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					Lavoro	di	gruppo		
Economia	dei	Sistemi	di	Imprese	
	
Il	distretto	della	Calzetteria	di	
			Castel	Goffredo	
	
	
_
Università Ca’Foscari
Dorsoduro 3246
30123 Venezia
	
	
	 	 	 Membri	del	gruppo:	
Virginia	Minello	MAT	841106	
Silvia	Polimeno	MAT	850292	
Laura	Tosato	MAT	848505	
Gloria	Vettoretti	MAT	847520
2	
	
SOMMARIO	
SUMMARY	...............................................................................................................................................	3	
PRESENTAZIONE	DEL	DISTRETTO	..............................................................................................................	4	
CENNI	STORICI	SUL	DISTRETTO	......................................................................................................................	6	
SCHELETRO	DEL	DISTRETTO	......................................................................................................................	8	
A.DI.CI.	...........................................................................................................................................................	8	
CENTRO	SERVIZI	CALZA	CSC	.........................................................................................................................	10	
ANALISI	SWOT	.........................................................................................................................................	13	
SITUAZIONE	ATTUALE	..............................................................................................................................	16	
LA	RECENTE	CRISI	E	LE	SUE	CONSEGUENZE	..................................................................................................	16	
COME	SCONFIGGERE	LA	CRISI	......................................................................................................................	18	
CASO	LYCRA	E	IL	LEGWEAR	INNOVATION	DAY.	............................................................................................	19	
IL	CLUSTER	DI	CASTEL	GOFFREDO	............................................................................................................	21	
BIBLIOGRAFIA	E	SITOGRAFIA	...................................................................................................................	24
3	
	
SUMMARY	
	
Lo	scopo	del	seguente	elaborato	è	l’analisi	del	passaggio	da	distretto	industriale	di	tipo	marshalliano	
alla	più	recente	struttura	distrettuale	identificabile	nel	cluster,	concretizzandola	nel	caso	specifico	
del	distretto	della	calzetteria	di	Castel	Goffredo.	Dapprima	si	procederà	a	presentare	la	realtà	in	
esame,	accompagnata	da	un’analisi	storica	del	distretto	e	da	un	approfondimento	di	quelle	che	sono	
le	figure	identificabili	al	suo	interno,	in	un	secondo	momento	si	andranno	ad	approfondire	temi	più	
specifici	quali:	punti	di	forza	e	di	debolezza	del	distretto,	opportunità	e	minacce	che	vi	gravitano	
attorno	e	la	situazione	attuale,	in	particolare	dal	punto	di	vista	delle	quote	export	e	della	capacità	
che	il	distretto	ha	avuto	di	superare	la	recente	crisi	economica.	Infine	si	proporrà	un’interpretazione	
dello	 sviluppo	 di	 questa	 realtà,	 tramite	 l’individuazione	 del	 filo	 rosso	 che	 lega	 tutti	 gli	 attori	
presentati.
4	
	
PRESENTAZIONE	DEL	DISTRETTO	
	
Nella	fascia	Nord-Ovest	di	Mantova	è	ubicato	il	Distretto	di	Castel	Goffredo,	meglio	noto	in	tutto	il	
mondo	come	la	“Città	della	Calza”.	In	quest’area	vengono	concentrate	le	produzioni	di	calze	e	di	
tutto	 ciò	 che	 ruota	 attorno	 alla	 calzetteria	 e	 all’intimo,	 pertanto	 è	 possibile	 identificare	 questo	
distretto	con	il	settore	del	tessile-calzetteria.	Il	distretto	è	stato	riconosciuto	dalla	L.R.	5/1/2001	N°1	
del	16/3/2001.	
I	comuni	del	distretto	storico	sono	13:	Acquafredda,	Casalmoro,	Casaloldo,	Casalromano,	Castel	
Goffredo,	Castiglione	D/S,	Ceresara,	Guidizzolo,	Medole,	Piubega,	Remedello,	Solferino,	Visano.		
																																						 	
	
In	particolar	modo	il	distretto	qui	analizzato	risulta	prevalentemente	specializzato	nella	calzetteria	
femminile,	come	collant	e	calze.	La	produzione	è	da	sempre	impegnata	nella	realizzazione	di	collant,	
che	ad	oggi	è	ancora	l’attività	prevalente	in	termini	di	output,	anche	se	nel	tempo	si	è	fatta	spazio	
la	produzione	di	calze	e	gambaletti,	che	è	sempre	più	in	crescita.	La	produzione	ha	come	target	sia	
la	donna	adulta	sia	le	bambine.	
A	partire	dal	1999	viene	lanciata	la	calza	seamless	(senza	cuciture),	una	vera	e	propria	rivoluzione	
per	un	mercato	che	aveva	ormai	raggiunto	la	sua	maturità,	questa	produzione	si	è	poi	estesa	anche	
all’abbigliamento	intimo.	
Di	recente	hanno	fatto	la	loro	comparsa	i	leggins,	facendo	via	via	cambiare	la	concezione	radicata	di	
collant	e	calze	come	accessorio	diventando	invece	un	capo	d’abbigliamento.	
Nel	corso	degli	anni	si	è	assistito	a	un	ampliamento	della	gamma	prodotti	volta	a	soddisfare	un	
nuovo	target:	quello	maschile.
5	
	
La	gamma	prodotti	si	è	ampliata	anche	per	accogliere	al	suo	interno	la	sezione	“loungewear”,	cioè	
tutti	quei	capi	di	abbigliamento	per	lo	sport	e	il	tempo	libero	e	non	solo,	anche	per	la	spiaggia	e	per	
la	casa:	sportwear,	homewear,	softwear,	freewear	e	nightwear.	
La	produzione	di	questi	articoli	inoltre	ha	spinto	alcune	imprese	a	specializzarsi	nella	realizzazione	
delle	varie	fibre	e	nel	finissaggio	(insieme	delle	operazioni	legate	alla	rifinitura).	
Per	molti	anni	la	struttura	del	distretto	è	rimasta	quella	classica:	integrazione	orizzontale	tra	micro	
e	macro	impresa,	con	la	conseguente	compresenza	di	marchi	leader	del	settore	(San	Pellegrino,	
Filodoro,	Golden	Lady,	Pompea)	e	tante	piccole	imprese	e	laboratori	a	conduzione	prevalentemente	
familiare,	 specializzate	 in	 determinate	 fasi	 del	 ciclo	 produttivo;	 complessivamente	 le	 piccole	
imprese	raggiungono	una	quota	pari	all’80%	del	totale.		
Negli	anni	più	recenti	si	è	assistito	a	un	cambio	delle	tendenze	delle	piccole-medie	imprese	le	quali	
hanno	 preferito	 specializzarsi	 nel	 “private	 label”,	 note	 anche	 come	 “white	 label”,	 in	 risposta	 ai	
cambiamenti	della	struttura	distributiva	dell’Italia	e	dell’Europa	e	per	contrastare	le	nuove	difficoltà	
che	si	sono	affacciate	per	i	grandi	brand,	incapaci	di	sostenere	le	vendite	in	un	mercato	in	cui	si	
registrano	significativi	cali	dei	consumi.	
All’interno	 del	 distretto	 sono	 nate	 imprese	 che	 forniscono	 prodotti	 e	 servizi	 specializzati	 per	 le	
industrie	tessili	qui	situate.	Tra	le	più	importanti	ricordiamo	quelle	specializzate	nella	produzione	di	
macchinari	per	la	preparazione	e	filatura	di	fibre	naturali,	sintetiche,	tecniche	e	mischie	nonché	del	
tessuto	non	tessuto.	Queste	imprese	seguono	i	loro	clienti	dalla	progettazione	dell’impianto	fino	
alla	sua	manutenzione	per	tutto	il	ciclo	di	vita	dello	stesso.	Uno	dei	macchinari	più	innovativi	che	si	
trovano	 oggigiorno	 nel	 settore	 tessile	 è	 il	 wholegarment,	 una	 macchina	 di	 maglieria	 di	 ultima	
generazione	per	la	produzione	diretta	di	un	capo	senza	cuciture,	prodotta	da	Shima	Seiki	Italia	S.P.A.,	
azienda	Giapponese	che	ha	istituito	una	filiale	a	Modena,	vicino	al	distretto.	
Qui	 di	 seguito	 viene	 riportata	 una	 tabella	 con	 i	 dati	 relativi	 al	 2013/2014	 che	 mostrano	 la	
composizione	e	la	variazione	all’interno	del	distretto.	
	
N.	Imprese	(2014)	 1.331	 Var.%	Imprese	(2013/2014)	 -1,63	
N.	Imprese	fino	a	49	addetti	(2013)	 969	 Var.%	Imprese	fino	a	49	addetti	(2012/2013)	 -6,38	
N.	Addetti	(2013)	 12.527	 Var.%	Addetti	(2012/2013)	 -4,17	
Export	2014	(Mln	Euro)	 845	 Var.%	Export	(2013/2014)	 7,47
6	
	
CENNI	STORICI	SUL	DISTRETTO		
	
Il	distretto	di	Castel	Goffredo	nasce	negli	anni	che	seguono	la	Prima	Guerra	Mondiale,	con	la	nascita	
della	prima	grande	impresa	industriale	(1925):	il	Calzificio	Noemi.	Questo	cessa	la	sua	produzione	
intorno	agli	anni	’50,	ed	è	proprio	in	questo	momento	che	nasce	il	distretto,	formato	da	una	pluralità	
di	tante	piccole	imprese	perlopiù	a	conduzione	familiare.		
Numerose	sono	le	condizioni	storico-sociali	che	ne	hanno	permesso	la	nascita,	tra	cui:		
• un’elevata	professionalità	grazie	alle	conoscenze	e	all’esperienza	maturata	nel	settore;		
• una	 rapida	 diffusione	 delle	 informazioni,	 che	 ha	 permesso	 un’innovazione	 continua	 del	
settore;		
• l’esistenza	di	una	cultura	imprenditoriale;		
• la	presenza	di	risorse	finanziarie;		
• la	vicinanza	al	centro	di	produzione	dei	macchinari	specifici	per	la	produzione	della	calza.	
A	partire	dagli	anni	‘70-‘80	hanno	fatto	la	loro	comparsa	all’interno	del	distretto	le	più	importanti	e	
grandi	aziende	calzaturiere,	che	hanno	internalizzato	molti	passaggi	della	filiera,	per	citarne	alcune:	
Golden	Lady	Company,	Pompea,	CSP	International	Fashion	Group,	Levante,	Calzificio	FAP,	Gizeta	
Calze,	Calzificio	Mura,	Calze	BC,	Calzificio	Franzoni,	Calzificio	Nuova	Virgiliana,	etc.	Un’	importante	
precisazione	riguarda	Calzedonia	che	costituisce	un	caso	particolare,	in	quanto	la	sua	attività	non	è	
interamente	 concentrata	 all’interno	 del	 distretto,	 infatti	 la	 sua	 sede	 centrale	 è	 ubicata	 a	
Dossobuono	di	Villafranca	di	Verona.		
Accanto	alle	aziende	più	popolari	troviamo	altre	aziende	medio-piccole,	le	quali	come	già	accennato	
si	sono	specializzate	nelle	“private	label”,	non	mancano	inoltre	i	numerosi	laboratori	e	le	aziende	a	
conduzione	familiare	che	operano	in	conto	terzi.	Queste	ultime	da	piccoli	laboratori	familiari	di	
produzione	 diventarono	 delle	 vere	 e	 proprie	 aziende	 con	 il	 ruolo	 di	 capofila	 tra	 le	 imprese	 del	
distretto,	 con	 il	 loro	 inserimento	 nel	 mercato	 iniziò	 la	 competizione	 con	 le	 ditte	 nazionali	 ed	
europee.		
La	produzione	del	Distretto	di	Castel	Goffredo,	attualmente,	rappresenta	il:		
• 75%	dell’intera	produzione	italiana	di	calze	da	donna;		
• 60%	di	quella	europea;
7	
	
• 30%	di	quella	mondiale.		
Nel	corso	degli	anni	90	il	distretto	si	guadagna	l’appellativo	di	“capitale	europea	della	calza”,	che	
ben	si	giustifica	visti	i	risultati.	
La	ridotta	delocalizzazione	del	distretto	trova	la	sua	spiegazione	in	un	insieme	di	fattori,	tra	i	quali:		
• bassa	incidenza	del	costo	della	manodopera	sul	prodotto	finito,	che	trova	la	sua	spiegazione	
nella	forte	automazione	dei	processi	produttivi;		
• scarsa	produttività	nonché	affidabilità	nei	confronti	delle	industrie	localizzate	in	quei	paesi	
dove	il	costo	del	lavoro	è	inferiore;		
• la	mancanza	di	terzisti	qualificati	per	le	varie	fasi	di	lavorazione.		
Questi	 aspetti	 non	 hanno	 tuttavia	 impedito	 del	 tutto	 delle	 forme	 di	 decentramento	 e	
delocalizzazione	all’estero,	in	particolar	modo	nei	paesi	dell’est	Europa,	di	quelle	fasi	definite	come	
“labour	intensive”	(assemblaggio	e	cucitura).		
Da	sempre	il	focus	del	distretto	è	stato	il	rafforzamento	e	il	miglioramento	dei	processi	produttivi,	
trascurando	invece	tutti	gli	aspetti	legati	al	commerciale,	alla	gestione,	alle	attività	di	marketing	e	
infine	quelli	distributivi;	questi	ultimi	aspetti	risultano	invece	di	vitale	importanza	nei	momenti	in	
cui	i	consumi	registrano	un	arresto,	che	si	è	verificato	dal	momento	che	il	settore	era	giunto	al	suo	
stadio	di	maturità.		
Nel	corso	del	tempo	la	competitività	si	è	spostata	dal	piano	produttivo	a	quello	di	marketing	e	
comunicazione,	dove	un	ruolo	centrale	è	ricoperto	dalla	marca.	L’attenzione	è	stata	quindi	posta	
sulle	modalità	con	cui	viene	presentato	il	prodotto	e	sulla	comunicazione	che	si	intende	trasmettere	
dello	stesso,	a	tal	fine	sono	stati	scelti	accuratamente	sia	i	canali	commerciali	sia	quelli	distributivi,	
con	conseguente	riduzione	della	catena.	Su	questa	scia	si	sono	visti	notevoli	cambiamenti	della	
distribuzione	tradizionale,	infatti,	mentre	un	tempo	trovavamo	il	grossista	e	i	venditori	ambulanti,	
oggi	questi	ruoli	sono	stati	per	la	gran	parte	soppiantati	dalla	Grande	Distribuzione	e	dalla	Grande	
Distribuzione	 Organizzata,	 generando	 un	 rapporto	 diretto	 tra	 i	 produttori;	 sono	 state	 inoltre	
introdotte	nuove	modalità	di	vendita	come	il	franchising.
8	
	
SCHELETRO	DEL	DISTRETTO	
	
All’interno	del	distretto	di	Castel	Goffredo	operano	le	seguenti	istituzioni:	
• L’associazione	Distretto	Calza	e	Intimo	A.DI.CI.;	
• Il	CSC	Centro	Servizi	Calza;	
• L’Associazione	 degli	 Industriali	 di	 Mantova,	 la	 quale	 fornisce	 servizi	 di	 consulenza	 sulle	
problematiche	aziendali;	
• Sistema	 Moda	 Italia:	 l’Associazione	 italiana	 delle	 industrie	 della	 filiera	 tessile	 e	
abbigliamento.	Il	suo	obiettivo	è	l’affiancamento	delle	imprese	nel	risolvere	problematiche	
legate	alla	produzione,	con	uno	sguardo	attento	verso	le	condizioni	del	mercato	e	le	tecniche	
di	promozione	e	commercializzazione	sia	interne	che	esterne	al	Paese;		
• La	Banca	di	Credito	Cooperativo	di	Castel	Goffredo	(ex	Cassa	Rurale	ed	Artigiana	di	Castel	
Goffredo,	ed	ora	divenuta	Credito	Padano	grazie	alla	fusione	con	la	Banca	Cremonese),	utile	
a	sostenere	la	crescita	delle	piccole	e	medie	imprese	nonché	solida	base	per	le	attività	svolte	
dal	Centro	Servizi	Calza;	
• L’unione	provinciale	Artigiani	e	la	Confederazione	Nazionale	degli	Artigiani;		
• Il	Comune	di	Castel	Goffredo	e	la	Provincia	di	Mantova.	
In	particolare	è	utile,	al	fine	di	sviluppare	la	nostra	analisi	sullo	sviluppo	del	cluster,	concentrarsi	su	
due	 degli	 enti	 non	 appena	 elencati:	 il	 Centro	 Servizi	 Calza	 e	 l’A.DI.CI.,	 i	 quali	 congiuntamente	
costituiscono	il	cuore	pulsante	del	cluster	e	permettono	di	individuare	i	legami	che	le	imprese	di	
Castel	Goffredo	hanno	sviluppato	reciprocamente	e	con	le	istituzioni	del	territorio	e	non	solo.	
A.DI.CI.	
	
L’associazione	Distretto	Calza	e	Intimo	ricopre	un	ruolo	centrale	per	Castel	Goffredo,	vestendo	i	
panni	da	un	lato	di	incubatore	di	idee	e	dall’altro	di	luogo	di	confronto	in	cui	poter	sviluppare	
progetti	stando	a	contatto	con	i	diversi	operatori	del	territorio.		
Le	principali	funzioni	di	A.DI.CI.	sono:	
• Svolgere	 attività	 di	 ricerca	 statistica	 e	 di	 elaborazione	 dati	 riguardanti	 l’andamento	 del	
distretto	 e	 del	 settore	 a	 cui	 questo	 appartiene	 (grazie	 all’aiuto	 di	 istituti	 specializzati	 di	
ricerca);
9	
	
• Promuovere	attività	per	la	sensibilizzazione	delle	istituzioni	in	tema	di	contraffazione;	
• Intrattenere	relazioni	con	le	Università	italiane	per	l’individuazione	e	lo	sviluppo	congiunto	
di	nuovi	modelli	di	business;	
• Mantenere	saldi	rapporti	con	i	rappresentanti	di	altri	distretti	italiani	della	moda,	al	fine	di	
creare	sinergie	utili	allo	sviluppo	di	possibili	politiche	comuni;	
• Interagire	con	gli	istituti	di	credito	con	lo	scopo	di	ottenere	una	politica	di	credito	adeguata	
al	territorio;	
• Mantenere	 costante	 e	 qualificata	 la	 propria	 presenza	 sulla	 stampa	 locale,	 nazionale	 e	
internazionale	per	supportare	gli	obiettivi	primari	posti	dall’associazione.	
A	 tal	 proposito,	 si	 riporta	 qui	 di	 seguito	 una	 dichiarazione	 di	 Alessandro	 Gallesi,	 Presidente	 di	
A.DI.CI.,	 fatta	 durante	 un’intervista	 di	 “Il	 Gazzettino	 Nuovo”:	 “A.DI.CI.	 guarda	 al	 presente	 e	 al	
prossimo	futuro	con	rinnovata	vitalità	e	con	grande	impegno,	che	fa	parte	del	nostro	modo	di	essere.	
Bisogna	 operare	 sul	 piano	 della	 qualità	 e	 dell’innovazione	 ma	 non	 possiamo	 dimenticare	
l’importanza	 del	 servizio	 ai	 clienti.	 Questo	 è	 l’unico	 modo	 per	 essere	 competitivi	 con	 il	 mercato	
estero,	 soprattutto	 orientale.	 Perciò	 occorrono	 coraggio,	 positività	 e	 disponibilità	 al	 dialogo	 tra	
imprenditori.	Ce	la	stiamo	mettendo	tutta	per	motivare	gli	imprenditori	disillusi	del	nostro	settore.	
Noi	abbiamo	voglia	di	fare	e	ci	crediamo.”.	
L’innovazione,	in	tutte	le	sue	forme,	è	senza	dubbio	un	tema	di	grande	rilevanza	all’interno	del	
distretto,	e	anticipare	le	sfide	future	tramite	progetti	di	medio	lungo	termine	è	da	sempre	mission	
dell’associazione;	quest’ultima,	nel	tempo,	è	profondamente	mutata,	sviluppando	in	ultimo	una	
forte	richiesta	di	solide	forme	di	aggregazione	tra	imprenditori	locali,	anche	al	fine	di	scongiurare	il	
rischio	di	venire	colpiti	troppo	duramente	dalla	crisi	che	incombe	sull’economia	in	questi	ultimi	anni.	
Per	assistere	maggiormente	i	diversi	attori	del	distretto,	A.DI.CI.,	in	collaborazione	con	l’associazione	
ad	hoc	“Noemi	Trust”,	ha	scelto	dal	2013	di	divenire	referente	di	più	di	200	aziende	fornendo	
supporto	ad	operatori	e	istituzioni	in	caso	di	difficoltà.	
Tramite	 il	 suo	 impegno,	 A.DI.CI.	 ha	 permesso	 al	 distretto	 di	 Castel	 Goffredo	 di	 offrire	 una	
quantificazione	 oggettiva	 della	 situazione	 in	 cui	 perversa	 e	 dei	 trend	 in	 atto	 nel	 mercato	 di	
riferimento,	ha	intessuto	una	fitta	rete	di	rapporti	a	livello	istituzionale,	politico,	imprenditoriale	e	
associativo,	 erigendosi	 a	 punto	 di	 riferimento	 riconosciuto	 e	 accreditato	 e	 permettendo	 così	 di	
estendere	 la	 notorietà	 del	 distretto.	 Ad	 oggi,	 l’associazione	 presenzia	 nel	 Consiglio	 Direttivo
10	
	
dell’Associazione	Tessile	e	Salute,	affiancando	le	principali	figure	del	settore,	ed	intrattiene	forti	
legami	con	distretti	e	consorzi	quali	quello	della	moda	di	Verona	e	quello	calzaturiero	marchigiano.	
CENTRO	SERVIZI	CALZA	CSC	
	
Il	Centro	Servizi	Calza,	situato	all’interno	del	distretto	di	Castel	Goffredo,	si	sviluppò	nel	1990	in	
sostituzione	di	un	precedente	centro	nato	nel	1986	grazie	all’iniziativa	della	Cassa	Rurale	locale,	con	
lo	scopo	di	promuovere	il	processo	di	servizio	all’interno	del	distretto.	La	mission	del	CSC	è,	difatti,	
quello	di	essere	un’azienda	all’interno	e	al	servizio	di	una	rete	allargata	di	imprese,	promuovendo	
collaborazione	e	sostegno	tra	imprese	e	enti	territoriali,	e	con	l’obiettivo	di	contribuire	in	modo	
proattivo	alla	crescita	economica	del	comparto.	Per	il	raggiungimento	degli	obiettivi	prefissati,	esso	
opera	sia	in	autonomia	che	a	contatto	con	altre	realtà	associative.	
Innanzitutto	è	doveroso	sottolineare	quelle	che	sono	le	sue	peculiarità:		
• Laboratorio	Prove:	tramite	questo	centro,	accreditato	presso	il	SINAL	(Sistema	Nazionale	di	
Accreditamento	dei	Laboratori),	il	CSC	ha	ottenuto	il	riconoscimento	di	organismo	operante	
secondo	un	sistema	di	qualità;		
• Internalizzazione:	essendo	questo	un	tema	fondamentale	per	il	centro	e	per	il	distretto,	
vengono	 messe	 a	 disposizione	 informazioni	 riguardanti	 il	 comparto	 e	 il	 mercato	 di	
riferimento,	fruibili	non	solo	dalle	aziende	ma	anche	da	istituzioni	locali,	agenzie	territoriali	
e	 tutti	 i	 possibili	 attori	 interessati,	 di	 modo	 da	 incentivare	 il	 processo	 di	
internazionalizzazione	e	far	crescere	il	segmento	di	mercato	raggiungibile;	
• Ricerca:	 agevola	 e	 incentiva	 la	 collaborazione	 tra	 aziende	 e	 centri	 di	 ricerche,	 al	 fine	 di	
rendere	le	indagini	di	mercato	maggiormente	raggiungibili	da	parte	delle	imprese.	Il	CSC	ha	
sempre	 posto	 grande	 enfasi	 sull'attenzione	 alla	 qualità,	 alla	 formazione,	 all’innovazione	
tecnologica	e	alle	tendenze;	si	prefigge	l'obiettivo	di	restare	sempre	al	passo	con	i	tempi,	
continuando	ad	incrementare	il	proprio	filone	di	produzione,	in	linea	con	i	mutamenti	del	
contesto	economico	in	cui	è	inserito;		
• Formazione:	il	Centro	Servizi	Calza	organizza	tra	le	altre	attività	anche	corsi	di	formazione	
rivolti	ai	diversi	livelli	aziendali,	principalmente	sui	temi	di	economia,	normativa,	energia,	
trend	 settoriali,	 tramite	 corsi	 sia	 tecnici	 che	 teorici.	 Questi	 corsi,	 oltre	 ad	 aumentare	 la	
specializzazione	all'interno	del	distretto	e	a	modellare	l’abilità	del	personale,	sanno	anche	
essere	propulsori	per	la	crescita	delle	imprese	e	lo	sviluppo	di	sempre	più	nuove	ed	efficaci
11	
	
strategie.	 L’attività	 formativa	 offerta	 dal	 centro	 è	 certificata,	 a	 garanzia	 del	 rispetto	 di	
qualificati	standard	di	competenza,	affidabilità	e	trasparenza	nei	confronti	dell’utenza;	
• LAMODAinCALZA®:	evento	semestrale,	che	si	tiene	in	primavera	ed	in	autunno,	in	cui	il	CSC	
presenta	alle	imprese	le	tendenze	che	ci	si	aspetta	si	sviluppino	di	lì	a	un	anno	per	i	diversi	
prodotti	 che	 si	 sviluppano	 all'interno	 del	 distretto:	 dalla	 calzetteria	 all'intimo	 e	 al	
loungewear,	moda	donna,	uomo	e	bambino.	Si	tratta	di	un	appuntamento	molto	importante	
per	tutti	gli	attori	della	filiera	in	quanto	la	programmazione	della	produzione	all'interno	delle	
singole	imprese	viene	progettata	grazie,	e	subito	dopo,	a	questo	evento.	
	
Le	competenze	del	Centro	Servizi	Calza	sono	offerte	agli	attori	del	distretto	al	fine	di:	
• Realizzare	“missioni	esplorative”	in	Paesi	esteri	di	interesse	per	gli	operatori	del	distretto	ed	
incentivare	le	relazioni	con	operatori	stranieri	specializzati	nei	medesimi	comparti;	
• Fare	da	ponte	tra	la	realtà	distrettuale	e	le	iniziative	e	gli	incentivi	offerti	da	Regione,	Stato,	
Unione	 Europea,	 assistendo	 le	 aziende	 nello	 sviluppo	 progettuale	 nonché	 in	 tema	 di	
finanziamento;	
• Costruire	e	mantenere	forte	il	network	tra	aziende,	enti	e	istituzioni	del	territorio.		
È	chiara	quindi	la	convenienza	e	l’utilità	di	un	simile	ente,	in	grado	di	permettere	agli	associati	non	
solo	di	avere	un	punto	di	riferimento	al	quale	appoggiarsi	e	che	funga	da	rete	di	sostegno,	ma	anche	
di	poter	contare	su	un	centro	i	cui	valori	principali	sono	trasparenza	e	professionalità,	che	può	
servirli	e	sostenerli	nelle	diverse	esigenze	aziendali,	offre	loro	attività	di	formazione	qualificate	e	a	
condizioni	vantaggiose	e	permette	loro	di	accedere	alla	sua	banca	dati	per	effettuare	indagini	e	
ricerche.	Come	precedentemente	anticipato,	il	Centro	Servizi	Calza	collabora	anche	con	altre	realtà	
locali,	quali	l’Osservatorio	Calzetteria	Femminile	e	Sistema	Moda	Italia;	tramite	le	sinergie	venutesi	
a	creare	tra	questi	attori	si	è	data	vita	a	diversi	servizi,	quali:		
• Eventi	 tramite	 i	 quali	 da	 un	 lato	 si	 vuole	 presentare	 qual	 è	 il	 comportamento	 del	
consumatore	relativamente	al	prodotto	calza	e	dall’altro	si	vogliono	analizzare	i	dati	relativi	
alla	produzione,	al	contesto	economico	e	di	mercato;		
• Servizi	di	informazione,	destinati	alle	aziende	del	comparto	tessile,	riguardanti	l’analisi	di	
domanda	 e	 offerta	 per	 quanto	 riguarda	 la	 calzetteria	 femminile,	 trend	 attuali,	 dati	
riguardanti	il	mercato,	sia	quello	interno	che	quello	esterno,	in	termini	di	quote	export,
12	
	
informazioni	riguardanti	la	struttura	e	lo	sviluppo	del	distretto	in	un’ottica	di	produzione	e	
di	 distribuzione,	 etc.	 Questo	 tipo	 di	 servizio,	 essendo	 attualmente	 l’unico	 al	 quale	 la	
calzetteria	 in	 generale	 può	 fare	 riferimento,	 si	 rivolge	 a	 tutti	 gli	 operatori	 del	 settore,	
dall’imprenditore	 agli	 studiosi,	 cercando	 inoltre	 di	 stimolare	 lo	 sviluppo	 di	 politiche	 e	
strategie	future	comuni.	L’importanza	di	questo	servizio	è	data,	tra	le	altre	cose,	anche	dal	
fatto	che	in	un	contesto	di	competizione	globale	quale	quello	in	cui	si	trova	la	calzetteria	
oggigiorno,	richiede	informazioni	specifiche	e	mirate	utili	ad	attuare	strategie	efficaci.
13	
	
ANALISI	SWOT	
	
In	 questa	 parte	 dell’elaborato	 verrà	 effettuata,	 attraverso	 lo	 strumento	 dell’analisi	 SWOT,	 una	
valutazione	 degli	 elementi	 di	 forza	 e	 di	 debolezza,	 delle	 opportunità	 e	 delle	 minacce	 presenti	
all’interno	del	distretto	della	calzetteria	di	Castel	Goffredo.	
PUNTI	DI	FORZA:	
	
1. CULTURALI		
• Un	forte	senso	della	famiglia;	
• Uno	spirito	fortemente	imprenditoriale;	
• Un	elevato	senso	di	appartenenza	alla	stessa	comunità;	
• Una	spiccata	attitudine	culturale	al	lavoro.	
	
2. ECONOMICI		
• La	conservazione	del	capitale	economico,	tecnologico	e	culturale	all’interno	dell’area;	
• L’elevata,	capillare	e	rapida	diffusione	delle	conoscenze	tecnologiche	e	delle	informazioni;	
• La	sinergia	con	il	polo	produttivo	bresciano	dei	macchinari	tessili;	
• La	pratica	per	un	lungo	periodo	di	politiche	“no	brand”;	
• La	vocazione	all’export;	
• L’elevato	tasso	di	attività	e	produttività;	
• L’elevato	intercambio	di	lavoratori	tra	le	imprese;	
• La	presenza	di	manodopera	specializzata;	
• La	presenza	al	suo	interno	del	Centro	Servizi	Calza;	
• La	presenza	del	Salone	Europeo	della	Calzetteria;	
• L’esistenza	di	continui	processi	innovativi	incrementali	di	produzione;	
• Il	supporto	finanziario	delle	istituzioni	bancarie	locali;	
• La	bassa	incidenza	dei	costi	indiretti	del	lavoro	(mense,	trasporti	etc.).
14	
	
PUNTI	DI	DEBOLEZZA	
	
• La	 scarsa	 cultura	 commerciale:	 nel	 distretto	 sono	 presenti	 soprattutto	 aziende	 di	
produzione,	ma	in	un	periodo	di	contrazione	dei	consumi,	come	quello	attuale,	sono	
richieste	anche	altre	competenze;	
• La	frammentazione	del	distretto:	il	grande	numero	di	marchi	all’interno	del	distretto	può	
rivelarsi	una	potenziale	minaccia	per	la	concentrazione	della	distribuzione;	
• La	disponibilità	della	tecnologia:	una	volta	impiegata	nei	nuovi	impianti	è	facilmente	
accessibile	 a	 tutte	 le	 imprese,	 qualora	 si	 diffondesse	 nei	 paesi	 in	 cui	 è	 presente	
manodopera	a	basso	costo	questi	potrebbero	diventare	dei	pericolosi	concorrenti;	
• La	 riduzione	 della	 professionalità:	 a	 causa	 dell’allungamento	 del	 percorso	 di	 studi,	 i	
giovani	arrivano	in	azienda	a	25	anni	senza	alcuna	preparazione	tecnica	e	con	un	costo	
più	elevato	per	le	imprese.	
Per	superare	i	punti	di	debolezza,	le	imprese	del	Distretto	di	Castel	Goffredo	dovranno:	
• Investire	in	comunicazione	e	dar	vita	ad	un	valido	collegamento	con	la	distribuzione;	
• Focalizzarsi	sempre	più	sulla	fascia	“alta”	della	gamma	di	prodotto,	abbandonando	le	
fasce	basse	di	mercato	che	saranno	coperte	dalle	imprese	operanti	nei	paesi	emergenti;	
• Puntare	sulle	componenti	a	“valore	aggiunto”	del	prodotto:	l’elemento	del	fashion,	del	
comfort,	del	wellness,	dell’estetica	associata	al	beneficio	per	la	salute,	alla	sostenibilità	
energetica;	
• Puntare	sull’innovazione	sia	da	un	punto	di	vista	produttivo	che	nei	servizi	offerti,	sulla	
consulenza	al	rivenditore,	sulla	flessibilità,	su	una	sempre	maggiore	velocità	di	consegna	
e	sul	packaging;	
• Agire	sulla	riduzione	dei	costi	delle	attività	non	core	della	catena	di	fornitura;	
• Sostenere	la	formazione	aziendale,	sia	per	i	ruoli	tecnici	chiave,	sia	per	nuovi	approcci	al	
mercato	e	di	management.	
OPPORTUNITÀ	
	
• Trentino	Sviluppo	offre	alle	imprese	italiane	che	abbiano	in	Trentino	una	sede	legale	o	vi	
spostino	parte	del	loro	ciclo	produttivo	la	possibilità	di	fare	ricerca,	sviluppando	progetti
15	
	
che	vengono	sostenuti	con	contributi	a	fondo	perduto	che	arrivano	a	cofinanziare	fino	
all’80%	del	costo,	per	un	massimo	di	tre	milioni;	
• Linee	di	credito	specifiche	messe	a	disposizione	da	Banco	Popolare;	
• Riguardo	ai	filati	si	potrebbe	esplorare	l’utilizzo	di	materiali	innovativi	quali	il	grafene,	
filati	da	materiali	riciclabili	o	ecosostenibili;	
• L’uso	 delle	 nuove	 tecnologie	 informatiche,	 per	 rendere	 sempre	 più	 smart	 i	 processi	
logistici	del	settore	tessile.	
	
Negli	ultimi	decenni	la	tendenza	delle	imprese	del	distretto,	soprattutto	per	quanto	riguarda	quelle	
di	dimensioni	maggiori,	è	stata	quella	della	delocalizzazione	della	produzione	nei	paesi	in	cui	era	
presente	manodopera	non	specializzata	a	basso	costo.	Negli	ultimi	anni,	invece,	si	sta	riscontrando	
una	tendenza	inversa,	le	imprese	stanno	tornando	a	produrre	nei	loro	luoghi	di	origine.	Questo	
fenomeno	prende	il	nome	di	“reshoring”.	Nella	maggior	parte	dei	casi	il	rientro	delle	produzioni	è	
parziale	e	riguarda	le	fasi	più	delicate	e	a	maggior	valore	aggiunto,	ma	sono	presenti	anche	aziende	
che	hanno	scelto	di	rilocalizzare	gran	parte	della	produzione.	
Opportunità	del	reshoring:	
	
• Rimettere	in	funzione	e	ammodernare	vecchi	siti	produttivi;	
• Presenza	di	aree	caratterizzate	da	disponibilità	di	manodopera	altamente	qualificata;	
• Maggiore	produttività;	
• Riduzione	del	time	to	market;	
• Migliore	livello	qualitativo	delle	produzioni;	
• Vicinanza	ai	mercati	di	sbocco.	
	
MINACCE	
• Concorrenza	estera;	
• Calo	del	prezzo	medio	dei	prodotti;	
• Calo	delle	esportazioni.
16	
	
SITUAZIONE	ATTUALE	
	
LA	RECENTE	CRISI	E	LE	SUE	CONSEGUENZE	
	
Il	distretto	della	calza,	come	tanti	altri	distretti	italiani,	ha	subito	pesanti	conseguenze	in	seguito	alla	
crisi	economica	e	finanziaria	scoppiata	negli	Stati	Uniti	e	poi	diffusasi	in	tutta	Europa	a	partire	dal	
2007.	Nuovi	Paesi	si	sono	affacciati	sul	mercato	con	imprese	molto	più	competitive	che	offrono	
prodotti	a	basso	costo.	In	risposta,	alcune	imprese	italiane	hanno	iniziato	a	fare	out-sourcing.	Uno	
dei	primi	Paesi	dove	le	nostre	imprese	si	sono	delocalizzate	è	stata	la	Serbia.	Le	ragioni	che	hanno	
spinto	gli	imprenditori	a	investire	in	queste	aree	sono:	inferiore	costo	dell’elettricità,	sbocco	diretto	
nel	mercato	russo	che	permette	di	non	pagare	dazi	che	incidono	dal	20%	al	25%	sul	prezzo	del	
prodotto	e	infine	il	minor	costo	della	manodopera.	Nei	primi	anni	la	delocalizzazione	ha	riguardato	
solo	alcune	parti	del	processo	produttivo	come	le	operazioni	di	cucitura.	Però,	siccome	smistare	
parti	della	produzione	allungava	i	tempi	per	la	fornitura	del	prodotto	finito,	alcune	imprese	hanno	
delocalizzato	 l’intera	 produzione.	 Di	 conseguenza	 la	 disoccupazione	 italiana	 è	 aumentata.	 Sono	
state	le	più	grandi	imprese	nel	settore	della	calza	come	Levante,	Golden	Lady	e	Pompea,	le	prime	a	
spostare	la	produzione	all’estero	mettendo	in	cassa	integrazione	migliaia	di	lavoratori.	
Il	rischio	è	che	quanto	prodotto	in	altri	Paesi	non	abbia	la	stessa	qualità	del	“Made	In	Italy”.	Molti	
buyer,	specialmente	i	più	giovani,	sono	ancora	inesperti	e	incapaci	di	riconoscere	la	qualità	del	
prodotto	e	finiscono	per	preferire	la	merce	d’importazione	dal	prezzo	più	appetibile.		
Un	grosso	problema	è	anche	quello	legato	alla	contraffazione.	Ci	sono	migliaia	di	capi	nel	mercato	
che	portano	l’etichetta	con	la	scritta	“Made	in	Italy”	quando	invece	di	italiano	hanno	poco	nulla.	Per	
risolvere	 questo	 problema	 l’8	 aprile	 del	 2010	 è	 stato	 approvato	 un	 provvedimento,	 la	 legge	
Reguzzoni-Versace,	che	va	a	tutelare	il	made	in	Italy	nel	settore	tessile	e	dell’abbigliamento.	Questa	
legge	però	risulta	essere	incompatibile	con	il	diritto	comunitario	e	quindi	non	può	essere	applicata.		
Un	 altro	 fenomeno	 che	 continua	 ancora	 oggi	 a	 mettere	 in	 difficoltà	 le	 più	 piccole	 imprese	 è	 il	
meccanismo	 dilatorio	 dei	 tempi	 di	 pagamento.	 Spesso	 le	 principali	 insegne	 della	 grande	
distribuzione	espongono	i	prodotti	nei	loro	scaffali	al	momento	dell’arrivo	della	merce	ma	pagano	a	
180	giorni	(fino	ad	arrivare	anche	a	240	giorni)	costringendo	le	piccole	imprese	a	indebitarsi	con	le	
banche.		
Uno	degli	anni	più	difficili	per	l’export	della	calza	è	stato	il	2014:	il	fatturato	aggregato,	su	fonte	Istat,	
nel	 2014	 è	 sceso	 del	 11,4%	 registrando	 pesanti	 cali	 in	 tutti	 i	 mercati	 europei	 con	 particolare	
riferimento	 alla	 Spagna,	 alla	 Francia	 e	 all’Inghilterra.	 Ci	 sono	 stati	 risultati	 negativi	 anche	 per	 il
17	
	
mercato	americano	e	quello	russo,	il	quale	in	poco	tempo	si	è	praticamente	azzerato.	Guardando	
più	nel	dettaglio,	il	calo	maggiore	si	è	visto	per	i	collant	in	fibre	naturali	(-26,1%)	dove	i	produttori	
del	distretto	mantovano	hanno	patito	maggiormente	la	concorrenza	dell’Asia.		
Ma	nel	2015	la	situazione	non	è	migliorata.	In	particolare	nel	primo	semestre	dell’anno,	le	vendite	
oltre	confine	sono	state	meno	di	210	milioni	di	euro	con	una	differenza	in	negativo	di	36	milioni	
circa	rispetto	al	2014.	In	termini	percentuali,	il	calo	maggiore	nei	primi	sei	mesi	si	è	registrato	per	le	
esportazioni	extra	Ue	ma	la	frenata	ha	riguardato	in	generale	tutti	i	mercati.	Mentre	il	calo	verso	il	
mercato	russo	è	continuato,	segnando	un	-59,7%,	è	peggiorato	significativamente	anche	l’export	
verso	 la	 Germania	 (-13,1%	 rispetto	 al	 2013).	 Gli	 unici	 dati	 positivi	 sono	 stati	 quelli	 riguardanti	
l’Inghilterra	(+2,7%)	e	i	Paesi	Scandinavi	(+4,1%).			
	
	
	
Per	quanto	riguarda	il	prezzo,	il	prezzo	medio	nel	2015	rispetto	al	2014	è	cambiato	di	poco	(-0,2%).	
Questo	significa	che	il	minor	fatturato	è	dovuto	ad	un	calo	delle	paia	di	calze	vendute.		
In	 generale,	 ci	 sono	 più	 fattori	 che	 hanno	 messo	 in	 difficoltà	 il	 distretto	 di	 Castel	 Goffredo.	
Tralasciando	le	cause	strutturali	del	sistema	Italia	(burocrazia,	alto	costo	dell’energia,	alto	costo	del	
lavoro,	carenze	infrastrutturali	etc.),	le	cause	della	crisi	sono	di	due	tipologie:	endogene	ed	esogene.		
Le	cause	endogene	sono:		
• il	venir	meno	di	molti	dei	punti	di	forza	storici	del	distretto;		
• l’assenza	nel	tempo	di	azioni	volte	ad	ottenere	notorietà	nazionale	ed	internazionale	sul	
distretto;
18	
	
• la	delocalizzazione	che	ha	messo	in	crisi	le	imprese	terziste	che	lavoravano	per	le	grandi	
aziende;	
• la	diffusione	dei	laboratori	cinesi	che	hanno	portato	alla	sparizione	di	molti	laboratori	terzisti;		
• l’incapacità	degli	operatori	locali	di	fare	“gruppo”	e	di	collaborare;		
• l’assenza	sul	territorio	di	un	vero	centro	di	R&S	condiviso.		
Le	cause	esogene	sono:		
• l’avvento	sul	mercato	di	nuovi	player	con	strategie	di	“low	price”;		
• il	cambiamento	della	struttura	del	mercato	europeo	e	mondiale	con	la	nascita	di	una	nuova	
tipologia	di	cliente	molto	più	complessa;	
• il	cambiamento	della	moda;	
• la	contraffazione	dei	prodotti	anche	in	termini	di	composizioni	tessili;		
• una	politica	comunitaria	che	non	tutela	e	protegge	il	“made	in”.	
	
COME	SCONFIGGERE	LA	CRISI		
	
Perché	 il	 distretto	 riesca	 a	 sopravvivere,	 le	 imprese	 che	 lo	 compongono	 devono	 agire	
immediatamente.	 Risulta	 fondamentale	 oggi	 investire	 su	 innovazione	 non	 solo	 di	 prodotto	 ma	
soprattutto	 commerciale,	 distributiva,	 organizzativa	 e	 accedere	 a	 nuovi	 mercati.	 Produrre	
calzetteria	altamente	tecnologica,	innovativa	e	fashion	per	differenziarsi	dai	concorrenti.	Questi	
sono	gli	obiettivi	che	ogni	azienda	del	distretto	deve	quotidianamente	perseguire.		
A	livello	di	distretto	invece,	è	indispensabile	richiedere	alle	istituzioni	e	agli	organi	preposti	azioni	
sempre	più	incisive	contro	la	contraffazione	e	contro	ogni	forma	di	illegalità	che	vada	a	danno	di	
tutte	quelle	aziende	che	continuano	a	investire	in	Italia	per	mantenere	il	primato	qualitativo	a	livello	
mondiale.	È	importante	tutelare	il	consumatore	anche	attraverso	l’istituzione	di	un	ente	di	controllo	
come	l’Osservatorio	Nazionale	Tessile	che,	secondo	alcune	stime,	potrebbe	far	recuperare	fino	ad	
un	20%	dei	fatturati	oggi	persi	a	causa	di	prodotti	contraffatti	presenti	nel	mercato.	Per	essere	
competitivo	 il	 distretto	 della	 calza	 intende	 creare	 sul	 territorio	 un	 centro	 di	 ricerca	 e	 sviluppo	
adeguatamente	 dotato	 sui	 piani:	 tecnico,	 finanziario,	 in	 grado	 di	 sviluppare	 tutto	 il	 know-how	
costruito	 nel	 distretto	 negli	 anni,	 potenziandolo	 fino	 a	 portare	 vantaggio	 anche	 da	 innovazioni	
derivanti	da	altri	settori.
19	
	
Lo	stato	dovrebbe	anche	aiutare	le	aziende	con	maggiori	finanziamenti	pubblici	permettendo	loro	
di	sviluppare	progetti	concreti,	innovativi	e	in	grado	di	incrementare	le	esportazioni.		
Infine	le	aziende,	per	imboccare	la	strada	del	successo,	devono	pensare	e	attuare	una	politica	mirata	
all’export	 costruita	 facendo	 sistema	 tra	 tutti	 gli	 attori	 coinvolti	 nella	 filiera	 e	 con	 le	 istituzioni	
pubbliche	e	bancarie.	In	altre	parole,	non	si	deve	più	ragionare	in	termini	di	distretto	bensì	in	termini	
di	cluster.		
Questa	è	la	grande	sfida	che	le	aziende	della	calza	devono	vincere:	innovare	e	sfruttare	il	know	how	
dei	decenni	che	hanno	reso	famoso	nel	mondo	le	calze	del	distretto	mantovano	e	fare	sistema	per	
aiutare	e	aiutarsi.	
A	tal	scopo,	a	febbraio	di	quest’anno,	A.DI.CI.	ha	incontrato	i	rappresentanti	di	Trentino	Sviluppo,	
un’agenzia	della	Provincia	Autonoma	di	Trento	che	si	occupa	di	favorire	lo	sviluppo	sostenibile	del	
sistema	trentino.	Dall’incontro	è	emersa	la	possibilità	di	unire	le	forze	delle	imprese	del	distretto,	di	
Trentino	Sviluppo,	della	Fondazione	Bruno	Kessler	e	dell’Università	di	Trento	per	un’innovazione	di	
successo.	Si	sono	intraviste	nuove	opportunità	riguardo	sia	i	possibili	ambiti	di	ricerca	sia	il	supporto	
finanziario	 per	 la	 realizzazione	 dei	 progetti.	 Ci	 sono	 infatti	 i	 presupposti	 per	 poter	 accedere	 ad	
agevolazioni	previste	dalla	Provincia	Autonoma	di	Trento	e	a	forme	di	credito	specifiche	messe	a	
disposizione	da	Banco	Popolare.	Dalle	visite	in	alcune	aziende	è	emerso	che,	per	esempio,	riguardo	
ai	filati	si	potrebbe	provare	ad	usare	materiali	innovativi	come	il	grafene,	filati	da	materiali	riciclabili	
o	ecosostenibili	grazie	ai	quali	le	imprese	del	distretto	riuscirebbero	a	differenziarsi	da	tutte	le	altre.	
Anche	per	quanto	riguarda	le	attività	di	tintoria,	il	miglioramento	dell’impatto	ambientale	di	questa	
lavorazione	 sia	 in	 termini	 di	 riduzione	 della	 risorsa	 idrica	 utilizzata,	 sia	 in	 termini	 di	 risparmio	
energetico	potrebbe	essere	la	chiave	del	successo	delle	imprese	che	si	occupano	di	questa	fase.	
Anche	 dal	 punto	 di	 vista	 dell’organizzazione	 aziendale	 ci	 sono	 margini	 di	 miglioramento.	 Per	
esempio	si	possono	usare	nuove	tecnologie	informatiche	per	rendere	più	smart	i	processi	logistici	
del	settore	tessile.		
Ci	sono	dunque	più	aspetti	sui	quali	poter	lavorare	per	permettere	al	distretto	di	sconfiggere	la	
concorrenza,	di	differenziarsi	e	di	riavere	la	notorietà	e	la	fama	di	un	tempo.		
	
CASO	LYCRA	E	IL	LEGWEAR	INNOVATION	DAY.		
	
Lo	scorso	25	ottobre,	a	Corte	Cola	a	Gozzolina	di	Castiglione	si	è	tenuta	la	quarta	edizione	del	
Legwear	Innovation	Day.	Si	tratta	di	un	evento	organizzato	da	Invista,	proprietaria	del	marchio	Lycra,
20	
	
in	collaborazione	con	Fulgar,	il	suo	distributore	esclusivo.	Durante	questo	evento	sono	stati	mostrati	
tutti	i	progressi	svolti	nel	campo	della	ricerca	di	nuove	tecnologie	per	la	creazione	ed	utilizzo	del	
filato.		
È	emerso	che	confort,	versatilità	e	vestibilità	sono	le	tre	caratteristiche	che	i	clienti	ricercheranno	
nei	collant	e	nelle	calze	nel	biennio	2017/2018	ed	è	verso	questa	tendenza	che	si	è	orientato	lo	
sviluppo	tecnologico.		
Dal	 punto	 di	 vista	 estetico,	 le	 “nuove”	 calze	 presentano	 delle	 stampe	 effetto	 tattoo,	 ma	 non	
mancano	 anche	 i	 richiami	 alla	 tradizione	 con	 colori	 pastello	 tipici	 degli	 anni	 ’50,	 il	 ritorno	 dei	
gambaletti	e	scaldamuscoli	e	l’unicità	delle	lavorazioni	artigianali.	Presenti	anche	le	calze	per	chi	
pratica	sport	e	cerca	comfort	e	tecnologia.		
L’azienda	di	Castel	Goffredo	si	è	impegnata	nello	sviluppare	una	politica	attenta	all’ambiente.	Il	
settore	tessile	è	uno	dei	più	incisivi	a	livello	di	emissioni	e	non	solo	per	le	fibre	sintetiche	ma	anche	
per	quelle	naturali.	Il	risultato	di	Fulgar	è	quello	di	utilizzare	tre	fibre	con	caratteristiche	di	elasticità	
e	resistenza	molto	valide	e	che	limitano	le	ricadute	della	produzione	sull’ambiente.		
Queste	sono:		
• La	Emni	Soul	Eco	che	è	biodegradabile.	In	genere	sparisce	nel	giro	di	3	anni	evitando	l’arrivo	
in	discarica	e	limitando	l’emissione	di	CO2.	
• La	QNova	è	ottenuta	riciclando	un	prodotto	preesistente	ed	è	trasformata	attraverso	un	
processo	esclusivamente	meccanico	che	porta	ad	una	riduzione	dell’80%	delle	emissioni	e	
del	90%	del	consumo	di	acqua.		
• Evo	che	è	una	fibra	naturale	che	deriva	dai	semi	di	ricino	e	riduce	del	27%	l’emissione	di	CO2	
e	del	52%	il	consumo	idrico.		
Oggi	 dunque	 non	 ci	 si	 limita	 più	 alla	 bellezza	 e	 alla	 comodità	 ma	 si	 punta	 anche	 a	 prodotti	
ecosostenibili.	È	questo	l’aspetto	che	potrebbe	rendere	le	calze	del	distretto	di	Castel	Goffredo	
diverse	e	migliori	di	tutte	le	altre.
21	
	
IL	CLUSTER	DI	CASTEL	GOFFREDO	
	
Il	distretto	della	calzetteria	di	Castel	Goffredo	ad	oggi	può	essere	considerato	un	vero	e	proprio	
cluster.	
Il	cluster	si	differenzia	dal	tradizionale	distretto	industriale	per	il	solido	legame	tra	i	diversi	attori	
coinvolti,	il	quale	porta	alla	creazione	di	un	sistema,	sia	dal	punto	di	vista	territoriale	che	dal	punto	
di	vista	strategico	per	la	creazione	di	progetti	di	sviluppo	comune.	
Volendo	analizzare	uno	ad	uno	gli	elementi	che	rendono	Castel	Goffredo	un	cluster	vero	e	proprio,	
è	 utile	 utilizzare	 il	 Diamante	 di	 Porter,	 strumento	 adeguato	 per	 l’analisi	 della	 competitività	 del	
territorio,	e	successivamente	approfondire	quelli	che	sono	gli	elementi	distintivi	del	cluster.	
1. Diamante	di	Porter:	
• Contesto	strategico	di	rivalità	tra	le	imprese:	
Come	 risposta	 alla	 crisi	 economica	 dell’ultimo	 decennio	 le	 imprese	 del	 distretto	 hanno	
sviluppato	una	sempre	più	forte	volontà	di	aggregazione	che	si	è	tradotta	nello	sviluppo	di	
associazioni	 come	 CSC	 che	 si	 propongono	 di	 creare	 e	 fortificare	 la	 rete	 esistente	 tra	 le	
imprese	 e	 gli	 altri	 attori	 del	 territorio.	 L’aggregazione	 comporta	 una	 crescita	 della	
competitività	e	incentiva	le	aziende	ad	investire	nell’innovazione.	
• Settori	e	imprese	collegate:	
Non	 c’è	 monocultura	 in	 quanto	 sono	 presenti	 imprese	 appartenenti	 a	 diversi	 settori	
produttivi	e	operanti	in	diverse	fasi	della	catena	del	valore.	
• Condizioni	della	domanda:		
Inizialmente	la	domanda	era	mono	prodotto	(calze	e	collant),	successivamente	si	è	registrata	
da	 un	 lato	 una	 risposta	 positiva	 da	 parte	 dei	 consumatori	 verso	 i	 prodotti	 seamless	 e	
loungewear,	e	dall’altro	un’apertura	dell’offerta	anche	al	segmento	maschile,	il	quale	a	sua	
volta	ha	riscosso	successo.		
• Condizioni	degli	input:		
Il	personale	delle	aziende	che	compongono	il	cluster	è	altamente	qualificato	grazie	a	corsi	di	
formazione	 forniti	 internamente	 ed	 esternamente;	 per	 quanto	 riguarda	 invece	 l’aspetto	
finanziario	solida	base	d’appoggio	è	data	dal	Credito	Pagano.	
Grazie	alla	forte	comunicazione	interna	e	alla	creazione	di	aziende	con	livelli	e	prestazioni	maggiori	
rispetto	ad	altre	aree,	si	può	definire	quello	di	Castel	Goffredo	un	ambiente	pro-attivo.	Il	cluster,	
come	 elemento	 di	 organizzazione	 sul	 territorio,	 è	 importante	 poiché	 favorisce	 la	 competitività,
22	
	
stimola	e	consente	processi	d’innovazione,	può	aiutare	ad	aumentare	la	produttività	e	l’efficienza	
dei	rapporti	tra	le	imprese		
	
2. Elementi	distintivi	del	Cluster:	
• Industria:	
Il	requisito	minimo	affinché	un	distretto	venga	definito	Cluster	è	la	presenza	di	almeno	100	
imprese	e	1.000	occupati.	Nel	Cluster	in	questione	sono	presenti	circa	1.300	imprese,	tra	le	
quali	 troviamo	 sia	 grandi	 marchi	 che	 piccole	 imprese	 a	 conduzione	 prevalentemente	
familiare,	e	12.500	occupati.	Oltre	alle	imprese	che	producono	per	il	settore	della	calzetteria	
sono	presenti	altre	numerose	aziende	costruttrici	dei	macchinari	tessili	e	fornitrici	di	servizi	
complementari.	
• Enti	pubblici:		
Fanno	parte	del	cluster	anche	il	Comune	di	Castel	Goffredo	e	la	Provincia	di	Mantova.	
• Corpi	intermedi:		
Sono	presenti	all’interno	del	distretto	alcune	associazioni,	tra	le	quali	le	più	influenti	sono	le	
già	citate	A.DI.CI.	e	CSC,	che	operano	al	fine	di	facilitare	la	collaborazione	tra	le	imprese	del	
distretto	 promuovendo	 lo	 sviluppo	 dello	 stesso.	 L’unione	 provinciale	 Artigiani	 e	
la	Confederazione	 Nazionale	 degli	 Artigiani	 svolgono	 la	 fondamentale	 funzione	 di	
rappresentare	 gli	 interessi	 delle	 imprese	 nella	 mediazione	 tra	 le	 imprese	 e	 lo	 Stato.	
L’Associazione	tessile	e	salute	collabora	con	le	aziende	del	distretto	per	garantire	la	sicurezza	
del	prodotto	tessile	e	la	tutela	del	Made	in	Italy.		
• Media:		
Tra	i	principali	obiettivi	di	A.DI.CI.	vi	è	il	suo	impegno	nell’intrattenimento	di	costanti	rapporti	
coni	media	locali	e	nazionali.	
• Finanza:		
La	 Banca	 di	 Credito	 Cooperativo	 di	 Castel	 Goffredo	 (divenuta	 Credito	 Padano	
successivamente	 ad	 una	 fusione	 con	 Banca	 Cremonese)	 opera	 in	 collaborazione	 con	 le	
associazioni	del	distretto,	in	particolare	CSC,	sostenendo	le	piccole	e	medie	imprese	del	
territorio.	
• Università	e	formazione:
23	
	
Centro	Servizi	Calza	organizza	attività	formative	certificate	all’interno	del	Cluster;	in	più,	si	
stanno	sempre	più	consolidando	i	rapporti	tra	Castel	Goffredo	e	l’Università	di	Trento,	la	
quale	ha	sviluppato	dei	progetti	legati	all’innovazione	nel	settore	della	calzetteria.	
	
Il	territorio	in	cui	è	situato	il	distretto	della	calzetteria	è	competitivo	perché	può	contare	su	una	rete	
di	appoggio	all’attività	produttiva	in	senso	stretto	in	quanto	sono	presenti	nell’area,	insieme	alle	
aziende	 di	 produzione,	 anche	 l’insieme	 degli	 attori	 appena	 presentati.	 Grazie	 a	 questa	
concentrazione	territoriale	e	allo	spill-over	tra	aziende	e	istituzioni,	il	personale	sviluppa	maggiori	
competenze	tecniche	del	settore,	le	quali	diventano	sinonimo	di	manodopera	specializzata	e	quindi	
di	qualità.	
In	conclusione	possiamo	affermare	che	il	concetto	di	contiguità	territoriale	storico	è	stato	superato:	
i	confini	del	distretto	storico	a	13	comuni	sono	stati	sorpassati	e	si	è	iniziato	a	ragionare	in	ottica	di	
aggregazione	di	prodotto,	risultato	della	capacità	di	sviluppare	una	strategia	progettuale	comune;	
la	categoria	merceologica	è	stata	ampliata	introducendo	la	calzetteria	maschile,	il	seamless	e	il	
tecnologico	sportivo.	
Il	distretto	di	Castel	Goffredo,	in	particolare	negli	ultimi	anni,	sta	puntando	tutto	sull’integrazione,	
riconoscendo	il	sistema	che	sta	alla	sua	base,	al	fine	del	superamento	della	crisi	iniziata	nel	2008,	la	
quale	 ha	 comportato	 un	 sensibile	 calo	 delle	 esportazioni	 e	 della	 produzione.	 Grazie	 alla	
collaborazione	dei	vari	agenti	locali,	il	distretto	ha	mosso	i	suoi	primi	passi	in	direzione	del	cluster,	
motivo	per	cui	si	può	affermare	che	vi	sia	una	componente	programmatica	(planned)	nella	sua	storia	
più	recente.	
Volendo	infine	indagare	sulle	mancanze	del	cluster	di	Castel	Goffredo,	nel	2014	è	stata	rilevata	una	
forte	carenza	infrastrutturale	con	particolare	attenzione	alle	poche	vie	di	accesso	disponibili,	alla	
mancanza	della	fibra	ottica,	anche	a	causa	della	distanza	tra	le	aree	industriali,	al	costo	elevato	
dell’energia	elettrica,	alla	mancante	struttura	logistica	e	agli	scarsi	servizi	pubblici;	perciò	diviene	
chiaro	il	fatto	che	se	si	volesse	fare	un	ulteriore	passo	avanti	nello	sviluppo	della	Città	della	Calza	
bisognerebbe	innanzitutto	migliorare	il	fattore	infrastrutturale.
24	
	
BIBLIOGRAFIA	E	SITOGRAFIA	
	
• “Euro	 e	 distretti	 industriali	 -	 Una	 ricerca	 nella	 realtà	 lombarda”	 a	 cura	 di	 Giorgio	 Brunetti,	 Mario	 Marelli,	
Federico	Visconti;	Franco	Angeli	2000.		
• Il	Gazzettino	Nuovo:	n	del	11/02/16	
• www.adici.it	
• www.calze.com/storia_capitale_della_calza.asp	
• www.centroservizicalza.it	
• www.osservatoriodistretti.org	
• www.shimaseiki.eu/company/	
• www.mantovanotizie.com/distretto-calzetteria-castel-goffredo	
• www.clusterobservatory.eu	
• http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2016/04/28/news/un-altro-anno-nero-per-l-export-
della-calza-1.13380752	
• http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2016/10/25/news/calza-ecosostenibile-le-fibre-di-
invista-sono-a-basso-impatto-1.14307930	
• http://www.ilgazzettinonuovo.it/carpenedolo/7-febbraio/23719-l-innovazione-del-distretto-della-calza-di-
castel-goffredo-passa-per-trento.html
IL	DISTRETTO	
DELLA	
CALZETTERIA	DI	
CASTELGOFFREDOECONOMIA	DEI	SISTEMI	DI	IMPRESE
A.A.	2016/2017
VIRGINIA	MINELLO
SILVIA	POLIMENO
LAURA	TOSATO
GLORIA	VETTORETTI
PRESENTAZIONE	DELLA	
RICERCA:
Dopo	una	presentazione	
della	realtà	distrettuale,	si	
passerà	ad	un	
approfondimento	sulle	
figure	identificabili	al	suo	
interno	e	sul	filo	rosso	
che	lega	tutti	gli	attori	
presentati.	Si	
prenderanno	in	esame	
temi	specifici	quali:	analisi	
swotdel	distretto	e	
scenario	attuale	dal	punto	
di	vista	delle	quote	export	
e	delle	capacità	del	
distretto	di	superare	la	
crisi	attuale.	
SCOPODELL’ANALISI:
Studio	del	passaggio	da	
distretto	industriale	di	tipo	
marshallianoalla	più	recente	
struttura	distrettuale	
identificabile	nel	cluster.	Il	
distretto	di	CastelGoffredo	
rappresenta	un	ottimo	
esempio	dello	sviluppo	
pianificato	del	modello	
distrettuale.
LACITTÀDELLACALZA
LOCALIZZAZIONE:	il	centro	del	distretto	della	calzetteria	si	
trova	a	Castel	Goffredo	in	provincia	di	Mantova,	ma	si	estende	
anche	alle	province	di	Brescia	e	Cremona.
SPECIALIZZAZIONE	PRODUTTIVA:prevalentemente	calzetteria	
femminile,	seamless,	passaggio	ai	capi	d’abbigliamento	
(leggins),	calzetteria	maschile	e	loungewear(novità).
PROCESSI	ADDIZIONALI:	polo	produttivo	di	macchinari	tessili,	
realizzazione	fibre	e	finissaggio.
STRUTTURA:	integrazione	orizzontale	tra	big	player	e	piccole	
medie	imprese	(laboratori	a	conduzione	prevalentemente	
familiare);	queste	ultime	costituiscono	circa	l’80%	del	totale	di	
imprese	e	si	concentrano	sui	private	label.
LASTORIADELDISTRETTO
•1925:	Calzificio	Noemi;	
•1950:	cessazione	della	produzione	e	conseguente	sviluppo	del	
distretto	vero	e	proprio;
•Anni	’70-’80:	affermazione	dei	big	player,	progressivo
avvicinamento	al	mercato	internazionale;
•Anni	‘90:	la	capitale	europea	della	calza;
•2008:	la	crisi	colpisce	il	distretto.
LOSCHELETRODELDISTRETTO
ANALISISWOT
-Spirito	imprenditoriale
-Sinergia	con	il	polo	produttivo	dei	macchinari
-Elevato	intercambio	di	lavoratoritra	le	imprese
-Vocazione	all’export
-Elevato	tasso	di	attività	e	produttività
-Conservazione	del	capitale	all’interno	dell’area
-Manodopera	specializzata
-Continui	processi	innovativi
-Frammentazione	del	distretto	per	la	presenza	di	
molte	piccole	imprese
-Facile	reperibilità	della	tecnologia
-Scarsa	cultura	commerciale	(presenzadi	aziende	
di	produzione)
-Riduzione	della	professionalità
-Investimenti	su	materiali	innovativi
-Nuove	tecnologie	informatiche	a	supporto	dei	
processi	logistici
-Linee	specifiche	di	credito	daparte	di	enti	
bancari
-Trentino	Sviluppo	offre	contributoalle	imprese
-Concorrenza	estera
-Calo	del	prezzo	medio	dei	prodotti
-Calo	delle	esportazioni	(post	crisi	del	2008)
SW
OT
LASITUAZIONEATTUALE
Germania	(-12.4%)
Francia	(-25.6%)
Inghilterra	(-7.4%)
Scandinavia	(-0.7%)
Inghilterra											
(+2.7%)
Scandinavia								
(+4.1%)
Germania
(-13.1%)					
Francia
(-13.6%)
2015-2013
2015-2014
RISPOSTE	ALLA	CRISI	E	CONSEGUENZE:
•Outsourcing	da	parte	dei	big	player;	aumento	del	tasso	di	
disoccupazione	e	abbassamento	degli	standard	qualitativi;
•Legge	Reguzzoni-Versace	(2010);
•Meccanismo	dilatorio	dei	tempi	di	pagamento;	indebitamento	
delle	PMI;
•Export	in	grave	calo.
COME
SCONFIGGERE
LACRISI
Obiettivi	delle	
imprese
Accedere	a	nuovi	
mercati
Coinvolgendo	tutti	
gli	attori	della	filiera	
e	le	istituzioni
Differenziarsi
Innovazione
Di	prodotto
Commerciale
Distributiva
Obiettivi	del	
distretto
Eliminare	la	
contraffazione
Tutelare	il	
consumatore
Creare	un	centro	
R&S
GLIELEMENTIDISTINTIVIDELCLUSTER
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