venezia
Padiglione Santa Sete
In Principio
Josef Koudelka
particolare dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesyby la Biennale di Venezia
Padiglione Santa Sete
In Principio
Josef Koudelka
particolare dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Santa Sete
In Principio
Lawrence Carroll
Untitled, 201
particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Santa Sete
In Principio
Lawrence Carroll
Untitled, 201
particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Santa Sete
In Principio
Lawrence Carroll
Untitled, 201
particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Santa Sete
In Principio
Lawrence Carroll
Untitled, 201
particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Santa Sete
In Principio
Studio Azzurro
In principio (e poi), 2013
particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Santa Sete
In Principio
Studio Azzurro
In principio (e poi), 2013
particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Santa Sete
In Principio
Studio Azzurro
In principio (e poi), 2013
particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Santa Sete
In Principio
Studio Azzurro
In principio (e poi), 2013
particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Santa Sete
In Principio
Tano Festa
particolari dell’installazione
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Santa Sete
In Principio
Tano Festa
Ingresso
Foto Francesca Boschetti
© Collezione Jacorossi, Roma
Padiglione Santa Sete
In Principio
Tano Festa
Ingresso
Foto Francesca Boschetti
© Collezione Jacorossi, Roma
Padiglione Santa Sete
In Principio
Tano Festa
Ingresso
Foto Francesca Boschetti
© Collezione Jacorossi, Roma
padiglione venezia
Il Padiglione Venezia, nel presentare la mostra di
quest’anno, riprende con forza l’originaria vocazione
della struttura nata per ospitare le eccellenze nelle arti
decorative, e rende omaggio attraverso cinque artisti
attivi tra l’Italia e l’Oriente all’“arte soffice”: la
tessitura.
Attraverso le “vie della seta” terrestri principalmente,
ma anche marittime, che fin dall’antichità univano
Oriente e Occidente, si trasportavano i prodotti
ricercati dalle élites europee, ma anche fedi, culture,
tecnologie.
Venezia fu punto di arrivo di questi traffici, sia nelle sue
basi commerciali, da Bisanzio alla Persia, al Medio
Oriente, sia nella stessa Dominante. E, già a partire dal
XII secolo, divenne anche centro produttivo di tessuti
preziosi, realizzando ben presto manufatti di tale
qualità e invenzione che, invertendo il flusso, venivano
esportati per la piazza di Costantinopoli.
I partner Bevilacqua, Fortuny e Rubelli, eccellenze di
Venezia e prosecutori del successo di quegli artigiani
per l’alta professionalità, ancora oggi, nonostante i
tempi difficili, operano, producono, creano nel solco di
una grande eredità.
Padiglione Venezia
Silk map
AES + F
Marya Kazoun
Mimmo Roselli
Marialuisa Tadei
Yiquing Yin
Vedute esterne e particolari dell’installazione
Ritratti di Mimmo Roselli
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Gli artisti selezionati, di diversissime provenienze, da
oriente a occidente, sono stati invitati a rapportarsi con
le loro moderne produzioni che portano con sé e in sé
un passato di scambi, di innovazioni tecniche, di motivi
decorativi antichissimi, ma anche una grande capacità
di rinnovarsi e di sperimentare nuove strade di
ispirazione.
AES+F, Anahita Razmi, Marya Kazoun, Mimmo Roselli,
Marialuisa Tadei, Yiqing Yin, coordinati dal Direttore
Artistico Ewald Stastny si cimentano con questa
tradizione e con questo viaggio di saperi lungo le vie
d’Oriente, reinventando materiali tradizionali e/o
immaginando invenzioni libere, andando così a creare
sei opere esclusive per il Padiglione e la città.
Padiglione Venezia
Silk map
AES + F
Marya Kazoun
Mimmo Roselli
Marialuisa Tadei
Yiquing Yin
Vedute esterne e particolari dell’installazione
Ritratti di Mimmo Roselli
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Venezia
Silk map
AES + F
Marya Kazoun
Mimmo Roselli
Marialuisa Tadei
Yiquing Yin
Vedute esterne e particolari dell’installazione
Ritratti di Mimmo Roselli
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Venezia
Silk map
AES + F
Marya Kazoun
Mimmo Roselli
Marialuisa Tadei
Yiquing Yin
Vedute esterne e particolari dell’installazione
Ritratti di Mimmo Roselli
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Venezia
Silk map
AES + F
Marya Kazoun
Mimmo Roselli
Marialuisa Tadei
Yiquing Yin
Vedute esterne e particolari dell’installazione
Ritratti di Mimmo Roselli
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
ARSENALE ‐ corderie
Albert Oehlen
Senza titolo, 2009
particolare dell'Installazione, Arsenale
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Albert Oehlen
Senza titolo, 2009
particolare 
dell'Installazione, Arsenale
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di 
Venezia
Albert Oehlen
Senza titolo, 2009
particolare dell'Installazione, 
Arsenale
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Alice Channer
Reptiles, 2012
particolare dell'Installazione, Arsenale
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Archivio Foto Cindy Cherman
Album fotografici
Photographic Albums
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Arthur Bispo do Rosário
Tutte le opere senza data
All works undated
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Carol Rama
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Archivio Foto Cindy Cherman
Album fotografici
Photographic Albums
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Christopher Williams
Angola to Vietnam*, 1989
28 stampe alla gelatina d’argento
28 gelatin silver prints
Ringier Collection, Switzerland
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Channa Horowitz
Solo Szenen (Aaaoli), 1997‐1998
particolare dell'Installazione, Arsenale
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Charles Ray
Fall ’91, 1992 
particolare dell'Installazione, Arsenale
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Duane Hanson
Bus Stop Lady, 1983
Polivinile reso policromo nell’olio, materiali vari
con accessory
Polyvinyl polychromed in oil, mixed media with
accessories
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Drossos P. Skyllas
Three Sisters, ca. 1950–53
Olio su tela
Oil on canvas
Collection Robert M. Greenberg and Corvova Lee
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Danh Vo
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Daniel Hesidence
Untitled (Maritime Spring), 2012
Untitled (Maritime Spring), 2012
Untitled (Maritime Spring), 2012
Tutte le opere olio su tela
All works oil on canvas
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Dieter Roth
Solo Szenen (Aaaoli), 1997‐1998
particolare dell'Installazione, Arsenale
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Erik van Lieshout
Healing (2013)
video,Arsenale
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Eduard Spelterini
Tutte le opere stampe a getto d’inchiostro a pigmenti
All works pigment inkjet print
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Enrico Baj
Dama, 1961
Courtesy Archivio Baj
Femme habille・ 1961
Courtesy Archivio Baj
Ma petite, 1961
Courtesy Fondazione Marconi, Milano
Pussy‐cat, 1965
Courtesy Fondazione Marconi, Milano
Diane de Poitiers, 1966
Photo by Francesco Galli
Courtesy by la Biennale di Venezia
Paweł Althamer
Venetians, 2013
90 sculture, costruite in plastica su anima di metallo
90 sculptures, plastic on metal construction
Photo By Francesco Galli
Courtesy la Biennale di Venezia
Roberto Cuoghi
Belinda, 2013
Photo by Francesco Galli
Courtesy la Biennale di Venezia
Rossella Biscotti
I dreamt that you changed into a cat… gatto… ha ha ha, 2013
particolare dell'Installazione in compost, Arsenale
padiglione italia
Il Padiglione Italia alla 55. Esposizione Internazionale
d’Arte della Biennale di Venezia presenta vice versa,
un viaggio ideale nell’arte italiana di oggi, un itinerario
per raccontare identità, storie e paesaggi – reali e
immaginari – esplorando la complessità e le
stratificazioni che caratterizzano la vicenda artistica e
culturale del Paese.
Il Padiglione Italia, realizzato dalla Direzione Generale
per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte
contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, attraverso il Servizio architettura e arte
contemporanee, è a cura di Bartolomeo Pietromarchi
che così descrive la mostra: “Un ritratto dell’arte
recente letta come un atlante di temi e di attitudini in
dialogo con l’eredità storica e l’attualità, con la
dimensione locale e quella internazionale. Un dialogo
incrociato di corrispondenze, derivazioni e differenze
tra figure di maestri riconosciuti e artisti delle
generazioni successive. Una topografia inedita, che
consente di rileggere alcune traiettorie fondamentali
dell’arte italiana recente, di rintracciare percorsi
dimenticati, di sanare amnesie culturali e dare nuova
visibilità ad autori solitari”.
“Il movente ideativo e la determinazione concettuale
che sostengono l’intervento del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali all’interno della Biennale di Venezia
con la promozione del Padiglione Italia – afferma il
commissario Maddalena Ragni –contribuiscono a
costruire una piattaforma di confronto non più solo sui
temi dellaconservazione, della valorizzazione e della
promozione, a cui tradizionalmente il Ministeroè tenuto
a rispondere, ma anche sulla nuova e determinante
questione della fruizione. Sioffrono, così, occasioni di
riflessione che alimentano il dibattito sull’arte
contemporanea esostengono posizioni e letture critiche
attuali, in continuità con le premesse
dell’EsposizioneInternazionale d’Arte nella sua
complessità”.
La mostra si articola in sette ambienti (sei stanze e un
giardino): ciascuno ospita illavoro di due
artisti,associati in base all’affinità delle rispettive
poetiche e dal comuneinteresse per temi, idee,
pratiche.
Seguendo un concetto teorizzato da Giorgio Agamben
nel volume Categorie italiane. Studidi Poetica (1996),
in cui il filosofo sostiene che per interpretare la cultura
italiana sia necessario individuare una “serie di concetti
polarmente coniugati” capaci di descrivernele
caratteristiche di fondo, il curatore ha individuato sette
binomiintorno ai quali sistruttura il progetto:
corpo/storia, veduta/luogo, suono/silenzio,
prospettiva/superficie,familiare/estraneo,
sistema/frammento e tragedia/commedia.
Il ritorno alla centralità del tema della storia, vissuta e
restituita attraverso il filtro delproprio corpo e della
propria biografia personale, emerge in Francesco
Arena e FabioMauri; l’importanza della relazione che
intercorre tra sguardo e percezione del
paesaggio,come luogo della memoria e spazio
collettivo, caratterizza il lavoro di Luigi Ghirri e Luca
Vitone; il rapporto fra suono e silenzio, che esplora
l’ambito dell’eccedenza sensibile, contraddistingue le
ricerche di Massimo Bartolini e Francesca Grilli;
mentre la connessione tra prospettiva e superficie,
illusione e artificio, dove l’opera resta in bilico
sulla soglia tra spazio reale e spazio rappresentato, si
ritrova nei lavori di Giulio Paolini e Marco Tirelli.
Gianbartolomeo Pietromarchi
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Il rapporto tra immaginario collettivo, cultura popolare e
biografia personale – riassunto nel binomio
familiare/estraneo – è affrontato da Flavio Favelli e
Marcello Maloberti; la relazione tra sistema e
frammento, che introduce alla riflessione
sull’archivio e sull’ossessione per la classificazione,
l’elenco e la raccolta, sta alla base delle opere di
Gianfranco Baruchello e Elisabetta Benassi; infine
l’attualità della classica distinzione tragedia/commedia
calata nella realtà contemporanea accomuna la ricerca
di Piero Golia e Sislej Xhafa.
In un dialogo tra artista e artista e tra stanza e stanza,
la mostra, che presenta opere per lo più prodotte
appositamente per l’occasione – dodici su quattordici –
, si propone come una piattaforma di riflessione intorno
ai caratteri e alle contraddizioni della cultura italiana,
restituendo alla nostra arte recente quella complessità
vitale, fatta di intuizioni e contraddizioni, che nel gioco
del vice versa trova uno dei suoi elementi fondanti,
affermando il proprio statuto di originalità e il rilievo
internazionale che le compete.
Il catalogo che accompagna la mostra, edito in doppia
lingua (italiano e inglese), contiene una riflessione sulla
struttura del percorso espositivo a firma del curatore,
Bartolomeo Pietromarchi, e sezioni dedicate ai singoli
artisti, complete di schede tecniche e informazioni sulla
loro ricerca.
La pubblicazione è arricchita da sette saggi – dedicati
ai sette temi intorno ai quali si struttura il progetto –, a
firma di Marco Belpoliti, Stefano Catucci, Stefano
Chiodi, Andrea Cortellessa, Gabriele Guercio, Riccardo
Venturi e Elena Volpato.
Artisti:
Francesco Arena, Massimo Bartolini,
Gianfranco Baruchello, Elisabetta Benassi,
Flavio Favelli, Luigi Ghirri, Piero Golia,
Francesca Grilli, Marcello Maloberti, Fabio
Mauri, Giulio Paolini, Marco Tirelli, Luca Vitone,
Sislej Xhafa.
Bartolomeo Pietromarchi e Massimo Bray
foto G. Zucchiatti
Courtesy by la Biennale di Venezia
Elisabetta Benassi
foto G. Zucchiatti
Courtesy by la Biennale di Venezia
Elisabetta Benassi
foto G. Zucchiatti
Courtesy by la Biennale di Venezia
Fabio Mauri
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Fabio Mauri
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Fabio Mauri
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Fabio Mauri
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Giulio Paolini
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Marcello Maloberti
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Marcello Maloberti
Photo by G. Zucchiatti
Courtesy by la Biennale di Venezia
Massimo Bartolini
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Sislej Xhafa
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Leoni d’oro della 55. Esposizione Internazionale d’Arte
Venezia, 1 giugno 2013 - La Giuria della 55.
Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di
Venezia presieduta da Jessica Morgan (Gran
Bretagna) e composta da Sofía Hernández Chong Cuy
(Messico), Francesco Manacorda (Italia), Bisi Silva
(Nigeria) e Ali Subotnick (Stati Uniti), ha deciso di
attribuire nel modo seguente i premi ufficiali:
Leone d’oro per la migliore Partecipazione nazionale
all’Angola
Luanda, Encyclopedic City
Edson Chagas
Commissario: Ministero della Cultura. Curatori: Beyond
Entropy (Paula Nascimento, Stefano Rabolli Pansera),
Jorge Gumbe. Sede: Palazzo Cini, Dorsoduro 864
Leone d’oro per il miglior artista della mostra Il Palazzo
Enciclopedico a Tino Sehgal
(Gran Bretagna, 1976; Padiglione Centrale, Giardini)
Leone d’argento per un promettente giovane artista
della mostra Il Palazzo Enciclopedico a Camille Henrot
(Francia, 1978; Corderie, Arsenale)
La Giuria ha inoltre deciso di assegnare quattro
menzioni speciali.
Menzioni speciali per gli artisti della mostra Il Palazzo
Enciclopedico:
Sharon Hayes
(USA, 1970; Corderie, Arsenale)
Roberto Cuoghi
(Italia, 1973; Corderie, Arsenale)
Menzioni speciali per le Partecipazioni nazionali:
Cipro
Lia Haraki, Maria Hassabi, Phanos Kyriacou,
Constantinos Taliotis, Natalie Yiaxi, Morten
Norbye Halvorsen, Jason Dodge, Gabriel Lester,
Dexter Sinister
Commissario: Louli Michaelidou. Commissari Aggiunti:
Angela Skordi, Marika Ioannou. Curatore:
Raimundas Malašauskas
Lituania
Gintaras Didžiapetris, Elena Narbutaitė, Liudvikas
Buklys, Kazys Varnelis, Vytautė Žilinskaitė,
Morten Norbye Halvorsen, Jason Dodge, Gabriel
Lester, Dexter Sinister
Commissari: Jonas Žokaitis, Aurimė Aleksandravičiūtė.
Curatore: Raimundas Malašauskas.
Sede: Palasport Arsenale, Castello
Giappone
abstract speaking - sharing uncertainty and collective
acts Koki Tanaka
Commissario: The Japan Foundation. Curatore: Mika
Kuraya. Sede: Padiglione ai Giardini
La cerimonia di premiazione della 55. Esposizione si è
etnuta il 1 giugno 2013 ai Giardini alle ore 11.00.
Sono inoltre consegnati i Leoni d’oro alla carriera
attribuiti dal Cda della Biennale di Venezia presieduto
da Paolo Baratta, su proposta del Curatore della 55.
Esposizione Massimiliano Gioni a:
Maria Lassnig (nata nel 1919 a Kappel am Krappfeld,
Austria) e Marisa Merz (nata nel 1926 a Torino, Italia).
I premi della Giuria internazionale sono assegnati con
le seguenti motivazioni: Leone d’oro per il miglior
artista della mostra Il Palazzo Enciclopedico a Tino
Sehgal per l’eccellenza e la portata innovativa del suo
lavoro che apre i confini delle discipline artistiche.
Leone d’argento per un promettente giovane artista
della mostra Il Palazzo Enciclopedico a Camille Henrot
per aver contribuito con un nuovo lavoro capace di
catturare in maniera dinamica e affascinante il nostro
tempo.
Una menzione speciale è attribuita a Sharon Hayes per
la spinta a ripensare l’importanza dell’alterità e la
complessità delle negoziazioni tra la sfera personale e
quella pubblica.
Un’altra menzione speciale è per Roberto Cuoghi per
l’importante e convincente contributo alla Mostra
Internazionale.
La Giuria ha prestato particolare attenzione ai Paesi
che sono riusciti a proporre uno sguardo originale sulla
pratica artistica allargata della loro regione. La natura
collaborativa dei tre padiglioni selezionati è stata per la
giuria un’esperienza toccante.
Leone d’oro per la migliore Partecipazione nazionale
all’Angola per la capacità dei curatori e dell’artista che
insieme riflettono sull’inconciliabilità e complessità della
nozione di sito.
Una menzione speciale è attribuita ai Padiglioni
congiunti di Lituania e Cipro per l’originalità del formato
curatoriale che vede insieme due paesi in una singola
esperienza.
Un’altra menzione speciale è per il Padiglione del
Giappone per l’acuta riflessione sui temi della
collaborazione e del fallimento.
Camille Henrot
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Gioni ‐ Marisa Merz ‐ Baratta
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Gioni ‐ Sharon Hayes – Baratta
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Marcucci ‐ Camille Henrot ‐ Gioni – Baratta
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Marisa Merz
Photo by Giorgio Zucchiatti
Courtesy by la Biennale di Venezia
Orsoni ‐ Gioni ‐ Tino Sehgal ‐ Baratta
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Angola
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Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Angola
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Courtesy by la Biennale di Venezia
Padiglione Giappone
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Tino Sehgal
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Courtesy by la Biennale di Venezia
Tino Sehgal
Photo by Italo Rondinella
Courtesy by la Biennale di Venezia
fuoribiennale
Ahmet Günestekin. Monumentum of Memory
Ahmet Günestekin. Monumentum of Memory
Luogo: Arsenale Docks
Città: Venezia
Provincia: Venezia
Data inizio: 28 Maggio 2013
Data fine: 25 Agosto 2013
Telefono per informazioni: +39 339 3449512/ 324
0930787
In concomitanza con la Biennale d’arte
contemporanea, si tiene a Venezia, nei suggestivi
spazi dell’Arsenale Docks nell’Isola di San Pietro di
Castello, la prima personale italiana dell’artista turco
Ahmet Günestekin, classe 1966, che vive e lavora a
Istanbul. Presenta il progetto “Monumentum of
Memory”. Tre video ed una grande installazione
immergono in un percorso di attenzione e memoria
sulle crudeltà inflitte al popolo curdo da sempre
perseguitato. Ma Günestekin non cavalca la retorica
dell’orrore, anzi ci presenta sempre con impeccabile
linguaggio artistico episodi degni di memoria, affrontati
anche nel loro paradosso estetico. Una proiezione a
pavimento scandisce le date dell’epopea curda e dei
diritti umani calpestati dal 1909 ai giorni nostri. Una
doppia proiezione segnala il sottile lavoro di sottrazione
della lingua curda dal vocabolario turco mentre un altro
video ci presenta torvi personaggi che multano
passanti rei di aver usato il loro idioma. Antiche sbarre
di un carcere anatolico imprigionano lettere
dell’alfabeto curdo nella scultura “Regm” (lapidazione).
La grande installazione a parete che chiude il percorso
è un grande specchio/scultura che a prima vista
appare come una forma astratta, ma nella visione
ravvicinata ci porta definitivamente in un concentrato di
immagini e simboli legati alla grande strage di curdi
operata da Saddam Hussein nel 1988 a Halepce. Il
titolo è “Yüzlesme” che vuol dire conforto. Un
monumento alla memoria curda, attraverso gli occhi di
un artista contemporaneo. Visioni e prospettive cariche
di senso contemporaneo che confermano la presenza
di un genius loci, in questo caso tutto rivolto al
recupero di una cultura antichissima radicata fra
Mesopotamia e Anatolia.
Ai Weiwei – Disposition
Ai Weiwei – Disposition
Sarà l’attesa mostra Ai Weiwei. Disposition (1 giugno –
15 settembre 2013) evento collaterale della 55esima
Biennale Internazionale d’Arte, a segnare, per Venezia
e il contesto artistico e culturale internazionale in cui la
città da sempre si pone, un altro momento di incontro e
conoscenza con Zuecca Project Space.
In un luogo storico di grande fascino – vicino al
convento delle Zitelle nell’isola della Giudecca - questa
istituzione senza scopo di lucro, attiva dal 2011 sotto la
direzione di Alessandro Possati, si pone come un
ulteriore, importante punto di riferimento a Venezia
nella ricerca sull’arte contemporanea e nella
produzione e promozione di eventi artistici di grande
livello.
L’obiettivo è proporsi come una realtà che, pur
radicandosi nell'identità storica della città, sia in grado
di riflettere i continui cambiamenti che vedono Venezia
protagonista del dibattito artistico, grazie all’intenso
rapporto con il mondo esterno e la comunità
internazionale: un luogo di confronto, occasione per
scambiarsi esperienze e costruire un dialogo di civiltà,
aperto sul mondo contemporaneo.
Venezia è vocata alla cultura e all’arte da secoli;
produrre arte contemporanea sarà sempre più la sua
missione perché l'arte oggi trasmette un messaggio
positivo, d’incontro tra comunità diverse nell'era della
globalizzazione, veicolo di democrazia e civiltà.
La mostra di Ai Weiwei, oggi forse il più interessante
artista asiatico e una delle figure maggiormente
riconosciute a livello mondiale per la sua libertà di
espressione e la promozione dei diritti umani – mostra
realizzata in collaborazione con la storica Lisson
Gallery che lo rappresenta - ne è un esempio concreto.
I progetti che lo Zuecca Project Space intende
promuovere saranno dunque il risultato di
collaborazioni fra vari attori e istituzioni artistiche di
tutto il mondo - curatori, artisti, fondazioni, musei,
gallerie, istituzioni e privati – con un occhio particolare
verso l’Oriente con cui da sempre Venezia, ha un
rapporto privilegiato.
ZUECCA PROJECT SPACE - BAUER PALLADIO
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Fondamenta De Le Zitelle (30133)
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Antoni Muntadas. Protocolli Veneziani I
Antoni Muntadas. Protocolli Veneziani I
Luogo: Galleria Michela Rizzo - Palazzo Palumbo
Fossati
Città: Venezia
Provincia: Venezia
Data inizio: 29 Maggio 2013
Data fine: 31 Agosto 2013
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 041 2413006/ 335
6857707
Il 29 maggio 2013 la Galleria Michela Rizzo di Venezia
inaugura nella sua sede di Palazzo Palumbo Fossati il
primo appuntamento del suo programma espositivo in
concomitanza con la 55° Biennale di Venezia con la
mostra di Antoni Muntadas Protocolli Veneziani I.
Antoni Muntadas dedica il suo lavoro a progetti che
prevedono l'utilizzo dei media in funzione sociale e
politica. La sua opera si sviluppa su due livelli: la
percezione e l'informazione, dove la prima agisce a
livello emotivo e la seconda stimola un ragionamento.
In questa mostra Muntadas, osservando Venezia,
evidenzia quelle forme che egli identifica come
“protocolli” a Venezia, intesi come, citando Angela
Vettese, “modi di fare pratici, sistemi per riparare,
combinazioni tecniche ritualizzate e consuetudini che si
concretano in una serie di superfetazioni dell'abitato.”
L'autore opera da un punto di vista che si fa personale,
mettendo in luce le dinamiche legate all'abitare oggi la
Laguna: protocolli che diventano essenziali,
reinventandosi e adattandosi al procedere del tempo.
Protocolli Veneziani I, prima fase di un progetto su
Venezia, è costituito da un insieme d'immagini
attraverso le quali l'artista racconta le norme che
regolano la vita della città creando un tessuto in cui gli
abitanti sviluppano le proprie esistenze. Muntadas
considera queste regole come ombre e riflessi
indispensabili della storia di Venezia che si
concretizzano in orme, tracce, segni, estetiche di
un'architettura particolare.
L'ambizione sottesa a tale progetto è quella di
mostrare il lato quotidiano della città nascosto agli
occhi del turista, decostruendo e smontando la realtà,
restituendoci solo frammenti o indizi. Emerge
l'immagine di una città che vive il paradosso di una
cultura locale oggetto di un processo di
internazionalizzazione che porta inevitabilmente ad
un'ulteriore evoluzione dei suoi protocolli.
In occasione di Protocolli Veneziani I è stato realizzato
un catalogo con testi di Muntadas e Angela Vettese,
edito da Silvana Editoriale.
Antoni Muntadas ha partecipato a diverse esposizioni
internazionali tra le quali Documenta VI e X a Kassel,
le Biennali di Venezia '72, '76 e 2005, San Paolo e
Lione, oltre ad aver esposto in numerosi musei
internazionali e ad aver diretto seminari in istituzioni
accademiche Europee e Statunitensi. Il suo lavoro gli è
valso numerosi premi, tra cui nel 2009 il premio
Velazquez de Artes Plasticas.
Back to back to Biennale ‐Free expression
Back to back to Biennale - Free expression
Artisti di Writing/Street Art
Luogo: Campo Sant’Agnese/ Ca' Bonvicini
Curatori: Francesco Elisei, Fabio Anselmi
Città: Venezia
Provincia: Venezia
Data inizio: 01 Giugno 2013
Data fine: 24 Novembre 2013
Telefono per informazioni: +39 041 5218 –
849/846/716
L’arte contemporanea, dal dopoguerra a oggi, ha
teorizzato e spiegato che ci sono diversi e tanti modi di
esprimersi. IWriters rappresentano un movimento
artistico fenomenale che parte dalla società fortemente
urbanizzata, dove le periferie sono considerate dei
ghetti e dove l'urbanesimo viene visto come una
grande tavolozza su cui esprimere la propria
interpretazione della realtà. Il progetto Back to Back to
Biennale è un evento per certi aspetti collettivo e
generazionale, ed è caratterizzato dalle performance
che gli artisti eseguiranno, non c’è nessun filtro
curatoriale o tematico, l’espressione è libera, così
come recita il sottotitolo.
Il Collateral “Back to Back to Biennale – Free
Expression” porterà ufficialmente e per la prima volta
alla Biennale di Venezia un contest meritocratico e
rappresentativo del mondo del Writing di tutta Europa.
In centro a Venezia, nel campo di Sant’Agnese, gli
artisti interverranno su di un pannello lungo 10 mt e
alto 2 mt per un tempo massimo di 48 ore, da sabato
mattina fino a domenica sera. Durante tutta la durata
dell’esecuzione, gli artisti saranno ripresi da una web-
cam per creare la diretta streaming via web della
perfomance. Oltre alla diretta, Marco Agostinelli girerà
un secondo video che, assieme alle fotografie di
Svetlana Ostapovici, comporrà un’opera che si situa a
metà tra la video-arte e il documentario, volta ad
indagare lo stato di evoluzione di questa particolare
espressione artistica.
Agli eventi in campo si aggiunge a Ca’ Bonvicini una
raccolta di opere su cavalletto di più di 100 artisti, per
dare ancora più visibilità alle creazioni degli artisti di
Writing e Street-art così ancora poco diffuse.
bestiario contemporaneo
Bestiario contemporaneo.
Fra arte e scienze,
artisti italiani dalla collezione ACACIA
Venezia, Museo di Storia Naturale
31 maggio – 24 ottobre 2013
Il rapporto arte-scienza e arte-natura è tra i più antichi
e indissolubili.
Il mondo animale e vegetale, i segreti della vita
microscopica così come le forme macroscopiche, gli
aspetti dell’animato e dell’inanimato, del finito e
dell’infinito sono da sempre palcoscenico, oggetto di
rappresentazione, motivo di ispirazione o riflessione
dell’espressione artistica; nutrimento primo dell’arte
visiva dagli albori fino alla modernità , al di là della
semplice imitazione del “vero”.
Neppure l’arte contemporanea si sottrae a questa
tradizione di scambi e rapporti, sia pure distinguendosi
per il grado di autocoscienza che gli è proprio, e
nell’ambito dell’intenso programma “Muve
contemporaneo” - messo a punto dalla Fondazione
Musei Civici di Venezia in occasione della Biennale
Internazionale d’Arte 2013 - viene chiamata a un
intenso confronto/incontro con la collezione
permanente del Museo di Storia Naturale di Venezia.
Dall’1 giugno al 24 ottobre, organizzata in
collaborazione con Associazione ACACIA-Amici Arte
Contemporanea Italiana, apre nelle bellissime sale del
museo veneziano la mostra “Bestiario Contemporaneo.
Fra arte e scienze, artisti italiani della collezione
ACACIA”, , , , curata da Gemma De Angelis Testa
Presidente di ACACIA e Giorgio Verzotti, con la
direzione scientifica di Gabriella Belli Direttore della
Fondazione Musei Civici di Venezia. L’evento
espositivo nasce dalla sinergia tra Istituzioni pubbliche
e collezionismo privato, che l’Associazione ACACIA si
propone di incrementare sin dalla sua nascita, nel
2003. ACACIA è un’associazione privata attenta ai
problemi culturali del nostro Paese. La promozione ed
il sostegno dell’arte e del lavoro di giovani artisti italiani
è tra gli scopi principali dell’associazione che, in
quest’ottica, sta lavorando alla creazione di una
collezione d’opere d’arte contemporanea italiane. Oggi
l’impegno pubblico di ACACIA si sposa con le proposte
della Fondazione dei Musei Civici di Venezia un
soggetto particolarmente attento alla collaborazione tra
pubblico e privato, capace di alorizzare al meglio le
reciproche eccellenze e peculiarità. Dopo il grande
successo della mostra milanese, ACACIA proporrà a
Venezia una scelta di circa 30 opere d’arte, che
verranno ad instaurare un dialogo ironico e
sorprendente con le raccolte naturalistiche del museo
veneziano di Storia Naturale.
Fondazione
Musei Civici di Venezia Musei Civici di Venezia
Piazza San Marco 52
30124 Venezia
T +39 041 2405211
F +39 041 5200935
www.visitmuve.it www.visitmuve.it
Anthony Caro
Anthony Caro al Museo Correr
Luogo: Museo Correr
Curatori: Daniela Ferretti
Enti promotori:
British Council
Città: Venezia
Provincia: Venezia
Data inizio: 31 Maggio 2013
Data fine: 27 Ottobre 2013
Telefono per informazioni: +390412405211
Saranno le splendide sale del Museo Correr a ospitare
la prima grande retrospettiva italiana dedicata a uno
dei massimi scultori viventi: Sir Anthony Caro (New
Malden, Surrey, 1924).
Il versatile artista britannico rivoluziona in modo
radicale a partire dagli anni Sessanta la sua arte. Dopo
un esordio prettamente figurativo, sotto l’influenza del
suo maestro Henry Moore, si allontana infatti dalla
tradizione scultorea per creare assemblaggi
rivoluzionari, saldati e imbullonati, dipinti a colori vivaci
e collocati sul pavimento, nello spazio dello spettatore.
Sono opere astratte, ma ricche di contenuto ideale. Un
nuovo e affascinante linguaggio plastico che consacra
Caro come figura cardine nello sviluppo della scultura
del XX secolo accanto a David Smith, Mark Di Suvero,
Richard Serra.
Il suo materiale prediletto è l’acciaio, ma l’artista non
rinuncia a sperimentare con i più svariati elementi
come il bronzo, il legno, la carta e il piombo. Gli
assemblaggi d’elementi metallici bidimensionali
diventano l’emblema della nuova scultura
inglese.Simbolo del nuovo e della modernità in
scultura, Anthony Caro è presente in tutte le più
importanti manifestazioni internazionali: ricordiamo la
prima personale a New York da André Emmerich nel
1964, la partecipazione come unico scultore al
padiglione inglese della Biennale di Venezia nel 1966,
la retrospettiva al MoMa di New York nel ‘75, la mostra
dell’84 alla Serpentine Gallery di Londra e, ancora, la
collaborazione con l’architetto Norman Foster per il
“Millennium Bridge” di Londra. La Tate Modern Art di
Londra nel 2004 ha festeggiato i suoi ottant’anni; ora
sarà Venezia a celebrare la personalità carismatica di
Anthony Caro.
CROSSOVER
CROSSOVER / A dialog between the Chinese School
of Hubei and the New Italian Art Scene
Fu Zhongwang, Guo Zhengshan, Guo Zi, He Diqiu,
Lang Xuebo, Li Bangyao, Liu Bo & Li Yu, Ma Lin, Wang
Jing, Wei Guangqing, Xiao Feng, Yuan Xiaofang, Yang
Guoxin, Zhan Rui, Zhang Zhan, Matteo Basilé, Simone
Bergantini, Aron Demetz, Desiderio, Fulvio Di Piazza,
Teresa Emanuele, Enrico Lombardi
Luogo: Arsenale Nord
Curatori: Ji Shaofeng, Alessandro Riva
Città: Venezia
Provincia: Venezia
Data inizio: 01 Giugno 2013
Data fine: 24 Novembre 2013
Telefono per informazioni: +39 329 9388286/ 347
7971873
Venezia, porta d’Oriente, guarda con estrema
attenzione ai paesi che stanno rinnovando il loro
linguaggio artistico come la Cina. La mostra
“CROSSOVER / A dialog between the Chinese School
of Hubei and the New Italian Art Scene”, curata da Ji
Shaofeng e Alessandro Riva, mette in luce il lavoro e le
esperienze di un gruppo coerente e articolato di artisti
cinesi -- la cosiddetta “Scuola di Hubei” -- ponendoli a
confronto con analoghe esperienze provenienti
dall’arte italiana contemporanea. Se gli artisti cinesi
raccontano la realtà della nuova arte del loro paese,
sospesa tra avanguardia e tradizione, tra recupero
delle tecniche tradizionali e accenti fortemente
contemporanei, analogamente anche gli artisti italiani
di queste ultime generazioni hanno compiuto un
percorso di recupero di tecniche tipiche della tradizione
italiana (pittura e scultura, in primis, ma anche
fotografia e video, trattati con un’impostazione
fortemente classica e raffinata dal punto di vista
esecutivo e formale), pur con accenti e modalità
contemporanee, mescolandole con influenze
novecentesche, con uno sguardo alle tematiche sociali
e con un continuo rimescolamento delle forme e dei
richiami estetici tipico della surmodernità. Parallela alla
55a edizione della Biennale d'Arte di Venezia 2013, dal
1° giugno al 24 novembre alla Tesa 113, Arsenale
Nord, CROSSOVER non vuole essere dunque un
semplice confronto a distanza, ma il primo tentativo di
mettere insieme due esperienze lontane
geograficamente, mescolandole e cercando di lasciare
che gli artisti stessi si contaminino, si guardino e
influenzino vicendevolmente.
Artisti internazionali + vetro = GLASSTRESS
Artisti internazionali + vetro = GLASSTRESS
Esplode GLASSTRESS, il più grande evento collaterale
della 55. Esposizione Internazionale d’Arte - la Biennale
di Venezia, che alla sua terza edizione, continua a
coinvolgere artisti provenienti da tutto il mondo e ad
affascinare il pubblico con straordinarie opere in vetro.
Glasstress. White Light / White Heat, a cura di Adriano
Berengo e James Putnam, apre al pubblico dal 1 giugno
al 24 novembre 2013 in tre prestigiose sedi e vede gli
artisti confrontarsi con luce e calore, aspetti intrinseci del
vetro e della sua lavorazione.
La grande passione per l’arte contemporanea e per il
vetro hanno portato Berengo a creare Glasstress, un
evento di successo che ha riunito nella propria fornace a
lavorare con entusiasmo e con spirito di gruppo artisti di
spicco di fama internazionale. Molti di loro si sono
confrontati per la prima volta con questo materiale duttile
e luminoso e ne sono nate opere di alto valore artistico e
comunicativo.
Il successo di Glasstress iniziato con la Biennale di
Venezia del 2009 ha riunito oltre 200 artisti e, a seguito
delle esposizioni di rilievo in Europa, ha ricevuto
importanti proposte da istituzioni museali in altri
continenti quali America e Asia.
Il vetro nasce dalla forza distruttrice e creativa del fuoco,
che trasforma gli elementi chimici di base in un fluido
modellabile, ne deriva una materia solida dotata di
struttura molecolare caotica, che offre alla luce una
varietà illimitata di superfici, colori, trasparenze e riflessi,
che hanno appassionato gli artisti e sensibilmente
contribuito alla realizzazione di opere uniche.
66 gli artisti:
AES+F, Alice Anderson, Polly Apfelbaum, Ron Arad,
Ayman Baalbaki, Miroslaw Balka, Rina Banerjee, Fiona
Banner, Pieke Bergmans, Boudicca, Pedro Cabrita Reis,
Loris Cecchini, Hussein Chalayan, Mat Chivers, Oliver
Clegg, Mat Collishaw, Tracey Emin, Jan Fabre, Paul
Fryer, Francesco Gennari, Recycle Group, Cai Guo-
Qiang, Dmitri Gutov, Mona Hatoum, Stuart Haygarth,
Charlotte Hodes, Shirazeh Houshiary, Shih Chieh
Huang, John Isaacs, Michael Joo, Ilya&Emilia Kabakov,
Kiki&Joost, Marta Klonowska, Joseph Kosuth, Tomas
Libertiny, Hew Locke, Delphine Lucielle, Alastair Mackie,
Jason Martin, Kris Martin, Oksana Mas, Whitney
McVeigh, Aldo
Mondino, Lucy Orta, Tony Oursler, Zak Ové, Mimmo
Paladino, Cornelia Parker, Javier Pérez, Jaume Plensa,
Karim Rashid, Ursula von Rydingsvard, Thomas
Schutte, Joyce Scott, Conrad Shawcross, Sudarshan
Shetty, Meekyoung Shin, Helen Storey, Tim Noble &Sue
Webster, Zak Timan, Gavin Turk, Koen Vanmechelen,
Anneliese Varaldiev, Joana Vasconcelos, Zhan Wang.
Ron Arad ha creato appositamente per Glasstress il
progetto speciale Last Train.
L’esposizione è ambientata in tre sedi: oltre a quelle
ormai consuete del Palazzo Cavalli – Franchetti / Istituto
Veneto di Scienze Lettere ed Arti (Campo S. Stefano) e
del Berengo Centre for Contemporary Art and Glass
(Murano), quest’anno si affianca la Scuola Grande
Confraternita di San Teodoro (San Marco).
Accompagna la mostra un importante volume in inglese
con testi di Adriano Berengo, James Putnam, Frances
Corner.
Glasstress 2013 è promossa da LCF-London College of
Fashion con il supporto di Venice Projects, Berengo
Studio 1989, Wallace Collection, Steinmetz Diamonds,
Valmont.
Nelle due precedenti edizioni dell’Esposizione
Internazionale d’Arte - la Biennale di Venezia Glasstress
ha coinvolto più di 150 artisti, quali:
Josef Albers, Arman, Jean Arp, Barbara Bloom, Monica
Bonvicini, Louise Bourgeois, Daniel Buren, Lawrence
Carroll, Cèsar, Tony Cragg, Jan Fabre, Lucio Fontana,
Kendell Geers, Dan Graham, Zaha Hadid, Richard
Hamilton, Zhang Huan, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis,
Oleg Kulik, Vik Muniz, Orlan, Jean Michel Othoniel, Luca
Pancrazzi, Giuseppe Penone, Anton Pevsner, Robert
Rauschenberg, Man Ray, Kiki Smith, Patricia Urquiola,
Fred Wilson, Erwin Wurm, Chen Zhen.
Berengo Studio
Berengo Studio, rappresenta una delle esperienze più
innovative di utilizzo del vetro per esprimere le istanze
artistiche della contemporaneità. Fondato nel 1989 da
Adriano Berengo, ha l’obiettivo di avvicinare al mondo del
vetro artisti contemporanei internazionali affinché, nella
propria fornace in collaborazione con maestri vetrai,
possano tradurre la loro ricerca artistica nel linguaggio
tridimensionale della pasta vitrea.
Da Berengo Studio si incontrano giovani artisti agli esordi,
e prevalentemente artisti affermati e emergenti, le cui
opere sono in gran parte esposte in importanti musei e
collezioni private. Gli artisti che collaborano con Berengo
Studio normalmente utilizzano materiali espressivi
differenti dal vetro e per tale ragione nell’approccio con il
nuovo medium portano sempre una originale e più libera
interpretazione delle possibilità di questo straordinario
materiale.
Titolo GLASSTRESS. WHITE LIGHT / WHITE HEAT
A cura di Adriano Berengo e James Putnam
Tre sedi
- Palazzo Cavalli–Franchetti / Istituto Veneto di Scienze,
Lettere ed Arti Campo S. Stefano, 2847, VE
- Berengo Centre for Contemporary Art and Glass
Campiello della Pescheria Murano, VE
- Scuola Grande Confraternita di San Teodoro San Marco,
4810, VE
Date 1 giugno - 24 novembre 2013
Opening su invito venerdì 31 maggio, ore 18.30 Palazzo
Cavalli – Franchetti, Venezia ore 21 Berengo Centre,
Murano
Catalogo con testi di Adriano Berengo, James Putnam,
Frances Corner
Ingresso unico per le tre sedi: intero euro 10 – ridotto euro
8 per gruppi, over 65 e bambini
Info tel. +39 041739453 francesca@veniceprojects.com -
luca@veniceprojects.com
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@Glasstress
Ufficio stampa Irma Bianchi Comunicazione
tel. +39 02 8940 4694 r.a. fax +39 02 8356467 -
info@irmabianchi.it
testi e immagini scaricabili www.irmabianchi.it
guggenehim
STEPHAN BALKENHOL
Grande colonna con testa
30 aprile - 16 settembre 2013
D'accordo con la galleria Art of The Next Century di
Sandro Rumney e la Galerie Löhrl, la Collezione
Peggy Guggenheim espone sulla terrazza Marino
Marini l’opera dell’artista tedesco Stephan Balkenhol
(Fritzlar, Germany, 1957) Grande colonna con testa
(2013). Le figure in legno intagliato di Balkenhol
compaiono per la prima volta nel 1983 in reazione al
formalismo astratto e all’arte concettuale e con
l’intenzione di rintrodurre l’idea di corpo umano
nell’arte contemporanea. Balkenhol vive e lavora tra
Karlsruhe, in Germania, e Meisenthal, in Francia. Ha
esposto sia in Europa che negli Stati Uniti, in musei
come l’Hirshhorn Museum e Sculpture Garden,
Smithsonian Institution, Washington D.C. (1995),
Montreal Museum of Fine Arts, la Saatchi Collection a
Londra (1996), e l’ Arts Club di Chicago (1998), e molti
altri musei e gallerie..
Robert Motherwell - i primi collage
A cura di Susan Davidson
26 maggio – 8 settembre 2013
Si tratta di una mostra interamente dedicata ai
papiers collés e ai lavori su carta a questi
correlati che Robert Motherwell (Aberdeen,
Washington 1915 - Cape Cod, Massachusetts
1991), tra i massimi esponenti
dell'Espressionismo astratto americano, realizza
nel primo decennio della sua carriera artistica, tra
il 1941 e il 1951. A Motherwell sono state
dedicate già in passato numerose e importanti
antologiche, in cui è stato riconosciuto il ruolo
cruciale del collage nella sua opera, ma nessuna
è mai stata dedicata esclusivamente al lavoro
pionieristico dell'artista con questa tecnica.
Robert Motherwell: i primi collage è infatti la
prima esposizione a prendere in esame e a
registrare in maniera cronologica gli esordi
artistici di Motherwell a partire dall'incontro
proficuo avuto con questo metodo di lavoro, che
egli stesso descrive nel 1944 come “la nostra
maggiore scoperta” nel campo dell'arte.
Jacob Hashimoto. Gas Giant
Jacob Hashimoto. Gas Giant
Luogo: Fondazione Querini Stampalia
Enti promotori:
Studio la Città
Città: Venezia
Provincia: Venezia
Data inizio: 29 Maggio 2013
Data fine: 01 Settembre 2013
Telefono per informazioni: +390412711411
Il 29 maggio 2013 apre al pubblico la mostra Jacob
Hashimoto: GAS GIANT organizzata da Studio la Città
- Verona. Allestita al quarto piano della Fondazione
Querini Stampalia a Venezia, nello spazio
recentemente ristrutturato da Mario Botta, la mostra
rimarrà aperta al pubblico fino al 1 settembre 2013.
GAS GIANT è una grande installazione site-specific
che l’artista ha pensato per interagire con gli spazi
della Fondazione Querini Stampalia a Venezia con
l’obiettivo di costruire un rapporto diretto con lo
spettatore.
L’opera di Jacob Hashimoto (1973, Greeley, Colorado,
USA) si caratterizza per l’utilizzo di alcuni elementi
stilistici presi in prestito dalla cultura giapponese, come
l’aquilone in carta e bambù, che Jacob assembla e
ricostruisce per creare grandi installazioni e forme
scultoree interattive che invadono letteralmente lo
spazio espositivo. La complessità visiva del suo lavoro,
unita alla leggerezza dei materiali, accompagna lo
spettatore lungo un percorso sensoriale in cui si
confondono le coordinate spaziali e temporali e dove il
visitatore viene accolto da un sentimento di stupore e
meraviglia.
Le installazioni di Hashimoto si pongono al contempo
come un’esplorazione tangibile delle affascinanti e
possibili intersezioni tra pittura e scultura, tra
figurazione e astrazione, tra natura e artificio. “C’è
anche una componente giocosa nel mio lavoro”
afferma l’artista. “Gli elementi stilistici che utilizzo
hanno a che fare con un generale sentimento di
nostalgia più che con una diretta relazione con le mie
origini. L’aquilone parla del sentimento dell’infanzia e
del rapporto con la natura, più che della singola
tradizione giapponese”.
Dopo una lunga serie di interventi per musei e spazi
espositivi internazionali (tra questi l’opera
Superabundant Atmosphere allestita a Palazzo Fortuny
a Venezia in occasione della mostra In-finitum, 2009),
Jacob Hashimoto in concomitanza con la 55. Mostra
Internazionale d’Arte de La Biennale di Venezia
riempie l’architettura veneziana di Fondazione Querini
Stampalia con una nuova installazione. GAS GIANT si
compone di 10.000 aquiloni in carta e bambù realizzati
a mano dall’artista che attraversano gli spazi della
storica e prestigiosa fondazione veneziana
accompagnando lo spettatore lungo gli ambienti
espositivi fino alla sala centrale all’ultimo piano del
palazzo. Qui l’opera si condensa e trasforma in una
fitta nube che invade e satura lo spazio.
Come preannuncia il titolo stesso dell’opera, il
gigantismo dell’intervento, tipico della ricerca artistica
di Hashimoto, dialoga con la straordinaria leggerezza e
delicatezza dei materiali utilizzati, innescando un
rapporto di partecipazione diretta con il visitatore
immerso nella quiete ma anche nella meraviglia di un
ambiente che simula un mondo incontaminato che
tuttavia ancora non esiste.
Il bianco, colore predominante dei 10.000 aquiloni che
compongono GAS GIANT, è interrotto da pattern colorati e
motivi geometrici e fitomorfi che conferiscono
all’installazione un ritmo e un’andatura temporale.
Hashimoto, infatti, procede nel suo lavoro all’elaborazione di
una sempre nuova definizione dello spazio e del tempo, e
all’esplorazione della dimensione onirica della natura che
cambia prospettiva e significato in relazione al punto di
osservazione, inducendo istintivamente lo spettatore a
un’esperienza meditativa dell’opera. La tensione, ma anche
l’esuberanza, visiva del lavoro di Jacob Hashimoto, e la sua
ricerca di una precisa dimensione luminosa – sia in senso
letterale che metaforico –, conferisce all’opera un aspetto
poetico, che spesso sfugge una precisa definizione e
collocazione stilistica del lavoro dell’artista. Le opere di
Hashimoto, infatti, sono al contempo architetture, vista la
loro precisa struttura tridimensionale, sculture, vista la loro
caratteristica autonomia formale, e pitture, visti i loro
ricercati effetti cromatici tradotti sulla superficie della carta.
La mostra Jacob Hashimoto: GAS GIANT sarà
accompagnata dal primo catalogo monografico sull’opera di
Hashimoto, edito da Marsilio Editori e curato da Luca
Massimo Barbero.
In concomitanza con la mostra Jacob Hashimoto: GAS
GIANT presso la Fondazione Querini Stampalia a Venezia,
Jacob Hashimoto sarà presente con mostre personali alla
galleria Studio la Città, Verona (Foundational Work,
25.05.2013 – 31.08.2013), alla galleria Forsblom, Finlandia
(17.05.2013 – 9.06.2013) al Bildmuseet, Umeå, Svezia
(Superabundant Atmosphere, 2.06.2013 – 13.10.2013), e
presso lo Schauwerk Sindelfingen, Germania (Sky Columns
15.06.2013 – primavera 2014).
Judi Harvest ‐ Denatured: Honeybees+ Murano
Judi Harvest - Denatured: Honeybees+ Murano
In occasione della 55. Biennale d'Arte Contemporanea
di Venezia, Judi Harvest presenta la sua
quattordicesima mostra personale a Venezia.
La mostra, curata dalla storica dell'Arte Marcia E.
Vetrocq, e' realizzata in associazione con
l'organizzazione no-profit Bees Without Borders,
dedicata alla promozione dell'Apicultura con il
proposito di combattere la fame nel mondo.
Denatured: Honeybees+ Murano denuncia il degrado
ambientale che mette le Api a rischio di estinzione e la
situazione economica e politica locale che costringe
alla chiusura di molte vetrerie a Murano.
Durante il mese di marzo 2013 Judi Harvest ha
piantato in un campo da tempo incolto, nel terreno di
proprietà' della fabbrica di vetro Linea Arianna a
Murano 30 alberi da frutta, collocato 500 generi di fiori
profumati ed installato 4 arnie completamente
funzionanti in questo terreno di 250 metri quadri, col
proposito di creare un ambiente adatto alle api. Il primo
miele di Murano sarà raccolto durante l'estate. Il
giardino e le Arnie rimarranno sul posto e saranno
curate da giardinieri ed apicoltori locali che
raccoglieranno il miele regolarmente.
L’interno della Scuola dei Tiraoro e Battioro ,ospiterà
un’installazione montata sul muro e lunga sei metri
che comprende 90 sculture ispirate al miele e alle arnie
disegnati da Harvest e realizzati insieme con maestri
soffiatori di vetro di Linea Arianna, oltre ad un gruppo di
dipinti e sculture di vetro di Murano, ispirati alla
struttura dell'alveare.
L’esposizione verrà accompagnata dalla proiezione del
video: "Breakfast With the Bees" (2013) oltre ad un
gruppo di dipinti e sculture di vetro di Murano, ispirati
alla struttura dell'alveare.
La mostra e' corredata di un catalogo con scritti di
Marcia E. Vetrocq ed Enzo Di Martino
Judi Harvest e' un artista che vive a New York e che ha
lavorato ed esposto a Venezia fino dal 1987.
Ha studiato pittura alla New York Studio School e ha
cominciato a lavorare col maestro vetraio Giorgio
Giuman e la sua squadra nel 1988 nella fabbrica di
vetro Linea Arianna a Murano.
Oltre alle mostre di dipinti e sculture in vetro a Venezia,
sono da menzionare tre pubbliche installazioni :
Fragmented peace, Buddha ( 2003, installata alla
fermata del vaporetto di Vallaresso). Luna Piena / Full
Moon ( 2005 ancora esposta alla fermata di
Vallaresso) e Venetian Satellite ( 2006, originariamente
esposta al Caffè Florian in Piazza San Marco e
attualmente in visione a New York nell'ingresso del
West Chelsea Arts Building).
Così la sua arte, in occasione di una precedente
esposizione a Venezia, venne illustrata da Emanuele
Horodniceanu: “I lavori di Judi sono caratterizzati dalla
fantasia ed energia per affrontare la realtà che la
circonda, guardando al cielo e alla terra, alla vita e alla
morte. Sculture, installazioni, video, dipinti ed oggetti,
per comunicare bellezza, seduzione, speranza, luce e
colore, per rendere omaggio all'arte del passato, per
osservare ciò che la circonda”. In occasione della
Biennale di Venezia, Judi Harvest presenta la sua
quattordicesima mostra personale a Venezia,
confermando ancora una volta il suo vitale rapporto di
amore e di collaborazione con la città lagunare;
curata dalla storica dell’arte Marcia E. Vectroc, l’evento
è realizzato in associazione con l’organizzazione no-
profit Bees Without Borders, dedicata alla promozione
dell’apicultura con il proposito di combattere la fame
nel mondo: “Denatured: Honeybees+ Murano”
denuncia il degrado ambientale che mette le laboriose
api a rischio di estinzione e la situazione economica e
politica locale che costringe alla chiusura di molte
vetrerie a Murano. Durante il mese di marzo l’artista
americana ha piantato in un campo da tempo incolto,
nel terreno di proprietà della fabbrica di vetro Linea
Arianna trenta alberi da frutta, collocato cinquecento
generi di fiori profumati ed installato quattro arnie
completamente funzionanti in questo terreno di
duecentocinquanta metri quadri, col proposito di creare
un ambiente adatto alle api; mentre il primo miele di
Murano sarà raccolto durante l’estate, il giardino e le
arnie rimarranno sul posto e saranno curate da
giardinieri ed apicoltori locali che raccoglieranno il
miele regolarmente.
L’interno della settecentesca Scuola dei Tiraoro e
Battioro , che, nei pressi di Rialto, si affaccia sul Canal
Grande a fianco di Ca’ Pesaro, ospita
contemporaneamente un’installazione montata sul
muro e lunga sei metri che comprende novanta
sculture ispirate al miele e alle arnie disegnate dalla
Harvest e realizzate insieme con maestri soffiatori di
vetro, oltre ad un gruppo di dipinti e sculture di vetro di
Murano, ispirati alla struttura dell’alveare. L’esposizione
è accompagnata dalla proiezione del video: “Breakfast
With the Bees” e corredata di un catalogo con scritti
della Vetrocq e di Enzo Di Martino. Judi Harvest è nata
a Miami in Florida e vive e lavora a New York. La sua
formazione artistica si è svolta tra Roma, New York e
Urbino; nel 1987 è approdata a Venezia, città dove ha
vissuto per cinque anni, dipingendo e realizzando
alcune mostre. In occasione della Biennale 2011 ha
esposto una grande luna di vetro azzurro posta di
fronte alla basilica della Salute, sullo sbocco di Calle
Vallaresso, punto eccezionale di transito turistico tra
Ca’ Giustinian, sede storica della Biennale, e il mitico
Harry’s Bar; l’anno scorso, invece, al Bistrot de Venice
presentò la mostra “Men are from Mars, women are
from Venice”, una serie di “collage” che riproducevano
l’antica arte veneziana in chiave contemporanea;
“questi lavori – ci diceva l’artista nell’occasione - sono
una evoluzione dei temi principali della mia ricerca
artistica: la fragilità della vita e la ricerca della bellezza;
essi continuano ad esaminare come siamo arrivati qui,
dove stiamo andando, e perché siamo qui. Questa
serie di collages, come le altre mie opere che l’hanno
preceduta, Fragmented Peace, Luna Piena/ Full Moon
and Venetian Satellite, è un connubio felice tra antiche
arti Veneziane e forme e materiali contemporanei”.
Quello dunque di una sempre nuova e stimolante
contaminazione tra il glorioso passato artistico e
artigianale della storia della creatività veneziana, che
affonda le sue radici in secoli lontani, e un continuo
sforzo di reinvenzione, riuscendo sempre a
sorprendere per le sue originali e colte” visioni, in cui si
concentrano echi della storia dell’arte e proprio
“vissuto”; già nel 1988, in una sua mostra (“Omaggio a
Matisse”)
allestita nella Galleria Santo Stefano della mitica Uccia
Zamberlan, domostrava, come ricorda Enzo Di
Martino, “appariva chiaro, fin da allora, che Judi
Harvest era un’artista con una originale proposizione
ideativa, trasgressiva nel linguaggio espressivo,
formalmente nomade e certamente antiaccademica …
che era quasi sempre pensata per interagire con lo
spazio della città, come è avvenuto con lo straordinario
grande “Budda” di vetro del 2003, presentato con
l’evocativo titolo ‘Fragmented Peace’, fatto con
centinaia di frammenti di vetro di Murano”. Il rapporto
con Venezia e con la sua storia era stato riaffermato
due anni prima, nel 2001con l’opera ‘Rhinoscimento’,
una installazione multimediale ispirata ad un celebre
dipinto del 1751 di Pietro Longhi. Nel 2006 l’artista ha
poi realizzato una sorprendente installazione connotata
da una miriade di “marziani” di vetro – “Venetian
Satellite” – collocata in un altro celebre locale di
Venezia, lo storico Caffè Florian attivo dal 1720 in
Piazza San Marco.
Non deve dunque stupire questo grande progetto
immaginativo concepito e realizzato in occasione della
Biennale di Venezia del 2013. “Denatured” è infatti una
complessa ideazione – ci dice ancora Di Martino - che
“mette in gioco contemporaneamente l’arte e la
natura”, il vetro di Murano e il miele prodotto da api
“assoldate” per l’occasione, e che prevede un aspetto
propriamente espositivo allestito nella Scuola dei
Battioro e dei Tiraoro a San Stae, che evoca un’altra
antichissima eccellenza dell’artigianato veneziano, che
configura “una grande opera fatta ad arte” che rivela
molti aspetti formali e numerosi significati di valore, non
ultimo quello dell’urgente e angosciante interrogativo
circa le derive, il ruolo e il destino dell’arte e della
natura nel nostro tempo.
SCUOLA DEI BATTIORO E TIRAORO
Campo San Stae (30135)
S.croce
vernissage: 29 maggio 2013. dalle 18 alle 20
ufficio stampa: DE LUCA
curatori: Marcia E. Vetrocq
autori: Judi Harvest
email: tudiodalponte@libero.it
Marc Quinn
Guida alla 55a Biennale di Venezia 2013
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