3. La qualità nella mappa concettuale
La mappa risponde sempre a un criterio personale e pertanto la sua valutazione è un
fatto
soggettivo. La mappa è “d’autore”.
In questo modulo faremo riferimento alla valutazione della mappa concettuale non come
prodotto per l’uso personale, o per un uso specifico, ma alle mappe:
da esibire o presentare
da diffondere o da usare come base materiale di studio
come prodotti editoriali
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4. Gli elementi da considerare
Partendo da presupposto che la conoscenza rappresentata nella mappa sia valida e
coerente, gli elementi da considerare per valutare la qualità formale di una mappa
sono:
1. La sufficienza della quantità di concetti alla copertura cognitiva dell’argomento
2. La pertinenza di ogni concetto al contesto
3. La presenza dei tipi di relazione in ogni relazione
4. La validità di ogni relazione o unità semantica
5. La coerenza
6. L’uso dei tipi di concetto e degli attributi grafici conseguenti
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5. Gli elementi da considerare
7. La reticolarità
8. La chiarezza contestuale
9. L’informazione di supporto
10. La “leggibilità”, la facilità di consultazione
11. L’aspetto interessante, accattivante dell’organizzazione visiva
12. La analisi in autonomia da parte dell’utente finale
13. Il raggiungimento degli obiettivi proposti
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6. Gli elementi da considerare
I primi cinque aspetti sono i più rilevanti e, nello stesso tempo, i più semplici, perché
vengono garantiti dall’autorevolezza professionale e dalla capacità dell’autore di
esprimersi a livello logico-concettuale.
Il sesto aspetto garantisce una mappa vivace ma coerente e sistematica.
Il settimo aspetto, la reticolarità (un albero o una rete) dipende principalmente dagli
obiettivi della mappa e dalla natura del contesto cognitivo.
L’ottavo, la chiarezza concettuale è in relazione all’utente finale della mappa:
l’informazione presentata è nuova, o i nuovi concetti e le unità logiche possono essere
assimilati tenendo conto della conoscenza precedente?
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7. Gli elementi da considerare
Un punto non meno importante nella creazione di una mappa è quello della fruibilità.
Poiché la mappa si “legge” nel modo convenzionale, sequenziale, è importante che ci
siano dei punti, o nodi, d’ingresso. Questi non devono essere necessariamente i più
importanti.
La presentazione grafica è nitida, ordinata nella disposizione dei concetti nella mappa,
segue dei modelli gradevoli, geometrici? È facile seguire le frecce delle relazioni?
Il tredicesimo punto si riferisce al successo probabile, al raggiungimento dell’obiettivo
proposto.
Non esistono mappe buone o cattive. La mappa è sempre un prodotto personale e non è
mai un risultato finale.
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8. Aspetti universalmente validi
Ci sono aspetti importanti e validi universalmente, da osservare, nella ideazione e
realizzazione di una mappa concettuale:
Non cercare di tenere un concetto centrale, “più importante”: le mappe non hanno
un centro né un inizio predefinito.
Evitare i nomi di concetti troppo lunghi: i concetti devono avere nomi semplici (meno
parole, più potenza).
I nomi dei tipi di relazione sono in realtà connettori logici, e pertanto l’utilizzo
ossessivo delle regole di concordanza può rendere difficile la percezione, oscurando il
messaggio. Il connettore definisce un’integrazione logica. Scrivere
grammaticalmente corretto non è di per sé “conoscenza”.
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9. Aspetti universalmente validi
La riutilizzazione dei tipi di relazione dà alla mappa un maggior valore semantico
rispetto all’uso di tipi equivalenti, che si differenziano solo per la concordanza di
genere e di numero; ha più valore un’etichetta significativa, non perfetta
grammaticalmente.
La mappa non si legge in maniera sequenziale: si analizzano le sue strutture e le sue
relazioni. Perciò è bene evitare il “paragrafismo”, la semplice frammentazione della
frase o un paragrafo in più “concetti” e “relazioni”.
Evitare sequenze di causa-effetto, che danno luogo a frasi lunghe o cronologie…. “e
poi… e poi…”: questa forma appartiene alla scrittura narrativa.
Non assegnare al concetto colore e forma per puro gusto del colore o della forma. Lo
studente di qualunque età cerca nelle forme e nei colori rappresentatività e
associazione: la mappa variopinta senza una logica è più disorientante che utile.
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10. Aspetti universalmente validi
Evitare le ridondanze: come un oggetto non può occupare due posti diversi nello
spazio, nello stesso modo un concetto non può apparire due volte nella mappa,
nemmeno con nomi diversi. È disorientante, impreciso ed è un grave errore cognitivo
(si perderebbero relazioni importanti).
Sebbene le mappe possono avere una qualunque quantità di concetti, è meglio
evitare di fare mappe troppo vaste. È meglio, dopo una certa quantità di concetti,
fare mappe diverse che si possono comunque connettere.
Utilizzare le immagini sulla mappa non al posto dei concetti, ma come esempio o
“immagine/aspetto” del concetto stesso, o di una sua istanza, e solo dove è
necessario.
Utilizzare le relazioni simmetriche (bidirezionali) dove sia necessario.
Non creare strutture ad albero non cognitive.
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11. Conclusioni
È facile arrivare ad una mappa ben fatta, comunque vanno rispettati i criteri personali di
qualità: infatti, nella valutazione qualitativa della mappa, non c’è una misura definita in
assoluto, ma solo una ponderazione. Gli aspetti più importanti, la conoscenza e la
capacità logica di rappresentarla, sono già patrimonio preliminare dell’autore.
La qualità non è mai un incidente, è sempre il risultato di una valida intenzione, di uno
sforzo sincero, di direzione intelligente ed esecuzione abile; rappresenta una selezione
saggia tra molte alternative.
Forse l’aspetto più interessante, che deve essere alla base di qualunque approccio alle
mappe, è che la mappa non è mai un risultato definitivo, ma è un dispositivo che
permette il dialogo con la conoscenza.
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13. Bibliografia
H. Fortez “Insegnare e apprendere con le mappe concettuali”
Guida teorico-pratica per l’insegnante immedia editrice
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