Presentazione Manno Allenamento e recupero Chatard
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PRESENTAZIONE
Il recupero dopo un carico fisico rappresenta un elemento chiave nella programmazione
dell’allenamento. La sua complessità, come momento in cui avvengono il superamento
della fatica, il ripristino delle capacità di prestazione e soprattutto come fase nella quale si
realizzano gli adattamenti e, quindi, si determina ciò che migliora la prestazione sportiva, si
esprime in diversi elementi. Proprio la sua complessità, il suo profondo legame con la natura della fatica, la necessità che in esso siano offerte all’atleta reali opportunità di reintegro
sia energetico sia nervoso, attraverso l’astensione dal lavoro meccanico, ma anche un riposo adeguato e la lontananza da ogni tipo di stress che ne possono modificare la qualità,
rende necessaria la conoscenza di tutti i fattori che lo influenzano.
Tali fattori vanno dalla programmazione dell’allenamento, della quale il recupero è elemento indispensabile, per cui è essenziale chiedersi quale sia il suo ruolo nella pianificazione
annuale e in particolare nella fase di tapering – cioè nella fase che precede le gare più
importanti e si determina il frutto della preparazione – all’interazione tra fatica e recupero
con i suoi meccanismi e le sue conseguenze, per cui è fondamentale la domanda di quali
siano gli indicatori del recupero e soprattutto del superallenamento; al legame con l’alimentazione per cui ci si chiede quali siano i mezzi che possono essere utilizzati per evitare
danni alla salute e per accelerare i processi di ripristino delle risorse energetiche e plastiche
e soprattutto i processi di adattamento. A tali domande è dedicato ampio spazio nei contributi di vari specialisti contenuti in questo testo, trovando risposte che permettono di realizzare il suo obiettivo: fornire agli allenatori ed ai medici sportivi conoscenze e indicazioni
che li mettono in grado di gestire meglio il recupero fisico dei loro atleti.
Nel sottotitolo del testo viene evocato il doping; qui troviamo uno degli approcci e una
delle ragioni per le quali questo testo è importante ed è stato redatto. In effetti, nella lotta
contro il doping, insieme alla repressione – che è strumento importante con il quale combatterlo, con limiti importanti che gradualmente vengono superati colmando i ritardi ancora esistenti – insieme ad una educazione etica, da condurre soprattutto con i giovanissimi
che debuttano nell’agonismo, occorre una maggiore diffusione della cultura tecnica e
scientifica. Essa deve fare conoscere quegli elementi che portano al miglioramento delle
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prestazioni, anche di altissimo livello, dei quali fa parte una migliore gestione del recupero,
che sono accessibili in modo sano e diretto, ma con competenza senza cercare scorciatoie
che oltre ad offendere l’etica sportiva, mettono a rischio l’integrità psico-fisica dell’atleta. È
innegabile che tali scorciatoie del doping agiscono anche e forse, soprattutto, sul recupero
nelle sue diverse facce.
Spesso si è convinti che l’allenamento sia efficace solo quando cresce in quantità e intensità di lavoro. Molte volte si trascura che alcune performance non si realizzano, non per
carenza di allenamento, ma perché l’atleta è stanco, non si è tenuto conto dell’equilibrio
indispensabile tra fatica e adattamento, per cui o è stato sovraccaricato inutilmente o non
ha sufficientemente recuperato. Così, con un riposo inadeguato o non ottimale per tensione, fatica, ansia, errori alimentari, si compromette la sua brillantezza tecnica o la sua freschezza fisica. La migliore soluzione non è un rimedio farmacologico – lecito o illecito – ma
un carico meglio distribuito, un recupero specifico – adeguatamente studiato e strutturato
– sia nella fase di preparazione, sia, soprattutto, durante la fase agonistica. Conoscere il
recupero, i suoi meccanismi, i suoi vari aspetti, da quello di natura fisiologica a quello psichico-psicologico significa, dunque, conoscere veramente cosa sia l’allenamento.
Frequentemente ci si avvicina al doping perché si pensa che sia l’unica via all’eccellenza, al di
fuori della quale c’è l’abbandono o una carriera da “figlio di un dio minore”. Questo libro ci
vuole dimostrare che non è così, che esiste un’altra via, forse più lunga, che richiede conoscenze e capacità di “interpretare” l’organismo dell’atleta e le sue risposte all’allenamento: è
questa la via maestra che si deve intraprendere. Perché, in fondo, la repressione e i rischi ci
sono – e vanno da quelli per la salute alla vergogna di essere indicati all’opinione pubblica
come colui che ha barato: allora quale sarebbe il piacere dello sport, l’appagamento di essere
stati i “soli” protagonisti delle proprie vittorie? La via maestra passa per un carico che abbia
il suo giusto recupero, che sia rispettoso dell’eccezionalità dell’atleta, ma anche della sua
vita, nel senso più ampio della parola. Questo volume, curato da Jean Claude Chatard, ci
aiuta in questa direzione per la sua ricchezza, per la sua accessibilità e per la sua applicabilità. Alle quattro parti, in cui si articola il testo dedicate alla pianificazione dell’allenamento,
alla definizione della fatica, ai principali mezzi leciti e a una riflessione su alcuni mezzi illeciti
per accelerare il recupero, hanno contribuito vari Autori, ciascuno specialista nel suo campo,
ma sempre legato al problema concreto dell’allenamento, e ogni problema è trattato con
chiarezza, semplicità e, compatibilmente con il tema trattato, con efficace brevità, ma anche
schiettezza con contenuti che sono i più aggiornati sulla base delle ricerche più attuali del
momento, come la bibliografia di ogni singolo capitolo dimostra.
Renato Manno
Istituto di Medicina e di Scienza dello sport del Coni
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