SlideShare uma empresa Scribd logo
1 de 47
Baixar para ler offline
RISPOSTE FISIOLOGICHE DEL
      SISTEMA LINFATICO
    ALL’ATTIVITA’ MOTORIA
                     GIANCARLO RANDO
      ASL CN2 ALBA – BRA , OSPEDALE SAN LAZZARO DI ALBA
       AMBULATORIO PER LA RIABILITAZIONE LINFOLOGICA


                CHINESITERAPIA DECONGESTIVA
                               E
                 ATTIVITA’ FISICA E SPORTIVA
                       NEL LINFEDEMA :
                  ESPERIENZE A CONFRONTO

TORINO, 4 -5 MARZO                AULA MAGNA CESARE LOMBROSO
SVILUPPO DELLA
        PRESENTAZIONE


• ANATOMIA FUNZIONALE DEL
  MICROCIRCOLO
• PRINCIPALI ASPETTI FISIOLOGICI
• EFFETTI E/O ADATTAMENTI
  ALL’ESERCIZIO MUSCOLARE
CIRCOLAZIONE CAPILLARE
PROPRIETA’ E REGOLAZIONI
         FISIOLOGICHE
• Permeabilità
• Diffusione (Legge di Fick)
• Filtrazione (Equazione di Starling) e scambio nei
  capillari
• Sistema linfatico
• Perfusione: tono neurogeno
• Regolazione della perfusione metabolica e
  nervosa
• Sostanze modulatrici del calibro vasale
• Risposta miogena (autoregolazione)
PARETE CAPILLARE
PERMEABILITÀ CAPILLARE

• Parete continua (tessuti : cardiaco, scheletrico, cutaneo,
  connettivo, adiposo, polmonare)
• Fessure intercellulari ( 5 nm ) elevata permeabilità acqua e
  soluti, scarsa alle proteine
• Fenestrati (glomeruli renali, ghiandole esocrine ed endocrine,
• mucosa intestinale, corpi ciliati e coroidei) relativamente bassa
  alle proteine
• Pori intracellulari ( 50, 60 nm )
• Discontinui ( fegato, milza e midollo osseo)
• Fessure intra ed intercellulari ( fino a 1 micron ) permeabilità
  elevata alle proteine e grosse molecole


• Capillari cerebrali : Endotelio continuo con giunzioni strette
  (barriera ematoencefalica),
Permeabilità




                          Idrosolubili     concentrazione interstizio




                          Liposolubili     concentrazione intracapillare




1 L’aumento della perfusione non provoca problemi
2 perchè può essere utilizzato altro spazio capillare disponibile
3 L’aumento della perfusione provoca problemi
4 perchè non può essere utilizzato altro spazio disponibile
SCAMBI CAPILLARI:
                            EQUAZIONE DI STARLING :
                              F= K*(dP-dp.onc.)
•   Distretto arterioso :
    30 / 28 mmHg ( p. idrostatica intravasale) - (-3mmHg p. i. interstizio) = +33 / 31 mmHg
    28 mmHg (p. oncotica intravasale) – 8 mmHg (p.oncotica interstizio) = 20 mmHg
•    33 mmHg - 20 mmHg = 13 mmHg verso l’esterno

•   Distretto venoso :
•   10 mm Hg (p. idrostatica interna) – ( - 3 mmHg p.i. esterna) = + 13 mmHg
•   28 mm Hg (p. oncotica interna) – 8 mmHg (p. oncotica esterna) = - 20 mmH
•   20 mmHg-13 mmHg = 7 mmHg verso l’interno

•   Valori medi e forza netta risultante :
    - PI 17.3 mmHg + 3 mmHg (interstizio) = 20,3 mmHg
    - PO 28 mm Hg - 8 mm Hg = 20 mmHg
           17.3 + 3 = 20.3 mmHg


                                                 28 - 8 = 20 mmHg
DIFFUSIONE: RUOLO
              FONDAMENTALE
        La diffusione è regolata dalla Legge di Fick:
                        V = D · A · ∆C/dx
• D = coefficiente di diffusione (1/√PM)
• A = Superficie di scambio
• ∆C/dx = gradiente di concentrazione/distanza


• Sostanze liposolubili (02, CO2, ecc) passano attraverso le
   membrane e lo scambio è limitato dalla perfusione
• Sostanze idrosolubili passano attraverso pori e fessure (85
  l/min) la loro diffusione dipende dall’ampiezza dei pori e
  raggio delle molecole
FILTRAZIONE CAPILLARE

• Distretto arterioso: circa 0.5% del volume plasmatico in
  transito (14 ml/min, 20 l/dì).
• Distretto venoso : viene riassorbito soltanto il 90%.
• Spazio interstiziale e Distretto linfatico : restante 10% (circa
  2 l/dì)
• Filtrazione netta = 2 ml/min (cioè 6,67 ml/min/mmHg)

• Coefficiente di filtrazione: indica il prodotto tra la
  conduttanza idraulica della parete capillare e la superficie di
  scambio.
• Basso: cervello, muscolo,
• Alto: intestino, fegato ( % di filtrazione delle proteine
  variabile da 1,5 a 6% )
SISTEMA LINFATICO
           FLUSSO : 120 ml/h, 2-3 l/ 24h




 Fluido
Proteine

   Macromolecole lipidiche         Vasomozione
SISTEMA LINFATICO E
                 RIASSORBIMENTO
• Il riassorbimento tiene conto di tre fattori: l’equilibrio tra filtrazione e
  riassorbimento o legge di Starling; la differenza di pressione tra
  l’arteriola e la venula; la pressione oncotica dovuta alla presenza di
  proteine nel plasma sanguigno.
• Il riassorbimento inoltre è di due tipi: uno oncotico extravascolare;
  uno extramurale, dovuto a forze entrinseche del sistema come la
  contrazione muscolare, l’alternanza dovuta alla respirazione o le
  contrazioni ritmiche deigrossi vasi.
• Il sistema linfatico è costituito da un apparto vasale lungo il decorso
  del quale sono intercalate formazioni di tessuto linfoide, i linfonodi.
• I capillari linfatici sono formati da un endotelio maggiormente
  permeabile di quello dei capillari sanguigni;
• I vasi linfatici di maggiori dimensioni hanno una struttura più
  complessa. presentano infatti, oltre all’endotelio, una tonaca
  muscolare liscia con fasci longitudinali interni, anulari medi e
  longitudinali esterni.
STRUTTURA DEL VASO
     LINFATICO
FLUSSO LINFATICO

• Flusso linfatico medio: 120 ml/ora
• Determinato da meccanismi di pompa linfatica
  intrinseci e dalla presenza di valvole
• Può aumentare (fino a 100 volte) con
  l’incremento della pressione interstiziale fino al
  massimo di 1-2 mm Hg
• Aumenta in relazione diretta con la pressione
  capillare, con la diminuzione della pressione
  oncotica intravasale, aumento delle proteine
  dell’interstizio e della permeabilità capillare
EDEMA

  • Aumento della pressione
    arteriosa, vasodilatazione,
    aumento della pressione
    venosa, riduzione della
    pressione colloido-
    osmotica,
  • Deficit del drenaggio
    linfatico
  • Aumento della permeabilità
    del capillare

  • Effetti opposti:
    Vasocostrizione
    Deidratazione
REGOLAZIONE DEL FLUSSO
             LOCALE
• La perfusione in un determinato organo dipende dalla resistenza al
  flusso, cioè dall’organizzazione anatomica dei vasi nell’organo e
  dall’entità del tono vasale a riposo.
• Tono vasale: stato di contrazione della muscolatura della parete dei
  vasi, che ne determina il calibro (Ossigeno dipendente,
  vasomozione).
• Organi con esigenze di perfusione elevate, ma poco variabili,
  (cervello, reni) hanno scarso tono neurogeno.
• Organi con notevoli variazioni delle esigenze di perfusione
  (muscolatura scheletrica, tratto gastrointestinale, fegato, cute) hanno
  un elevato tono neurogeno.
• Maggiore è il tono vasale, maggiore è la possibilità di incrementare il
  flusso.
• I massimi incrementi possibili, nei vari distretti, sono molto variabili,
  le variazioni di perfusione maggiori si possono verificare nei territori
  con le esigenze funzionali più variabili.
REGOLAZIONE DELLA
         PERFUSIONE

• Sistema neurovegetativo
• Metaboliti locali (CO2, H+, Osmoli,
  riduzione 02 (non per il polmonare),
  ADP, K)
• Sostanze vasoattive
• NO, endotelina
• Risposta miogena
SOSTANZE VASOATTIVE

• Istamina, Serotonina (lesione ed emicrania/intestino),
  Angiotensina II, bradichinina, callidina,
• (Eicosanoidi, da ac.arachidonico) Prostaglandine E
   D, Trombossano A, prost F2a (azione avversata dalla
   aspirina), leucotrieni (infiammazione), PAF (opposto
   nel polmonare)
• Renina –angiotensina-aldosterone
• ADH, ma a livello del cuore e del cervello vasodilata
   tramite NOendoteliale
• Atriopeptina ANP (abbassa la pressione e il volume
  ematico)
AUTOREGOLAZIONE
• ANDAMENTO RIGIDO,
  IN MANCANZA DI NO
                      • RENE
• MODULAZIONE         • CUORE
  SECONDO LE          • POLMONE
  ESIGENZE DI
  PERFUSIONE IN
  OCCASIONE DI UNA
  FORTE
  STIMOLAZIONE
  SIMPATICA
FORMAZIONE DELLA LINFA
         • I capillari linfatici iniziano a
           “dita di guanto” nel tessuto
           ed hanno tendenza ad
           organizzarsi in reti
           linfatiche
         • Spazi irregolari, più o meno
           ampi a seconda del tessuto
           ove decorrono, ed in diretta
           comunicazione con
           l’origine dei capillari.
         • Risucchio degli umori dagli
           spazi interstiziali e spinta
           verso il capillare.
ULTRASTRUTTURA DEL SISTEMA
        LINFATICO
• Linfagione = unità funzionali del sistema
• una valvola a monte ed una a valle che si aprono nella sola direzione del
  flusso della linfa, impedendone così il reflusso:
• endotelio, membrana basale interrotta o molto permeabile, tunica
  muscolare composta da fibrocellule muscolari lisce disposte a spirale;
  tunica non presente nei punti d'inserzione delle valvole.
• L’innervazione orto e parasimpatica del tessuto muscolare liscio determina
  spiega la contrattilità del vaso, ritmica e costante.
• Le contrazioni a riposo di un vaso linfatico sono circa 5/7 al minuto: queste
  aumentano nel caso sia necessario un incremento della funzione di
  riassorbimentoLa frequenza delle
• La contrazione è regolata da corpuscoli sensitivi all'interno del vaso.
IL LINFONODO
• Ricoperto da una membrana connettivale che forma la capsula.
• Da questa si diparte un’organizzazione trabecolare di tessuto
  connettivo, che divide il parenchima, l’insieme dei follicoli linfatici e del
  tessuto linfoide.
• A livello della capsula si ritrova tessuto muscolare liscio, che si
  raggruppa intorno ai punti d’inserzione dei vasi.
• La muscolatura ha sia funzione di “pompa” verso i vasi efferenti, che
  di valvola ad impedimento di flussi inversi versi i vasi afferenti.

• L’innervazione della capsula ha anche ruoli sensitivi oltre che motori.

• La capsula invia all’interno del linfonodo, dei setti fibroelastici che
  delimitano degli spazi entro i quali sono posti i follicoli, costituiti da
  cellule con funzione immunitaria, che si estrinseca con attività
  fagocitante, anticorpale o metabolico enzimatica.

• Nei linfonodi esiste una doppia circolazione: una linfatica ed una
  sanguigna, rappresentata da arteriole che penetrando in prossimità
  dell’Ilo linfonodale a livello della parte midollare, si diramano dando
  origine ad una fitta rete capillare che fa capo a piccole vene
THE THIRD CIRCULATION:
      RADIONUCLIDE
LYMPHOSCINTIGRAPHY IN THE
       EVALUATION
     OF LYMPHEDEMA*
                       J Nucl Med 2003; 44:43–57

  Andrzej Szuba, MD, PhD1; William S. Shin1; H. William Strauss,
                  MD2; and Stanley Rockson, MD1


1Division of Cardiovascular Medicine, Stanford University School of Medicine,
   Stanford, California; and 2Division of Nuclear Medicine, Stanford University
   School of Medicine, Stanford, California
SISTEMA LINFATICO
• Lymphatics are found throughout the body, with the
  exception of the central nervous system, where
  cerebrospinal fluid fulfills the normal role of lymph

• Lymphatic vasculature and lymphoid tissue are prevalent in
  organs that come into direct contact with the external
  environment, such as the skin, gastrointestinal tract, and
  lungs.

• In the extremities, the lymphatic system consists of a
  superficial (epifascial) system that collects lymph from the
  skin and subcutaneous tissue, and a deeper system that
  drains subfascial structures such as muscle, bone, and
  deep blood vessels
SISTEMA LINFATICO DEGLI
               ARTI
• The superficial and deep systems of the lower
  extremitiesmerge within the pelvis, whereas those
  of the upper extremity merge in the axilla.
• The 2 drainage systems function in an
  interdependent fashion such that the deep
  lymphatic system participates in lymph transport
  from the skin during lymphatic obstruction .
• The superficial and deep systems drain at
  markedly different rates.
• In the normal leg, subfascial transport (the deep
  system) is slower than the epifascial (superficial)
  system and transports less lymph.
FLUSSO DELLA LINFA E
   CONTRATTILITA’ DEI VASI LINFATICI
• In skeletal muscle, lymphatics are usually paired with arterioles, so
  that arterial pulsation and muscle contraction contribute to the
  periodic expansion and compression of initial lymphatics to enhance
  fluid uptake
• Additional mechanisms of particle transport from the interstitium to
  initial lymphatic include active transendothelial vesicular transport and
  phagocytosis with subsequent migration of macrophages into the
  lymphatic vessels
• Particle size and surface properties may determine which way is
  preferred
• A systemic driving force exists for the basal propulsion of lymph that
  is independent of the local pressure gradients that promote uptake
  Lymph flow in the collectors depends predominantly on lymphatic
  contraction hydrostatic pressure (standing position) mechanical
  stimulation (massage, pneumatic compression), and warm baths
• Particle uptake by the lymphatic system is temperature dependent:
  exposure to cold (ice packs, near 0° also stimula tes lymphatic flow
                                       C)
EFFECT OF UPPER EXTREMITY
    EXERCISE ON SECONDARY
         LYMPHEDEMA
  IN BREAST CANCER PATIENTS:
         A PILOT STUDY
    Donald C. McKenzie and Andrea L. Kalda
J Clin Oncol 21:463-466. © 2003   by AmericanSociety of Clinical Oncology.
• Lymph is propelled by both passive and active forces.
• Passive forces are already promoted as treatment for
  lymphedema: manual lymphatic drainage, massage therapy,
  sequential pneumatic compression pumping, elastic
  compression sleeves, and limb elevation.
• These treatments mimic the passive forces of the body,
  such as skeletal muscle pumping, respiratory movement,
  and arterial pulsation.
• Exercise also stimulates the skeletal muscle to pump
  venous and lymphatic fluid.
• This type of exercise should also stimulate the contraction of
  the lymph vessels themselves because these vessels are
  innervated by the sympathetic nervous system.
• Regaining control over these internal contractions by
  resetting the sympathetic drive to these vessels through
  upper-body exercise may assist in the long-term treatment
  for lymphedema.
MECCANISMI DEL DEFLUSSO
        VENOSO E LINFATICO
• Consentono il deflusso in direzione profonda e centripeta
• Riguardano la struttura ossea, le fasce muscolari, le fasce
  connettivali perivascolari e le valvole venose e linfatiche

• Le forze che intervengono in tale funzione si dividono in:

  - forze aspirative (aspirazione centripeta tramite gli atti
    respiratori e il rilascio muscolare);
  - forze propulsive (pressione arteriosa residua nel microcircolo,
    pulsazione arteriosa adiacente alle vene, spinta plantare,
    contrazione muscolare in particolare dei muscoli del
    polpaccio).
TESSUTO CONNETTIVO
                      E FASCE
•   Nel sistema miofasciale ciascun muscolo, organo viscerale, vaso (sanguineo
    e linfatico), nervo, osso, articolazione ecc. è rinchiuso nel proprio
    involucrofasciale.
•   Tali involucri, a loro volta, formano un reticolo ubiquitario di tensegrità, che
    avvolge e, al tempo stesso, sostiene e collega tutte le unità funzionali del
    corpo.
•    Esso forma anche uno strato superficiale, che funge da contenitore e da
    sostegno frenante per tutto il corpo: le fasce superficiali poste sotto la pelle.
•   Il muscolo è tenuto in sede tramite lamine connettivali (aponeurosi o
    aponevrosi) ed è racchiuso nelle fasce (epimisio, perimisio ed endomisio).




•   "Ostruzioni" locali, come ad es. le aderenze fasciali, possono derivare da
    sforzi eccessivi     o mancanza di esercizio, traumi, malattie infiammatorie,
    cicatrici aderenziali ecc. Esse determinano un aumentato attrito interno che
    contrasta il movimento e, in particolare, l'allungamento muscolare
AZIONE MUSCOLARE, POSTURA,
            RESPIRAZIONE
•   La deambulazione e la posizione orizzontale con gli arti superiori sollevati
    facilitano il deflusso venoso e linfatico
•   Durante la marcia, ogni passo determina la spremitura muscolare delle vene,
    con : attivazione delle valvole e riduzione della pressione venosa a livello
    malleolare a 20-30 mm Hg. .
•   La posizione orizzontale determina stiramento e compressione della vena
    poplitea (posta posteriormente al ginocchio), compressione della giunzione
    femoro-iliaca al passaggio sul legamento inguinale, compressione, a livello
    addominale, della vena iliaca comune sinistra contro il rachide lombare da
    parte dell'arteria iliaca comune destra (sindrome di Cockett), compressione, in
    caso di flessione forzata del piede sulla gamba (per letto troppo corto, gesso
    ecc.), dell'anello del soleo (muscolo del polpaccio) con conseguente
    compressione venosa contro la inestensibile membrana interossea.
•   Pertanto, la posizione ideale a letto risulta supina con leggera flessione della
    gamba sulla coscia e della coscia sull'addome.
•   La respirazione fisiologica ed una corretta azione del muscolo diaframma
    rivestono un fondamentale ruolo come pompa per la circolazione di ritorno
    tramite l'azione di pressione-depressione sugli organi toracici e addominali
INTENSE EXERCISE STIMULATES
          ALBUMIN
  SYNTHESIS IN THE UPRIGHT
          POSTURE
              .
       Kei Nagashima, Gary W. Cline, Gary W. Mack, Gerald I.
                     Shulman,and Ethan R. Nadel
                                  +
John B. Pierce Laboratory and Departments of Cellular and Molecular
Physiology, Epidemiology, and Public Health and Internal Medicine,
Yale University School of Medicine, New Haven, Connecticut 06519
2 April 1999
EFFECT OF LYMPHATIC OUTFLOW
     PRESSURE ON LYMPHATIC ALBUMIN
          TRANSPORT IN HUMANS
                             JAUCHIA WU AND GARY W. MACK
The John B. Pierce Laboratory and Department of Epidemiology and Public Health, Yale University,
   New Haven, Connecticut 06519                17 April 2001

•   Endurance exercise training increases plasma volume, hypervolemia an
    increase in plasma albumin content ogressive expansion of plasma albumin
    content during 3 days of enduranceexercise training
•   Plasma albumin content increased within 1 h after intense exercise and
    remained elevated for 40 h
•   Possible mechanisms: 1) increased lymphatic return of albumin, 2) increased
    albumin synthetic rate, and 3) decreased transcapillary escape rate of albumin
•   Lymph flow rate and lymphatic return of albumin are stimulated by exercise
    and by increased fluid pressure in exercising muscles
•   Mechanical manipulation of the lymphatic outflow pressure in the upright or
    supine posture is associated with a significant modulation of lymphatic return
    of albumin to the vascular space.
Journal of Physiology (1997), 504.1, pp.233-239


    LYMPH FLOW DYNAMICS IN EXERCISING
       HUMAN SKELETAL MUSCLE AS
       DETECTED BY SCINTOGRAPHY

Eino Havas *tt Tapani Parviainen §, Juha Vuorela §, Jarmo
      Toivanen§,Tuomo Nikula 11 and Veikko Vihko *

  *LIKES-Research Center, University Campus, FIN-40100 Jyvaskyla, §
  Isotope Laboratory, Central Hospital of Central Finland,
  Keskussairaalantie 19, FIN-40640 Jyviaskylai, AP Medical
  Technologies OY, Elementtitie 27, FIN-41160 Tikkakoski ,and The
  Department of Biology of Physical Activity, University of Jyvaiskyla,
  PO Box 35, Fin-40351 Jyvaskylli, Finland
• Numerous studies have shown that
  physical activity increases lymph flow,
  both peripherally in the collecting ducts
  (Olszewski & Engeset, 1985; McGeown, McHale & Thornbury, 1987;
  Coates, O'Brodovich & Goeree, 1993)   and centrally in
  the thoracic duct (Lindena, Kiipper & Trautschold, 1984).
• Most of the exercise-related lymph flow
  data are derived from measurements in
  skin and subcutaneous lymphatics
  (Olszewski, Engeset & Sokolowski, 1977; McGeown et al. 1987),
  and data on skeletal muscles
   are scarce.
• The lymphatics in skeletal muscle consist entirely
  of lymphatic capillaries, which have no smooth
  muscle and are thus unable to contract
  spontaneously.

• The lymphatics lie adjacent to arcading and
  transverse arterioles, and are surrounded by
  muscle fibres, to both of which the lymphatic
  endothelial cells are firmly connected by collagen
  fibres

• Consequently, the arterial pulsations, and
  especially muscle fibre deformations, can cause
  opening and closing of the lymphatic capillaries
• When a muscle is stretched, the
  lymphatics open and the interstitial fluid
  enters the lymphatics.

• Accordingly, when the muscle contracts,
  the lymphatics collapse and propel fluid
  forward, with the valvular structure of the
  lymphatic capillaries allowing only
  unidirectional flow of lymph
THREE DIFFERENT EXERCISES
•   I : dynamic knee extension starting with a knee angle of 90 deg and ending
    with a knee angle of 0 deg (full extension) with a short period of isometric
    contraction at the end of extension (CONS). This exercise provided the
    largest range of muscle deformation during the contraction.

•   II : isometric contractions of the knee extensor muscles with the knees
    fixed at a 90 deg angle (lower legs in dependent position) (IMFlex). In this
    exercise the muscles were in the elongated (stretched) state during both
    rest and contractions, and the deformations were highly restricted.

•   III : isometric contractions of the knee extensors with a knee angle of 0 deg
    (knees at full extension, IMExt). In this case the muscles were free to
    shorten from their relaxed length, and during the rest periods the muscles
    were also in a relaxed unstretched state. The rhythm of the exercise (10
    contractions per minute) was provided by a metronome giving a 1.5 s beep
    every 6 s.

•   Each exercise session lasted for 10 min (i.e. itincluded 100 contractions).
• Clearance rates in contracting human vastus
  lateralis muscle were 5 4, 9 6 and 12% h-1
  during IMFlex, CONS and IMExt,
  respectively.
• In rat gastrocnemius muscle, the clearance
  rate during anaesthesia is about one-fourth
  of that during spontaneous activity A similar
  difference was found in dog biceps muscle
  between rest and electrical stimulation at 1
  Hz
• In the present study, we found a consistent
  three- to sixfold increase in the clearance
  rates due to muscle contractions.
• The lymphatics in skeletal muscle are unable to contract

• The propulsion of the lymph in skeletal muscle is dependent upon the
  external compression of the lymphatics

• This compression can be produced by arterial vasomotion or by
  muscle fibre deformations

• If the observed low clearance rate at rest was not exclusively due to
  the dissipative transport of albumin, vasomotion is the only force
  which could maintain lymph flow.

• This concept agrees well with the observation that endurance trained
  subjects had slightly higher overall resting clearance rates than
  untrained subjects (0 06 + 0 05 vs. 0 03 + 0 03 % min-'; P= 0 008).

• Endurance training is known to increase vascularity in skeletal
  muscles, and the enhanced resting clearance rate suggests
  adaptations of the lymphatic system as well.
• As expected, the clearance rates were increased during the
  exercises. During exercise, the muscle fibre deformations
  during and between contractions play a major role in lymph
  propulsion.
• The volume of the lymphatics depends upon the diameter of the
  muscle fibres, so that when muscle fibres are lengthened
  (stretched), the volume of the lymphatics increases, and,
  conversely, when fibres are shortened, the lymphatic volume
  decreases
• The different clearance rates for IMFlex and IMExt agree well
  with the concepts of lymph formation and propulsion .
• When IMExt was performed, the muscle was at its normal
  relaxed length.
• During contraction, no external work was done, but themuscle
  was able to shorten to its anatomical minimum length.
  Therefore, the cross-sectional area of the vastus lateralis
  muscle fibres was increased, which in turn collapsed the
  lymphatics and propelled fluid along the lymphatic system.
CONCLUSION
• The present results suggest that improper lymphatic pumping
  during IMFlex was compensated for during the subsequent rest
  period.

• In conclusion, the present results demonstrate experimentally
  the significance of muscle deformations on the interstitial
  albumin clearance from skeletal muscle.

• These results support earlier observations on the clearance
  rates of intramuscularly injected radioactively labelled tracers
  in animals and extend these observations to human subjects.

• The exact contribution of variation of the muscle length to
  lymph flow from exercising skeletal muscle, as well as the role
  of the intensity of the muscle contraction, warrant further
  studies.
QUALE ATTIVITA’ MOTORIA /
        FISICA ?

Task Force Multisocietaria di Medicina
 Sportiva e Cardiologia dello Sport:
   Documento di consenso su “La
  prescrizione dell'esercizio fisico in
ambito cardiologico” FMSI & SIC-sport
      ed, Roma 9 maggio 2006.
ESERCIZIO FISICO
                      • Movimento della muscolatura
• Esercizio fisico      scheletrica, associato a
                        consumo energetico
• Allenamento         • Attività fisica strutturata,
  (training) fisico     finalizzata al
                        mantenimento/miglioramento
                        della efficienza fisica
                      • Capacità di praticare attività
• Efficienza fisica     muscolo scheletrica e cardio-
                        respiratoria in grado di ridurre il
                        rischio di mortalità e morbilità
                        cardiovascolari
ATTIVITÀ FISICA
                        • Attività fisica finalizzata a
• Agonistica              performance agonistiche,
                          anche estreme, che
                          prevede la partecipazione
                          regolare a competizioni
                          sportive riconosciut

• Ludica e ricreativa   • Attività fisica, regolare o
                          occasionale, che non
                          implica sforzi massimali
SFORZO FISICO
                             • Attività fisica finalizzata a
Strenuo (att. agonistica)      performance agonistiche
                               anche estreme, che
                               raggiunge e supera le
                               capacità aerobiche massimali

• Intenso (att. agonistica   • Attività fisica che raggiunge
  occasionale)                 le capacità aerobiche
                               massimali

                             • Attività fisica, regolare o
• Moderato (att. ludica o      occasionale, che non
  ricreativa)                  raggiunge le capacità
                               aerobiche massimali
FUNZIONE ENDOTELIALE
                   ED ESERCIZIO FISICO
                                   Giuseppe M. Andreozzi
         Direttore U. O. di Angiologia, Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova

• L'esercizio fisico va sempre consigliato e prescritto, ma in
  modo ben finalizzato e personalizzato.
• L'attività agonistica, con sforzo strenuo, va lasciata agli
  atleti nella fase di piena attività.
• Nel soggetto sano (privo di fattori di rischio aterosclerotici)
  con la finalità di mantenere una buona efficienza fisica può
  essere utilizzato uno sforzo anche intenso, ma senza
  superare i limiti aerobici personali.
• Nella prevenzione cardiovascolare primaria è da prediligere
  lo sforzo moderato, indulgendo a brevi periodi di sforzo
  intenso se ben tollerato,
• Nella prevenzione secondaria lo sforzo deve essere
  sempre moderato e personalizzato, evitando ogni sensodi
  fatica o di “non benessere”.

Mais conteúdo relacionado

Semelhante a Linfedema torino 4 e 5 marzo rando giancarlo [modalità compatibilità]

Gli essenziali della fisiologia_parte II
Gli essenziali della fisiologia_parte IIGli essenziali della fisiologia_parte II
Gli essenziali della fisiologia_parte IIhome
 
Alberghini fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritoneale
Alberghini   fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritonealeAlberghini   fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritoneale
Alberghini fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritonealeGiuseppe Quintaliani
 
32 shock ipovolemico
32 shock ipovolemico32 shock ipovolemico
32 shock ipovolemicoAntonio Tod55
 
Quintaliani lezione x infermeiri. Infermiere e dialisi
Quintaliani lezione  x infermeiri. Infermiere e dialisiQuintaliani lezione  x infermeiri. Infermiere e dialisi
Quintaliani lezione x infermeiri. Infermiere e dialisiGiuseppe Quintaliani
 
1. anatomia e fisiologia
1. anatomia e fisiologia1. anatomia e fisiologia
1. anatomia e fisiologiatanny88
 
Gli essenziali della fisiologia_parte IV
Gli essenziali della fisiologia_parte IVGli essenziali della fisiologia_parte IV
Gli essenziali della fisiologia_parte IVhome
 
1 I neuroni e potenziali d'azione 21-10-19.pptx
1 I neuroni e potenziali d'azione 21-10-19.pptx1 I neuroni e potenziali d'azione 21-10-19.pptx
1 I neuroni e potenziali d'azione 21-10-19.pptxAndreaMessina25
 
Trattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatoreTrattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatoreNetwork Trapianti
 
Amiloidosi linfonodale - Laini Flavia Vittoria
Amiloidosi linfonodale - Laini Flavia VittoriaAmiloidosi linfonodale - Laini Flavia Vittoria
Amiloidosi linfonodale - Laini Flavia VittoriaFlavia Vittoria Laini
 
AMILOIDOSI CON INTERESSAMENTO LINFONODALE E ENDOCRINO
AMILOIDOSI CON INTERESSAMENTO LINFONODALE E ENDOCRINOAMILOIDOSI CON INTERESSAMENTO LINFONODALE E ENDOCRINO
AMILOIDOSI CON INTERESSAMENTO LINFONODALE E ENDOCRINOFlavia Vittoria Laini
 
Trattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatoreTrattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatoreNetwork Trapianti
 
Trattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatoreTrattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatoreNetwork Trapianti
 
L’ecografia nell’ambulatorio dell’Epatologo
L’ecografia nell’ambulatorio dell’Epatologo 				L’ecografia nell’ambulatorio dell’Epatologo
L’ecografia nell’ambulatorio dell’Epatologo ASMaD
 
Trattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatoreTrattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatoreNetwork Trapianti
 
Seminario la dialisi 4 11-2013
Seminario la dialisi 4 11-2013Seminario la dialisi 4 11-2013
Seminario la dialisi 4 11-2013infermieristica_bo
 
La mia esperienza innovativa: la perfusione degli organi
La mia esperienza innovativa: la perfusione degli organiLa mia esperienza innovativa: la perfusione degli organi
La mia esperienza innovativa: la perfusione degli organiNetwork Trapianti
 

Semelhante a Linfedema torino 4 e 5 marzo rando giancarlo [modalità compatibilità] (20)

Gli essenziali della fisiologia_parte II
Gli essenziali della fisiologia_parte IIGli essenziali della fisiologia_parte II
Gli essenziali della fisiologia_parte II
 
Alberghini fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritoneale
Alberghini   fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritonealeAlberghini   fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritoneale
Alberghini fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritoneale
 
32 shock ipovolemico
32 shock ipovolemico32 shock ipovolemico
32 shock ipovolemico
 
Quintaliani lezione x infermeiri. Infermiere e dialisi
Quintaliani lezione  x infermeiri. Infermiere e dialisiQuintaliani lezione  x infermeiri. Infermiere e dialisi
Quintaliani lezione x infermeiri. Infermiere e dialisi
 
1. anatomia e fisiologia
1. anatomia e fisiologia1. anatomia e fisiologia
1. anatomia e fisiologia
 
Gli essenziali della fisiologia_parte IV
Gli essenziali della fisiologia_parte IVGli essenziali della fisiologia_parte IV
Gli essenziali della fisiologia_parte IV
 
1 I neuroni e potenziali d'azione 21-10-19.pptx
1 I neuroni e potenziali d'azione 21-10-19.pptx1 I neuroni e potenziali d'azione 21-10-19.pptx
1 I neuroni e potenziali d'azione 21-10-19.pptx
 
Trattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatoreTrattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatore
 
Fisiopatologia Renale
Fisiopatologia RenaleFisiopatologia Renale
Fisiopatologia Renale
 
Apparato urinario
Apparato urinarioApparato urinario
Apparato urinario
 
Amiloidosi linfonodale - Laini Flavia Vittoria
Amiloidosi linfonodale - Laini Flavia VittoriaAmiloidosi linfonodale - Laini Flavia Vittoria
Amiloidosi linfonodale - Laini Flavia Vittoria
 
AMILOIDOSI CON INTERESSAMENTO LINFONODALE E ENDOCRINO
AMILOIDOSI CON INTERESSAMENTO LINFONODALE E ENDOCRINOAMILOIDOSI CON INTERESSAMENTO LINFONODALE E ENDOCRINO
AMILOIDOSI CON INTERESSAMENTO LINFONODALE E ENDOCRINO
 
Trattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatoreTrattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatore
 
Trattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatoreTrattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatore
 
Pericardite
PericarditePericardite
Pericardite
 
5)fegato
5)fegato5)fegato
5)fegato
 
L’ecografia nell’ambulatorio dell’Epatologo
L’ecografia nell’ambulatorio dell’Epatologo 				L’ecografia nell’ambulatorio dell’Epatologo
L’ecografia nell’ambulatorio dell’Epatologo
 
Trattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatoreTrattamento intensivo del donatore
Trattamento intensivo del donatore
 
Seminario la dialisi 4 11-2013
Seminario la dialisi 4 11-2013Seminario la dialisi 4 11-2013
Seminario la dialisi 4 11-2013
 
La mia esperienza innovativa: la perfusione degli organi
La mia esperienza innovativa: la perfusione degli organiLa mia esperienza innovativa: la perfusione degli organi
La mia esperienza innovativa: la perfusione degli organi
 

Mais de cmid

Romito celiachia 19 dicembre 2012
Romito celiachia 19 dicembre 2012Romito celiachia 19 dicembre 2012
Romito celiachia 19 dicembre 2012cmid
 
Bruno celiachia 19 dicembre 2012
Bruno celiachia 19 dicembre 2012Bruno celiachia 19 dicembre 2012
Bruno celiachia 19 dicembre 2012cmid
 
Marangella celiachia 19 dicembre 2012
Marangella celiachia 19 dicembre 2012Marangella celiachia 19 dicembre 2012
Marangella celiachia 19 dicembre 2012cmid
 
Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011cmid
 
Cattaneo le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Cattaneo le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Cattaneo le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Cattaneo le urgenze in ematologia 21 maggio 2011cmid
 
Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011cmid
 
Albani le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Albani le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Albani le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Albani le urgenze in ematologia 21 maggio 2011cmid
 
Viora le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Viora le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Viora le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Viora le urgenze in ematologia 21 maggio 2011cmid
 
Prisco le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Prisco le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Prisco le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Prisco le urgenze in ematologia 21 maggio 2011cmid
 
Milan le urgenze in ematologia 21maggio 2011
Milan le urgenze in ematologia 21maggio 2011Milan le urgenze in ematologia 21maggio 2011
Milan le urgenze in ematologia 21maggio 2011cmid
 
Gugliemotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Gugliemotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Gugliemotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Gugliemotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011cmid
 
Guglielmotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Guglielmotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Guglielmotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Guglielmotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011cmid
 
Donvito le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Donvito le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Donvito le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Donvito le urgenze in ematologia 21 maggio 2011cmid
 
Bazzan guglielmotti le urgenze in ematologia_21 maggio 2011
Bazzan guglielmotti le urgenze in ematologia_21 maggio 2011Bazzan guglielmotti le urgenze in ematologia_21 maggio 2011
Bazzan guglielmotti le urgenze in ematologia_21 maggio 2011cmid
 
Albani_le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Albani_le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Albani_le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Albani_le urgenze in ematologia 21 maggio 2011cmid
 
Linfedema torino 4 e 5 farina giovanni [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5    farina giovanni [modalità compatibilità]Linfedema torino 4 e 5    farina giovanni [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5 farina giovanni [modalità compatibilità]cmid
 
Linfedema torino 4 e 5 marzo cazzoli stefania [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5  marzo   cazzoli stefania [modalità compatibilità]Linfedema torino 4 e 5  marzo   cazzoli stefania [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5 marzo cazzoli stefania [modalità compatibilità]cmid
 
Linfedema torino 4 e 5 marzo de filippo guido
Linfedema torino 4 e 5  marzo   de filippo guidoLinfedema torino 4 e 5  marzo   de filippo guido
Linfedema torino 4 e 5 marzo de filippo guidocmid
 
Linfedema torino 4 e 5 marzo ditri luciano [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5  marzo   ditri luciano [modalità compatibilità]Linfedema torino 4 e 5  marzo   ditri luciano [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5 marzo ditri luciano [modalità compatibilità]cmid
 
Linfedema torino 4 e 5 marzo gaal palma [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5  marzo   gaal palma [modalità compatibilità]Linfedema torino 4 e 5  marzo   gaal palma [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5 marzo gaal palma [modalità compatibilità]cmid
 

Mais de cmid (20)

Romito celiachia 19 dicembre 2012
Romito celiachia 19 dicembre 2012Romito celiachia 19 dicembre 2012
Romito celiachia 19 dicembre 2012
 
Bruno celiachia 19 dicembre 2012
Bruno celiachia 19 dicembre 2012Bruno celiachia 19 dicembre 2012
Bruno celiachia 19 dicembre 2012
 
Marangella celiachia 19 dicembre 2012
Marangella celiachia 19 dicembre 2012Marangella celiachia 19 dicembre 2012
Marangella celiachia 19 dicembre 2012
 
Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
 
Cattaneo le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Cattaneo le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Cattaneo le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Cattaneo le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
 
Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Stella le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
 
Albani le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Albani le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Albani le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Albani le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
 
Viora le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Viora le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Viora le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Viora le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
 
Prisco le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Prisco le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Prisco le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Prisco le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
 
Milan le urgenze in ematologia 21maggio 2011
Milan le urgenze in ematologia 21maggio 2011Milan le urgenze in ematologia 21maggio 2011
Milan le urgenze in ematologia 21maggio 2011
 
Gugliemotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Gugliemotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Gugliemotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Gugliemotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
 
Guglielmotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Guglielmotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Guglielmotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Guglielmotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
 
Donvito le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Donvito le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Donvito le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Donvito le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
 
Bazzan guglielmotti le urgenze in ematologia_21 maggio 2011
Bazzan guglielmotti le urgenze in ematologia_21 maggio 2011Bazzan guglielmotti le urgenze in ematologia_21 maggio 2011
Bazzan guglielmotti le urgenze in ematologia_21 maggio 2011
 
Albani_le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Albani_le urgenze in ematologia 21 maggio 2011Albani_le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
Albani_le urgenze in ematologia 21 maggio 2011
 
Linfedema torino 4 e 5 farina giovanni [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5    farina giovanni [modalità compatibilità]Linfedema torino 4 e 5    farina giovanni [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5 farina giovanni [modalità compatibilità]
 
Linfedema torino 4 e 5 marzo cazzoli stefania [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5  marzo   cazzoli stefania [modalità compatibilità]Linfedema torino 4 e 5  marzo   cazzoli stefania [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5 marzo cazzoli stefania [modalità compatibilità]
 
Linfedema torino 4 e 5 marzo de filippo guido
Linfedema torino 4 e 5  marzo   de filippo guidoLinfedema torino 4 e 5  marzo   de filippo guido
Linfedema torino 4 e 5 marzo de filippo guido
 
Linfedema torino 4 e 5 marzo ditri luciano [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5  marzo   ditri luciano [modalità compatibilità]Linfedema torino 4 e 5  marzo   ditri luciano [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5 marzo ditri luciano [modalità compatibilità]
 
Linfedema torino 4 e 5 marzo gaal palma [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5  marzo   gaal palma [modalità compatibilità]Linfedema torino 4 e 5  marzo   gaal palma [modalità compatibilità]
Linfedema torino 4 e 5 marzo gaal palma [modalità compatibilità]
 

Linfedema torino 4 e 5 marzo rando giancarlo [modalità compatibilità]

  • 1. RISPOSTE FISIOLOGICHE DEL SISTEMA LINFATICO ALL’ATTIVITA’ MOTORIA GIANCARLO RANDO ASL CN2 ALBA – BRA , OSPEDALE SAN LAZZARO DI ALBA AMBULATORIO PER LA RIABILITAZIONE LINFOLOGICA CHINESITERAPIA DECONGESTIVA E ATTIVITA’ FISICA E SPORTIVA NEL LINFEDEMA : ESPERIENZE A CONFRONTO TORINO, 4 -5 MARZO AULA MAGNA CESARE LOMBROSO
  • 2. SVILUPPO DELLA PRESENTAZIONE • ANATOMIA FUNZIONALE DEL MICROCIRCOLO • PRINCIPALI ASPETTI FISIOLOGICI • EFFETTI E/O ADATTAMENTI ALL’ESERCIZIO MUSCOLARE
  • 4. PROPRIETA’ E REGOLAZIONI FISIOLOGICHE • Permeabilità • Diffusione (Legge di Fick) • Filtrazione (Equazione di Starling) e scambio nei capillari • Sistema linfatico • Perfusione: tono neurogeno • Regolazione della perfusione metabolica e nervosa • Sostanze modulatrici del calibro vasale • Risposta miogena (autoregolazione)
  • 6. PERMEABILITÀ CAPILLARE • Parete continua (tessuti : cardiaco, scheletrico, cutaneo, connettivo, adiposo, polmonare) • Fessure intercellulari ( 5 nm ) elevata permeabilità acqua e soluti, scarsa alle proteine • Fenestrati (glomeruli renali, ghiandole esocrine ed endocrine, • mucosa intestinale, corpi ciliati e coroidei) relativamente bassa alle proteine • Pori intracellulari ( 50, 60 nm ) • Discontinui ( fegato, milza e midollo osseo) • Fessure intra ed intercellulari ( fino a 1 micron ) permeabilità elevata alle proteine e grosse molecole • Capillari cerebrali : Endotelio continuo con giunzioni strette (barriera ematoencefalica),
  • 7. Permeabilità Idrosolubili concentrazione interstizio Liposolubili concentrazione intracapillare 1 L’aumento della perfusione non provoca problemi 2 perchè può essere utilizzato altro spazio capillare disponibile 3 L’aumento della perfusione provoca problemi 4 perchè non può essere utilizzato altro spazio disponibile
  • 8. SCAMBI CAPILLARI: EQUAZIONE DI STARLING : F= K*(dP-dp.onc.) • Distretto arterioso : 30 / 28 mmHg ( p. idrostatica intravasale) - (-3mmHg p. i. interstizio) = +33 / 31 mmHg 28 mmHg (p. oncotica intravasale) – 8 mmHg (p.oncotica interstizio) = 20 mmHg • 33 mmHg - 20 mmHg = 13 mmHg verso l’esterno • Distretto venoso : • 10 mm Hg (p. idrostatica interna) – ( - 3 mmHg p.i. esterna) = + 13 mmHg • 28 mm Hg (p. oncotica interna) – 8 mmHg (p. oncotica esterna) = - 20 mmH • 20 mmHg-13 mmHg = 7 mmHg verso l’interno • Valori medi e forza netta risultante : - PI 17.3 mmHg + 3 mmHg (interstizio) = 20,3 mmHg - PO 28 mm Hg - 8 mm Hg = 20 mmHg 17.3 + 3 = 20.3 mmHg 28 - 8 = 20 mmHg
  • 9. DIFFUSIONE: RUOLO FONDAMENTALE La diffusione è regolata dalla Legge di Fick: V = D · A · ∆C/dx • D = coefficiente di diffusione (1/√PM) • A = Superficie di scambio • ∆C/dx = gradiente di concentrazione/distanza • Sostanze liposolubili (02, CO2, ecc) passano attraverso le membrane e lo scambio è limitato dalla perfusione • Sostanze idrosolubili passano attraverso pori e fessure (85 l/min) la loro diffusione dipende dall’ampiezza dei pori e raggio delle molecole
  • 10. FILTRAZIONE CAPILLARE • Distretto arterioso: circa 0.5% del volume plasmatico in transito (14 ml/min, 20 l/dì). • Distretto venoso : viene riassorbito soltanto il 90%. • Spazio interstiziale e Distretto linfatico : restante 10% (circa 2 l/dì) • Filtrazione netta = 2 ml/min (cioè 6,67 ml/min/mmHg) • Coefficiente di filtrazione: indica il prodotto tra la conduttanza idraulica della parete capillare e la superficie di scambio. • Basso: cervello, muscolo, • Alto: intestino, fegato ( % di filtrazione delle proteine variabile da 1,5 a 6% )
  • 11. SISTEMA LINFATICO FLUSSO : 120 ml/h, 2-3 l/ 24h Fluido Proteine Macromolecole lipidiche Vasomozione
  • 12. SISTEMA LINFATICO E RIASSORBIMENTO • Il riassorbimento tiene conto di tre fattori: l’equilibrio tra filtrazione e riassorbimento o legge di Starling; la differenza di pressione tra l’arteriola e la venula; la pressione oncotica dovuta alla presenza di proteine nel plasma sanguigno. • Il riassorbimento inoltre è di due tipi: uno oncotico extravascolare; uno extramurale, dovuto a forze entrinseche del sistema come la contrazione muscolare, l’alternanza dovuta alla respirazione o le contrazioni ritmiche deigrossi vasi. • Il sistema linfatico è costituito da un apparto vasale lungo il decorso del quale sono intercalate formazioni di tessuto linfoide, i linfonodi. • I capillari linfatici sono formati da un endotelio maggiormente permeabile di quello dei capillari sanguigni; • I vasi linfatici di maggiori dimensioni hanno una struttura più complessa. presentano infatti, oltre all’endotelio, una tonaca muscolare liscia con fasci longitudinali interni, anulari medi e longitudinali esterni.
  • 13. STRUTTURA DEL VASO LINFATICO
  • 14. FLUSSO LINFATICO • Flusso linfatico medio: 120 ml/ora • Determinato da meccanismi di pompa linfatica intrinseci e dalla presenza di valvole • Può aumentare (fino a 100 volte) con l’incremento della pressione interstiziale fino al massimo di 1-2 mm Hg • Aumenta in relazione diretta con la pressione capillare, con la diminuzione della pressione oncotica intravasale, aumento delle proteine dell’interstizio e della permeabilità capillare
  • 15. EDEMA • Aumento della pressione arteriosa, vasodilatazione, aumento della pressione venosa, riduzione della pressione colloido- osmotica, • Deficit del drenaggio linfatico • Aumento della permeabilità del capillare • Effetti opposti: Vasocostrizione Deidratazione
  • 16. REGOLAZIONE DEL FLUSSO LOCALE • La perfusione in un determinato organo dipende dalla resistenza al flusso, cioè dall’organizzazione anatomica dei vasi nell’organo e dall’entità del tono vasale a riposo. • Tono vasale: stato di contrazione della muscolatura della parete dei vasi, che ne determina il calibro (Ossigeno dipendente, vasomozione). • Organi con esigenze di perfusione elevate, ma poco variabili, (cervello, reni) hanno scarso tono neurogeno. • Organi con notevoli variazioni delle esigenze di perfusione (muscolatura scheletrica, tratto gastrointestinale, fegato, cute) hanno un elevato tono neurogeno. • Maggiore è il tono vasale, maggiore è la possibilità di incrementare il flusso. • I massimi incrementi possibili, nei vari distretti, sono molto variabili, le variazioni di perfusione maggiori si possono verificare nei territori con le esigenze funzionali più variabili.
  • 17. REGOLAZIONE DELLA PERFUSIONE • Sistema neurovegetativo • Metaboliti locali (CO2, H+, Osmoli, riduzione 02 (non per il polmonare), ADP, K) • Sostanze vasoattive • NO, endotelina • Risposta miogena
  • 18. SOSTANZE VASOATTIVE • Istamina, Serotonina (lesione ed emicrania/intestino), Angiotensina II, bradichinina, callidina, • (Eicosanoidi, da ac.arachidonico) Prostaglandine E D, Trombossano A, prost F2a (azione avversata dalla aspirina), leucotrieni (infiammazione), PAF (opposto nel polmonare) • Renina –angiotensina-aldosterone • ADH, ma a livello del cuore e del cervello vasodilata tramite NOendoteliale • Atriopeptina ANP (abbassa la pressione e il volume ematico)
  • 19. AUTOREGOLAZIONE • ANDAMENTO RIGIDO, IN MANCANZA DI NO • RENE • MODULAZIONE • CUORE SECONDO LE • POLMONE ESIGENZE DI PERFUSIONE IN OCCASIONE DI UNA FORTE STIMOLAZIONE SIMPATICA
  • 20. FORMAZIONE DELLA LINFA • I capillari linfatici iniziano a “dita di guanto” nel tessuto ed hanno tendenza ad organizzarsi in reti linfatiche • Spazi irregolari, più o meno ampi a seconda del tessuto ove decorrono, ed in diretta comunicazione con l’origine dei capillari. • Risucchio degli umori dagli spazi interstiziali e spinta verso il capillare.
  • 21. ULTRASTRUTTURA DEL SISTEMA LINFATICO • Linfagione = unità funzionali del sistema • una valvola a monte ed una a valle che si aprono nella sola direzione del flusso della linfa, impedendone così il reflusso: • endotelio, membrana basale interrotta o molto permeabile, tunica muscolare composta da fibrocellule muscolari lisce disposte a spirale; tunica non presente nei punti d'inserzione delle valvole. • L’innervazione orto e parasimpatica del tessuto muscolare liscio determina spiega la contrattilità del vaso, ritmica e costante. • Le contrazioni a riposo di un vaso linfatico sono circa 5/7 al minuto: queste aumentano nel caso sia necessario un incremento della funzione di riassorbimentoLa frequenza delle • La contrazione è regolata da corpuscoli sensitivi all'interno del vaso.
  • 22. IL LINFONODO • Ricoperto da una membrana connettivale che forma la capsula. • Da questa si diparte un’organizzazione trabecolare di tessuto connettivo, che divide il parenchima, l’insieme dei follicoli linfatici e del tessuto linfoide. • A livello della capsula si ritrova tessuto muscolare liscio, che si raggruppa intorno ai punti d’inserzione dei vasi. • La muscolatura ha sia funzione di “pompa” verso i vasi efferenti, che di valvola ad impedimento di flussi inversi versi i vasi afferenti. • L’innervazione della capsula ha anche ruoli sensitivi oltre che motori. • La capsula invia all’interno del linfonodo, dei setti fibroelastici che delimitano degli spazi entro i quali sono posti i follicoli, costituiti da cellule con funzione immunitaria, che si estrinseca con attività fagocitante, anticorpale o metabolico enzimatica. • Nei linfonodi esiste una doppia circolazione: una linfatica ed una sanguigna, rappresentata da arteriole che penetrando in prossimità dell’Ilo linfonodale a livello della parte midollare, si diramano dando origine ad una fitta rete capillare che fa capo a piccole vene
  • 23. THE THIRD CIRCULATION: RADIONUCLIDE LYMPHOSCINTIGRAPHY IN THE EVALUATION OF LYMPHEDEMA* J Nucl Med 2003; 44:43–57 Andrzej Szuba, MD, PhD1; William S. Shin1; H. William Strauss, MD2; and Stanley Rockson, MD1 1Division of Cardiovascular Medicine, Stanford University School of Medicine, Stanford, California; and 2Division of Nuclear Medicine, Stanford University School of Medicine, Stanford, California
  • 24. SISTEMA LINFATICO • Lymphatics are found throughout the body, with the exception of the central nervous system, where cerebrospinal fluid fulfills the normal role of lymph • Lymphatic vasculature and lymphoid tissue are prevalent in organs that come into direct contact with the external environment, such as the skin, gastrointestinal tract, and lungs. • In the extremities, the lymphatic system consists of a superficial (epifascial) system that collects lymph from the skin and subcutaneous tissue, and a deeper system that drains subfascial structures such as muscle, bone, and deep blood vessels
  • 25. SISTEMA LINFATICO DEGLI ARTI • The superficial and deep systems of the lower extremitiesmerge within the pelvis, whereas those of the upper extremity merge in the axilla. • The 2 drainage systems function in an interdependent fashion such that the deep lymphatic system participates in lymph transport from the skin during lymphatic obstruction . • The superficial and deep systems drain at markedly different rates. • In the normal leg, subfascial transport (the deep system) is slower than the epifascial (superficial) system and transports less lymph.
  • 26. FLUSSO DELLA LINFA E CONTRATTILITA’ DEI VASI LINFATICI • In skeletal muscle, lymphatics are usually paired with arterioles, so that arterial pulsation and muscle contraction contribute to the periodic expansion and compression of initial lymphatics to enhance fluid uptake • Additional mechanisms of particle transport from the interstitium to initial lymphatic include active transendothelial vesicular transport and phagocytosis with subsequent migration of macrophages into the lymphatic vessels • Particle size and surface properties may determine which way is preferred • A systemic driving force exists for the basal propulsion of lymph that is independent of the local pressure gradients that promote uptake Lymph flow in the collectors depends predominantly on lymphatic contraction hydrostatic pressure (standing position) mechanical stimulation (massage, pneumatic compression), and warm baths • Particle uptake by the lymphatic system is temperature dependent: exposure to cold (ice packs, near 0° also stimula tes lymphatic flow C)
  • 27. EFFECT OF UPPER EXTREMITY EXERCISE ON SECONDARY LYMPHEDEMA IN BREAST CANCER PATIENTS: A PILOT STUDY Donald C. McKenzie and Andrea L. Kalda J Clin Oncol 21:463-466. © 2003 by AmericanSociety of Clinical Oncology.
  • 28. • Lymph is propelled by both passive and active forces. • Passive forces are already promoted as treatment for lymphedema: manual lymphatic drainage, massage therapy, sequential pneumatic compression pumping, elastic compression sleeves, and limb elevation. • These treatments mimic the passive forces of the body, such as skeletal muscle pumping, respiratory movement, and arterial pulsation. • Exercise also stimulates the skeletal muscle to pump venous and lymphatic fluid. • This type of exercise should also stimulate the contraction of the lymph vessels themselves because these vessels are innervated by the sympathetic nervous system. • Regaining control over these internal contractions by resetting the sympathetic drive to these vessels through upper-body exercise may assist in the long-term treatment for lymphedema.
  • 29. MECCANISMI DEL DEFLUSSO VENOSO E LINFATICO • Consentono il deflusso in direzione profonda e centripeta • Riguardano la struttura ossea, le fasce muscolari, le fasce connettivali perivascolari e le valvole venose e linfatiche • Le forze che intervengono in tale funzione si dividono in: - forze aspirative (aspirazione centripeta tramite gli atti respiratori e il rilascio muscolare); - forze propulsive (pressione arteriosa residua nel microcircolo, pulsazione arteriosa adiacente alle vene, spinta plantare, contrazione muscolare in particolare dei muscoli del polpaccio).
  • 30. TESSUTO CONNETTIVO E FASCE • Nel sistema miofasciale ciascun muscolo, organo viscerale, vaso (sanguineo e linfatico), nervo, osso, articolazione ecc. è rinchiuso nel proprio involucrofasciale. • Tali involucri, a loro volta, formano un reticolo ubiquitario di tensegrità, che avvolge e, al tempo stesso, sostiene e collega tutte le unità funzionali del corpo. • Esso forma anche uno strato superficiale, che funge da contenitore e da sostegno frenante per tutto il corpo: le fasce superficiali poste sotto la pelle. • Il muscolo è tenuto in sede tramite lamine connettivali (aponeurosi o aponevrosi) ed è racchiuso nelle fasce (epimisio, perimisio ed endomisio). • "Ostruzioni" locali, come ad es. le aderenze fasciali, possono derivare da sforzi eccessivi o mancanza di esercizio, traumi, malattie infiammatorie, cicatrici aderenziali ecc. Esse determinano un aumentato attrito interno che contrasta il movimento e, in particolare, l'allungamento muscolare
  • 31. AZIONE MUSCOLARE, POSTURA, RESPIRAZIONE • La deambulazione e la posizione orizzontale con gli arti superiori sollevati facilitano il deflusso venoso e linfatico • Durante la marcia, ogni passo determina la spremitura muscolare delle vene, con : attivazione delle valvole e riduzione della pressione venosa a livello malleolare a 20-30 mm Hg. . • La posizione orizzontale determina stiramento e compressione della vena poplitea (posta posteriormente al ginocchio), compressione della giunzione femoro-iliaca al passaggio sul legamento inguinale, compressione, a livello addominale, della vena iliaca comune sinistra contro il rachide lombare da parte dell'arteria iliaca comune destra (sindrome di Cockett), compressione, in caso di flessione forzata del piede sulla gamba (per letto troppo corto, gesso ecc.), dell'anello del soleo (muscolo del polpaccio) con conseguente compressione venosa contro la inestensibile membrana interossea. • Pertanto, la posizione ideale a letto risulta supina con leggera flessione della gamba sulla coscia e della coscia sull'addome. • La respirazione fisiologica ed una corretta azione del muscolo diaframma rivestono un fondamentale ruolo come pompa per la circolazione di ritorno tramite l'azione di pressione-depressione sugli organi toracici e addominali
  • 32. INTENSE EXERCISE STIMULATES ALBUMIN SYNTHESIS IN THE UPRIGHT POSTURE . Kei Nagashima, Gary W. Cline, Gary W. Mack, Gerald I. Shulman,and Ethan R. Nadel + John B. Pierce Laboratory and Departments of Cellular and Molecular Physiology, Epidemiology, and Public Health and Internal Medicine, Yale University School of Medicine, New Haven, Connecticut 06519 2 April 1999
  • 33. EFFECT OF LYMPHATIC OUTFLOW PRESSURE ON LYMPHATIC ALBUMIN TRANSPORT IN HUMANS JAUCHIA WU AND GARY W. MACK The John B. Pierce Laboratory and Department of Epidemiology and Public Health, Yale University, New Haven, Connecticut 06519 17 April 2001 • Endurance exercise training increases plasma volume, hypervolemia an increase in plasma albumin content ogressive expansion of plasma albumin content during 3 days of enduranceexercise training • Plasma albumin content increased within 1 h after intense exercise and remained elevated for 40 h • Possible mechanisms: 1) increased lymphatic return of albumin, 2) increased albumin synthetic rate, and 3) decreased transcapillary escape rate of albumin • Lymph flow rate and lymphatic return of albumin are stimulated by exercise and by increased fluid pressure in exercising muscles • Mechanical manipulation of the lymphatic outflow pressure in the upright or supine posture is associated with a significant modulation of lymphatic return of albumin to the vascular space.
  • 34. Journal of Physiology (1997), 504.1, pp.233-239 LYMPH FLOW DYNAMICS IN EXERCISING HUMAN SKELETAL MUSCLE AS DETECTED BY SCINTOGRAPHY Eino Havas *tt Tapani Parviainen §, Juha Vuorela §, Jarmo Toivanen§,Tuomo Nikula 11 and Veikko Vihko * *LIKES-Research Center, University Campus, FIN-40100 Jyvaskyla, § Isotope Laboratory, Central Hospital of Central Finland, Keskussairaalantie 19, FIN-40640 Jyviaskylai, AP Medical Technologies OY, Elementtitie 27, FIN-41160 Tikkakoski ,and The Department of Biology of Physical Activity, University of Jyvaiskyla, PO Box 35, Fin-40351 Jyvaskylli, Finland
  • 35. • Numerous studies have shown that physical activity increases lymph flow, both peripherally in the collecting ducts (Olszewski & Engeset, 1985; McGeown, McHale & Thornbury, 1987; Coates, O'Brodovich & Goeree, 1993) and centrally in the thoracic duct (Lindena, Kiipper & Trautschold, 1984). • Most of the exercise-related lymph flow data are derived from measurements in skin and subcutaneous lymphatics (Olszewski, Engeset & Sokolowski, 1977; McGeown et al. 1987), and data on skeletal muscles are scarce.
  • 36. • The lymphatics in skeletal muscle consist entirely of lymphatic capillaries, which have no smooth muscle and are thus unable to contract spontaneously. • The lymphatics lie adjacent to arcading and transverse arterioles, and are surrounded by muscle fibres, to both of which the lymphatic endothelial cells are firmly connected by collagen fibres • Consequently, the arterial pulsations, and especially muscle fibre deformations, can cause opening and closing of the lymphatic capillaries
  • 37. • When a muscle is stretched, the lymphatics open and the interstitial fluid enters the lymphatics. • Accordingly, when the muscle contracts, the lymphatics collapse and propel fluid forward, with the valvular structure of the lymphatic capillaries allowing only unidirectional flow of lymph
  • 38. THREE DIFFERENT EXERCISES • I : dynamic knee extension starting with a knee angle of 90 deg and ending with a knee angle of 0 deg (full extension) with a short period of isometric contraction at the end of extension (CONS). This exercise provided the largest range of muscle deformation during the contraction. • II : isometric contractions of the knee extensor muscles with the knees fixed at a 90 deg angle (lower legs in dependent position) (IMFlex). In this exercise the muscles were in the elongated (stretched) state during both rest and contractions, and the deformations were highly restricted. • III : isometric contractions of the knee extensors with a knee angle of 0 deg (knees at full extension, IMExt). In this case the muscles were free to shorten from their relaxed length, and during the rest periods the muscles were also in a relaxed unstretched state. The rhythm of the exercise (10 contractions per minute) was provided by a metronome giving a 1.5 s beep every 6 s. • Each exercise session lasted for 10 min (i.e. itincluded 100 contractions).
  • 39. • Clearance rates in contracting human vastus lateralis muscle were 5 4, 9 6 and 12% h-1 during IMFlex, CONS and IMExt, respectively. • In rat gastrocnemius muscle, the clearance rate during anaesthesia is about one-fourth of that during spontaneous activity A similar difference was found in dog biceps muscle between rest and electrical stimulation at 1 Hz • In the present study, we found a consistent three- to sixfold increase in the clearance rates due to muscle contractions.
  • 40. • The lymphatics in skeletal muscle are unable to contract • The propulsion of the lymph in skeletal muscle is dependent upon the external compression of the lymphatics • This compression can be produced by arterial vasomotion or by muscle fibre deformations • If the observed low clearance rate at rest was not exclusively due to the dissipative transport of albumin, vasomotion is the only force which could maintain lymph flow. • This concept agrees well with the observation that endurance trained subjects had slightly higher overall resting clearance rates than untrained subjects (0 06 + 0 05 vs. 0 03 + 0 03 % min-'; P= 0 008). • Endurance training is known to increase vascularity in skeletal muscles, and the enhanced resting clearance rate suggests adaptations of the lymphatic system as well.
  • 41. • As expected, the clearance rates were increased during the exercises. During exercise, the muscle fibre deformations during and between contractions play a major role in lymph propulsion. • The volume of the lymphatics depends upon the diameter of the muscle fibres, so that when muscle fibres are lengthened (stretched), the volume of the lymphatics increases, and, conversely, when fibres are shortened, the lymphatic volume decreases • The different clearance rates for IMFlex and IMExt agree well with the concepts of lymph formation and propulsion . • When IMExt was performed, the muscle was at its normal relaxed length. • During contraction, no external work was done, but themuscle was able to shorten to its anatomical minimum length. Therefore, the cross-sectional area of the vastus lateralis muscle fibres was increased, which in turn collapsed the lymphatics and propelled fluid along the lymphatic system.
  • 42. CONCLUSION • The present results suggest that improper lymphatic pumping during IMFlex was compensated for during the subsequent rest period. • In conclusion, the present results demonstrate experimentally the significance of muscle deformations on the interstitial albumin clearance from skeletal muscle. • These results support earlier observations on the clearance rates of intramuscularly injected radioactively labelled tracers in animals and extend these observations to human subjects. • The exact contribution of variation of the muscle length to lymph flow from exercising skeletal muscle, as well as the role of the intensity of the muscle contraction, warrant further studies.
  • 43. QUALE ATTIVITA’ MOTORIA / FISICA ? Task Force Multisocietaria di Medicina Sportiva e Cardiologia dello Sport: Documento di consenso su “La prescrizione dell'esercizio fisico in ambito cardiologico” FMSI & SIC-sport ed, Roma 9 maggio 2006.
  • 44. ESERCIZIO FISICO • Movimento della muscolatura • Esercizio fisico scheletrica, associato a consumo energetico • Allenamento • Attività fisica strutturata, (training) fisico finalizzata al mantenimento/miglioramento della efficienza fisica • Capacità di praticare attività • Efficienza fisica muscolo scheletrica e cardio- respiratoria in grado di ridurre il rischio di mortalità e morbilità cardiovascolari
  • 45. ATTIVITÀ FISICA • Attività fisica finalizzata a • Agonistica performance agonistiche, anche estreme, che prevede la partecipazione regolare a competizioni sportive riconosciut • Ludica e ricreativa • Attività fisica, regolare o occasionale, che non implica sforzi massimali
  • 46. SFORZO FISICO • Attività fisica finalizzata a Strenuo (att. agonistica) performance agonistiche anche estreme, che raggiunge e supera le capacità aerobiche massimali • Intenso (att. agonistica • Attività fisica che raggiunge occasionale) le capacità aerobiche massimali • Attività fisica, regolare o • Moderato (att. ludica o occasionale, che non ricreativa) raggiunge le capacità aerobiche massimali
  • 47. FUNZIONE ENDOTELIALE ED ESERCIZIO FISICO Giuseppe M. Andreozzi Direttore U. O. di Angiologia, Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova • L'esercizio fisico va sempre consigliato e prescritto, ma in modo ben finalizzato e personalizzato. • L'attività agonistica, con sforzo strenuo, va lasciata agli atleti nella fase di piena attività. • Nel soggetto sano (privo di fattori di rischio aterosclerotici) con la finalità di mantenere una buona efficienza fisica può essere utilizzato uno sforzo anche intenso, ma senza superare i limiti aerobici personali. • Nella prevenzione cardiovascolare primaria è da prediligere lo sforzo moderato, indulgendo a brevi periodi di sforzo intenso se ben tollerato, • Nella prevenzione secondaria lo sforzo deve essere sempre moderato e personalizzato, evitando ogni sensodi fatica o di “non benessere”.