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le guide
per la formazione
dei quadri tecnici
della pallavolo
allenatore
di primo grado
Federazione Italiana Pallavolo
a cura di
Marco Mencarelli
secondo livello
giovanile
18
capitolo
01
LA PROGRAMMAZIONE A BREVE
TERMINE NEL SISTEMA DI
ALLENAMENTO PALLAVOLISTICO
L'obiettivo del capitolo è la selezione di conoscenze
essenziali che consentano all'allenatore di organiz-
zare la settimana di lavoro e, soprattutto, la seduta
di allenamento. Alla base delle suddette conoscen-
ze è necessario collocare una corretta interpreta-
zione del concetto di carico di lavoro e di alcuni
assunti che certificano variabilità individuale delle
risposte adattative ad un carico simile proposto dal
programma redatto dall’allenatore. Il controllo del-
le relazioni esistenti tra forma ed entità del carico
di allenamento e le risposte adattative, con i ri-
spettivi tempi di consolidamento prestativo, costi-
tuisce un ambito di studio ed approfondimento che
alimenta in modo costante, specifico e predittivo le
competenze dell’allenatore di pallavolo.
Il focus deve essere sulla struttura dell'unità di
allenamento che, più di altri aspetti programmatici,
costituisce la sintesi delle competenze acquisite
dall'allenatore nel suo processo di formazione.
La letteratura metodologica parla di unità di
allenamento proprio a sottolineare come la
seduta rappresenti il più semplice momento
programmatico, completo ed esaustivo della
stimolazione allenante, perseguita attraverso la
sequenza di esercitazioni proposte. Ciò significa che
l’efficacia della proposta di lavoro non risiede tanto
nel singolo esercizio, quanto nella concatenazione
di esercizi, proposti secondo una logica dettata
dalle caratteristiche specifiche del gioco.
48
capitolo
02
LA SEDUTA DI ALLENAMENTO
E L’UNITÁ DIDATTICA NELLA
PALLAVOLO
Il presente capitolo ha lo scopo di analizzare ed ap-
profondire la casistica delle forme in cui la seduta
di lavoro si concretizza nella prassi dell’allenamen-
to pallavolistico. Il criterio di analisi principale de-
termina una classificazione delle sedute di alle-
namento sulla base delle categorie di contenuto
dominanti che esse stesse prevedono. Ciò significa
che possiamo facilmente identificare sedute di al-
lenamento tecnico-tattico, sedute di allenamento
tecnico analitico, sedute di allenamento tecnico e
fisico integrati, sedute di allenamento fisico.
Analogamente, secondo un criterio identificabile
sulla base di un programmato coinvolgimento di
giocatori, è possibile distinguere le sedute a carat-
tere individuale e da quelle caratterizzate da uno
sviluppo delle dinamiche di squadra.
Infine, un criterio di classificazione degli aspetti
qualitativi, legati alle strategie metodologiche mes-
se in atto nello sviluppo dei singoli fondamentali e
sistemi tattici di squadra, consente di classificare
le sedute di allenamento sulla base dell’obiettivo
da sviluppare in forma specifica. In questo modo
sarà possibile esemplificare strutture protocollari
di facile comprensione e sarà possibile identificare
i criteri organizzativi e programmatici con cui svi-
luppare le varie forme di seduta, adattandole alle
esigenze poste dal sistema di allenamento.
Questa considerazione
è fine e riguarda
quelle differenziazioni
metodologiche richieste
nell’allenamento di
alcuni aspetti particolari:
costituisce un esempio
l’allenamento della
ricezione del servizio che
richiede una strategia
di approccio peculiare,
basata su un percorso di
avvicinamento all’esercizio
di sintesi, che prepari
il bagher ad affrontare
la velocità di servizio
rispetto alle traiettorie
lunghe e difficilmente
valutabili dalla visuale del
ricettore. Diversamente
dall’esempio descritto,
l’allenamento della difesa
richiede una progressiva
focalizzazione attentiva e
un progressivo incremento
del ritmo di esercizio
come strategia ottimale
di approccio al lavoro di
sintesi; ciò è necessario
per ottimizzare la funzione
percettiva, determinante
sia nel posizionamento
difensivo che nella capacità
di reazione richiesta
dall’intervento sulla palla.
88
I PRESUPPOSTI DELLO SVILUPPO
DELLA MOTRICITÀ
capitolo
03
Il processo di organizzazione dell’allenamento pre-
suppone la conoscenza degli indicatori che descri-
vono, misurano e valutano i processi di adattamen-
to. La conoscenza di tali indicatori consente all’alle-
natore di verificare costantemente l’efficacia delle
proprie proposte di lavoro, mentre il monitoraggio
degli effetti dell’allenamento presuppone la cono-
scenza di cosa misurare e valutare.
Gli aspetti manifesti del comportamento motorio (i
movimenti tecnici finalizzati), da un lato si possono
correlare ad alcune capacità direttamente dipen-
denti dai processi neuro-muscolari e bioenergetici
che l’organismo attua a seguito di stimolazioni ade-
guate, dall’altro si possono correlare alle qualità del
comportamento che identificano le pulsioni della
persona verso la pratica sportiva, verso la continui-
tà di allenamento e verso la competizione.
Le prime sono le capacità del sistema motorio
umano (le capacità organico-muscolari e le capaci-
tà coordinative) alle quali è legato tutto il processo
di strutturazione delle abilità motorie che, pro-
gressivamente, vanno a costituire il bagaglio moto-
rio della persona.
Le seconde sono le dinamiche motivazionali che
sottendono alla formazione di comportamenti ade-
guati al concetto generale di pratica sportiva.
100100
l'allenamento
CAPITOLO 4 - La cronologia didattica nel processo di applicazione
delle tecniche alle dinamiche del gioco
LA CRONOLOGIA DIDATTICA NEL
PROCESSO DI APPLICAZIONE DELLE
TECNICHE ALLE DINAMICHE DEL GIOCO
capitolo
04
La scuola pallavolistica italiana, sul piano metodologico, si
riconosce in un percorso in cui l’insegnamento delle tec-
niche di base si differenzia e si specializza nelle interpre-
tazioni che, della tecnica, utilizzano i diversi ruoli. Tale
percorso è descrivibile attraverso una cronologia struttu-
rata in precisi step didattici dove le tecniche evolvono in
ciascuna funzione attraverso criteri oggettivi di differen-
ziazione.
Nell’insegnamento motorio, la cronologia didattica è un
espediente utile per orientare le strategie di program-
mazione del lavoro in palestra. Attraverso l’organizzazione
cronologica delle proposte di lavoro è possibile valutare
i processi di apprendimento e aggiornare costantemen-
te le aspettative di prospettiva attribuite ad ogni singolo
giocatore. L’allenatore che conosce la cronologia didattica
delle tecniche e dei relativi percorsi di specializzazione,
possiede anche i presupposti per aggiustare e confeziona-
re le tecniche stesse sulla motricità di ogni giovane gio-
catore; acquisisce maggiore consapevolezza dei rapporti
di causa ed effetto tra le modalità di allenamento e gli
apprendimenti perseguiti; sintetizza differenti esperienze
di apprendimento motorio in quei principi generali di me-
todologia che costituiscono il proprio stile. Le cronologie
didattiche descritte nel presente manuale, nascono dalla
condivisione e dal confronto tra un significativo numero
di allenatori che hanno contribuito, con la propria espe-
rienza e applicazione, alla qualificazione della pallavolo
giovanile.
La velocità con
cui i processi di
apprendimento si
stabilizzano nella
competizione sportiva
costituisce il più
attendibile e concreto
indicatore del livello di
prospettiva e il decisivo
fattore di conferma
delle ipotesi sul talento
formulate sulle qualità
tecnico-motorie
specifiche.
150150
l'allenamento
CAPITOLO 5 - L’allenamento tecnico specialistico dei vari ruoli
L’ALLENAMENTO TECNICO
SPECIALISTICO DEI VARI RUOLI
capitolo
05
CONCETTIGENERALI
Il sistema di allenamento della pallavolo, a
causa delle oggettive difficoltà insite sia nel-
la struttura motoria delle tecniche che nelle
complesse dinamiche del gioco, si sviluppa
attraverso una relazione metodologica, tra i
concetti di insegnamento motorio (fondamen-
tale nell’apprendimento tecnico, nella stabiliz-
zazione prestativa e nel richiamo delle sensibi-
lità, tutti presupposti del controllo della palla)
e allenamento situazionale (fondamentale nel
finalizzare il gesto tecnico alla struttura del gio-
co, rispettando le finalità tattiche del confronto
agonistico). La suddetta relazione metodologi-
ca appare determinante per lo sviluppo delle
capacità di prestazione della squadra.
Man mano che si scende di livello, l’insegna-
mento motorio diviene l’aspetto più importan-
te per lo sviluppo qualitativo delle proposte di
allenamento, in quanto il controllo della tecni-
ca, nei contesti meno qualificati, è un fattore di
prestazione dominante rispetto alla strategia
tattica da adottare in gara. Infatti, il controllo
della tecnica è un aspetto correlato significa-
tivamente con il contenimento dell’incidenza
dell’errore sulla dinamica del punteggio, men-
tre gli aspetti qualitativi della strategia tattica
di gioco sono correlati maggiormente con la ri-
cerca del risultato sportivo e di alcuni dei suoi
indicatori statistici.
Nella pallavolo di vertice il
concetto di insegnamento,
nella prassi allenante, è stato
progressivamente sostituito
dal concetto di allenamento.
Tuttavia, scendendo di livello di
qualificazione, la complessità
delle richieste motorie che il
modello prestativo tecnico
impone al giocatore, determina
una progressiva distinzione tra
momento didattico, riferito
al movimento individuale, e
momento allenante, riferito alle
dinamiche prestative individuali
e di squadra. Oggi i due
aspetti presentano una stabile
complementarietà solo nel
sistema formativo del giocatore,
ossia nell’attività giovanile.
220220
L’ESERCIZIO DI SINTESI NELLA SEDUTA
TECNICO-TATTICA DEL SISTEMA
DI ALLENAMENTO PALLAVOLISTICO
capitolo
06
CONCETTI GENERALI
La prassi dell’allenamento nella pal-
lavolo italiana costituisce un patri-
monio ricco di soluzioni metodologi-
che, di protocolli di lavoro, di spunti
tecnico-tattici e di esercitazioni che
hanno già evidenziato un’importan-
te efficacia didattica o un potenziale
di sviluppo prestativo.
Infatti, il sistema di allenamento
pallavolistico in Italia ha prodotto
risultati sportivi importanti. Anche
per questo motivo, diventa asso-
lutamente funzionale e opportuno
sia riconoscere i valori metodologi-
ci che il sistema di allenamento ha
dimostrato nel tempo di possedere,
sia tracciarne attraverso una sintesi
bibliografica, quei principi che ne
hanno ispirato l’affermazione nel
panorama internazionale, allo sco-
po di costruire un bagaglio culturale
specifico di eccellenza.
246246
l'allenamento
CAPITOLO 7 - Strategie di collegamento tra lavoro di sintesi e lavoro globale
STRATEGIE DI COLLEGAMENTO
TRA LAVORO DI SINTESI
E LAVORO GLOBALE
capitolo
07
La pallavolo, per quanto riguarda le azioni di gioco
e l’esecuzione dei vari fondamentali, presenta una
struttura sequenziale e ripetitiva.
Ad esempio, l’azione di cambiopalla costituisce sem-
pre una sequenza di ricezione, alzata e attacco in cui
le variazioni sono adattamenti indotti dall’efficacia
del servizio avversario, oppure conseguenza di scel-
te tattiche particolari, talora estemporanee, come un
tentativo di attacco dell’alzatore tramite un secondo
tocco direttamente indirizzato nel campo avversario.
Analogamente, l’azione di ricostruzione presenta una
sequenza, seppur più complessa, sempre facilmente
identificabile e descrivibile: intervento difensivo o di
copertura della eventuale murata, alzata di ricostru-
zione, mentre gli attaccanti preparano le rispettive
rincorse, e attacco, mentre gli altri giocatori si pre-
parano a coprire l’eventuale muro subito dal com-
pagno che attacca. Infine, l’azione specifica di fase
break-point comincia con il servizio che offre il tem-
po al muro e alla difesa di assumere le posizioni e le
posture d’attesa per poi reagire all’alzata avversaria,
allo scopo di raggiugere le posizioni adeguate a fron-
teggiare l’attacco avversario (lo sviluppo successivo
del break-point assume le stesse caratteristiche di
una qualsiasi azione di transizione). In ognuno degli
esempi descritti, è possibile sezionare le varie situa-
zioni di gioco sulla base dei fondamentali implicati e
ottenere delle azioni “parziali” che garantiscono una
maggiore ripetitività e riproducibilità sotto forma di
esercizio. Tale forma di esercizio è definita di sintesi
ed è stata oggetto del capitolo precedente del pre-
sente manuale.
256256
capitolo
08
LA GESTIONE DEGLI ASPETTI
COMPORTAMENTALI E DELLE
FORME DI LEADERSHIP
NELL’ALLENAMENTO
La gestione degli aspetti comportamentali rappresenta
un capitolo della metodologia dell’allenamento molto
particolare.
La tematica, nella prassi dell’allenamento pallavolistico,
è affrontata quasi sempre attraverso strategie che han-
no origini molto soggettive, legate all’esperienza perso-
nale di ciascun allenatore.
L’obiettivo di questo capitolo monografico è la descri-
zione sintetica di alcuni principi che possano avere una
valenza oggettiva lasciando all’iniziativa dei singoli alle-
natori l’approfondimento esperienziale su cui costruire
il proprio stile di conduzione del lavoro e di gestione
della propria leadership.
278278
gli approfondimenti
CAPITOLO 9 - Problematiche relative allo sviluppo della forza nelle fasce d’età giovanili
capitolo
09
PROBLEMATICHE RELATIVE
ALLO SVILUPPO DELLA FORZA
NELLE FASCE D’ETÀ GIOVANILI
La pallavolo è una disciplina sportiva che
richiede un sistema di allenamento rela-
tivamente complesso, in cui una corret-
ta integrazione tra preparazione fisica e
preparazione tecnica costituisce un indi-
catore qualitativo delle proposte di lavoro.
Nella programmazione giovanile, a medio
e lungo termine, una gestione opportuna
delle proposte di allenamento tecnico in-
dividuale, sviluppata secondo un planning
sostenuto anche da una corretta prepa-
razione fisica, correlata con alcuni fattori
coordinativi e organico-muscolari deter-
minanti dell’apprendimento motorio e lo
sviluppo di forza indifferenziata e struttu-
rale, è organizzata in tre importanti fasi
programmatiche:
•	 la fase di impostazione delle
tecniche di base;
•	 la fase della specializzazione
del ruolo;
•	 la fase di perfezionamento tecnico
ed agonistico che precede l’età di
massima prestazione.
I fattori determinanti
dell’apprendimento motorio,
sul piano coordinativo ed
organico-muscolare, possono
essere considerati quegli
schemi motori di base che
consentono l’adattabilità
di movimento nella
variabilità situazionale in
cui le tecniche specifiche
si trovano ad operare. Essi
consistono, innanzi tutto,
nella gestione volontaria
dei range articolari completi
e nella capacità di utilizzo
dei massimi gradi di libertà
articolare a carico delle
principali articolazioni, ossia,
il complesso della spalla,
le anche e il complesso
dell’articolazione tibio-
tarsica, che consente la
flesso estensione del piede;
in secondo luogo, nella
capacità di forza espressa
per chilogrammo di peso
corporeo, ossia di forza
relativa; in terzo luogo,
nella capacità di rimbalzare
sul piede sfruttandone la
stiffness, ossia la rigidità
articolare funzionale;
infine, nella capacità di
utilizzare i contromovimenti
per sfruttare le azioni di
caricamento e potenziare
l’espressione massimale
del gesto segmentario e
complesso. L’esempio più
immediato che descrive
quest’ultimo aspetto consiste
nel caricamento delle gambe
in contromovimento che, se
eseguito ad elevata velocità,
consente di potenziare la
successiva fase di spinta e
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così la prestazione di salto
massimale da fermi.

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Volley. Allenatore di primo grado secondo livello giovanile

  • 1. le guide per la formazione dei quadri tecnici della pallavolo allenatore di primo grado Federazione Italiana Pallavolo a cura di Marco Mencarelli secondo livello giovanile
  • 2. 18 capitolo 01 LA PROGRAMMAZIONE A BREVE TERMINE NEL SISTEMA DI ALLENAMENTO PALLAVOLISTICO L'obiettivo del capitolo è la selezione di conoscenze essenziali che consentano all'allenatore di organiz- zare la settimana di lavoro e, soprattutto, la seduta di allenamento. Alla base delle suddette conoscen- ze è necessario collocare una corretta interpreta- zione del concetto di carico di lavoro e di alcuni assunti che certificano variabilità individuale delle risposte adattative ad un carico simile proposto dal programma redatto dall’allenatore. Il controllo del- le relazioni esistenti tra forma ed entità del carico di allenamento e le risposte adattative, con i ri- spettivi tempi di consolidamento prestativo, costi- tuisce un ambito di studio ed approfondimento che alimenta in modo costante, specifico e predittivo le competenze dell’allenatore di pallavolo. Il focus deve essere sulla struttura dell'unità di allenamento che, più di altri aspetti programmatici, costituisce la sintesi delle competenze acquisite dall'allenatore nel suo processo di formazione. La letteratura metodologica parla di unità di allenamento proprio a sottolineare come la seduta rappresenti il più semplice momento programmatico, completo ed esaustivo della stimolazione allenante, perseguita attraverso la sequenza di esercitazioni proposte. Ciò significa che l’efficacia della proposta di lavoro non risiede tanto nel singolo esercizio, quanto nella concatenazione di esercizi, proposti secondo una logica dettata dalle caratteristiche specifiche del gioco.
  • 3. 48 capitolo 02 LA SEDUTA DI ALLENAMENTO E L’UNITÁ DIDATTICA NELLA PALLAVOLO Il presente capitolo ha lo scopo di analizzare ed ap- profondire la casistica delle forme in cui la seduta di lavoro si concretizza nella prassi dell’allenamen- to pallavolistico. Il criterio di analisi principale de- termina una classificazione delle sedute di alle- namento sulla base delle categorie di contenuto dominanti che esse stesse prevedono. Ciò significa che possiamo facilmente identificare sedute di al- lenamento tecnico-tattico, sedute di allenamento tecnico analitico, sedute di allenamento tecnico e fisico integrati, sedute di allenamento fisico. Analogamente, secondo un criterio identificabile sulla base di un programmato coinvolgimento di giocatori, è possibile distinguere le sedute a carat- tere individuale e da quelle caratterizzate da uno sviluppo delle dinamiche di squadra. Infine, un criterio di classificazione degli aspetti qualitativi, legati alle strategie metodologiche mes- se in atto nello sviluppo dei singoli fondamentali e sistemi tattici di squadra, consente di classificare le sedute di allenamento sulla base dell’obiettivo da sviluppare in forma specifica. In questo modo sarà possibile esemplificare strutture protocollari di facile comprensione e sarà possibile identificare i criteri organizzativi e programmatici con cui svi- luppare le varie forme di seduta, adattandole alle esigenze poste dal sistema di allenamento. Questa considerazione è fine e riguarda quelle differenziazioni metodologiche richieste nell’allenamento di alcuni aspetti particolari: costituisce un esempio l’allenamento della ricezione del servizio che richiede una strategia di approccio peculiare, basata su un percorso di avvicinamento all’esercizio di sintesi, che prepari il bagher ad affrontare la velocità di servizio rispetto alle traiettorie lunghe e difficilmente valutabili dalla visuale del ricettore. Diversamente dall’esempio descritto, l’allenamento della difesa richiede una progressiva focalizzazione attentiva e un progressivo incremento del ritmo di esercizio come strategia ottimale di approccio al lavoro di sintesi; ciò è necessario per ottimizzare la funzione percettiva, determinante sia nel posizionamento difensivo che nella capacità di reazione richiesta dall’intervento sulla palla.
  • 4. 88 I PRESUPPOSTI DELLO SVILUPPO DELLA MOTRICITÀ capitolo 03 Il processo di organizzazione dell’allenamento pre- suppone la conoscenza degli indicatori che descri- vono, misurano e valutano i processi di adattamen- to. La conoscenza di tali indicatori consente all’alle- natore di verificare costantemente l’efficacia delle proprie proposte di lavoro, mentre il monitoraggio degli effetti dell’allenamento presuppone la cono- scenza di cosa misurare e valutare. Gli aspetti manifesti del comportamento motorio (i movimenti tecnici finalizzati), da un lato si possono correlare ad alcune capacità direttamente dipen- denti dai processi neuro-muscolari e bioenergetici che l’organismo attua a seguito di stimolazioni ade- guate, dall’altro si possono correlare alle qualità del comportamento che identificano le pulsioni della persona verso la pratica sportiva, verso la continui- tà di allenamento e verso la competizione. Le prime sono le capacità del sistema motorio umano (le capacità organico-muscolari e le capaci- tà coordinative) alle quali è legato tutto il processo di strutturazione delle abilità motorie che, pro- gressivamente, vanno a costituire il bagaglio moto- rio della persona. Le seconde sono le dinamiche motivazionali che sottendono alla formazione di comportamenti ade- guati al concetto generale di pratica sportiva.
  • 5. 100100 l'allenamento CAPITOLO 4 - La cronologia didattica nel processo di applicazione delle tecniche alle dinamiche del gioco LA CRONOLOGIA DIDATTICA NEL PROCESSO DI APPLICAZIONE DELLE TECNICHE ALLE DINAMICHE DEL GIOCO capitolo 04 La scuola pallavolistica italiana, sul piano metodologico, si riconosce in un percorso in cui l’insegnamento delle tec- niche di base si differenzia e si specializza nelle interpre- tazioni che, della tecnica, utilizzano i diversi ruoli. Tale percorso è descrivibile attraverso una cronologia struttu- rata in precisi step didattici dove le tecniche evolvono in ciascuna funzione attraverso criteri oggettivi di differen- ziazione. Nell’insegnamento motorio, la cronologia didattica è un espediente utile per orientare le strategie di program- mazione del lavoro in palestra. Attraverso l’organizzazione cronologica delle proposte di lavoro è possibile valutare i processi di apprendimento e aggiornare costantemen- te le aspettative di prospettiva attribuite ad ogni singolo giocatore. L’allenatore che conosce la cronologia didattica delle tecniche e dei relativi percorsi di specializzazione, possiede anche i presupposti per aggiustare e confeziona- re le tecniche stesse sulla motricità di ogni giovane gio- catore; acquisisce maggiore consapevolezza dei rapporti di causa ed effetto tra le modalità di allenamento e gli apprendimenti perseguiti; sintetizza differenti esperienze di apprendimento motorio in quei principi generali di me- todologia che costituiscono il proprio stile. Le cronologie didattiche descritte nel presente manuale, nascono dalla condivisione e dal confronto tra un significativo numero di allenatori che hanno contribuito, con la propria espe- rienza e applicazione, alla qualificazione della pallavolo giovanile. La velocità con cui i processi di apprendimento si stabilizzano nella competizione sportiva costituisce il più attendibile e concreto indicatore del livello di prospettiva e il decisivo fattore di conferma delle ipotesi sul talento formulate sulle qualità tecnico-motorie specifiche.
  • 6. 150150 l'allenamento CAPITOLO 5 - L’allenamento tecnico specialistico dei vari ruoli L’ALLENAMENTO TECNICO SPECIALISTICO DEI VARI RUOLI capitolo 05 CONCETTIGENERALI Il sistema di allenamento della pallavolo, a causa delle oggettive difficoltà insite sia nel- la struttura motoria delle tecniche che nelle complesse dinamiche del gioco, si sviluppa attraverso una relazione metodologica, tra i concetti di insegnamento motorio (fondamen- tale nell’apprendimento tecnico, nella stabiliz- zazione prestativa e nel richiamo delle sensibi- lità, tutti presupposti del controllo della palla) e allenamento situazionale (fondamentale nel finalizzare il gesto tecnico alla struttura del gio- co, rispettando le finalità tattiche del confronto agonistico). La suddetta relazione metodologi- ca appare determinante per lo sviluppo delle capacità di prestazione della squadra. Man mano che si scende di livello, l’insegna- mento motorio diviene l’aspetto più importan- te per lo sviluppo qualitativo delle proposte di allenamento, in quanto il controllo della tecni- ca, nei contesti meno qualificati, è un fattore di prestazione dominante rispetto alla strategia tattica da adottare in gara. Infatti, il controllo della tecnica è un aspetto correlato significa- tivamente con il contenimento dell’incidenza dell’errore sulla dinamica del punteggio, men- tre gli aspetti qualitativi della strategia tattica di gioco sono correlati maggiormente con la ri- cerca del risultato sportivo e di alcuni dei suoi indicatori statistici. Nella pallavolo di vertice il concetto di insegnamento, nella prassi allenante, è stato progressivamente sostituito dal concetto di allenamento. Tuttavia, scendendo di livello di qualificazione, la complessità delle richieste motorie che il modello prestativo tecnico impone al giocatore, determina una progressiva distinzione tra momento didattico, riferito al movimento individuale, e momento allenante, riferito alle dinamiche prestative individuali e di squadra. Oggi i due aspetti presentano una stabile complementarietà solo nel sistema formativo del giocatore, ossia nell’attività giovanile.
  • 7. 220220 L’ESERCIZIO DI SINTESI NELLA SEDUTA TECNICO-TATTICA DEL SISTEMA DI ALLENAMENTO PALLAVOLISTICO capitolo 06 CONCETTI GENERALI La prassi dell’allenamento nella pal- lavolo italiana costituisce un patri- monio ricco di soluzioni metodologi- che, di protocolli di lavoro, di spunti tecnico-tattici e di esercitazioni che hanno già evidenziato un’importan- te efficacia didattica o un potenziale di sviluppo prestativo. Infatti, il sistema di allenamento pallavolistico in Italia ha prodotto risultati sportivi importanti. Anche per questo motivo, diventa asso- lutamente funzionale e opportuno sia riconoscere i valori metodologi- ci che il sistema di allenamento ha dimostrato nel tempo di possedere, sia tracciarne attraverso una sintesi bibliografica, quei principi che ne hanno ispirato l’affermazione nel panorama internazionale, allo sco- po di costruire un bagaglio culturale specifico di eccellenza.
  • 8. 246246 l'allenamento CAPITOLO 7 - Strategie di collegamento tra lavoro di sintesi e lavoro globale STRATEGIE DI COLLEGAMENTO TRA LAVORO DI SINTESI E LAVORO GLOBALE capitolo 07 La pallavolo, per quanto riguarda le azioni di gioco e l’esecuzione dei vari fondamentali, presenta una struttura sequenziale e ripetitiva. Ad esempio, l’azione di cambiopalla costituisce sem- pre una sequenza di ricezione, alzata e attacco in cui le variazioni sono adattamenti indotti dall’efficacia del servizio avversario, oppure conseguenza di scel- te tattiche particolari, talora estemporanee, come un tentativo di attacco dell’alzatore tramite un secondo tocco direttamente indirizzato nel campo avversario. Analogamente, l’azione di ricostruzione presenta una sequenza, seppur più complessa, sempre facilmente identificabile e descrivibile: intervento difensivo o di copertura della eventuale murata, alzata di ricostru- zione, mentre gli attaccanti preparano le rispettive rincorse, e attacco, mentre gli altri giocatori si pre- parano a coprire l’eventuale muro subito dal com- pagno che attacca. Infine, l’azione specifica di fase break-point comincia con il servizio che offre il tem- po al muro e alla difesa di assumere le posizioni e le posture d’attesa per poi reagire all’alzata avversaria, allo scopo di raggiugere le posizioni adeguate a fron- teggiare l’attacco avversario (lo sviluppo successivo del break-point assume le stesse caratteristiche di una qualsiasi azione di transizione). In ognuno degli esempi descritti, è possibile sezionare le varie situa- zioni di gioco sulla base dei fondamentali implicati e ottenere delle azioni “parziali” che garantiscono una maggiore ripetitività e riproducibilità sotto forma di esercizio. Tale forma di esercizio è definita di sintesi ed è stata oggetto del capitolo precedente del pre- sente manuale.
  • 9. 256256 capitolo 08 LA GESTIONE DEGLI ASPETTI COMPORTAMENTALI E DELLE FORME DI LEADERSHIP NELL’ALLENAMENTO La gestione degli aspetti comportamentali rappresenta un capitolo della metodologia dell’allenamento molto particolare. La tematica, nella prassi dell’allenamento pallavolistico, è affrontata quasi sempre attraverso strategie che han- no origini molto soggettive, legate all’esperienza perso- nale di ciascun allenatore. L’obiettivo di questo capitolo monografico è la descri- zione sintetica di alcuni principi che possano avere una valenza oggettiva lasciando all’iniziativa dei singoli alle- natori l’approfondimento esperienziale su cui costruire il proprio stile di conduzione del lavoro e di gestione della propria leadership.
  • 10. 278278 gli approfondimenti CAPITOLO 9 - Problematiche relative allo sviluppo della forza nelle fasce d’età giovanili capitolo 09 PROBLEMATICHE RELATIVE ALLO SVILUPPO DELLA FORZA NELLE FASCE D’ETÀ GIOVANILI La pallavolo è una disciplina sportiva che richiede un sistema di allenamento rela- tivamente complesso, in cui una corret- ta integrazione tra preparazione fisica e preparazione tecnica costituisce un indi- catore qualitativo delle proposte di lavoro. Nella programmazione giovanile, a medio e lungo termine, una gestione opportuna delle proposte di allenamento tecnico in- dividuale, sviluppata secondo un planning sostenuto anche da una corretta prepa- razione fisica, correlata con alcuni fattori coordinativi e organico-muscolari deter- minanti dell’apprendimento motorio e lo sviluppo di forza indifferenziata e struttu- rale, è organizzata in tre importanti fasi programmatiche: • la fase di impostazione delle tecniche di base; • la fase della specializzazione del ruolo; • la fase di perfezionamento tecnico ed agonistico che precede l’età di massima prestazione. I fattori determinanti dell’apprendimento motorio, sul piano coordinativo ed organico-muscolare, possono essere considerati quegli schemi motori di base che consentono l’adattabilità di movimento nella variabilità situazionale in cui le tecniche specifiche si trovano ad operare. Essi consistono, innanzi tutto, nella gestione volontaria dei range articolari completi e nella capacità di utilizzo dei massimi gradi di libertà articolare a carico delle principali articolazioni, ossia, il complesso della spalla, le anche e il complesso dell’articolazione tibio- tarsica, che consente la flesso estensione del piede; in secondo luogo, nella capacità di forza espressa per chilogrammo di peso corporeo, ossia di forza relativa; in terzo luogo, nella capacità di rimbalzare sul piede sfruttandone la stiffness, ossia la rigidità articolare funzionale; infine, nella capacità di utilizzare i contromovimenti per sfruttare le azioni di caricamento e potenziare l’espressione massimale del gesto segmentario e complesso. L’esempio più immediato che descrive quest’ultimo aspetto consiste nel caricamento delle gambe in contromovimento che, se eseguito ad elevata velocità, consente di potenziare la successiva fase di spinta e accelerazione, migliorando così la prestazione di salto massimale da fermi.