Alberto Montanari di Emil Banca a CoopUPBo, il percorso di incubazione e networking promosso da Confcooperative Bologna, Emil Banca, Irecoop e Kilowatt.
1. COME USARE IL BILANCIO PER CAPIRE
LA PROPRIA IMPRESA
La riclassificazione come strumento di analisi
delle performance
02 novembre 2016 Coopupbo 2016
2. Titolo della slide
I risultati di ogni attività d’impresa vengono condensati nel documento base
rappresentato dal Bilancio d’esercizio, che si compone di Conto Economico e Stato
Patrimoniale.
Al di là degli obblighi normativi e fiscali, il contenuto informativo del Bilancio è molto
importante:
• Per l’IMPRENDITORE: per capire se le scelte aziendali portano a risultati
soddisfacenti e coerenti con l’aspettativa che ha mosso alla creazione dell’impresa e,
in caso contrario, per individuare le aree di miglioramento;
• Per il FINANZIATORE: perché permette di valutare l’affidabilità dell’impresa. Oltre
alla valutazione positiva su imprenditore/soci e idee e valori alla base dell’intrapresa
economica, i dati oggettivi devono evidenziare un equilibrato rapporto tra fattori
produttivi, in grado di generare flussi sufficienti a rimborsare il debito.
02/11/2016 2
Coopupbo 2016
3. CONTO ECONOMICO
• Figurativamente lo possiamo definire il
«motore» di un’autovettura; la carrozzeria
e il telaio sono invece la struttura
patrimoniale, quindi lo Stato Patrimoniale
(in seguito s.p.).
• Dettaglia di anno in anno come l’impresa
raggiunge il risultato d’esercizio e se tale
risultato è positivo o meno.
• I RICAVI sono le entrate derivanti da
vendite di beni e servizi, mentre i COSTI
sono le spese sostenute per arrivare a
poter commercializzare/produrre quei
beni e servizi
• Un equilibrio tra le 2 componenti
permette di raggiungere risultati positivi,
ovvero UTILE di esercizio.
Coopupbo 2016
3
4. STATO PATRIMONIALE: ATTIVO
Coopupbo 2016
4
• L’attivo rappresenta la componente
che mostra quali siano e come si
caratterizzino le risorse impiegate,
semplificando, come si combinino i
fattori tecnici (l’attivo fisso) e le
risorse di magazzino e dilazioni a
clienti ( attivo circolante).
5. LO STATO PATRIMONIALE: PASSIVO
• Rappresenta le fonti dell’impresa,
ovvero dove vengono reperiti i
finanziamenti in senso ampio;
• A grandi linee le fonti di
finanziamento sono rappresentate
da tre aree:
1. PATRIMONIO NETTO o MEZZI
PROPRI, ovvero il capitale di
rischio rappresentato dal capitale
sociale ed eventualmente
incrementato da utili reinvestiti e/o
da nuovi apporti dei soci;
2. DEBITO DI FORNITURA;
3. DEBITO BANCARIO
02/01/2016 Coopupbo 2016
5
6. LA RICLASSIFICAZIONE: CONTO ECONOMICO
• La riclassificazione del bilancio è
uno schema operativo che
permette di evidenziare, attraverso
margini progressivi, i risultati della
gestione.
• E’ un utile strumento di valutazione
per l’analista bancario, ma
altrettanto utile all’imprenditore per
individuare, anche visivamente, i
margini fondamentali che
esprimono la qualità della gestione.
02/01/2016
Coopupbo 2016
6
8. IL CAPITALE CIRCOLANTE NETTO OPERATIVO
• Il bilancio mostra quindi la capacità
dell’impresa di produrre reddito, dal lato
economico (C.E.) e quali siano le scelte di
allocazione del valore prodotto in termini di
investimenti e di crescita del patrimonio
aziendale, dal lato patrimoniale (S.P.);
• Il bilancio, da solo, non da invece informazioni
sull’aspetto finanziario, ovvero sulla capacità di
tradurre il reddito in liquidità;
• L’impresa non incassa immediatamente i crediti
derivanti dalle vendite e non paga
immediatamente gli acquisti ai fornitori;
• Le dilazioni di incasso e pagamento trovano
espressione sotto il profilo finanziario nel
CAPITALE CIRCOLANTE NETTO
OPERATIVO (da qui CCNO);
CCNO
=
CREDITI VS. CLIENTI
+
RIMANENZE
+
ALTRI CREDITI DI FUNZIONAMENTO
Meno
DEBITI VS. FORNITORI
+
ALTRI DEBITI DI FUNZIONAMENTO
Coopupbo 2016
8
9. EFFETTO «SPUGNA» DEL CCNO
• crediti vs/clienti = ricavi non incassati
• debiti vs/fornitori = costi non pagati
• scorte = costi sospesi
Il ccno, come una spugna, rilascia
liquidità se il suo valore si riduce,
assorbe liquidità se invece aumenta;
Quello che rileva è la variazione nel
tempo del ccno, quindi se da un
esercizio all’altro aumenta
CCNO ed effetto “spugna”
ogni variazione positiva (+)
fa diminuire la liquidità
ogni variazione negativa (-)
fa crescere la liquidità
Coopupbo 2016
9
10. ESEMPIO EFFETTI DEL CCNO
Il concetto di reddito differisce da
quello di liquidità
un risultato economico positivo non
comporta necessariamente la
produzione di liquidità (e viceversa)
La dinamica del ccno e in particolare
le sue variazioni da un esercizio
all’altro sono la causa di questa
differenza
Coopupbo 2016
10
12. IL RENDICONTO FINANZIARIO
• Una volta individuato il valore del
ccno, è possibile costruire il
RENDICONTO FINANZIARIO;
• Strumento importantissimo per
capire se la gestione ordinaria,
ovvero l’attività tipica e
caratteristica dell’impresa, è in
grado di generare flussi di cassa;
• Il CASH FLOW è potenziale proprio
perché non tiene conto
dell’influenza determinante del
ccno;
• L’AUTOFINANZIAMENTO è quindi
la vera misura della capacità di
produrre liquidità.
Coopupbo 2016
12
13. LA RELAZIONE BANCA CLIENTE
La consapevolezza circa la struttura
operativa della propria impresa, i
risultati ottenuti e quelli prospettici,
sono la base per un ruolo attivo nel
rapporto con la Banca.
Le scelte di finanziamento saranno
quindi realmente condivise.
Coopupbo 2016
13
LE FORME TECNICHE DI
AFFIDAMENTO
Il fido in conto corrente, lo smobilizzo
crediti, il mutuo chirografario, il credito
di firma
14. IL CREDITO SPECIALE
• Sono i finanziamenti collegati ad
agevolazioni di vario tipo, derivanti
da leggi statali o regionali;
• Le agevolazioni si concretano in
contributi in conto interessi (es.
sabatini ter), a fondo perduto (es.
bandi regionali) o a «fondo
garanzia» (es. Fondo di Garanzia
per le Pmi)
Coopupbo 2016
14