Teologia ecumenica e teologie nell'ecumene lezione 9
7 de May de 2014•0 gostou•3,428 visualizações
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Educação
Introduzione alla lettura dei quattro discorsi tenuti da Barth a Ginevra, durante il semestre ecumenico,nel luglio1935. (Cf BARTH Karl, "La Chiesa", Milano: Città Nuova1970,173-193).
Teologia ecumenica e teologie nell'ecumene lezione 9
1. Teologia ecumenica e
teologie nell’ecumene
Prof. Antonino PILERI BRUNO
A.A 2013-2014
FACOLTÀ TEOLOGICA DI SICILIA
nona lezione
2. Nona Lezione
Lettura dei quattro discorsi tenuti da
Barth a Ginevra, durante il semestre
ecumenico, nel luglio 1935. (Cf BARTH
Karl, La Chiesa, Milano: Città Nuova
1970, 173- 193).
3. Karl Barth
Barth nacque a Basilea il
10 maggio 1886, morì
nella stassa città il 10
dicembre 1968.
Studiò nelle università di
Berna, Berlino, Tubinga e
Marburgo. Conclusi gli
studi accademici, l’attività
pastorale lo portò a
Ginevra e Safenwill.
4. L’attività pastorale induce ha valutare
criticamente la teologia liberale.
Nel 1921 inizia la sua carriera accademica che
lo vedrà professore di teologia della riforma
prima a Gottinga ed in seguito a Munster e
Bonn.
Il suo rifiuto a prestare il giuramento a Hitler
gli costerà la cattedra. Tornato in Svizzera
insegnerà a Basilea fino al 1962.
L’opera che gli guadagna la scena è La Lettera
ai Romani (Der Romerbrief), pubblicata nel 1919.
5. “Il metodo storico-critico della indagine
biblica ha la sua ragion d’essere: esso mira a
una preparazione, alla intelligenza del testo,
che non è mai superflua. Ma se io dovessi
scegliere fra questo e l’antica dottrina della
ispirazione, io adotterei decisamente la
seconda: la sua validità è più grande, più
profonda, più importante, perché il compito
che si propone è l’intelligenza stessa del testo
[…]”. Barth Karl, L’Epistola ai Romani,
Milano: Feltrinelli 1974.
6. Nel 1927 Barth pubblica il primo volume
della Dogmatica Cristiana che nel 1932
diventerà l’inizio della Dogmatica Ecclesiastica.
In critica alla teologia liberale il nostro
teologo parla di Dio come il “totalmente
Altro” (der ganz Andere) nei confronti dell’
uomo.
È Dio ad avere l’iniziativa nel diaologo con
l’uomo. Dio ha, per Barth, una precedenza
metafisica e gnoseologica.
7. Il pensiero di Barth è influenzato dal danese
Soren Kierkegaard, di modo che il pensiero
bartihano si può dire “dialettico”, ma non nel
senso hegeliano del superamento sintetico
degli opposti (tesi-antitesi), ma in quello
kirkegaardiano di dialettica come tensione
inestricabile tra essi.
8. Dal saggio La Chiesa
“La grande dispersione di forze spirituali e
materiali nel campo missionario ci mostra
esservi non una, ma molte Chiese. E il fatto
che queste Chiese siano spesso in conflitto
fra loro, rende ancor più difficile l’ascolto del
loro messaggio, genera confusione in mezzo
ai seguaci superficiali, e aumenta le difficltà
dei veri seguaci”, 173.
9. “L’unità in se stessa, anche l’unità
ecclesiastica, risente della natura umana
decaduta e non riconciliata […]. Il problema
dell’unità della Chiesa non può essere una
semplice aspirazione all’unità ecclesiastica in
sé […]. Se ci metteremo sulla via di una unità
ecclesiastica in sé, avremo contro di noi le
forze del peccato e quelle della grazia, in
maniera insuperabile”, 177.
10. “L’unità in se stessa, anche l’unità
ecclesiastica, risente della natura umana
decaduta e non riconciliata […]. Il problema
dell’unità della Chiesa non può essere una
semplice aspirazione all’unità ecclesiastica in
sé […]. Se ci metteremo sulla via di una unità
ecclesiastica in sé, avremo contro di noi le
forze del peccato e quelle della grazia, in
maniera insuperabile”, 177.
11. “Il problema dell’unità della Chiesa deve
corrispondere a quello del riconoscimento di
Gesù Cristo come capo e Signore concreto
della Chiesa. Il bene dell’unità non deve
essere separato dal benefattore, nel quale essa
è e si trova realmente fin dall’origine. Egli ci
ha manifestato ciò con la sua Parola e col suo
Spirito. Solo nella fede in lui, la Chiesa può
essere in mezzo a noi una realtà”, 177.
12. “Non si deve voler spiegare la pluralità delle
Chiese come un necessario contrassegno della
Chiesa visibile, empirica, in contrapposizione
alla Chiesa nella sua essenza, invisibile e
ideale. Non lo si deve fare perché questa
differenziazione è estranea al Nuovo
Testamento. […] Non si deve però neppure
voler spiegare la pluralità delle Chiese come
uno sviluppo voluto da Dio, ossia normale”,
178-179.
13. “Ricordiamoci […] che la Chiesa rappresenta
quaggiù la figura del regno di Cristo nel
tempo che passa fra la sua ascensione e il suo
ritorno; tempo in cui egli non è più presente
in mezzo ai suoi. […] Questo tempo è un
tempo di incompiutezza, di prova e di
miseria: e ciò si rende evidente proprio nella
pluralità delle Chiese, come pure nel peccato
congenito e quotidiano dei fedeli”, 181
14. “L’unione delle Chiese è un affare troppo
importante per essere il risultato di un
movimento, per quanto intelligente e
prudente. E si può vedere nelle decisioni
formali e nelle proclamazioni dei vari organi
del movimento ecumenico un’anticipazione di
questo processo…
(segue…)
15. in effetti, questi testi sono sprovvisti del
carattere ecclesiale che dovrebbero avere, per
essere ascoltati e compresi dalle varie Chiese,
con l’autorità della voce della Chiesa una e
non solo come buone risoluzioni umanitarie,
che potrebbero essere state redatte anche da
una commissione delle Nazioni Unite”, 185-
186.
16. “Ogni singola Chiesa deve porsi la seguente
domanda; concernente prima di tutto il
problema della sua vita: nella nostra Chiesa,
quando noi seguiamo la nostra impostazione
teoretica, la nostra tradizione e confessione,
nella posizione e nell’atteggiamento che
assumiamo di fronte alla realtà e ai problemi
del mondo che circonda la Chiesa, siamo
davvero in ascolto di Cristo?”, 190
17. Grazie!
Prossima lezione 12 febbraio 2014
Prof. Antonino Pileri Bruno
www.luxecclesiaeorientalis.org
Per la lezione seguente:
“Lo Spirito Santo e la chiesa di Gesù Cristo.
L’attuazione della chiesa essenziale”, in
BONHOEFFER Dietrich, Sanctorum Communio. Una
ricerca dogmatica sulla sociologia della Chiesa, Milano:
Herder-Morcelliana 1972, 110-154.