Il Codice Lilla - "Tirocinando" - Dssa Cristina Vannuzzi
Il Codice Lilla - Dssa Maria Carla Martinuzzi
1. P.ZZA DANTE ALIGHIERI, 35 GROSSETO
Il Codice lillaIl Codice Lilla
Sala Pegaso
VII° GIORNATA
NAZIONALE DEL
FIOCCHETTO LILLA
MERCOLEDI 14 MARZO 2018
CONVEGNO ACCREDITATO ECM
con il patrocinio del
Minister della Salute
2. Il motivo che spinge una persona a rivolgersi ad
un'associazione di volontariato è chiaramente il sorgere
di un problema, che da sola non resce a risolvere;
quindi:
! chiede aiuto;
! ha consapevolezza di avere un problema;
3. L'associazione di volontariato da parte sua può offrire
! sostegno morale
! sostegno psicologico o di ascolto
! servizi
! semplicemente una persona attenta
4. Associazione
Quando una persona, prende contatto con la nostra associazione, il primo
incontro, è sempre molto importante, perché può pregiudicare l’inizio o
meno della terapia.
5. Ed è con questo timore che Mariella ed io ci predisponiamo ad
accogliere.
6. Chi si rivolge all’Associazione, nella stra grande maggioranza dei casi, non lo fa di
propria volontà, ma perché è spinto da qualcuno che gli sta accanto.
Spesso noi dobbiamo quindi combattere contro il rifiuto dell’aiuto.
Alla domanda “Come Stai?” la risposta pur troppo scontata e falsa è:
Come stai?
Bene!
8. Accogliere significa aprire le porte di casa propria, ma anche
del propio cuore, a chi sta bussando per chiedere aiuto, per
condividere un’esperienza e sopratutto per creare rapporto.
Chi accoglie si spalanca verso l'altro diventando un tutt'uno
con lui.
9. Accogliere significa ascoltare, non solo ciò che vogliamo sentire
ma anche ciò che ci fa arrabbiare, che ci ferisce, che ci
innervosisce, che non condividiamo, che vorremmo zittire.
10. L’ascolto è la prima attività comunicativa
necessaria per ottenere la fiducia dei nostri
interlocutori
11. Sentire non è lo stesso che ascoltare, infatti l’ascolto attivo
è caratterizzato da un atto volontario grazie al quale si
decide di ascoltare attraverso l’attenzione, la sensibilità e
l’intelligenza di cui siamo dotati
12. Pertanto, ricevere qualcuno senza pregiudizi
significa accettarlo e non giudicarlo;
ma sopratutto ascoltarlo, cioè, usare quello che fra i cinque
sensi, ci mette in relazione profonda con l’altro.
13. EMPATIA
Comprendere quel che ti stanno comunicando e
immedesimarti nella situazione, rappresenta
il massimo grado di ascolto.
14. Ma durante l’attività dell’Associazione, la prima
cosa “contro” cui ci si relaziona è il silenzio.
L’ascolto dei volontari, allora, deve essere ancora
più raffinato per sentire e percepire anche quello
che non viene detto e sopratutto non vuole
essere detto.
15. Ogni incontro si suddivide in tre fasi:
Ascoltare: vuol dire concentrarsi completamente nella
comunicazione. Però non solo in cioè che viene detto, ma anche
nel modo e nel tono della voce.
Processare: è mettere insieme i pezzi raccolti per costruire la
storia narrativa: il sunto di quel che è stato comunicato.
Domandare: per assicurarsi di aver colto l’essenza del discorso.
16. TECNICHE DI COMUNICAZIONE
1. Guardare negli occhi è l’ingrediente base per una buona comunicazione;
2. Essere attenti e rilassati;
3. Mente aperta, non giudicare mai e non interrompere;
4. Nessuna soluzione: evitate di suggerire subito un punto di vista, fate che sia
l’interlocutore a chiedervelo;
5. Attendete la pausa: capita, durante un’ argomentazione, che l’interlocutore
lasci delle pause nelle quali si aspetta un vostro intervento, approffitatene;
6. Feedback regolari: rendetevi attivi anche con il corpo. Mentre vi stanno
parlando potete utilizzare espressioni di mimica facciale per far capire che
siete dentro all’ascolto e partecipate in maniera attiva.
7. Linguaggio non verbale: il corpo, anche durante i silenzi,
comunica tantissimo. Osservate non solo gli occhi ma anche le spalle,
la bocca e la postura.
18. Chi si sente accolto collabora più facilmente, nel
senso che darà il meglio di sé per cercare di superare
le difficoltà nelle quali si è venuto a trovare.
20. Nella mia esperienza in Associazione ciò che mi troverà sempre
impreparata, fragile,come chi ho di fronte, e’ il pianto finale, consueto e
doloroso dei nostri momenti di contatto.
Qualunque sia il percorso terapeutico, che verrà o non verrà intrapreso, in
quei momenti, penso sempre che comunque sia, il nostro incontro ha
creato un momento significativo tra me e l’altro.
21. Citando le parole di Mariella:
“Noi ci saremo sempre per voi
al numero 17 di Viale Michelangelo.”
22. Parlare è un bisogno
Ascoltare è un’arteJohann Wolfgang von Goethe