1. ALESSANDRA BIONDI BARTOLINI, Consulente R&S (Pescia, PT)
SANIFICAZIONE A BASSO IMPATTO
PER PRODUZIONI SOSTENIBILI
Nella produzione dei vini con basso contenuto in solfiti
o addirittura ottenuti senza l’uso dell’anidride solforosa,
le condizioni igieniche e il controllo assoluto delle possibili
contaminazioni sono essenziali. E se ciò avviene nel rispetto
della filosofia di sostenibilità che spinge a produrre questi
vini tanto meglio, come spiega Marco Tebaldi:
“Il progetto Freewine ci ha ulteriormente insegnato, se
ancora ce ne fosse bisogno, che la cura dell'igiene in cantina,
intesa in modo dettagliato ma anche facilmente praticabile,
ha un ruolo fondamentale per realizzare vini che esaltino
al massimo la combinazione vitigno+territorio, portando
anche il valore aggiunto della salubrità. Per questo l'ozono
appare oggi uno strumento di grande interesse, per l’efficacia
elevata unita all'assenza di residui, a tutto vantaggio della
sostenibilità ambientale”.
VQ NUMERO QUATTRO - LUGLIO DUEMILA13
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FOCUS
,
L’
ozono è un gas presente in natura, incolore o con
colorazionebluastraecaratterizzatodaltipicoodo-
repungenteoagliaceochesimanifestadopoitem-
porali.Essosiformainfattidall’attivazioneradica-
lica dell’ossigeno atmosferico in presenza di sca-
riche elettriche, come i fulmini, o per reazione fo-
tochimica dovuta all’azione dei raggi ultravioletti.
Le molecole dell’ozono sono formate da tre
atomi di ossigeno e la loro struttura chimi-
ca è rappresentata da quello che si dice un
ibrido di risonanza, con le cariche deloca-
lizzate tra i tre nuclei. Questo fa dell’ozo-
no una molecola molto instabile, per la sua
forte tendenza a sottrarre elettroni ad altre
speciechimiche,ossidandoleetornandoal-
CANTINA IGIENE&SANIFICAZIONE
Ozono.sanificazione
sostenibile
per la cantina
la sua forma più stabile di ossigeno moleco-
lare. La proprietà di forte ossidante confe-
risce all’ozono un’alta attività germicida nei
confronti di tutti i microrganismi – lieviti,
batteri,muffe,microalghe–neiqualidegra-
dalemembranecellulari,nonchélacapaci-
tà di inattivare i virus. Proprio per queste
proprietà, da tempo l’uso dell’ozono viene
proposto come alternativa ai sanificanti e
disinfettantichimiciperladisinfezioneam-
bientale, delle acque e degli impianti. La
prima applicazione industriale dell’ozono
risale al 1907, quando in Francia si comin-
ciò ad utilizzarlo nella potabilizzazione del-
le acque. Più recentemente il suo utilizzo è
statoestesoallasanificazionedegliambien-
tiedelleattrezzaturedell’industriaalimen-
tare e degli stabilimenti enologici. Essendo
moltoinstabile,l’ozonononpuòesserestoc-
cato e trasportato e la produzione avviene
semprealmomentodell’uso(on demand),
grazie a dispositivi chiamati ozonizzatori,
nei quali l’ossigeno atmosferico viene atti-
vato da un generatore di corrente elettrica.
2. I generatori di ozono
Le apparecchiature utilizzate per produrre
ozonodifferisconoperledimensionieperla
sorgente con cui vengono prodotte le scari-
che elettriche necessarie per attivare le mo-
lecolediossigeno.Questepossonoesserege-
nerateperreazionefotochimicadaunaluce
UVconlunghezzad’ondadi185nmnegliim-
pianti più piccoli oppure, come nella mag-
gior parte degli impianti per usi industriali,
da un generatore ad effetto corona, formato
da una serie di elettrodi concentrici al cen-
tro dei quali passa il flusso d’aria o di ossige-
no da trattare. Questi ultimi generatori pre-
sentanorispettoaipriminumerosivantaggi,
tra i quali quello di produrre concentrazioni
di ozono da 10 a 100 volte superiori e di ave-
re una vita operativa molto più lunga. Ne-
gli impianti più recenti il generatore reagi-
sce solo con ossigeno anziché con aria, allo
scopo di garantire una maggiore precisione
nel dosaggio. “Utilizzando ossigeno puro
ottenuto con un cosiddetto setaccio mo-
lecolare che lo separa dagli altri gas pre-
senti in atmosfera –spiegaDavide Zironi
di Moving Fluid, l’azienda che ha realizzato
l’ozonizzatore distribuito per il settore eno-
logico dall’azienda Tebaldi – non solo si ha
una maggiore precisione nelle concen-
trazioni di ozono generate, e quindi un
maggiorcontrollodelladoseerogatanelle
diversecondizionid’uso,manonsigene-
rano sottoprodotti, come per esempio gli
ossidi d’azoto e altre sostanze che posso-
no essere molto tossiche o dare origine a
reazioni non controllate o non note”. Gli
impiantiozonizzatorisonorealizzatiperpro-
durre ozono in forma gassosa o in forma di
acqua ozonizzata, o in alcuni casi entrambe
le forme, che possono essere poi utilizzate
a seconda delle applicazioni. “Attualmen-
te esistono molti impianti sicuri ed effi-
cienti–continuaZironi–ilcuiusotuttavia
deve necessariamente essere associato a
una buona competenza, che permetta di
definire le dosi e i tempi di applicazione,
commisurati alle reali esigenze, che pos-
sono essere diverse in ogni situazione. A
seconda dei volumi, dei materiali o della
presenza di sostanza organica e di cari-
ca iniziale, le condizioni d’uso per otte-
nerebuoneperformancenellasanitizza-
zione possono cambiare, ed è necessario
che vengano valutate in modo approfon-
ditoeconmezzieprofessionalitàidonee”.
Versatilità d’impiego
In cantina l’uso dell’ozono è in grado di sod-
disfare molte esigenze di sanificazione: dal-
levascheallebarrique,alleattrezzature,alle
tubazionieagliimpiantidiimbottigliamento
con processi CIP (Clean in Place). Rispet-
to ai prodotti utilizzati attualmente, la sa-
nificazione con ozono presenta il vantaggio
di non lasciare residui chimici e di produr-
re una quantità minore di acque reflue (in
quanto i trattamenti non richiedono risciac-
quoeinalcunicasiutilizzanosoloozonogas-
soso,consentendoquindiancheilrisparmio
dell’acquaedell’energianormalmenteimpie-
gata per la diffusione del disinfettante) di
qualità migliore (ad es. in termini di BOD e
COD), che potranno facilmente essere riu-
tilizzate dopo un adeguato trattamento, in
cantina o a fini irrigui (vedere approfondi-
mento sul web). L’uso del vapore è anch’es-
so una valida alternativa ai sanificanti chi-
mici ma richiede costi energetici più elevati
rispetto a quelli necessari per la produzio-
ne di ozono. In alcune applicazioni, come la
sanificazione dei fusti, delle barrique o del-
le vasche in acciaio, l’uso dell’ozono gassoso
porta a risultati migliori, con consumi mol-
L’ozonizzatore per uso enologico realizzato
da Moving Fuid e distribuito da Tebaldi.
Ancheperlelinee
diimbottigliamento
Anche nella sanificazione delle linee
di imbottigliamento l’uso dell’ozono
si sta diffondendo, in quanto esso,
oltre all’efficacia nell’abbattimento
della carica microbica, presenta il
vantaggio di richiedere tempi più brevi,
di non necessitare della preparazione
di soluzioni disinfettanti da parte del
personale, di avvenire a freddo – con
evidenti risparmi energetici – e di non
richiedere risciacquo.
Attenzione
alle contaminazioni
incrociate
Nell’industria enologica il rischio principale
nella gestione dell’igiene consiste nella
possibilità di contaminazioni incrociate
tra vini inquinati da micro-organismi
indesiderati, batteri e lieviti, in modo
particolare del genere Brettanomyces.
La carenza di corrette procedure di
sanificazione dei contenitori (vasche in
acciaio o barrique) o delle attrezzature
porta alla contaminazione e allo sviluppo
di difetti organolettici nei vini che vengono
in contatto con le superfici dove i micro-
organismi hanno trovato un substrato
favorevole per il loro sviluppo.