This presentation is taken from part of a master's degree thesis in Tourism. The following work is born from the need to delineate an emerging figure that until a few years ago had no weight: the food tourist. It 'a type of tourist akin to cultural tourist, wants to visit the places of food production (wineries, oil mills, dairies, vineyards, stables ...), discover the history of the food and the community, evoke the traditional flavors and communicate heritage. Another interesting component is the experience, as a feature that goes far beyond the supply of a tourist service.The interest in food is not new, but its importance in the last five years is the basis of a change of values in society and that consequently have also affected the tourism sector. For these reasons it was necessary to conduct a careful analysis of tourists fascinated by good food, as motivation to go on vacation.
1. I profili del turista enogastronomico
Tratto da
Il Turismo Enogastronomico in Lombardia:
dalle risorse territoriali all’esperienza
Tesi di Laurea Magistr
Hilary Giozzi
2. Perché vi è una vera e propria Gastromania ?
Tempo
Processi
produttivi
Internet
Globalizzazione
ConsumAttore
Salvaguardia
ambientale
Passato
nostalgico
Dilemma
dell’onnivoro*
5. Esperienza
Nel comprare un’esperienza una
persona paga per poter trascorrere del
tempo a gustarsi una serie di eventi
«memorabili» messi in scena da
un’impresa, come in una
rappresentazione teatrale, per
coinvolgerlo a livello personale
“
”
Pine, B. J. & Gilmore, J. H. (2000). L’economia delle esperienze
Cibo come piacere condiviso
6. I bisogni sono espressi attraverso i desideri personali
- Motivazioni fisiche
- Motivazioni culturali
- Motivazioni interpersonali
- Motivazioni di status
7. Che cos’è il turismo enogastronomico?
Il turismo enogastronomico è il consumo consapevole di esperienze
gastronomiche da parte dei turisti” o “il turista disposto a spostarsi dalla
propria località di residenza al fine di raggiungere e comprendere la cultura
di una destinazione nota per una produzione agroalimentare di pregio,
entrare in contatto diretto con il produttore, visitare l’area destinata
all’elaborazione della materia prima e al successivo confezionamento,
degustare en loco, ed eventualmente approvvigionarsi personalmente delle
specialità per poi far rientro a casa, arricchiti dall’esperienza
comunicare una Tradizione,
trasmettere lo Heritage
“
”
8. L’esperienza del turista
enogastronomico
oltre che alla gastronomia e
alla cucina,
nasce da tre importanti
elementi:
• la memoria ritrovata;
• la salute e il
benessere;
• la conoscenza e
l’apprendimento
9. Il turismo enogastronomico in Italia, anni 2008-2011
Percentuali delle tipologie di turismo in Italia, anno 2014
Tasso di crescita in
3 anni: +16%
11. Durata della vacanza enogastronomica
La durata è limitata a tempi brevi.
Più della maggioranza dei casi è
concentrata in un solo giorno, per poi
passare alla formula weekend (27%)
Le motivazioni sono molte, ma
soprattutto fare esperienza
diretta, coinvolgendo tutti i
sensi.
Motivazione dominante della
vacanza enogastronomica
12. Elementi che caratterizzano la scelta della meta enogastronomica
La provenienza dei turisti, 2012
il 58% dei turisti motivati da interessi
enogastronomici è straniero
44,1% circa di questi turisti proviene
dall’Europa
La qualità delle risorse
territoriali coinvolge l’offerta,
l’accessibilità, un piano di
sviluppo locale e la reputazione
del brand territoriale
14. Caratteristiche Anni Novanta Oggi
Diffusione Poco diffuso,
Escursionismo
Sviluppo deciso,
Segmento turistico
Modello di riferimento Prodotto (degustazione e
acquisto)
Prodotto e territorio
(esperienza a contatto con
gli attori della produzione)
Distanza breve medio/lunga
Atteggiamento Solo per intenditori Intenditori, curiosi, amanti
del tipico-rurale
Stagionalità Autunno (turismo)
Primavera (escursionismo)
Tutto l’anno
Estate come plus della
vacanza
Ricettività Agriturismo, Albergo Agriturismo, Bed&Breakfast
Albergo diffuso …
Problemi Mancanza di un’offerta
strutturata, scarsa
attenzione
all’intermediazione
Indifferenziazione
dell’offerta, mancanza di
standard di qualità del
prodotto-territorio
Tendenze Alternativa alle solite
attività del tempo libero
L’enogastronomia come
fatto culturale
15. Che tipo di “turista del cibo” esiste?
•Turisti gourmet
•Turisti foodies
•Turisti enogastronomici (food tourists)
•Turisti enogastro culturali
•Turisti lifestyle enogastronomici
•Turisti della cucina sana
•Turisti della cucina responsabile
•Turisti enologici
•Turisti con bisogni speciali
Questo bisogno di distinzione va di pari passo con certe tipologie di
turisti che sono alla ricerca di mete uniche e diverse dal solito
Il turismo e la gastronomia tendono a complementarsi in una
vasta gamma di esperienze del consumatore
16. “I gourmet e gli edonisti del terzo millennio, ovvero
coloro che fanno della ricerca del piacere il proprio
indirizzo di vita, la loro dispensa cola di prodotti di
nicchia e d’eccellenza. Comprano preferibilmente in
enoteca e gastronomia, se non direttamente dai
produttori, magari consorziandosi tra amici
attraverso i siti internet. Conoscono più o meno
chiaramente il significato delle diverse sigle che
contraddistinguono le denominazioni d’origine,
s’informano d’ogni nuovo ristorante e produttore
attraverso le guide specialistiche e le riviste di
settore, facendo sfoggio delle conoscenze in occasione
di cene e degustazioni luculliane tra amici, giocando
ad abbinare i migliori vini con i piatti ed i prodotti
dell’enogastronomia. Affollano i saloni e le fiere
culinarie, viaggiano con gusto, frequentando le
migliori trattorie o i ristoranti stellati. Ripudiano il
kitsch e le imitazioni. Amano viaggiare nel comfort e
se possono permetterselo anche nel lusso tra resort
esclusivi e ristoranti di cucina d’autore. ”
Chef Kumalé (2007). Il mondo a tavola, Torino: Einaudi
I Gourmet nella letteratura
18. Turista Gourmet
Età e sesso 45 anni, uomo
Reddito e Posizione lavorativa Reddito alto, lavoratore indipendente
Cosa predilige dell’esperienza
culinaria
Qualità e ricercatezza degli ingredienti,
armonia di sapori
Dove si reca Predilige ristoranti stellati in compagnia di
pochi intimi, non disdegna esser solo. Ama
le fiere culinarie e il dialogo con i
professionisti del settore
Come e dove si informa Legge le guide enogastronomiche cartacee
come Guida Michelin, Gamberorosso,
TouringClub, Ristoranti d’Italia de
L’Espresso
Il turista gourmet è una persona appassionata di cibo raffinato che tiene conto della qualità degli
ingredienti, la mise en place e il luogo in cui viene gustato il piatto; è un esteta del cibo con
notevoli conoscenze pregresse e considera l’atto del mangiare una vera e propria esperienza
da assaporare con tutti i 5 sensi.
Il turista GOURMET
19. E’ una persona a cui piace il mondo culinario. Sperimenta e cerca di replicare le ricette
viste alla televisione in programmi come Alice, Gamberorosso, La Prova del Cuoco.
Pubblica le proprie creazioni sui profili dei socialnetwork e tramite essi, si iscrive in
community o gruppi per dispensare consigli pratici. Va alla ricerca di ingredienti
facilmente reperibili e piace recarsi nei luoghi di produzione e partecipare alle sagre con
uno spirito curioso e con la voglia di imparare. Per i foodies le figure del vignaiolo e dello
chef sono da idolatrare in quanto depositarie di un sapere sopraffino, innescando un
sentimento di Gastromania.
Il turista FOODIE
Fenomeno del #pornfood
20. Sono stati individuati 3 profili di Foodies:
- Foodies dinamici
- Foodies attivi
- Foodies passivi Getz, D., Robinson, R., Andresson, T. & Vujicic, S. (2014). Foodies & Foof Tourism
Istituto di ricerca GPF
21. Caratteristiche dei FOODIES
-Utilizzo di prodotti di qualità
- Frequentano mercati rionali e botteghe
-Preparano piatti laboriosi
- Si informano su Internet
-Mangiano in compagnia
-Amano sia cucinare sia recarsi al
ristorante
- Prediligono trattorie e agriturismi
-Adorano l’aperitivo all’italiana
-Dispensano consigli su cibo e cucina
-Formano delle community sui
socialnetwork
22.
23. Turista Foodie
Età e sesso Dai 20 ai 50, sia uomo sia donna
Reddito e Posizione lavorativa Tutti i redditi e ricopre tutte le posizioni, dal
lavoratore dipendente al libero professionista
Cosa predilige dell’esperienza culinaria Piace sperimentare e imparare guardando i
piatti e le ricette degli altri
Dove si reca Nei ristoranti recensiti positivamente sui
socialnework, nei luoghi di produzione e ama
andare alle sagre paesane
Come e dove si informa Alla televisione con programmi televisivi
specifici, ma consulta assiduamente i social
network come Instagram per la pubblicazione
delle foto ai piatti creati e Giallozafferano per le
ricette. Utilizza Tripadvisor per i locali dove
uscire con gli amici e le app delle guide en
gastronomiche per le occasioni speciali.
Il turista FOODIE
24. Il turista enogastronomico è una categoria che al suo interno raggruppa profili più disparati.
Sono accomunati dal fatto che il cibo è una componente importante della vita di tutti i giorni,
sono attenti e curiosi di sapere la filiera di produzione, hanno discrete conoscenze in ambito
culinario e amano fare gite fuori porto, in special modo nei weekend assieme a tutta la famiglia,
piace abbinare un’esperienza culinaria come parte integrante di una vacanza prestabilita.
Il turista ENOGASTRONOMICO (Food Tourist)
25. Croce E. & Perri G., (2010).
Il turismo enogastronomico, Progettare,
gestire, vivere l'integrazione tra cibo, viaggio, territorio
La Piramide dei Turisti
Enogastronomici -Neofiti
- Specializzati
- Poliedrici
Neofiti
Specializzati Poliedrici
26. Turista Enogastronomico
Età e sesso A partire dai 30 anni, è sia uomo sia donna e
solitamente coinvolge la famiglia in questa
passione
Reddito e Posizione lavorativa Reddito medio, è un turista che riveste
qualsiasi posizione lavorativa
Cosa predilige dell’esperienza culinaria Gli piace trascorrere del tempo con la famiglia
e ama scoprire nuovi sapori e piatti, specie se
tipici e caratteristici della zona visitata
Dove si reca Nei luoghi di produzione, nei locali “semplici”
come le Osterie, partecipa a sagre paesane e
fiere del cibo generaliste
Come e dove si informa Principalmente si documenta in internet, tiene
conto delle opinioni degli amici (passaparola)
per poi cercare informazioni dettagliate sulle
guide enogastronomiche
Il turista ENOGASTRONOMICO (Food Tourist)
27.
28. I Turisti ENOGASTRO CULTURALI
Il turista enogastro culturale è colui che presta attenzione inizialmente all’aspetto
culturale, sia di una destinazione sia di un artefatto e che ritrova nel cibo parte di quella
esperienza e dimensione culturale. Predilige partecipare agli eventi che narrino le
tradizioni locali.
“Il turismo culturale è un prodotto
turistico in cui la motivazione del
turista è tale da voler acquisire
familiarità con nuove culture,
partecipare a eventi culturali e
visitare le attrazioni culturali e
l’elemento centrale dal lato della
domanda è in particolare la cultura
unica della destinazione visitata”
Definizione di turismo culturale
Cibo è cultura!
29. Classificazione dei turisti
enogastro culturali
- Il turista enogastro culturale
propositivo
- Il turista enogastro culturale delle
visite turistiche
- Il turista enogastro culturale
fortuito
- Il turista enogastro culturale
informale
- Il turista enogastro culturale
incidentale
30. Turista Enogastro culturale
Età e sesso 40-60, principalmente uomo
Reddito e Posizione lavorativa Reddito medio-basso, lavoratore
dipendente
Cosa predilige dell’esperienza
culinaria
Ama il cibo se abbinato alla cultura del
luogo, l’enogastronomica è una
sottocategoria della cultura della
destinazione
Dove si reca In ristoranti tipici (per turisti) del luogo
e partecipa alle sagre e agli eventi che
enfatizzano la cultura tradizionale
Come e dove si informa Tramite passaparola e consulta le guide
turistiche (sezione gastronomia) per poi
verificare in internet
Il Turista ENOGASTRO CULTURALE
31.
32. Un profondo amante del cibo a metà strada tra un foodie e un gourmet: come un foodie
condivide l’entusiasmo e l’emozione per il cibo come mezzo di coesione sociale, ama
sperimentare e provare sapori diversi dal quotidiano; come un gourmet perché apprezza
la qualità dei piatti, l’armonia di sapori e disdegna i menu e i ristoranti per turisti, ma va
alla ricerca dell’autentico, dove mangia la gente del posto senza spendere una fortuna.
I turisti LIFESTYLE ENOGASTRONOMICI
33. I turisti gastronomici diversivi
Classificazione dei turisti LIFESTYLE ENOGASTRONOMICI
I turisti gastronomici esistenziali
I turisti gastronomici sperimentali
I turisti gastronomici ricreativi
34. Turista Lifestyle
Enogastronomico
Età e sesso 30-40, principalmente donna
Reddito e Posizione lavorativa Reddito medio, tendenzialmente lavoro
indipendente
Cosa predilige dell’esperienza
culinaria
La qualità del cibo della tradizione e ama
condividere questi momenti assieme a
famiglia e amici.
Dove si reca Si reca in ristoranti tipici, dove si da la
giusta importanza al rapporto qualità
prezzo. Ama partecipare a eventi e alle
sagre.
Come e dove si informa La fonte principale è internet, e una
volta in loco chiede informazioni ai
residenti per un consiglio sui ristoranti.
I turisti LIFESTYLE ENOGASTRONOMICI
35.
36. Il turista della cucina sana è colui che pone estrema importanza al cibo e al gusto facendo
attenzione non solo a un apporto calorico equilibrato, ma soprattutto leggendo l’etichetta
con le informazioni relative alla provenienza della materia prima, alla qualità, alla
stagionalità, all’utilizzo o meno di additivi nei cibi (se preconfezionati).
Frequenta mercatini bio e quando è in vacanza ama visitare luoghi della produzione.
Il Turista della CUCINA SANA
Mangiare sano significa tante cose: attenzione alla
qualità dei cibi, consapevolezza nella scelta, educazione
alla sostenibilità, ma anche attenzione alla dieta, alle
quantità ed alla varietà degli alimenti consumati, oltre
che alle modalità di preparazione dei cibi
37. Caratteristiche dei turisti della Cucina Sana
Rispetta il proprio corpo
Predilige alimenti di
stagione e bio
Pone attenzione alle quantità
Pratica una sana
attività sportiva
Frequenta
mercatini bio
Si limita nell’assunzione
di certi alimenti Legge sempre
le etichette
Predilige i cibi
freschi e genuini
38. Turista della Cucina Sana
Età e sesso 30-70, principalmente donna
Posizione lavorativa Reddito medio-alto, lavoro indipendente
Cosa predilige dell’esperienza
culinaria
La semplicità della materia prima
Dove si reca Ama visitare i luoghi della produzione e i
suoi metodi (es. nel caseificio) e le sagre
Come e dove si informa Naviga in internet e legge riviste come Vivi
Consapevole, Terra Nuova…
Il Turista della CUCINA SANA
39.
40. Un turista della cucina responsabile è colui che applica la sostenibilità a uno dei
nostri bisogni primari: nutrirsi. Amante della filiera corta un turista che bilancia il
piacere del cibo col principio morale del rispetto ambientale.
“Vogliamo godere del piacere che questo
mondo può darci, dobbiamo dare tutti noi
stessi per trovare il giusto equilibrio di
rispetto e di scambio con la natura e
l'ambiente. Questo è il motivo per cui piace
definirci come eco-gastronomi. Il fatto è che
il nostro piacere non può essere scollegato
dal piacere degli altri, ma è collegato con
l’equilibrio che riusciamo a conservare (e in
molti casi a rilanciare) con l'ambiente in cui
viviamo.”
Carlo Petrini, fondatore di Slow Food
Il turista della CUCINA RESPONSABILE
Eco-Gastronomia
41. Caratteristiche del turismo della CUCINA RESPONSABILE
Approccio è nato a partire dagli anni ’80 con la Commissione di Bruntland
- rispetto e salvaguardia
dell'ambiente
- rispetto e salvaguardia della cultura tradizionale - consenso informato
- partecipazione attiva delle popolazioni locali
- condivisione con i residenti dei benefici socio-
economici
42. Turista della Cucina Responsabile
Età e sesso 30-60, principalmente donna
Reddito e Posizione lavorativa Tutti i tipi di reddito, ricopre qualsiasi
posizione lavorativa
Cosa predilige dell’esperienza
culinaria
Vuole che il concetto di sostenibilità sia
presente in ogni aspetto della propria vita.
Qualità, salubrità e rispetto per l’ambiente
passano anche attraverso il cibo.
Dove si reca Ama recarsi direttamente nei luoghi di
produzione e piace frequentare eventi
enogastronomici vicino casa
Come e dove si informa Si informa attraverso internet
Il turista della CUCINA RESPONSABILE
43.
44. Un turista enologico è colui che ha una passione per il vino, non si sofferma al mero
assaggio, ma che vuole conoscere tutta la storia che sta dietro ad un bicchiere. E’ curioso e
la visita nella vigna e in cantina è un’esperienza culturale e estremamente coinvolgente.
Il Turista ENOLOGICO
45. Altre classificazioni del Turista ENOLOGICO
- Professionista
- Che non appartiene al settore vitivinicolo
- Entusiasta
- Indifferente
Associazione Nazionale Città del Vino
Gli enoturisti per caso
I turisti del vino
Gli opinion leader
Il talent scout
E. Croce & G. Perri
Bosco Viticultori, Squadrati engaging market research
46. Turista Enologico
Età e sesso 20-70, principalmente uomo, donne in
forte ascesa
Reddito e Posizione lavorativa Reddito medio-alto, coinvolge tutte le
posizioni lavorative
Cosa predilige dell’esperienza
culinaria
Lo incuriosisce la storia dei processi di
produzione e il momento della
degustazione
Dove si reca Ama fare escursioni nei weekend
(massimo 200 km), andare per cantine e
fare tour nelle vigne
Come e dove si informa Si informa consultando internet e tramite
il passaparola
Il Turista ENOLOGICO
47.
48. Il turista con bisogni speciali è colui che ama l’esperienza enogastronomica, ma deve
fare i conti con alcuni problemi legati alla salute. Questo gruppo propone le persone
affette da celiachia, gli intolleranti e gli allergici ad alcuni alimenti ed infine, le persone
anziane che hanno determinate esigenze. Rientrano in questo gruppo anche persone
con disabilità che necessitano di accortezze maggiori.
E’ un target in continua crescita sia per la longevità prolungata, sia per un aumento
delle intolleranze; apprezza i tour organizzati.
Il Turista con BISOGNI SPECIALI
Un target interessante e con
ampio margine di crescita è
il turista senior
49. Turista con bisogni speciali
Età e sesso 0-80, donne e uomini
Reddito e Posizione lavorativa Tutti i tipi di reddito e tutte le posizioni lavorative
Cosa predilige dell’esperienza
culinaria
Ama viaggiare in compagnia, ma deve prestare
attenzione ai componenti dei piatti.
Dove si reca Si reca in ristoranti specializzati (es. Ristoranti
ipocalorici o che non utilizzano prodotti col
glutine), ama le sagre e i tour organizzati
Come e dove si informa Attraverso internet, utilizza l’agenzia di viaggi
(target senior), tramite il passaparola
Il Turista con BISOGNI SPECIALI
50.
51. I turisti definiti gastronauta e foodtrotter sono due tipologie di turisti del cibo che
vedono, nei piatti tipici e nel paesaggio del territorio di destinazione, un’occasione di
escursione o di vacanza breve. Sono definizioni superate proprio perché il turismo
enogastronomico si sta progressivamente affermando come un nuovo settore turistico
e con esso anche la domanda si delinea maggiormente.
Il Turista GASTRONAUTA E FOODTROTTER
Definizioni coniate da D. Paolini, giornalista e gastronomo
52. Gastronauta Foodtrotter
Focalizza la sua attenzione
sul giacimento gastronomico e
le sue modalità di fruizione
Mostra attenzione per le
bellezze paesaggistiche, si reca a
musei e a pinacoteche.
Va alla ricerca dei
ristoranti e delle
osterie per assaporare i
prodotti della terra
Usufruisce anche del
sistema ricettivo
Per quanto riguarda le
professioni, il quadro è
vario: operai (45%),
impiegati, studenti,
pensionati,
imprenditori, liberi
professionisti
Possiede una cultura
medio-alta e svolge
prevalentemente
un’attività lavorativa di
concetto
Attribuisce un secondario
valore alle valenze
prettamente turistiche del
territorio.
E’ solito soggiornare per 2 o al
massimo 3 giorni, il territorio è parte
integrante dell’esperienza
53. Turista Gastronauta e Foodtrotter
Età e sesso 30-50, principalmente uomo
Reddito e Posizione lavorativa Reddito medio, ricopre tutte le posizioni
lavorative
Cosa predilige dell’esperienza
culinaria
Ama recarsi nei luoghi per degustare un
piatto tipico (gastronauta), e visitare i luoghi
e le risorse del territorio dove i piatti sono
cucinati (foodtrotter)
Dove si reca In luoghi non noti al turista medio, luoghi di
nicchia anche non votati al turismo
Come e dove si informa Si informa tramite internet, organizza il
viaggio da sé
Il Turista GASTRONAUTA E FOODTROTTER
54.
55. Che sensazioni si
provano dopo aver visto
questa presentazione?
Probabilmente si
avverte un certo
appetito …
E’ anche questo un
modo per coinvolgere il
turista in una Pre-
Esperienza!
Esperienza dei 5 sensi
ed esperienza come
aspettativa/perceived
quality
Negli ultimi anni la gastronomia è diventata un indispensabile elemento per conoscere la cultura di un territorio. La gastronomia incarna tutti i valori tradizionali (è heritage) associati alle nuove tendenze del turismo: il rispetto per la cultura e la tradizione, uno stile di vita sano, l’autenticità, la sostenibilità, l’esperienza.
Il termine Gastromania è utilizzato per designare il “fanatismo” per li cibo, mentre esiste anche un libro che esula dagli aspetti qui indagati: Marrone, G. (2014). Gastromania, Milano: Bompiani
*Pollan, M. (2008). Il dilemma dell’onnivoro, Milano: Adelphi
Per il concetto di Reinvenzione del Cibo si veda: C. Grasseni, La reinvenzione del cibo. Culture del gusto fra tradizione e globalizzazione ai piedi delle Alpi, 2007, Verona, Qui Editore
- Motivazioni fisiche : il piacere che discende dal buon mangiare e dal buon bere;
Motivazioni culturali: attraverso l’esperienza enogastronomica si può entrare in contatto con
nuove culture, realtà e luoghi. La vacanza diviene così un’occasione per accrescere il proprio
bagaglio culturale;
Motivazioni interpersonali: la funzione sociale del cibo ha un valore superiore a quello della
qualità che si beve e si mangia. Di solito, il momento del consumo di un pasto facilita il processo di
conoscenza con altre persone, rinsalda i legami esistenti e persino riproduce i ruoli sociali già definiti.
Il turismo enogastronomico può essere un mezzo per instaurare relazioni anche tra l’ospite e
la comunità locale;
Motivazioni di status: la possibilità di mangiare certi cibi o di scegliere certi luoghi è sempre
stato un fattore di distinzione di classe. Le scelte alimentari, così come quella della destinazione di
vacanza, possono veicolare il nostro gusto e il nostro stile di vita.
Tratto da: Hjalanger, A. & Richards, G. (2002). Tourism and Gastronomy, London: Routledge
Il turismo enogastronomico ha generato, nel 2011, il 5,4% dei flussi turistici ed ha
mostrato, negli ultimi anni, un trend altalenante passando da una quota del 4,7%
dei movimenti turistici nel 2008, al 6,5% nel 2009, per poi recedere al 5% circa negli
ultimi due anni.
Il turismo enogastronomico, sebbene abbia un peso di discreto valore (5%) è comunque in netta crescita se paragonato con i dati relativi all’anno 2011-2012 (4,2%), tanto che il tasso di crescita in soli 3 anni è del +16%. Inoltre, il turismo del cibo non ha dei parametri netti tali da consentire di discriminare certi ambiti, tanto che il turismo enogastronomico potrebbe persino rientrare nella categoria di turismo culturale e parzialmente nel turismo natura (e viceversa). Se si tiene conto anche di questo aspetto il turismo enogastronomico può vantare un peso non indifferente nel panorama dei turismi italiani.
Il turismo enogastronomico è per lo più identificato come un turismo short break e
pertanto la maggior parte delle volte si colloca in prossimità di weekend o brevi periodi festivi.
Ciò porta al pernottamento di una sola notte in loco o addirittura di una visita rapida in giornata
(in questo casi si parla di escursionismo). Il fatto di sostare una sola notte o solo per poche
ore porta a spendere maggiormente rispetto a una località dove si soggiorna per più giorni.
Se a ciò si aggiunge che la località offre dei prodotti tipici introvabili altrove, vale la pena
acquistarli per poter guastarli in un secondo momento a casa propria e innescando
il processo del ricordo (e incentivando le visite ripetute, anche grazie alla
prossimità del territorio visitato – peculiarità di questo tipo di turismo).
Quindi, anche se a livello di pernottamenti il turismo enogastronomico rappresenta lo 0,40%
e a livello economico pesa lo 0,70%, la spesa media è molto alta, arrivando a 174 euro per
presenza, discostandosi con ben 75 euro in più rispetto alla media (99).
Tra gli elementi della meta enogastronomica svetta in prima posizione la qualità
delle risorse territoriali (8,4/10), qualità che coinvolgono anche la componente offerta,
l’accessibilità della destinazione, un piano di sviluppo
locale che coinvolga la popolazione e un adeguata reputazione nella costruzione
del brand territoriale (basti pensare al Chianti in Toscana); senza dubbio la gastronomia
e la ristorazione (8,2/10) giocano un ruolo essenziale per questa tipologia turistica insieme
agli eventi (8,1/10). Meno caratterizzante è il vino (7,3/10) e altre motivazioni (5,1/10).
Quasi il 58% dei turisti motivati da interessi enogastronomici è straniero e si reca in
Italia per trascorrere la vacanza all’insegna della scoperta dei sapori nostrani.
Il 44,1% circa di questi turisti proviene dall’Europa, in primis dalla Germania (22,4%)
e dal Regno Unito (18,3%). I turisti provenienti da altri continenti (3,5%)
sono soprattutto statunitensi (15%).
Durante la vacanza, i turisti partecipano ad escursioni (41,3%), degustano i prodotti
tipici locali (40,4%) e partecipano ad eventi enogastronomici (21,3%). Una volta sul
posto sia gli italiani che gli stranieri visitano i musei e le mostre (38,6%), monumenti e
siti archeologici (33,6%; in particolare i turisti extra-europei: 53,5%), ed i centri storici
(33,5%).
Ambiente, ristorazione, vini e prodotti alimentari d’eccellenza e/o tradizionali devono
sussistere, meglio ancora se attorniati da attrattive quali eventi enogastronomici, sagre e
feste di paese, da una ricettività di qualità atta a soddisfare il turista del cibo e tutta una
serie di servizi, quali la degustazione in cantina e/o il tour nei luoghi della produzione,
che garantiscono l’esperienza e il confronto col territorio di destinazione.
Sempre utile, è bene ricordare che tutte queste componenti devono essere sostenute e
volute da un’amministrazione locale (sia pubblico che privato), che nel modello sistemico
trova la sua realizzazione.
Fonte: Croce E. & Perri G., (2010). Il turismo enogastronomico, Progettare, gestire, vivere l'integrazione tra cibo, viaggio, territorio
Analisi commissionata da Negroni e realizzata dall'Istituto di ricerca GPF, incrociando una serie di dati provenienti da due differenti metodi di ricerca: il Food monitor, che ha seguito nel corso del tempo a partire dagli anni Ottanta un campione di 2500 italiani per rilevarne comportamenti e attitudini in una prospettiva sociologica, e una ricerca quantitativa ad hoc su oltre 1500 persone tra i 25 e i 64 anni con domande sul loro rapporto col cibo.
Per quanto riguarda i foodies, nel libro Foodies & Food tourism si evidenziano 3 profili distinti:
I Foodies dinamici: hanno partecipato a numerosi eventi legati al mondo del cibo e hanno un interesse e una passione per il cibo. Tendenzialmente sono giovani, con una buona istruzione e con ingente potere d’acquisto;
I Foodies attivi: è gente che non viaggia molto, il cibo rappresenta uno dei tanti fattori (non cardine) nel processo di decisione alla visita della destinazione. Amano sperimentare la cucina regionale del luogo, frequentano mercatini per comprare cibo fresco. Sono uomini e donne maturi con pochi figli; preferiscono viaggiare e sistemarsi in alloggi tipici e ricorrere alla prenotazione online.
I Foodies passivi: amano il cibo, ma non possono considerarsi dei turisti del cibo. Il 79% di questo segmento non ha avuto un’esperienza legata al cibo negli ultimi 12 mesi. Preferiscono recarsi ai mercati, meglio se non troppo distanti da casa. Si muovono in funzione dei consigli e passaparola di amici e conoscenti e controllano le informazioni ricevute sui siti web. Questo segmento di domanda solitamente preferisce utilizzare voli low cost.
Sono disposti a spendere di più per acquistare prodotti di qualità;
Adorano i mercati rionali, i negozi tradizionali e le salumerie;
Hanno piacere nel preparare piatti “speciali”;
Si documentano più su internet che attraverso la televisione;
Amano invitare spesso gli amici a pranzo o a cena;
Scelgono il ristorante affidandosi alla rete e agli esperti, immancabile è la consultazione della guida Gambero Rosso;
Mangiano molto spesso fuori casa;
Prediligono trattorie e agriturismi;
Adorano l’aperitivo all’italiana (buon vino, spumante, formaggi e salumi);
Scelgono dove andare in vacanza in base alla loro passione;
Dispensano a tutti i propri consigli su cibo e cucina
Neofiti: sono coloro che non hanno alcuna preparazione specifica di argomento enogastronomico, non manifestano
intenzioni ad intraprendere esperienze turistiche interdisciplinari o integrate;
Specializzati: hanno una cultura ampia e profonda in materia enogastronomica
e scarsa propensione ad integrare tale realtà con altre esperienze;
Poliedrici: particolarmente ben disposti a vivere situazioni leisure e culturali,
in cui si combinino e si compenetrino due o più aspetti e/o discipline diverse
Tra essi emergano alcuni profili intermedi
Sulla base delle teorie di McKercher riguardo il turismo culturale, ho abbinato l’interesse per la cucina e la cultura della destinazione:
Il turista enogastro culturale propositivo: Il turismo culturale unito alla passione
per la gastronomia è la motivazione primaria per visitare una destinazione e dil turista ha una
profonda ed elaborata esperienza;
Il turista enogastro culturale delle visite turistiche: Il turismo enogastronomico e
culturale sono la ragione principale per visitare una destinazione, ma l’esperienza è meno
profonda ed elaborata;
Il turista enogastro culturale fortuito: Un turista che non viaggia per motivazioni
enogastronomiche o culturali, ma che, dopo aver partecipato, ha una profonda esperienza;
Il turista enogastro culturale informale: Il turismo enogastronomico è un motivo
secondario al suo viaggio culturale e l’esperienza che ne risulta è superficiale;
Il turista enogastro culturale incidentale: Questo turista non viaggia per motivi
enogastronomici o culturali, ma partecipa comunque a queste attività (probabilmente perché
organizzate da terzi in precedenza) e ha esperienze poco profonde.
I turisti gastronomici esistenziali: cercano il cibo e le combinazioni tra
bevande ed esperienze alimentari che favoriscano l’apprendimento
I turisti gastronomici sperimentali: cercano attivamente i più eleganti
caffè e ristoranti dal design accattivante e vanno in quei luoghi dove
offrono menù innovativi uniti ad un servizio altrettanto chic. Si tengono
aggiornati su cibi che vanno di moda con una sapiente attenzione per
ingredienti e per ricette.
I turisti gastronomici ricreativi: sono il tipo più conservatore,
apprezzano e cercano attivamente, durante le vacanze, la familiarità
della loro casa in cibi e bevande; essi amano sperimentare di persona e
adattare la cucina locale con i loro palati e riadattare un classico
I turisti gastronomici diversivi: vogliono fuggire dalla routine della
vita quotidiana e quando sono in vacanza passano la maggior parte del
tempo a visitare la destinazione e fare shopping, mentre la sera è
dedicata a gustare la cucina locale assieme alla famiglia
Rispetta il proprio corpo imparando ad ascoltare le sue reali necessità;
Predilige alimenti di stagione e bio, coltivati in agricoltura biologica;
Pone attenzione alle quantità, più abbondanti e nutrienti saranno colazione e pranzo,
light ed equilibrata la cena;
Pratica una sana attività sportiva o semplicemente fa del moto, cammina;
Frequenta mercatini bio, fiere e occasioni di incontro dove apprende trucchi e suggerimenti
utili per mangiare sano;
Impara a cucinare per non acquistare troppi alimenti preconfezionati, quindi pone grande rilevanza
ai corsi di cucina offerti nei tour gastronomici;
Non esagera nell'assunzione di determinati alimenti (zucchero, sale, caffè, tè, carni rosse,
insaccati, formaggi, ecc...)
Legge sempre con attenzione le etichette dei cibi;
Si informa, predilige cibi con pochi additivi e coloranti, puntando a cibi freschi e genuini il cui
sapore non sia stato alterato
Questo approccio è nato a partire dagli anni ’80 con la Commissione di Bruntland che introdusse una serie di linee guida deputate al rispetto della sostenibilità. Ogni sviluppo turistico nell’ottica sostenibile deve tener presente:
rispetto e salvaguardia dell'ambiente e in particolare dell’ecosistema e della biodiversità, con minimizzazione dell’impatto ambientale delle strutture e delle attività legate al turismo;
rispetto e salvaguardia della cultura tradizionale delle popolazioni locali (host community);
requisito di consenso informato da parte di tali popolazioni sulle attività intraprese a scopo turistico;
dove possibile, partecipazione attiva delle popolazioni locali nella gestione delle imprese turistiche con assunzione di personale locale;
in ogni caso, condivisione con i residenti dei benefici socio-economici derivanti dal turismo.
E’ un gruppo eterogeneo, sono stati fatti molti studio e molte suddivisioni
Qui di fianco è la rappresentazione secondo Censis, che colloca le capacità e gli interessi dell’enoturista in svariati livelli e le motivazioni che lo spingono alla ricerca dei percorsi e programmi studiati appositamente dagli operatori del settore.
Attraverso il rapporto annuale Censis, è stata rappresentata una struttura piramidale, che colloca le capacità e gli interessi dell’enoturista in svariati livelli e le motivazioni che lo spingono alla ricerca dei percorsi e programmi studiati appositamente dagli operatori del settore. Tale piramide si sviluppa in cinque stadi: alla base si trova il turista meno specializzato sino al vertice ritroviamo colui che può esser considerato il più esperto.
Al primo stadio si ritrovano gli “Eno-Curiosi”, i quali hanno poche conoscenze specifiche, ma sono estremamente interessati al settore e vengono a conoscenza delle iniziative attraverso gli eventi proposti nei diversi comuni aderenti.
Al secondo stadio ritroviamo gli “Eno-Esploratori”, che includono in particolar modo la fascia giovane tra i 30 ed i 45 anni che amano frequentare cantine ed enoteche e per la prima volta affrontano letture di riviste specializzate del settore.
Al terzo livello vi sono gli “Eno-Tifosi”, i quali sono estremamente interessati a soggiorni e gite e possiedono una buona conoscenza delle esperienze da intraprendere. Successivamente prendono piede gli “Eno-Professionisti”, che sono i perfetti conoscitori dei percorsi enoturistici, conoscono i prodotti e hanno una capacità di spesa elevata, dal momento che la loro passione viene tradotta in un connubio di hobby e vacanza.
All’ultimo stadio vi sono gli “Eno-Sperimentatori”, che indirizzano la propria esperienza alla cultura del settore.