2. Crediti
Introduzione 5
Controllare il peso e mantenere un’abituale attività motoria 8
Cereali, legumi, ortaggi e frutta 10
Grassi 12
Zuccheri, dolci e bevande zuccherate 14
Acqua 16
Sale 18
Alcolici 20
Le diverse età nell’alimentazione 22
Consigli 26
La dieta mediterranea 28
pharma service srl Il medico di famiglia e le strategie nell’educazione alimentare 30
edizioni
3. INTRODUZIONE
Il ruolo dell’alimentazione nella prevenzione delle malattie.
Tra le tante analisi che possono riguardare la società moderna, una tra le più
interessanti può essere rivolta alle abitudini alimentari che negli ultimi anni
sono profondamente cambiate nelle popolazioni occidentali .
Parallelamente il mondo scientifico ha iniziato ad occuparsi in modo sempre più
stretto ed attento delle problematiche legate all’alimentazione ed alla correla-
zione tra dieta e patologie con una particolare attenzione all’area cardiovascola-
re ed oncologica oltre che al più scontato ambito metabolico.
Tra i fattori che hanno favorito questi cambiamenti dobbiamo senz’altro pren-
dere in considerazione il forte sviluppo dell’economia ed i miglioramenti delle
condizioni di status di una gran parte della popolazione; la possibilità di contatto
con altre culture favorita in particolare dal grande impulso del turismo di massa
e dei viaggi oltre frontiera.
Oltre a questi grandi mutamenti sociali ed al raggiungimento di un migliore
tenore di vita, non vi è dubbio che la diffusione di messaggi pubblicitari attra-
verso i media e le grandi opportunità offerte dagli strumenti di comunicazione
di massa, hanno spostato l’attenzione e spinto i consumatori a considerare, con
maggior frequenza e in più larga misura, una vasta gamma di generi alimentari
meno usuali e considerati in precedenza esclusivi di una certa elite.
Se per un verso la possibilità di usufruire di una grande e differente varietà di
cibi ha portato al miglioramento del livello di nutrizione di molti individui ed ha
favorito la pressocchè totale scomparsa di un gran numero di patologie legate
alle carenze nutrizionali, d’altro canto sono emerse sempre più chiaramente una
serie di problematiche legate agli eccessi alimentari, alla errata composizione
della dieta, al conseguente sovrappeso ed agli squilibri metabolici associati.
Il nuovo paradigma è diventato quello del rischio cardiocerebrovascolare e dello
4 5
4. stile di vita che, come ben evidenziato da numerosi importanti trials clinici, sono
i fattori legati in modo diretto con i parametri di morbilità e mortalità.
Seven Countries Study
Dal famosissimo Seven Countries Study (vedi box a lato) ormai vecchio di molti
anni in poi, gli studiosi hanno dimostrato ad esempio sempre più chiaramente la La prima intuizione a riguardo dell’importanza del-
relazione tra tassi di mortalità per cardiopatia coronarica e consumo di grassi sa- l’alimentazione per la prevenzione delle malattie fu
turi, cosi come la correlazione con l’aumento della colesterolemia e della pres- del fisiologo americano Ancel Keys che condusse
sione arteriosa legati a scorretti stili di vita e incongrue abitudini alimentari. uno studio epidemiologico denominato, appunto,
“Seven Countries Study”, e negli anni ‘70 pubblicò
Con l’obiettivo di fornire chiare e semplici indicazioni per la popolazione, l’Istitu- il libro “Eat well and stay well, the Mediterranean
to Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione ha recentemente emanato way”.
nuove direttive per una sana alimentazione.
Proprio per meglio sviluppare le sue teorie, Ancel
Queste linee guida, aggiornate alla luce dell’evoluzione delle conoscenze scien- Keys decise di stabilirsi in un piccolo borgo di pesca-
tifiche e stilate con una particolare attenzione ai cambiamenti delle abitudini tori (Pioppi) in provincia di Salerno dove visse per
di vita, vogliono anche essere un monito per sfatare miti e false convinzioni quasi quaranta anni. È deceduto nel novembre 2004
sull’alimentazione ed un tentativo per modificare errate ‘’mode alimentari’’ che all’età di cento anni.
sono ormai consolidate per molti.
Questo modello alimentare è basato su di un para-
Vediamo in modo semplice e sintetico una serie di regole da poter trasmettere dosso (almeno per il punto di vista del nutrizionismo
per una alimentazione e per uno stile di vita più corretto. tradizionale): i popoli che vivono nelle nazioni del
Mediterraneo consumano quantità relativamente
elevate di grassi animali, e ciò nonostante hanno
minori tassi di malattie cardiovascolari rispetto agli
abitanti degli Stati Uniti, dove ci sono livelli simili di
grassi animali nell’alimentazione.
La spiegazione è che la gran quantità di olio di oliva
usata nella cucina mediterranea controbilancia al-
meno in parte i grassi animali. L’olio di oliva sembra
infatti abbassare i livelli di colesterolo nel sangue.
Inoltre, si pensa che il consumo di vino rosso sia un
altro fattore, in quanto contiene bioflavonoidi con
potenti effetti antiossidanti.
6 7
5. 1
È opportuno pesarsi almeno una volta al mese controllando il proprio IMC (indi-
ce di massa corporea). L’IMC si calcola dividendo il proprio peso in chilogrammi
per il quadrato della propria altezza.
Se si è sovrappeso, ridurre le entrate energetiche (includendo comunque tutti gli
alimenti in modo equilibrato) e aumentare nel contempo le uscite.
Evitare le diete drastiche e sbilanciate, che non includono tutti gli alimenti. Se si
è sottopeso mantenere un giusto livello di attività, accompagnata da un’alimen-
tazione varia ed equilibrata, consumando tutti i pasti agli orari abituali.
Nell’anziano sembra che 3-5 kg in più rispetto al peso al suo peso forma da
adulto possano essere protettivi per la salute e la spettanza di vita.
Non è possibile seguire un’alimentazione corretta senza praticare un’attività
fisica continua e di intensità non trascurabile.
La misura della circonferenza della vita e dei fianchi consente di definire la di-
strettualizzazione dell’adipe, l’eccesso di peso distribuito prevalentemente sul
tronco è più rischioso per la salute di quello distribuito sui fianchi.
Quale attività fisica?
Per stile di vita fisicamente attivo si deve intendere innanzitutto un tipo di com-
portamento che dia la preferenza, nell’espletamento delle attività quotidiane,
all’uso dei propri muscoli piuttosto che all’uso delle macchine. Un adulto sano a
questo può aggiungere, 4 o 5 volte la settimana, un’attività fisica (per circa 20
Controllare il peso e secondi) di intensità sufficiente a provocare un evidente sudorazione.
mantenere una abituale Composizione corporea (media):
attività motoria 80-85 % massa magra (liquidi corporei, scheletro, visceri); 15-20% massa magra
(tessuto adiposo). Nella donna adulta 20-30 %.
8 9
6. 2
Incrementare l’assunzione quotidiana di ortaggi, frutta fresca e legumi, cercando
di raggiungere le cinque porzioni giornaliere.
È conveniente includere i legumi secchi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie) amplian-
do così la possibilità di scelte alternative.
Ciò perché i legumi oltre a rilevanti quantità di amido e fibra forniscono anch’es-
si quei nutrienti principali che sono caratteristici della carne, del pesce e delle
uova, come ferro e altri oligoelementi oltre a notevoli quantità di proteine di
buona qualità biologica.
Alcune sostanze ad azione protettiva contenute in frutta e verdura hanno azione
antiossidante (contrastano cioè l’azione dei radicali liberi i quali alterando la
struttura delle membrane cellulari e del materiale genetico, aprono la strada al-
l’invecchiamento precoce e possono dare l’avvio a processi che sono all’origine
di diverse forme tumorali).
Antiossidanti
Acido ascorbico (vitamina C).
Carotenoidi: betacarotene: vegetali gialli,
arancione,frutti giallo-arancio
Licopene: vegetali rossi come il pomodoro
Composti fenolici: in quasi tutti gli alimenti
di origine vegetale (uva, vino)
Cereali, legumi, Tocoferoli: presenti nei semi oleosi e negli
ortaggi a foglia verde
ortaggi e frutta Consumare regolarmente anche pane,
pasta, riso e altri cereali, meglio se integrali,
limitando grassi e oli.
10 11
7. 3 Condire preferibilmente con grassi di origine vegetale, soprattutto olio extraver-
gine di oliva e oli di semi, a crudo, e sempre in quantità controllate. Non eccedere
nel consumo di alimenti fritti, evitando di riutilizzare grassi e oli già cotti.
Mangiare il pesce due o tre volte la settimana e, fra le carni, preferire quelle ma-
gre, eliminando l’eventuale grasso visibile. Non consumare più di quattro uova
alla settimana, distribuite nei vari giorni.
Preferire il latte scremato o parzialmente scremato a quello intero e, per quanto
riguarda i formaggi, scegliere quelli più magri oppure ridurne le porzioni. Abi-
tuarsi a controllare le etichette per conoscere il contenuto in grassi dei vari cibi.
È stato dimostrato che alcuni acidi grassi saturi che abbondano in certi grassi
animali oltre che nell’olio di cocco e di palma, elevano il livello di colestero-
lo totale e LDL nel sangue favorendo il processo aterosclerotico. L’acido oleico
(monoinsaturo – olio di oliva) riduce il colesterolo LDL non modificando o au-
mentando l’HDL.
Grassi
12 13
8. 4
Tra i dolci meglio sarebbe meglio scegliere i prodotti da forno della tradizione italiana,
come biscotti, torte, ecc, che contengono meno grassi e zuccheri.
Lo zucchero comune è costituito da saccarosio. Nell’alimentazione abituale una delle
fonti importanti di zuccheri sono gli alimenti e le bevande dolci.
È contenuto anche nella frutta e nel miele (che contengono anche glucosio e frutto-
sio). Il latte contiene zuccheri semplici (lattosio).
Gli zuccheri, specialmente se assunti da soli, sono facilmente assorbiti e utilizzati, sia
pure con diversa rapidità. Alcuni zuccheri (glucosio) provocano in tempi brevi un bru-
sco innalzamento della glicemia.
Questo “picco glicemico”, mentre può attenuare fastidiose sensazioni legate alla ipo-
glicemia (“calo degli zuccheri”) è controindicato per chi, come i soggetti diabetici, ha
difficoltà ad utilizzare il glucosio a livello cellulare
Lavarsi sempre i denti dopo il loro consumo. Informarsi sempre sul tipo di edulcoran-
te artificiale addizionato ad un determinato alimento, per evitarne una assunzione
eccessiva.
Zuccheri, dolci e
bevande zuccherate?
Sì, ma nei giusti limiti...
14 15
9. 5
È bene consumarne in abbondanza. Va sempre assecondato il senso di sete ten-
tando anzi di anticiparlo, bevendo 1,5-2 litri al giorno di acqua: meglio bere
frequentemente, piccole quantità a piccoli sorsi, soprattutto se appena fredda.
I bambini e gli anziani,che sono abitualmente più esposti al rischio di disidra-
tazione, dovrebbero bere frequentemente nell’arco della giornata, anche in as-
senza di sete.
Durante l’attività fisica e in determinate condizioni patologiche (es. stati febbri-
li, diarrea) che determinano un aumento dell’eliminazione dell’acqua corporea,
reintegrare tempestivamente e in quantità adeguata l’acqua perduta.
È sbagliato evitare di bere per il timore di sudare eccessivamente o di ingrassare:
sudare è infatti indispensabile per regolare la temperatura corporea e l’acqua
non apporta calorie.
Ricordiamo: il fabbisogno (per adulti e anziani) e di 1 ml di acqua per ogni chi-
localoria alimentare introdotta al giorno. Per i bambini circa 1,5 ml/ kcal/giorno.
Acqua
16 17
10. 6
In Italia si consuma sale in eccesso:
in media dai 10 ai 14 grammi a testa al giorno.
Preferire il sale arricchito con iodio (sale iodato).
Cercare di ridurre progressivamente il sale
che si aggiunge ai cibi, tutto il sale di cui
abbiamo bisogno è già contenuto negli alimenti
allo stato naturale.
Abituarsi a salare progressivamente meno i cibi, tenendo in considerazione inol-
tre le fonti di sale come dadi, ketchup, salsa di soia, senape, ecc.
Per esaltare il sapore dei cibi preferire succo di limone, aceto, spezie ed erbe
aromatiche.
Durante l’attività sportiva moderata è sufficiente reintegrare i liquidi persi attra-
verso la sudorazione con la semplice acqua.
Il Ministero della Salute ha promosso nel 1997 una Campagna di educazione
alimentare su “Sale nell’alimentazione per la profilassi della carenza iodica e la
prevenzione dell’ipertensione”.
La necessità di effettuare una Campagna informativa è derivata dalla constata-
zione che la domanda ed il consumo di sale arricchito con iodio non raggiunge-
vano livelli di mercato significativi (circa 2% della produzione globale di sale),
poiché i consumatori non erano consapevoli dei disturbi legati alla carenza ali-
mentare di iodio e della possibilità di prevenirli con l’uso di sale arricchito.
Il proposito è stato quello di conseguire il duplice obiettivo:
l’eradicazione dei disturbi da carenza iodica, attraverso una forte promozione
Sale dell’uso del sale arricchito scarsamente utilizzato dai consumatori;
la riduzione del consumo medio globale di sale al di sotto dei 6 g/die, per la
correlazione sodio-ipertensione, nell’ambito della prevenzione della patologia
cardiovascolare.
18 19
11. 7
Se si desidera bere alcolici, è preferibile assumerli durante o vicino ai pasti, in
quantità controllata, prediligendo quelli a basso tenore alcolico, come birra e
vino. Evitare l’assunzione di alcol durante l’infanzia, l’adolescenza, la gravidan-
za, l’allattamento e se ci si deve mettere alla guida di veicoli o macchinari che
richiedono attenzione.
Ridurre o eliminare l’assunzione di bevande alcoliche se si è obesi o in sovrappe-
so, ma anche se si presenta una familiarità per diabete, obesità, ipertrigliceride-
mia, ecc. o se si stanno assumendo farmaci che potrebbero interagire.
Il costituente fondamentale e caratteristico di ogni bevanda alcolica è l’etanolo.
Il corpo umano è per lo più in grado di sopportare l’etanolo senza evidenti danni
purchè si rimanga entro i limiti di un consumo moderato. Per l’uomo questo con-
sumo è calcolato in 2-3 unità alcoliche (U.A.) mentre per la donna è di 1-2.
A quanto ammonta una unità alcolica?
1 U.A. = 12 g di etanolo = 1 bicchiere di vino = 1 lattina di birra = 1 bicchierino
di superalcolico.
Nella tabella sottostante sono riportati i Valori indicativi di alcolemia (g di alcol/
ml di sangue) in funzione della quantità di alcol ingerita (U.A.) e tempo trascorso
dall’ingestione (a digiuno). In giallo sono contrassegnati i tassi consentiti dalla
legge per la guida
Ore dall’assunzione (uomini)
U.A 1 2 3 4 5
1 0,13 0,01 0 0 0
Alcoolici
2 0,38 0,26 0,14 0,02 0
3 0,63 0,51 0,39 0,27 0,15
4 0,88 0,76 0,64 0,52 0,40
5 1,13 1,01 0,89 0,77 0,65
20 21
12. 9
In gravidanza
È bene evitare aumenti eccessivi di peso, facendo nel contempo attenzione a
soddisfare gli aumentati fabbisogni nutritivi, in particolare di proteine, calcio,
ferro e acido folico. Non assumere cibi crudi o poco cotti e bevande alcoliche.
Un’adeguata assunzione di acido folico è consigliabile anche durante tutta l’età
fertile.
Durante l’allattamento
Le necessità nutritive sono addirittura superiori rispetto alla gravidanza. Un’ali-
mentazione varia, ricca di vegetali freschi, pesce, latte e derivati aiuta a stare
bene e a produrre un latte adatto alle esigenze del neonato. Evitare gli alimenti
che possono conferire odori o sapori sgradevoli al latte. Assumere con cautela
i prodotti che contengono sostanze eccitanti, come the, caffè, cacao, coca cola.
Evitare gli alcolici.
Le diverse età
nell’alimentazione
22 23
13. Bambini e ragazzi
Non saltare mai la prima colazione e suddividere opportunamente gli alimenti
nel corso della giornata, aumentando l’assunzione di ortaggi e frutta. Non ec-
cedere con dolci, bibite gassate e piatti dei fast food. Dedicare almeno 1 ora al
giorno all’attività fisica e al movimento (camminare, giocare all’aperto, ecc.).
Adolescenti
Cercare di evitare schemi alimentari squilibrati e monotoni, solo perché di moda.
Soprattutto per le ragazze, è importante soddisfare i propri fabbisogni alimentari
di ferro e di calcio. Non escludere dalla dieta cibi come carne o pesce, pane e
pasta o latte e formaggi, così come impongono alcune ‘’mode alimentari’’ at-
tualmente molto seguite.
In menopausa
Aumentare l’attività motoria e curare di più l’alimentazione, senza eliminare
indiscriminatamente alcun gruppo di alimenti a favore di altri. Non esagerare
con latte e formaggi prediligendo comunque quelli magri e a basso contenuto di
sale. Assumere ortaggi e frutta fresca in abbondanza, conditi con olio extraver-
gine di oliva. Limitare o evitare condizioni quali sovrappeso o obesità, sedenta-
rietà, stitichezza, fumo e abuso di alcol, che rappresentano importanti fattori di
rischio per diverse malattie.
Anziani
Rendere la propria dieta varia e appetibile, evitando il più possibile i piatti freddi,
precucinati e riscaldati. Scegliere gli alimenti in relazione allo stato di salute
dell’apparato masticatorio e digerente: ad esempio tritare le carni, grattugiare la
frutta, preparare minestre, puree e frullati. Evitare i pasti abbondanti, frazionan-
do l’alimentazione in più occasioni durante la giornata.
24 25
14. 11
La prima colazione dovrebbe essere abbondante e comprendere latte o yogurt.
Consumare spesso legumi, frutta e ortaggi freschi. Ridurre i grassi animali, sce-
gliendo carni magre come pollo, coniglio, tacchino. Aumentare il consumo di
pesce e ridurre quello di formaggi, di alcolici e del sale da cucina.
Seguire un’alimentazione varia riduce anche le possibilità di ingerire sostanze
dannose eventualmente contenute negli alimenti, consumare molta verdura e
frutta ben lavata (funzione protettiva) è il miglior strumento di difesa.
Le persone anziane, i bambini e le donne in gravidanza devono evitare il consu-
mo di alimenti di origine animale crudi o poco cotti.
Le conserve casalinghe devono essere preparate osservando scrupolose norme
igieniche per scongiurare il rischio che si sviluppino microrganismi dannosi per
la salute.
È bene non lasciare raffreddare gli alimenti già cotti fuori dal frigorifero per più
di due ore (una in estate) e senza coperchio. Quando riutilizzati, dovranno essere
scaldati fino a quando saranno molto caldi anche all’interno.
Non scongelare gli alimenti di origine animale a temperatura ambiente, meglio
cucinarli direttamente oppure scongelarli nel frigorifero o nel forno a microonde.
Nel frigorifero evitare il contatto tra alimenti diversi; conservare i cibi già cucinati
in recipienti chiusi, le uova nel contenitore d’origine, ecc.
Ricordare sempre che l’etichetta alimentare è uno strumento di tutela del consu-
matore e che sarebbe quindi utile leggerla con attenzione.
Consigli
26 27
15. 12
Una brevissima nota conclusiva sul modello alimentare mediterraneo; ci rife-
riamo in questo caso non solo all’Italia (e non tutta l’Italia), ma anche ad altri
paesi come Francia, Spagna, Grecia, ai paesi settentrionali dell’Africa e del vicino
Oriente che geograficamente si trovano in un ambiente simile.
Usi e consumi alimentari ed i prodotti tipici di questi luoghi hanno dato origine al
modello alimentare mediterraneo. Prodotti tipici di questo modello sono il pane,
la pasta, l’olio di oliva,il vino, la frutta e tutta la vasta gamma degli ortaggi fra i
quali primeggia il pomodoro.
Non si tratta di una dieta ad impronta vegetariana, ma questi prodotti, ben
combinati fra loro (come insegna la cucina mediterranea)
con l’aggiunta di modeste quantità di prodotti
di origine animale (formaggio, latte, uova, carne
e pesce) sono in grado di assicurare
un’alimentazione valida, equilibrata, adatta a
qualsiasi età e anche in grado di ridurre il rischio
di insorgenza di patologie (diabete, obesità,
malattie cardiovascolari).
Vi sono importanti prove scientifiche in favore della
validità del modello alimentare mediterraneo
nel proteggere la salute basate sulla somiglianza
con modelli alimentari proposti nel mondo
(suddivisione ideale in calorie e
principi nutritivi) e sui principi
della dieta mediterranea (riduzione
dei grassi saturi a favore dei grassi
monoinsaturi, adeguato apporto
di acidi grassi essenziali,
apporto di fibra, prevalenza
di carboidrati complessi), oltre
La dieta mediterranea a prove derivanti da importante
ricerche epidemiologiche come
ad esempio il già citato
“Seven Countries Studio”
(vedi box a pagina 9).
28 29
16. 12
Non si può mantenersi in salute basandosi soltanto sul tipo di alimentazio-
ne, ma a questa bisogna affiancare anche degli esercizi fisici” (Ippocrate:
“Il regime”, metà del IV sec. AC)
Negli ultimi anni si sta finalmente sviluppando la cultura della nutrizione e della
prevenzione di alcune patologie attraverso una corretta alimentazione.
Il medico di medicina generale per il proprio ruolo e profilo professionale intera-
gisce con il paziente nell’ambito di un rapporto fiduciario e conosce la sua storia
clinica e personale oltre che socio-famigliare e psicologica, ed è la figura medica
che può vantare il contatto più frequente e diretto con il paziente.
È quindi necessario che il medico di famiglia risponda con competenza alle
richieste di salute e prevenzione che sempre più frequentemente gli vengono
rivolte. Ciò implica anche l’acquisizione di conoscenze in campo nutrizionale
che, costantemente aggiornate, andranno applicate al soggetto sano o affetto
da patologia.
La promozione di una corretta alimentazione richiede, però, non solo conoscenze
specifiche, ma anche disponibilità da parte del medico a fornire indicazioni e
strategie di comportamento e contemporaneamente da parte della famiglia la
disponibilità ad effettuare eventuali variazioni alimentari e dello stile di vita.
L’anamnesi nutrizionale costituisce un primo approccio importante e consente
una conoscenza approfondita della famiglia, delle sue abitudini non solo diete-
tiche ma anche di vita; permette inoltre di evidenziare le dinamiche all’interno
del nucleo familiare e la presenza di contrasti, incomprensioni e insoddisfazioni
spesso causa di scorrette abitudini dietetiche.
Il medico di famiglia e le Proprio in sede di colloquio è opportuno che vengano messi in luce precocemen-
te oltre agli errori nutrizionali anche eventuali comportamenti a rischio per svi-
luppo di patologie del comportamento alimentare e che si cerchi di intervenire
strategie nella educazione per un tentativo di correzione degli stessi.
alimentare Questo approccio si può realizzare attraverso la metodica del Counseling che
può spesso costituire un’efficace metodo di intervento ma che necessita tut-
tavia di una serie di requisiti peculiari quali: qualità personali, conoscenze
30 31
17. specifiche,abilità e strategie comunicative e relazionali finalizzate all’attivazione Lasciando ai più motivati il compito di approfondimento su questa tecnica è
delle risorse personali dell’individuo. Il termine deriva dalla lingua inglese “to opportuno, riprendendo alcune considerazioni tratte da G.Bert e S.Quaglino (Il
counsel” e spesso viene erroneamente tradotto con il verbo “consigliare”, in medico e il counseling, 1993) ricordare che:
realtà fare counseling significa ben altro. Si tratta infatti di un processo che ha
il fine di rendere possibili scelte e cambiamenti, nel rispetto dei valori e della il counseling non è un obbligo morale (un suo utilizzo strutturato va riservato
capacità di autodeterminarsi del paziente. alle situazioni in cui è veramente possibile il coinvolgimento del paziente)
Qualche definizione di Counseling: “...una pratica o prestazione professionale il counseling non è una psicoterapia (è fondamentale che il medico sappia deli-
atta a guidare un individuo verso una migliore comprensione dei suoi problemi mitare con attenzione il proprio intervento senza sconfinare)
e potenzialità attraverso l’uso di principi e metodi psicologici moderni in partico-
lare raccolta dei dati storici del caso, uso di varie tecniche di intervista personale il counseling non è un’imposizione di valori (l’obiettivo è un obiettivo educativo,
e individuazione di interessi e attitudini”. non bisogna convincere nessuno ma aiutare e favorire un percorso di cambia-
mento)
Secondo l’OMS “...è un processo che, attraverso il dialogo e l’interazione, aiuta
le persone a risolvere e gestire problemi e prendere decisioni; esso coinvolge il counseling si impara (è una tecnica che si deve apprendere e non una improv-
un “cliente” e un “operatore”: il primo è un soggetto che sente il bisogno di visazione, si basa sulla relazione e richiede motivazione, impegno, riflessione,
essere aiutato, il secondo una persona esperta, imparziale, non legata al cliente, esercizio).
addestrata all’ascolto, al supporto e alla guida”.
Uno strumento quindi complesso, relativamente nuovo per il medico di famiglia,
Fare counseling significa dunque entrare strategicamente nei meccanismi deci- ma che può essere di grande aiuto in un ambito di intervento così difficile come
sionali del paziente ed aiutarlo a trovare il suo modo per cambiare. quello della educazione alimentare e del cambiamento del lifestyle.
32 33