SlideShare a Scribd company logo
1 of 14
Download to read offline
Materiali per una proposta di modello della psicoterapia ipnotica, parte 3:

  L’IPNOTERAPIA IN PSICOTERAPIA E L’IPNOTERAPIA COME PSICOTERAPIA:
                            UN APPROCCIO EVOLUZIONISTICO


Ambrogio Pennati, medico psichiatra psicoterapeuta

Milano

pennati.ambrogio.md@fastwebnet.it

“Chi non applica nuovi rimedi deve essere pronto a nuovi mali; perché il tempo è il più grande
degli innovatori”. Francis Bacon, Saggi.



Il presente lavoro si propone di trattare l’argomento dell’ipnosi nella psicoterapia e
dell’ipnosi come psicoterapia secondo un approccio evoluzionistico.
Si distinguerà tale ipnosi dalla psicoterapia ipnotica che sarà oggetto di una successiva
specifica trattazione.


                               ALCUNE DEFINIZIONI OPERATIVE
Facendo riferimento ai lavori usciti sugli ultimi numeri della rivista, nella presente
trattazione verrà considerata ipnosi come “il complesso e variegatissimo insieme delle
procedure non fisiche (quindi prescindenti dall’utilizzo di strumenti materiali aggiuntivi al
corpo) che l’homo sapiens ha sviluppato nei millenni per modulare lo stato di coscienza
allo scopo di giungere alla trance (ipnotica) ed attivare dei moduli di (auto)guarigione che
l’evoluzione ha messo a punto” (2,8,9,17,21,26,27,32,43,50,68).
L’ipnosi verrà qua intesa come dispositivo induttore di stati modificati di coscienza (nello
specifico, induttore della       trance)   (2,26,3039,43,48,60,70). Come già dimostrato,
all’esperienza della trance appare intrinsecamente associata l’esperienza del rapport,
centrato sulla sintonizzazione affettivo-emotiva con una – o più - importante figura di
riferimento (8,21,24,51).
Il background evoluzionistico di tali concetti è stato esposto nei precedenti lavori.
Per terapia si intende la cura di una malattia o di un disturbo mediante mezzi socialmente
e scientificamente riconosciuti come atti allo scopo.
L’ipnosi diventa ipnoterapia quando nel corso delle procedure ipnotiche vengono applicate
delle tecniche di cura da un operatore umano socialmente - e legalmente - riconosciuto
(da se stesso, dal cliente, dal mondo) come terapeuta.
L’ipnoterapia, in medicina, è stata dimostrata utile nel trattamento di varie condizioni:
ferite, emorragie, ustioni, anestesia, verruche e disturbi dermatologici, colon irritabile e
disturbi funzionali di vario genere, dolore cronico, preparazione ed assistenza al parto solo
per citarne alcune. In questi casi non si può propriamente parlare di ipnoterapia come
psicoterapia, dato che gli obiettivi del trattamento – e quindi del contratto tra terapeuta e
cliente - non riguardano direttamente e strettamente la sfera psichica e/o relazionale. Non
è quindi necessario avere in questi casi una teoria del funzionamento mentale e
dell’etiopatogenesi dei disturbi che sia coerente con la metodologia di cura adottata,
condizione richiesta per una psicoterapia “scientifica” (56).
Infatti, la psicoterapia, almeno nel presente lavoro, è intesa, in accordo alla recente
definizione del Royal College of Psychiatrists del Regno Unito, in un’accezione estensiva
come “ogni modalità di aiutare le persone a fronteggiare stress, problemi emotivi,
problemi relazionali o abitudini problematiche; queste modalità hanno in comune il fatto di
essere tutti trattamenti basati sul parlare ad un’altra persona e talvolta fare qualcosa
insieme”.
Nell’ambito dell’ipnoterapia potremo quindi avere un’ipnoterapia come psicoterapia ed
un’ipnoterapia in psicoterapia.
Stando alle definizioni di cui sopra, l’ipnoterapia come psicoterapia si fonda, esplicitamente
o no, sulla trance – quindi sulla modulazione dello stato di coscienza del cliente - come
condizione ontologicamente necessaria sia dell’ipnoterapia che della psicoterapia in
oggetto, quindi la proceduralità ipnotica appare di se stessa terapeutica (vedi lavoro
precedente); in questo caso, pertanto, pertanto ipnoterapia e psicoterapia appaiono
consustanziali. In questa categoria si possono inserire procedimenti quali il rebirthing, il
training    autogeno,   il   biofeedback,    il   rilassamento   muscolare     profondo,    la
desensibilizzazione sistematica, alcune tecniche bioenergetiche, pratiche terapeutiche di
derivazione orientale, EMDR, danza e teatro terapia, il reve eveillè, la respirazione
olotropica, alcuni approcci transazionali, alcuni approcci sistemico-strategici, alcuni
approcci della PNL, l’analisi configurazionale, oltre, ovviamente, alla psicoterapia ipnotica
propriamente detta. In tali contesi la modulazione dello stato di coscienza appare
condizione irrinunciabile per la messa in atto di un corretto trattamento. Ne consegue che
tali approcci hanno sviluppato, chi più chi meno sia dal punto di vista qualitativo che
quantitativo, una teoria del funzionamento mentale e dell’etiopatogenesi dei disturbi che
sia coerente con la metodologia di cura adottata, e che quindi preveda che la
strutturazione di stati modificati di coscienza giochi, o abbia giocato, un ruolo chiave nel
processo in atto. In senso molto lato appare corretto affermare che l’ipnoterapia come
terapia si inserisce nei contesti terapeutici che hanno sviluppato un modello del
funzionamento mentale e dell’etiopatogenesi dei disturbi psichici che preveda che un
utilizzo disfunzionale e disadattativo del meccanismo di difesa della dissociazione da parte
dell’organismo rappresenti una condizione necessaria, anche se spesso non sufficiente e
comunque non antitetica all’utilizzo parimenti disfunzionale di altri meccanismi di difesa
(4,23,26,27,30,33,34,41,49,54,68).
L’ipnoterapia in psicoterapia, invece, si fonda, esplicitamente o no, sulla trance come
condizione ontologicamente necessaria dell’ipnoterapia mentre la psicoterapia che utilizza
quest’ultima considera la trance come condizione accessoria – e comunque non antitetica -
della sua identità pratica e teorica. Quindi in tali contesti la proceduralità ipnotica non
appare per se stessa terapeutica, ma lo diventa solo quando facilita i processi che la
psicoterapia in azione riconosce come suoi propri e specifici derivati. In questa categoria
rientra   l’uso   dell’ipnosi    nella   terapia   psicanalitica,   cognitiva,   comportamentale,
interpersonale, sistemica, ove la modulazione dello stato di coscienza può venire
considerata utile – per quanto non indispensabile- per la messa in atto di un corretto
trattamento. In questo caso, ovviamente, la strutturazione di stati modificati di coscienza
non è considerata importante né per le teorie generali del funzionamento mentale, né dei
meccanismi etiopatogenetici, che questi approcci hanno sviluppato. Marginalmente a tali
considerazioni ci si permette di considerare come, almeno secondo il presente impianto
metodologico, sia del tutto privo di senso parlare di ipnosi senza trance. In questi modelli
di lavoro l’utilizzo disfunzionale della dissociazione gioca un ruolo secondario rispetto ad
altri meccanismi di difesa.


                                IPNOTERAPIA COME PSICOTERAPIA
È evidente, ricollegandoci ai precedenti lavori, come il valore evoluzionistico della trance
informi di sé gli approcci che si possono ricondurre all’ipnoterapia come psicoterapia, e
come quindi tali approcci si qualifichino, costitutivamente, come naturalistici dato che
naturale è la trance e la capacità di svilupparla (1,22,32,39,43,71).
Ne consegue che, dato che in tale categorie la trance può/deve giocare un ruolo sul piano
etiopatogenetico, anche i sintomi stessi avranno una duplice connotazione: di
adattamento/protezione e di sofferenza dell’organismo. Pertanto, l’esperienza della cura in
tali contesti non può non fondarsi anche – e soprattutto- su una valutazione funzionale
dell’importanza del sintomo per l’omeostasi psicofisico del soggetto sofferente. Sembra
banale - sed repetita iuvant – affermare che non può esistere ipnoterapia che si prefigga
quindi la semplice rimozione/soppressione del sintomo. Ciò che caratterizza questi
approcci – fra i quali rientra la psicoterapia ipnotica ericksoniana – è la non necessità
dell’interpretazione, cioè della lettura dei fenomeni di interesse clinico secondo un modello
precostituito e fondato su basi “scientifiche” e/o “filosofiche”.
L’ipnoterapia come psicoterapia nasce con Janet, che sviluppa specifiche tecniche di
induzione ipnotica e specifici protocolli di terapia coerenti con le teorie etiopatogenetiche
che egli sviluppa in base alla sua esperienza clinica (molto focalizzata su patologie
postraumatiche) e che si fondano sul concetto di desagregation, embrionale ma già estesa
categorizzazione di differenti fenomeni di natura dissociativa (26,35,36,37).
L’autore che successivamente implementa procedure di psicoterapia ipnotica è Milton
Erickson, che contrapponendosi allo zeitgeist della sua epoca focalizza il ruolo dello
psicoterapeuta come colui che cura, e non colui che classifica od interpreta; in Erkickson
l’ipnoterapia come psicoterapia si identifica nella pratica clinica più che nella pratica
teoretica, proprio perché genialmente e coraggiosamente Erickson comprende che ciò che
conta è curare, non costruire modelli linguistici compulsivamente tendenti alla perfezione
formale e strutturale (cioè aderenti al modello di precisione linguistica, peraltro già
demolito da Wittgenstein come criterio di validità di una teoria o della bontà del sapere
che vi sta sotto) che poi procedono come macchine classificatorie e snaturano l’essenza
del lavoro terapeutico (24). Ad Erickson non interessa troppo teorizzare come funziona la
mente, anche se un’analisi esegetica dei suoi scritti lascia trasparire un approccio che oggi
potremmo definire a ponte fra l’evoluzionismo ed il neodissociazionismo; ad Erickson
interessa una teoria della pratica clinica, e quindi gli basta usare concetti molto semplici e
funzionalistici per spiegare cosa c’è sotto il suo lavoro. La definizione dell’inconscio di
Erickson è quanto mai semplice: tutto ciò che non è immediatamente cosciente, e di volta
in volta ciò può essere visto come risorsa, come problema, a volte come metafora. Non
interessano, per le sue modalità di lavoro e per la sua posizione nel movimento
terapeutico dei suoi tempi, i meccanismi più profondi in base ai quali ipoteticamente
l’inconscio funziona.
Chi poi si spinge un po’ oltre è Hilgard, che sviluppa, in base ad una lunga esperienza di
laboratorio, il modello neodissociativo del funzionamento mentale (30), il quale prevede
che l’inconscio funzioni soprattutto grazie ad un utilizzo del meccanismo della
dissociazione, governato da un monitoring self che osserva il comportamento ed il suo
bidirezionale rapporto con l’ambiente attraverso l’utilizzo di unità TOTE raccordate al
comportamento messo in atto dal cosiddetto executive self, la parte del sé che opera
fattivamente.
E per Hilgard è proprio la dissociazione diventa patologica quando si assiste ad un
disfunzionale (non sempre è disfunzionale, come abbiamo visto nei lavori precedenti;
spesso è evolutivamente vantaggioso) scollamento fra executive self e monitoring self,
ovvero    quando        vengono   messi    in   atti   comportamenti     che    non     sono
rappresentati/rappresentabili nel monitoring self. In questi casi si ha una patologia dello
stato di coscienza, per Hilgard rappresentato dall’armonica integrazione fra executive self
e monitoring self, integrazione dinamica che fonda l’esistenza del cosiddetto Overall Self,
cioè la funzione che consente a noi stessi di percepirci come unità integra nel tempo, nello
spazio e nel mondo.
Questi elementi verranno ripresi nell’articolo finale relativo alla psicoterapia ipnotica
propriamente detta.
Praticare l’ipnoterapia come psicoterapia è per alcuni versi vantaggioso, perché qui l’ipnosi
si muove nelle sue acque d’origine, quello dell’utilizzo di stati modificati di coscienza, e
quindi il clinico – soprattutto il giovane - non si sente tirato per la giacca da approcci
teorici potenzialmente antitetici al suo operare. Non ci si pone, quanto meno in
automatico, il problema dell’integrazione con altri approcci.


                              IPNOTERAPIA IN PSICOTERAPIA
In quest’ambito le cose appaiono un poco più complesse, ma anche più importanti dato
che in genere l’ipnoterapia viene usata in una psicoterapia che non assegna alla
modificazione degli stati di coscienza, né sul piano terapeutico né sul piano teorico, un
ruolo primario.
L’utilizzo dell’ipnosi in psicoterapia- sia essa di orientamento analitico, cognitivo,
comportamentale, cognitivo - comportamentale, strategico, sistemico, interpersonale- con
obiettivi di tipo riparativo o generativo non può sottrarsi allo sforzo di trovare
un’integrazione con il modello di psicoterapia nel quale essa viene usata. Ma cosa si
intende per integrazione, almeno in questo specifico caso?
Certamente, per rigorosità terminologica in accordo alle definizioni proposte sopra, non
potremmo non parlare di un’integrazione di una tecnica di psicoterapia con un’altra, dato
che l’ipnoterapia è comunque psicoterapia. Quindi ci si porrà il problema di un’integrazione
in senso stretto.
Le strade dell’integrazione fra psicoterapie sono numerose, e le principali appaiono le
seguenti (3,5,6,7,12,28,29,38,44,53,55,58,59,63,73):
   • integrazione basata sui fattori comuni a tutte le psicoterapie (stabilità del setting,
       bontà della relazione terapeutica, capacità di spiegare fenomeni che occorrono nella
       vita del paziente fra cui la relazione con il terapeuta)
   • eclettismo tecnico, cioè la capacità di selezionare il miglior trattamento per quello
       specifico problema di quello specifico cliente, guidati dall’esperienza relativa a ciò
       che meglio ha funzionato in passato
   • integrazione teoretica, dove si cerca di integrare il più possibile due o più modelli
       teoretici nella speranza che tale integrazione dia risultati migliori della semplice
       somma dei due singoli modelli
   • integrazione assimilativa, dove un approccio dominante – spesso la prima scelta
       formativa operata dal singolo terapeuta, quindi nella stragrande maggioranza dei
       casi coerente con lo zeitgeist del periodo e del luogo della sua prima formazione-
       assimila nuove e differenti tecniche e modelli.
Dato che, in base alle varie metaanalisi condotte sull’efficacia delle varie psicoterapie, non
vi sono elementi in grado di dimostrare che una strada sia meglio dell’altra, ogni terapeuta
potrà sentirsi libero di adottare la procedura di integrazione che più vive come onesta,
corretta, utile e prossima al suo modo di essere qui e ora nel mondo. Va in ogni caso
ricordato che comunque il rapport con il cliente è considerato il principale fattore di
integrazione (6).
Ciò che conta è che ci si ricordi che l’utilizzo dell’ipnosi, per la natura intrinseca di questa,
comporta sempre il contatto con un mondo ancestrale, pre e meta linguistico, che sfugge
a definizioni rigorose e univocamente accettate. L’ipnosi in psicoterapia è sempre la Regina
Rossa di Alice del paese delle meraviglie, che appena ti avvicini sfugge e scompagina le
carte e le regole del gioco. E ciò ha a che fare con i moduli cerebrali attivi durante la
trance ipnotica che sembrano appartenere ad un passato solo apparentemente ancestrale,
quello dei nostri avi cacciatori-raccoglitori che vivevano in tribù di 100-150 persone (che,
nota bene, corrisponde alle media del numero di relazioni significative che a tutt’oggi
ciascuno di noi ha, sia che in città o fuori), moduli che hanno consentito la sopravvivenza
e la riproduzione, in condizioni per lo più estreme, dell’homo sapiens prima della nascita
dell’agricoltura e dell’allevamento e la conseguente genesi nascita degli stati e delle classi
sociali (1,18,19,20,27,62) e che sembrano avere un ruolo dominante nell’effetto placebo,
oggi sempre più visto come l’espressione del modulo interno di guarigione che ognuno di
noi possiede, così come sembra esistere un effetto nocebo, espressione di un modulo di
auto soppressione che presumibilmente si attiva quando il soggetto percepisce,
consapevolmente o meno, di essere di danno alla sua inclusive fitness (quindi quando il
soggetto teme che la sua sopravvivenza possa danneggiare i suoi consanguinei,
abbassando      così    la   probabilità    che       i   suoi   geni   possano     replicarsi)
(4,6,9,14,21,27,32,41,43,52,57,67). In sintesi ciò che conta ricordare quindi è che l’ipnosi
è imprescindibilmente legata al mondo delle relazioni preverbali, quindi biologico-emotivo-
affettivo, con il gruppo di riferimento principale, sia esso genetico (condivisione di unità di
informazione trasferibili per replicazione attraverso il genoma) che memetico (condivisione
di unità di informazione trasferibili per replicazione attraverso il comportamento). Come
afferma Erickson, l’ipnosi è “il rapporto vitale di una persona con le sue esperienze
generato dal calore di un altro”, o, come forse più sinteticamente afferma Shore, l’ipnosi è
sempre “a labor of love” (50).
In ogni caso esisterà sempre un quantum di non integrabilità dell’esperienza
ipnoterapeutica nelle psicoterapie più formalizzate proprio perché l’esperienza ipnotica in
quanto tale trascende i limiti del linguaggio (13).
L’importante, nella pratica clinica e nel confronto con terapeuti di altre scuole, è
ricordarselo, perché ricordarselo significa avere la consapevolezza delle origini dello
strumento che si sta usando.


                 UNA PROSPETTIVA DI VALIDAZIONE NEUROBIOLOGICA
Le precedenti affermazioni appaiono suffragate da recenti osservazioni sperimentali.
Uno degli aspetti più importanti dell’ipnosi è che essa è da sempre studiata in laboratorio;
per quanto sussistano importanti e strutturali differenze fra ipnosi clinica e ipnosi
sperimentale, possiamo utilizzare le esperienze di molti ricercatori per integrare le nostre
conoscenze sulle modalità del funzionamento dell’organismo durante l’esperienza della
trance ipnotica (61).
Numerosi recenti lavori di neurobiologia e neuropsicologia suggeriscono che sia negli stati
modificati di coscienza che nella trance ipnotica si assiste ad una transitoria de attivazione
della parte anteriore dei lobi frontali (22,31); inoltre, ogni specifico induttore di ASC
avrebbe la sua specifica modalità di disattivazione di tali strutture. Nello specifico,
l’induzione ipnotica avrebbe la caratteristica, simile a quella della meditazione, di
disattivare le funzioni superiori dei lobi frontali incrementando l’attenzione verso stimoli
sociali esterni, dipendendo dall’interlocutore e incrementando la tendenza ad imitare il
comportamento di importanti figure di riferimento (22). Sembrerebbe in particolare
implicata una disattivazione della corteccia prefrontale dorso laterale dell’emisfero sinistro
e del giro cingolato anteriore, che sul piano generale si tradurrebbe in una generale
disconnessione     funzionale   di   moduli   cerebrali,   dato   che   validerebbe   la   teoria
neodissociativa del funzionamento mentale proposta da Hilgard nel 1977, riproposizione
riveduta e corretta delle pioneristiche osservazioni di Janet (16,30,66).
Altre recenti sperimentazioni hanno evidenziato che nella trance ipnotica si verifica una
riduzione dei conflitti fra vari moduli cerebrali legata ad una riduzione dell’attività della
corteccia del cingolo anteriore (40), una riduzione dello stroop effect nel test Stroop
(quindi un miglioramento delle capacità di apprendimento extralinguistico) (47,64,65).
Altre importanti osservazioni, che nascono dal recente filone di studi relativo alla
cosiddetta teoria della mente, hanno parallelamente evidenziato che ad una riduzione
dell’attività della corteccia anteriore del cingolo corrisponde una maggiore capacità di
provare empatia ed identificazione con l’altro, e che la capacità di rappresentarsi lo stato
della mente dell’altro dipende dal ruolo di controllo esercitato su un complesso sistema
cerebrale dalla corteccia anteriore del cingolo, dalla corteccia orbitofrontale, dalla corteccia
ventrale e dorsale mediale prefrontale, dalla corteccia infero laterale prefrontale
(1,10,15,60,65).
L’ipnosi è quindi uno stato, uno stato modificato di coscienza, che necessita, per il suo
instaurarsi, di precise (anche se non necessariamente esplicitate) negoziazioni fra chi
ipnotizza e chi è ipnotizzato, negoziazioni che si fondano su un reciproco contratto che a
sua volta si basa su numerose variabili di tipo sociale, fra le quali le reciproche aspettative,
la reciproca percezione dei rispettivi ruoli, lo sfondo relazionale ed economico nel quale lo
scambio di beni/servizi ha luogo; tutte queste variabili possono, ovviamente, essere
influenzate anche     dai   reciproci   assetti   personologici   e   stili   emotivo-cognitivi   e
comunicazionali. A parere dello scrivente l’integrazione, sia essa relativa ai fattori comuni,
assimilativa, eclettica, teoretica, dell’ipnosi in psicoterapia può avvenire limitatamente al
terreno della negoziazione e della ritualità preliminare (necessaria ma non sufficiente allo
scopo) all’instaurazione dello stato di trance ipnotica, che già di per sé, come evidenziato
nei lavori precedenti, può avere valenza clinica e terapeutica.


    ALCUNE RIFLESSIONI SU ERICKSON E SULL’ERICKSONISMO DI IERI, DI OGGI, E
                                     (FORSE) DI DOMANI
Certamente il lavoro di Milton Erickson è stato rivoluzionario, sia per l’innovativo utilizzo
dell’ipnosi che per il cambio di paradigma che egli ha portato nell’ambito del movimento
psicoterapeutico. Il lavoro di Erickson si può collocare a ponte fra un uso dell’ipnoterapia
come psicoterapia ed un uso dell’ipnoterapia come psicoterapia, con una geniale
focalizzazione sulla creatività nel lavoro clinico come principale strumento di adattamento
alle sempre diverse necessità dei clienti. Buona parte della sua opera sembra cogliere sul
piano clinico le scoperte neuropsicologiche sopradescritte: l’uso delle tecniche di
confusione, di shock, di disseminazione, di metaforizzazione sembrano fatto su misura per
disattivare le funzioni critiche linguistiche (quindi la funzionalità frontale); a volte per
Erickson ciò era sufficiente per intervenire sui problemi oggetto del trattamento, a volte
egli approfondiva sino a raggiungere la trance ipnotica allo scopo di accedere a risorse
emotive-comportamentali-cognitive bloccate da un uso disadattativo del linguaggio.
L’opera di Erickson di base sembra contestualizzarsi all’interno di un approccio
implicitamente evoluzionistico, per quanto ai tempi tale disciplina non fosse ancora
sviluppata. Diverso sembra l’ericksonismo, sviluppato da molti suoi allievi o autodichiaratisi
tali, che ha spostato il focus del lavoro clinico (e della formazione e della supervisione e
della ricerca) sulla proceduralità delle induzioni e sulle modalità di comunicazione,
trasformando ciò che per Erickson era un mezzo in un fine, spesso fine a se stesso.
Erickson ha sempre lavorato in stretto contatto con antropologi e psicologi sperimentali
evitando una metodologia clinica e teorica autoreferenziale, mentre buona parte degli
ericskoniani ha percorso una strada diametralmente opposta, rifuggendo nei fatti il
confronto e l’integrazione con altre discipline che non fossero la linguistica.
Pertanto il lavoro di Erickson, che certamente era inquadrabile in un approccio
naturalistico, è stato lentamente spostato nel cosiddetto Standard Social Science Model,
antitetico al primo. E ciò ha comportato il progressivo svincolamento della psicoterapia e
dell’ipnoterapia ericksoniana dalla matrice originaria empirica a quella postmodernista; e
come sempre accade in questi casi, associata ad una divinizzazione del fondatore che
sembra fatta apposta per snaturarne lo spirito critico, scettico, creativo e innovativo.
Quanto un modello di lavoro si regge sulla coerenza e sulla bontà di un costrutto
linguistico, che per i postmodernisti può equivalere alla realtà fattuale, occorre sempre
provare i dogmi che reggono tale costrutto. E di solito si trovano nelle opere del pioniere,
che, come ogni testo sacro non esegeticamente analizzato, contengono tutto ed il
contrario di tutto e sono buone per ogni occasione.
Una rivisitazione critica di questo percorso è da tempo in atto nella nostra scuola, che non
a caso parla di psicoterapia ipnotica post-ericksoniana; e che si propone innanzitutto di
insegnare a osservare e a praticare, più che giocare on le parole.
Essere ericksoniani oggi è studiare il lavoro di Erickson di ieri che vale, nel suo
naturalismo, ancora oggi come varrà domani; essere ericksonisti oggi è chiudersi in una
teoretica che porterà questo movimento (come molti altri ne abbiamo visti) in un
progressivo isolamento autoreferenziale sino alla sua naturale estinzione, dato che le
modalità dell’ericksonismo sono standardizzate e lontane dalla spinta creativa che il
quotidiano contatto con la pratica dava al fondatore.
Ed essere ericksoniani è essere aperti verso la ricerca, che, con le nuove tecniche di
neuroimaging funzionale e di valutazione neuropsicologica (25,34,45,46,69), consentirà
alle menti aperte di trovare sempre nuovi spunti di riflessione e ipotesi di lavoro da
implementare    nella   loro   pratica   clinica,   ericksoniamente   orientata   ad   attivare
l’autoguaritore che ogni cliente ha in sé, se lo vuole (6,42,72).
BIBLIOGRAFIA



1. Adenzato M, Meini C: Psicologia Evoluzionistica. Bollati Boringhieri, Torino, 2006.
2. Barber TX, Spanos NP, Chaves JF: Hypnosis, Imagination and Human Potentialities.
    Pergamon Press, Oxford, 1974.
3. Beutler, L. E., Consoli, A. J. & Lane, G. (2005). Systematic treatment selection and
    prescriptive psychotherapy: An integrative eclectic approach. In J. C. Norcross & M.
    R. Goldfried (Eds.), Handbook of Psychotherapy Integration (2nd ed., pp. 121-143).
    New York: Oxford.
4. Beyerstein BL: Neuropathology and the Legacy of Spiritual Possession. The
    Skeptical Inquirer, Spring 1988, pp 248-262.
5. Bohart AC: Introduction to the Special Issue.J Psychotherapy Integration 10 no 2,
    2000.
6. Bohart AC: The client is the most important common factor: clients’ self-healing
    capacities and psychotherapy. J Psychotherapy Integration 10 no 2, 2000.
7. Brooks-Harris, J. E. (2008). Integrative Multitheoretical Psychotherapy. Boston:
    Houghton-Mifflin.
8. Brown P: The Hypnotic Brain: Hypnotherapy and Social Communication. New Haven
    and London: Yale University Press, 1991.
9. Brown RJ, Oakely DA: Hypnotic susceptibility and holistic/emotional styles of
    thinking. Contemporary Hypnosis 15 n 2 pp 76-83, 1998.
10. Brune M; Brune-Cohrs U: Theory of mind – evolution, ontogeny, brain mechanism
    and psychopathology. Neuroscience and Behavioral Reviews XX (2005), pp1-19
11. Burston D: Psychotherapy and postmodernism: agency, autenticità, and alienation
    in contemporary therapeutic discourse. Psychotherapy and Politics International 4
    (2) 119-130, 2006.
12. Castonguay, L. G., Newman, M. G., Borkovec, T. D., Holtforth, M. G. & Maramba, G.
    G. (2005). Cognitive-behavioral assimilative integration. In J. C. Norcross & M. R.
    Goldfried (Eds.), Handbook of psychotherapy integration (2nd ed., pp. 241-260).
    New York: Oxford.
13. Chertok L,Stengers I: Il cuore e la ragione. Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano,
    1991.
14. Corrigan FM: Psychotherapy as assisted homeostasis: activation of emotional
    processing mediated by the anterior cingulated cortex. Medical Hypotheses 63, 968-
    73, 2004.
15. Davis KL, Panksepp J, Normansell L: The affective neuroscience personality scales:
    normative data and implications. Neuro-Psychoanalysis 5: 57-59, 2003.
16. Dehaene S, Naccache L: Toward a Cognitive Neuroscience of Consciousness: Basic
    Evidence and a Workspace Frame work. Cognitiion 79 (2001) 1-37
17. Dennett DC: Coscienza: che cosa è. Rizzoli editore, Milano, 1993.
18. Dennett DC: L’evoluzione della libertà. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2003.
19. Diamond J: Armi, acciaio e malattie. Einaudi, Torino, 1997.
20. Diamond J: The Rise and Fall of the Third Chimpanzee. Vintage Editions, London,
    1992.
21. Diamond MJ: The interactional basis of hypnotic experience: on the relational
    dimension of hypnosis. Int J Clin Exp Hypnosis 2:95-115, 1987
22. Dietrich A: Functional Neuroanatomy of Altered States of Consciousness: the
    Transient Hypofrontality of Hypothesis. Consciousness and Cognition 12 (2003),
    231-56.
23. Eich E, Kihlstrom JF, Bower GH et al (eds): Cognition and Emotion. Oxford
    University Press, Oxford-New York, 2000.
24. Erickson M: Opere. Astrolabio, Roma, 1982.
25. Gabbard G: A neurobiologically informed perspective on psychotherapy. British
    Journal of Psychiatry 177 (2000) 117-122.
26. Gauld A: A history of hypnotism. Cambridge University Press, New York, 1992.
27. Gilbert P, bailey K: Genes on the couch. Explorations in Evolutionary
    Psychotherapy.Brunner-Routledge, UK, 2000.
28. Gold J: Integrative approaches to psychotherapy. Hersen M, Sledge W (eds):
    Encyclopedia of Psychotherapy vol 2 Elsevier 2002.
29. Good, G. E. & Beitman, B. D. (2006). Counseling and psychotherapy essentials:
    Integrating theories, skills, and practices. New York: W. W. Norton.
30. Hilgard EH: Divided Consciousness: Multiples Controls in Human Thought and
    Action. New York, Wiley & Sons, 1977.
31. Horton JE, Crawford HJ, Harrington G et al: Increased anterior corpus callosum size
    associated positively with hypnotizability and the ability to control pain. Brain, 127,
    1741-1747, 2004.
32. Humphrey N: Great Expectations: The Evolutionary Psychology of Faith_Healing
    and the Placebo Responde. In: Humphrey N (ed): The Mind Made Flesh: Essays
    from the Frontiers of Evolution and Psychology. Oxford University Press, 2002.
33. James W: Principles of Psychology.
34. Jamieson G: Hypnosis and Conscious States: the Cognitive Neuroscience
    Perspective. Oxford University Press, Oxford, 2007.
35. Janet P: Disaggregazione, spiritismo, doppie personalità.Sensibili alle foglie, Roma,
    1996.
36. Janet P: L’automatisme psychologique. Paris, Alcan, 1889.
37. Janet P: La passione sonnambulica e altri scritti.Liguori Editore, Napoli, 1996.
38. Janowsky DS (ed): Psychotherapy: Indications and Outcomes. American
    Psychopathological Association, Washington DC/London, 1999.
39. Kallio S, Revonsuo A: Hypnotic Phenomena and Altered States of Consciousness: a
    Multilevel Framework of Description and Explanation. Contemporary Hypnosis 20,
    vol 3, (2003), pp 111-64.
40. Kosslyn SM, Thompson WL, Costantini-Ferrando M et al: Hypnotici visual illusion
    alters color processing in the brain. American J Psychiatry 157: 8 2000
41. Kripper S, Combs A: The Neurophenomenology of Shamanism. J of Consciousness
    Studies, 9, No 3, 2002, pp 77-82.

42. Krystal H:Integration & Self-Healing. The Analytic Press Inc, Hillsdale, NJ, 1988.
43. Laughlin C, McManus J, D’Aquili E: Brain, symbol and experience: toward a
    neurophenomenology of consciousness. New York, Columbia University Press,
    1992.
44. Lazarus, A. A. (2005). Multimodal therapy. In J. C. Norcross & M. R. Goldfried
    (Eds.), Handbook of psychotherapy integration (2nd ed., pp. 105-120). New York:
    Oxford.
45. LeDoux J: Il cervello emotivo. Baldini e Castoldi, Milano, 1996.
46. LeDoux J: Il sè sinaptico. Raffaello Cortina, Milano, 2002.
47. Levy R, Goldman-Rakic PS (2000): Segregation of working memory functions within
    the dorsolateral prefrontal cortex. Experimental Brain Research 133, 1: 23-32.
48. Ludwig A: altered State of Consciousness. Arch Gen Psychiatry, 26, 225-34, 1966.
49. Lynn CD: Adaptative and Maladaptative Dissociation: an Epidemiological and
    Anthropological Comparison and Proposition for an Expanded Dissociation Model.
    Anthropology of Consciousness Winter 2005 vol 16 n 2 pp 16-49.
50. Lynn SJ, Rhuhe JW: Theories of Hypnosis. Guilford press, London/New York, 1992.
51. Manca Uccheddu O, Viola A: Ipnosi e suggestione in psicoterapia. Giuffrè Editore,
    Milano, 2005.
52. Mayberg HS, Silva JA, Brannan SK et al: The functional neuroanatomy of the
    placebo effect. American J Psychiartr159: 5,: 728-737, 2002.
53. Messer, S. B. (1992). A critical examination of belief structures in integrative and
    eclectic psychotherapy. In J. C. Norcross, & M. R. Goldfried, (Eds.), Handbook of
    psychotherapy integration (pp. 130-165). New York: Basic Books.
54. Michelson LK, Ray WJ: Handbook of Dissociation. New York, Plenum Press, 1996.
55. Miller, S. D., Duncan, B. L., & Hubble, M. A. (2005). Outcome-informed clinical
    work. In J. C. Norcross, & M. R. Goldfried (Eds.), Handbook of psychotherapy
    integration (2nd ed., pp. 84-102). New York: Oxford.
56. Mind, Meaning and Mental Disorder: The nature of causal explanation in psychology
    and psychiatry, second edition. Oxford University Press, 2003.
57. Moerman DE, Jonas WB: Deconstructing the Placebo Effect and Finding the
    Meaning Response. Annals of Internal Medicine 136:471-76, 2002.
58. Norcross JC; Goldfried MR (eds): Handbook of Psychotherapy Integration. Basic
    Books, Newe York, 1992.
59. Norcross, J. C., & Goldfried, M. R. (Eds.). (2005). Handbook of psychotherapy
    integration (2nd ed.). New York: Oxford.
60. Oakley DA: Hypnosis and consciousness: a structural model. Contemporary
    Hypnosis vol 16 no 4 pp 215-223, 1999.
61. Oakley DA: Hypnosis as a tool in research: experimenatl psychooathology.
    Contemporary Hypnosis 23 (1) 3-14, 2006
62. Pievani T: Homo sapiens ed altre catastrofi. Meltemi, Roma, 2002.
63. Prochaska, J. O., & DiClemente, C. C. (2005). The transtheoretical approach. In J.
    C. Norcross & M. R. Goldfried (Eds.), Handbook of psychotherapy integration (2nd
    ed., pp. 147-171). New York: Oxford.
64. Raz A, hapiro T, Fan j et al: Hypnotic suggestion and the modulation of Stroop
    interfence. Arch Gen Psychiatry 59: 1155-61, 2002
65. Raz A, Shapiro T: Hypnosis and neuroscience. Arch Gen Psychiatry vol 59, 85-90,
    2002.
66. Rossi EL, Rosi KL: Neuroscience of Observing Consciousness & Mirror Neurons in
    Therapeutic Hypnosis. Am J Clinical Hypnosis, april 2006.
67. Shapiro AK, Shapiro E: The Powerful Placebo: From Ancient Priest to Modern
    Physician. John Hopkins University Press, Baltimore, 1997
68. Spiegel D (ed): Dissociation: Culture, Mind and Body. American Psychiatric Press,
    Washington DC, 1994.
69. Stein DJ (ed): Cognitive Science and the Unconscious. American Psychiatric Press,
    1997.
70. Teleska J, Roffman A: A Continuum of Hypnotherapeutic Interactions: from Formal
    Hypnosis to Hypnotic Intervemtions. Am J Clin Hypnosis 47:2, pp 103-115.
71. Vaitl D, Birbaumer N, Gruzelier J et al: Psychobiology of Altered states of
    Consciousness. Psychological Bulletin 131 no 1, 98-127; 2005.
72. Walters C, Havens RA: Hypnotherapy for Health, Harmony, and Peak Performance.
    Brunner/Maazel, New York, 1993.
73. Wampold, B. E. (2001). The great psychotherapy debate: Models, methods, and
    findings. Mahwah, NJ: Lawrence Erlbaum.

More Related Content

What's hot

La psicologia come scienza
La psicologia come scienzaLa psicologia come scienza
La psicologia come scienzaGianni Ferrarese
 
cognitive psicology
cognitive psicology cognitive psicology
cognitive psicology psijoana
 
Ipnosi e stati alterati di coscienza
Ipnosi e stati alterati di coscienzaIpnosi e stati alterati di coscienza
Ipnosi e stati alterati di coscienzaNicola Piccinini
 
2003 1 psicologia
2003 1 psicologia2003 1 psicologia
2003 1 psicologiaiva martini
 
Panoramica della materia - Olismologia: la Disciplina della Sintesi | 19 nove...
Panoramica della materia - Olismologia: la Disciplina della Sintesi | 19 nove...Panoramica della materia - Olismologia: la Disciplina della Sintesi | 19 nove...
Panoramica della materia - Olismologia: la Disciplina della Sintesi | 19 nove...Lorenzo Capello
 
Slides prima parte_corso_psic_cogn
Slides prima parte_corso_psic_cognSlides prima parte_corso_psic_cogn
Slides prima parte_corso_psic_cognimartini
 
Lezione definizioni psicologo
Lezione definizioni psicologoLezione definizioni psicologo
Lezione definizioni psicologoCatina Feresin
 
Manifesto di Carcassonne
Manifesto di CarcassonneManifesto di Carcassonne
Manifesto di Carcassonnedenise78
 
1 introduzione
1 introduzione1 introduzione
1 introduzioneimartini
 
Una medicina al servizio dell'uomo: approccio olistico, bio-fisica e PNEI
Una medicina al servizio dell'uomo: approccio olistico, bio-fisica e PNEIUna medicina al servizio dell'uomo: approccio olistico, bio-fisica e PNEI
Una medicina al servizio dell'uomo: approccio olistico, bio-fisica e PNEILorenzo Capello
 
Dalla PNEI alla Medicina Quantistica. L'Olismologia | 11 novembre 2011
Dalla PNEI alla Medicina Quantistica. L'Olismologia | 11 novembre 2011 Dalla PNEI alla Medicina Quantistica. L'Olismologia | 11 novembre 2011
Dalla PNEI alla Medicina Quantistica. L'Olismologia | 11 novembre 2011 Lorenzo Capello
 
Psicologia generale
Psicologia generalePsicologia generale
Psicologia generaleimartini
 
Olismologia e Psico-Somatica: problemi “nervosi”, emotivi e comportamentali
Olismologia e Psico-Somatica: problemi “nervosi”, emotivi e comportamentaliOlismologia e Psico-Somatica: problemi “nervosi”, emotivi e comportamentali
Olismologia e Psico-Somatica: problemi “nervosi”, emotivi e comportamentaliLorenzo Capello
 
Pnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattia
Pnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattiaPnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattia
Pnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattiaISTUD Business School
 

What's hot (16)

La psicologia come scienza
La psicologia come scienzaLa psicologia come scienza
La psicologia come scienza
 
Ipnosi integrazionale
Ipnosi integrazionaleIpnosi integrazionale
Ipnosi integrazionale
 
cognitive psicology
cognitive psicology cognitive psicology
cognitive psicology
 
Ipnosi e stati alterati di coscienza
Ipnosi e stati alterati di coscienzaIpnosi e stati alterati di coscienza
Ipnosi e stati alterati di coscienza
 
2003 1 psicologia
2003 1 psicologia2003 1 psicologia
2003 1 psicologia
 
Panoramica della materia - Olismologia: la Disciplina della Sintesi | 19 nove...
Panoramica della materia - Olismologia: la Disciplina della Sintesi | 19 nove...Panoramica della materia - Olismologia: la Disciplina della Sintesi | 19 nove...
Panoramica della materia - Olismologia: la Disciplina della Sintesi | 19 nove...
 
Slides prima parte_corso_psic_cogn
Slides prima parte_corso_psic_cognSlides prima parte_corso_psic_cogn
Slides prima parte_corso_psic_cogn
 
Psicologia generale
Psicologia generalePsicologia generale
Psicologia generale
 
Lezione definizioni psicologo
Lezione definizioni psicologoLezione definizioni psicologo
Lezione definizioni psicologo
 
Manifesto di Carcassonne
Manifesto di CarcassonneManifesto di Carcassonne
Manifesto di Carcassonne
 
1 introduzione
1 introduzione1 introduzione
1 introduzione
 
Una medicina al servizio dell'uomo: approccio olistico, bio-fisica e PNEI
Una medicina al servizio dell'uomo: approccio olistico, bio-fisica e PNEIUna medicina al servizio dell'uomo: approccio olistico, bio-fisica e PNEI
Una medicina al servizio dell'uomo: approccio olistico, bio-fisica e PNEI
 
Dalla PNEI alla Medicina Quantistica. L'Olismologia | 11 novembre 2011
Dalla PNEI alla Medicina Quantistica. L'Olismologia | 11 novembre 2011 Dalla PNEI alla Medicina Quantistica. L'Olismologia | 11 novembre 2011
Dalla PNEI alla Medicina Quantistica. L'Olismologia | 11 novembre 2011
 
Psicologia generale
Psicologia generalePsicologia generale
Psicologia generale
 
Olismologia e Psico-Somatica: problemi “nervosi”, emotivi e comportamentali
Olismologia e Psico-Somatica: problemi “nervosi”, emotivi e comportamentaliOlismologia e Psico-Somatica: problemi “nervosi”, emotivi e comportamentali
Olismologia e Psico-Somatica: problemi “nervosi”, emotivi e comportamentali
 
Pnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattia
Pnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattiaPnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattia
Pnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattia
 

Similar to L ipnosi in_psicoterapia_e_l_ipnosi come_psicoterapia_un_approccio_evoluzionistico_definitivo_03_01_08_inviato

2003 1 psicologia
2003 1 psicologia2003 1 psicologia
2003 1 psicologiaimartini
 
2003 1 psicologia
2003 1 psicologia2003 1 psicologia
2003 1 psicologiaiva martini
 
2003 1 psicologia
2003 1 psicologia2003 1 psicologia
2003 1 psicologiaimartini
 
Trance empatia cura_le_psicoterapie_come_teorie_della_mente_in_azione
Trance empatia cura_le_psicoterapie_come_teorie_della_mente_in_azioneTrance empatia cura_le_psicoterapie_come_teorie_della_mente_in_azione
Trance empatia cura_le_psicoterapie_come_teorie_della_mente_in_azioneAmbrogio Pennati
 
Terapia sistemica individuale(w&e) def
Terapia sistemica individuale(w&e) defTerapia sistemica individuale(w&e) def
Terapia sistemica individuale(w&e) defWalter Colesso, Ph.D
 
Musicoterapia - Nuovi Orrizonti di una antica pratica
Musicoterapia - Nuovi Orrizonti di una antica praticaMusicoterapia - Nuovi Orrizonti di una antica pratica
Musicoterapia - Nuovi Orrizonti di una antica praticaAgnese Cremaschi
 
Terapia sessuale in ipnosi
Terapia sessuale in ipnosiTerapia sessuale in ipnosi
Terapia sessuale in ipnosiAnna Carderi
 
Il setting in psicoterapia
Il setting in psicoterapiaIl setting in psicoterapia
Il setting in psicoterapianickzava
 
2006 it-1-6
2006 it-1-62006 it-1-6
2006 it-1-6imartini
 
Empatia cooperazione trance
Empatia cooperazione tranceEmpatia cooperazione trance
Empatia cooperazione tranceAmbrogio Pennati
 
Indagine sulla supervisione indiretta
Indagine sulla supervisione indirettaIndagine sulla supervisione indiretta
Indagine sulla supervisione indirettaValentina Albertini
 
Slides Lezioni COIRAG maggio-luglio 2014
Slides Lezioni COIRAG maggio-luglio 2014Slides Lezioni COIRAG maggio-luglio 2014
Slides Lezioni COIRAG maggio-luglio 2014Nicolò Terminio
 
Contributo dell'Olismologia alla Medicina Ufficiale: ascolto e cura globale d...
Contributo dell'Olismologia alla Medicina Ufficiale: ascolto e cura globale d...Contributo dell'Olismologia alla Medicina Ufficiale: ascolto e cura globale d...
Contributo dell'Olismologia alla Medicina Ufficiale: ascolto e cura globale d...Lorenzo Capello
 
Introduzione alle Psicoterapie Brevi
Introduzione alle Psicoterapie BreviIntroduzione alle Psicoterapie Brevi
Introduzione alle Psicoterapie BreviInterazione Clinica
 
intelligenza emotiva
intelligenza emotivaintelligenza emotiva
intelligenza emotivamariavivo
 
Presentazione libro
Presentazione libroPresentazione libro
Presentazione libroTomato DWS
 

Similar to L ipnosi in_psicoterapia_e_l_ipnosi come_psicoterapia_un_approccio_evoluzionistico_definitivo_03_01_08_inviato (20)

2003 1 psicologia
2003 1 psicologia2003 1 psicologia
2003 1 psicologia
 
2003 1 psicologia
2003 1 psicologia2003 1 psicologia
2003 1 psicologia
 
2003 1 psicologia
2003 1 psicologia2003 1 psicologia
2003 1 psicologia
 
Trance empatia cura_le_psicoterapie_come_teorie_della_mente_in_azione
Trance empatia cura_le_psicoterapie_come_teorie_della_mente_in_azioneTrance empatia cura_le_psicoterapie_come_teorie_della_mente_in_azione
Trance empatia cura_le_psicoterapie_come_teorie_della_mente_in_azione
 
Terapia sistemica individuale(w&e) def
Terapia sistemica individuale(w&e) defTerapia sistemica individuale(w&e) def
Terapia sistemica individuale(w&e) def
 
Musicoterapia - Nuovi Orrizonti di una antica pratica
Musicoterapia - Nuovi Orrizonti di una antica praticaMusicoterapia - Nuovi Orrizonti di una antica pratica
Musicoterapia - Nuovi Orrizonti di una antica pratica
 
Terapia sessuale in ipnosi
Terapia sessuale in ipnosiTerapia sessuale in ipnosi
Terapia sessuale in ipnosi
 
Il setting in psicoterapia
Il setting in psicoterapiaIl setting in psicoterapia
Il setting in psicoterapia
 
2006 it-1-6
2006 it-1-62006 it-1-6
2006 it-1-6
 
Empatia cooperazione trance
Empatia cooperazione tranceEmpatia cooperazione trance
Empatia cooperazione trance
 
Roma 2002
Roma 2002Roma 2002
Roma 2002
 
Indagine sulla supervisione indiretta
Indagine sulla supervisione indirettaIndagine sulla supervisione indiretta
Indagine sulla supervisione indiretta
 
Musicoterapia 17
Musicoterapia 17Musicoterapia 17
Musicoterapia 17
 
Psicotarapia della Gestalt Espressiva
Psicotarapia della Gestalt EspressivaPsicotarapia della Gestalt Espressiva
Psicotarapia della Gestalt Espressiva
 
Slides Lezioni COIRAG maggio-luglio 2014
Slides Lezioni COIRAG maggio-luglio 2014Slides Lezioni COIRAG maggio-luglio 2014
Slides Lezioni COIRAG maggio-luglio 2014
 
Contributo dell'Olismologia alla Medicina Ufficiale: ascolto e cura globale d...
Contributo dell'Olismologia alla Medicina Ufficiale: ascolto e cura globale d...Contributo dell'Olismologia alla Medicina Ufficiale: ascolto e cura globale d...
Contributo dell'Olismologia alla Medicina Ufficiale: ascolto e cura globale d...
 
Introduzione alle Psicoterapie Brevi
Introduzione alle Psicoterapie BreviIntroduzione alle Psicoterapie Brevi
Introduzione alle Psicoterapie Brevi
 
LOGOTERAPIA
LOGOTERAPIALOGOTERAPIA
LOGOTERAPIA
 
intelligenza emotiva
intelligenza emotivaintelligenza emotiva
intelligenza emotiva
 
Presentazione libro
Presentazione libroPresentazione libro
Presentazione libro
 

More from Ambrogio Pennati

Presentazione sirmione definitiva
Presentazione sirmione definitivaPresentazione sirmione definitiva
Presentazione sirmione definitivaAmbrogio Pennati
 
Corporate psychopaths theory_definitivo_con_logo
Corporate psychopaths theory_definitivo_con_logoCorporate psychopaths theory_definitivo_con_logo
Corporate psychopaths theory_definitivo_con_logoAmbrogio Pennati
 
L ipnosi in_psicoterapia_e_l_ipnosi come_psicoterapia_un_approccio_evoluzioni...
L ipnosi in_psicoterapia_e_l_ipnosi come_psicoterapia_un_approccio_evoluzioni...L ipnosi in_psicoterapia_e_l_ipnosi come_psicoterapia_un_approccio_evoluzioni...
L ipnosi in_psicoterapia_e_l_ipnosi come_psicoterapia_un_approccio_evoluzioni...Ambrogio Pennati
 
Orvieto 2011 baffigi pennati strazzulli 1
Orvieto 2011 baffigi pennati strazzulli 1Orvieto 2011 baffigi pennati strazzulli 1
Orvieto 2011 baffigi pennati strazzulli 1Ambrogio Pennati
 
Hypnotic trance and theory of mind an evolutionary point of view
Hypnotic trance and theory of mind  an evolutionary point of viewHypnotic trance and theory of mind  an evolutionary point of view
Hypnotic trance and theory of mind an evolutionary point of viewAmbrogio Pennati
 
Hypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapy
Hypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapyHypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapy
Hypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapyAmbrogio Pennati
 
Indicatori Genetici Nella Valutazione Della Pericolosita’ Sociale Psichiatric...
Indicatori Genetici Nella Valutazione Della Pericolosita’ Sociale Psichiatric...Indicatori Genetici Nella Valutazione Della Pericolosita’ Sociale Psichiatric...
Indicatori Genetici Nella Valutazione Della Pericolosita’ Sociale Psichiatric...Ambrogio Pennati
 
Hypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapy
Hypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapyHypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapy
Hypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapyAmbrogio Pennati
 
Verso una diagnosi dimensionale in psicopatologia forense
Verso una diagnosi dimensionale in psicopatologia forenseVerso una diagnosi dimensionale in psicopatologia forense
Verso una diagnosi dimensionale in psicopatologia forenseAmbrogio Pennati
 
La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...
La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...
La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...Ambrogio Pennati
 

More from Ambrogio Pennati (10)

Presentazione sirmione definitiva
Presentazione sirmione definitivaPresentazione sirmione definitiva
Presentazione sirmione definitiva
 
Corporate psychopaths theory_definitivo_con_logo
Corporate psychopaths theory_definitivo_con_logoCorporate psychopaths theory_definitivo_con_logo
Corporate psychopaths theory_definitivo_con_logo
 
L ipnosi in_psicoterapia_e_l_ipnosi come_psicoterapia_un_approccio_evoluzioni...
L ipnosi in_psicoterapia_e_l_ipnosi come_psicoterapia_un_approccio_evoluzioni...L ipnosi in_psicoterapia_e_l_ipnosi come_psicoterapia_un_approccio_evoluzioni...
L ipnosi in_psicoterapia_e_l_ipnosi come_psicoterapia_un_approccio_evoluzioni...
 
Orvieto 2011 baffigi pennati strazzulli 1
Orvieto 2011 baffigi pennati strazzulli 1Orvieto 2011 baffigi pennati strazzulli 1
Orvieto 2011 baffigi pennati strazzulli 1
 
Hypnotic trance and theory of mind an evolutionary point of view
Hypnotic trance and theory of mind  an evolutionary point of viewHypnotic trance and theory of mind  an evolutionary point of view
Hypnotic trance and theory of mind an evolutionary point of view
 
Hypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapy
Hypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapyHypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapy
Hypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapy
 
Indicatori Genetici Nella Valutazione Della Pericolosita’ Sociale Psichiatric...
Indicatori Genetici Nella Valutazione Della Pericolosita’ Sociale Psichiatric...Indicatori Genetici Nella Valutazione Della Pericolosita’ Sociale Psichiatric...
Indicatori Genetici Nella Valutazione Della Pericolosita’ Sociale Psichiatric...
 
Hypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapy
Hypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapyHypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapy
Hypnosis in psychotherapy and hypnosis as psicotherapy
 
Verso una diagnosi dimensionale in psicopatologia forense
Verso una diagnosi dimensionale in psicopatologia forenseVerso una diagnosi dimensionale in psicopatologia forense
Verso una diagnosi dimensionale in psicopatologia forense
 
La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...
La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...
La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...
 

L ipnosi in_psicoterapia_e_l_ipnosi come_psicoterapia_un_approccio_evoluzionistico_definitivo_03_01_08_inviato

  • 1. Materiali per una proposta di modello della psicoterapia ipnotica, parte 3: L’IPNOTERAPIA IN PSICOTERAPIA E L’IPNOTERAPIA COME PSICOTERAPIA: UN APPROCCIO EVOLUZIONISTICO Ambrogio Pennati, medico psichiatra psicoterapeuta Milano pennati.ambrogio.md@fastwebnet.it “Chi non applica nuovi rimedi deve essere pronto a nuovi mali; perché il tempo è il più grande degli innovatori”. Francis Bacon, Saggi. Il presente lavoro si propone di trattare l’argomento dell’ipnosi nella psicoterapia e dell’ipnosi come psicoterapia secondo un approccio evoluzionistico. Si distinguerà tale ipnosi dalla psicoterapia ipnotica che sarà oggetto di una successiva specifica trattazione. ALCUNE DEFINIZIONI OPERATIVE Facendo riferimento ai lavori usciti sugli ultimi numeri della rivista, nella presente trattazione verrà considerata ipnosi come “il complesso e variegatissimo insieme delle procedure non fisiche (quindi prescindenti dall’utilizzo di strumenti materiali aggiuntivi al corpo) che l’homo sapiens ha sviluppato nei millenni per modulare lo stato di coscienza allo scopo di giungere alla trance (ipnotica) ed attivare dei moduli di (auto)guarigione che l’evoluzione ha messo a punto” (2,8,9,17,21,26,27,32,43,50,68). L’ipnosi verrà qua intesa come dispositivo induttore di stati modificati di coscienza (nello specifico, induttore della trance) (2,26,3039,43,48,60,70). Come già dimostrato, all’esperienza della trance appare intrinsecamente associata l’esperienza del rapport, centrato sulla sintonizzazione affettivo-emotiva con una – o più - importante figura di riferimento (8,21,24,51). Il background evoluzionistico di tali concetti è stato esposto nei precedenti lavori. Per terapia si intende la cura di una malattia o di un disturbo mediante mezzi socialmente e scientificamente riconosciuti come atti allo scopo.
  • 2. L’ipnosi diventa ipnoterapia quando nel corso delle procedure ipnotiche vengono applicate delle tecniche di cura da un operatore umano socialmente - e legalmente - riconosciuto (da se stesso, dal cliente, dal mondo) come terapeuta. L’ipnoterapia, in medicina, è stata dimostrata utile nel trattamento di varie condizioni: ferite, emorragie, ustioni, anestesia, verruche e disturbi dermatologici, colon irritabile e disturbi funzionali di vario genere, dolore cronico, preparazione ed assistenza al parto solo per citarne alcune. In questi casi non si può propriamente parlare di ipnoterapia come psicoterapia, dato che gli obiettivi del trattamento – e quindi del contratto tra terapeuta e cliente - non riguardano direttamente e strettamente la sfera psichica e/o relazionale. Non è quindi necessario avere in questi casi una teoria del funzionamento mentale e dell’etiopatogenesi dei disturbi che sia coerente con la metodologia di cura adottata, condizione richiesta per una psicoterapia “scientifica” (56). Infatti, la psicoterapia, almeno nel presente lavoro, è intesa, in accordo alla recente definizione del Royal College of Psychiatrists del Regno Unito, in un’accezione estensiva come “ogni modalità di aiutare le persone a fronteggiare stress, problemi emotivi, problemi relazionali o abitudini problematiche; queste modalità hanno in comune il fatto di essere tutti trattamenti basati sul parlare ad un’altra persona e talvolta fare qualcosa insieme”. Nell’ambito dell’ipnoterapia potremo quindi avere un’ipnoterapia come psicoterapia ed un’ipnoterapia in psicoterapia. Stando alle definizioni di cui sopra, l’ipnoterapia come psicoterapia si fonda, esplicitamente o no, sulla trance – quindi sulla modulazione dello stato di coscienza del cliente - come condizione ontologicamente necessaria sia dell’ipnoterapia che della psicoterapia in oggetto, quindi la proceduralità ipnotica appare di se stessa terapeutica (vedi lavoro precedente); in questo caso, pertanto, pertanto ipnoterapia e psicoterapia appaiono consustanziali. In questa categoria si possono inserire procedimenti quali il rebirthing, il training autogeno, il biofeedback, il rilassamento muscolare profondo, la desensibilizzazione sistematica, alcune tecniche bioenergetiche, pratiche terapeutiche di derivazione orientale, EMDR, danza e teatro terapia, il reve eveillè, la respirazione olotropica, alcuni approcci transazionali, alcuni approcci sistemico-strategici, alcuni approcci della PNL, l’analisi configurazionale, oltre, ovviamente, alla psicoterapia ipnotica propriamente detta. In tali contesi la modulazione dello stato di coscienza appare condizione irrinunciabile per la messa in atto di un corretto trattamento. Ne consegue che
  • 3. tali approcci hanno sviluppato, chi più chi meno sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, una teoria del funzionamento mentale e dell’etiopatogenesi dei disturbi che sia coerente con la metodologia di cura adottata, e che quindi preveda che la strutturazione di stati modificati di coscienza giochi, o abbia giocato, un ruolo chiave nel processo in atto. In senso molto lato appare corretto affermare che l’ipnoterapia come terapia si inserisce nei contesti terapeutici che hanno sviluppato un modello del funzionamento mentale e dell’etiopatogenesi dei disturbi psichici che preveda che un utilizzo disfunzionale e disadattativo del meccanismo di difesa della dissociazione da parte dell’organismo rappresenti una condizione necessaria, anche se spesso non sufficiente e comunque non antitetica all’utilizzo parimenti disfunzionale di altri meccanismi di difesa (4,23,26,27,30,33,34,41,49,54,68). L’ipnoterapia in psicoterapia, invece, si fonda, esplicitamente o no, sulla trance come condizione ontologicamente necessaria dell’ipnoterapia mentre la psicoterapia che utilizza quest’ultima considera la trance come condizione accessoria – e comunque non antitetica - della sua identità pratica e teorica. Quindi in tali contesti la proceduralità ipnotica non appare per se stessa terapeutica, ma lo diventa solo quando facilita i processi che la psicoterapia in azione riconosce come suoi propri e specifici derivati. In questa categoria rientra l’uso dell’ipnosi nella terapia psicanalitica, cognitiva, comportamentale, interpersonale, sistemica, ove la modulazione dello stato di coscienza può venire considerata utile – per quanto non indispensabile- per la messa in atto di un corretto trattamento. In questo caso, ovviamente, la strutturazione di stati modificati di coscienza non è considerata importante né per le teorie generali del funzionamento mentale, né dei meccanismi etiopatogenetici, che questi approcci hanno sviluppato. Marginalmente a tali considerazioni ci si permette di considerare come, almeno secondo il presente impianto metodologico, sia del tutto privo di senso parlare di ipnosi senza trance. In questi modelli di lavoro l’utilizzo disfunzionale della dissociazione gioca un ruolo secondario rispetto ad altri meccanismi di difesa. IPNOTERAPIA COME PSICOTERAPIA È evidente, ricollegandoci ai precedenti lavori, come il valore evoluzionistico della trance informi di sé gli approcci che si possono ricondurre all’ipnoterapia come psicoterapia, e come quindi tali approcci si qualifichino, costitutivamente, come naturalistici dato che naturale è la trance e la capacità di svilupparla (1,22,32,39,43,71).
  • 4. Ne consegue che, dato che in tale categorie la trance può/deve giocare un ruolo sul piano etiopatogenetico, anche i sintomi stessi avranno una duplice connotazione: di adattamento/protezione e di sofferenza dell’organismo. Pertanto, l’esperienza della cura in tali contesti non può non fondarsi anche – e soprattutto- su una valutazione funzionale dell’importanza del sintomo per l’omeostasi psicofisico del soggetto sofferente. Sembra banale - sed repetita iuvant – affermare che non può esistere ipnoterapia che si prefigga quindi la semplice rimozione/soppressione del sintomo. Ciò che caratterizza questi approcci – fra i quali rientra la psicoterapia ipnotica ericksoniana – è la non necessità dell’interpretazione, cioè della lettura dei fenomeni di interesse clinico secondo un modello precostituito e fondato su basi “scientifiche” e/o “filosofiche”. L’ipnoterapia come psicoterapia nasce con Janet, che sviluppa specifiche tecniche di induzione ipnotica e specifici protocolli di terapia coerenti con le teorie etiopatogenetiche che egli sviluppa in base alla sua esperienza clinica (molto focalizzata su patologie postraumatiche) e che si fondano sul concetto di desagregation, embrionale ma già estesa categorizzazione di differenti fenomeni di natura dissociativa (26,35,36,37). L’autore che successivamente implementa procedure di psicoterapia ipnotica è Milton Erickson, che contrapponendosi allo zeitgeist della sua epoca focalizza il ruolo dello psicoterapeuta come colui che cura, e non colui che classifica od interpreta; in Erkickson l’ipnoterapia come psicoterapia si identifica nella pratica clinica più che nella pratica teoretica, proprio perché genialmente e coraggiosamente Erickson comprende che ciò che conta è curare, non costruire modelli linguistici compulsivamente tendenti alla perfezione formale e strutturale (cioè aderenti al modello di precisione linguistica, peraltro già demolito da Wittgenstein come criterio di validità di una teoria o della bontà del sapere che vi sta sotto) che poi procedono come macchine classificatorie e snaturano l’essenza del lavoro terapeutico (24). Ad Erickson non interessa troppo teorizzare come funziona la mente, anche se un’analisi esegetica dei suoi scritti lascia trasparire un approccio che oggi potremmo definire a ponte fra l’evoluzionismo ed il neodissociazionismo; ad Erickson interessa una teoria della pratica clinica, e quindi gli basta usare concetti molto semplici e funzionalistici per spiegare cosa c’è sotto il suo lavoro. La definizione dell’inconscio di Erickson è quanto mai semplice: tutto ciò che non è immediatamente cosciente, e di volta in volta ciò può essere visto come risorsa, come problema, a volte come metafora. Non interessano, per le sue modalità di lavoro e per la sua posizione nel movimento
  • 5. terapeutico dei suoi tempi, i meccanismi più profondi in base ai quali ipoteticamente l’inconscio funziona. Chi poi si spinge un po’ oltre è Hilgard, che sviluppa, in base ad una lunga esperienza di laboratorio, il modello neodissociativo del funzionamento mentale (30), il quale prevede che l’inconscio funzioni soprattutto grazie ad un utilizzo del meccanismo della dissociazione, governato da un monitoring self che osserva il comportamento ed il suo bidirezionale rapporto con l’ambiente attraverso l’utilizzo di unità TOTE raccordate al comportamento messo in atto dal cosiddetto executive self, la parte del sé che opera fattivamente. E per Hilgard è proprio la dissociazione diventa patologica quando si assiste ad un disfunzionale (non sempre è disfunzionale, come abbiamo visto nei lavori precedenti; spesso è evolutivamente vantaggioso) scollamento fra executive self e monitoring self, ovvero quando vengono messi in atti comportamenti che non sono rappresentati/rappresentabili nel monitoring self. In questi casi si ha una patologia dello stato di coscienza, per Hilgard rappresentato dall’armonica integrazione fra executive self e monitoring self, integrazione dinamica che fonda l’esistenza del cosiddetto Overall Self, cioè la funzione che consente a noi stessi di percepirci come unità integra nel tempo, nello spazio e nel mondo. Questi elementi verranno ripresi nell’articolo finale relativo alla psicoterapia ipnotica propriamente detta. Praticare l’ipnoterapia come psicoterapia è per alcuni versi vantaggioso, perché qui l’ipnosi si muove nelle sue acque d’origine, quello dell’utilizzo di stati modificati di coscienza, e quindi il clinico – soprattutto il giovane - non si sente tirato per la giacca da approcci teorici potenzialmente antitetici al suo operare. Non ci si pone, quanto meno in automatico, il problema dell’integrazione con altri approcci. IPNOTERAPIA IN PSICOTERAPIA In quest’ambito le cose appaiono un poco più complesse, ma anche più importanti dato che in genere l’ipnoterapia viene usata in una psicoterapia che non assegna alla modificazione degli stati di coscienza, né sul piano terapeutico né sul piano teorico, un ruolo primario. L’utilizzo dell’ipnosi in psicoterapia- sia essa di orientamento analitico, cognitivo, comportamentale, cognitivo - comportamentale, strategico, sistemico, interpersonale- con
  • 6. obiettivi di tipo riparativo o generativo non può sottrarsi allo sforzo di trovare un’integrazione con il modello di psicoterapia nel quale essa viene usata. Ma cosa si intende per integrazione, almeno in questo specifico caso? Certamente, per rigorosità terminologica in accordo alle definizioni proposte sopra, non potremmo non parlare di un’integrazione di una tecnica di psicoterapia con un’altra, dato che l’ipnoterapia è comunque psicoterapia. Quindi ci si porrà il problema di un’integrazione in senso stretto. Le strade dell’integrazione fra psicoterapie sono numerose, e le principali appaiono le seguenti (3,5,6,7,12,28,29,38,44,53,55,58,59,63,73): • integrazione basata sui fattori comuni a tutte le psicoterapie (stabilità del setting, bontà della relazione terapeutica, capacità di spiegare fenomeni che occorrono nella vita del paziente fra cui la relazione con il terapeuta) • eclettismo tecnico, cioè la capacità di selezionare il miglior trattamento per quello specifico problema di quello specifico cliente, guidati dall’esperienza relativa a ciò che meglio ha funzionato in passato • integrazione teoretica, dove si cerca di integrare il più possibile due o più modelli teoretici nella speranza che tale integrazione dia risultati migliori della semplice somma dei due singoli modelli • integrazione assimilativa, dove un approccio dominante – spesso la prima scelta formativa operata dal singolo terapeuta, quindi nella stragrande maggioranza dei casi coerente con lo zeitgeist del periodo e del luogo della sua prima formazione- assimila nuove e differenti tecniche e modelli. Dato che, in base alle varie metaanalisi condotte sull’efficacia delle varie psicoterapie, non vi sono elementi in grado di dimostrare che una strada sia meglio dell’altra, ogni terapeuta potrà sentirsi libero di adottare la procedura di integrazione che più vive come onesta, corretta, utile e prossima al suo modo di essere qui e ora nel mondo. Va in ogni caso ricordato che comunque il rapport con il cliente è considerato il principale fattore di integrazione (6). Ciò che conta è che ci si ricordi che l’utilizzo dell’ipnosi, per la natura intrinseca di questa, comporta sempre il contatto con un mondo ancestrale, pre e meta linguistico, che sfugge a definizioni rigorose e univocamente accettate. L’ipnosi in psicoterapia è sempre la Regina Rossa di Alice del paese delle meraviglie, che appena ti avvicini sfugge e scompagina le carte e le regole del gioco. E ciò ha a che fare con i moduli cerebrali attivi durante la
  • 7. trance ipnotica che sembrano appartenere ad un passato solo apparentemente ancestrale, quello dei nostri avi cacciatori-raccoglitori che vivevano in tribù di 100-150 persone (che, nota bene, corrisponde alle media del numero di relazioni significative che a tutt’oggi ciascuno di noi ha, sia che in città o fuori), moduli che hanno consentito la sopravvivenza e la riproduzione, in condizioni per lo più estreme, dell’homo sapiens prima della nascita dell’agricoltura e dell’allevamento e la conseguente genesi nascita degli stati e delle classi sociali (1,18,19,20,27,62) e che sembrano avere un ruolo dominante nell’effetto placebo, oggi sempre più visto come l’espressione del modulo interno di guarigione che ognuno di noi possiede, così come sembra esistere un effetto nocebo, espressione di un modulo di auto soppressione che presumibilmente si attiva quando il soggetto percepisce, consapevolmente o meno, di essere di danno alla sua inclusive fitness (quindi quando il soggetto teme che la sua sopravvivenza possa danneggiare i suoi consanguinei, abbassando così la probabilità che i suoi geni possano replicarsi) (4,6,9,14,21,27,32,41,43,52,57,67). In sintesi ciò che conta ricordare quindi è che l’ipnosi è imprescindibilmente legata al mondo delle relazioni preverbali, quindi biologico-emotivo- affettivo, con il gruppo di riferimento principale, sia esso genetico (condivisione di unità di informazione trasferibili per replicazione attraverso il genoma) che memetico (condivisione di unità di informazione trasferibili per replicazione attraverso il comportamento). Come afferma Erickson, l’ipnosi è “il rapporto vitale di una persona con le sue esperienze generato dal calore di un altro”, o, come forse più sinteticamente afferma Shore, l’ipnosi è sempre “a labor of love” (50). In ogni caso esisterà sempre un quantum di non integrabilità dell’esperienza ipnoterapeutica nelle psicoterapie più formalizzate proprio perché l’esperienza ipnotica in quanto tale trascende i limiti del linguaggio (13). L’importante, nella pratica clinica e nel confronto con terapeuti di altre scuole, è ricordarselo, perché ricordarselo significa avere la consapevolezza delle origini dello strumento che si sta usando. UNA PROSPETTIVA DI VALIDAZIONE NEUROBIOLOGICA Le precedenti affermazioni appaiono suffragate da recenti osservazioni sperimentali. Uno degli aspetti più importanti dell’ipnosi è che essa è da sempre studiata in laboratorio; per quanto sussistano importanti e strutturali differenze fra ipnosi clinica e ipnosi sperimentale, possiamo utilizzare le esperienze di molti ricercatori per integrare le nostre
  • 8. conoscenze sulle modalità del funzionamento dell’organismo durante l’esperienza della trance ipnotica (61). Numerosi recenti lavori di neurobiologia e neuropsicologia suggeriscono che sia negli stati modificati di coscienza che nella trance ipnotica si assiste ad una transitoria de attivazione della parte anteriore dei lobi frontali (22,31); inoltre, ogni specifico induttore di ASC avrebbe la sua specifica modalità di disattivazione di tali strutture. Nello specifico, l’induzione ipnotica avrebbe la caratteristica, simile a quella della meditazione, di disattivare le funzioni superiori dei lobi frontali incrementando l’attenzione verso stimoli sociali esterni, dipendendo dall’interlocutore e incrementando la tendenza ad imitare il comportamento di importanti figure di riferimento (22). Sembrerebbe in particolare implicata una disattivazione della corteccia prefrontale dorso laterale dell’emisfero sinistro e del giro cingolato anteriore, che sul piano generale si tradurrebbe in una generale disconnessione funzionale di moduli cerebrali, dato che validerebbe la teoria neodissociativa del funzionamento mentale proposta da Hilgard nel 1977, riproposizione riveduta e corretta delle pioneristiche osservazioni di Janet (16,30,66). Altre recenti sperimentazioni hanno evidenziato che nella trance ipnotica si verifica una riduzione dei conflitti fra vari moduli cerebrali legata ad una riduzione dell’attività della corteccia del cingolo anteriore (40), una riduzione dello stroop effect nel test Stroop (quindi un miglioramento delle capacità di apprendimento extralinguistico) (47,64,65). Altre importanti osservazioni, che nascono dal recente filone di studi relativo alla cosiddetta teoria della mente, hanno parallelamente evidenziato che ad una riduzione dell’attività della corteccia anteriore del cingolo corrisponde una maggiore capacità di provare empatia ed identificazione con l’altro, e che la capacità di rappresentarsi lo stato della mente dell’altro dipende dal ruolo di controllo esercitato su un complesso sistema cerebrale dalla corteccia anteriore del cingolo, dalla corteccia orbitofrontale, dalla corteccia ventrale e dorsale mediale prefrontale, dalla corteccia infero laterale prefrontale (1,10,15,60,65). L’ipnosi è quindi uno stato, uno stato modificato di coscienza, che necessita, per il suo instaurarsi, di precise (anche se non necessariamente esplicitate) negoziazioni fra chi ipnotizza e chi è ipnotizzato, negoziazioni che si fondano su un reciproco contratto che a sua volta si basa su numerose variabili di tipo sociale, fra le quali le reciproche aspettative, la reciproca percezione dei rispettivi ruoli, lo sfondo relazionale ed economico nel quale lo scambio di beni/servizi ha luogo; tutte queste variabili possono, ovviamente, essere
  • 9. influenzate anche dai reciproci assetti personologici e stili emotivo-cognitivi e comunicazionali. A parere dello scrivente l’integrazione, sia essa relativa ai fattori comuni, assimilativa, eclettica, teoretica, dell’ipnosi in psicoterapia può avvenire limitatamente al terreno della negoziazione e della ritualità preliminare (necessaria ma non sufficiente allo scopo) all’instaurazione dello stato di trance ipnotica, che già di per sé, come evidenziato nei lavori precedenti, può avere valenza clinica e terapeutica. ALCUNE RIFLESSIONI SU ERICKSON E SULL’ERICKSONISMO DI IERI, DI OGGI, E (FORSE) DI DOMANI Certamente il lavoro di Milton Erickson è stato rivoluzionario, sia per l’innovativo utilizzo dell’ipnosi che per il cambio di paradigma che egli ha portato nell’ambito del movimento psicoterapeutico. Il lavoro di Erickson si può collocare a ponte fra un uso dell’ipnoterapia come psicoterapia ed un uso dell’ipnoterapia come psicoterapia, con una geniale focalizzazione sulla creatività nel lavoro clinico come principale strumento di adattamento alle sempre diverse necessità dei clienti. Buona parte della sua opera sembra cogliere sul piano clinico le scoperte neuropsicologiche sopradescritte: l’uso delle tecniche di confusione, di shock, di disseminazione, di metaforizzazione sembrano fatto su misura per disattivare le funzioni critiche linguistiche (quindi la funzionalità frontale); a volte per Erickson ciò era sufficiente per intervenire sui problemi oggetto del trattamento, a volte egli approfondiva sino a raggiungere la trance ipnotica allo scopo di accedere a risorse emotive-comportamentali-cognitive bloccate da un uso disadattativo del linguaggio. L’opera di Erickson di base sembra contestualizzarsi all’interno di un approccio implicitamente evoluzionistico, per quanto ai tempi tale disciplina non fosse ancora sviluppata. Diverso sembra l’ericksonismo, sviluppato da molti suoi allievi o autodichiaratisi tali, che ha spostato il focus del lavoro clinico (e della formazione e della supervisione e della ricerca) sulla proceduralità delle induzioni e sulle modalità di comunicazione, trasformando ciò che per Erickson era un mezzo in un fine, spesso fine a se stesso. Erickson ha sempre lavorato in stretto contatto con antropologi e psicologi sperimentali evitando una metodologia clinica e teorica autoreferenziale, mentre buona parte degli ericskoniani ha percorso una strada diametralmente opposta, rifuggendo nei fatti il confronto e l’integrazione con altre discipline che non fossero la linguistica. Pertanto il lavoro di Erickson, che certamente era inquadrabile in un approccio naturalistico, è stato lentamente spostato nel cosiddetto Standard Social Science Model,
  • 10. antitetico al primo. E ciò ha comportato il progressivo svincolamento della psicoterapia e dell’ipnoterapia ericksoniana dalla matrice originaria empirica a quella postmodernista; e come sempre accade in questi casi, associata ad una divinizzazione del fondatore che sembra fatta apposta per snaturarne lo spirito critico, scettico, creativo e innovativo. Quanto un modello di lavoro si regge sulla coerenza e sulla bontà di un costrutto linguistico, che per i postmodernisti può equivalere alla realtà fattuale, occorre sempre provare i dogmi che reggono tale costrutto. E di solito si trovano nelle opere del pioniere, che, come ogni testo sacro non esegeticamente analizzato, contengono tutto ed il contrario di tutto e sono buone per ogni occasione. Una rivisitazione critica di questo percorso è da tempo in atto nella nostra scuola, che non a caso parla di psicoterapia ipnotica post-ericksoniana; e che si propone innanzitutto di insegnare a osservare e a praticare, più che giocare on le parole. Essere ericksoniani oggi è studiare il lavoro di Erickson di ieri che vale, nel suo naturalismo, ancora oggi come varrà domani; essere ericksonisti oggi è chiudersi in una teoretica che porterà questo movimento (come molti altri ne abbiamo visti) in un progressivo isolamento autoreferenziale sino alla sua naturale estinzione, dato che le modalità dell’ericksonismo sono standardizzate e lontane dalla spinta creativa che il quotidiano contatto con la pratica dava al fondatore. Ed essere ericksoniani è essere aperti verso la ricerca, che, con le nuove tecniche di neuroimaging funzionale e di valutazione neuropsicologica (25,34,45,46,69), consentirà alle menti aperte di trovare sempre nuovi spunti di riflessione e ipotesi di lavoro da implementare nella loro pratica clinica, ericksoniamente orientata ad attivare l’autoguaritore che ogni cliente ha in sé, se lo vuole (6,42,72).
  • 11. BIBLIOGRAFIA 1. Adenzato M, Meini C: Psicologia Evoluzionistica. Bollati Boringhieri, Torino, 2006. 2. Barber TX, Spanos NP, Chaves JF: Hypnosis, Imagination and Human Potentialities. Pergamon Press, Oxford, 1974. 3. Beutler, L. E., Consoli, A. J. & Lane, G. (2005). Systematic treatment selection and prescriptive psychotherapy: An integrative eclectic approach. In J. C. Norcross & M. R. Goldfried (Eds.), Handbook of Psychotherapy Integration (2nd ed., pp. 121-143). New York: Oxford. 4. Beyerstein BL: Neuropathology and the Legacy of Spiritual Possession. The Skeptical Inquirer, Spring 1988, pp 248-262. 5. Bohart AC: Introduction to the Special Issue.J Psychotherapy Integration 10 no 2, 2000. 6. Bohart AC: The client is the most important common factor: clients’ self-healing capacities and psychotherapy. J Psychotherapy Integration 10 no 2, 2000. 7. Brooks-Harris, J. E. (2008). Integrative Multitheoretical Psychotherapy. Boston: Houghton-Mifflin. 8. Brown P: The Hypnotic Brain: Hypnotherapy and Social Communication. New Haven and London: Yale University Press, 1991. 9. Brown RJ, Oakely DA: Hypnotic susceptibility and holistic/emotional styles of thinking. Contemporary Hypnosis 15 n 2 pp 76-83, 1998. 10. Brune M; Brune-Cohrs U: Theory of mind – evolution, ontogeny, brain mechanism and psychopathology. Neuroscience and Behavioral Reviews XX (2005), pp1-19 11. Burston D: Psychotherapy and postmodernism: agency, autenticità, and alienation in contemporary therapeutic discourse. Psychotherapy and Politics International 4 (2) 119-130, 2006. 12. Castonguay, L. G., Newman, M. G., Borkovec, T. D., Holtforth, M. G. & Maramba, G. G. (2005). Cognitive-behavioral assimilative integration. In J. C. Norcross & M. R. Goldfried (Eds.), Handbook of psychotherapy integration (2nd ed., pp. 241-260). New York: Oxford. 13. Chertok L,Stengers I: Il cuore e la ragione. Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, 1991. 14. Corrigan FM: Psychotherapy as assisted homeostasis: activation of emotional processing mediated by the anterior cingulated cortex. Medical Hypotheses 63, 968- 73, 2004. 15. Davis KL, Panksepp J, Normansell L: The affective neuroscience personality scales: normative data and implications. Neuro-Psychoanalysis 5: 57-59, 2003. 16. Dehaene S, Naccache L: Toward a Cognitive Neuroscience of Consciousness: Basic Evidence and a Workspace Frame work. Cognitiion 79 (2001) 1-37 17. Dennett DC: Coscienza: che cosa è. Rizzoli editore, Milano, 1993. 18. Dennett DC: L’evoluzione della libertà. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2003. 19. Diamond J: Armi, acciaio e malattie. Einaudi, Torino, 1997. 20. Diamond J: The Rise and Fall of the Third Chimpanzee. Vintage Editions, London, 1992.
  • 12. 21. Diamond MJ: The interactional basis of hypnotic experience: on the relational dimension of hypnosis. Int J Clin Exp Hypnosis 2:95-115, 1987 22. Dietrich A: Functional Neuroanatomy of Altered States of Consciousness: the Transient Hypofrontality of Hypothesis. Consciousness and Cognition 12 (2003), 231-56. 23. Eich E, Kihlstrom JF, Bower GH et al (eds): Cognition and Emotion. Oxford University Press, Oxford-New York, 2000. 24. Erickson M: Opere. Astrolabio, Roma, 1982. 25. Gabbard G: A neurobiologically informed perspective on psychotherapy. British Journal of Psychiatry 177 (2000) 117-122. 26. Gauld A: A history of hypnotism. Cambridge University Press, New York, 1992. 27. Gilbert P, bailey K: Genes on the couch. Explorations in Evolutionary Psychotherapy.Brunner-Routledge, UK, 2000. 28. Gold J: Integrative approaches to psychotherapy. Hersen M, Sledge W (eds): Encyclopedia of Psychotherapy vol 2 Elsevier 2002. 29. Good, G. E. & Beitman, B. D. (2006). Counseling and psychotherapy essentials: Integrating theories, skills, and practices. New York: W. W. Norton. 30. Hilgard EH: Divided Consciousness: Multiples Controls in Human Thought and Action. New York, Wiley & Sons, 1977. 31. Horton JE, Crawford HJ, Harrington G et al: Increased anterior corpus callosum size associated positively with hypnotizability and the ability to control pain. Brain, 127, 1741-1747, 2004. 32. Humphrey N: Great Expectations: The Evolutionary Psychology of Faith_Healing and the Placebo Responde. In: Humphrey N (ed): The Mind Made Flesh: Essays from the Frontiers of Evolution and Psychology. Oxford University Press, 2002. 33. James W: Principles of Psychology. 34. Jamieson G: Hypnosis and Conscious States: the Cognitive Neuroscience Perspective. Oxford University Press, Oxford, 2007. 35. Janet P: Disaggregazione, spiritismo, doppie personalità.Sensibili alle foglie, Roma, 1996. 36. Janet P: L’automatisme psychologique. Paris, Alcan, 1889. 37. Janet P: La passione sonnambulica e altri scritti.Liguori Editore, Napoli, 1996. 38. Janowsky DS (ed): Psychotherapy: Indications and Outcomes. American Psychopathological Association, Washington DC/London, 1999. 39. Kallio S, Revonsuo A: Hypnotic Phenomena and Altered States of Consciousness: a Multilevel Framework of Description and Explanation. Contemporary Hypnosis 20, vol 3, (2003), pp 111-64. 40. Kosslyn SM, Thompson WL, Costantini-Ferrando M et al: Hypnotici visual illusion alters color processing in the brain. American J Psychiatry 157: 8 2000 41. Kripper S, Combs A: The Neurophenomenology of Shamanism. J of Consciousness Studies, 9, No 3, 2002, pp 77-82. 42. Krystal H:Integration & Self-Healing. The Analytic Press Inc, Hillsdale, NJ, 1988.
  • 13. 43. Laughlin C, McManus J, D’Aquili E: Brain, symbol and experience: toward a neurophenomenology of consciousness. New York, Columbia University Press, 1992. 44. Lazarus, A. A. (2005). Multimodal therapy. In J. C. Norcross & M. R. Goldfried (Eds.), Handbook of psychotherapy integration (2nd ed., pp. 105-120). New York: Oxford. 45. LeDoux J: Il cervello emotivo. Baldini e Castoldi, Milano, 1996. 46. LeDoux J: Il sè sinaptico. Raffaello Cortina, Milano, 2002. 47. Levy R, Goldman-Rakic PS (2000): Segregation of working memory functions within the dorsolateral prefrontal cortex. Experimental Brain Research 133, 1: 23-32. 48. Ludwig A: altered State of Consciousness. Arch Gen Psychiatry, 26, 225-34, 1966. 49. Lynn CD: Adaptative and Maladaptative Dissociation: an Epidemiological and Anthropological Comparison and Proposition for an Expanded Dissociation Model. Anthropology of Consciousness Winter 2005 vol 16 n 2 pp 16-49. 50. Lynn SJ, Rhuhe JW: Theories of Hypnosis. Guilford press, London/New York, 1992. 51. Manca Uccheddu O, Viola A: Ipnosi e suggestione in psicoterapia. Giuffrè Editore, Milano, 2005. 52. Mayberg HS, Silva JA, Brannan SK et al: The functional neuroanatomy of the placebo effect. American J Psychiartr159: 5,: 728-737, 2002. 53. Messer, S. B. (1992). A critical examination of belief structures in integrative and eclectic psychotherapy. In J. C. Norcross, & M. R. Goldfried, (Eds.), Handbook of psychotherapy integration (pp. 130-165). New York: Basic Books. 54. Michelson LK, Ray WJ: Handbook of Dissociation. New York, Plenum Press, 1996. 55. Miller, S. D., Duncan, B. L., & Hubble, M. A. (2005). Outcome-informed clinical work. In J. C. Norcross, & M. R. Goldfried (Eds.), Handbook of psychotherapy integration (2nd ed., pp. 84-102). New York: Oxford. 56. Mind, Meaning and Mental Disorder: The nature of causal explanation in psychology and psychiatry, second edition. Oxford University Press, 2003. 57. Moerman DE, Jonas WB: Deconstructing the Placebo Effect and Finding the Meaning Response. Annals of Internal Medicine 136:471-76, 2002. 58. Norcross JC; Goldfried MR (eds): Handbook of Psychotherapy Integration. Basic Books, Newe York, 1992. 59. Norcross, J. C., & Goldfried, M. R. (Eds.). (2005). Handbook of psychotherapy integration (2nd ed.). New York: Oxford. 60. Oakley DA: Hypnosis and consciousness: a structural model. Contemporary Hypnosis vol 16 no 4 pp 215-223, 1999. 61. Oakley DA: Hypnosis as a tool in research: experimenatl psychooathology. Contemporary Hypnosis 23 (1) 3-14, 2006 62. Pievani T: Homo sapiens ed altre catastrofi. Meltemi, Roma, 2002. 63. Prochaska, J. O., & DiClemente, C. C. (2005). The transtheoretical approach. In J. C. Norcross & M. R. Goldfried (Eds.), Handbook of psychotherapy integration (2nd ed., pp. 147-171). New York: Oxford. 64. Raz A, hapiro T, Fan j et al: Hypnotic suggestion and the modulation of Stroop interfence. Arch Gen Psychiatry 59: 1155-61, 2002 65. Raz A, Shapiro T: Hypnosis and neuroscience. Arch Gen Psychiatry vol 59, 85-90, 2002.
  • 14. 66. Rossi EL, Rosi KL: Neuroscience of Observing Consciousness & Mirror Neurons in Therapeutic Hypnosis. Am J Clinical Hypnosis, april 2006. 67. Shapiro AK, Shapiro E: The Powerful Placebo: From Ancient Priest to Modern Physician. John Hopkins University Press, Baltimore, 1997 68. Spiegel D (ed): Dissociation: Culture, Mind and Body. American Psychiatric Press, Washington DC, 1994. 69. Stein DJ (ed): Cognitive Science and the Unconscious. American Psychiatric Press, 1997. 70. Teleska J, Roffman A: A Continuum of Hypnotherapeutic Interactions: from Formal Hypnosis to Hypnotic Intervemtions. Am J Clin Hypnosis 47:2, pp 103-115. 71. Vaitl D, Birbaumer N, Gruzelier J et al: Psychobiology of Altered states of Consciousness. Psychological Bulletin 131 no 1, 98-127; 2005. 72. Walters C, Havens RA: Hypnotherapy for Health, Harmony, and Peak Performance. Brunner/Maazel, New York, 1993. 73. Wampold, B. E. (2001). The great psychotherapy debate: Models, methods, and findings. Mahwah, NJ: Lawrence Erlbaum.