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RSA e residenze protette: approccio qualitativo o quantitativo?

-- em Franco Pesaresi
5 de Feb de 2023
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RSA e residenze protette: approccio qualitativo o quantitativo?

  1. Franco Pesaresi ASP Ambito 9 Jesi (AN) Network Non Autosufficienza NNA RSA e case protette: approccio qualitativo o quantitativo?
  2. IL DIBATTITO Il Covid-19 ha aperto un dibattito sulle strutture residenziali per anziani. Alla base c’è un giudizio di inadeguatezza delle strutture. Commissione ministeriale. Far fronte all’emergenza • Uneba ed altri: aspetti economici, gestionali, ed organizzativi delle strutture. • ISS: regole e precauzioni per prevenire i contagi. Cambiare le strutture • Franco Pesaresi: 4 proposte • Marco Trabucchi: equiparare alla sanità i contratti dei dipendenti, formazione, più animazione. • Pietro Landa, Maurizio Motta: differenziare l’assistenza, un sistema unico domiciliare/residenziale, incardinamento delle strutture nel SSN. • Cristiano Gori: riforma complessiva dell’assistenza agli anziani non autosufficienti e riqualificazione della residenzialità. Cancellazione delle RSA • Don Vinicio Albanesi: chiusura delle RSA entro il 2026 e parziale riconversione in piccole strutture (max 15 posti). • Anffas: superare l’istituzionalizzazione. 2
  3. DISCUSSIONE UTILE MA… La discussione che si è sviluppata è utile perché porterà sicuramente a dei miglioramenti per il settore ma in diversi casi ci sono punti di vista settoriali che non tengono conto degli elementi di realtà. Per questo occorre innanzitutto fare chiarezza su alcuni aspetti importanti prima di presentare alcune proposte. 3
  4. COVID: le strutture hanno fallito? Le strutture residenziali per anziani italiane ed europee erano profondamente impreparate ad affrontare la pandemia. I morti per covid-19 relativi ad ospiti delle strutture sono stati 8.500- 11.000 pari al max al 25% del totale dei decessi italiani. In Europa la media è del 50%. Situazione drammatica ma le strutture italiane hanno retto di più di quelle degli altri paesi europei. 4
  5. RSA o strutture residenziali per anziani? Tutti gli atti e le norme governative e il dibattito successivo hanno preso in considerazione solo le RSA (vedi caso «direzione sanitaria»). In realtà esistono diverse tipologie di strutture con organizzazioni diverse: • RSA, RSA demenze; • Residenze protette, case protette, (RP Alzheimer); • Case di riposo • Case albergo per anziani. Le RSA gestiscono una quota minoritaria di posti letto (ad eccezione della Lombardia). Questo è stato un errore strategico che ha portato a dei danni nella risposta che le strutture hanno approntato per contrastare la diffusione del virus. Non comprendere la specificità della rete delle strutture ha portato a dare disposizioni insufficienti o sbagliate. 5
  6. C’è un eccesso di residenzialità? • La media dei posti letto residenziali per anziani in Europa è di 4,7 ogni 100 anziani (2018). • In testa l’Olanda con 7,3 ed in coda la Grecia con 1,8 e l’Italia con 1,9 posti letto ogni 100 anziani. • L’Italia è ferma su questa quota da moltissimi anni. Prima del COVID-19 si registravano importanti liste d’attesa. • In Italia c’è una evidente insufficienza dell’offerta di assistenza residenziale. Chi lavora in ospedale la conosce bene per le difficoltà di reperire strutture per i pazienti in dimissione. 6
  7. Domiciliarità o residenzialità? • Seppur molto compromessi (oltre il 75% totalmente non autosufficienti), tutti (o quasi tutti) gli anziani ospiti delle strutture residenziali per anziani potrebbero essere assistiti nelle loro case. • Spesso non si tiene conto che la grandissima maggioranza di anziani che entrano nelle strutture non lo fa perché lì è disponibile una assistenza specifica ma perché: • Non hanno familiari che possono occuparsi di loro e/o • L’assistenza al domicilio costa troppo (spesso h24) per le disponibilità degli anziani e delle loro famiglie. 7
  8. La Domiciliarità può sostituire la residenzialità? • Il potenziamento dell’assistenza domiciliare tradizionale non è una risposta credibile. Anche moltiplicando per 10 le 17 ore annue di ADI che vengono erogate ai singoli utenti domiciliari, l’assistenza sarebbe largamente insufficiente (pensiamo a quello che occorre garantire ad un anziano demente solo). • Per una sottrazione di utenti dalla residenzialità alla domiciliarità bisogna agire sulle cause che hanno determinato l’istituzionalizzazione. Ma la causa non è mai una sola e la soluzione non è semplice. • Solo una piccola quota (10%) di anziani istituzionalizzati ma in condizione di autosufficienza può essere riportato al domicilio ma non certo con l’ADI. 8
  9. TRE proposte Quali proposte si possono fare per il settore della residenzialità facendo tesoro degli insegnamenti della pandemia e tenendo conto delle premesse? 1. Governo della LTC da parte del SSN; 2. Riorganizzare le strutture; 3. Promuovere la domiciliarità (in modo alternativo). 9
  10. 1. Governo della LTC da parte del SSN (a) L’Italia ha una rete di medio-piccole strutture residenziali per anziani, per i tre quarti privata (oltre 4.600 strutture con una dimensione media di 53 posti). Questo mondo è stato sinora separato dal SSN che ha preferito un rapporto di semplice acquisto delle prestazioni (anche in Europa è così). Le strutture di questo settore, per la loro dimensione (i grandi gruppi gestiscono una quota modesta dei posti letto), non hanno oggettivamente la forza per far fronte da sole alla pandemia COVID-19. 10
  11. 1. Governo della LTC da parte del SSN (b) Tutto il settore della LTC è molto ampio ed è strategico per cui il SSN deve porsi il problema di governarlo direttamente come ogni settore al suo interno per garantirne l’efficacia e la qualità. Il sistema della LTC deve essere pienamente parte del SSN. Non ci possiamo permettere che la LTC sia separata dal SSN o che sia inadeguata rispetto alle crisi che possono accadere (come nella pandemia). Per questo il Servizio Sanitario deve governare direttamente il settore e, nel momento del bisogno, deve sostenere in modo concreto il settore dei servizi di LTC. La gestione della pandemia richiede più risorse umane e se le strutture residenziali non saranno in grado di provvedere, il Servizio sanitario dovrà fornire proprio personale sanitario aggiuntivo, come in diversi casi è accaduto in Italia e in Europa, aumentando la capacità di prevenire e gestire il virus. Inoltre il Servizio Sanitario Nazionale dovrà garantire che i servizi di LTC dispongano di adeguate forniture di medicinali, attrezzature e soprattutto i DPI, anche mettendo a disposizione i propri sistemi di approvvigionamento. Insomma, una maggiore e permanente attenzione dovrà essere dedicata al coordinamento tra il sistema sanitario e il sistema di LTC con forme di collaborazione più strutturate. 11
  12. 2. Riorganizzare le strutture a. Formazione e adozione di tutte le procedure/precauzioni b. Aree di isolamento/quarantena c. Stanze da 1-2 posti d. Standard minimo di personale (regioni) e. Ente terzo che autorizzi e provveda a controlli annuali 12
  13. Qualificare e tutelare il personale Formare il personale Il personale dei servizi di LTC deve essere formato al pari degli altri servizi sanitari. In particolare deve essere formato per l’implementazione delle misure di prevenzione e il controllo delle infezioni (devono riconoscere i sintomi, devono saper gestire i positivi, ecc.). Adottare tutte le precauzioni Referente COVID-19, le procedure per l’identificazione precoce, l'isolamento e la cura dei casi di infezione COVID-19, il tracciamento di eventuali gruppi di infezioni o di decessi di persone ospitate nelle strutture di LTC, la dotazione dei DPI necessari per il personale, attivare dei team di operatori del Servizio sanitario (USCA) che possano visitare le persone anziane nelle strutture residenziali in tempi rapidi, per ridurre i ricoveri evitabili, ecc. 13
  14. RIORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI Aree di isolamento e di quarantena Occorre prevedere (stabilmente) aree di isolamento e di quarantena di dimensioni adeguate per il numero di residenti per sospetti/confermati Covid-19 (e nuovi accessi) da realizzare in ogni struttura residenziale. Stanze da 1-2 posti letto Recentissimo studio canadese ha dimostrato che le strutture con stanze da 3-4 posti letto hanno avuto molti più casi di COVID-19 e più decessi. Ci sono moltissime regioni che prevedono stanze da 4 letti. Per la qualità della degenza e per la sicurezza occorre prevedere solo stanze da 1-2 letti. (in alcuni lander tedeschi 80% stanze con 1 letto, British Columbia (Can) 95% stanze con 1 letto) 14
  15. Garantire gli standard Fissare lo standard minimo di personale Oggi gli standard di personale sono stabiliti dalle regioni. Sono diversi fra una regione e l’altra e sono spesso tendenzialmente bassi (in media 0,51 operatori ogni anziano; nelle carceri 0,55 agenti per detenuti). Occorre definire lo standard minimo assistenziale nazionale da garantire nelle diverse strutture. (studi affermano che si registrano più infezioni covid-19 laddove c’è meno personale) Ente terzo che autorizzi e provveda a controlli annuali Oggi, il sistema dei controlli istituzionali è carente. Le regioni, in genere, hanno definito il sistema autorizzatorio ma non hanno incaricato un soggetto preposto ai controlli periodici. Tutto è demandato ai NAS. Serve invece un soggetto terzo che autorizzi le strutture ma che sia anche incaricato di fare controlli senza preavviso tutti gli anni in tutte le strutture circa il rispetto di tutti i requisiti. 15
  16. 3. Promuovere la domiciliarità (cambiando le cose) Aiutare le famiglie a. Legge di riforma non autosufficienza b. Legge sui caregiver familiari Una nuova residenzialità c. Sospensione autorizzazione nuove case di riposo d. Promuovere la realizzazione di Alloggi protetti 16
  17. Aiutare le famiglie Legge di riforma non autosufficienza Sulla falsariga delle altre esperienze europee. Che preveda fra l’altro la riforma dell’indennità di accompagnamento in più fasce in relazione ai bisogni (+ risorse per i casi gravi). Legge sui caregiver familiari In discussione al Senato. Oltre 7 milioni. Hanno bisogno del riconoscimento di essere parte della rete assistenziale e conseguentemente di essere supportati. 17
  18. Una nuova residenzialità Sospensione autorizzazione nuove case di riposo (per anziani autosufficienti) Sono residuali. Non servono più. Un modello superato. Se vogliamo dare una svolta dobbiamo costringere a ragionare in modo diverso (Danimarca). Promuovere la realizzazione di Alloggi protetti Per gli anziani autosufficienti o parzialmente autosufficienti bisogna affermare il modello degli alloggi protetti. Gruppi di Mini alloggi (autonomi) che garantiscono protezione e servizi a domanda. 18
  19. GRAZIE PER L’ATTENZIONE e-mail: franco.pesaresi@gmail.com Blog: francopesaresi.blogspot.com/ 19
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