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“Le Biblioteche del lavoro della CGIL e il software Koha”
La denominazione Biblioteche del lavoro si riferisce sostanzialmente ad alcune Camere del
Lavoro che a partire dal 2010 costituiscono un gruppo di lavoro per la gestione dei rispettivi
patrimoni bibliografici. In particolare partecipano l’ Associazione Paolo Pedrelli (che
gestisce l’archivio storico e la biblioteca della Camera del Lavoro Metropolitana di
Bologna), la Camera del Lavoro Territoriale di Reggio Emilia e la Camera del Lavoro
Territoriale di Rimini, il Centro di documentazione e Archivio storico CGIL Toscana e la
Fondazione valore lavoro onlus di Pistoia.
In una prima fase sono emerse da un lato la necessità di creare un catalogo on-line
facilmente consultabile e dall’altro il superamento della problematica legata agli elevati
costi previsti dagli applicativi con licenza proprietaria che attualmente sono in commercio
sul territorio nazionale.
L’esigenza quindi di adottare un software affidabile a bassissimo costo è stata una delle
priorità che si è posto il gruppo. Scegliere un open – source significava infatti dare
un’opportunità anche a quelle strutture CGIL che devono iniziare un percorso di
catalogazione ex novo del proprio patrimonio e che non avrebbero, in alternativa, le risorse
economiche per farlo. L’intento era, ed è, quello di coinvolgere il maggior numero di
strutture e soprattutto quelle che, avendo minori mezzi economici per farlo ora hanno una
possibilità. Il fatto stesso che esse possano inserirsi in un contesto già avviato e che inizia a
mostrare i suoi primi risultati può rappresentare uno stimolo.
La prospettiva a lungo termine è di creare un polo bibliotecario omogeneo e specializzato
sui temi del lavoro e della storia del movimento operaio che le connoti e le identifichi
valorizzandone le specificità.
La peculiarità quindi, del catalogo che si sta sviluppando è quella di mettere a disposizione
un gran numero di volumi che trattano di questioni relative alla storia sociale, politica, del
lavoro e del sindacato, ricerche sociologiche, economiche e giuridiche, argomenti relativi
alla salute, all’ambiente ed alla sicurezza sui luoghi di lavoro, pubblicazioni di
memorialistica, diari, biografie e storie locali. “Biblioteche del lavoro” si configura quindi
come una grande biblioteca on-line di tipo specialistico. Alle risorse bibliografiche comuni
accompagna quelle locali, altrimenti di difficile reperimento, che vanno a costituire un
valore aggiunto in grado di evidenziare anche la vastità della produzione territoriale e
l’importanza delle cosiddette letture di tipo micro.
Tornando alle motivazioni che ci hanno spinto verso la scelta di Koha vorrei sottolineare
che oltre alle suddette motivazioni economiche la scelta di un software open-source è
soprattutto una scelta etica, condivisa da tutti i partecipanti al gruppo.
Il nostro percorso di adozione e di conoscenza di Koha per creare un catalogo partecipato è
così iniziato a giugno del 2011 con il primo corso di formazione per i catalogatori.
Il gruppo di lavoro che si è venuto a creare si avvale di due fondamentali contributi interni
quello sul piano tecnico offerto dalla Camera del Lavoro di Reggio Emilia, in particolare del
CESI nella figura di Daniele Cepelli e di Elena Soldani per quel che concerne i rapporti
esterni e il coordinamento del gruppo medesimo; secondo, non per importanza, è quello di
Calogero Governali del Centro di documentazione Toscana che grazie alla sua lunga
esperienza di bibliotecario segue con occhio attento tutte le problematiche di tipo
biblioteconomico che in itinere, il software o i catalogatori, presentano. Per quanto riguarda
tutte le necessità di tipo informatico, come la prima migrazione di dati, e tutte le tematiche
di tipo strettamente informatico ci siamo affidati ad una società esterna, Hyperborea, che ci
ha seguito, e ci segue, anche attualmente.
Il nostro catalogo ha iniziato a prendere forma nel 2011 con il riversamento dei records
catalografici elaborati dalla Biblioteca nazionale della CGIL Luciano Lama che a tutt’oggi
costituiscono ancora il nucleo numericamente più rilevante del nostro catalogo, si parla
infatti di circa 16500 records. Contributo sicuramente fondamentale, trattandosi di libri che
afferiscono a tematiche comuni alle altre biblioteche e da cui queste possono attingere con
un meccanismo piuttosto elementare: verificata la presenza del record si attribuiscono i dati
relativi alla copia in possesso.
Va inoltre sottolineato come la partecipazione all’implementazione del catalogo è
differenziata in quanto la Biblioteca nazionale della CGIL Luciano Lama ha partecipato, in
un primo momento, con il riversamento della parte dei dati pregressi presenti su ISIS-Teca e
riguardanti i materiali catalogati fino al 2010 mentre i dati posteriori sono presenti solo in
SBN; similmente il Centro documentazione e Archivio storico CGIL Toscana partecipa, in
questa prima fase, al progetto con i dati catalografici delle nuove accessioni, mentre il
proprio catalogo completo (libri, periodici, manifesti, contratti collettivi di lavoro ecc.) è
consultabile sulla rete SDIAF, (Sistema documentario integrato dell’area fiorentina) e
tramite questo polo anche su SBN. L’implementazione dei nuovi titoli è facilitata dalla
funzione Z39.50 che permette la cattura del record da altri cataloghi e quindi raro che si
proceda con una catalogazione ex novo.
Attualmente il nostro catalogo presenta circa 20.000 titoli ed è interrogabile on-line (Opac)
all’indirizzo http://koha.cdltre.it/. L’interfaccia che ad oggi si presenta è in fase di modifica,
l’idea è di connotarla anche grazie ad un logo rappresentativo che andrà a collocarsi nel
banner. La versione di Koha che utilizziamo è stata migliorata nel tempo grazie a richieste
specifiche che sono state poste a Hyberborea, recentemente, ad esempio, sono stati eliminati
alcuni bachi e sono state apportate modifiche al complemento del titolo che prima non
veniva sempre visualizzato.
Va sottolineato come nel corso del 2012 si siano apportate modiche importanti sul piano
funzionale dell’applicativo che hanno contribuito a creare delle schede catalografiche
complete e in grado di confrontarsi con quelle presenti in SBN. Mi riferisco, in particolare,
all’integrazione delle liste di autorità e alla possibilità di gestire in modo efficiente le
monografie a più livelli.
La prospettiva futura che non può prescindere da un’implementazione dei record
bibliografici lascia aperta la strada a ulteriori sviluppi, dettati dalle prevedibili necessità
delle biblioteche di altre funzionalità del programma medesimo.
L’utilizzo nel breve-medio periodo della parte amministrativo-gestionale di Koha (gestione
acquisizioni, prestito, ecc.) è attualmente accantonata per privilegiare l’implementazione del
catalogo da parte di tutte le strutture aderenti.
L’utilizzazione di Koha comunque e soprattutto con le modifiche apportate nell’ultimo
anno, sembra rispondere sempre più alle necessità della nostre biblioteche e ai requisiti
minimi che richiedevamo ad un programma per la gestione della biblioteca.

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  • 1. “Le Biblioteche del lavoro della CGIL e il software Koha” La denominazione Biblioteche del lavoro si riferisce sostanzialmente ad alcune Camere del Lavoro che a partire dal 2010 costituiscono un gruppo di lavoro per la gestione dei rispettivi patrimoni bibliografici. In particolare partecipano l’ Associazione Paolo Pedrelli (che gestisce l’archivio storico e la biblioteca della Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna), la Camera del Lavoro Territoriale di Reggio Emilia e la Camera del Lavoro Territoriale di Rimini, il Centro di documentazione e Archivio storico CGIL Toscana e la Fondazione valore lavoro onlus di Pistoia. In una prima fase sono emerse da un lato la necessità di creare un catalogo on-line facilmente consultabile e dall’altro il superamento della problematica legata agli elevati costi previsti dagli applicativi con licenza proprietaria che attualmente sono in commercio sul territorio nazionale. L’esigenza quindi di adottare un software affidabile a bassissimo costo è stata una delle priorità che si è posto il gruppo. Scegliere un open – source significava infatti dare un’opportunità anche a quelle strutture CGIL che devono iniziare un percorso di catalogazione ex novo del proprio patrimonio e che non avrebbero, in alternativa, le risorse economiche per farlo. L’intento era, ed è, quello di coinvolgere il maggior numero di strutture e soprattutto quelle che, avendo minori mezzi economici per farlo ora hanno una possibilità. Il fatto stesso che esse possano inserirsi in un contesto già avviato e che inizia a mostrare i suoi primi risultati può rappresentare uno stimolo. La prospettiva a lungo termine è di creare un polo bibliotecario omogeneo e specializzato sui temi del lavoro e della storia del movimento operaio che le connoti e le identifichi valorizzandone le specificità. La peculiarità quindi, del catalogo che si sta sviluppando è quella di mettere a disposizione un gran numero di volumi che trattano di questioni relative alla storia sociale, politica, del lavoro e del sindacato, ricerche sociologiche, economiche e giuridiche, argomenti relativi alla salute, all’ambiente ed alla sicurezza sui luoghi di lavoro, pubblicazioni di memorialistica, diari, biografie e storie locali. “Biblioteche del lavoro” si configura quindi come una grande biblioteca on-line di tipo specialistico. Alle risorse bibliografiche comuni accompagna quelle locali, altrimenti di difficile reperimento, che vanno a costituire un valore aggiunto in grado di evidenziare anche la vastità della produzione territoriale e l’importanza delle cosiddette letture di tipo micro. Tornando alle motivazioni che ci hanno spinto verso la scelta di Koha vorrei sottolineare che oltre alle suddette motivazioni economiche la scelta di un software open-source è soprattutto una scelta etica, condivisa da tutti i partecipanti al gruppo. Il nostro percorso di adozione e di conoscenza di Koha per creare un catalogo partecipato è così iniziato a giugno del 2011 con il primo corso di formazione per i catalogatori. Il gruppo di lavoro che si è venuto a creare si avvale di due fondamentali contributi interni quello sul piano tecnico offerto dalla Camera del Lavoro di Reggio Emilia, in particolare del CESI nella figura di Daniele Cepelli e di Elena Soldani per quel che concerne i rapporti esterni e il coordinamento del gruppo medesimo; secondo, non per importanza, è quello di Calogero Governali del Centro di documentazione Toscana che grazie alla sua lunga esperienza di bibliotecario segue con occhio attento tutte le problematiche di tipo biblioteconomico che in itinere, il software o i catalogatori, presentano. Per quanto riguarda tutte le necessità di tipo informatico, come la prima migrazione di dati, e tutte le tematiche
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