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di
Marilisa Bruno
Agli inizi del 1300 Enrico Scrovegni chiamò Giotto a Padova per
decorare la sua cappella privata. La decorazione ha inizio nel 1303
                      ed è ultimata nel 1305.




     Enrico Scrovegni                          Giotto
La cappella è un piccolo edificio, semplicissimo all’esterno
e all’interno. Le pareti sono quasi completamente libere (vi
    sono finestre solo sulla facciata e sul lato destro); gli
  affreschi possono quindi essere organizzati liberamente,
   senza essere subordinati alle strutture architettoniche
L'adorazione dei Magi
                                     Guidati da una stella, dei Magi venuti
                                      dall'Oriente trovano il bambino con
                                        Maria e Giuseppe e lo adorano,
                                       offrendogli in dono oro, incenso e
                                                     mirra




Il tema principale trattato pittoricamente è la storia di
Cristo cominciando dalla sua nascita, dagli eventi che la
     preparano e terminando, dopo la morte, con la
     conseguenza spirituale della sua incarnazione.
La narrazione si svolge in tre fasce, una sotto l’altra, con inizio in alto a
destra.
•In basso, sopra lo zoccolo, è una balza decorata in monocromo, con le
allegorie delle Virtù e dei Vizi e le loro conseguenze.
•La parete interna è interamente occupata dal Giudizio Universale.
•Nella fascia superiore sinistra sono riprodotte le storie di Gioacchino (padre
della Vergine).
•Nella fascia superiore destra le storie della Madonna.
•Ai lati dell’ingresso l’Annunciazione.
•Nelle due fasce intermedie Giotto lavora alla storie di Gesù.
•La volta presenta, sul fondo azzurro stellato, dieci medaglioni con Maria,
Gesù e i Profeti.


          LA TECNICA                                        FINE
La prudenza




La Temperanza                 La Fortezza
La Giustizia             La Carità




               La Fede
L’Infedeltà




L’Ingiustizia                 L’Invidia
La Trifora




                                                                 Cristo giudice



Figure dei
Santi, della
Madonna e
degli eletti                                                    Dannati e
                                                                 Demoni




                 Offerta alla Cappella   Croce sorretta da due angeli
Illustra il momento nel quale Enrico
    Scrovegni, ritratto a sinistra,
 consegna il modello della Cappella,
  sorretto da un frate, alla Vergine
  affiancata da un angelo e da una
                santa.
Inserito in una mandorla, di reminiscenza
bizantina, circondato dagli angeli e sulla
 destra e sulla sinistra dalle figure degli
Apostoli seduti sui troni. Dalla mandorla
  si espande una striscia di fuoco al cui
    interno è dipinto il regno infernale
  popolato da una schiera di dannati e
                  demoni
Unica fonte di luce della cappella
che separa le due schiere degli angeli
   guidate dagli arcangeli con gli
              stendardi.
Ritiro di Gioacchino tra i pastori   Il sacrificio di Gioacchino




L’incontro fra Gioacchino e Anna            Il sogno di Gioacchino
Approfondimenti
Cacciato dal tempio, perché privo di figli, Gioacchino,
lasciata la propria casa in città, si rifugia fra i pastori
per fare penitenza. Malgrado l’età avanzata,
Gioacchino e sua moglie Anna avranno in seguito, per
volontà divina, una figlia, Maria, destinata ad essere
la Madonna.
Il dolore del Santo è espresso dalla sua postura,
mentre i due pastori si guardano meravigliati per ciò
che sta accadendo. Il paesaggio appare spoglio, privo
di particolari, per mettere in evidenza la meditazione
profonda di Gioacchino.
Mentre Gioacchino offre un agnello a Dio in segno di purificazione, gli
appare un angelo che gli annuncia il perdono e gli comunica che Anna avrà
un discendente dal suo seme.
Gioacchino si avvia
sulla strada del ritorno,
   fermandosi in una
 capanna di pastori per
  riposare. Un angelo
   appare in sogno a
Gioacchino, lo esorta a
       ritornare a
 Gerusalemme da Anna
     sua sposa e gli
    annuncia la sua
  prossima paternità.
Gioacchino
   ritorna dal
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incontra Anna e
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 presso la Porta
     Aurea di
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Giotto organizza lo spazio pittorico con ordine e
  razionalità grazie all’inserimento del tempio; il pittore
inserisce le scale su una linea diagonale che dal servitore,
dipinto di spalle, giunge alle braccia del sacerdote pronto
ad accogliere la giovane Maria. Giotto cerca di rendere il
    momento della separazione con estrema umanità e
  partecipazione emotiva: infatti, il sacerdote riceve con
 serenità la giovane accompagnata dalla madre fin quasi
                   all’ingresso del tempio.
Le nozze di Cana        Compianto sul Cristo morto




Noli me tangere
                                                                       La Pentecoste




           Cristo deriso            La fuga in Egitto      La strage degli innocenti
Affrescato al centro della parete di destra. In primo piano sono collocate due
figure femminili sedute, viste di spalle. Anche se non si vedono i loro volti la loro
tristezza traspare dalla pesantezza delle due figure. La presenza delle due
donne di spalle ha un duplice fine: quello di indicare il limite spaziale e quello di
introdurre al tono doloroso della rappresentazione che, al di la di loro, si dispone
per piani trasversali paralleli: quello del corpo giacente e della santa che,
sostenendone i piedi, ne osserva piangente le ferite lasciate dai chiodi; quello
della Madonna (che ne abbraccia la testa) e dall’altra santa che lo tiene per una
mano; quello delle figure in piedi; l’ultimo, infine, costituito dalla montagna che
chiude la scena.
La striscia rocciosa scende conducendoci all’abbraccio di Maria che fissa il volto
senza vita di Gesù.
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morale che nasce dalla constatazione della
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violenza.

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                                           Giotto si sofferma con particolare
                                           attenzione sulla raffigurazione delle
                                           loro espressioni che rivelano un
                                           profondo dolore per la morte del
                                           Cristo
A Cana, in Galiea, Gesù
e Maria vengono invitati
a una cerimonia nuziale
assieme ad alcuni
discepoli. Poichè viene ad
un tratto a mancare il
vino in tavola, Gesù, per
esortazione di Maria,
tramuta
in vino l'acqua che si
trova in sei idre di pietra
e compì così il primo
miracolo della sua vita
pubblica.
Cinquanta giorni dopo Pasqua lo Spirito Santo discende in forma di raggi e di
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                      di Mattia al posto di Giuda Iscariota.
Pilato fa flagellare Gesù
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Maddalena nel giardino attiguo
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toccarlo in quanto non è ancora
salito presso il Padre.
L’esigenza di rendere la rappresentazione pittorica più
  aderente alla realtà porta Giotto a soffermarsi con cura e
precisione su ogni zona dell’affresco: a lui spetta il merito di
   aver introdotto nel ciclo di Assisi la sinopia e la tecnica
        della lavorazione a “giornate” , che sostituisce
    definitivamente quella “a pontate” . Per aumentare la
luminosità e la brillantezza dell’affresco il pittore fiorentino
     stende il colore non più per sovrapposizione, come
   avveniva con gli artisti bizantini, ma per accostamento,
   definendo inizialmente le ombre e le zone più chiare e
passando in una seconda fase alle mezze tinte e ai toni vivi.
Giotto sceglie giorno per giorno la zone da decorare,
 tracciando sull’arriccio( uno strato di intonaco costituito da
calce e sabbia) il disegno della sinopia. Nelle parti più difficili
da eseguire, come i volti dei personaggi, Giotto lavora su una
    superficie particolarmente ridotta, in modo da potersi
   soffermare con tempi più lunghi sulla coloritura di ogni
                  dettaglio della raffigurazione.
In epoca bizantina l’artista preparava la parete da
decorare secondo la posizione delle impalcature (da
      qui il termine lavorazione “ a pontate”: di
   conseguenza la superficie da portare a termine
  nell’arco della giornata era notevolmente ampia,
  tanto da non permettere al pittore di soffermarsi
con sufficiente attenzione sulla resa dei particolari,
  la cui esecuzione avrebbe comportato tempi più
      lunghi di quelli concessi da questo tipo di
                      lavorazione.
Informazioni tratte da:


                      Internet


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Dal testo alla storia, dalla storia al testo (vol. 1a)




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La Cappella Degli Scrovegni

  • 2. Agli inizi del 1300 Enrico Scrovegni chiamò Giotto a Padova per decorare la sua cappella privata. La decorazione ha inizio nel 1303 ed è ultimata nel 1305. Enrico Scrovegni Giotto
  • 3. La cappella è un piccolo edificio, semplicissimo all’esterno e all’interno. Le pareti sono quasi completamente libere (vi sono finestre solo sulla facciata e sul lato destro); gli affreschi possono quindi essere organizzati liberamente, senza essere subordinati alle strutture architettoniche
  • 4. L'adorazione dei Magi Guidati da una stella, dei Magi venuti dall'Oriente trovano il bambino con Maria e Giuseppe e lo adorano, offrendogli in dono oro, incenso e mirra Il tema principale trattato pittoricamente è la storia di Cristo cominciando dalla sua nascita, dagli eventi che la preparano e terminando, dopo la morte, con la conseguenza spirituale della sua incarnazione.
  • 5. La narrazione si svolge in tre fasce, una sotto l’altra, con inizio in alto a destra. •In basso, sopra lo zoccolo, è una balza decorata in monocromo, con le allegorie delle Virtù e dei Vizi e le loro conseguenze. •La parete interna è interamente occupata dal Giudizio Universale. •Nella fascia superiore sinistra sono riprodotte le storie di Gioacchino (padre della Vergine). •Nella fascia superiore destra le storie della Madonna. •Ai lati dell’ingresso l’Annunciazione. •Nelle due fasce intermedie Giotto lavora alla storie di Gesù. •La volta presenta, sul fondo azzurro stellato, dieci medaglioni con Maria, Gesù e i Profeti. LA TECNICA FINE
  • 7. La Giustizia La Carità La Fede
  • 9. La Trifora Cristo giudice Figure dei Santi, della Madonna e degli eletti Dannati e Demoni Offerta alla Cappella Croce sorretta da due angeli
  • 10. Illustra il momento nel quale Enrico Scrovegni, ritratto a sinistra, consegna il modello della Cappella, sorretto da un frate, alla Vergine affiancata da un angelo e da una santa.
  • 11. Inserito in una mandorla, di reminiscenza bizantina, circondato dagli angeli e sulla destra e sulla sinistra dalle figure degli Apostoli seduti sui troni. Dalla mandorla si espande una striscia di fuoco al cui interno è dipinto il regno infernale popolato da una schiera di dannati e demoni
  • 12. Unica fonte di luce della cappella che separa le due schiere degli angeli guidate dagli arcangeli con gli stendardi.
  • 13. Ritiro di Gioacchino tra i pastori Il sacrificio di Gioacchino L’incontro fra Gioacchino e Anna Il sogno di Gioacchino
  • 15. Cacciato dal tempio, perché privo di figli, Gioacchino, lasciata la propria casa in città, si rifugia fra i pastori per fare penitenza. Malgrado l’età avanzata, Gioacchino e sua moglie Anna avranno in seguito, per volontà divina, una figlia, Maria, destinata ad essere la Madonna. Il dolore del Santo è espresso dalla sua postura, mentre i due pastori si guardano meravigliati per ciò che sta accadendo. Il paesaggio appare spoglio, privo di particolari, per mettere in evidenza la meditazione profonda di Gioacchino.
  • 16. Mentre Gioacchino offre un agnello a Dio in segno di purificazione, gli appare un angelo che gli annuncia il perdono e gli comunica che Anna avrà un discendente dal suo seme.
  • 17. Gioacchino si avvia sulla strada del ritorno, fermandosi in una capanna di pastori per riposare. Un angelo appare in sogno a Gioacchino, lo esorta a ritornare a Gerusalemme da Anna sua sposa e gli annuncia la sua prossima paternità.
  • 18. Gioacchino ritorna dal deserto ed incontra Anna e le sue ancelle presso la Porta Aurea di Gerusalemme
  • 20. Giotto organizza lo spazio pittorico con ordine e razionalità grazie all’inserimento del tempio; il pittore inserisce le scale su una linea diagonale che dal servitore, dipinto di spalle, giunge alle braccia del sacerdote pronto ad accogliere la giovane Maria. Giotto cerca di rendere il momento della separazione con estrema umanità e partecipazione emotiva: infatti, il sacerdote riceve con serenità la giovane accompagnata dalla madre fin quasi all’ingresso del tempio.
  • 21. Le nozze di Cana Compianto sul Cristo morto Noli me tangere La Pentecoste Cristo deriso La fuga in Egitto La strage degli innocenti
  • 22.
  • 23. Affrescato al centro della parete di destra. In primo piano sono collocate due figure femminili sedute, viste di spalle. Anche se non si vedono i loro volti la loro tristezza traspare dalla pesantezza delle due figure. La presenza delle due donne di spalle ha un duplice fine: quello di indicare il limite spaziale e quello di introdurre al tono doloroso della rappresentazione che, al di la di loro, si dispone per piani trasversali paralleli: quello del corpo giacente e della santa che, sostenendone i piedi, ne osserva piangente le ferite lasciate dai chiodi; quello della Madonna (che ne abbraccia la testa) e dall’altra santa che lo tiene per una mano; quello delle figure in piedi; l’ultimo, infine, costituito dalla montagna che chiude la scena. La striscia rocciosa scende conducendoci all’abbraccio di Maria che fissa il volto senza vita di Gesù.
  • 24. Giovanni in piedi al centro, allarga le braccia in un atteggiamento disperato, espressione che vuole impartire un giudizio morale che nasce dalla constatazione della bassezza cui giunge l’uomo quando crede di poter far tacere la voce della verità con la violenza. Al dramma terreno corrisponde quello celeste, rappresentato dagli angeli che ruotano in cielo aumentando il senso di movimento dell’intera scena: Giotto si sofferma con particolare attenzione sulla raffigurazione delle loro espressioni che rivelano un profondo dolore per la morte del Cristo
  • 25. A Cana, in Galiea, Gesù e Maria vengono invitati a una cerimonia nuziale assieme ad alcuni discepoli. Poichè viene ad un tratto a mancare il vino in tavola, Gesù, per esortazione di Maria, tramuta in vino l'acqua che si trova in sei idre di pietra e compì così il primo miracolo della sua vita pubblica.
  • 26. Cinquanta giorni dopo Pasqua lo Spirito Santo discende in forma di raggi e di lingue di fuoco sugli Apostoli, il cui numero è nuovamente dodici, dopo la scelta di Mattia al posto di Giuda Iscariota.
  • 27. Pilato fa flagellare Gesù nel cortile del pretorio. I soldati scherniscono Gesù, lo schiaffeggiano e gli mettono in testa la corona di spine.
  • 28. Pilato fa flagellare Gesù nel cortile del pretorio. I soldati scherniscono Gesù, lo schiaffeggiano e gli mettono in testa la corona di spine.
  • 29. Un angelo appare a Giuseppe in sogno e lo avverte che il re Erode vuole uccidere Gesù. Giuseppe prende Maria e Gesù e fugge in Egitto.
  • 30. Il re Erode, dopo aver atteso invano il ritorno dei Magi, decide di far trucidare tutti i bambini al di sotto dei due anni, nella speranza di colpire così il bambino Gesù.
  • 31. Cristo è risorto e due angeli indicano il sepolcro vuoto ai cui piedi stanno addormentate le guardie. Il Risorto appare a Maddalena nel giardino attiguo al sepolcro e le ingiunge di non toccarlo in quanto non è ancora salito presso il Padre.
  • 32. L’esigenza di rendere la rappresentazione pittorica più aderente alla realtà porta Giotto a soffermarsi con cura e precisione su ogni zona dell’affresco: a lui spetta il merito di aver introdotto nel ciclo di Assisi la sinopia e la tecnica della lavorazione a “giornate” , che sostituisce definitivamente quella “a pontate” . Per aumentare la luminosità e la brillantezza dell’affresco il pittore fiorentino stende il colore non più per sovrapposizione, come avveniva con gli artisti bizantini, ma per accostamento, definendo inizialmente le ombre e le zone più chiare e passando in una seconda fase alle mezze tinte e ai toni vivi.
  • 33. Giotto sceglie giorno per giorno la zone da decorare, tracciando sull’arriccio( uno strato di intonaco costituito da calce e sabbia) il disegno della sinopia. Nelle parti più difficili da eseguire, come i volti dei personaggi, Giotto lavora su una superficie particolarmente ridotta, in modo da potersi soffermare con tempi più lunghi sulla coloritura di ogni dettaglio della raffigurazione.
  • 34. In epoca bizantina l’artista preparava la parete da decorare secondo la posizione delle impalcature (da qui il termine lavorazione “ a pontate”: di conseguenza la superficie da portare a termine nell’arco della giornata era notevolmente ampia, tanto da non permettere al pittore di soffermarsi con sufficiente attenzione sulla resa dei particolari, la cui esecuzione avrebbe comportato tempi più lunghi di quelli concessi da questo tipo di lavorazione.
  • 35. Informazioni tratte da: Internet ARTE Correnti e Artisti (vol. 1) Dal testo alla storia, dalla storia al testo (vol. 1a) GRAZIE A TUTTI PER L’ATTENZIONE