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1. Che cos’è Grecolandia: alcuni dati tecnici.
Il progetto “Grecolandia. Introduzione alla lingua e alla civiltà neogreca per la scuola primaria”, a
cura di Federica Ferrieri (Ricercatore di Lingua e Letteratura Neogreca presso l’Università degli Studi di
Padova), nasce nell’ottobre 2008 su proposta e in collaborazione con l’insegnante Beatrice Vallini della
Scuola Primaria “Villa Medico” (Istituto Comprensivo Statale “G.C. Parolari”) di Venezia‐Zelarino.
Il risultato del progetto – che ha visto la collaborazione tra i due gradi estremi dell’istruzione
italiana, la scuola primaria e l’università – è stata la realizzazione di una lezione, della durata di quattro
ore, per la classe quinta della scuola “Villa Medico”. La lezione ha avuto luogo il 28 novembre 2008 dalle
ore 8:30 alle ore 12:30 ed è stata completamente condotta dai nove studenti universitari partecipanti al
progetto.
Per realizzare la lezione i nove studenti (Valeria Baldissera, Alessandro Baracetti, Tatiana Bovo,
Stefano Carta, Alberto Cotrona, Giorgio Fogliani, Dimitra Mylonas, Jutta Spengler, Giulia Zovi) – iscritti ai
corsi di laurea in Lettere/Lingue, letterature e culture moderne/Discipline della mediazione linguistica e
culturale – hanno frequentato un laboratorio preliminare di lingua e civiltà neogreca. Prerequisito
essenziale è stata la conoscenza medio‐alta della lingua neogreca: il laboratorio, pertanto, è stato aperto
esclusivamente agli studenti di secondo e terzo anno della laurea triennale, e agli studenti della laurea
specialistica o magistrale. Si è articolato in dieci incontri, i primi otto (10/10, 17/10, 24/10, 31/10, 07/11,
12/11, 19/11, 20/11/08) della durata di due ore ciascuno e gli ultimi due (25/11, 27/11/08) della durata di
tre ore ciascuno, in quanto prove generali. Ai dieci incontri indicati si è sommato il lavoro individuale svolto
in autonomia dallo studente nell’arco di ogni settimana e quantificabile in due ore. L’impegno orario
complessivo del laboratorio, quindi, è stato di 38 ore totali.
Scopo del progetto è stato
quello di avvicinare gli alunni della
scuola primaria alla Grecia moderna
attraverso un viaggio nel tempo e
nella lingua, partendo dai testi
contenuti nel sussidiario e oggetto di
studio da parte della classe, che
vertevano unicamente sulla storia e la
cultura classica: il mito di Teseo e il
Minotauro, che domina la prima
sezione del lavoro e che era già noto
alla classe da precedenti letture, è
stato il pretesto per l’apprendimento
di un fondo lessicale di base rimasto
Una versione inedita di Teseo al perìptero.
perlopiù immutato dalla lingua antica
alla lingua moderna, o che comunque
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Porgiamo un ringraziamento particolare all’Ins. Dott.ssa Beatrice Vallini: senza la sua iniziativa l’idea alla base di
questo progetto non sarebbe nata, e senza la sua collaborazione non si sarebbe mai realizzata la nostra lezione.
Ringraziamo, inoltre, il Dott. Gianni Masiero, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Parolari” di VE‐Zelarino; la
Sig.ra Ofelia Grandesso, fiduciaria della Scuola Primaria “Villa Medico”; il personale ausiliario della scuola; i genitori
degli alunni, che hanno dato il loro consenso allo svolgimento dell’incontro e alla pubblicazione delle fotografie. Tutto
il materiale fotografico presente in questo documento e nei relativi allegati, infatti, viene riportato con
l’autorizzazione scritta delle famiglie interessate.
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presenta evidenti affinità con la lingua italiana. Dopo il viaggio nel tempo, che porta Teseo – e con lui i
piccoli studenti – nell’Atene contemporanea, il lessico appreso viene progressivamente consolidato e
approfondito, nelle sezioni successive del lavoro, attraverso un percorso didattico a carattere ludico,
basato sulle canzoni e sul ballo, nonché su giochi di squadra e di società già noti agli alunni ma adattati alle
esigenze della nuova lingua.
Durante il laboratorio, il gruppo di lavoro ha discusso e stabilito, volta per volta, il contenuto e il
metodo di ciascuna sezione della presentazione; ne ha curato la realizzazione pratica e tutti i dettagli
tecnici; ha provveduto all’animazione dell’incontro, alla realizzazione e alla proiezione del materiale
audiovisivo, nonché alla redazione di un libretto distribuito ai bambini e contenente vari giochi a carattere
linguistico, utili per il ripasso degli argomenti trattati, oltre che i testi greci delle canzoni ascoltate,
opportunamente trascritti e tradotti. Tutti gli studenti universitari hanno frequentato con assiduità il
laboratorio in tutta la sua durata, mostrandosi interessati, propositivi, disponibili alla collaborazione con i
colleghi; hanno, inoltre, contribuito in maniera fattiva a tutte la fasi del lavoro, dimostrando una buona
padronanza della lingua neogreca e una forte motivazione nei confronti delle attività proposte.
2. Incontri preparativi (workshop): contenuti e problemi di metodo.
Durante il primo incontro (incontro preliminare), tenutosi a metà
ottobre 2008, viene indicato il destinatario del progetto (ventuno alunni
dell’ultimo anno della scuola primaria), viene chiarito il tempo a
disposizione per portare a termine il lavoro (all’incirca un mese e
mezzo), viene presentato l’obiettivo del workshop (organizzare una
lezione “alternativa”, a carattere prevalentemente ludico, che
prenda l’avvio dalle nozioni sulla civiltà classica già acquisite dagli
alunni per accompagnarli in un viaggio alla scoperta della lingua e
della civiltà greche moderne) e vengono distribuite a tutti i
partecipanti le fotocopie del libro di testo in adozione nella
classe, relative alla trattazione della civiltà greca antica (“La
scrittura”, “La letteratura e il teatro”, “Le scienze e la filosofia”,
“Grandi nelle arti”).
Dopo aver stabilito che la lezione per gli alunni sarà
condotta con l’ausilio di supporti audiovisivi e realizzata
attraverso una presentazione Power Point, si passa a discutere
l’articolazione dei contenuti: come presentare la continuità tra
civiltà classica e cultura moderna, come unire la Grecia del passato
(quella libresca) alla Grecia del presente (quella turistica) in un modo
efficace e divertente? La questione appare complessa: se si vuole
insegnare la Grecia, difficilmente si potrà prescindere dall’insegnare
almeno i rudimenti dell’alfabeto greco, eppure questa
soluzione sembra molto dispendiosa in termini di tempo e Tra le innumerevoli candidature per il ruolo di Teseo,
forse non così dinamica come la lezione che ci si alla fine viene scelta quella di Alessandro...
ripromette di realizzare. Si riflette, allora, sul fatto che la
lingua greca non deve essere necessariamente il fine del nostro lavoro, ma potrebbe esserne piuttosto il
mezzo: quasi un mezzo di trasporto per viaggiare dai tempi antichi alla realtà contemporanea.
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Un’ipotesi di raccordo tra le conoscenze già acquisite e le informazioni da proporre viene
individuata nel mito di Teseo e il Minotauro: perché gli alunni hanno una certa familiarità, oltre che con il
mito nello specifico, anche con la civiltà minoica e con la polis Atene; perché proprio la città di Atene
potrebbe svolgere il difficile compito di traît d’union tra la Grecia antica e quella moderna (c’era e c’è
ancora, e continua a rappresentare un imprescindibile punto di riferimento geografico e culturale); perché
l’eroe Teseo si presterebbe ad accompagnare gli alunni in questo viaggio nel tempo, e anzi a farsi aiutare e
consigliare da loro quando i tratti della modernità lo coglieranno impreparato. Si stabilisce che sarà
Alessandro a interpretare il ruolo di Teseo.
Si pensa di dividere la lezione in quattro parti (due prima e due dopo l’intervallo) e si inizia a
ragionare sui contenuti delle altre tre (posto che la prima sarà interamente dedicata al mito di Teseo).
Alberto e Giorgio nella fase
creativa: a loro è affidata
la stesura del mito di Teseo
e il Minotauro.
Nel secondo incontro si
definisce la prima parte della
lezione da preparare. Viene
presentato il testo (in lingua
italiana) del mito di Teseo e il Minotauro, redatto dagli studenti di indirizzo
classico (Alberto, Giorgio, Valeria). Sarà Alberto a leggere il testo agli
alunni: la classe sarà buia, lui entrerà ed estrarrà dalla tasca una luce da
lettura; si siederà sulla sedia messa al centro della classe, dove sarà
posizionato un libro antico, e comincerà a leggere la storia di Teseo e il
Minotauro, accompagnato da un sottofondo musicale e da una serie di
immagini esplicative che scorreranno sul telo. Stefano si incarica di
realizzare il Power Point e di occuparsi di
Fortuna che c’è Valeria ad aiutarli…
tutti i supporti audiovisivi.
Il testo del mito conterrà delle parole greche rimaste
immutate dall’antichità a oggi, spesso di immediata
comprensione perché assai simili ai corrispettivi italiani. La
lettura di Alberto si incepperà proprio a causa di queste
parole: riuscirà a leggerle, ma chiederà aiuto agli alunni
riguardo al loro significato. Gli alunni lo aiuteranno, aiutati a
loro volta dal Power Point, che proietterà la parola scritta in
alfabeto greco, la trascrizione in caratteri latini, e un disegno
esplicativo. Alberto potrà così procedere nella lettura.
A questo punto si prende in considerazione l’entrata
Ecco Stefano, tecnico del suono e autore del in scena di Teseo (Alessandro), che comparirà dopo aver
nostro Power Point.
bussato alla porta e instaurerà con Alberto un microdialogo
buffo. Lo scambio di battute sarà volto a chiarire l’identità di Teseo e a richiamare alla mente degli alunni i
tratti tipici dell’Atene antica, così come li hanno studiati nel libro di testo, contrapponendoli alle
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caratteristiche della città moderna. Si stabilisce, inoltre, che Teseo, in qualità di sommo esperto della lingua
greca, proporrà agli alunni un ripasso del lessico appena appreso.
Si decide, infine, che il passaggio dall’antichità ai giorni nostri, proposto da Alberto a Teseo e al
gruppo classe, si realizzerà attraverso un espediente fantascientifico: un breve filmato di una macchina del
tempo, preceduto da una fotografia in bianco e nero del Partenone e seguita da un’immagine di una via
particolarmente trafficata dell’Atene contemporanea.
Il terzo incontro ha lo scopo di mettere a fuoco la
seconda parte della lezione, quella immediatamente
successiva al viaggio nel tempo, dove Teseo entrerà in
contatto con l’Atene dei giorni nostri e scoprirà alcune delle
novità che la storia più recente ha riservato alla Grecia. Per
illustrare a Teseo e al gruppo classe i tratti salienti della
Grecia moderna, si opta per l’ascolto di una canzone.
Dimitra propone il video di Ellada mu òmorfi (Grecia mia
bella) della cantante greca Polixeni, che si decide di
proiettare per tre volte: un primo ascolto introduttivo, un
secondo ascolto per la memorizzazione delle parole
(guidata da Teseo e dal Power Point), un terzo ascolto
interattivo, durante il quale gli alunni, divisi in gruppi,
alzeranno la mano quando sentiranno le parole assegnate in
precedenza a ogni gruppo.
Al termine della canzone, si decide che Tatiana
accompagnerà Teseo al perìptero, il tipico chiosco greco
dove si può comprare praticamente tutto. Dopo varie
discussioni, infatti, il perìptero viene scelto come elemento Jutta alle prese con le ultime rifiniture del
perìptero.
particolarmente rappresentativo della Grecia moderna e
come strumento didattico efficace per l’approfondimento
e il consolidamento lessicale. In seguito a una spiegazione
sommaria della natura del perìptero, infatti, questo verrà
utilizzato come una sorta di contenitore di parole vecchie e nuove: sulla parete portante verranno
applicate immagini di parole già apprese o di altre facilmente intuibili, e si organizzerà un gioco a squadre,
al termine del quale si premierà il gruppo di alunni che ha indovinato più parole. Il premio (che si decide di
riservare a entrambe le squadre per evitare differenze) consisterà in un komboloi, altro oggetto tipico della
cultura greca contemporanea.
Jutta si assume l’incarico di costruire un perìptero (a dimensioni pressoché reali!) con materiali di
recupero, colorarlo e realizzare un’architettura di sostegno.
Nel quarto incontro si inizia a ragionare sulla parte di lezione che seguirà l’intervallo. Si pensa di
riprendere le fila del discorso collegandosi al komboloi regalato in precedenza a tutti gli alunni: le perle
dalle quali è formato sembrano un ottimo pretesto per imparare i numeri in greco (limitatamente alla
prima decina), che gli alunni collegheranno ai nomi dei poligoni studiati in geometria. Si stabilisce che i
numeri vengano anzitutto pronunciati dagli studenti presenti in classe e vengano poi mimati sulle note
della canzone Me lene Popi (Mi chiamo Popi, cantata da Ghiorgos Dallaras, con la musica di Goran Bregovic
e le parole di Michalis Ganàs). Stefano si assume il compito di rimaneggiare la canzone, tagliandola e
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rallentandola perché le parti in cui vengono pronunciati i numeri siano ben chiare; Dimitra, Giulia e Tatiana
si candidano per l’allestimento e l’esecuzione di un balletto con cui
animare il gruppo classe ed evidenziare la pronuncia dei numeri.
Si inizia a ragionare anche sulle strategie di
assimilazione e ripasso della prima decina appena appresa.
Si propende per l’organizzazione di un gioco le cui regole
siano già note al gruppo classe e si decide infine per il
Memory. Dimitra si assume il compito di coordinare il
gioco, realizzando anzitutto venti carte con il dorso di
colore diverso: sul fronte, dieci riporteranno i numeri
arabi e dieci riporteranno le trascrizioni in caratteri latini
dei nomi dei numeri in greco. Ai bambini, opportunamente
divisi in coppie, sarà richiesto di abbinare il numero alla
parola.
Ena, dio, tria: la coreografia di Tatiana, Dimitra e Si decide che, ai fini del consolidamento del lessico,
Giulia. seguiranno altri ascolti della canzone: durante il secondo
ascolto gli alunni saranno chiamati a ripetere i numeri al
momento giusto, facendosi guidare da Dimitra, Giulia e Tatiana; durante il terzo ascolto agli alunni sarà
chiesto di cantare e, contemporaneamente, di ballare in cerchio. Al termine dell’ultimo ascolto ci si siederà
di nuovo per terra e si ripeteranno i numeri, collettivamente e individualmente, sgranando le prime dieci
perle del komboloi.
Il quinto incontro ha lo scopo di organizzare la quarta e ultima parte della lezione, che
necessariamente deve essere meno impegnativa delle precedenti, ma allo stesso tempo deve comprendere
una minima attività di produzione della lingua, considerato che nelle altre tre sezioni se ne è privilegiata la
comprensione. Si decide di completare l’avvicinamento alla civiltà greca moderna attraverso il contatto con
il cibo: agli alunni (e, ovviamente, alle maestre) verranno proposti dei biscottini o dei pezzetti di tiròpita
(sfogliata al formaggio); ciascuno potrà scegliere ciò che più gli piace, purché la scelta venga espressa in
greco, con l’aiuto della proiezione Power Point.
Nel sesto, settimo e ottavo incontro, quando i
contenuti sono ormai stabiliti, si inizia a ragionare sulle
questioni di dettaglio, sugli aspetti più pratici del lavoro
e sui momenti di raccordo tra le varie sezioni.
Anzitutto si sceglie il logo da abbinare al
progetto Grecolandia. Dopo lunghe discussioni, si opta
per l’immagine di una civetta: inizialmente si cerca di
produrre un disegno originale, ma alla fine si decide di
unire il passato al presente sfruttando l’immagine che
compare sul verso delle monete greche del valore di un
euro, considerato che gli alunni l’hanno forse già vista.
La civetta viene caricaturata e resa più simpatica con
Il nostro logo.
alcuni ritocchi di carattere fumettistico; tutt’attorno si
riporta il nome del progetto utilizzando un font particolarmente giocoso.
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Si discute, poi, la disposizione di oggetti e persone all’interno della classe. Si decide che i banchi
andranno addossati alle pareti perimetrali e che gli alunni siederanno al centro della stanza, per terra, a
semicerchio; la lavagna non servirà (si decide espressamente di evitare qualsiasi forma di produzione della
lingua scritta); si stabiliscono le posizioni delle capogruppo (Dimitra, Giulia, Tatiana, Valeria) che siederanno
tra i bambini, del perìptero, della sedia utilizzata da Alberto; si cerca di prevedere con buona
approssimazione le posizioni reciproche di Alberto e Alessandro, gli spostamenti di Tatiana e Alessandro
verso il perìptero, lo spazio che necessita il balletto di Dimitra, Giulia e Tatiana; soprattutto, si stabilisce
dove andranno posizionati il telo, il laptop, il proiettore e le casse.
Si sente la necessità di una
“divisa” comune, che faciliti gli alunni
nell’identificazione dei componenti il
gruppo di lavoro: si opta per magliette
azzurre per i ragazzi e felpe blu per le
ragazze. Ci si occupa anche di realizzare
la tunica per Teseo, di procurare i
sandali, la corona di alloro, i
kombologhia.
Si definiscono tutte le musiche
della colonna sonora, si perfeziona il
Power Point, si rivedono i dialoghi,
La piantina della classe. cercando di renderli più spiritosi e
possibilmente in rima (e perciò più efficaci). Si
decide che Valeria, alla fine della seconda sezione del lavoro, spiegherà ai bambini le caratteristiche, la
funzione e l’uso del komboloi; che Giorgio si fingerà peripteràs, cioè addetto al perìptero, per interagire con
gli alunni prima e durante il gioco delle parole da indovinare; che Stefano farà finta di essere greco e,
nell’ultima sezione del lavoro, spiegherà come chiedere il cibo desiderato e ascolterà uno a uno gli alunni
porgendo loro il cibo scelto.
Si decide anche di confezionare un libretto da regalare a
ciascun alunno alla fine della mattinata (v. Allegato 4). Il libretto
comprende il testo del mito di Teseo e il Minotauro con dei
semplici giochi linguistici; le due canzoni ascoltate, nel testo
originale greco, nella trascrizione in caratteri latini e nella
traduzione in lingua italiana; alcuni semplici giochi per il ripasso
e il consolidamento dei numeri da uno a dieci e del restante
lessico appreso; una pagina di ripasso su come chiedere e dire il
proprio nome e come ordinare i due cibi proposti in classe. Si
sente la necessità di integrare il libretto con una piccola
appendice, a cura di Valeria e Giorgio, composta da un frasario
di base per approfondire la conoscenza della lingua, e dallo
Riccardo sembra aver particolarmente
schema dell’alfabeto greco e delle regole base della pronuncia. apprezzato il nostro libretto…
Ogni libretto viene personalizzato con la trascrizione del nome
dell’alunno in caratteri greci.
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Si decide, inoltre, di redigere una tavola dettagliata dell’incontro (v. Allegato 3), a uso interno,
dove viene offerta una descrizione particolareggiata di ogni sezione del lavoro e dove vengono riportati
tutti i dialoghi da recitare: lo strumento faciliterà il coordinamento, il ripasso e le eventuali modifiche da
apportare ai contenuti. La tavola è divisa in tre colonne: la prima descrive l’azione, la seconda il contenuto
del Power Point e della colonna sonora, e la terza il contenuto del libretto. Ciò permette di valutare,
relativamente a qualsiasi momento dell’incontro, il grado di interazione tra i vari strumenti realizzati.
Infine, si decide di realizzare un cartellone da consegnare all’insegnante Beatrice, perché, circa una
settimana prima dell’incontro, lo attacchi ben in vista a un muro della classe, senza specificarne la
provenienza. Il cartellone (v. Allegato 2) comprende il logo di Grecolandia, al centro; tutt’intorno, disposte
come raggi di sole, diciotto parole scritte in caratteri greci (la gran parte delle quali verrà proposta in classe,
mentre alcune saranno lasciate
all’intuizione degli alunni); lungo i
margini del foglio, a cornice,
diciotto immagini, ciascuna delle
quali rappresenta una delle parole
greche; in basso, in stampatello
maiuscolo per ragioni di affinità
con l’alfabeto latino, la data
(giorno e anno in numero, mese in
parola) della rappresentazione. Il
cartellone ha lo scopo di suscitare
la curiosità degli alunni nei
confronti dell’iniziativa proposta e
di indurre già un primo contatto
autonomo con l’alfabeto greco.
Il nono e decimo incontro
consistono nelle prove generali; le
prove generali del decimo
L’allestimento del perìptero all’inizio delle prove generali. incontro si sono tenute presso la
scuola elementare il pomeriggio
immediatamente precedente alla
lezione: la disponibilità delle
insegnanti e del personale
ausiliario ha così permesso di
poter già trasportare il materiale prodotto, di predisporre la classe per la rappresentazione e di rendersi
conto degli spazi a disposizione per poterli gestire al meglio.
3. Appuntamento in classe: un commento dell’insegnante Beatrice.
Il progetto di avvio alla lingua neogreca ha avuto un'ottima accoglienza da parte della totalità della
classe e una ricaduta molto positiva sulle attività didattiche anche nei mesi che hanno seguito l'intervento
stesso. Sia i commenti a caldo dei ragazzi che i continui richiami alle diverse attività presentate evidenziano,
infatti, che gli obiettivi didattici prefissati sono stati pienamente raggiunti. A puro titolo esemplificativo
posso menzionare un episodio tra tutti: a un paio di mesi di distanza dall’incontro, un genitore riferiva del
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desiderio espresso dal proprio figlio circa la volontà di
intraprendere lo studio del greco nei seguenti gradi di
istruzione.
Per entrare nello specifico, gli studenti coinvolti nel
progetto hanno dimostrato di aver saputo programmare
molto attentamente le attività ludico‐didattiche proposte,
curando con molta precisione i tempi di attuazione e le
modalità di presentazione, adeguandole all'età degli alunni.
La scelta degli argomenti proposti ha favorito un clima di
aspettativa e la varietà delle strategie didattiche ha
consentito a tutti i ragazzi, compresi gli alunni extra‐
comunitari e i bambini con difficoltà di apprendimento, di
partecipare attivamente alle attività presentate.
L'aula scolastica si è trasformata per un giorno in una
finestra aperta sulla lingua e sulla civiltà che tutto il mondo
occidentale considera alla base della propria cultura!
A conclusione posso solo aggiungere che, in qualità di
insegnante, molto raramente mi è capitato di ospitare L'insegnante Beatrice in attesa del suo tiropitaki.
"esperti" così preparati a presentare l'oggetto della propria
conoscenza in maniera così semplice ed efficace ad un "pubblico" di pre‐adolescenti. (Beatrice Vallini)
4. Autovalutazione: i nostri commenti.
Provare ad applicare la didattica delle lingue straniere a una classe di alunni della scuola primaria e
costruire un’attività di un’intera giornata, che fosse al tempo stesso divertente e istruttiva,
è stata un’esperienza nuova e molto interessante. Credo che per i ragazzi sia
stata un’occasione per imparare qualcosa di una lingua europea con cui
difficilmente avrebbero potuto entrare in contatto altrimenti; sono stati guidati in
un percorso dalla Grecia classica, che hanno iniziato a conoscere a scuola, fino
alla Grecia moderna, attraverso suoni, sapori, parole e elementi culturali. Per noi
studenti è stato un lavoro prezioso dal punto di vista dell’esperienza pratica, ma
anche un motivo per riflettere su quali elementi della lingua neogreca e del suo
mondo culturale possano essere percepiti come “altri” e quali invece “vicini” alla nostra cultura.
(Valeria Baldissera)
L'esperienza fatta presso la scuola di Zelarino è stata entusiasmante. Due aspetti
mi hanno lasciato molto soddisfatto: uno è il fatto stesso di lavorare con i
bambini, e in secondo luogo il fatto di lavorare con la lingua greca. Per molti
anni ho svolto attività di animazione, per eventi, scuole e altre occasioni.
Sicuramente ho un’esperienza tale da portarmi ad avere, in generale, un
buon rapporto coi bambini, so come comportarmi con loro, capire quando
si annoiano, quando sono contenti di quello che stanno facendo, quando
vorrebbero imparare qualcosa di nuovo. Ogni volta mi lascia esterrefatto la
sincerità che mettono in tutto ciò che dicono e fanno, ed è una cosa alla quale non riuscirò mai ad
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abituarmi. Quando si lavora con i bambini, non credo si tratti di scendere al loro livello, perché altrimenti
sarebbe sottointesa una loro posizione a un livello più basso: si tratta più che altro di entrare nel loro mondo
e capire come le cose vanno secondo un modo di vedere che avevamo e poi abbiamo perso. Il fatto di
lavorare con il greco moderno è stata una novità che ha dato un certo grado di concretezza allo studio della
lingua. È la prima volta che mi è capitato di lavorare con dei bambini nel'ambito dell'istruzione, intendo il
fatto stesso di insegnare loro delle cose dal punto di vista didattico. E ancor meno avrei pensato di poter
trovarmi a insegnare greco. Durante la preparazione è stato molto difficile riuscire a trovare i modi per
poter insegnare. I contenuti si trovavano senza problemi, anzi, ce n'erano fin troppi! Il problema era trovare
il modo per spiegare una cosa che per noi sembrava così normale e cercare di riportarla a un livello semplice
e comprensibile. Ogni tanto credo ci siamo sforzati anche troppo a semplificare il tutto, perché visto il
risultato durante la lezione e la velocità di apprendimento dei bambini, tante cose avremmo forse potuto
inserirle. Ad ogni modo è stata una prova per tutti, e credo che i risultati siano stati soddisfacenti per
ognuno di noi. (Alessandro Baracetti)
La realizzazione del progetto di introduzione alla lingua e cultura greca è stata un'esperienza bellissima,
motivante e formativa. Il lavoro d'equipe, le metodologie sperimentate, la revisione
continua e anche gli imprevisti sono serviti a noi studenti per capire la
differenza tra apprendere e far apprendere. La vera soddisfazione poi
è arrivata dai bambini: bravi, buoni e svegli, sono stati i veri protagonisti
della giornata, dimostrando una partecipazione e un entusiasmo
sorprendenti. È stato davvero emozionante riuscire a trasmettere
così bene la nostra passione per il neogreco. Emozione che ha suscitato,
almeno nella sottoscritta, anche un po' di commozione durante il discorso
conclusivo di Alberto sulla Grecia e le sue bellezze. (Tatiana Bovo)
Cercare materiale per questo progetto che aveva come scopo quello di far conoscere la
lingua neogreca (che, pur essendo una lingua europea, è ancora poco
conosciuta) nella scuola elementare non è stato facile, perché si dovevano
cercare argomenti che dessero del mondo greco un'idea e un'immagine
serie e allo stesso tempo divertenti perché il tutto era rivolto a ragazzi
delle scuole elementari, perciò giovanissimi ma allo stesso tempo
molto svegli e intuitivi. Frapponendo storie mitologiche della Grecia antica
a immagini della Grecia moderna, inserendo musiche caratteristiche,
proiettando con l'aiuto di allegre canzoni una serie di immagini e disegni che
spiegavano il significato delle parole, a mio avviso si è raggiunto lo scopo prefissato: ce
lo hanno dimostrato soprattutto la partecipazione e il grande entusiasmo della scolaresca. (Stefano
Carta)
Portare il greco alle elementari vuol dire cambiare e imparare. Vuol dire adottare e adattare modi e tempi
diversi da quelli canonici, per disegnare assieme ai giovanissimi alunni una giornata all’insegna
dell’apprendimento. Quello che i (grandiosi) alunni di Zelarino hanno imparato è l’altra
faccia di quello che abbiamo imparato noi nell’insegnarlo. Il gioco
dell’apprendimento ha stimolato nuove vie per spiegare, incitare, verificare il
“qui ed ora” dell’in‐segnare, del porre un segno di conoscenza nella mente di
qualcuno. Tutte le loro reazioni a stimoli di ragionamento, gioco, ballo,
ripetizione, pronuncia e comprensione, rimandano indietro un’immagine di
curiosità e fame di sapere, tanto e piacevolmente vicina a quel concetto
di ‘amore per la conoscenza’ che spinge ciascuno verso l’ambito linguistico,
umanistico, letterario. Con la loro voglia di imparare i bambini di Zelarino hanno
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fatto letteratura. (Alberto Cotrona)
Se un difetto dell’attuale sistema universitario italiano è la forte carenza di
attività pratiche rispetto a quelle teoriche, l’esperienza di Zelarino dovrebbe
rimanere, in questo senso, un esempio. Essa ha infatti dimostrato come si
possa fare interagire con successo i due livelli di pubblica istruzione tra loro più
lontani. Presentare a dei bambini di dieci anni la Grecia per quella che è oggi,
senza prescindere ma senza dipendere dai fasti del passato, non era un
compito facile: c’era il rischio di annoiare o di cadere in luoghi comuni; pare di poter
affermare non solo che questi rischi sono stati evitati, ma anche che la reazione
degli scolari è stata partecipe ed entusiasta al di sopra delle aspettative, il che ci ha inteneriti –
e potrei dire commossi – ma ci ha soprattutto dato la soddisfazione di vedere il nostro lavoro concretizzarsi,
riuscire sotto i nostri occhi; soddisfazione, questa, non frequentissima nell’esperienza universitaria ordinaria
di molti studenti. Di qui l’augurio che l’esperienza venga ripresa o che se ne traggano utili spunti. (Giorgio
Fogliani)
A dire la verità non mi aspettavo un riscontro così positivo da parte dei bambini della
scuola e dunque la soddisfazione per il lavoro fatto e i risultati ottenuti è
doppio! Organizzare questa "lezione particolare e alternativa" è stato un
lavoro impegnativo ma è stato bello lavorare in gruppo e soprattutto
vedere come tutte le nostre idee si sono concretizzate in un qualcosa di
creativo e apprezzato dai bambini e dalle maestre. Penso che riproporre questo
lavoro anche ad altre classi rappresenterebbe davvero un
arricchimento per ogni piccolo alunno. (Dimitra Mylonas)
È stata sicuramente un’esperienza particolare, un modo per entrare in un
mondo a me sconosciuto, cioè una classe della scuola elementare affrontata da un
punto di vista adulto. Oltre al lavoro di gruppo con i compagni di corso, che ci
ha unito come classe, è stato interessante inquadrare l’oggetto dei miei studi, la
Grecia e il neogreco, in modo da presentarlo a un pubblico di bambini,
che con il loro entusiasmo e la loro semplicità mi hanno dato l’ennesima
motivazione ad amare quello che studio. (Giulia Zovi)
Il gruppo al completo alla fine delle prove generali.
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5. “Dicono di noi”: i commenti degli alunni.
Forse è stata una delle migliori giornate che ho passato. Quello che mi ha colpito di più è stato il momento
che abbiamo cantato Ellada mu òmorfi e quando ci hanno dato il komboloi. (Alessandro)
Mi è piaciuto molto il gioco del fazzoletto perché abbiamo imparato i numeri in greco. (Andrea)
Mi è piaciuto quando abbiamo ballato i numeri in greco. (Aurora)
Mi è piaciuto soprattutto quando abbiamo cantato e ballato in greco. (Chiara)
Mi sono piaciuti molto i numeri, le parole in greco, ma soprattutto la canzone Ellada mu òmorfi. (Elena)
Mi sono divertita soprattutto quando è venuto Teseo e quando abbiamo ripetuto le parole in greco.
(Elenavittoria)
Foto di gruppo alla fine della mattina (ostentazione collettiva dei libretti e dei kombologhia…).
Abbiamo avuto la possibilità di "imparare" la lingua greca. Abbiamo giocato ,abbiamo ripetuto e ascoltato e
infine cantato canzoni. (Irene)
Mi sono molto divertita, è stata una bella giornata. (Licia)
Grazie ai ragazzi che hanno partecipato e hanno insegnato tante cose! (Lime)
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Abbiamo imparato molte cose,ballato il sirtaki, giocato al fazzoletto pronunciando i numeri in
greco,ascoltato delle belle canzoni. Gli studenti hanno messo amore e impegno per regalarci una stupenda
giornata. (Lorenzo)
È stata una mattinata veramente piacevole sia perché l'argomento era interessante sia perché i ragazzi
erano molto simpatici e spiritosi. (Luca)
La parte più bella della giornata è quando abbiamo giocato a memory con i numeri in greco. (Marco)
Io di questo incontro sono rimasta molto contenta ; non mi aspettavo di ricevere dei regali e di assaggiare
dei cibi tipici della Grecia. (Martina)
La parte più bella è stata quella in cui Dimitra, Giulia e Tatiana si sono esibite in un simpaticissimo balletto
per spiegarci i numeri in greco. (Martina)
Mi è piaciuto tutto, come le canzoni, il balletto, i giochi, la storia e le immagini proiettate. (Nicola)
A me il laboratorio di neogreco è piaciuto moltissimo perché abbiamo fatto cose bellissime durante tutta la
giornata. (Riccardo)
È stato bello quando siamo andati a prendere il tiropitaki o il biscotaki. (Roland)
Mi è piaciuto molto il momento in cui bisognava dire i numeri nella lingua greca. (Veronica)
E abbiamo mangiato anche il cibo della Grecia,il tiropitaki era buonissimo! (Zeynep)
6. Un calendario inaspettato per pensarsi tutto l’anno.
Qualche giorno dopo la lezione di Grecolandia, gli
studenti “grandi” hanno ricevuto dagli studenti “piccoli” un
regalo bello e inaspettato. L’insegnante Beatrice ha fatto
avere a ciascuno studente universitario un calendario
confezionato dai bambini. Sul fronte compaiono il disegno di
una scena particolarmente rappresentativa della mattinata
trascorsa assieme, sul retro le firme di tutta la classe. Le
immagini precise fino al dettaglio, lo sforzo di trascrivere
alcune delle parole greche apprese, la vivacità delle scene
ritratte sono state la migliore ricompensa a questo nostro
sforzo comune.
Uno dei capolavori.