SlideShare uma empresa Scribd logo
1 de 101
Baixar para ler offline
Tratto da: “ Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei, 2003, 30, 27-40” “ L’approccio chimico all’interpretazione della reltà ha l’affascinante prerogativa di collegare il mondo macroscopico, le proprietà di tutto ciò che ci circonda ed i fenomeni che avvengono dentro e fuori di noi al  mondo microscopico degli atomi e delle molecole.  Seguendo questo approccio è infatti possibile ordinare tutti gli oggetti a noi noti in base alla loro crescente complessità e costruire  la così detta scala della complessità chimica  che, partendo dagli atomi e dalle molecole,  arriva con una  meravigliosae stupefacente continuità fino all’uomo”
Tutta la vita è basata sulle proprietà degli atomi ed è governata dagli stessi principi della chimica e della fisica, come tutti gli altri tipi di materia  Le proprietà delle cellule e dei loro organelli riflettono direttamente  le caratteristiche delle molecole che li compongono E’ impossibile comprendere le funzioni cellulari al di fuori della conoscenza  delle basi  molecolari della vita
 
La scala della complessità chimica parte dagli atomi, i più piccoli mattoni della materia, anche se  a loro olta sono costituiti da particelle ancora più  piccole: elettroni, protoni, neutroni. Gli elettroni ruotano attorno al nucleo con una velocità simile a quella della luce, formando una nube attorno al nucleo Gli atomi di un particolare elemento hanno tutti lo stesso numero di protoni, che  corrisponde al numero degli elettroni. Il numero di protoni corrisponde al numero atomico La massa atomica corrisponde al numero di protoni+neutroni
 
Solo circa  25  dei 92 elementi sono definiti essenziali per la vita Quattro di questi costituiscono da soli circa il 96% del corpo umano  ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Calcio  (Ca),  fosforo  (P),  potassio  (K),  zolfo  (S) e pochi altri costituiscono il rimanente 4% Ci sono poi circa altri 15 elementi che si trovano in tracce. Assieme sono poco più di un decimillesimo Pur essendo in tracce, la loro importanza non è minore. Infatti nella maggior parte dei casi l’organismo non sopravviverebbe senza  di questi elementi La rilevante percentuale di O 2  è dovuta al fatto che esso entra nella composizione dell’acqua (H 2 O) la sostanza che compone quasi il 90% del nostro organismo
Oltre a comporre l’acqua, l’  ossigeno   è necessario per la respirazione cellulare ed è un componente della maggior parte dei composti organici Elementi importanti dal punto di vista biologico Il  carbonio  costituisce lo scheletro di tutti i composti organici (ogni C forma 4 legami) L’  idrogeno  è presente in tutti i composti organici; è un componente dell’acqua.  Nelle proteine e negli acidi nucleici oltre ai tre precedenti elementi, è presente l’  azoto Il  calcio  in forma ionica (Ca ++ ) è importante per la contrazione muscolare, per la liberazione di neurotrasmettitori. È una componente strutturale di denti e ossa  Il  fosforo  è componente degli acidi nucleici e dell’ATP. Componente strutturale delle ossa  Sodio ,  potassio  e  Cloro  in forma ionica (Na + , K + , Cl - ) sono importanti per l’attività elettrica del neurone (e nelle cellule in generale)
Il comportamento chimico di un atomo dipende dal numero di elettroni presenti nel livello energetico più esterno che vengono definiti “di valenza” Gli atomi si combinano per formare molecole Molecole diverse si uniscono per formare i composti A partire da 96 elementi si possono ottenere un numero enorme di molecole, Sono , infatti, milioni le molecole presenti in Natura e, in questi ultimi anni, oltre 15 milioni di molecole sono state ottenute artificialmente (saccarina)
I legami con cui possono combinarsi gli atomi e le molecole fra di loro possono essere definiti : Legami covalenti: Polari Apolari Legami non covalenti: Ionici Idrogeno Interazioni idrofobiche e forze di Van der Waals
Legame Covalente  Un  legame covalente  semplice viene a formarsi quando due atomi  condividono una coppia di elettroni di valenza  in modo tale che entrambi raggiungono una condizione più stabile Ad esempio due atomi di  H   condividono una coppia di elettroni  in modo tale che entrambi raggiungono la condizione con due elettroni nel  un   primo   livello energetico  (  guscio   K  che contiene un solo orbitale) In questo modo il C raggiunge la condizione stabile con 8 elettroni nel  secondo   livello energetico  (che contiene 4 orbitali) Un atomo di  C   condivide una coppia di elettroni  con ciascuno dei quattro atomi di H cui si lega H H
Oltre a poter formare legami con più atomi diversi, uno stesso atomo può formare più legami covalenti con un singolo atomo Ciò avviene quando due atomi condividono non una sola ma più coppie di elettroni (ad es. in O 2 ) O O O O
Legami covalenti polari In una molecola gli atomi che formano tra loro un legame possono avere una differente tendenza ad attrarre elettroni (si dice che uno è più  elettronegativo  dell’altro) Questo accade per esempio nella molecola dell’acqua dove l’Ossigeno è più elettronegativo dell’idrogeno Gli elettroni condivisi passano più tempo attorno all’ O  che all’ H
Le molecole polari di importanza biologica contengono uno o più atomi elettronegativi come O, N, S La presenza di legami polarizzati è della massima importanza  nel determinare la reattività delle molecole Grandi molecole apolari come cere e grassi sono inerti, mentre le più importanti molecole biologiche come  proteine e fosfolipidi presentano regioni polari e non polai che si comportano in maniera totalmente differente
Legame Ionico  Quando due atomi differiscono  notevolmente  nella loro  elettronegatività  e uno mostra forte tendenza a perdere elettroni e l’altro ad acquistarli può avvenire il trasferimento di un elettrone da un atomo all’altro L’esempio di come questo trasferimento può legare assieme atomi differenti è dato dal cloruro di sodio (NaCl) il comune sale da cucina
All’inizio i due atomi sono  elettricamente neutri  ma  instabili  e fortemente  reattivi Il  sodio  ha un elettrone ‘in più’ rispetto al numero che serve per completare il guscio elettronico esterno e assumere una configurazione stabile  ( 8 elettroni ) Al  cloro  invece manca un elettrone per raggiungere la configurazione stabile con  8 elettroni  nel guscio esterno La reazione tra sodio e cloro permette ad entrambi di ottenere una  condizione stabile  con otto elettroni nel guscio esterno Il cloro “strappa” un elettrone al sodio
Ora però il sodio è  caricato positivamente  (ha perso un elettrone cioè una carica unitaria )  Na + Il cloro invece è  caricato negativamente  (ha acquistato un elettrone cioè una carica unitaria )  Cl - Cationi   Anioni Legame Ionico Legame Ionico
Poiché hanno cariche opposte,  Na +  e  Cl -  si attraggono Legame Ionico Allo stato solido i due ioni sono strettamente uniti a formare cristalli
Quando un sale, ad esempio cloruro di sodio , viene disciolto in acqua le sue molecole si dissociano in ioni  Na +   Cl - Nel sale NaCl allo stato solido il legame chimico è molto forte (in quanto le cariche opposte di  Na +  e  Cl -  si attraggono) La separazione dei due ioni in soluzione è resa possibile dal fatto che in sostituzione del legame  forte  tra  Na +  e  Cl -  si formano tanti legami  deboli  tra le molecole di acqua e gli ioni (il cosiddetto  guscio di idratazione ) L’acqua infatti è un  dipolo  cioè una molecola con una  parziale  carica  positiva  e una parziale carica  negativa  in grado  quindi di formare legami  sia con  Na + che con  Cl -   Cl - Na + (-)   O  H  (+) H  (+) O H H O H H O H H O H H O H H O H H O H H O H H
[object Object],Dal punto di vista  chimico  l’acqua è  un composto di idrogeno ed ossigeno La sua molecola consiste  di due atomi di idrogeno e  un atomo di ossigeno Il suo diametro è di 0,2 nm in una goccia di acqua sono presenti 10 21  molecole (mille miliardi di miliardi) H2O
Per questa proprietà  l’acqua partecipa ad un gran numero di interazioni, tutte importanti dal punto di vista biologico: carica-dipolo solvatazione degli ioni dipolo-dipolo solvatazione delle molecole polari van der Waals determina la distanza tra molecole non interagenti con altre forze più intense
Legame a idrogeno   Un esempio di legame ad idrogeno è quello che si forma tra le molecole d’acqua Il legame ad idrogeno si forma tra un atomo di idrogeno con una  carica parziale positiva  e una altro atomo (ad es  ossigeno  o  azoto ) con una  carica parziale negativa Esso può formarsi tra  piccole molecole  o tra  parti diverse  di una stessa grande molecola La forza di  legame ad idrogeno  è  1/20  di quella di un  legame covalente . Tuttavia la formazione di molti legami ad idrogeno può conferire una notevole stabilità alle strutture  Proteine, DNA
Per le sue proprietà, acqua è un buon  solvente  per le sostanze  polari  ( per queste si usano i termini  idrofile  o  idrosolubili ) Al contrario, poiché tra  molecole polari  come  l’acqua  e  molecole apolari  come  idrocarburi ,  trigliceridi  e altri  lipidi  non esiste attrazione e non si formano legami, questi ultimi sono  insolubili in acqua Le molecole  apolari  tra loro formano altri tipi di legami… ,[object Object],… le quali possono essere biologicamente importanti (es membrana citoplasmatica)
L’interazione si traduce nella tendenza che queste molecole apolari mostrano di unirsi tra di loro escludendo l’acqua...  H 2 O
I gruppi funzionali, sono particolari strutture di atomi che conferiscono alle molecole organiche le loro proprietà fisiche, la loro reattività chimica, la loro solubilità in acqua I due legami più frequenti fra gruppi funzionali sono i  legami esterici fra alcooli ed acidi carbossilici ed i  legami ammidici  fra fra acidi carbossilici ed ammine
Gruppo ossidrile Gruppo carbossile Gruppo aminico Gruppo fosfato Gruppo carbonile Gruppo carbonile
LEGAMI A IDROGENO  e  INTERAZIONI IDROFOBICHE   sono i due principali legami che determinano la struttura delle  BIOMOLECOLE
Interazioni che determinano  la struttura delle biomolecole
   Proteine: l’interazione idrofobica guida la creazione del “core” dove le catene aminoacidiche apolari risultano racchiuse; i legami H interni e con l’ambiente esterno determinano la struttura. ribonucleasi
   DNA:  le  interazioni idrofobiche  guidano la formazione della doppia elica, con le basi aromatiche all’interno e lo scheletro zucchero-fosfato, polare/carico, esposto all’acqua;  i  legami H  determinano le interazioni tra le basi e quelle tra lo scheletro zucchero-fosfato e l’ambiente esterno
   Membrane: le interazioni idrofobiche creano il bilayer lipidico modello  di membrana cellulare
BIOMOLECOLE TUTTE LE CARATTERISTICHE PROPRIE DI UN ORGANISMO VIVENTE SONO IL RISULTATO DELL’ESISTENZA E DEL FUNZIONAMENTO DI QUATTRO CLASSI DI BIOMOLECOLE  .
Le macromolecole organiche ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Tecnicamente solo le ultime tre categorie sono costituite da macromolecole
La caratteristica comune a tutte le macromolecole è di essere costituite da strutture complesse ( polimeri ) ottenute dall’assemblaggio di unità più piccole ( monomeri ). A partire dagli stessi  monomeri  ciascun organismo può costruire le proprie macromolecole  Durante la  digestione ,  i  polimeri  vengono ‘scomposti’ in  monomeri  e assorbiti come tali.  La maggior parte delle macro molecole ha una vita breve rispetto alla cellula:ad eccezione del DNA esse Vengono continuamente demolite e sostiuite da nuove
Idrolisi  e  condensazione : due reazioni chimiche estremamente importanti e diffuse La  condendensazione  (o disidratazione) è la formazione di un legame tra due molecole (o anche tra due parti della stessa molecola) con  perdita di una molecola d’acqua L’ idrolisi  è in qualche modo il processo inverso: la rottura di un legame mediante l’aggiunta  di una molecola d’acqua C C C O H H C C C C H O H H C C C H C C C C H O H O H H
I  lipidi  sono un gruppo eterogeneo di sostanze. Essi sono caratterizzati dalla loro  insolubilità in acqua  e dalla  affinità per i   solventi apolari  e per gli altri lipidi ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Funzione di deposito Varie funzioni tra cui quella di messaggeri chimici ( ormoni ) Sono la base costituente delle  membrane biologiche Fotopigmenti, antiossidanti
Trigliceridi La funzione primaria dei  trigliceridi  (grassi e olii) è quella di  fornire energia  per i processi metabolici.  I legami all’interno di queste molecole infatti contengono un alto livello di energia 1 gr di grassi     ~  9  cal  1 gr di zuccheri     ~ 4 cal 1 gr di proteine     ~ 4 cal  Olii      liquidi  a 20° sono insaturi e presentano molti doppi legami Grassi      solidi  a 20° sono saturi I trigliceridi possono essere facilmente  accumulati come riserva energetica  in tessuti specializzati Gli olii nei semi delle piante I grassi nel tessuto adiposo degli animali Oltre a fornire direttamente energia, il tessuto adiposo può serve a  coibentare
Struttura chimica dei Trigliceridi In ciascuna molecola di trigliceride,  tre molecole di acidi grassi  sono legate ad una molecola di  Glicerolo Acido grasso Acido grasso Acido grasso Il Glicerolo è una piccola molecola a  tre  atomi di carbonio Gli acidi grassi sono costituiti da  lunghe  molecole (fino a 20 e più atomi di carbonio) Nel trigliceride il legame si forma tra il gruppo COOH (carbossilico) dell’acido grasso e il gruppo OH del glicerolo. E prende il nome di legame di  estere Glicerolo
Ci sono  due  categorie di acidi grassi, quelli  saturi  e quelli  insaturi Alcuni acidi grassi posseggono più di un doppio legame nella loro catena. In questo caso si definiscono  poliinsaturi Se gli acidi grassi sono  saturi , le molecole di trigliceridi si dispongono in modo ordinato e i lipidi sono solidi a temperatura ambiente Se gli acidi grassi sono  insaturi , le molecole di trigliceridi si dispongono in modo disordinato e i lipidi sono liquidi   Burro   Olio di oliva
Fosfolipidi   I fosfolipidi hanno una struttura affine a quella dei trigliceridi dove una delle catene di acidi grassi è sostituita da un  gruppo fosforico Gruppo fosforico Fortemente polare  Affinità per l’H 2 O Fortemente apolare  Affinità per i lipidi Molecola polare Acido grasso Acido grasso Glicerolo
Grazie a questa loro caratteristica di avere una porzione  idrosolubile   e una  idrofobica , i fosfolipidi tendono naturalmente a disporsi con le  teste idrofile rivolte verso l’acqua  e le  code idrofobe rivolte l’ una contro l’altra Essi sono i pricipali componenti delle membrane biologiche
Steroidi  Si tratta di una famiglia di composti organici molto importanti che hanno una struttura comune basata su più anelli fusi tra loro Il  colesterolo  è un importantissimo componente delle membrane cellulari Di questa famiglia fanno parte una serie di molecole che hanno funzione di messaggeri chimici, gli  ormoni steroidei Sono O. steroidei per esempio gli  ormoni sessuali  come il  testosterone  o il  progesterone
Carboidrati:   Monosaccaridi, Disaccaridi  e Policaccaridi  Sono molecole (CH 2 0) n  a 5 o a 6 atomi di carbonio di regola a forma di anello   I monosaccaridi  pentosi  sono importanti costituenti degli  acidi nucleici, RNA e DNA Ribosio  e  desossiribosio Il più noto è il  glucosio I monosaccaridi  esosi  (fruttosio, galattosio, glucosio ecc.) sono implicati nel metabolismo energetico. Essi sono anche i costituenti di  disaccaridi  e  polisaccaridi
Il  glucosio  è al centro dei processi del metabolismo energetico della cellula. Esso esiste sia in  forma ciclica  che in  forma lineare  con la possibilità di passare da una forma all’altra GLUCOSIO
Disaccaridi  Il  MALTOSIO  è un disaccaride formato  da due molecole di  Glucosio Il  SACCAROSIO  (lo zucchero da cucina) è un disaccaride formato da una molecola di  Glucosio  e una di  Fruttosio Il  LATTOSIO  (lo zucchero del latte) è un disaccaride formato da una molecola di  Glucosio  e una di  Galattosio Formazione di un Legame   glicosidico
Polisaccaridi Funzione stutturale La  cellulosa  è costituita da grandi  molecole lineari  composte da sequenze di molecole di  Glucosio .  È il costituente principale della parete cellulare nei vegetali.  Anche nel regno animale si trovano polisaccaridi con funzione strutturale, ad es. la  Chitina  (esoscheletro degli insetti) e la  galattosammina   (cartilagini) Riserva energetica L’  Amido  è un polimero del  Glucosio  poco ramificato . È il principale glucide di accumulo nei  vegetali . Tramite enzimi può essere facilmente convertito a Glucosio Il  Glicogeno  è anch’esso un polimero del  Glucosio.  Viene utilizzato come zucchero di riserva dagli  animali  e depositato nel fegato e nei muscoli. È  molto ramificato .
I GLICOSAMINOGLICANI (GAG) La loro struttura è caratterizzata da una alternnza di zuccheri  diversi A-B-A-B-A : Sono altamente acidi (gruppi  carbossilici e solfato legati agli anelli degli zuccheri) Nelle matrici extracellulari sono presenti complessi proteico-polisaccaridici noti come PROTEOGLICANI. I proteoglicani presentano un nucleo proteico a cui sono attaccate covalentemete catene di  GAG. A loro volta i proteoglicani possono formare complessi giganti, assembalndosi mediante il legame dei loro nuclei proteici con acido ialuronico (un GAG non solforato).  Grazie alla loro capacità di legare cationi , attirano una grande quantità di molecole d’acqua  e formano il caratteristico gel poroso che riempe gli spazi  extracellulari. Eparina
Le macromolecole organiche ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Esistono decine di migliaia di diverse  proteine . In ciascun essere vivente esse svolgono funzioni fondamentali che  nessun altro tipo di molecola potrebbe svolgere . Nella cellula  catalizzano  migliaia di differenti reazioni chimiche ( Enzimi ) Permettono il  passaggio selettivo  di molecole attraverso la membrana ( Canali Ionici  e  Pompe ) Trasportano  specifiche molecole sia nelle cellule che nei fluidi esterni Attaccano  selettivamente gli agenti esterni ( anticorpi del S.I. ) Fungono da messaggeri chimici ( Ormoni  e  neurotrasmettitori ) Hanno funzione strutturale sia all’interno della cellula ( citoscheletro ) che al di fuori ( es cheratine ) Regolano  lo sviluppo e orchestrano il funzionamento dell’intera cellula Presiedono al movimento sia all’interno della cellula (cilia, trasporto assoplasmatico) che a livello di sistema (es lavoro muscolare)
COME PUO’ UN UNICO TIPO DI MOLECOLA  SVOLGERE FUNZIONI COSI’ DIVERSE? GRAZIE ALLE DIVERSE FORME CHE LE PROTEINE POSSONO ASSUMERE ED ALLA CAPACITA’DI INTERAGIRE IN MODO ALTAMENTE SPECIFICO CON ALTRE MOLECOLE
Struttura chimica delle proteine Ciascuna proteina è un  polimero  costituito da una serie di componenti di base, gli  aminoacidi  legati tra loro Esistono circa  20   diversi   aminoacidi  legati tra loro con un legame (che si chiama  legame peptidico ) Ciascuna proteina e costituita da un numero variabile di  aminoacidi .  Le più piccole sono costituite da pochi aminoacidi (in reltà quelle più piccole vengono chiamate  polipeptidi ) Le più grandi possono essere costituite anche da 5.000 aminoacidi. Il polipeptide più lungo trovato è formato da 30.000 aa Sono praticamente gli stessi in tutti i viventi valina Alanina  Prolina  Arginina  valina Lisina  valina triptofano triptofano
Ciascuno dei 20 aminoacidi ha: una parte  comune  agli altri  e una parte che è  specifica  per quell’aminoacido H NH 2 - C-COOH R È la porzione dell’aminoacido che serve a formare il  legame peptidico  (con gli altri aminoacidi) Residuo aminoacidico Chiamato anche con i termini: Catena laterale  Gruppo R Il residuo aminacidico nei 20 aminoacidi differisce per il  numero di atomi di C  e per la presenza di  gruppi funzionali Esso fornisce proprietà diversa a ciascuno dei 20 aminoacidi
 
I venti aminoacidi differiscono tra loro in quanto: ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Questa differenza nelle caratteristiche dei residui Aminoacidici determina sia la  struttura tridimensionale  della proteina che le sue  funzionalità
Le caratteristiche delle catene laterali degli aminoacidi sono importanti sia nelle interazioni INTRAMOLECOLARI, che determinano la struttura e la attività della molecola, sia nelle interazioni INTERMOLECOLRI Gli AA sono classificati in base alle caratteristiche delle catene laterali: POLARI con carica elettrica  (aspartato, glutammato, lisina,  arginina: i residui di arginina degli istoni formano legami ionici con  il gruppo fosforico del DNA) POLARI senza carica elettrica  (serina, teronina, tirosina,  glutammina, asparagina; interagiscono con l’acqua) NON POLARI  (alanina, valina,leucina, isoleucina, metionina,  fenilalanina, triptofano) CON PROPRIETA’ PARTICOLARI  (glicina, prolina e  cisteina: contiene un gruppo sulfidrilico  SH che spesso si lega ad un altro, formano un ponte disolfuro S-S)
NELLE PROTEINE TROVIAMO ANCHE AMINOACIDI DIVERSI,  CHE HANNO SUBITO UNA MODIFICAZIONE DOPO LA LORO INCORRPORAZIONE NELLA CATENA POLIPEPTIDICA: MODOFICAZIONI  POST-TRADUZIONALI AGGIUNTA GRUPPI FOSFATO  (serina, tirosina, treonina)
L’acido  glutammico  o  glutammato  è anche uno dei più diffusi neurotrasmettitori (eccitatorio) POLARE CON CARICA ELETTRICA : IL GLUTAMMATO
La  glicina  è un importante neurotrasmettitore inibitorio La  tirosina  è il precursore delle  catecolamine , importanti neurotrasmettitori e ormoni ( Dopamina ,  noradrenalina , e  adrenalina ) Il  triptofano  è il precursore della  serotonina , un importante NT
Il legame peptidico H NH 2 - C-COOH R La porzione comune ad ogni aminoacido è costituita da un  C  cui sono legati il  gruppo R ,  un idrogeno  e  due gruppi funzionali : un gruppo aminico  NH 2 un gruppo carbossilico  COOH Il  legame peptidico  è un  legame covalente  e si forma tra il gruppo aminico  NH 2  di un aminoacido e il gruppo carbossilico  COOH  dell’altro
R R
La  struttura primaria  di una proteina è data dalla  sequenza  degli aminoacidi che la compongono Nelle proteine si riconoscono quattro diversi livelli di struttura,   primaria ,  secondaria ,  terziaria   e   in qualche caso  ,  quaternaria Questa, a sua volta, è specificata dalla  sequenza  di  nucleotidi  del  DNA  del  gene che specifica per quella proteina sostituzione dell’acido glutammico aa polare con la valina  aa non polare
Struttura primaria (sequenza di aminoacidi)
A causa dei molteplici legami deboli (legami idrogeno) che si formano tra i residui aminoacidici, non appena sono assemblati gli aminoacidi non rimangono allineati ma le catene si ripiegano in modo ordinato (  struttura secondaria ) Esistono due modi principali per ripiegarsi:   -  α Elica - Foglietto β  (foglietto pieghettato) Il fatto che una certa porzione dalla catena polipeptidica assuma l’una o l’altra struttura secondaria dipende da quali sono i residui aminoacidici e di conseguenza da quali legami deboli si instaurano
Foglietto β α Elica Nella maggior parte delle proteine le catene di aminoacidi (siano esse organizzati ad  α Elica che Foglietto β) si ripiegano a gomito dando così alla proteina una forma globulare   ( struttura terziaria )   Il ripiegamento è causato dalla formazione di legami sia  deboli  che  covalenti  tra i residui aminoacidici. La varietà di strutture terziarie è enorme In particolare tra due molecole dell’ aminoacido   cisteina  si può formare un  ponte disolfuro
Recentemente è stato scoperto che un numero sorprendente  di proteine contiene segmenti che mancano  di una conformazione definita. Tali regioni rivestono ruoli chiave in processi cellulari vitali, spesso legandosi a DNA o altre proteine. Dopo il legame con il partner appropriato tali segmenti vanno incontro a modificazioni fisiche ed  assumono una struttura ripiegata definita PrP C   (proteina prionica cellulare) e  PrP Sc  (proteina prionica scrapie) :  DIFFREISCONO NEL MODO IN CUI LA CATENA POLIPEPTIDICA  SI  ORGANIZZA NELLA STRUTTURA TRIDIMENSIONALE
La principale differenza tra la PrP cellulare e quella patogena risiede nella conformazione. La proteina che causa lo scrapie si propaga entrando in contatto con le molecole normali di PrP, provocandone lo svolgimento e il passaggio da una conformazione usuale a quella della PrP dello scrapie. Questo cambiamento dà origine ad una reazione a catena in cui le molecole appena trasformate, modificano la forma di altre molecole normali di PrP, e così via. In che modo differiscono le due strutture, normale e patologica? La proteina normale è costituita soprattutto da una struttura ad alfa eliche, mentre la struttura che provoca lo scrapie, contiene filamenti beta
I dati che sostengono l’ipotesi secondo cui la PrP dello scrapie può indurre una molecola di PrP ad alfa elica a trasformarsi in una struttura a zig-zag, derivano prevalentemente da due importanti studi: 1)I peptidi sintetici, corrispondenti a tre delle quattro ipotetiche regioni ad alfa elica della PrP, possono avvolgersi in modo da formare dei foglietti beta. 2)Nella loro conformazione a foglietto beta, questi peptidi possono imporre la stessa struttura a peptidi della PrP ad alfa elica. Le molecole di PrP prodotte da geni mutanti, probabilmente non adottano la conformazione che causa lo scrapie al momento della sintesi; in caso contrario, i portatori di geni mutanti si ammalerebbero nella prima infanzia. Si ritiene che la mutazione del gene per la PrP renda le proteine risultanti, suscettibili ad un passaggio da una conformazione ad alfa elica a una a foglietto beta.
Presumibilmente, occorre tempo perché una molecola effettui spontaneamente il passaggio e ancora più tempo perché la PrP dello scrapie si accumuli e danneggi i tessuti celebrali, fino al punto da produrre sintomi della malattia (perdita della coordinazione dei movimenti e dell'equilibrio, forte prurito, atassia, degenerazione dei neuroni, possibile accumulo di depositi proteici sotto forma di placche). Ma perché le varie mutazioni che sono state osservate nei geni per la PrP possono facilmente avvolgersi nella conformazione beta, cioè a foglietto ripiegato? Molte delle mutazioni scoperte nell’uomo, provocano la sostituzione di uno degli amminoacidi situati nelle quattro ipotetiche eliche o sui loro confini. La sostituzione con amminoacidi non corretti, in queste posizioni, potrebbe destabilizzare l’elica, aumentando così la probabilità che la regione interessata e le sue limitrofe si riavvolgano in una beta conformazione.  
CONFORMAZIONI GLOBALI PROTEINE FIBROSE (ES PROTEINE DI STRUTTURA COLLAGENE, ELASTINA,  CHERATINA, SETA) PROTEINE GLOBULARI (ES. PROTEINE ALL’INTERNO DELLA CELLULA: MIOGLOBINA)
DOMINI PROTEICI MOLTE PROTEINE SONO COMPOSTE DA DUE O PIU’ MODULI DISTINTI CHE SI STRUTTURANO INDIPENDENTEMENTE L’UNO DALL’ALTRO : I DOMINI I DIVERSI DOMINI DI UN POLIPEPTIDE, SPESSO RAPPRESENTANO PARTI CHE LAVORANO IN MANIERA INDIPENDENTE
Alcune  proteine  mostrano  struttura quaternaria  in quanto sono composte da più sub-unità distinte: eterodimero o uguali: omodimero,  legate tra loro
Il fatto che una data proteina assuma una determinata  struttura secondaria  e  terziaria  è determinato in modo automatico dalla sua  struttura primaria DENATURAZIONE E RINATURAZIONE Esso è dovuto al formarsi di una quantità di legami deboli e attrazione tra le molecole nonché alla tendenza di certi  residui aminoacidici  di portarsi all’esterno della molecola (quelli idrofili) o all’interno (idrofobici) o verso porzioni della stessa proteina cariche positivamente o negativamente. Se tuttavia mettiamo la proteina in un altro solvente (es. apolare) oppure ad un pH o una temperatura molto diversi da quelli nei quali si trovano abitualmente, la proteina cambia forma e perde le sue proprietà ( DENATURAZIONE )  In qualche caso si può ritornare allo stato originario ripristinando le condizioni primitive ( RINATURAZIONE ) ma per lo più avvengono cambiamenti irreversibili che non lo permettono
UN RIPIEGAMENTO NON CORRETTO DELLA PROTEINA  PUO’ CONDURRE A CONSEGUENZE FATALI PrPC (proteina prionica cellulare) e PrPSc (proteina prionica scrapie)  Peptide B-Amiloide
RUOLO DEGLI CHAPERON MOLECOLARI I VARI CHAPERON MOLECOLARI PRESENTANO  UNA FORTE OMOLOGIA DI SEQUENZA: ALL’ESTREMITA’ N-TERMINALE UN DOMINIO ATP-asico  ED ALLA ESTREMITA’ C-TERMINALE UN DOMINIO DI RICONOSCIMENTO DEL  SUBSTRATO TRAMITE IL DOMINIO DI RICONOSIMENTO LEGANO LE PROTEINE DA ASSISTERE, MENTRE TRAMITE IL DOMINIO ATPasico  RICONOSCONO E LEGANO L’ATP DA UTILIZZARE  COME FONTE DI ENERGIA PER COMPIRE LA LORO AZIONE DI RIPIEGAMENTO CORRETTO DELLE PROTEINE
GLI CHAPERONS  AGISCONO IN DUE MODI: LEGANDOSI A RESIDUI IDROFOBICI IMPEDISCONO CHE QUESTI POSSANO INTERAGIRE CON ALTRI RESIDUI IDROFOBICI DI PROTEINE VICINE IMPEDISCONO CHE I RESIDUI IDROFOBICI DELLA STESSA PROTEINASI AGGREGHINO PREMATURAMENTE DANDO LUOGO AD UNA CONFORMAZIONE ERRATA
Molecular chaperones: hsp70
CHAPERONINA COMPLESSI PROTEICI CILINDRICI CHE CHE CONTENGONO CAMERE  ALL’INTERNO DELLE  QUALI I POLIPEPTIDI POSSONO RIPIEGARSI SENZ SUBIRE INTERFERENZE DA PARTE DI ALTRE MACROMOLECOLE PRESENTI NEL CITOSOL
Controllo di qualità della sintesi di proteine
Ubiquitina
Catene di ubiquitine ,[object Object]
Meccanismi per degradare le proteine ,[object Object]
Gli enzimi In alcune reazioni chimiche il  contenuto energetico  dei prodotti della reazione è complessivamente  maggiore  di quello dei reagenti. Perché avvenga la reazione è necessario  fornire energia Queste reazioni si chiamano  endoergoniche In in altre reazioni chimiche il  contenuto energetico  dei prodotti della reazione è  minore  di quello dei reagenti. Quando la reazione chimica avviene si ha  liberazione di energia Queste reazioni si chiamano  esoergoniche Non è detto che perché una reazione è esoergonica essa debba obbligatoriamente avvenire Ad esempio la reazione che ha luogo durante la combustione di un fiammifero è fortemente esoergonica ma perché avvenga occorre inizialmente aggiungere energia per superare una barriera di attivazione
Gli enzimi sono molecole proteiche che fungono da catalizzatori chimici. Essi sono dei  catalizzatori biologici Particolari sostanze chiamate  catalizzatori  sono ingrado di favorire le reazioni esoergoniche abbassando l’energia di attivazione e aumentando la velocità della reazione (pur senza partecipare) Energia potenziale Energia di attivazione
Gli enzimi aumentano la velocità delle reazioni chimiche abbassando l’energia di attivazione Grazie agli enzimi possono avvenire, a temperatura compatibili con la vita, reazioni che altrimenti avverrebbero solo ad alte temperature Grazie agli enzimi possono avvenire negli esseri viventi reazioni che altrimenti avverrebbero con grande emissione di energia Esistono migliaia di diversi tipi di enzimi ognuno  specifico per una data reazione chimica Il nome della maggior parte degli enzimi è caratterizzato dalla presenza del suffisso  –asi   (es. DNA-polimerasi)
L’enzima agisce essenzialmente abbassando l’energia di attivazione della reazione L’enzima agisce formando uno specifico complesso enzima substrato. Esso possiede un  sito attivo  nel quale solo quel particolare substrato si adatta Reazioni esoergoniche 1)  Orienta correttamente nello spazio le molecole che devono reagire 2)  Forma molteplici legami deboli con il substrato modificando la configurazione elettrica e la forza dei legami nel substrato
Gli enzimi permettono inoltre che avvengano reazioni  endoergoniche  mediante  l’accoppiamento  con  reazioni che liberano energia Nelle reazioni endoergoniche catalizzate da enzimi quasi sempre entra in gioco la molecola dell’ATP (adenosintrifosfato) una molecola con tre atomi di fosforo che all’occorrenza ne può perdere uno liberando energia  Reazioni endoergoniche
Nell’idrolisi da  ATP  (tre gruppi fosfato) ad  ADP  (due gruppi fosfato) si ha liberazione di una grande quantità di energia che era contenuta nel legame fosforico. Questa energia può essere usata per far decorrere una reazione endoergonica  La stessa molecola può essere riusata moltissime volte. L’ ADP  infatti viene riconvertito in  ATP  utilizzando specifiche reazioni esoergoniche in particolare quelle connesse con  la respirazione (nei mitocondri)
In altre parole l’enegia contenuta nei cibi che mangiamo viene utilizzata per produrre  ATP  (tramite la respirazione nei mitocondri). L’ATP in seguito viene utilizzato quale  molecola di scambio  per tutti i processi della cellula che richiedono energia.  ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Il metabolismo è organizzato in vie metaboliche Le vie metaboliche possono biforcarsi Se è presente solo l’enzima B allora si produrra la molecola X. Se è presente l’enzima D si produrrà la molecola Z. Se sono presenti entrambi ci saranno entrambi i prodotti finali in proporzione alla presenza dei diversi enzimi Vie metaboliche X Enzima A Enzima B Enzima C Z Enzima E Enzima D
Cinetica enzimatica La velocità di una reazione catalizzata da un enzima cresce con la concentrazione del substrato Ciò è dovuto essenzialmente al fatto che tanto più concentrato è il substrato tanto più spesso una molecola di questo entra nel sito attivo Saturazione dell’enzima   All’inizio la velocità della reazione aumenta rapidamente con la concentrazione del substrato.   In seguito continuando ad aggiungere substrato si ottiene solo un modesto incremento Si arriva infine ad un punto un cui continuando ad aggiungere substrato non si ottiene più alcun aumento della velocità della reazione Concentrazione del substrato velocità
Regolazione della funzione enzimatica L’azione degli enzimi è regolata da una gran quantità i fattori legati ai bisogni della cellula e alla disponibilità dei composti.  Ci sono essenzialmente due modi per regolare l’attività di una determinata via metabolica 1) Si può controllare la  produzione  di un dato enzima aumentandola o diminuendola tramite un’azione sui meccanismi di  regolazione del gene 1) Si può agire direttamente sulla  funzionalità  di un dato enzima  agendo su uno dei suoi siti attivi
REGOLAZIONE METABOLICA ALTERAZIONE DELLA ATTIVITA’ ENZIMATICA PER  MODIFICAZIONE COVALENTE MODULAZIONE ALLOSTERICA DELLA  ATTIVITA’ ENZIMATIVA AGGIUNTA O RIMOZIONE  GRUPPI FOSFATO CON CONSEGUENTE MODIFICAZIONE DELLA FORMA DEL SITO ATTIVO DELL’E ENZIMI RESPONSABILI DEL TRASFERIMENTO DL GRUPPO FOSFATO DA ALTRE PROTEINE SONO PROTEIN CHINASI  (REGOLANO ATTVIVTA’ ORMONALE, DIVISIONE CELLULARE, ESPRESSIONE GENICA) IL LEGAME DI UN COMPOSTO CON IL SITO ALLOSTERICO DELL’ENZIMA NE MODULA L’ATTIVITA’
Si supponga ad esempio che ci sia un  accumulo  nella cellula della sostanza X ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],DNA DNA X Enzima A Enzima B Enzima C Z Enzima E Enzima D + -- --
Inibizione della attività di un enzima Come può fare la sostanza X ad inibire un enzima che si trova a monte del processo metabolico che la produce? Ci sono essenzial-mente due modi: ,[object Object],[object Object],L’inibitore competitivo   occupa lo stesso sito attivo  che normalmente occupa il  substrato  in tal modo impedendo al substrato stesso di accedervi. Normalmente gli inibitori competitivi sono chimicamente affini al substrato (ma non sempre) Enzima  Inibitore competitivo Substrato
L’inibitore non competitivo   occupa un altro sito,  chiamato  sito allosterico Quando il competitore si attacca al   sito allosterico  l’ enzima   modifica la sua forma  o la distribuzione delle sue cariche in modo tale che il  substrato non si combina   più   con il sito attivo Enzima  Inibitore non competitivo Substrato  Enzima  Substrato  Sito allosterico
Molte tossine e veleni sono inibitori enzimatici (sia competitivi che non) Gli inibitori naturali (il cui scopo è regolare il metabolismo) si legano reversibilmente ai siti  dell’enzima. Al contrario veleni e tossine spesso  si legano irreversibilmente  bloccando ogni ulteriore attività enzimatica
Gli Acidi Nucleici Gli acidi nucleici ( DNA e RNA)  sono macromolecole specializzate per  l’ immagazzinamento  e la  utilizzazione  delle  informazioni  che servono al funzionamento della cellula e dell’intero organismo   Entrambi sono polimeri formati a partire da monomeri che si chiamano  nucleotidi   ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Ciascun  nucleotide  è formato da  tre  molecole I diversi nucleotidi sono  legati  tra loro  attraverso il gruppo fosfato ,[object Object],[object Object],[object Object],Fosfato Zucchero Base azotata Lo zucchero (un pentoso) è:   Il  Desossiribosio  nel DNA Il  Ribosio  nell’ RNA
L’ RNA  è costituito da un singolo filamento I nucleotidi non sono tutti uguali ma differiscono per la base ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],L’informazione contenuta negli acidi nucleici è codificata nella sequenza di basi che compongono il filamento (un alfabeto di 4 lettere) RNA
[object Object],[object Object],[object Object],Tra le basi dei due filamenti si formano legami idrogeno che li  tengono uniti  Nel DNA le basi appartenenti ai due filamenti sono appaiate in modo caratteristico ( timina con adenina, guanina con citosina) DNA
I due filamenti hanno polarità opposta Per evidenziare la polarità di un filamento si distinguono i due estremi come  3’  e  5’ Questo è legato al fatto che il gruppo fosfato si lega in posizione 5’ allo zucchero che lo precede e in posizione 3’ a quello che lo segue (legame fosfodiesterico) La molecola del DNA assume una struttura tipica a doppia elica P P 3 5 L’estremità dove è situato il fosfato è l’estremità 5’

Mais conteúdo relacionado

Mais procurados

La chimica organica_seconda parte
La chimica organica_seconda parteLa chimica organica_seconda parte
La chimica organica_seconda parteguest37ed70
 
La Chimica Organica Seconda Parte
La Chimica Organica Seconda ParteLa Chimica Organica Seconda Parte
La Chimica Organica Seconda ParteSalvatore Nocerino
 
Presentazione lipidi e carboidrati
Presentazione lipidi e carboidratiPresentazione lipidi e carboidrati
Presentazione lipidi e carboidratiRosa Anna Nastro
 
Schemi biologia 2
Schemi biologia 2 Schemi biologia 2
Schemi biologia 2 viacopernico
 
Gli essenziali della biochimica
Gli essenziali della biochimicaGli essenziali della biochimica
Gli essenziali della biochimicahome
 
Ibridazione degli orbitali
Ibridazione degli orbitaliIbridazione degli orbitali
Ibridazione degli orbitaliGermana Pisacane
 
Princìpi di biochimica
Princìpi di biochimicaPrincìpi di biochimica
Princìpi di biochimicaCarlo Gino
 
La Chimica Organica Terza Parte
La Chimica Organica Terza ParteLa Chimica Organica Terza Parte
La Chimica Organica Terza ParteSalvatore Nocerino
 
Chimica 2
Chimica 2Chimica 2
Chimica 2mazzone
 
Lezione 3a 2013
Lezione 3a 2013Lezione 3a 2013
Lezione 3a 2013lab13unisa
 
Lezioni settimana 6
Lezioni settimana 6Lezioni settimana 6
Lezioni settimana 6lab13unisa
 
Molecole 3: i legami chimici
Molecole 3: i legami chimiciMolecole 3: i legami chimici
Molecole 3: i legami chimiciVittoria Patti
 
I vari legami chimici
I vari legami chimiciI vari legami chimici
I vari legami chimiciNiki Valencia
 
Il concetto di mole e la stechiometria
Il concetto di mole e la stechiometriaIl concetto di mole e la stechiometria
Il concetto di mole e la stechiometriaVittoria Patti
 
Molecole 2: composti ed elementi
Molecole 2: composti ed elementiMolecole 2: composti ed elementi
Molecole 2: composti ed elementiVittoria Patti
 

Mais procurados (20)

La chimica organica_seconda parte
La chimica organica_seconda parteLa chimica organica_seconda parte
La chimica organica_seconda parte
 
Molecole e vita
Molecole e vitaMolecole e vita
Molecole e vita
 
La Chimica Organica Seconda Parte
La Chimica Organica Seconda ParteLa Chimica Organica Seconda Parte
La Chimica Organica Seconda Parte
 
Gli idrocarburi
Gli idrocarburiGli idrocarburi
Gli idrocarburi
 
Presentazione lipidi e carboidrati
Presentazione lipidi e carboidratiPresentazione lipidi e carboidrati
Presentazione lipidi e carboidrati
 
Schemi biologia 2
Schemi biologia 2 Schemi biologia 2
Schemi biologia 2
 
Gli essenziali della biochimica
Gli essenziali della biochimicaGli essenziali della biochimica
Gli essenziali della biochimica
 
Ibridazione degli orbitali
Ibridazione degli orbitaliIbridazione degli orbitali
Ibridazione degli orbitali
 
Princìpi di biochimica
Princìpi di biochimicaPrincìpi di biochimica
Princìpi di biochimica
 
La Chimica Organica Terza Parte
La Chimica Organica Terza ParteLa Chimica Organica Terza Parte
La Chimica Organica Terza Parte
 
Chimica 2
Chimica 2Chimica 2
Chimica 2
 
Chimica organica.benzene
Chimica organica.benzeneChimica organica.benzene
Chimica organica.benzene
 
Lezione 3a 2013
Lezione 3a 2013Lezione 3a 2013
Lezione 3a 2013
 
Lezioni settimana 6
Lezioni settimana 6Lezioni settimana 6
Lezioni settimana 6
 
Molecole 3: i legami chimici
Molecole 3: i legami chimiciMolecole 3: i legami chimici
Molecole 3: i legami chimici
 
Biomolecole
BiomolecoleBiomolecole
Biomolecole
 
I vari legami chimici
I vari legami chimiciI vari legami chimici
I vari legami chimici
 
Legami chimici
Legami chimiciLegami chimici
Legami chimici
 
Il concetto di mole e la stechiometria
Il concetto di mole e la stechiometriaIl concetto di mole e la stechiometria
Il concetto di mole e la stechiometria
 
Molecole 2: composti ed elementi
Molecole 2: composti ed elementiMolecole 2: composti ed elementi
Molecole 2: composti ed elementi
 

Destaque

Le biomolecole: i carboidrati
Le biomolecole: i carboidratiLe biomolecole: i carboidrati
Le biomolecole: i carboidratiRoberto Lanza
 
Membrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzioneMembrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzioneNicola Toma
 
Smistamento delle proteine traffico vescicolare
Smistamento delle proteine traffico vescicolareSmistamento delle proteine traffico vescicolare
Smistamento delle proteine traffico vescicolareNicola Toma
 
Membrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzioneMembrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzioneNicola Toma
 
Nocleo struttura e funzione
Nocleo struttura e funzioneNocleo struttura e funzione
Nocleo struttura e funzioneNicola Toma
 
Membrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzioneMembrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzioneNicola Toma
 
Comunicazione cellulare
Comunicazione cellulareComunicazione cellulare
Comunicazione cellulareNicola Toma
 
Per studiare ci vuole metodo!
Per studiare ci vuole metodo!Per studiare ci vuole metodo!
Per studiare ci vuole metodo!Vittoria Patti
 
Smistamento delle proteine traffico vescicolare
Smistamento delle proteine traffico vescicolareSmistamento delle proteine traffico vescicolare
Smistamento delle proteine traffico vescicolareNicola Toma
 
Comunicazione cellulare
Comunicazione cellulareComunicazione cellulare
Comunicazione cellulareNicola Toma
 
Struttura delle cellule
Struttura delle celluleStruttura delle cellule
Struttura delle celluleAkosol
 
Membrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzioneMembrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzioneNicola Toma
 
Protein folding
Protein foldingProtein folding
Protein foldingsaba naeem
 

Destaque (18)

Le biomolecole: i carboidrati
Le biomolecole: i carboidratiLe biomolecole: i carboidrati
Le biomolecole: i carboidrati
 
Membrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzioneMembrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzione
 
Smistamento delle proteine traffico vescicolare
Smistamento delle proteine traffico vescicolareSmistamento delle proteine traffico vescicolare
Smistamento delle proteine traffico vescicolare
 
Membrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzioneMembrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzione
 
Nocleo struttura e funzione
Nocleo struttura e funzioneNocleo struttura e funzione
Nocleo struttura e funzione
 
Membrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzioneMembrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzione
 
Comunicazione cellulare
Comunicazione cellulareComunicazione cellulare
Comunicazione cellulare
 
Per studiare ci vuole metodo!
Per studiare ci vuole metodo!Per studiare ci vuole metodo!
Per studiare ci vuole metodo!
 
Smistamento delle proteine traffico vescicolare
Smistamento delle proteine traffico vescicolareSmistamento delle proteine traffico vescicolare
Smistamento delle proteine traffico vescicolare
 
Comunicazione cellulare
Comunicazione cellulareComunicazione cellulare
Comunicazione cellulare
 
Struttura delle cellule
Struttura delle celluleStruttura delle cellule
Struttura delle cellule
 
Cellula
CellulaCellula
Cellula
 
Membrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzioneMembrana struttura e funzione
Membrana struttura e funzione
 
Cellula
CellulaCellula
Cellula
 
Schemi biologia 3
Schemi biologia 3Schemi biologia 3
Schemi biologia 3
 
La cellula
La cellulaLa cellula
La cellula
 
Protein folding
Protein foldingProtein folding
Protein folding
 
Ch22
Ch22Ch22
Ch22
 

Semelhante a Le basi chimiche della vita

Semelhante a Le basi chimiche della vita (20)

I Lezione
I LezioneI Lezione
I Lezione
 
Relazione "La Chimica"
Relazione "La Chimica"Relazione "La Chimica"
Relazione "La Chimica"
 
Atomi e molecole
Atomi e molecoleAtomi e molecole
Atomi e molecole
 
Il legame chimico introduzione
Il legame chimico introduzioneIl legame chimico introduzione
Il legame chimico introduzione
 
Chimica
ChimicaChimica
Chimica
 
Lez 1
Lez 1Lez 1
Lez 1
 
Atomi e molecole
Atomi e molecoleAtomi e molecole
Atomi e molecole
 
Presentazione lezione di CHIMICA
Presentazione lezione di CHIMICAPresentazione lezione di CHIMICA
Presentazione lezione di CHIMICA
 
Presentazione lezione
Presentazione lezionePresentazione lezione
Presentazione lezione
 
Presentazione Lezione: CHIMICA 2011
Presentazione Lezione: CHIMICA 2011Presentazione Lezione: CHIMICA 2011
Presentazione Lezione: CHIMICA 2011
 
La materia
La materiaLa materia
La materia
 
La chimica dell'acqua - prima parte
La chimica dell'acqua - prima parteLa chimica dell'acqua - prima parte
La chimica dell'acqua - prima parte
 
tesi_tutta
tesi_tuttatesi_tutta
tesi_tutta
 
I legami chimici
I legami chimiciI legami chimici
I legami chimici
 
La materia Slideshow
La materia SlideshowLa materia Slideshow
La materia Slideshow
 
Alcune domande chim55.docx
Alcune domande chim55.docxAlcune domande chim55.docx
Alcune domande chim55.docx
 
chimicaorganica.pdf
chimicaorganica.pdfchimicaorganica.pdf
chimicaorganica.pdf
 
Lezione 3a
Lezione 3aLezione 3a
Lezione 3a
 
Chimica, 2012, acqua e vita, chiara m., 4 liceo scienze soc
Chimica, 2012, acqua e vita, chiara m., 4 liceo scienze socChimica, 2012, acqua e vita, chiara m., 4 liceo scienze soc
Chimica, 2012, acqua e vita, chiara m., 4 liceo scienze soc
 
4C Pile, elettrolisi ed applicazioni.pptx
4C Pile, elettrolisi ed applicazioni.pptx4C Pile, elettrolisi ed applicazioni.pptx
4C Pile, elettrolisi ed applicazioni.pptx
 

Le basi chimiche della vita

  • 1. Tratto da: “ Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei, 2003, 30, 27-40” “ L’approccio chimico all’interpretazione della reltà ha l’affascinante prerogativa di collegare il mondo macroscopico, le proprietà di tutto ciò che ci circonda ed i fenomeni che avvengono dentro e fuori di noi al mondo microscopico degli atomi e delle molecole. Seguendo questo approccio è infatti possibile ordinare tutti gli oggetti a noi noti in base alla loro crescente complessità e costruire la così detta scala della complessità chimica che, partendo dagli atomi e dalle molecole, arriva con una meravigliosae stupefacente continuità fino all’uomo”
  • 2. Tutta la vita è basata sulle proprietà degli atomi ed è governata dagli stessi principi della chimica e della fisica, come tutti gli altri tipi di materia Le proprietà delle cellule e dei loro organelli riflettono direttamente le caratteristiche delle molecole che li compongono E’ impossibile comprendere le funzioni cellulari al di fuori della conoscenza delle basi molecolari della vita
  • 3.  
  • 4. La scala della complessità chimica parte dagli atomi, i più piccoli mattoni della materia, anche se a loro olta sono costituiti da particelle ancora più piccole: elettroni, protoni, neutroni. Gli elettroni ruotano attorno al nucleo con una velocità simile a quella della luce, formando una nube attorno al nucleo Gli atomi di un particolare elemento hanno tutti lo stesso numero di protoni, che corrisponde al numero degli elettroni. Il numero di protoni corrisponde al numero atomico La massa atomica corrisponde al numero di protoni+neutroni
  • 5.  
  • 6.
  • 7. Calcio (Ca), fosforo (P), potassio (K), zolfo (S) e pochi altri costituiscono il rimanente 4% Ci sono poi circa altri 15 elementi che si trovano in tracce. Assieme sono poco più di un decimillesimo Pur essendo in tracce, la loro importanza non è minore. Infatti nella maggior parte dei casi l’organismo non sopravviverebbe senza di questi elementi La rilevante percentuale di O 2 è dovuta al fatto che esso entra nella composizione dell’acqua (H 2 O) la sostanza che compone quasi il 90% del nostro organismo
  • 8. Oltre a comporre l’acqua, l’ ossigeno è necessario per la respirazione cellulare ed è un componente della maggior parte dei composti organici Elementi importanti dal punto di vista biologico Il carbonio costituisce lo scheletro di tutti i composti organici (ogni C forma 4 legami) L’ idrogeno è presente in tutti i composti organici; è un componente dell’acqua. Nelle proteine e negli acidi nucleici oltre ai tre precedenti elementi, è presente l’ azoto Il calcio in forma ionica (Ca ++ ) è importante per la contrazione muscolare, per la liberazione di neurotrasmettitori. È una componente strutturale di denti e ossa Il fosforo è componente degli acidi nucleici e dell’ATP. Componente strutturale delle ossa Sodio , potassio e Cloro in forma ionica (Na + , K + , Cl - ) sono importanti per l’attività elettrica del neurone (e nelle cellule in generale)
  • 9. Il comportamento chimico di un atomo dipende dal numero di elettroni presenti nel livello energetico più esterno che vengono definiti “di valenza” Gli atomi si combinano per formare molecole Molecole diverse si uniscono per formare i composti A partire da 96 elementi si possono ottenere un numero enorme di molecole, Sono , infatti, milioni le molecole presenti in Natura e, in questi ultimi anni, oltre 15 milioni di molecole sono state ottenute artificialmente (saccarina)
  • 10. I legami con cui possono combinarsi gli atomi e le molecole fra di loro possono essere definiti : Legami covalenti: Polari Apolari Legami non covalenti: Ionici Idrogeno Interazioni idrofobiche e forze di Van der Waals
  • 11. Legame Covalente Un legame covalente semplice viene a formarsi quando due atomi condividono una coppia di elettroni di valenza in modo tale che entrambi raggiungono una condizione più stabile Ad esempio due atomi di H condividono una coppia di elettroni in modo tale che entrambi raggiungono la condizione con due elettroni nel un primo livello energetico ( guscio K che contiene un solo orbitale) In questo modo il C raggiunge la condizione stabile con 8 elettroni nel secondo livello energetico (che contiene 4 orbitali) Un atomo di C condivide una coppia di elettroni con ciascuno dei quattro atomi di H cui si lega H H
  • 12. Oltre a poter formare legami con più atomi diversi, uno stesso atomo può formare più legami covalenti con un singolo atomo Ciò avviene quando due atomi condividono non una sola ma più coppie di elettroni (ad es. in O 2 ) O O O O
  • 13. Legami covalenti polari In una molecola gli atomi che formano tra loro un legame possono avere una differente tendenza ad attrarre elettroni (si dice che uno è più elettronegativo dell’altro) Questo accade per esempio nella molecola dell’acqua dove l’Ossigeno è più elettronegativo dell’idrogeno Gli elettroni condivisi passano più tempo attorno all’ O che all’ H
  • 14. Le molecole polari di importanza biologica contengono uno o più atomi elettronegativi come O, N, S La presenza di legami polarizzati è della massima importanza nel determinare la reattività delle molecole Grandi molecole apolari come cere e grassi sono inerti, mentre le più importanti molecole biologiche come proteine e fosfolipidi presentano regioni polari e non polai che si comportano in maniera totalmente differente
  • 15. Legame Ionico Quando due atomi differiscono notevolmente nella loro elettronegatività e uno mostra forte tendenza a perdere elettroni e l’altro ad acquistarli può avvenire il trasferimento di un elettrone da un atomo all’altro L’esempio di come questo trasferimento può legare assieme atomi differenti è dato dal cloruro di sodio (NaCl) il comune sale da cucina
  • 16. All’inizio i due atomi sono elettricamente neutri ma instabili e fortemente reattivi Il sodio ha un elettrone ‘in più’ rispetto al numero che serve per completare il guscio elettronico esterno e assumere una configurazione stabile ( 8 elettroni ) Al cloro invece manca un elettrone per raggiungere la configurazione stabile con 8 elettroni nel guscio esterno La reazione tra sodio e cloro permette ad entrambi di ottenere una condizione stabile con otto elettroni nel guscio esterno Il cloro “strappa” un elettrone al sodio
  • 17. Ora però il sodio è caricato positivamente (ha perso un elettrone cioè una carica unitaria ) Na + Il cloro invece è caricato negativamente (ha acquistato un elettrone cioè una carica unitaria ) Cl - Cationi Anioni Legame Ionico Legame Ionico
  • 18. Poiché hanno cariche opposte, Na + e Cl - si attraggono Legame Ionico Allo stato solido i due ioni sono strettamente uniti a formare cristalli
  • 19. Quando un sale, ad esempio cloruro di sodio , viene disciolto in acqua le sue molecole si dissociano in ioni Na + Cl - Nel sale NaCl allo stato solido il legame chimico è molto forte (in quanto le cariche opposte di Na + e Cl - si attraggono) La separazione dei due ioni in soluzione è resa possibile dal fatto che in sostituzione del legame forte tra Na + e Cl - si formano tanti legami deboli tra le molecole di acqua e gli ioni (il cosiddetto guscio di idratazione ) L’acqua infatti è un dipolo cioè una molecola con una parziale carica positiva e una parziale carica negativa in grado quindi di formare legami sia con Na + che con Cl - Cl - Na + (-) O H (+) H (+) O H H O H H O H H O H H O H H O H H O H H O H H
  • 20.
  • 21. Per questa proprietà l’acqua partecipa ad un gran numero di interazioni, tutte importanti dal punto di vista biologico: carica-dipolo solvatazione degli ioni dipolo-dipolo solvatazione delle molecole polari van der Waals determina la distanza tra molecole non interagenti con altre forze più intense
  • 22. Legame a idrogeno Un esempio di legame ad idrogeno è quello che si forma tra le molecole d’acqua Il legame ad idrogeno si forma tra un atomo di idrogeno con una carica parziale positiva e una altro atomo (ad es ossigeno o azoto ) con una carica parziale negativa Esso può formarsi tra piccole molecole o tra parti diverse di una stessa grande molecola La forza di legame ad idrogeno è 1/20 di quella di un legame covalente . Tuttavia la formazione di molti legami ad idrogeno può conferire una notevole stabilità alle strutture Proteine, DNA
  • 23.
  • 24. L’interazione si traduce nella tendenza che queste molecole apolari mostrano di unirsi tra di loro escludendo l’acqua... H 2 O
  • 25. I gruppi funzionali, sono particolari strutture di atomi che conferiscono alle molecole organiche le loro proprietà fisiche, la loro reattività chimica, la loro solubilità in acqua I due legami più frequenti fra gruppi funzionali sono i legami esterici fra alcooli ed acidi carbossilici ed i legami ammidici fra fra acidi carbossilici ed ammine
  • 26. Gruppo ossidrile Gruppo carbossile Gruppo aminico Gruppo fosfato Gruppo carbonile Gruppo carbonile
  • 27. LEGAMI A IDROGENO e INTERAZIONI IDROFOBICHE sono i due principali legami che determinano la struttura delle BIOMOLECOLE
  • 28. Interazioni che determinano la struttura delle biomolecole
  • 29. Proteine: l’interazione idrofobica guida la creazione del “core” dove le catene aminoacidiche apolari risultano racchiuse; i legami H interni e con l’ambiente esterno determinano la struttura. ribonucleasi
  • 30. DNA: le interazioni idrofobiche guidano la formazione della doppia elica, con le basi aromatiche all’interno e lo scheletro zucchero-fosfato, polare/carico, esposto all’acqua; i legami H determinano le interazioni tra le basi e quelle tra lo scheletro zucchero-fosfato e l’ambiente esterno
  • 31. Membrane: le interazioni idrofobiche creano il bilayer lipidico modello di membrana cellulare
  • 32. BIOMOLECOLE TUTTE LE CARATTERISTICHE PROPRIE DI UN ORGANISMO VIVENTE SONO IL RISULTATO DELL’ESISTENZA E DEL FUNZIONAMENTO DI QUATTRO CLASSI DI BIOMOLECOLE .
  • 33.
  • 34. La caratteristica comune a tutte le macromolecole è di essere costituite da strutture complesse ( polimeri ) ottenute dall’assemblaggio di unità più piccole ( monomeri ). A partire dagli stessi monomeri ciascun organismo può costruire le proprie macromolecole Durante la digestione , i polimeri vengono ‘scomposti’ in monomeri e assorbiti come tali. La maggior parte delle macro molecole ha una vita breve rispetto alla cellula:ad eccezione del DNA esse Vengono continuamente demolite e sostiuite da nuove
  • 35. Idrolisi e condensazione : due reazioni chimiche estremamente importanti e diffuse La condendensazione (o disidratazione) è la formazione di un legame tra due molecole (o anche tra due parti della stessa molecola) con perdita di una molecola d’acqua L’ idrolisi è in qualche modo il processo inverso: la rottura di un legame mediante l’aggiunta di una molecola d’acqua C C C O H H C C C C H O H H C C C H C C C C H O H O H H
  • 36.
  • 37. Trigliceridi La funzione primaria dei trigliceridi (grassi e olii) è quella di fornire energia per i processi metabolici. I legami all’interno di queste molecole infatti contengono un alto livello di energia 1 gr di grassi  ~ 9 cal 1 gr di zuccheri  ~ 4 cal 1 gr di proteine  ~ 4 cal Olii  liquidi a 20° sono insaturi e presentano molti doppi legami Grassi  solidi a 20° sono saturi I trigliceridi possono essere facilmente accumulati come riserva energetica in tessuti specializzati Gli olii nei semi delle piante I grassi nel tessuto adiposo degli animali Oltre a fornire direttamente energia, il tessuto adiposo può serve a coibentare
  • 38. Struttura chimica dei Trigliceridi In ciascuna molecola di trigliceride, tre molecole di acidi grassi sono legate ad una molecola di Glicerolo Acido grasso Acido grasso Acido grasso Il Glicerolo è una piccola molecola a tre atomi di carbonio Gli acidi grassi sono costituiti da lunghe molecole (fino a 20 e più atomi di carbonio) Nel trigliceride il legame si forma tra il gruppo COOH (carbossilico) dell’acido grasso e il gruppo OH del glicerolo. E prende il nome di legame di estere Glicerolo
  • 39. Ci sono due categorie di acidi grassi, quelli saturi e quelli insaturi Alcuni acidi grassi posseggono più di un doppio legame nella loro catena. In questo caso si definiscono poliinsaturi Se gli acidi grassi sono saturi , le molecole di trigliceridi si dispongono in modo ordinato e i lipidi sono solidi a temperatura ambiente Se gli acidi grassi sono insaturi , le molecole di trigliceridi si dispongono in modo disordinato e i lipidi sono liquidi Burro Olio di oliva
  • 40. Fosfolipidi I fosfolipidi hanno una struttura affine a quella dei trigliceridi dove una delle catene di acidi grassi è sostituita da un gruppo fosforico Gruppo fosforico Fortemente polare Affinità per l’H 2 O Fortemente apolare Affinità per i lipidi Molecola polare Acido grasso Acido grasso Glicerolo
  • 41. Grazie a questa loro caratteristica di avere una porzione idrosolubile e una idrofobica , i fosfolipidi tendono naturalmente a disporsi con le teste idrofile rivolte verso l’acqua e le code idrofobe rivolte l’ una contro l’altra Essi sono i pricipali componenti delle membrane biologiche
  • 42. Steroidi Si tratta di una famiglia di composti organici molto importanti che hanno una struttura comune basata su più anelli fusi tra loro Il colesterolo è un importantissimo componente delle membrane cellulari Di questa famiglia fanno parte una serie di molecole che hanno funzione di messaggeri chimici, gli ormoni steroidei Sono O. steroidei per esempio gli ormoni sessuali come il testosterone o il progesterone
  • 43. Carboidrati: Monosaccaridi, Disaccaridi e Policaccaridi Sono molecole (CH 2 0) n a 5 o a 6 atomi di carbonio di regola a forma di anello I monosaccaridi pentosi sono importanti costituenti degli acidi nucleici, RNA e DNA Ribosio e desossiribosio Il più noto è il glucosio I monosaccaridi esosi (fruttosio, galattosio, glucosio ecc.) sono implicati nel metabolismo energetico. Essi sono anche i costituenti di disaccaridi e polisaccaridi
  • 44. Il glucosio è al centro dei processi del metabolismo energetico della cellula. Esso esiste sia in forma ciclica che in forma lineare con la possibilità di passare da una forma all’altra GLUCOSIO
  • 45. Disaccaridi Il MALTOSIO è un disaccaride formato da due molecole di Glucosio Il SACCAROSIO (lo zucchero da cucina) è un disaccaride formato da una molecola di Glucosio e una di Fruttosio Il LATTOSIO (lo zucchero del latte) è un disaccaride formato da una molecola di Glucosio e una di Galattosio Formazione di un Legame glicosidico
  • 46. Polisaccaridi Funzione stutturale La cellulosa è costituita da grandi molecole lineari composte da sequenze di molecole di Glucosio . È il costituente principale della parete cellulare nei vegetali. Anche nel regno animale si trovano polisaccaridi con funzione strutturale, ad es. la Chitina (esoscheletro degli insetti) e la galattosammina (cartilagini) Riserva energetica L’ Amido è un polimero del Glucosio poco ramificato . È il principale glucide di accumulo nei vegetali . Tramite enzimi può essere facilmente convertito a Glucosio Il Glicogeno è anch’esso un polimero del Glucosio. Viene utilizzato come zucchero di riserva dagli animali e depositato nel fegato e nei muscoli. È molto ramificato .
  • 47. I GLICOSAMINOGLICANI (GAG) La loro struttura è caratterizzata da una alternnza di zuccheri diversi A-B-A-B-A : Sono altamente acidi (gruppi carbossilici e solfato legati agli anelli degli zuccheri) Nelle matrici extracellulari sono presenti complessi proteico-polisaccaridici noti come PROTEOGLICANI. I proteoglicani presentano un nucleo proteico a cui sono attaccate covalentemete catene di GAG. A loro volta i proteoglicani possono formare complessi giganti, assembalndosi mediante il legame dei loro nuclei proteici con acido ialuronico (un GAG non solforato). Grazie alla loro capacità di legare cationi , attirano una grande quantità di molecole d’acqua e formano il caratteristico gel poroso che riempe gli spazi extracellulari. Eparina
  • 48.
  • 49. Esistono decine di migliaia di diverse proteine . In ciascun essere vivente esse svolgono funzioni fondamentali che nessun altro tipo di molecola potrebbe svolgere . Nella cellula catalizzano migliaia di differenti reazioni chimiche ( Enzimi ) Permettono il passaggio selettivo di molecole attraverso la membrana ( Canali Ionici e Pompe ) Trasportano specifiche molecole sia nelle cellule che nei fluidi esterni Attaccano selettivamente gli agenti esterni ( anticorpi del S.I. ) Fungono da messaggeri chimici ( Ormoni e neurotrasmettitori ) Hanno funzione strutturale sia all’interno della cellula ( citoscheletro ) che al di fuori ( es cheratine ) Regolano lo sviluppo e orchestrano il funzionamento dell’intera cellula Presiedono al movimento sia all’interno della cellula (cilia, trasporto assoplasmatico) che a livello di sistema (es lavoro muscolare)
  • 50. COME PUO’ UN UNICO TIPO DI MOLECOLA SVOLGERE FUNZIONI COSI’ DIVERSE? GRAZIE ALLE DIVERSE FORME CHE LE PROTEINE POSSONO ASSUMERE ED ALLA CAPACITA’DI INTERAGIRE IN MODO ALTAMENTE SPECIFICO CON ALTRE MOLECOLE
  • 51. Struttura chimica delle proteine Ciascuna proteina è un polimero costituito da una serie di componenti di base, gli aminoacidi legati tra loro Esistono circa 20 diversi aminoacidi legati tra loro con un legame (che si chiama legame peptidico ) Ciascuna proteina e costituita da un numero variabile di aminoacidi . Le più piccole sono costituite da pochi aminoacidi (in reltà quelle più piccole vengono chiamate polipeptidi ) Le più grandi possono essere costituite anche da 5.000 aminoacidi. Il polipeptide più lungo trovato è formato da 30.000 aa Sono praticamente gli stessi in tutti i viventi valina Alanina Prolina Arginina valina Lisina valina triptofano triptofano
  • 52. Ciascuno dei 20 aminoacidi ha: una parte comune agli altri e una parte che è specifica per quell’aminoacido H NH 2 - C-COOH R È la porzione dell’aminoacido che serve a formare il legame peptidico (con gli altri aminoacidi) Residuo aminoacidico Chiamato anche con i termini: Catena laterale Gruppo R Il residuo aminacidico nei 20 aminoacidi differisce per il numero di atomi di C e per la presenza di gruppi funzionali Esso fornisce proprietà diversa a ciascuno dei 20 aminoacidi
  • 53.  
  • 54.
  • 55. Le caratteristiche delle catene laterali degli aminoacidi sono importanti sia nelle interazioni INTRAMOLECOLARI, che determinano la struttura e la attività della molecola, sia nelle interazioni INTERMOLECOLRI Gli AA sono classificati in base alle caratteristiche delle catene laterali: POLARI con carica elettrica (aspartato, glutammato, lisina, arginina: i residui di arginina degli istoni formano legami ionici con il gruppo fosforico del DNA) POLARI senza carica elettrica (serina, teronina, tirosina, glutammina, asparagina; interagiscono con l’acqua) NON POLARI (alanina, valina,leucina, isoleucina, metionina, fenilalanina, triptofano) CON PROPRIETA’ PARTICOLARI (glicina, prolina e cisteina: contiene un gruppo sulfidrilico SH che spesso si lega ad un altro, formano un ponte disolfuro S-S)
  • 56. NELLE PROTEINE TROVIAMO ANCHE AMINOACIDI DIVERSI, CHE HANNO SUBITO UNA MODIFICAZIONE DOPO LA LORO INCORRPORAZIONE NELLA CATENA POLIPEPTIDICA: MODOFICAZIONI POST-TRADUZIONALI AGGIUNTA GRUPPI FOSFATO (serina, tirosina, treonina)
  • 57. L’acido glutammico o glutammato è anche uno dei più diffusi neurotrasmettitori (eccitatorio) POLARE CON CARICA ELETTRICA : IL GLUTAMMATO
  • 58. La glicina è un importante neurotrasmettitore inibitorio La tirosina è il precursore delle catecolamine , importanti neurotrasmettitori e ormoni ( Dopamina , noradrenalina , e adrenalina ) Il triptofano è il precursore della serotonina , un importante NT
  • 59. Il legame peptidico H NH 2 - C-COOH R La porzione comune ad ogni aminoacido è costituita da un C cui sono legati il gruppo R , un idrogeno e due gruppi funzionali : un gruppo aminico NH 2 un gruppo carbossilico COOH Il legame peptidico è un legame covalente e si forma tra il gruppo aminico NH 2 di un aminoacido e il gruppo carbossilico COOH dell’altro
  • 60. R R
  • 61. La struttura primaria di una proteina è data dalla sequenza degli aminoacidi che la compongono Nelle proteine si riconoscono quattro diversi livelli di struttura, primaria , secondaria , terziaria e in qualche caso , quaternaria Questa, a sua volta, è specificata dalla sequenza di nucleotidi del DNA del gene che specifica per quella proteina sostituzione dell’acido glutammico aa polare con la valina aa non polare
  • 63. A causa dei molteplici legami deboli (legami idrogeno) che si formano tra i residui aminoacidici, non appena sono assemblati gli aminoacidi non rimangono allineati ma le catene si ripiegano in modo ordinato ( struttura secondaria ) Esistono due modi principali per ripiegarsi: - α Elica - Foglietto β (foglietto pieghettato) Il fatto che una certa porzione dalla catena polipeptidica assuma l’una o l’altra struttura secondaria dipende da quali sono i residui aminoacidici e di conseguenza da quali legami deboli si instaurano
  • 64. Foglietto β α Elica Nella maggior parte delle proteine le catene di aminoacidi (siano esse organizzati ad α Elica che Foglietto β) si ripiegano a gomito dando così alla proteina una forma globulare ( struttura terziaria ) Il ripiegamento è causato dalla formazione di legami sia deboli che covalenti tra i residui aminoacidici. La varietà di strutture terziarie è enorme In particolare tra due molecole dell’ aminoacido cisteina si può formare un ponte disolfuro
  • 65. Recentemente è stato scoperto che un numero sorprendente di proteine contiene segmenti che mancano di una conformazione definita. Tali regioni rivestono ruoli chiave in processi cellulari vitali, spesso legandosi a DNA o altre proteine. Dopo il legame con il partner appropriato tali segmenti vanno incontro a modificazioni fisiche ed assumono una struttura ripiegata definita PrP C (proteina prionica cellulare) e PrP Sc (proteina prionica scrapie) : DIFFREISCONO NEL MODO IN CUI LA CATENA POLIPEPTIDICA SI ORGANIZZA NELLA STRUTTURA TRIDIMENSIONALE
  • 66. La principale differenza tra la PrP cellulare e quella patogena risiede nella conformazione. La proteina che causa lo scrapie si propaga entrando in contatto con le molecole normali di PrP, provocandone lo svolgimento e il passaggio da una conformazione usuale a quella della PrP dello scrapie. Questo cambiamento dà origine ad una reazione a catena in cui le molecole appena trasformate, modificano la forma di altre molecole normali di PrP, e così via. In che modo differiscono le due strutture, normale e patologica? La proteina normale è costituita soprattutto da una struttura ad alfa eliche, mentre la struttura che provoca lo scrapie, contiene filamenti beta
  • 67. I dati che sostengono l’ipotesi secondo cui la PrP dello scrapie può indurre una molecola di PrP ad alfa elica a trasformarsi in una struttura a zig-zag, derivano prevalentemente da due importanti studi: 1)I peptidi sintetici, corrispondenti a tre delle quattro ipotetiche regioni ad alfa elica della PrP, possono avvolgersi in modo da formare dei foglietti beta. 2)Nella loro conformazione a foglietto beta, questi peptidi possono imporre la stessa struttura a peptidi della PrP ad alfa elica. Le molecole di PrP prodotte da geni mutanti, probabilmente non adottano la conformazione che causa lo scrapie al momento della sintesi; in caso contrario, i portatori di geni mutanti si ammalerebbero nella prima infanzia. Si ritiene che la mutazione del gene per la PrP renda le proteine risultanti, suscettibili ad un passaggio da una conformazione ad alfa elica a una a foglietto beta.
  • 68. Presumibilmente, occorre tempo perché una molecola effettui spontaneamente il passaggio e ancora più tempo perché la PrP dello scrapie si accumuli e danneggi i tessuti celebrali, fino al punto da produrre sintomi della malattia (perdita della coordinazione dei movimenti e dell'equilibrio, forte prurito, atassia, degenerazione dei neuroni, possibile accumulo di depositi proteici sotto forma di placche). Ma perché le varie mutazioni che sono state osservate nei geni per la PrP possono facilmente avvolgersi nella conformazione beta, cioè a foglietto ripiegato? Molte delle mutazioni scoperte nell’uomo, provocano la sostituzione di uno degli amminoacidi situati nelle quattro ipotetiche eliche o sui loro confini. La sostituzione con amminoacidi non corretti, in queste posizioni, potrebbe destabilizzare l’elica, aumentando così la probabilità che la regione interessata e le sue limitrofe si riavvolgano in una beta conformazione.  
  • 69. CONFORMAZIONI GLOBALI PROTEINE FIBROSE (ES PROTEINE DI STRUTTURA COLLAGENE, ELASTINA, CHERATINA, SETA) PROTEINE GLOBULARI (ES. PROTEINE ALL’INTERNO DELLA CELLULA: MIOGLOBINA)
  • 70. DOMINI PROTEICI MOLTE PROTEINE SONO COMPOSTE DA DUE O PIU’ MODULI DISTINTI CHE SI STRUTTURANO INDIPENDENTEMENTE L’UNO DALL’ALTRO : I DOMINI I DIVERSI DOMINI DI UN POLIPEPTIDE, SPESSO RAPPRESENTANO PARTI CHE LAVORANO IN MANIERA INDIPENDENTE
  • 71. Alcune proteine mostrano struttura quaternaria in quanto sono composte da più sub-unità distinte: eterodimero o uguali: omodimero, legate tra loro
  • 72. Il fatto che una data proteina assuma una determinata struttura secondaria e terziaria è determinato in modo automatico dalla sua struttura primaria DENATURAZIONE E RINATURAZIONE Esso è dovuto al formarsi di una quantità di legami deboli e attrazione tra le molecole nonché alla tendenza di certi residui aminoacidici di portarsi all’esterno della molecola (quelli idrofili) o all’interno (idrofobici) o verso porzioni della stessa proteina cariche positivamente o negativamente. Se tuttavia mettiamo la proteina in un altro solvente (es. apolare) oppure ad un pH o una temperatura molto diversi da quelli nei quali si trovano abitualmente, la proteina cambia forma e perde le sue proprietà ( DENATURAZIONE ) In qualche caso si può ritornare allo stato originario ripristinando le condizioni primitive ( RINATURAZIONE ) ma per lo più avvengono cambiamenti irreversibili che non lo permettono
  • 73. UN RIPIEGAMENTO NON CORRETTO DELLA PROTEINA PUO’ CONDURRE A CONSEGUENZE FATALI PrPC (proteina prionica cellulare) e PrPSc (proteina prionica scrapie) Peptide B-Amiloide
  • 74. RUOLO DEGLI CHAPERON MOLECOLARI I VARI CHAPERON MOLECOLARI PRESENTANO UNA FORTE OMOLOGIA DI SEQUENZA: ALL’ESTREMITA’ N-TERMINALE UN DOMINIO ATP-asico ED ALLA ESTREMITA’ C-TERMINALE UN DOMINIO DI RICONOSCIMENTO DEL SUBSTRATO TRAMITE IL DOMINIO DI RICONOSIMENTO LEGANO LE PROTEINE DA ASSISTERE, MENTRE TRAMITE IL DOMINIO ATPasico RICONOSCONO E LEGANO L’ATP DA UTILIZZARE COME FONTE DI ENERGIA PER COMPIRE LA LORO AZIONE DI RIPIEGAMENTO CORRETTO DELLE PROTEINE
  • 75. GLI CHAPERONS AGISCONO IN DUE MODI: LEGANDOSI A RESIDUI IDROFOBICI IMPEDISCONO CHE QUESTI POSSANO INTERAGIRE CON ALTRI RESIDUI IDROFOBICI DI PROTEINE VICINE IMPEDISCONO CHE I RESIDUI IDROFOBICI DELLA STESSA PROTEINASI AGGREGHINO PREMATURAMENTE DANDO LUOGO AD UNA CONFORMAZIONE ERRATA
  • 77. CHAPERONINA COMPLESSI PROTEICI CILINDRICI CHE CHE CONTENGONO CAMERE ALL’INTERNO DELLE QUALI I POLIPEPTIDI POSSONO RIPIEGARSI SENZ SUBIRE INTERFERENZE DA PARTE DI ALTRE MACROMOLECOLE PRESENTI NEL CITOSOL
  • 78. Controllo di qualità della sintesi di proteine
  • 80.
  • 81.
  • 82. Gli enzimi In alcune reazioni chimiche il contenuto energetico dei prodotti della reazione è complessivamente maggiore di quello dei reagenti. Perché avvenga la reazione è necessario fornire energia Queste reazioni si chiamano endoergoniche In in altre reazioni chimiche il contenuto energetico dei prodotti della reazione è minore di quello dei reagenti. Quando la reazione chimica avviene si ha liberazione di energia Queste reazioni si chiamano esoergoniche Non è detto che perché una reazione è esoergonica essa debba obbligatoriamente avvenire Ad esempio la reazione che ha luogo durante la combustione di un fiammifero è fortemente esoergonica ma perché avvenga occorre inizialmente aggiungere energia per superare una barriera di attivazione
  • 83. Gli enzimi sono molecole proteiche che fungono da catalizzatori chimici. Essi sono dei catalizzatori biologici Particolari sostanze chiamate catalizzatori sono ingrado di favorire le reazioni esoergoniche abbassando l’energia di attivazione e aumentando la velocità della reazione (pur senza partecipare) Energia potenziale Energia di attivazione
  • 84. Gli enzimi aumentano la velocità delle reazioni chimiche abbassando l’energia di attivazione Grazie agli enzimi possono avvenire, a temperatura compatibili con la vita, reazioni che altrimenti avverrebbero solo ad alte temperature Grazie agli enzimi possono avvenire negli esseri viventi reazioni che altrimenti avverrebbero con grande emissione di energia Esistono migliaia di diversi tipi di enzimi ognuno specifico per una data reazione chimica Il nome della maggior parte degli enzimi è caratterizzato dalla presenza del suffisso –asi (es. DNA-polimerasi)
  • 85. L’enzima agisce essenzialmente abbassando l’energia di attivazione della reazione L’enzima agisce formando uno specifico complesso enzima substrato. Esso possiede un sito attivo nel quale solo quel particolare substrato si adatta Reazioni esoergoniche 1) Orienta correttamente nello spazio le molecole che devono reagire 2) Forma molteplici legami deboli con il substrato modificando la configurazione elettrica e la forza dei legami nel substrato
  • 86. Gli enzimi permettono inoltre che avvengano reazioni endoergoniche mediante l’accoppiamento con reazioni che liberano energia Nelle reazioni endoergoniche catalizzate da enzimi quasi sempre entra in gioco la molecola dell’ATP (adenosintrifosfato) una molecola con tre atomi di fosforo che all’occorrenza ne può perdere uno liberando energia Reazioni endoergoniche
  • 87. Nell’idrolisi da ATP (tre gruppi fosfato) ad ADP (due gruppi fosfato) si ha liberazione di una grande quantità di energia che era contenuta nel legame fosforico. Questa energia può essere usata per far decorrere una reazione endoergonica La stessa molecola può essere riusata moltissime volte. L’ ADP infatti viene riconvertito in ATP utilizzando specifiche reazioni esoergoniche in particolare quelle connesse con la respirazione (nei mitocondri)
  • 88.
  • 89. Il metabolismo è organizzato in vie metaboliche Le vie metaboliche possono biforcarsi Se è presente solo l’enzima B allora si produrra la molecola X. Se è presente l’enzima D si produrrà la molecola Z. Se sono presenti entrambi ci saranno entrambi i prodotti finali in proporzione alla presenza dei diversi enzimi Vie metaboliche X Enzima A Enzima B Enzima C Z Enzima E Enzima D
  • 90. Cinetica enzimatica La velocità di una reazione catalizzata da un enzima cresce con la concentrazione del substrato Ciò è dovuto essenzialmente al fatto che tanto più concentrato è il substrato tanto più spesso una molecola di questo entra nel sito attivo Saturazione dell’enzima All’inizio la velocità della reazione aumenta rapidamente con la concentrazione del substrato. In seguito continuando ad aggiungere substrato si ottiene solo un modesto incremento Si arriva infine ad un punto un cui continuando ad aggiungere substrato non si ottiene più alcun aumento della velocità della reazione Concentrazione del substrato velocità
  • 91. Regolazione della funzione enzimatica L’azione degli enzimi è regolata da una gran quantità i fattori legati ai bisogni della cellula e alla disponibilità dei composti. Ci sono essenzialmente due modi per regolare l’attività di una determinata via metabolica 1) Si può controllare la produzione di un dato enzima aumentandola o diminuendola tramite un’azione sui meccanismi di regolazione del gene 1) Si può agire direttamente sulla funzionalità di un dato enzima agendo su uno dei suoi siti attivi
  • 92. REGOLAZIONE METABOLICA ALTERAZIONE DELLA ATTIVITA’ ENZIMATICA PER MODIFICAZIONE COVALENTE MODULAZIONE ALLOSTERICA DELLA ATTIVITA’ ENZIMATIVA AGGIUNTA O RIMOZIONE GRUPPI FOSFATO CON CONSEGUENTE MODIFICAZIONE DELLA FORMA DEL SITO ATTIVO DELL’E ENZIMI RESPONSABILI DEL TRASFERIMENTO DL GRUPPO FOSFATO DA ALTRE PROTEINE SONO PROTEIN CHINASI (REGOLANO ATTVIVTA’ ORMONALE, DIVISIONE CELLULARE, ESPRESSIONE GENICA) IL LEGAME DI UN COMPOSTO CON IL SITO ALLOSTERICO DELL’ENZIMA NE MODULA L’ATTIVITA’
  • 93.
  • 94.
  • 95. L’inibitore non competitivo occupa un altro sito, chiamato sito allosterico Quando il competitore si attacca al sito allosterico l’ enzima modifica la sua forma o la distribuzione delle sue cariche in modo tale che il substrato non si combina più con il sito attivo Enzima Inibitore non competitivo Substrato Enzima Substrato Sito allosterico
  • 96. Molte tossine e veleni sono inibitori enzimatici (sia competitivi che non) Gli inibitori naturali (il cui scopo è regolare il metabolismo) si legano reversibilmente ai siti dell’enzima. Al contrario veleni e tossine spesso si legano irreversibilmente bloccando ogni ulteriore attività enzimatica
  • 97.
  • 98.
  • 99.
  • 100.
  • 101. I due filamenti hanno polarità opposta Per evidenziare la polarità di un filamento si distinguono i due estremi come 3’ e 5’ Questo è legato al fatto che il gruppo fosfato si lega in posizione 5’ allo zucchero che lo precede e in posizione 3’ a quello che lo segue (legame fosfodiesterico) La molecola del DNA assume una struttura tipica a doppia elica P P 3 5 L’estremità dove è situato il fosfato è l’estremità 5’