Linfedema torino 4 e 5 marzo gaal palma [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5 marzo rando giancarlo [modalità compatibilità]
1. RISPOSTE FISIOLOGICHE DEL
SISTEMA LINFATICO
ALL’ATTIVITA’ MOTORIA
GIANCARLO RANDO
ASL CN2 ALBA – BRA , OSPEDALE SAN LAZZARO DI ALBA
AMBULATORIO PER LA RIABILITAZIONE LINFOLOGICA
CHINESITERAPIA DECONGESTIVA
E
ATTIVITA’ FISICA E SPORTIVA
NEL LINFEDEMA :
ESPERIENZE A CONFRONTO
TORINO, 4 -5 MARZO AULA MAGNA CESARE LOMBROSO
2. SVILUPPO DELLA
PRESENTAZIONE
• ANATOMIA FUNZIONALE DEL
MICROCIRCOLO
• PRINCIPALI ASPETTI FISIOLOGICI
• EFFETTI E/O ADATTAMENTI
ALL’ESERCIZIO MUSCOLARE
4. PROPRIETA’ E REGOLAZIONI
FISIOLOGICHE
• Permeabilità
• Diffusione (Legge di Fick)
• Filtrazione (Equazione di Starling) e scambio nei
capillari
• Sistema linfatico
• Perfusione: tono neurogeno
• Regolazione della perfusione metabolica e
nervosa
• Sostanze modulatrici del calibro vasale
• Risposta miogena (autoregolazione)
6. PERMEABILITÀ CAPILLARE
• Parete continua (tessuti : cardiaco, scheletrico, cutaneo,
connettivo, adiposo, polmonare)
• Fessure intercellulari ( 5 nm ) elevata permeabilità acqua e
soluti, scarsa alle proteine
• Fenestrati (glomeruli renali, ghiandole esocrine ed endocrine,
• mucosa intestinale, corpi ciliati e coroidei) relativamente bassa
alle proteine
• Pori intracellulari ( 50, 60 nm )
• Discontinui ( fegato, milza e midollo osseo)
• Fessure intra ed intercellulari ( fino a 1 micron ) permeabilità
elevata alle proteine e grosse molecole
• Capillari cerebrali : Endotelio continuo con giunzioni strette
(barriera ematoencefalica),
7. Permeabilità
Idrosolubili concentrazione interstizio
Liposolubili concentrazione intracapillare
1 L’aumento della perfusione non provoca problemi
2 perchè può essere utilizzato altro spazio capillare disponibile
3 L’aumento della perfusione provoca problemi
4 perchè non può essere utilizzato altro spazio disponibile
8. SCAMBI CAPILLARI:
EQUAZIONE DI STARLING :
F= K*(dP-dp.onc.)
• Distretto arterioso :
30 / 28 mmHg ( p. idrostatica intravasale) - (-3mmHg p. i. interstizio) = +33 / 31 mmHg
28 mmHg (p. oncotica intravasale) – 8 mmHg (p.oncotica interstizio) = 20 mmHg
• 33 mmHg - 20 mmHg = 13 mmHg verso l’esterno
• Distretto venoso :
• 10 mm Hg (p. idrostatica interna) – ( - 3 mmHg p.i. esterna) = + 13 mmHg
• 28 mm Hg (p. oncotica interna) – 8 mmHg (p. oncotica esterna) = - 20 mmH
• 20 mmHg-13 mmHg = 7 mmHg verso l’interno
• Valori medi e forza netta risultante :
- PI 17.3 mmHg + 3 mmHg (interstizio) = 20,3 mmHg
- PO 28 mm Hg - 8 mm Hg = 20 mmHg
17.3 + 3 = 20.3 mmHg
28 - 8 = 20 mmHg
9. DIFFUSIONE: RUOLO
FONDAMENTALE
La diffusione è regolata dalla Legge di Fick:
V = D · A · ∆C/dx
• D = coefficiente di diffusione (1/√PM)
• A = Superficie di scambio
• ∆C/dx = gradiente di concentrazione/distanza
• Sostanze liposolubili (02, CO2, ecc) passano attraverso le
membrane e lo scambio è limitato dalla perfusione
• Sostanze idrosolubili passano attraverso pori e fessure (85
l/min) la loro diffusione dipende dall’ampiezza dei pori e
raggio delle molecole
10. FILTRAZIONE CAPILLARE
• Distretto arterioso: circa 0.5% del volume plasmatico in
transito (14 ml/min, 20 l/dì).
• Distretto venoso : viene riassorbito soltanto il 90%.
• Spazio interstiziale e Distretto linfatico : restante 10% (circa
2 l/dì)
• Filtrazione netta = 2 ml/min (cioè 6,67 ml/min/mmHg)
• Coefficiente di filtrazione: indica il prodotto tra la
conduttanza idraulica della parete capillare e la superficie di
scambio.
• Basso: cervello, muscolo,
• Alto: intestino, fegato ( % di filtrazione delle proteine
variabile da 1,5 a 6% )
12. SISTEMA LINFATICO E
RIASSORBIMENTO
• Il riassorbimento tiene conto di tre fattori: l’equilibrio tra filtrazione e
riassorbimento o legge di Starling; la differenza di pressione tra
l’arteriola e la venula; la pressione oncotica dovuta alla presenza di
proteine nel plasma sanguigno.
• Il riassorbimento inoltre è di due tipi: uno oncotico extravascolare;
uno extramurale, dovuto a forze entrinseche del sistema come la
contrazione muscolare, l’alternanza dovuta alla respirazione o le
contrazioni ritmiche deigrossi vasi.
• Il sistema linfatico è costituito da un apparto vasale lungo il decorso
del quale sono intercalate formazioni di tessuto linfoide, i linfonodi.
• I capillari linfatici sono formati da un endotelio maggiormente
permeabile di quello dei capillari sanguigni;
• I vasi linfatici di maggiori dimensioni hanno una struttura più
complessa. presentano infatti, oltre all’endotelio, una tonaca
muscolare liscia con fasci longitudinali interni, anulari medi e
longitudinali esterni.
14. FLUSSO LINFATICO
• Flusso linfatico medio: 120 ml/ora
• Determinato da meccanismi di pompa linfatica
intrinseci e dalla presenza di valvole
• Può aumentare (fino a 100 volte) con
l’incremento della pressione interstiziale fino al
massimo di 1-2 mm Hg
• Aumenta in relazione diretta con la pressione
capillare, con la diminuzione della pressione
oncotica intravasale, aumento delle proteine
dell’interstizio e della permeabilità capillare
15. EDEMA
• Aumento della pressione
arteriosa, vasodilatazione,
aumento della pressione
venosa, riduzione della
pressione colloido-
osmotica,
• Deficit del drenaggio
linfatico
• Aumento della permeabilità
del capillare
• Effetti opposti:
Vasocostrizione
Deidratazione
16. REGOLAZIONE DEL FLUSSO
LOCALE
• La perfusione in un determinato organo dipende dalla resistenza al
flusso, cioè dall’organizzazione anatomica dei vasi nell’organo e
dall’entità del tono vasale a riposo.
• Tono vasale: stato di contrazione della muscolatura della parete dei
vasi, che ne determina il calibro (Ossigeno dipendente,
vasomozione).
• Organi con esigenze di perfusione elevate, ma poco variabili,
(cervello, reni) hanno scarso tono neurogeno.
• Organi con notevoli variazioni delle esigenze di perfusione
(muscolatura scheletrica, tratto gastrointestinale, fegato, cute) hanno
un elevato tono neurogeno.
• Maggiore è il tono vasale, maggiore è la possibilità di incrementare il
flusso.
• I massimi incrementi possibili, nei vari distretti, sono molto variabili,
le variazioni di perfusione maggiori si possono verificare nei territori
con le esigenze funzionali più variabili.
17. REGOLAZIONE DELLA
PERFUSIONE
• Sistema neurovegetativo
• Metaboliti locali (CO2, H+, Osmoli,
riduzione 02 (non per il polmonare),
ADP, K)
• Sostanze vasoattive
• NO, endotelina
• Risposta miogena
18. SOSTANZE VASOATTIVE
• Istamina, Serotonina (lesione ed emicrania/intestino),
Angiotensina II, bradichinina, callidina,
• (Eicosanoidi, da ac.arachidonico) Prostaglandine E
D, Trombossano A, prost F2a (azione avversata dalla
aspirina), leucotrieni (infiammazione), PAF (opposto
nel polmonare)
• Renina –angiotensina-aldosterone
• ADH, ma a livello del cuore e del cervello vasodilata
tramite NOendoteliale
• Atriopeptina ANP (abbassa la pressione e il volume
ematico)
19. AUTOREGOLAZIONE
• ANDAMENTO RIGIDO,
IN MANCANZA DI NO
• RENE
• MODULAZIONE • CUORE
SECONDO LE • POLMONE
ESIGENZE DI
PERFUSIONE IN
OCCASIONE DI UNA
FORTE
STIMOLAZIONE
SIMPATICA
20. FORMAZIONE DELLA LINFA
• I capillari linfatici iniziano a
“dita di guanto” nel tessuto
ed hanno tendenza ad
organizzarsi in reti
linfatiche
• Spazi irregolari, più o meno
ampi a seconda del tessuto
ove decorrono, ed in diretta
comunicazione con
l’origine dei capillari.
• Risucchio degli umori dagli
spazi interstiziali e spinta
verso il capillare.
21. ULTRASTRUTTURA DEL SISTEMA
LINFATICO
• Linfagione = unità funzionali del sistema
• una valvola a monte ed una a valle che si aprono nella sola direzione del
flusso della linfa, impedendone così il reflusso:
• endotelio, membrana basale interrotta o molto permeabile, tunica
muscolare composta da fibrocellule muscolari lisce disposte a spirale;
tunica non presente nei punti d'inserzione delle valvole.
• L’innervazione orto e parasimpatica del tessuto muscolare liscio determina
spiega la contrattilità del vaso, ritmica e costante.
• Le contrazioni a riposo di un vaso linfatico sono circa 5/7 al minuto: queste
aumentano nel caso sia necessario un incremento della funzione di
riassorbimentoLa frequenza delle
• La contrazione è regolata da corpuscoli sensitivi all'interno del vaso.
22. IL LINFONODO
• Ricoperto da una membrana connettivale che forma la capsula.
• Da questa si diparte un’organizzazione trabecolare di tessuto
connettivo, che divide il parenchima, l’insieme dei follicoli linfatici e del
tessuto linfoide.
• A livello della capsula si ritrova tessuto muscolare liscio, che si
raggruppa intorno ai punti d’inserzione dei vasi.
• La muscolatura ha sia funzione di “pompa” verso i vasi efferenti, che
di valvola ad impedimento di flussi inversi versi i vasi afferenti.
• L’innervazione della capsula ha anche ruoli sensitivi oltre che motori.
• La capsula invia all’interno del linfonodo, dei setti fibroelastici che
delimitano degli spazi entro i quali sono posti i follicoli, costituiti da
cellule con funzione immunitaria, che si estrinseca con attività
fagocitante, anticorpale o metabolico enzimatica.
• Nei linfonodi esiste una doppia circolazione: una linfatica ed una
sanguigna, rappresentata da arteriole che penetrando in prossimità
dell’Ilo linfonodale a livello della parte midollare, si diramano dando
origine ad una fitta rete capillare che fa capo a piccole vene
23. THE THIRD CIRCULATION:
RADIONUCLIDE
LYMPHOSCINTIGRAPHY IN THE
EVALUATION
OF LYMPHEDEMA*
J Nucl Med 2003; 44:43–57
Andrzej Szuba, MD, PhD1; William S. Shin1; H. William Strauss,
MD2; and Stanley Rockson, MD1
1Division of Cardiovascular Medicine, Stanford University School of Medicine,
Stanford, California; and 2Division of Nuclear Medicine, Stanford University
School of Medicine, Stanford, California
24. SISTEMA LINFATICO
• Lymphatics are found throughout the body, with the
exception of the central nervous system, where
cerebrospinal fluid fulfills the normal role of lymph
• Lymphatic vasculature and lymphoid tissue are prevalent in
organs that come into direct contact with the external
environment, such as the skin, gastrointestinal tract, and
lungs.
• In the extremities, the lymphatic system consists of a
superficial (epifascial) system that collects lymph from the
skin and subcutaneous tissue, and a deeper system that
drains subfascial structures such as muscle, bone, and
deep blood vessels
25. SISTEMA LINFATICO DEGLI
ARTI
• The superficial and deep systems of the lower
extremitiesmerge within the pelvis, whereas those
of the upper extremity merge in the axilla.
• The 2 drainage systems function in an
interdependent fashion such that the deep
lymphatic system participates in lymph transport
from the skin during lymphatic obstruction .
• The superficial and deep systems drain at
markedly different rates.
• In the normal leg, subfascial transport (the deep
system) is slower than the epifascial (superficial)
system and transports less lymph.
26. FLUSSO DELLA LINFA E
CONTRATTILITA’ DEI VASI LINFATICI
• In skeletal muscle, lymphatics are usually paired with arterioles, so
that arterial pulsation and muscle contraction contribute to the
periodic expansion and compression of initial lymphatics to enhance
fluid uptake
• Additional mechanisms of particle transport from the interstitium to
initial lymphatic include active transendothelial vesicular transport and
phagocytosis with subsequent migration of macrophages into the
lymphatic vessels
• Particle size and surface properties may determine which way is
preferred
• A systemic driving force exists for the basal propulsion of lymph that
is independent of the local pressure gradients that promote uptake
Lymph flow in the collectors depends predominantly on lymphatic
contraction hydrostatic pressure (standing position) mechanical
stimulation (massage, pneumatic compression), and warm baths
• Particle uptake by the lymphatic system is temperature dependent:
exposure to cold (ice packs, near 0° also stimula tes lymphatic flow
C)
28. • Lymph is propelled by both passive and active forces.
• Passive forces are already promoted as treatment for
lymphedema: manual lymphatic drainage, massage therapy,
sequential pneumatic compression pumping, elastic
compression sleeves, and limb elevation.
• These treatments mimic the passive forces of the body,
such as skeletal muscle pumping, respiratory movement,
and arterial pulsation.
• Exercise also stimulates the skeletal muscle to pump
venous and lymphatic fluid.
• This type of exercise should also stimulate the contraction of
the lymph vessels themselves because these vessels are
innervated by the sympathetic nervous system.
• Regaining control over these internal contractions by
resetting the sympathetic drive to these vessels through
upper-body exercise may assist in the long-term treatment
for lymphedema.
29. MECCANISMI DEL DEFLUSSO
VENOSO E LINFATICO
• Consentono il deflusso in direzione profonda e centripeta
• Riguardano la struttura ossea, le fasce muscolari, le fasce
connettivali perivascolari e le valvole venose e linfatiche
• Le forze che intervengono in tale funzione si dividono in:
- forze aspirative (aspirazione centripeta tramite gli atti
respiratori e il rilascio muscolare);
- forze propulsive (pressione arteriosa residua nel microcircolo,
pulsazione arteriosa adiacente alle vene, spinta plantare,
contrazione muscolare in particolare dei muscoli del
polpaccio).
30. TESSUTO CONNETTIVO
E FASCE
• Nel sistema miofasciale ciascun muscolo, organo viscerale, vaso (sanguineo
e linfatico), nervo, osso, articolazione ecc. è rinchiuso nel proprio
involucrofasciale.
• Tali involucri, a loro volta, formano un reticolo ubiquitario di tensegrità, che
avvolge e, al tempo stesso, sostiene e collega tutte le unità funzionali del
corpo.
• Esso forma anche uno strato superficiale, che funge da contenitore e da
sostegno frenante per tutto il corpo: le fasce superficiali poste sotto la pelle.
• Il muscolo è tenuto in sede tramite lamine connettivali (aponeurosi o
aponevrosi) ed è racchiuso nelle fasce (epimisio, perimisio ed endomisio).
• "Ostruzioni" locali, come ad es. le aderenze fasciali, possono derivare da
sforzi eccessivi o mancanza di esercizio, traumi, malattie infiammatorie,
cicatrici aderenziali ecc. Esse determinano un aumentato attrito interno che
contrasta il movimento e, in particolare, l'allungamento muscolare
31. AZIONE MUSCOLARE, POSTURA,
RESPIRAZIONE
• La deambulazione e la posizione orizzontale con gli arti superiori sollevati
facilitano il deflusso venoso e linfatico
• Durante la marcia, ogni passo determina la spremitura muscolare delle vene,
con : attivazione delle valvole e riduzione della pressione venosa a livello
malleolare a 20-30 mm Hg. .
• La posizione orizzontale determina stiramento e compressione della vena
poplitea (posta posteriormente al ginocchio), compressione della giunzione
femoro-iliaca al passaggio sul legamento inguinale, compressione, a livello
addominale, della vena iliaca comune sinistra contro il rachide lombare da
parte dell'arteria iliaca comune destra (sindrome di Cockett), compressione, in
caso di flessione forzata del piede sulla gamba (per letto troppo corto, gesso
ecc.), dell'anello del soleo (muscolo del polpaccio) con conseguente
compressione venosa contro la inestensibile membrana interossea.
• Pertanto, la posizione ideale a letto risulta supina con leggera flessione della
gamba sulla coscia e della coscia sull'addome.
• La respirazione fisiologica ed una corretta azione del muscolo diaframma
rivestono un fondamentale ruolo come pompa per la circolazione di ritorno
tramite l'azione di pressione-depressione sugli organi toracici e addominali
32. INTENSE EXERCISE STIMULATES
ALBUMIN
SYNTHESIS IN THE UPRIGHT
POSTURE
.
Kei Nagashima, Gary W. Cline, Gary W. Mack, Gerald I.
Shulman,and Ethan R. Nadel
+
John B. Pierce Laboratory and Departments of Cellular and Molecular
Physiology, Epidemiology, and Public Health and Internal Medicine,
Yale University School of Medicine, New Haven, Connecticut 06519
2 April 1999
33. EFFECT OF LYMPHATIC OUTFLOW
PRESSURE ON LYMPHATIC ALBUMIN
TRANSPORT IN HUMANS
JAUCHIA WU AND GARY W. MACK
The John B. Pierce Laboratory and Department of Epidemiology and Public Health, Yale University,
New Haven, Connecticut 06519 17 April 2001
• Endurance exercise training increases plasma volume, hypervolemia an
increase in plasma albumin content ogressive expansion of plasma albumin
content during 3 days of enduranceexercise training
• Plasma albumin content increased within 1 h after intense exercise and
remained elevated for 40 h
• Possible mechanisms: 1) increased lymphatic return of albumin, 2) increased
albumin synthetic rate, and 3) decreased transcapillary escape rate of albumin
• Lymph flow rate and lymphatic return of albumin are stimulated by exercise
and by increased fluid pressure in exercising muscles
• Mechanical manipulation of the lymphatic outflow pressure in the upright or
supine posture is associated with a significant modulation of lymphatic return
of albumin to the vascular space.
34. Journal of Physiology (1997), 504.1, pp.233-239
LYMPH FLOW DYNAMICS IN EXERCISING
HUMAN SKELETAL MUSCLE AS
DETECTED BY SCINTOGRAPHY
Eino Havas *tt Tapani Parviainen §, Juha Vuorela §, Jarmo
Toivanen§,Tuomo Nikula 11 and Veikko Vihko *
*LIKES-Research Center, University Campus, FIN-40100 Jyvaskyla, §
Isotope Laboratory, Central Hospital of Central Finland,
Keskussairaalantie 19, FIN-40640 Jyviaskylai, AP Medical
Technologies OY, Elementtitie 27, FIN-41160 Tikkakoski ,and The
Department of Biology of Physical Activity, University of Jyvaiskyla,
PO Box 35, Fin-40351 Jyvaskylli, Finland
35. • Numerous studies have shown that
physical activity increases lymph flow,
both peripherally in the collecting ducts
(Olszewski & Engeset, 1985; McGeown, McHale & Thornbury, 1987;
Coates, O'Brodovich & Goeree, 1993) and centrally in
the thoracic duct (Lindena, Kiipper & Trautschold, 1984).
• Most of the exercise-related lymph flow
data are derived from measurements in
skin and subcutaneous lymphatics
(Olszewski, Engeset & Sokolowski, 1977; McGeown et al. 1987),
and data on skeletal muscles
are scarce.
36. • The lymphatics in skeletal muscle consist entirely
of lymphatic capillaries, which have no smooth
muscle and are thus unable to contract
spontaneously.
• The lymphatics lie adjacent to arcading and
transverse arterioles, and are surrounded by
muscle fibres, to both of which the lymphatic
endothelial cells are firmly connected by collagen
fibres
• Consequently, the arterial pulsations, and
especially muscle fibre deformations, can cause
opening and closing of the lymphatic capillaries
37. • When a muscle is stretched, the
lymphatics open and the interstitial fluid
enters the lymphatics.
• Accordingly, when the muscle contracts,
the lymphatics collapse and propel fluid
forward, with the valvular structure of the
lymphatic capillaries allowing only
unidirectional flow of lymph
38. THREE DIFFERENT EXERCISES
• I : dynamic knee extension starting with a knee angle of 90 deg and ending
with a knee angle of 0 deg (full extension) with a short period of isometric
contraction at the end of extension (CONS). This exercise provided the
largest range of muscle deformation during the contraction.
• II : isometric contractions of the knee extensor muscles with the knees
fixed at a 90 deg angle (lower legs in dependent position) (IMFlex). In this
exercise the muscles were in the elongated (stretched) state during both
rest and contractions, and the deformations were highly restricted.
• III : isometric contractions of the knee extensors with a knee angle of 0 deg
(knees at full extension, IMExt). In this case the muscles were free to
shorten from their relaxed length, and during the rest periods the muscles
were also in a relaxed unstretched state. The rhythm of the exercise (10
contractions per minute) was provided by a metronome giving a 1.5 s beep
every 6 s.
• Each exercise session lasted for 10 min (i.e. itincluded 100 contractions).
39. • Clearance rates in contracting human vastus
lateralis muscle were 5 4, 9 6 and 12% h-1
during IMFlex, CONS and IMExt,
respectively.
• In rat gastrocnemius muscle, the clearance
rate during anaesthesia is about one-fourth
of that during spontaneous activity A similar
difference was found in dog biceps muscle
between rest and electrical stimulation at 1
Hz
• In the present study, we found a consistent
three- to sixfold increase in the clearance
rates due to muscle contractions.
40. • The lymphatics in skeletal muscle are unable to contract
• The propulsion of the lymph in skeletal muscle is dependent upon the
external compression of the lymphatics
• This compression can be produced by arterial vasomotion or by
muscle fibre deformations
• If the observed low clearance rate at rest was not exclusively due to
the dissipative transport of albumin, vasomotion is the only force
which could maintain lymph flow.
• This concept agrees well with the observation that endurance trained
subjects had slightly higher overall resting clearance rates than
untrained subjects (0 06 + 0 05 vs. 0 03 + 0 03 % min-'; P= 0 008).
• Endurance training is known to increase vascularity in skeletal
muscles, and the enhanced resting clearance rate suggests
adaptations of the lymphatic system as well.
41. • As expected, the clearance rates were increased during the
exercises. During exercise, the muscle fibre deformations
during and between contractions play a major role in lymph
propulsion.
• The volume of the lymphatics depends upon the diameter of the
muscle fibres, so that when muscle fibres are lengthened
(stretched), the volume of the lymphatics increases, and,
conversely, when fibres are shortened, the lymphatic volume
decreases
• The different clearance rates for IMFlex and IMExt agree well
with the concepts of lymph formation and propulsion .
• When IMExt was performed, the muscle was at its normal
relaxed length.
• During contraction, no external work was done, but themuscle
was able to shorten to its anatomical minimum length.
Therefore, the cross-sectional area of the vastus lateralis
muscle fibres was increased, which in turn collapsed the
lymphatics and propelled fluid along the lymphatic system.
42. CONCLUSION
• The present results suggest that improper lymphatic pumping
during IMFlex was compensated for during the subsequent rest
period.
• In conclusion, the present results demonstrate experimentally
the significance of muscle deformations on the interstitial
albumin clearance from skeletal muscle.
• These results support earlier observations on the clearance
rates of intramuscularly injected radioactively labelled tracers
in animals and extend these observations to human subjects.
• The exact contribution of variation of the muscle length to
lymph flow from exercising skeletal muscle, as well as the role
of the intensity of the muscle contraction, warrant further
studies.
43. QUALE ATTIVITA’ MOTORIA /
FISICA ?
Task Force Multisocietaria di Medicina
Sportiva e Cardiologia dello Sport:
Documento di consenso su “La
prescrizione dell'esercizio fisico in
ambito cardiologico” FMSI & SIC-sport
ed, Roma 9 maggio 2006.
44. ESERCIZIO FISICO
• Movimento della muscolatura
• Esercizio fisico scheletrica, associato a
consumo energetico
• Allenamento • Attività fisica strutturata,
(training) fisico finalizzata al
mantenimento/miglioramento
della efficienza fisica
• Capacità di praticare attività
• Efficienza fisica muscolo scheletrica e cardio-
respiratoria in grado di ridurre il
rischio di mortalità e morbilità
cardiovascolari
45. ATTIVITÀ FISICA
• Attività fisica finalizzata a
• Agonistica performance agonistiche,
anche estreme, che
prevede la partecipazione
regolare a competizioni
sportive riconosciut
• Ludica e ricreativa • Attività fisica, regolare o
occasionale, che non
implica sforzi massimali
46. SFORZO FISICO
• Attività fisica finalizzata a
Strenuo (att. agonistica) performance agonistiche
anche estreme, che
raggiunge e supera le
capacità aerobiche massimali
• Intenso (att. agonistica • Attività fisica che raggiunge
occasionale) le capacità aerobiche
massimali
• Attività fisica, regolare o
• Moderato (att. ludica o occasionale, che non
ricreativa) raggiunge le capacità
aerobiche massimali
47. FUNZIONE ENDOTELIALE
ED ESERCIZIO FISICO
Giuseppe M. Andreozzi
Direttore U. O. di Angiologia, Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova
• L'esercizio fisico va sempre consigliato e prescritto, ma in
modo ben finalizzato e personalizzato.
• L'attività agonistica, con sforzo strenuo, va lasciata agli
atleti nella fase di piena attività.
• Nel soggetto sano (privo di fattori di rischio aterosclerotici)
con la finalità di mantenere una buona efficienza fisica può
essere utilizzato uno sforzo anche intenso, ma senza
superare i limiti aerobici personali.
• Nella prevenzione cardiovascolare primaria è da prediligere
lo sforzo moderato, indulgendo a brevi periodi di sforzo
intenso se ben tollerato,
• Nella prevenzione secondaria lo sforzo deve essere
sempre moderato e personalizzato, evitando ogni sensodi
fatica o di “non benessere”.