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IL TEATRO
                              e il corpo
RICERCA DI EDUCAZIONE FISICA
A cura di
            Andrea Piazza
            classe II classico v.o.
            Anno Scolastico 2012-2013
TEATRO: VEICOLO DI EMOZIONI
 Il teatro ha conosciuto una continua evoluzione
 nell'oggetto e nel modo del rappresentare: la pluralità dei
 generi è un esempio del suo multiforme carattere che
 accompagna la crescita dell’uomo.
 Tratto distintivo del teatro è quello di esprimersi
 attraverso un complesso e articolato insieme di elementi
 che entrano insieme in una prospettiva che è al contempo
 antropologica, politico-sociale ed estetica.
                                 La      teatralità    appare
                                 infatti        legata      a
                                 un'originaria        matrice
                                 magico       rituale,    ora
                                 collegata a un'esperienza
                                 mistica e religiosa, ora
                                 alla dimensione della
                                 festa.
Ma il teatro è sempre all'interno di una dimensione
comunitaria forte, costituita da elementi politici e dal
piacere dell'assistere allo spettacolo; basti ricordare il
mito, sostrato unificante della civiltà greca.
Infine il teatro è esperienza estetica: tutte le arti si
mescolano in un'unica espressione che può scegliere se
privilegiare il testo o la messa in scena.




In tutti questi tre casi il teatro si configura come
   ELEMENTO DI TRASMISSIONE DI EMOZIONI:
l'invasamento mistico, il festeggiare, la satira, la catarsi
aristotelica, il coinvolgimento emotivo,...
INCARNAZIONE DELLA VITA
                                                                  Il compito di un
                                                                attore è quello di
 Nessuna arte è così carnale e corporale come il teatro. Il
                                                              interpretare la vita.
 teatro è oggettivazione, sono le parole e le emozioni che              James Dean
 prendono una forma fisica.
 IL TEATRO È INCARNAZIONE DELLA VITA
 e il farne esperienza permette di muoversi in un
 complesso insieme di linguaggi, (gestuale, verbale,
 musicale, visivo,…) allenandosi a "leggere" la realtà.
 Il corpo inoltre è sicuramente il principale mediatore
 delle nostre emozioni, ma nel contatto l'aspetto emotivo è
 più forte. Proprio per questo la trasmissione emotiva tra
 attore e pubblico richiede uno sforzo fisico maggiore,
 perché bisogna colmare quella distanza dove non esiste
 contatto e dove (almeno fino al ‘900) non poteva esserci
 nemmeno comunanza di spazi.
Una panoramica sull’evoluzione
          del testo e dell’azione teatrale nei secoli
                    seguendo l’elemento corporeo

LA STORIA DEL TEATRO
SECONDO IL CORPO
LA STORIA DEL TEATRO
 La storia del teatro si
 propone di interpretare
 e ricostruire l'evento
 teatrale basandosi su
 due            elementi
 principali    e     sulla
 relazione che li lega.


 Entrambi questi elementi hanno una funzione primaria:
 • l'ATTORE è fondamentalmente un corpo in
 movimento e agisce proponendosi al pubblico;
 • lo SPETTATORE è fruitore attivo dell'evento, in
 quanto ne condizione l'andamento ed è chiamato a
 decodificarne il significato.
1. PREISTORIA
 La nascita dell'arte teatrale è legata ai culti religiosi e
 alla dimensione magica della festa comunitaria.


                                  In questo senso, la sua
                                  origine        è      stata
                                  individuata nei popoli
                                  primitivi, in particolare
                                  nelle            cerimonie
                                  propiziatorie stagionali
                                  e nei riti di passaggio.


 La dimensione primordiale del teatro era però
 puramente fisica, basata esclusivamente sul movimento
 del corpo: rappresentazioni mimiche, danze, movimenti
 ritmici fino allo stato di trance,...
2. IN GRECIA E A ROMA
 L'origine del teatro come lo conosciamo è però l'Atene del
 V secolo avanti Cristo, così come greco è il lessico
 teatrale. I Greci consideravano il teatro un luogo dove la
 polis si riuniva per trovare un'identità nel mito: lo
 spettacolo era un rito collettivo e politico in un periodo e
 in un luogo sacri. Caratteristico era l'uso di maschere.
 Il teatro a Roma è invece il prodotto dell'incontro della
 tradizione greca e dei generi italici. Dai Greci conquistati
 i Romani assorbono l'attenzione alla parola; dai
 conterranei invece derivano generi più fisici e
 primordiali come l'atellana. Anche a Roma il teatro era
 collegato alla festa religiosa ma al diverso regime politico
 si deve la tipica esaltazione del gusto della gestualità:
 non potendo attingere a temi della vita civile, attori e
 autori a Roma erano interpreti completi, capaci di passare
 al mimo e al ballo con facilità.
Durante gli ultimi secoli dell'impero decade l'uso delle
maschere e un nuovo mezzo di espressione corporea si
offre agli attori: il volto.
L'aspetto più interessante del teatro antico è però il
CORO: formato da diversi attori, agisce sulla scena come
un unico personaggio. Questo aspetto è insistito nelle
rappresentazioni contemporanee dei classici, nelle quali
spesso si rende il coro come una specie di mostro che
compie innaturali ma sincronici movimenti bestiali.
3. IL MEDIOEVO
 Dopo il 476 il teatro, rifiutato dalla Chiesa, sembra
 destinato a scomparire, ma in questi secoli riesce
 comunque a sopravvivere in due forme:
 1. la forma giullaresca. Il
 giullare, figura emblematica,
 è un attore professionista che
 si basa sulla spettacolarità
 delle sue esibizioni. E'
 interessante notare che la
 Chiesa li condannava proprio
 perché trasformavano il
 proprio corpo per il piacere
 del pubblico.
 2. il dramma sacro, che nasce all'interno delle chiese:
 dalle prime drammatizzazioni della liturgia della Parola
 lentamente si passa a veri e propri spettacoli profani sul
 sagrato.
4. IL RINASCIMENTO
    Il Rinascimento è l'età d'oro del teatro europeo, l'età
    della sua rinascita. Assume importanza il luogo teatrale e
    così si iniziano a costruire nuovi spazi.
    La recitazione, specie in Inghilterra, è però lasciata sola:
•         il palco non ha sipario e le rappresentazioni
    avvengono di giorno;
•         lo stesso attore interpreta più ruoli senza cambio di
    costume;
•         la scenografia è fissa;
•         la scena è piccola e spesso sono in scena anche
    quindici attori insieme.
È per questo che spesso le battute iniziano con dei
 vocativi o contengono lunghi riassunti: si cercava, cioè,
 di sopperire con la parola a una carenza di tipo fisico e
 materiale, che rimarrà presente fino al Novecento.


5. SETTECENTO E OTTOCENTO
 Il Settecento è il secolo dello
 sviluppo della teoria della
 recitazione, come testimonia
 la riforma goldoniana del
 teatro, mentre l'Ottocento è
 segnato     dal     cosiddetto
 dramma romantico ( Goethe,
 Schiller, Manzoni) e, nella
 seconda metà del secolo, dal
 dramma borghese e da
 quello naturalista
6. LA RIVOLUZIONE DEL ‘900
 Il Novecento si apre con una rivoluzione nel teatro:
 l'attore torna al centro della rappresentazione, il teatro
 della parola si trasforma in teatro dell'azione fisica.
 Parallelamente a questa rivalutazione della centralità
 dell'interprete e alla nascita di nuovi generi teatrali
 (Brecht, Pirandello, Beckett, Ionesco, Ibsen,...) è messa al
 centro della drammaturgia la riscoperta della natura
 istintiva del fare teatro, collegata alla visione del teatro
 come incarnazione della vita.
 Tutto questo è stato sicuramente influenzato dall'avvento
 del cinema e della televisione: trovandosi a competere
 con due nuovi tipi di intrattenimento e riflessione, il
 teatro si concentra sull'unico aspetto che film e fiction
 non possono utilizzare, cioè la CORPOREITÀ.
Tre i metodi fondamentali della
            didattica del teatro, tutti basati sulla
            preminenza dell’elemento corporeo

IL NOVECENTO
E LA RISCOPERTA
DEL CORPO
IL TEATRODANZA
 Ha come finalità l'esplorazione e l'adattamento dei
 codici della danza nel teatro. Si tratta di un fenomeno
 recente, nato dall'esigenza di recuperare la dimensione
 primordiale del rapporto fra gesto e parola.
 Il "teatrodanza" si ispira a Pina Bausch, la coreografa
 tedesca che ha rivoluzionato i linguaggi teatrali,
 proponendo un percorso di scoperta del corpo senza
 barriere tra movimento, danza, parola e sguardo.
 Gli insegnamenti alla sua base sono:
  – danza classica
  – danza contemporanea
  – contact improvisation
  – acrobazia
  – tecniche vocali
  – metodo Feldenkrais
METODO STANISLAVSKIJ
 Diversi sono i metodi di
 insegnamento della recitazione
 teorizzati   nel   corso    del
 Novecento, su cui ancora oggi si
 basa la didattica teatrale; tra
 questi fondamentale è stata
 l'opera di Kostantin Sergeevic
 Stanislavskij.


 Il metodo Stanislavskij (adottato nell'Actor's Studio di
 New York) si basa sulla ricerca di una
                COMPLETA AFFINITÀ
      TRA MONDO INTERIORE DELL'ATTORE
           E MONDO DEL PERSONAGGIO.
Due sono, secondo questo metodo, i processi alla base
dell'interpretazione:
1.     la PERSONIFICAZIONE:
     il rilassamento muscolare come base per lo sviluppo
     dell'espressività fisica, dell'impostazione della voce
     e del movimento scenico
1.    la REVIVISCENZA:
      l'identità più completa tra vita reale e vita del
      personaggio, raggiunta con l’immaginazione


A      questo      proposito,
Stanislavskij sottolinea che
una reviviscenza profonda
può     essere     deformata
grossolanamente se l'attore
non ha un fisico allenato
per     trasmettere      con
intensità ciò che sente.
ARTAUD E LA “VITA”
                       «Ciò che il teatro può ancora
                       strappare alla parola sono le
                       sue possibilità di espansione
                       oltre le singole parole, nello
                       spazio; ed è a questo punto che
                       interviene il linguaggio visivo
                       dei movimenti e dei gesti».


 Nel primo '900 Antonin Artaud ha invece proposto il
 cosiddetto "teatro dell'io", partendo dalla constatazione
 che la parola era ormai stata logorata nei secoli.
Secondo Artaud il teatro è espressione integrale,
orientata    all'utilizzo    della  parola,     del corpo,
dell'immagine e della musica all'interno di una sintesi
unitaria. La riflessione artaudiana si basa sul
              PRINCIPIO DELLA "VITA“
cioè di un principio vitale dirompente che ricorda il
"Dionisiaco" di Nietsche e che deve essere lasciato libero
di esprimersi senza limiti.
L’ESSENZIALE DI GROTOWSKI
                      Il    polacco      Jerzy  Grotowski
                      riformula l'intera teoria del teatro
                      alla ricerca dell‘
                                ESSENZIALE
                      cioè il rapporto diretto con il
                      pubblico,       l'unico      elemento
                      necessario     e    sufficiente   per
                      l'esistenza del teatro.




 Sulle semplici regole che pone alla base della sua teoria si
 basa quasi tutta la didattica mondiale:
1. Non bisogna pensare durante gli esercizi, ma elaborare
solo il primo impulso che emerge, anche se questo vorrà
dire svolgere l'esercizio diversamente dagli altri
2. Il corpo deve lavorare sempre per primo, solo dopo
viene la voce
3. Non solo la mente, tutto il corpo deve essere partecipe
dell'azione teatrale
«I due elementi dell'attore sono il corpo e la voce. Entrambi devono
 possedere flessibilità e manifestarsi in palcoscenico in uno stato di
 calma piuttosto che di tensione. Per ottenere ciò il corpo e la voce
                 devono essere fisicamente allenati»
                            Trevor Griffiths

                                      GLI ESERCIZI
GLI ESERCIZI TEATRALI
 Gli esercizi teatrali sono la premessa indispensabile
 del teatro. A differenza delle compagnie amatoriali, tra i
 professionisti gli esercizi seguono tutta la fase
 preparatoria dello spettacolo.
 Gli esercizi proposti in quasi tutti i laboratori si dividono
 in quattro categorie:
  –   RISCALDAMENTO
  –   PRESENZA
  –   VOCE
  –   IMPROVVISAZIONE E CREAZIONE
IL RISCALDAMENTO
 Sono esercizi di riscaldamento dei muscoli del corpo
 mutuati dal mondo della ginnastica, particolarmente
 importanti prima di performance impegnative.




                                  Nella pratica, si
                                  tratta di normali
                                  esercizi         di
                                  stretching per le
                                  articolazioni,   la
                                  schiena e i muscoli
                                  di gambe e braccia.
LA PRESENZA
 La presenza è la capacità dell'attore di dominare il palco
 in tutte le sue dimensioni attirando così l'attenzione
 dello spettatore ancora prima della parola.
 Diverse sono le sue componenti: lo spazio, il contatto, il
 ritmo e la concentrazione.

                         CAMMINATA
 OBIETTIVO: gestire il palcoscenico
 Il gruppo di attori inizia a camminare cercando di coprire tutte le zone
 scoperte. Durante l'esercizio la guida con un battito di mani fermerà
 più volte il movimento degli attori per verificare la loro disposizione.
 Successivamente, seguendo le indicazioni della guida, il gruppo deve
 riuscire ad assumere la stessa velocità uniforme e poi ad aumentare o a
 diminuire sempre di più questa velocità.
LA PARETE
OBIETTIVO: prepararsi allo spazio tridimensionale del palco
La guida propone un tema (primavera, cucina, scuola, dolore,...). Gli
attori, in completo silenzio, alzandosi uno per volta dovranno andare a
posizionarsi vicino alla parete assumendo una posa secondo loro adatta
al tema; l’unica regola è che ogni attore deve avere almeno un punto di
contatto con la parete e uno con un compagno. Si verrà così lentamente
a formare un'immagine quasi pittorica.


                             L'ALTRO
OBIETTIVO: conoscere l’altro
Ci si divide a coppie e si sceglie in quale punto del corpo il contatto tra i
due non debba mai venire meno. A questo punto le coppie iniziano a
muoversi liberamente nello spazio cercando di mantenere sempre
costante il contatto.
LA VOCE
 La voce, pur essendo invisibile, non è immateriale. Gli
 esercizi per la voce puntano alla consapevolizzazione
 delle potenzialità della propria voce, oltre che al
 rafforzamento delle capacità vocali, connesso alla
 fondamentale      importanza      della   respirazione
 diaframmatica.

                            POTENZA
 OBIETTIVO: migliorare la potenza di voce
 Ogni attore impara una breve frase a memoria. Aggiungendo un
 movimento per volta a partire dalla stasi, la frase va pronunciata fino ad
 arrivare a questo movimento completo: corre, si abbassa, salta, atterra.
 L'importante dell'esercizio è assumere potenza di voce senza mai
 arrivare a gridare.
LE QUATTRO VOCI
OBIETTIVO: consapevolizzare la propria capacità vocale
Abbiamo a disposizione quattro diverse impostazioni:
 1. addominale: la voce risuona nella zona del diaframma
 2. di gola: è la voce che utilizziamo normalmente
 3. nasale: risuona tra palato e setto nasale
 4. di testa o falsetto: risuona all'altezza delle orecchie
Gli esercizi per sviluppare l'utilizzo di queste voci consistono nel
ripetere una frase nelle varie voci, fino a riuscire a padroneggiarle con
sicurezza anche nei salti dalla voce addominale al falsetto.


                           I NUMERI
OBIETTIVO: entrare in sintonia con gli altri
In piedi in cerchio, la guida darà il via pronunciando il numero 1 e gli
altri, uno dopo l'altro senza ordine, dovranno procedere nella
numerazione. Quando uno stesso numero è pronunciato da più persone
bisogna ricominciare da capo. L’esercizio si può provare anche girati di
spalle, senza potersi guardare.
IMPROVVISAZIONE E CREAZIONE
 È la fase più matura del percorso di un attore, quando
 riesce a fondere presenza e voce nella creazione artistica.

 OBIETTIVO: sviluppare la prontezza creativa
            IMPROVVISAZIONE CLASSICA
 La guida fornisce una situazione agli attori o da loro diversi personaggi
 e lascia che l'azione teatrale si sviluppi da sola.

            IMPROVVISAZIONE ASTRATTA
 La guida fornisce ai singoli attori delle caratteristiche non concrete:
 per esempio ogni attore può essere associato ad un colore e deve
 perciò comportarsi come il colore assegnatogli.
FINE


Dopo il diploma c’è stato un momento in cui ho
pensato che tutto questo studiare dovesse per forza
incarnarsi in qualcosa. Da questo la scelta del
teatro, tutto si è incarnato nel corpo e nel corpo
continuo a imparare.
                                      Lucilla Giagnoni

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Teatro, arte del corpo

  • 1. IL TEATRO e il corpo RICERCA DI EDUCAZIONE FISICA A cura di Andrea Piazza classe II classico v.o. Anno Scolastico 2012-2013
  • 2. TEATRO: VEICOLO DI EMOZIONI Il teatro ha conosciuto una continua evoluzione nell'oggetto e nel modo del rappresentare: la pluralità dei generi è un esempio del suo multiforme carattere che accompagna la crescita dell’uomo. Tratto distintivo del teatro è quello di esprimersi attraverso un complesso e articolato insieme di elementi che entrano insieme in una prospettiva che è al contempo antropologica, politico-sociale ed estetica. La teatralità appare infatti legata a un'originaria matrice magico rituale, ora collegata a un'esperienza mistica e religiosa, ora alla dimensione della festa.
  • 3. Ma il teatro è sempre all'interno di una dimensione comunitaria forte, costituita da elementi politici e dal piacere dell'assistere allo spettacolo; basti ricordare il mito, sostrato unificante della civiltà greca. Infine il teatro è esperienza estetica: tutte le arti si mescolano in un'unica espressione che può scegliere se privilegiare il testo o la messa in scena. In tutti questi tre casi il teatro si configura come ELEMENTO DI TRASMISSIONE DI EMOZIONI: l'invasamento mistico, il festeggiare, la satira, la catarsi aristotelica, il coinvolgimento emotivo,...
  • 4. INCARNAZIONE DELLA VITA Il compito di un attore è quello di Nessuna arte è così carnale e corporale come il teatro. Il interpretare la vita. teatro è oggettivazione, sono le parole e le emozioni che James Dean prendono una forma fisica. IL TEATRO È INCARNAZIONE DELLA VITA e il farne esperienza permette di muoversi in un complesso insieme di linguaggi, (gestuale, verbale, musicale, visivo,…) allenandosi a "leggere" la realtà. Il corpo inoltre è sicuramente il principale mediatore delle nostre emozioni, ma nel contatto l'aspetto emotivo è più forte. Proprio per questo la trasmissione emotiva tra attore e pubblico richiede uno sforzo fisico maggiore, perché bisogna colmare quella distanza dove non esiste contatto e dove (almeno fino al ‘900) non poteva esserci nemmeno comunanza di spazi.
  • 5. Una panoramica sull’evoluzione del testo e dell’azione teatrale nei secoli seguendo l’elemento corporeo LA STORIA DEL TEATRO SECONDO IL CORPO
  • 6. LA STORIA DEL TEATRO La storia del teatro si propone di interpretare e ricostruire l'evento teatrale basandosi su due elementi principali e sulla relazione che li lega. Entrambi questi elementi hanno una funzione primaria: • l'ATTORE è fondamentalmente un corpo in movimento e agisce proponendosi al pubblico; • lo SPETTATORE è fruitore attivo dell'evento, in quanto ne condizione l'andamento ed è chiamato a decodificarne il significato.
  • 7. 1. PREISTORIA La nascita dell'arte teatrale è legata ai culti religiosi e alla dimensione magica della festa comunitaria. In questo senso, la sua origine è stata individuata nei popoli primitivi, in particolare nelle cerimonie propiziatorie stagionali e nei riti di passaggio. La dimensione primordiale del teatro era però puramente fisica, basata esclusivamente sul movimento del corpo: rappresentazioni mimiche, danze, movimenti ritmici fino allo stato di trance,...
  • 8. 2. IN GRECIA E A ROMA L'origine del teatro come lo conosciamo è però l'Atene del V secolo avanti Cristo, così come greco è il lessico teatrale. I Greci consideravano il teatro un luogo dove la polis si riuniva per trovare un'identità nel mito: lo spettacolo era un rito collettivo e politico in un periodo e in un luogo sacri. Caratteristico era l'uso di maschere. Il teatro a Roma è invece il prodotto dell'incontro della tradizione greca e dei generi italici. Dai Greci conquistati i Romani assorbono l'attenzione alla parola; dai conterranei invece derivano generi più fisici e primordiali come l'atellana. Anche a Roma il teatro era collegato alla festa religiosa ma al diverso regime politico si deve la tipica esaltazione del gusto della gestualità: non potendo attingere a temi della vita civile, attori e autori a Roma erano interpreti completi, capaci di passare al mimo e al ballo con facilità.
  • 9. Durante gli ultimi secoli dell'impero decade l'uso delle maschere e un nuovo mezzo di espressione corporea si offre agli attori: il volto. L'aspetto più interessante del teatro antico è però il CORO: formato da diversi attori, agisce sulla scena come un unico personaggio. Questo aspetto è insistito nelle rappresentazioni contemporanee dei classici, nelle quali spesso si rende il coro come una specie di mostro che compie innaturali ma sincronici movimenti bestiali.
  • 10. 3. IL MEDIOEVO Dopo il 476 il teatro, rifiutato dalla Chiesa, sembra destinato a scomparire, ma in questi secoli riesce comunque a sopravvivere in due forme: 1. la forma giullaresca. Il giullare, figura emblematica, è un attore professionista che si basa sulla spettacolarità delle sue esibizioni. E' interessante notare che la Chiesa li condannava proprio perché trasformavano il proprio corpo per il piacere del pubblico. 2. il dramma sacro, che nasce all'interno delle chiese: dalle prime drammatizzazioni della liturgia della Parola lentamente si passa a veri e propri spettacoli profani sul sagrato.
  • 11. 4. IL RINASCIMENTO Il Rinascimento è l'età d'oro del teatro europeo, l'età della sua rinascita. Assume importanza il luogo teatrale e così si iniziano a costruire nuovi spazi. La recitazione, specie in Inghilterra, è però lasciata sola: • il palco non ha sipario e le rappresentazioni avvengono di giorno; • lo stesso attore interpreta più ruoli senza cambio di costume; • la scenografia è fissa; • la scena è piccola e spesso sono in scena anche quindici attori insieme.
  • 12. È per questo che spesso le battute iniziano con dei vocativi o contengono lunghi riassunti: si cercava, cioè, di sopperire con la parola a una carenza di tipo fisico e materiale, che rimarrà presente fino al Novecento. 5. SETTECENTO E OTTOCENTO Il Settecento è il secolo dello sviluppo della teoria della recitazione, come testimonia la riforma goldoniana del teatro, mentre l'Ottocento è segnato dal cosiddetto dramma romantico ( Goethe, Schiller, Manzoni) e, nella seconda metà del secolo, dal dramma borghese e da quello naturalista
  • 13. 6. LA RIVOLUZIONE DEL ‘900 Il Novecento si apre con una rivoluzione nel teatro: l'attore torna al centro della rappresentazione, il teatro della parola si trasforma in teatro dell'azione fisica. Parallelamente a questa rivalutazione della centralità dell'interprete e alla nascita di nuovi generi teatrali (Brecht, Pirandello, Beckett, Ionesco, Ibsen,...) è messa al centro della drammaturgia la riscoperta della natura istintiva del fare teatro, collegata alla visione del teatro come incarnazione della vita. Tutto questo è stato sicuramente influenzato dall'avvento del cinema e della televisione: trovandosi a competere con due nuovi tipi di intrattenimento e riflessione, il teatro si concentra sull'unico aspetto che film e fiction non possono utilizzare, cioè la CORPOREITÀ.
  • 14. Tre i metodi fondamentali della didattica del teatro, tutti basati sulla preminenza dell’elemento corporeo IL NOVECENTO E LA RISCOPERTA DEL CORPO
  • 15. IL TEATRODANZA Ha come finalità l'esplorazione e l'adattamento dei codici della danza nel teatro. Si tratta di un fenomeno recente, nato dall'esigenza di recuperare la dimensione primordiale del rapporto fra gesto e parola. Il "teatrodanza" si ispira a Pina Bausch, la coreografa tedesca che ha rivoluzionato i linguaggi teatrali, proponendo un percorso di scoperta del corpo senza barriere tra movimento, danza, parola e sguardo. Gli insegnamenti alla sua base sono: – danza classica – danza contemporanea – contact improvisation – acrobazia – tecniche vocali – metodo Feldenkrais
  • 16. METODO STANISLAVSKIJ Diversi sono i metodi di insegnamento della recitazione teorizzati nel corso del Novecento, su cui ancora oggi si basa la didattica teatrale; tra questi fondamentale è stata l'opera di Kostantin Sergeevic Stanislavskij. Il metodo Stanislavskij (adottato nell'Actor's Studio di New York) si basa sulla ricerca di una COMPLETA AFFINITÀ TRA MONDO INTERIORE DELL'ATTORE E MONDO DEL PERSONAGGIO.
  • 17. Due sono, secondo questo metodo, i processi alla base dell'interpretazione: 1. la PERSONIFICAZIONE: il rilassamento muscolare come base per lo sviluppo dell'espressività fisica, dell'impostazione della voce e del movimento scenico 1. la REVIVISCENZA: l'identità più completa tra vita reale e vita del personaggio, raggiunta con l’immaginazione A questo proposito, Stanislavskij sottolinea che una reviviscenza profonda può essere deformata grossolanamente se l'attore non ha un fisico allenato per trasmettere con intensità ciò che sente.
  • 18. ARTAUD E LA “VITA” «Ciò che il teatro può ancora strappare alla parola sono le sue possibilità di espansione oltre le singole parole, nello spazio; ed è a questo punto che interviene il linguaggio visivo dei movimenti e dei gesti». Nel primo '900 Antonin Artaud ha invece proposto il cosiddetto "teatro dell'io", partendo dalla constatazione che la parola era ormai stata logorata nei secoli.
  • 19. Secondo Artaud il teatro è espressione integrale, orientata all'utilizzo della parola, del corpo, dell'immagine e della musica all'interno di una sintesi unitaria. La riflessione artaudiana si basa sul PRINCIPIO DELLA "VITA“ cioè di un principio vitale dirompente che ricorda il "Dionisiaco" di Nietsche e che deve essere lasciato libero di esprimersi senza limiti.
  • 20. L’ESSENZIALE DI GROTOWSKI Il polacco Jerzy Grotowski riformula l'intera teoria del teatro alla ricerca dell‘ ESSENZIALE cioè il rapporto diretto con il pubblico, l'unico elemento necessario e sufficiente per l'esistenza del teatro. Sulle semplici regole che pone alla base della sua teoria si basa quasi tutta la didattica mondiale:
  • 21. 1. Non bisogna pensare durante gli esercizi, ma elaborare solo il primo impulso che emerge, anche se questo vorrà dire svolgere l'esercizio diversamente dagli altri 2. Il corpo deve lavorare sempre per primo, solo dopo viene la voce 3. Non solo la mente, tutto il corpo deve essere partecipe dell'azione teatrale
  • 22. «I due elementi dell'attore sono il corpo e la voce. Entrambi devono possedere flessibilità e manifestarsi in palcoscenico in uno stato di calma piuttosto che di tensione. Per ottenere ciò il corpo e la voce devono essere fisicamente allenati» Trevor Griffiths GLI ESERCIZI
  • 23. GLI ESERCIZI TEATRALI Gli esercizi teatrali sono la premessa indispensabile del teatro. A differenza delle compagnie amatoriali, tra i professionisti gli esercizi seguono tutta la fase preparatoria dello spettacolo. Gli esercizi proposti in quasi tutti i laboratori si dividono in quattro categorie: – RISCALDAMENTO – PRESENZA – VOCE – IMPROVVISAZIONE E CREAZIONE
  • 24. IL RISCALDAMENTO Sono esercizi di riscaldamento dei muscoli del corpo mutuati dal mondo della ginnastica, particolarmente importanti prima di performance impegnative. Nella pratica, si tratta di normali esercizi di stretching per le articolazioni, la schiena e i muscoli di gambe e braccia.
  • 25. LA PRESENZA La presenza è la capacità dell'attore di dominare il palco in tutte le sue dimensioni attirando così l'attenzione dello spettatore ancora prima della parola. Diverse sono le sue componenti: lo spazio, il contatto, il ritmo e la concentrazione. CAMMINATA OBIETTIVO: gestire il palcoscenico Il gruppo di attori inizia a camminare cercando di coprire tutte le zone scoperte. Durante l'esercizio la guida con un battito di mani fermerà più volte il movimento degli attori per verificare la loro disposizione. Successivamente, seguendo le indicazioni della guida, il gruppo deve riuscire ad assumere la stessa velocità uniforme e poi ad aumentare o a diminuire sempre di più questa velocità.
  • 26. LA PARETE OBIETTIVO: prepararsi allo spazio tridimensionale del palco La guida propone un tema (primavera, cucina, scuola, dolore,...). Gli attori, in completo silenzio, alzandosi uno per volta dovranno andare a posizionarsi vicino alla parete assumendo una posa secondo loro adatta al tema; l’unica regola è che ogni attore deve avere almeno un punto di contatto con la parete e uno con un compagno. Si verrà così lentamente a formare un'immagine quasi pittorica. L'ALTRO OBIETTIVO: conoscere l’altro Ci si divide a coppie e si sceglie in quale punto del corpo il contatto tra i due non debba mai venire meno. A questo punto le coppie iniziano a muoversi liberamente nello spazio cercando di mantenere sempre costante il contatto.
  • 27. LA VOCE La voce, pur essendo invisibile, non è immateriale. Gli esercizi per la voce puntano alla consapevolizzazione delle potenzialità della propria voce, oltre che al rafforzamento delle capacità vocali, connesso alla fondamentale importanza della respirazione diaframmatica. POTENZA OBIETTIVO: migliorare la potenza di voce Ogni attore impara una breve frase a memoria. Aggiungendo un movimento per volta a partire dalla stasi, la frase va pronunciata fino ad arrivare a questo movimento completo: corre, si abbassa, salta, atterra. L'importante dell'esercizio è assumere potenza di voce senza mai arrivare a gridare.
  • 28. LE QUATTRO VOCI OBIETTIVO: consapevolizzare la propria capacità vocale Abbiamo a disposizione quattro diverse impostazioni: 1. addominale: la voce risuona nella zona del diaframma 2. di gola: è la voce che utilizziamo normalmente 3. nasale: risuona tra palato e setto nasale 4. di testa o falsetto: risuona all'altezza delle orecchie Gli esercizi per sviluppare l'utilizzo di queste voci consistono nel ripetere una frase nelle varie voci, fino a riuscire a padroneggiarle con sicurezza anche nei salti dalla voce addominale al falsetto. I NUMERI OBIETTIVO: entrare in sintonia con gli altri In piedi in cerchio, la guida darà il via pronunciando il numero 1 e gli altri, uno dopo l'altro senza ordine, dovranno procedere nella numerazione. Quando uno stesso numero è pronunciato da più persone bisogna ricominciare da capo. L’esercizio si può provare anche girati di spalle, senza potersi guardare.
  • 29. IMPROVVISAZIONE E CREAZIONE È la fase più matura del percorso di un attore, quando riesce a fondere presenza e voce nella creazione artistica. OBIETTIVO: sviluppare la prontezza creativa IMPROVVISAZIONE CLASSICA La guida fornisce una situazione agli attori o da loro diversi personaggi e lascia che l'azione teatrale si sviluppi da sola. IMPROVVISAZIONE ASTRATTA La guida fornisce ai singoli attori delle caratteristiche non concrete: per esempio ogni attore può essere associato ad un colore e deve perciò comportarsi come il colore assegnatogli.
  • 30. FINE Dopo il diploma c’è stato un momento in cui ho pensato che tutto questo studiare dovesse per forza incarnarsi in qualcosa. Da questo la scelta del teatro, tutto si è incarnato nel corpo e nel corpo continuo a imparare. Lucilla Giagnoni