Intervista ad Antonino Cavarretta, Retail Operation Management Europe di ETRO a cura di Donato Marangelo, Maria Monteleone e Valeria Spinelli (studenti della I edizione di Retail Your Talent, percorso di specializzazione in retail and sales management)
Comunità professionali (network formali e non formali) dei professionisti HR
Intervista ad Antonino Cavarretta - Etro
1. Business School
Intervista ad Antonino Cavarretta
Retail Operation Manager Europe – ETRO
RETAIL - FASHION MADE IN ITALY
Antonino Cavarretta, classe 1977, ricopre attualmente il ruolo di Retail Operation
Manager Europe presso Etro Milano. Si occupa della gestione del network Retail
Europeo (17 Punti vendita, 170 persone), dell’analisi, pianificazione e gestione di
nuove aperture, nonché di logistica, amministrazione e risorse umane.
Fin dal primo scambio di mail, Antonino Cavarretta ci mostra interesse e curiosità
nei confronti del progetto. Disponibile e professionale, ci accoglie in sede in
centro città, dandoci così la possibilità di visitare una parte degli uffici dell’azienda.
Registratore alla mano e carichi di entusiasmo, partiamo con l’intervista curiosi di
approfondire e conoscere la sua storia professionale.
Qual è stato il suo percorso formativo e
professionale fino ad ora?
Ho frequentato la facoltà di Scienze Motorie
presso l’Università degli Studi di Firenze e per
alcuni anni mi sono dedicato alla carriera sportiva
allenando bambini e ragazzi di diverse età. Inoltre,
ho partecipato e vinto la selezione per la nomina
di tre rappresentanti del Comitato Olimpico
Nazionale alla sessione annuale dell’Accademia
Olimpica Internazionale (Olimpia – Grecia).
Però, le esigenze economiche e il desiderio di
intraprendere una nuova strada, mi hanno spinto
verso il mondo del Retail, approccio, inizialmente,
del tutto casuale, ma rivelatosi ben presto una
forte passione. La mia gavetta parte da Gucci a
Firenze nel febbraio 2002 come Sales Assistant
interinale, dove ho avuto l’opportunità
di crescere ed apprezzare l’ambiente della
boutique, in particolar modo la parte relativa ai
rapporti con la clientela. Dopo circa tre anni, mi
si è presentata la possibilità di entrare nel mondo
Prada Donna sempre nella medesima mansione
e l’anno seguente mi è stata affidata la gestione
di un reparto presso la boutique uomo. È stata
un’esperienza molto significativa, poiché era un
periodo nel quale si stavano discutendo, anche
tramite sindacati, alcune tematiche sensibili
relative alla gestione del personale. Era dunque
necessario saper parlare allo staff, mediando tra
l’altro i rapporti tra questi e l’azienda. Forse, non
ero ancora sufficientemente pronto per ricoprire
questo ruolo, dove era ed è fondamentale la
Antonino
Ca
varretta-ETRO
2. gestione delle persone.
Ero passato da semplice venditore a responsabile
vendita in tempi rapidi, facendo affidamento sulla
mia capacità di adattarmi al nuovo ruolo.
Nel 2006 sono approdato in Louis Vuitton dove
ho preferito fare un mezzo passo indietro a livello
di mansione a fronte di quello che sarebbe stato
un maggiore investimento sulla mia formazione:
non ero più quindi un Department Manager
ufficiale ma un Sales Expert, comunque figura
referente per il prodotto appartenente all’universo
maschile. Sicuramente, è stata un’esperienza
fondamentale dal punto di vista della formazione
sulla gestione delle risorse umane, poiché ho
contribuito a coinvolgere i collaboratori verso
il raggiungimento degli obiettivi aziendali,
aiutandoli nel quotidiano con formazioni
continue e strumenti adeguati. Ad esempio, ho
fornito ad ognuno di loro un catalogo tascabile
che riportava le illustrazioni delle nuove collezioni
così da poterle mostrare in anteprima al cliente.
Inoltre, nell’ottica di facilitare il personale nella
gestione e vendita del prodotto, ho sviluppato
un progetto basato sull’informatizzazione della
vendita e dello stock con il quale ho raggiunto
gratificanti obiettivi (decremento articoli
danneggiati del 60%, incremento rotazione
prodotto e maggiore efficacia nella gestione del
magazzino). Ritengo che questa sia stata la
mia prima vera esperienza di management! A
quel punto mi si è presentata una nuova sfida:
trasferirmi a Milano per collaborare con Cartier e
successivamente con Dior. In entrambe le aziende,
ho continuato ad occuparmi di formazione
ed amministrazione e, in più, ho coordinato
le aperture di un temporary store per Cartier e
di una nuova boutique donna per Dior in via
Montenapoleone. Da giugno 2013 ricopro un
ruolo di grande responsabilità per Etro, una delle
principali case di moda italiane, ruolo che mi
gratifica molto e che mi permette di avere una
visione dell’azienda a 360 gradi.
Ci racconti una sua giornata tipo…
Non esiste una giornata tipo, ma sicuramente
posso pensare a tre principali macro aree
attorno alle quali si concentra il mio lavoro: la
monitorizzazione dei KPI e le attività ordinarie (es.
il management delle boutique, contratti di vario
genere, supervisione del rispetto delle procedure,
etc), oltre alle molteplici attività extra ordinarie
e le continue richieste che giungono dai diversi
dipartimenti/Boutique, che devono essere
risolte in tempi molto ridotti (es. problematiche
procedurali, customer service, etc). Il nostro
ufficio, infatti, rappresenta il punto di riferimento
per le Boutique per il supporto a qualsiasi tipo di
problematica.
Con quali figure si interfaccia di solito?
Uno degli aspetti positivi del mio lavoro è quello
di avere contatti con tutti i dipartimenti, dalla
logistica, allo studio legale o altri collaboratori
esterni. È anche molto divertente rincontrare
vecchi colleghi o clienti in diversi Paesi, essendo
il Retail del lusso un mondo tendenzialmente
piccolo, dove è facile che si crei di riflesso un
network di contatti.
Quali sono le caratteristiche personali, oltre
alle competenze professionali, che bisogna
avere per ricoprire questo ruolo?
Sicuramente, gli aspetti del mio carattere che
mi hanno maggiormente aiutato sono la
determinazione, la curiosità, l’ambizione, una
buona apertura mentale e tanta voglia di imparare.
Fondamentale in questo percorso è stato lo sport
che mi ha fornito una marcia in più nel momento
in cui mi sono ritrovato a lavorare in team, dove
è essenziale sapersi adattare a persone, culture e
ambienti diversi. Negli anni, ho anche imparato
ad essere più diplomatico e riflessivo e, anche
se preferisco essere leader, a volte è bello essere
anche gregario.
Quali sono le soddisfazioni che ricorda con
più piacere? E come ha affrontato invece le
delusioni?
Certamente i progetti portati a termine presso
Louis Vuitton sono tra le soddisfazioni che mi
inorgogliscono di più. Ma è molto piacevole anche
poter essere un punto di riferimento per i più
giovani, proprio come mi state dimostrando voi
ora! Circa le esperienze negative, sicuramente ce
ne sono state e ce ne saranno, ma l’importante è
saper gestire questi momenti, essere consapevoli
dei propri mezzi, mantenendo sempre alto il
livello di professionalità e dando sempre il 100%,
certo che il momento negativo passerà. Sono
fermamente convinto che siano forse questi i
momenti più importanti di crescita soprattutto
personale, oltre che professionale.
Ci sono state occasioni in cui ha dubitato
delle scelte professionali fatte?
No! Anche se in Italia i percorsi di carriera sono
3. Retail Your Talent. Programma di formazione post laurea - 2015
II Project Work
Intervista a cura di Donato Marangelo, Maria Monteleone e Valeria Spinelli
-> www.istud.it
Business School
spesso non lineari e bisogna, il più delle volte,
cambiare azienda per farsi conoscere e far
apprezzare maggiormente le proprie capacità.
Quali sono oggi gli ingredienti per aver
successo nel vostro mercato?
Sono convinto che ancora oggi il Made in Italy
faccia la differenza, insieme all’attenzione verso
il CRM. Il filo conduttore tra questi due valori è la
formazione, sia del prodotto che della cosiddetta
cerimonia di vendita. Secondo me, sono le
persone a dare valore al brand e per farlo bisogna
unire la propria passione alla formazione ed alla
conoscenza di ciò che si sta vendendo. Capire
le aspettative del cliente ed andare oltre queste,
aiutarlo a decidere, fargli
conoscere il prodotto ed anticipare i suoi bisogni:
anche questo è Lusso!
Ci descriva l’azienda con tre aggettivi.
Familiare, sana e con un grande potenziale.
La grandezza dell’azienda è rappresentata
certamente dalla famiglia che c’è dietro. Come
altre imprese presenti sul mercato italiano, si
investe molto sulla qualità del prodotto e sulla
formazione del personale, dando la possibilità
ai nostri collaboratori di crescere e far carriera
internamente.
Nella sua carriera ci sono state persone alle
quali si è ispirato?
Certamente! Quello che io chiamo il mio mentore,
oggi mio caro amico, conosciuto durante gli anni
trascorsi presso Louis Vuitton. Grazie a lui ho avuto
la possibilità di acquisire una maggiore apertura
mentale, visione d’insieme, e di capire cosa
volesse realmente dire “gestire”, dalle persone al
prodotto, dai numeri alle risorse disponibili. Ho
così fatto miei i concetti di ottimizzazione e di
team work.
Nella sua carriera ci sono state rinunce?
Eccome! Dopo 12 anni di inteso lavoro, dove
avevo come messo in “stand by” amici, famiglia
e interessi, le classiche uscite serali e del fine
settimana, le passioni e gli hobby, sto finalmente
riprendendo in mano la mia vita e soprattutto la
gestione del mio tempo, quest’ultimo che diventa
il vero lusso per chi lavora in questo settore.
Quali consigli si sente di dare ai giovani come
noi che si affacciano al mondo del lavoro ed
in particolare al Retail?
Senza dubbio lavorare sull’esperienza, studiare
seriamente e con passione, essere curiosi ed
entrare in contatto con nuove realtà e culture. Per
chiudere, vi lascio con il motto di Steve Jobs che
meglio mi rappresenta: stay hungry, stay foolish.