L'Assemblea dei soci della Banca Popolare di Cividale contro il CDA uscente: ribaltone ai vertici, esce dal consiglio il Presidente Tilatti (aveva chiesto di essere confermato).
Banca di Cividale: Assemblea 26/04/15 - Messaggero Veneto
1. di Domenico Pecile
Q UDINE
Non è né un semplice avvicen-
damento, nè un fisiologico e
generazionale cambio della
guardia. E non è neppure un
capriccioso coup de théâtre.
Quello che è accaduto ieri
all’assemblea della Banca po-
polare di Cividale (si sono regi-
strati fino a 2mila 625 presenti
in proprio o con delega) è un
vero terremoto, uno tsunami
che fino alla vigilia sembrava
impossibilepotesseverificarsi.
L’assemblea ha di fatto
“cacciato”dalcdailpresidente
uscente, Graziano Tilatti e la
consigliera Anna Cracco, indi-
cata dal Creval (Credito Valtel-
linese), entrambi in scadenza
di mandato. Al loro posto, en-
trano in consiglio di ammini-
strazione Andrea Stedile (già
sindaco, amministratore e poi
presidente della Banca di Civi-
dale spa, la controllata della
Popolare)eMarioLeonardi(ex
direttore generale prima della
spa e negli ultimi 18 mesi della
Popolare). Tilatti e la Cracco
erano stati proposti dallo stes-
so Cda, mentre i due neo-eletti
dal Comitato soci-dipendenti.
Dallo spoglio dei voti Stedile e
Leonardi hanno ottenuto ri-
spettivamente 1747 e 1504 vo-
ti, a seguire Tilatti con 1303, Pa-
risini con 411, Comelli con 184
ePiccocon12.
Uno schiaffo, quello subito
dal cda uscente, che lascerà un
segno profondo sia in vista del-
la futura riorganizzazione de-
gli equilibri interni che sono
stati raggiunti senza grandi in-
toppi dopo il trauma dell’usci-
ta di scena del’ex presidente,
Lorenzo Pelizzo, sia, più in ge-
nerale, su alcune, future scelte
strategiche dell’istituto di cre-
dito. Il cda - composto adesso
dai vicepresidenti Carlo Deve-
tak, Adriano Luci e dai consi-
glieriFrancescaBozzi,Michela
Del Piero, Massimo Fuccaro,
Renzo Marinig, Guglielmo Pe-
lizzo cui si sono aggiunti Stedi-
le e Leonardi - dovrebbe riunir-
si al massimo entro un paio di
giorni per arrivare in tempi
molto stretti alla nomina del
nuovo presidente cercando
una soluzione quanto più pos-
sibilecondivisa.
Nel cda uscente Tilatti fino a
ieri aveva potuto contare
sull’appoggio di Luci, Devetag,
Pelizzo (espressione del cda e
dei dipendenti) e Bozzi, men-
tre la Del Piero, la Fuccaro e
Marinig (che poi però si era
schierato con Tilatti) erano
espressione dei dipendenti.
Ora, sempre in linea teorica, la
Del Piero potrebbe contare an-
che sull’appoggio dei due nuo-
vi consiglieri. Calcoli teorici,
ma di cui il cda terrà necessa-
riamente conto nella scelta del
candidato presidente. In mi-
schia,oltreallastessaDelPiero
(«non c’è nulla da dire; l’esito
del voto di oggi si commenta
da solo», è stato il suo com-
mento) potrebbe irrompere
anche Guglielmo Pelizzo, ma
non esclude neppure l’ipote-
si-Stedile . Ipotesi. Rumors. Co-
mequelli che serpeggiavano ie-
ri a margine dell’assemblea se-
condo cui nel caso il cda - co-
me èaccaduto - fosse uscito so-
noramente sconfitto avrebbe
porobabilmente,perragionidi
opportunità, rassegnato le di-
missioniinblocco.
E nelle pieghe dell’avvio del
toto-presidente che mai come
ora, dopo diversi lustri di pax
interna, siannuncia così diffici-
le, il cda è chiamato anche a ri-
«Ivotinonsicommentano,sicontano»
Ilnumerounouscentereagisceconcompostezzaallabruciantesconfitta
Ribaltone ai vertici
Si apre il dopo-Tilatti
ElettiincdaiduenomipropostidalComitatosoci-dipendenti,ilpresidenteèout
OraperlapoltronapiùimportantelacorsaètraStedile,DelPieroeGuglielmoPelizzo
Il presidente della Banca Popolare di Cividale Graziano Tilattiè allibito: ha perso la corsa per entrare nel cda (Foto Petrussi)
bancapopolaredicividale»infuocataassemble
‘‘
Michela
Del piero
Non c’è proprio
nulla da dire su quanto
avvenuto; l’esito della
votazione sui nuovi
componenti il consiglio si
commenta da sé
‘‘
Pierluigi
Comelli
Quando in una
banca comandano i
dipendenti è l’inizio della
fine. E’ questo è accaduto
grazie a ciò che ha fatto
l’ex presidente Pelizzo
Q UDINE
«I voti non si commentano.
Semplicementesicontano».Si
affida alla più cinica delle re-
alpolitikilpresidenteuscente.
Graziano Tilatti. Che incassa
una sconfitta bruciante con
grande compostezza in una
tra le giornate più grigie della
suacarriera
Non accusa. Non indica col-
pevoli. E aggiunge: «Auguro
buon lavoro a chi avrà il com-
pito di proseguire quanto ab-
biamo fatto. Ritengo di avere
fatto il mio dovere e spero so-
prattutto che il discorso
dell’autonomia della banca ri-
mangacentrale».
E proprio il tema dell’auto-
nomia, sempre a metà tra un
legittimo orgoglio della storica
popolare e gli appetiti di un
mercato , anche quello banca-
rio, sempre a caccia di realtà
dafagocitare,restauntema,se
non addirittura il tema dei
prossimi mesi. Tilatti e lo stes-
so ex presidente Pelizzo han-
no fatto dell’autonomia il ves-
sillodellaPopolare.
Difenderel’autonomiadella
banca - aveva riferito Tilatti al
nostro giornale - significa tene-
re testa e muscoli sul territo-
rio, ma anche fare rete con al-
tre banche piccole. Lo steso
Lorenzo Pelizzo ieri aveva ac-
cusato apertis verbis i suoi ne-
mici di essere i promotori del-
lavenditadellabanca.
E nel mirino di questa que-
rellenellesettimanescorseera
finita anche Michela Del Pie-
roi, considerata una possibile
pontiere tra la Poplarte di Civi-
dale e un istituto di credito
dell’Emilia Romagna. «Non so
- è il suo commento – chi mi
abbia tirato in ballo su questa
storia. Personalmente respin-
go al mittente queste illazioni.
Lo ribadisco, mai occupata e
mai pensato di perseguire in-
clusioni in altre realtà banca-
rie».
Il tema resta però di stretta
attualità se è vero come è vero
che anche un socio come l’ex
consigliere comunale di Udi-
ne, Mario Raggi, che pure si di-
chiara vicino al cda uscente af-
ferma che la Banca popolare
di Cividale «non potrà reggere
a lungo e da sola la sfida di un
mercato che tende a fare terra
bruciata delle piccole realtà
ancorché virtuose com’è que-
sta banca. Credo che allora il
dibattito sia soltanto rimanda-
to.Madipoco». (d.pe.)Molto affollata l’assemblea dei soci della Cividale (Foto Petrussi)
2 PrimoPiano MESSAGGERODELLUNEDÍ 27 APRILE 2015
Copia di 29499959e167e2ebec053626a8d4c851
2. mediare a uno spiacevole inci-
dente di percorso. Il candidato
del Creval, Maurizio Parisini,
non è stato infatti eletto, nel
mentre il patto parasociale tra
la Popolare di Cividale e il Cre-
dito Valtellinese - che detiene
l’1 per cento del capitale socia-
le - prevede la presenza di un
rappresentante del Creval nel
cda.
E mentre ieri sera i rappre-
sentanti dei soci dipendenti
brindavano alla doppia vitto-
ria, in difesa del presidente
uscente irrompeva nienteme-
no che il notaio Pierluigi Co-
melli, lo storico e acerrimo ne-
mico dell’ex presidente Peliz-
zo.
«La Banca di Cividale - è sta-
to il suo commento - è diventa-
ta come la Popolare di Milano
dovecomandanoidipendenti.
Questo significa la fine della
banca». Tutto questo per Co-
melli«è accaduto grazie a Peliz-
zo e ai suoi scherani. L’esito
delvotoèladimostrazioneche
vogliono governare i dipenden-
ti. Il cda farebbe bene a dimet-
tersi, ma di fatto è già esautora-
to».
Mase per Comelli ieri «è suc-
cessa la cosa peggiore che po-
teva accadere alla banca», sul
fronte dei dipendenti si invita
alla massima cautela. Il presi-
dente delloro Comitato, Massi-
mo Bolzicco, si affida a una
premessa soft da calumet della
pace. «Tilatti - ha argomentato
- non è stato un cattivo presi-
dente, ma un uomo di transi-
zione tra un periodo che si
chiudeva e una nuova fase che
si stava aprendo: Sì, un buon
presidente che ha saputo rian-
nodare i rapporti con il mondo
dell’artigianato e della piccola
impresa».
Bolzicco aggiunge che
«quando abbiamo costruito la
lista, l’obiettivo era soltanto
quello di competare con nomi
di prestigio in previsione della
prossima visita ispettiva della
Banca d’Italia. Non entreremo
nel merito del dibattito sul
nuovopresidente».
L’avvocato Picco con l’euro in mano
di Maura Delle Case
Q CIVIDALE
Nonhanno gradito i mancatidi-
videndi. Né il deprezzamento
delle azioni. Sacrifici che però
hanno dimostrato di compren-
dere, al momento decisivo cioè
quello del voto. Chiamati ad ap-
provare il bilancio 2014, i soci
della Banca di Cividale hanno
infatti licenziato il documento
a larghissima maggioranza. Ap-
pena 27 i contrari. Il resto della
partecipata assemblea ha sapu-
to inghiottire il boccone amaro
e scommettere ancora una vol-
ta sul futuro della «grande, pic-
cola banca cividalese» come è
stata definita da uno dei tanti
soci intervenuti. Non sono
mancati i momenti di tensione.
L’avvocato Michele Picco, della
“scuderia”Comelli,ha sventola-
to un euro, alludendo, in rela-
zione alle azioni, alla «difficoltà
dei soci di disporre del proprio
denaro e alle mancate risposte
delle filiali. Le azioni - ha affer-
mato - sono di difficilissima col-
locazione e c’è il concreto ri-
schio di perdere i nostri soldi».
Per l’imprenditrice Indira Fab-
bro, “sponsor” del presidente
uscente, il deprezzamento era
inevitabile.«Dopoanniincuile
azionisi sono rivalutate, l’attua-
lesituazionedicrisiobbligavaa
questa scelta che consentirà
quantomeno di liquidarle in
brevetempo».
A scaldare i soci, passati sen-
za soluzione di continuità dal
commentare il conto economi-
co al deprezzamento del titolo,
anche la manutenzione opera-
ta allo Statuto. Osservato spe-
ciale: l’articolo 5, modificato at-
tribuendo al cda la facoltà di au-
mentare direttamente il capita-
lesociale-finoaunmassimodi
15milionidieuroentroil2019-
senza passare dall’assemblea,
accorciando dunque i tempi,
marestando nell’orbita di strin-
gente controllo operato da
Bankitalia che continuerà ad
avere l’ultima parola. Sottote-
sto ai vari interventi è stato lo
scouting elettorale. «Se è vero
che gli amministratori devono
rappresentare il territorio nella
sua sostanza economica, chi
meglio di Tilatti, imprenditore
e leader regionale della Confar-
tigianato, può farlo?», ha chie-
sto il commercialista udinese
Gianfranco Romanelli, depre-
cando l’ipotesi di una «banca
popolare governata dai dipen-
denti. Quando sono state gesti-
te dal vertice operativo non
hanno funzionato». All’oppo-
sto, Massimo Bolzicco, presi-
dente del comitato dei soci di-
pendenti, ha rivendicato un fu-
turo fatto «di capacità decisio-
nale e innovazione. Dobbiamo
interpretare il cambiamento -
ha detto - ponendo nei posti
più importanti persone con co-
noscenze tecniche del settore
ben chiare nel loro curri-
culum». L’invito è andato a se-
gno. L’assemblea ha infatti pre-
miato Andrea Stedile e Mario
Leonardi. Il “braccio di ferro”
tra i soci dipendenti e la corren-
te filo-tilattiana interna al cda,
ha dato dunque elettoralmente
ragione ai primi, ma il consiglio
guidato fino a ieri dall’impren-
ditore di Remanzacco ha come
detto incassato la fiducia su tut-
ti i punti squisitamente econo-
mici. «Il dato più importante è
che siamo tornati all’utile: 10
milioni di consolidato, 5,8 per
la banca individuale», ha sotto-
lineato a margine dell’assem-
blea il direttore generale
Gianluca Benatti, approdato a
Civibank da appena tre mesi e
ieri alla sua prima assemblea.
«La gestione caratteristica - ha
proseguito il dg - sta facendo
dei risultati così come la finan-
za, che sta prendendo rischi
moderati e contribuendo al
conto economico in maniera
importante.In uncontesto mol-
to difficile». Che ha indotto i
vertici della banca ad accanto-
narel’utile e non concederei di-
videndi, così come a deprezza-
re l’azione. Passata da 24,50 eu-
ro a 19,60. «In un contesto ban-
cario qual è quello del Fvg, che
soffre anche più del Nordest, è
stata presa una decisione che
non cerca il consenso, ma anzi
si espone a critiche: portare
l’azione al valore in cui sono av-
venuti 300.000 scambi nel cor-
so dell’ultimo anno prendendo
atto di una realtà. Così, autoriz-
zati dall’autorità di vigilanza,
abbiamo stabilito un
“pavimento” - ha concluso Be-
natti - prevedendo che nelle va-
rie aste il valore possa salire o
scendere, non più del 10% ri-
spetto all’asta precedente. E
maisottoi19,60euro».
L’imprenditrice
Indira Fabbro
appoggia invece la
decisione di svalutare:
l’attuale situazione di
crisi economica non
consentiva di fare
altre scelte
E l’ex timoniere parla per 18 minuti filati
AttacchiaPelizzoperlestatuecinesi.Luiribatte:grazieallemiesceltearriverannoqui120milioni
ea
Maggioranzabulgara
perilsìalbilancio
Ma sulle azioni è guerra
L’allarmedell’avvocatoPicco:rischiamodiperdereisoldi
Icontidell’istitutosonopositivi:utilea10milionidieuro
Q CIVIDALE
«I miei giudici sono due: la mia
coscienza e la banca di Civida-
le». Non voleva intervenire
all’assemblea dei soci di ieri, lo
storico leader dell’istituto di
credito,LorenzoPelizzo,per43
anni alla guida della Popolare.
E invece, l’intervento al vetrio-
lodelnotaioPierluigiComellie
qualche altro lo hanno spinto a
lasciare la platea e raggiungere
il microfono. Una scelta che a
Pelizzo, rinviato a giudizio ap-
pena pochi giorni or sono, non
deve essere costata poco. Ma
che si è visto “costretto” a fare
per rispedire al mittente le af-
fermazioni di quanti hanno
bollato i suoi 43 anni di presi-
denza come costellati d’ «insuc-
cessi» e di «grosse difficoltà».
«Ritengo invece di successi ce
ne siano tanti e appena finirà
questa vicenda (giudiziaria,
ndr) inviterò tutti a un incon-
tro,duranteilqualefarònomie
cognomi degli attori che l’han-
no originata», ha detto alzando
la voce l’ex presidente. Quindi
ha rivendicato la buona gestio-
ne della banca e nel segno di
quella anche la “paternità” del-
la plusvalenza che nel futuro
prossimoprometted’arrivarea
Cividale per effetto della vendi-
ta dell’Istituto di credito delle
banche popolari (Icbp). Istitu-
to che Pelizzo ha contribuito a
far nascere e di cui ieri si è pub-
blicamente voluto prendere i
meriti: «Il sottoscritto ha fatto
sì che il tesoretto sia diventato
un tesoro importante per tutto
il sistema delle popolari. Non
solo qui arriveranno 120 milio-
ni (frutto della vendita del
5,14% dell’istituto detenuto
dalla Cividale): le popolari ita-
liane intascheranno complessi-
vamenteben2miliardi».Nonè
mancato l’affondo al rivale di
sempre, ilnotaio Comelli. «Vor-
resti privare la regione della
sua unica Popolare», gli ha det-
to Pelizzo che a proposito del
voto ha fatto appello all’assem-
blea in favore del candidato
scelto in accordo con il Credito
Valtellinese. Contestato per le
statue cinesi, che ieri è tornato
a difendere - «sono opere d’ar-
te e volevano essere un tentati-
vo di aprire le porte di un mon-
do alle nostre imprese» -, Peliz-
zo ha concluso, rifacendosi si-
billino alla Liberazione di fre-
sco celebrata. «Mi compiaccio
perché il consiglio in questa fa-
se turbolenta ha saputo tenere
la barra dritta e portare a casa
un risultato positivo. Al perso-
nale chiedo attenzione e ricor-
do che ieri (sabato, ndr) abbia-
mo celebrato il 25 aprile. Credo
che tutti dobbiamo comportar-
ci affinché non si verifichi da
noiunanuovaPorzus». (m.d.c.)L’ex presidente Lorenzo Pelizzo tra il pubblico (Foto Petrussi)
27 APRILE 2015 MESSAGGERODELLUNEDÍ PrimoPiano 3
Copia di 29499959e167e2ebec053626a8d4c851