2. Agli inizi del 1300 Enrico Scrovegni chiamò Giotto a Padova per
decorare la sua cappella privata. La decorazione ha inizio nel 1303
ed è ultimata nel 1305.
Enrico Scrovegni Giotto
3. La cappella è un piccolo edificio, semplicissimo all’esterno
e all’interno. Le pareti sono quasi completamente libere (vi
sono finestre solo sulla facciata e sul lato destro); gli
affreschi possono quindi essere organizzati liberamente,
senza essere subordinati alle strutture architettoniche
4. L'adorazione dei Magi
Guidati da una stella, dei Magi venuti
dall'Oriente trovano il bambino con
Maria e Giuseppe e lo adorano,
offrendogli in dono oro, incenso e
mirra
Il tema principale trattato pittoricamente è la storia di
Cristo cominciando dalla sua nascita, dagli eventi che la
preparano e terminando, dopo la morte, con la
conseguenza spirituale della sua incarnazione.
5. La narrazione si svolge in tre fasce, una sotto l’altra, con inizio in alto a
destra.
•In basso, sopra lo zoccolo, è una balza decorata in monocromo, con le
allegorie delle Virtù e dei Vizi e le loro conseguenze.
•La parete interna è interamente occupata dal Giudizio Universale.
•Nella fascia superiore sinistra sono riprodotte le storie di Gioacchino (padre
della Vergine).
•Nella fascia superiore destra le storie della Madonna.
•Ai lati dell’ingresso l’Annunciazione.
•Nelle due fasce intermedie Giotto lavora alla storie di Gesù.
•La volta presenta, sul fondo azzurro stellato, dieci medaglioni con Maria,
Gesù e i Profeti.
LA TECNICA FINE
9. La Trifora
Cristo giudice
Figure dei
Santi, della
Madonna e
degli eletti Dannati e
Demoni
Offerta alla Cappella Croce sorretta da due angeli
10. Illustra il momento nel quale Enrico
Scrovegni, ritratto a sinistra,
consegna il modello della Cappella,
sorretto da un frate, alla Vergine
affiancata da un angelo e da una
santa.
11. Inserito in una mandorla, di reminiscenza
bizantina, circondato dagli angeli e sulla
destra e sulla sinistra dalle figure degli
Apostoli seduti sui troni. Dalla mandorla
si espande una striscia di fuoco al cui
interno è dipinto il regno infernale
popolato da una schiera di dannati e
demoni
12. Unica fonte di luce della cappella
che separa le due schiere degli angeli
guidate dagli arcangeli con gli
stendardi.
13. Ritiro di Gioacchino tra i pastori Il sacrificio di Gioacchino
L’incontro fra Gioacchino e Anna Il sogno di Gioacchino
15. Cacciato dal tempio, perché privo di figli, Gioacchino,
lasciata la propria casa in città, si rifugia fra i pastori
per fare penitenza. Malgrado l’età avanzata,
Gioacchino e sua moglie Anna avranno in seguito, per
volontà divina, una figlia, Maria, destinata ad essere
la Madonna.
Il dolore del Santo è espresso dalla sua postura,
mentre i due pastori si guardano meravigliati per ciò
che sta accadendo. Il paesaggio appare spoglio, privo
di particolari, per mettere in evidenza la meditazione
profonda di Gioacchino.
16. Mentre Gioacchino offre un agnello a Dio in segno di purificazione, gli
appare un angelo che gli annuncia il perdono e gli comunica che Anna avrà
un discendente dal suo seme.
17. Gioacchino si avvia
sulla strada del ritorno,
fermandosi in una
capanna di pastori per
riposare. Un angelo
appare in sogno a
Gioacchino, lo esorta a
ritornare a
Gerusalemme da Anna
sua sposa e gli
annuncia la sua
prossima paternità.
18. Gioacchino
ritorna dal
deserto ed
incontra Anna e
le sue ancelle
presso la Porta
Aurea di
Gerusalemme
20. Giotto organizza lo spazio pittorico con ordine e
razionalità grazie all’inserimento del tempio; il pittore
inserisce le scale su una linea diagonale che dal servitore,
dipinto di spalle, giunge alle braccia del sacerdote pronto
ad accogliere la giovane Maria. Giotto cerca di rendere il
momento della separazione con estrema umanità e
partecipazione emotiva: infatti, il sacerdote riceve con
serenità la giovane accompagnata dalla madre fin quasi
all’ingresso del tempio.
21. Le nozze di Cana Compianto sul Cristo morto
Noli me tangere
La Pentecoste
Cristo deriso La fuga in Egitto La strage degli innocenti
22.
23. Affrescato al centro della parete di destra. In primo piano sono collocate due
figure femminili sedute, viste di spalle. Anche se non si vedono i loro volti la loro
tristezza traspare dalla pesantezza delle due figure. La presenza delle due
donne di spalle ha un duplice fine: quello di indicare il limite spaziale e quello di
introdurre al tono doloroso della rappresentazione che, al di la di loro, si dispone
per piani trasversali paralleli: quello del corpo giacente e della santa che,
sostenendone i piedi, ne osserva piangente le ferite lasciate dai chiodi; quello
della Madonna (che ne abbraccia la testa) e dall’altra santa che lo tiene per una
mano; quello delle figure in piedi; l’ultimo, infine, costituito dalla montagna che
chiude la scena.
La striscia rocciosa scende conducendoci all’abbraccio di Maria che fissa il volto
senza vita di Gesù.
24. Giovanni in piedi al centro, allarga le
braccia in un atteggiamento disperato,
espressione che vuole impartire un giudizio
morale che nasce dalla constatazione della
bassezza cui giunge l’uomo quando crede di
poter far tacere la voce della verità con la
violenza.
Al dramma terreno corrisponde quello
celeste, rappresentato dagli angeli che
ruotano in cielo aumentando il senso
di movimento dell’intera scena:
Giotto si sofferma con particolare
attenzione sulla raffigurazione delle
loro espressioni che rivelano un
profondo dolore per la morte del
Cristo
25. A Cana, in Galiea, Gesù
e Maria vengono invitati
a una cerimonia nuziale
assieme ad alcuni
discepoli. Poichè viene ad
un tratto a mancare il
vino in tavola, Gesù, per
esortazione di Maria,
tramuta
in vino l'acqua che si
trova in sei idre di pietra
e compì così il primo
miracolo della sua vita
pubblica.
26. Cinquanta giorni dopo Pasqua lo Spirito Santo discende in forma di raggi e di
lingue di fuoco sugli Apostoli, il cui numero è nuovamente dodici, dopo la scelta
di Mattia al posto di Giuda Iscariota.
27. Pilato fa flagellare Gesù
nel cortile del pretorio. I
soldati scherniscono
Gesù, lo schiaffeggiano
e gli mettono in testa la
corona di spine.
28. Pilato fa flagellare Gesù nel
cortile del pretorio. I soldati
scherniscono Gesù, lo
schiaffeggiano e gli mettono in
testa la corona di spine.
29. Un angelo appare a
Giuseppe in sogno e lo
avverte che il re Erode
vuole uccidere Gesù.
Giuseppe prende Maria e
Gesù e fugge in Egitto.
30. Il re Erode, dopo aver
atteso invano il ritorno
dei Magi, decide di far
trucidare tutti i bambini
al di sotto dei due anni,
nella speranza di colpire
così il bambino Gesù.
31. Cristo è risorto e due angeli
indicano il sepolcro vuoto ai cui
piedi stanno addormentate le
guardie. Il Risorto appare a
Maddalena nel giardino attiguo
al sepolcro e le ingiunge di non
toccarlo in quanto non è ancora
salito presso il Padre.
32. L’esigenza di rendere la rappresentazione pittorica più
aderente alla realtà porta Giotto a soffermarsi con cura e
precisione su ogni zona dell’affresco: a lui spetta il merito di
aver introdotto nel ciclo di Assisi la sinopia e la tecnica
della lavorazione a “giornate” , che sostituisce
definitivamente quella “a pontate” . Per aumentare la
luminosità e la brillantezza dell’affresco il pittore fiorentino
stende il colore non più per sovrapposizione, come
avveniva con gli artisti bizantini, ma per accostamento,
definendo inizialmente le ombre e le zone più chiare e
passando in una seconda fase alle mezze tinte e ai toni vivi.
33. Giotto sceglie giorno per giorno la zone da decorare,
tracciando sull’arriccio( uno strato di intonaco costituito da
calce e sabbia) il disegno della sinopia. Nelle parti più difficili
da eseguire, come i volti dei personaggi, Giotto lavora su una
superficie particolarmente ridotta, in modo da potersi
soffermare con tempi più lunghi sulla coloritura di ogni
dettaglio della raffigurazione.
34. In epoca bizantina l’artista preparava la parete da
decorare secondo la posizione delle impalcature (da
qui il termine lavorazione “ a pontate”: di
conseguenza la superficie da portare a termine
nell’arco della giornata era notevolmente ampia,
tanto da non permettere al pittore di soffermarsi
con sufficiente attenzione sulla resa dei particolari,
la cui esecuzione avrebbe comportato tempi più
lunghi di quelli concessi da questo tipo di
lavorazione.
35. Informazioni tratte da:
Internet
ARTE Correnti e Artisti (vol. 1)
Dal testo alla storia, dalla storia al testo (vol. 1a)
GRAZIE A TUTTI PER L’ATTENZIONE