SlideShare uma empresa Scribd logo
1 de 18
Baixar para ler offline
IF CRASC ’15
III CONVEGNO DI INGEGNERIA FORENSE
VI CONVEGNO SU CROLLI, AFFIDABILITÀ STRUTTURALE, CONSOLIDAMENTO
SAPIENZA UNIVERSITA’ DI ROMA, 14-16 MAGGIO 2015
INGEGNERIA FORENSE STRUTTURALE:
BASI DEL PROGETTO E RICOSTRUZIONE DEI COLLASSI
F. Bontempi
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
SOMMARIO
Il presente contributo è basato sull’idea che la ricostruzione di una crisi strutturale (semplice
rottura o collasso vero e proprio) sia basata su una chiara, corretta, e profonda conoscenza e
comprensione delle basi di progetto che portano alla concezione di una costruzione e del
processo di analisi che ne verifica la sicurezza e le prestazioni.
Partendo da questa idea, l’articolo cerca di presentare in modo sintetico, ma ordinato, nell’in-
troduzione l’orizzonte temporale e la traiettoria di vita che una costruzione può esperire, evi-
denziando nel successivo paragrafo il carattere sistemico di una struttura, ovvero enfatiz-
zando la organizzazione gerarchica degli elementi strutturali che la formano: da questa ultima
descrizione, si possono coerentemente valutare i livelli di crisi che si possono manifestare,
giudicarne la gravità e indagarne i motivi.
Successivamente, una riflessione necessaria riguarda la natura delle azioni che possono ci-
mentare una costruzione, con le loro origini e caratteristiche in termini di intensità, probabi-
lità di accadimento e gravità di conseguenze. Questo è un aspetto delicato, che dà il giusto
rilievo agli accadimenti e agli approcci di analisi e di indagine necessari: questo punto è
analogo all’idea che in una costruzione non tutti gli elementi hanno le stesse caratteristiche e
la stessa importanza. Queste considerazioni generali non appaiono adeguatamente rimarcate
dal quadro normativo corrente, spesso più attivo nelle descrizioni di dettaglio.
Nel quarto paragrafo, si esamina la complessità di un problema strutturale (adattando uno
schema noto in letteratura dai lavori di Perrow) e i differenti tipi di situazioni di progetto:
evolutivo o innovativo. Questa distinzione è importante al fine di rendersi conto delle cono-
scenze (competenze) che si devono avere nell’affrontare il progetto: competenze che se man-
canti o deficitarie possono essere origine di crisi strutturali.
Esaminati seppur brevemente questi punti (orizzonte temporale e prestazionale di una strut-
tura, sua organizzazione sistemica, natura delle azioni che possono cimentarla, possibili ra-
gioni della complessità del problema strutturale associato), nel quinto paragrafo, si riporta il
modello generale della genesi e dello sviluppo di un fallimento strutturale secondo Reason.
L’ultimo paragrafo fornisce, infine, indicazioni sulla ricostruzione dell’evento e la risalita
alle responsabilità dal punto di vista ingegneristico.
F. Bontempi
1. INTRODUZIONE
La progettazione strutturale corrente si trova a dovere affrontare costruzioni con un grado di
complessità notevolmente maggiore che in passato, a causa di più stretti requisiti prestazio-
nali, legati a interazioni con l’ambiente e lungo un preciso orizzonte temporale. I vincoli
economici e la sostenibilità ambientale costringono, infatti, a considerare un insieme di pro-
blematiche che possono essere riassunte nella Fig.1 (Arangio, Bontempi, Ciampoli, 2011;
Arangio, Bontempi, 2010). Nel diagramma ideale riportato, si individua:
1. sull’asse verticale, l’integrità strutturale che riassume sinteticamente la qualità di una
costruzione: essa è il complesso di tutte le caratteristiche strutturali (rigidezza, resistenza,
stabilità, duttilità,…) che caratterizzano una costruzione in termini di funzionalità e di
sicurezza;
2. lungo il corso della vita di una costruzione, si può intendere che questa qualità degradi:
in effetti, a causa delle continue azioni ambientali, della fatica dovuta a azioni cicliche,
dell’invecchiamento endogeno, si ha una progressiva diminuzione di integrità strutturale;
accanto a questo processo continuo, eventi specifici, discreti, come azioni accidentali o
errori di origine antropica, possono provocare brusche perdite di integrità strutturale; in
definitiva, con “durabilità” si misura la capacità di una struttura di avere un limitato
degrado nel tempo, mentre la “robustezza” è la proprietà della struttura di mostrare un
limitato e proporzionale degrado a seguito di un evento negativo;
3. l’integrità strutturale è quindi rappresentabile lungo la vita della costruzione da un punto
che percorre una traiettoria come indicato in Fig.1; nel caso questa integrità scenda sotto
un livello inaccettabile, può decidersi un ripristino della struttura: in termini generali, la
facilità con cui una struttura o una infrastruttura può ripristinare la sua qualità è definita
“resilienza”.
Figura 1. Interazioni ambientali e orizzonte temporale nella progettazione strutturale: integrità strut-
turale, durabilità, robustezza e resilienza.
A questo quadro evolutivo, corrispondono configurazioni differenti della struttura: con rife-
rimento alla Fig.2, si possono individuare le condizioni “as designed”, ovvero come la strut-
tura è concepita e dimensionata idealmente, “as built” ovvero come essa è realizzata con le
RESILIENCE
Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi
inevitabili imperfezioni e i possibili errori, “as actual” con le caratteristiche correnti in un
certo istante, e, infine, “as failed” ovvero come appare la costruzione in seguito a una crisi
strutturale.
L’Ingegneria Forense intesa come studio delle crisi strutturali appare quindi come l’ultima
frontiera per comprendere sia il comportamento strutturale, eventualmente affetto da errori e
debolezze latenti, sia l’insieme delle azioni, remote o contingenti, che hanno portato al col-
lasso. In questo senso, l’Ingegneria Forense deve ricostruire a ritroso la traiettoria di vita della
costruzione e appare quindi un procedimento inverso rispetto alla progettazione strutturale:
quest’ultima prevede il futuro, mentre la prima deve ricostruire il passato.
Proprio per questo, il presente articolo vuole, da una parte, evidenziare i punti critici della
progettazione strutturale, e dall’altra evidenziare come la comprensione e la ricostruzione di
questi punti costituisce compito della Ingegneria Forense; allo stesso tempo, questo permette
di evidenziarne il ruolo nell’avanzamento della conoscenza necessaria alla progettazione
strutturale.
Figura 2. Evoluzione dell’integrità strutturale lungo la traiettoria di vita di una costruzione: configu-
razioni “as designed”, “as built”, “as actual” e “as failed”.
2. SISTEMA STRUTTURALE E SUE CARATTERISTICHE
L’Ingegneria Strutturale è un settore trasversale che si basa su concetti, principi, metodologie
di analisi e progetto comune ai vari ambiti di applicazione: infatti, termini come equilibrio,
congruenza, sicurezza sono intesi in ambito Civile, Meccanico, Aeronautico, Navale, ecc.
Nonostante ciò, il settore Civile ha sempre avuto delle peculiarità legate, da una parte, al fatto
di non avere, generalmente, una produzione ripetitiva di costruzioni (tipica dei settori indu-
strializzati) e dall’altro di affrontare condizioni intrinseche (caratteristiche dei materiali uti-
lizzati) e al contorno (carichi, vincoli, ecc.) soggette ad un elevato grado di ambiguità e in-
certezza. Nel tempo, questo ha comportato uno sviluppo di procedimenti di analisi e di pro-
getto anche, alle volte, efficaci, ma spesso largamente incoerenti e approssimati.
Questa mancanza di coesione di impostazione è stata anche alimentata da quadri normativi
spinti perniciosamente a livelli di dettaglio tali da far perdere l’unitarietà della concezione
strutturale e dei problemi di analisi e progettazione. In questo senso, paradossalmente il qua-
RESILIENCERESILIENCE
CONSTRUCTIONS
NEW
EXISTING
COLLAPSED
“As Designed”
“As Built”
“As Actual”
“As Failed”
F. Bontempi
dro normativo appare essere una delle cause della perdita della capacità di analizzare com-
piutamente i problemi strutturali e di risolverli sintetizzando soluzioni corrette. A contribuire
a questa perdita, concorre anche la gran parte della formazione universitaria, piegata sulla
mera riproposizione degli aspetti normativi piuttosto che impegnata nella educazione ai con-
cetti fondanti l’Ingegneria (Simon, 1996).
Un ulteriore fattore disgregante appare essere l’uso superficiale dei codici di calcolo struttu-
rale: l’introduzione generalizzata di mezzi di calcolo automatico che avrebbe dovuto liberare
i progettisti dagli aspetti più ripetitivi dell’analisi strutturale, ha invece spesso appiattito gli
aspetti più nobili della concezione strutturale al rispetto pedante delle verifiche normative.
Questa perdita di visione unitaria nella concezione strutturale e nel processo di verifica della
sicurezza di una costruzione appare essere diffusamente una causa di insuccesso nell’Inge-
gneria Strutturale Civile. D’altra parte, questo modo di procedere, largamente incoerente e
sconnesso, perso negli aspetti di dettaglio, appare non più accettabile dalle esigenze della
attuale Società Civile che richiede costruzioni e infrastrutture sempre più complesse, soddi-
sfacenti sempre più ampi requisiti con condizioni al contorno sempre più varie, soggette a
precisi e stringenti limiti di sostenibilità. Un esempio di quanto possa essere complesso at-
tualmente il progetto di una costruzione è illustrato in Fig.3 dove sono compresi i punti ne-
cessari nel preciso caso di sicurezza antincendio (ISO 13387; Arangio, Bontempi, 2013).
Figura 3. Quadro di riferimento per la progettazione antincendio di una struttura.
La visione attuale di come debba intendersi una costruzione richiede il riferimento al concetto
di sistema nei termini più generali. Questa visione considera la costruzione come un insieme
organizzato e gerarchico di parti. Nella Fig.4 si illustra questo punto, dove lo schema teorico
(a) che illustra come si dispiegano i successivi livelli di scala strutturale sono applicati in (b)
a un ponte sospeso; infine, in (c) si correla la definizione della variabili di progetto alle pre-
stazionali (Bontempi, 2005; Bontempi, 2006; Petrini, Manenti, Gkoumas, Bontempi, 2010).
SS0a
PRESCRIBED
DESIGN
PARAMETERS
SS0b
ESTIMATED
DESIGN
PARAMETERS
SS1
initiation and
development
of fire and
fire efluent
SS2
movement of
fire effluent
SS3
structural response
and fire spread
beyond enclosure
of origin
SS4
detection,
activitation and
suppression
SS5
life safety:
occupant behavior,
location and
condition
SS6
property
loss
SS7
business
interruption
SS8
contamination
of
environment
SS9
destruction
of
heritage
(0)
DESIGN
CONSTRAINTS
AND
POSSIBILITIES
(1+2)
ACTION
DEFINITION
AND
DEVELOPMENT
(3+4)
SYSTEM
PASSIVE
AND ACTIVE
RESPONSE
BUSOFINFORMATION
RESULTS
DESIGN
ACTION
RESPONSE
SAFETY&PERFORMANCE
Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi
(a)
(b)
(c)
Figura 4. Sistema strutturale: a) schema teorico di scomposizione a differenti livelli (macro-meso-
micro); b) applicazione ad un ponte sospeso; c) organizzazione delle variabili di progetto e dei livelli
prestazionali ai diversi livelli.
SISTEMA
STRUTTURALE
PRINCIPALE
ZONE SPECIALI DI
IMPALCATO
SISTEMA DI
RITEGNO/SOSTEGNO
SISTEMA
STRUTTURALE
SECONDARIO
SISTEMA DI
SOSPENSIONE
IMPALCATO
CORRENTE
FONDAZIONI DELLE TORRI
ANCORAGGI
TORRI
SELLE
CAVI PRINCIPALI
PENDINI
CASSONI STRADALI
CASSONE FERROVIARIO
TRAVERSO
INTERNE
TERMINALI
SISTEMA STRUTTURALE
AUSILIARIO
STRADALE
FERROVIARIO
FUNZIONAMENTO
MANUTENZIONE
EMERGENZA
PONTE
MACROLIVELLO
MESOLIVELLO
MACRO-LEVEL MESO-LEVEL MICRO-LEVEL
DESIGN
VARIABLES
PERFORMANCE
LEVELS
MACRO-LEVELMESO-LEVELMICRO-LEVEL
F. Bontempi
Questo inquadramento sistemico permette l’individuazione, ad esempio, di elementi critici o
di zone che possono svolgere un ruolo sacrificale per determinati livelli di azione.
In termini generali, questa impostazione permette di riconoscere conseguentemente i diffe-
renti livelli di crisi strutturale. Con riferimento ad un semplice telaio soggetto ad una forza
orizzontale rappresentato in Fig.5, si vede come la crisi si può manifestare I) a livello pun-
tuale (come assunto dal metodo alle tensioni ammissibili), II) a livello sezionale (come as-
sunto per le verifiche di resistenza nel formato agli stati limite), III) a livello di elemento
come assunto nelle verifiche di instabilità), IV) a livello complessivo di struttura (Bontempi,
Arangio, Sgambi, 2008).
Questi livelli di crisi, si presentano in genere in successione, con progressivi gradi di rile-
vanza: i primi tre possono essere associati agli usuali formati di verifica agli Stati Limite,
mentre solo l’ultimo permette di valutare compiutamente il riverbero delle crisi locali sulla
intera struttura. Questo è in particolare utile nel caso di verifiche di robustezza strutturale, in
cui la struttura è esaminata in condizioni non più nominali, ovvero nel suo stato perfetto e
integro, ma nello stato danneggiato o in una configurazione errata (Fig.6) (Starossek, 2009).
Non solo. La visione sistemica, che considera la struttura nel suo complesso, permette di
discriminare anche tra meccanismi di collasso con differente natura: con riferimento alla
Fig.7, è evidente che, a parità di moltiplicatore di carico, una modalità di collasso di tipo “no
sway” è da preferirsi a una modalità di tipo “sway” che può coinvolgere altre strutture e
propagarsi, risultando in possibile effetto domino, ovvero in un collasso progressivo. Questo
livello di impostazione è quello richiesto nei casi di scenari estremi in cui può trovarsi la
struttura, in cui è necessario giudicare anche collassi “buoni” o “cattivi” (Bontempi, 2006).
Figura 5. Livelli di crisi strutturale: I) puntuale; II) sezionale; III) elemento; IV) struttura.
Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi
Figura 6. Robustezza strutturale: progressivo degrado della qualità strutturale dalla configurazione
nominale a quella in cui è presente danneggiamento o errore.
Figura 7. Meccanismi di collasso con differente natura: carattere implosivo del collasso “no sway” e
carattere non confinato del collasso “sway”.
3. AMBIENTE DI PROGETTO, ORIZZONTE TEMPORALE E NATURA DELLE
AZIONI
Il sistema strutturale così individuato è soggetto ad una molteplicità di azioni. Una costru-
zione nello spazio interagisce con l’ambiente circostante. Facendo riferimento alla Fig.8, ad
esempio, ad azioni ambientali come il vento o le onde marine, si distingue in generale (Petrini,
Li, Bontempi, 2010; Gkoumas, Li, Zhou, Petrini, Bontempi, 2011):
a) una regione dello spazio distante dalla struttura, in cui le azioni non risentono della pre-
senza della costruzione (“far field region”);
QUALITY
DAMAGE or ERROR
REQUIRED
PERFORMANCE
NOMINAL
PERFORMANCE
NOMINAL SITUATION
STRUCTURE
& LOADS
Collapse
Mechanism
NO SWAY
“IMPLOSION”
OF THE
STRUCTURE
“EXPLOSION”
OF THE
STRUCTURE
is a process in which
objects are destroyed by
collapsing on themselves
is a process
NOT CONFINED
SWAY
F. Bontempi
b) una regione dello spazio in cui le azioni risentono della presenza della costruzione e inte-
ragiscono con essa (“exchange zone”);
c) quando queste azioni sono trasformate in carichi agenti sulla struttura propria.
Figura 8. Ambiente di progetto: “far field region” e “exchange zone”.
E’ nota l’idea che possano svilupparsi fenomeni di interazione aero-elastica o idro-elastica.
Una situazione meno apparente si ha quando anche il comportamento umano può influire con
retroazioni la dinamica dello svolgimento dell’azione sulla struttura. E’ questo il caso delle
situazioni che coinvolgono l’azione incendio (Gentili, Giuliani, Bontempi, 2011): con riferi-
mento alla Fig.9, accanto alle interazioni “incendio - diffusione del calore - riposta termo-
meccanica”, le azioni delle persone presenti nella costruzione possono condizionare lo svol-
gimento dell’incendio, ad esempio favorendone la propagazione nel caso siano aperte delle
porte tagliafuoco. La cosa ovviamente si complica nel caso di costruzioni in cui siano presenti
impianti speciali e industriali. E’ bene sottolineare che queste situazioni aggiungono una di-
mensione nuova rispetto alle azioni ambientali usuali, dove, ad esempio in caso di sisma, il
comportamento umano non influenza lo svolgimento dell’azione. In assenza di tale intera-
zione con il comportamento umano, tali azioni si presentano più semplici.
Figura 9. Fenomeni di retroazione nello sviluppo dell’azione incendio.
Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi
Una seconda considerazione riguarda l’orizzonte temporale che coinvolge la struttura: tanto
più lunga è la vita della struttura, tanto più ampio risulta lo spettro, per tipologia e per inten-
sità, delle azioni che la struttura può esperire. Tra tutte queste azioni, una prima suddivisione
può essere tra quelle che possono essere caratterizzate statisticamente e quelle che non pos-
sono.
La Fig.10 aiuta a comprendere questo punto, facendo riferimento anche alla frequenza con
cui le azioni si presentano. Infatti, se genericamente con D si indica l’intensità dell’azione
(“domanda”), si trovano via via frequenze minori e intensità maggiori passando da situazioni
legate all’uso della struttura (funzionalità della struttura - Stati Limite di Esercizio), situazioni
legate a possibili crisi strutturali (sicurezza - Stati Limite Ultimi). Infine, esiste la possibilità
di azioni estreme, accidentali o eccezionali (da considerare in termini di robustezza strutturale
e di collasso progressivo, attraverso adeguati Stati Limite di Integrità Strutturale).
Se è vero che tutte le azioni precedenti sono situazioni individuate dalla tecnica, seppur con
differenti gradi di definizione, sono stati recentemente considerati anche altri scenari in cui
avvengono eventi chiamati “black-swan”. In questi casi, si assimila un evento con un forte
impatto e con un carattere di sorpresa: d’altra parte, una volta accaduto l'evento, questo viene
razionalizzato a posteriori. E’enfatizzato in questo modo il ruolo sproporzionato degli eventi
a forte impatto, rari e difficili da prevedere rispetto alle normali aspettative nell'ambito della
storia, della scienza, e della tecnica e l'impossibilità di calcolare la probabilità di progressione
di eventi rari e la loro concatenazione (Olmati, Petrini, Bontempi, 2013).
Figura 10. Domanda.
In termini sintetici, le azioni ovvero gli eventi che possono manifestarsi lunga la vita di una
costruzione possono essere distinti fra eventi frequenti e con conseguenze limitate (High Pro-
bability – Low Consequences events: HPLC events), ed eventi rari con grandi conseguenze
(Low Probability – High Consequences events: HPLC events).
F. Bontempi
La Tab.1 sancisce le caratteristiche di queste due categorie di eventi: le prime tre righe con-
siderano “energia - rotture – persone” coinvolte; le tre righe successive, “non linearità – in-
terazioni – indeterminazioni” presenti; le ultime due, puntualizzano le possibilità di scom-
porre l’evento e predirne l’evoluzione.
Questa distinzione tipologica comporta anche una differenziazione di approccio di analisi.
Infatti, con riferimento alla Fig.11 si può vedere come varia l’inquadramento di studio: situa-
zioni elementari o semplici, possono essere affrontate in un quadro deterministico, con as-
sunzioni precise e di limitata ricaduta. Al crescere della complessità del problema in esame,
in cui compaiono comportamenti non lineari e indeterminazioni, approcci di tipo probabili-
stico possono essere i più appropriati, ma all’ulteriore aumento della complessità, alla man-
canza di base statistica, si può solo fare affidamento ad approcci di tipo pragmatico, basasti
sulla individuazione pragmatica di scenari supportati da giudizio esperto (Gkoumas, Crosti,
Giuliani, Bontempi, 2009).
Aspects
HPLC
High Probability - Low Consequences
LPHC
Low Probability - High Consequences
Release of energy SMALL LARGE
Numbers of breakdown SMALL LARGE
People involved FEW MANY
Nonlinearity WEAK STRONG
Interactions WEAK STRONG
Uncertainty WEAK STRONG
Decomposability HIGH LOW
Course predictability HIGH LOW
Tabella 1. Caratteristiche eventi HPLC e LPHC.
Figura 11. Inquadramento di situazioni HPLC e LPHC e differenziazione di approccio di analisi.
HPLC
HIGH PROBABILITY
LOW CONSEQUENCES
LPHC
LOW PROBABILITY
HIGH CONSEQUENCES
COMPLEXITY:
Nonlinear Behavior and
Structural Organization
PROBLEM
FRAMEWORK
Deterministic
Stochastic
QUALITATIVE /
DETERMINISTIC
ANALYSIS
QUANTITATIVE
PROBABILISTIC
ANALYSIS
PRAGMATIC
SCENARIOS
ANALYSIS
Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi
4. NATURA DEL PROGETTO
Indubbiamente l’impegno richiesto da un problema strutturale dipende da differenti aspetti
che concorrono a individuare quella che può essere definita complessità. Questa caratteristica
è stata citata nei paragrafi precedenti e ora si può approfondirla con riferimento agli studi di
Perrow (Perrow, 1984).
La Fig.12 illustra questo concetto con una rappresentazione spaziale. Si considerano nello
specifico tre dimensioni.
La prima è delineata dalla non linearità eventualmente presente nel sistema strutturale: ov-
viamente, comportamenti lineari (proporzionali) sono senz’altro più semplici da considerare.
Una seconda dimensione è legata alla presenza nel sistema o nella sua risposta di connessioni,
accoppiamenti o interazioni: sistemi scomponibili, con parti distaccate, chiare suddivisioni,
sono più semplici. Infine, un terzo aspetto è connesso all’ambiguità e alle incertezze che
possono essere presenti (Bontempi, Gkoumas, Arangio, 2008).
In definitiva, allontanandosi dall’origine di questo spazio (passando da comportamenti lineari
a non lineari, da accoppiamenti e interazioni lasche a strette, da indeterminazioni limitate a
estese) il problema strutturale diventa più complesso.
Figura 12. Complessità di un progetto e di un sistema strutturale.
Questa complessità è la caratteristica che rende da una parte difficile la concezione, il pro-
getto e l’analisi del sistema strutturale, ed allo stesso tempo, ne rende difficile la ricostruzione
del fallimento. Sia in fase di progetto sia in fase di indagine è quindi necessario e opportuno,
individuare gli aspetti nelle varie dimensioni che caratterizzano la struttura o il suo fallimento.
Proprio le considerazioni relative alle crisi di differenti sistemi, sia strutturali, sia informatici
o anche organizzativi. Quest’ultimo punto, ricomprendendo il comportamento umano e so-
ciale, rende necessaria per la comprensione dell’accaduto una visione più ampia.
Per la difficoltà di comprensione e di giudizio di un sistema strutturale è necessario mettere
in rilievo il tipo di progetto in esame: si possono, infatti, distinguere progetti “evolutivi”, in
cui si adattano opportunamente concetti, metodi e elementi tipologici, e “innovativi”, in cui
si affrontano concetti, schemi e approcci nuovi e originali.
In termini astratti, attraverso la progettazione evolutiva si può pensare di operare una otti-
mizzazione locale della qualità strutturale, mentre nel secondo caso innovativo, l’introdu-
zione di nuovi concetti può portare a più elevati valori di qualità, riconducendosi ad una
ottimizzazione in grande, come illustrato schematicamente in Fig.13.a.
F. Bontempi
A queste maggiori potenzialità, vanno però associate ulteriori insidie, legate al fatto che si
affronta un terreno ignoto o in larga parte non esplorato precedentemente dalla Comunità
Scientifica e Tecnica. Varia quindi, conseguentemente, la quantità di conoscenza richiesta:
con riferimento alla Fig.13.b, nell’affrontare una situazione evolutiva, si può ritenere che
l’esperienza permetta un ricoprimento di conoscenza quasi completo, mentre nelle situazioni
evolutive, la conoscenza richiesta, nuova, è nettamente maggiore (Arangio, Bontempi, 2014).
La conoscenza, posseduta e richiesta, appare quindi un fattore discriminante nella progetta-
zione e nell’innesco di un fallimento strutturale. La Fig.14 sintetizza questo punto: in ascissa
si mette l’orizzonte temporale, il passato, il presente, il futuro; in ordinata è invece rappre-
sentata la percentuale di fallimenti strutturali. Nel corso del tempo, al crescere delle cono-
scenze della Comunità Scientifica e Tecnica, la percentuale di fallimenti dovuti a non cono-
scenza scientifica e tecnica diminuisce. Ad esempio, la situazione B, nel passato poteva por-
tare ad un collasso, al presente è riconosciuta (ad esempio a livello di ricerca) e affrontata e
nel futuro sarà infine codificata dal quadro normativo. Allo stesso tempo, nel presente, ci
sono delle situazioni come Asenz’altro normate, e situazioni come C ignote ma che nel futuro
saranno prima riconosciute dalla ricerca e poi inquadrate dalla normativa.
L’aspetto significativo, e purtroppo pessimistico, della Fig.14 è il progressivo ruolo giocato
dall’errore umano nella origine dei fallimenti strutturali: questa causa prende via via il posto
della ignoranza dei vari fenomeni (NASA, 1995).
(a)
(b)
Figura 13. a) Progetti evolutivi e innovativi; b) conoscenza richiesta.
Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi
Figura 14. Cause di fallimento: con il progresso delle conoscenze si riduce la percentuale delle crisi
dovute a ignoranza ma aumenta quella legata all’errore umano.
5. GENESI E SVILUPPO DI UN FALLIMENTO
Se si pensa alla enorme varietà di situazioni in cui si sono presentati collassi strutturali o altri
tipi di incidenti, appare difficile se non impossibile trovare dei tratti in comune. Se questo è
senz’altro vero il molti casi, è però anche significativo che in altrettanti casi si può ricondurre
la dinamica di questi eventi negativi a un modello generale introdotto da Reason negli
Anni ’90 (Reason, 1990).
La Fig.15 illustra questo modello. E si considerano tutte le attività che portano alla realizza-
zione di una costruzione e al suo utilizzo, si può immaginare come una minaccia (hazard)
possa concretizzarsi in una crisi: in effetti, si può considerare che ogni attività (concettuale,
progettuale, normativa, realizzativa, manutentiva, di utilizzo, …) che ha portato alla situa-
zione attuale, sia come uno strato di protezione contro tale minaccia. Utilizzando una meta-
fora informatica, le varie attività svolte sono come dei “firewall” che proteggono da questa
minaccia: purtroppo, ciascun “layer” difensivo non è perfetto e presenta delle falle: i livelli
difensivi sono bucati, in maniera più o meno grave. Orbene, la minaccia si traduce in una
crisi quando queste deficienze difensive sono allineate: se le mancanze fossero presenti ma
non collineate, la minaccia sarebbe arrestata, ma la loro sincronicità porta all’insuccesso.
La potenza esplicativa di questo modello serve per interpretare sistemi strutturali (e anche
non strutturali) differenti: ad esempio in Fig.16 lo schema di Reason è applicato ad un pro-
blema di sicurezza contro l’incendio. In questo caso, si possono puntualizzare differenti li-
velli di difesa consistenti in:
a) caratteristiche passive del sistema:
 concezione della struttura (tipologia, isostaticità, iperstaticità, …);
 topologia (compartimentazione …) e geometria (forma e dimensioni,…);
 materiali e componenti;
b) caratteristiche attive del sistema:
 impianti di rilevamento e soppressione dell’incendio;
 organizzazione delle squadre di intervento;
c) caratteristiche legate alla vita della struttura:
 manutenzione;
 utilizzo.
100%
Time
%offailure
Unknown phenomena
Known phenomena
Research
level
Design code
level
past present future
A
BB B
C
Humanerrors
F. Bontempi
E’evidente l’importanza operativa di questo modello, sia nella fase di progetto, sia nella fase
di indagine: è essenziale comprendere le caratteristiche del sistema in oggetto e le sue possi-
bili debolezze.
Figura 15. Modello generale di Reason per lo sviluppo di una crisi.
Figura 16. Contestualizzazione del modello di Reason nel caso di una struttura passibile di incendio.
HAZARD
IN-DEPTH
DEFENCE
HOLES DUE TO
ACTIVE ERRORS
HOLES DUE TO
HIDDEN ERRORS
STRUCTURAL
CONCEPTION
STRUCTURAL
TOPOLOGY
&
GEOMETRY
threats
No
Yes
threats
STRUCTURAL
MATERIAL
& PARTS
No
Yespassive
structural
characteristics
threats
FIRE DETECTION
& SUPPRESSION
No
Yes
active
structural
characteristics
threats
ORGANIZATION &
FIREFIGHTERS
No
Yes
threats
MAINTENANCE
& USE
No
Yes
threats
No
alive
structural
characteristics
Yes
STRUCTURAL
SYSTEM
CHARACTERISTICS
STRUCTURAL
SYSTEM
WEAKNESS
Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi
6. RICOSTRUZIONE DELL’EVENTO E RISALITA ALLE RESPONSABILITA’
Per tutto il contributo si è fatto riferimento, in parallelo, alla progettazione di un sistema
strutturale e all’indagine della sua crisi. In effetti, si ritiene che queste due fasi siano attività
complementari (Arangio, Bontempi, Crosti, 2012): il modo in cui si progetta e realizza una
cosa influenza come questa si rompe; a sua volta, lo studio e l’indagine della sua rottura,
possono portare a progettarla e realizzarla meglio la prossima volta con un guadagno di co-
noscenza come detto precedentemente.
Può essere utile considerare la Fig.17: sulla sinistra, è presentato quello che può essere con-
siderato un problema diretto dell’Ingegneria Strutturale: in questo caso, ad esempio, per una
struttura, assegnate le azioni, le caratteristiche geometriche e meccaniche oltre ai suoi vincoli,
si può predirne la risposta: questo è in generale un problema di analisi. Sulla destra, sono
invece considerati problemi inversi: sintesi (ovvero progettazione), identificazione e con-
trollo.
Figura 17. Problemi diretti e inversi.
In effetti, anche la ricostruzione dell’evento e la risalita alle responsabilità in caso di crisi
strutturale è un problema inverso (Cestelli-Guidi, 1987). E’ però evidente che la dimensione
del comportamento umano, colposo o doloso, influisce radicalmente sulla impostazione, sulla
formulazione e sulla sintesi della soluzione di questo problema inverso (Stella, 2000): in par-
ticolare, la spiegazione scientifica e tecnica della crisi, origine e dinamica, si deve confrontare
con la spiegazione giuridica della stessa. I due ambiti, “scientifico e tecnico” e “giuridico”
sono distinti ma, ovviamente, contigui.
Non si possono, poi, trascurare gli aspetti psicologici legati ai giudizi sui fatti e alle decisioni
sull’interpretazione (Plous, 1993).
In definitiva, in termini analitici, si può solo pensare ad una formulazione “debole” del pro-
blema e sarà essenziale dimostrare la logica con cui si è arrivati alla sintesi della “soluzione”.
Per tutti questi motivi, appare possibile solo indicare alcuni passi necessari alla risoluzione
di questo problema inverso:
1. sospendere il giudizio (ovvero non avere preconcetti o pregiudizi);
2. osservare e raccogliere (le persone e i fatti);
3. resistere alle pressioni (di tutte le parti);
4. accumulare (diligentemente e coscienziosamente i punti);
5. individuare uno schema spaziale e una dinamica;
6. arrivare dovutamente a una sintesi.
INPUT
Inverse Problems
Synthesis
Identification
Control
OUTPUT
Actions
Structural response
Direct Problem
INPUT
OUTPUT
Geometric
and mechanical
characteristics
Actions
Structural response
Analysis
Geometric
and mechanical
characteristics
Damage states
Model updating
F. Bontempi
Un passo critico appare il 5) che prevede di individuare, da una parte, cosa e come ha fallito
in una costruzione, e dall’altra, lo sviluppo temporale. Per la prima parte di questo punto, è
essenziale avere in mente quanto ricordato nei paragrafi su “Sistema strutturale e sue carat-
teristiche”, “Ambiente di progetto, orizzonte temporale e natura delle azioni”, “Natura del
progetto”, mentre per lo sviluppo temporale è necessario fare riferimento al paragrafo “Ge-
nesi e sviluppo di un fallimento”.
Il momento finale di una spiegazione scientifica e tecnica di una crisi strutturale è rappresen-
tato da un diagramma di flusso in cui tutti i passaggi sono ordinatamente incasellati come in
Fig.18. Nell’ottica del modello di Reason, in questo “time scheduling” si potranno ricono-
scere momenti precursori della crisi, ragioni profonde e passaggi critici, e, infine, cause con-
tingenti o inneschi. Infine, a questo time-scheduling sarà allora possibile sovrapporre un pro-
filo di responsabilità come in Fig.19.
Figura 18. Time scheduling: sviluppo di una crisi strutturale.
Figura 19. Profilo di responsabilità lungo il progresso di una crisi.
ASPETTI STRUTTURALI /
PROGETTUALI
ASPETTI REALIZZATIVI /
SICUREZZA SUL LAVORO
ATTIVITA' DI
DEMOLIZIONE
NON ADEGUATA
MANCATA
VIGILANZA
AMMINISTRAZIONI
MANCATO
CONTROLLO
DIREZIONE LAVORI /
RESPONSABILE SICUREZZA
IN FASE DI ESECUZIONE
PIANO DI DEMOLIZIONE
NON ADEGUATO /
MANCANZA PROGETTO
DI DEMOLIZIONE
ESTESA
COMPRENSIONE DEL
SISTEMA STRUTTURALE
ESISTENTE
(AGGREGATO EDILIZIO)
INSUFFICIENTE
PROGETTO
CARENTE
MANCATO
RISPETTO
NORME
TECNICHE
COSTRUZIONI
ASPETTI AUTORIZZATIVI /
AMMINISTRATIVI
PRATICA
EDILIZIA
PRATICA
URBANISTICA
INIZIOCROLLO
ASPETTI STRUTTURALI /
PROGETTUALI
ASPETTI REALIZZATIVI /
SICUREZZA SUL LAVORO
ATTIVITA' DI
DEMOLIZIONE
NON ADEGUATA
MANCATA
VIGILANZA
AMMINISTRAZIONI
MANCATO
CONTROLLO
DIREZIONE LAVORI /
RESPONSABILE SICUREZZA
IN FASE DI ESECUZIONE
PIANO DI DEMOLIZIONE
NON ADEGUATO /
MANCANZA PROGETTO
DI DEMOLIZIONE
ESTESA
COMPRENSIONE DEL
SISTEMA STRUTTURALE
ESISTENTE
(AGGREGATO EDILIZIO)
INSUFFICIENTE
PROGETTO
CARENTE
MANCATO
RISPETTO
NORME
TECNICHE
COSTRUZIONI
ASPETTI AUTORIZZATIVI /
AMMINISTRATIVI
PRATICA
EDILIZIA
PRATICA
URBANISTICA
INIZIOCROLLO
responsabilità
tempo
Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi
RINGRAZIAMENTI
Quanto presentato sintetizza la ricerca che è stata sviluppata a partire dalla fine degli Anni ’90
presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, da un
gruppo di ricerca composto da Stefania Arangio, Francesco Petrini, Chiara Crosti, Konstan-
tinos Gkoumas, con passati contributi di Luca Sgambi, Luisa Giuliani, Filippo Gentili, Fran-
cesca Brando, Pierluigi Olmati, mentre attualmente il gruppo comprende anche Paolo Emidio
Sebastiani, Mario Forlino, Giordana Gai e Marcello Mangione.
Gli oltre 200 studenti che in questi anni hanno sviluppato la loro tesi di laurea presso questo
gruppo hanno contribuito significativamente a individuare e definire temi e applicazioni.
Sono, tutti, sinceramente ringraziati.
I concetti e i metodi presentati sono dovuti anche all’essenziale attività di ricerca e consulenza
sviluppata nello spin-off StroNGER s.r.l. – www.stronger2012.com.
BIBLIOGRAFIA
Arangio S., Bontempi F.: Design Knowledge Gain by Structural Health Monitoring. In: (a cura di) Dan
Frangopol, Yiannis Tsompanakis. Maintenance and Safety of Aging Infrastructure. Taylor&Francis
Group, ISBN: 978-0-415-65942-0, 2004.
Arangio S., Bontempi F.: Soft Computing Based Multilevel Strategy for Bridge Integrity Monitoring.
Computer-aided civil and infrastructure engineering, vol. 25, p. 348-362, ISSN: 1093-9687, doi:
10.1111/j.1467-8667.2009.00644.x, 2010.
Arangio S., Bontempi F.: Basis of the Analysis and Design for Fire-Induced Collapses in Structures.
International journal of lifecycle performance engineering, vol. 1, p. 115-134, ISSN: 2043-8648, doi:
10.1504/ijlcpe.2013.057559, 2013.
Arangio S., Bontempi F., Ciampoli M.: Structural integrity monitoring for dependability. Structure and
infrastructure engineering, vol. 7, p. 75-86, ISSN: 1573-2479, doi: 10.1080/15732471003588387, 2011.
Arangio S., Bontempi F., Crosti C.: Modelli generali per la spiegazione causale di collassi strutturali.
In: II Convegno di Ingegneria Forense - V Convegno su CRolli, Affidabilita' Strutturale, Consolida-
mento. p. 27-36, Nicola Augenti & Mauro Sassu, ISBN: 9788889972342, Pisa, 15-17 Novembre 2012.
Bontempi F.: Frameworks for structural analysis. In: Proceedings of The Tenth International Confer-
ence on Civil, Structural and Environmental Engineering Computing (CC05). Civil-Comp Press, ISBN:
9781905088027, Rome (Italy), 30 August - 2 September 2005.
Bontempi F.: Robustezza strutturale. Atti: Crolli e affidabilità delle strutture civili. vol. 1, p. 3-24, Dario
Flaccovio Editore, ISBN: 9788877587497, Messina, 20-22 Aprile 2006.
Bontempi F.: Basis of Design and expected Performances for the Messina Strait Bridge. Proceedings
of the International Conference on Bridge Engineering – Challenges in the 21st Century, Hong Kong,
1-3 November, 2006.
Bontempi F., Arangio S., Sgambi L.: Tecnica delle Costruzioni: basi della progettazione. Elementi in-
telaiati in acciaio. vol. 1, p. 1-389, Carocci, ISBN: 9788843044566, 2008.
F. Bontempi
Bontempi F., Gkoumas K., Arangio S.: Systemic approach for the maintenance of complex structural
systems. Structure and infrastructure engineering, vol. 4; pp. 77-94, ISSN: 1573-2479, doi:
10.1080/15732470601155235, 2008.
Cestelli-Guidi C.: Geotecnica e Tecnica delle Fondazioni. Hoepli, 1987.
Gentili F., Giuliani L., Bontempi F.: Investigation of fire-induced collapse scenarios for a steel high-
rise building. In: Proceeding of the 2011 International Conference on Advances in Structural Engineer-
ing and Mechanics. Seoul (South Korea), 18-22 September 2011.
Gkoumas K., Crosti C., Giuliani L., Bontempi F.: Definition and selection of design fire scenarios. In:
Applications of structural fire engineering. p. 66-71, PRAGUE: Pražská technika, Czech Technical
University, Prague, Czech Republic, 19-20 February 2009.
Gkoumas K., Li H., Zhou W., Petrini F., Bontempi F.: Multi-Level FEM Modelling of Offshore Wind
Turbines accounting for the Environment Uncertainty. Proceedings 7th National Conference of Steel
Structures, vol. 1, p. 288-301, Volos (Grecia), 29 September - 1 October 2011.
ISO/TR 13387-1:1999, Fire safety engineering.
NASA, National Aeronautics and Space Administration: Systems Engineering Handbook. Available
online at: www.nasa.gov, 1995.
Olmati P., Petrini F., Bontempi F.: Numerical analyses for the structural assessment of steel buildings
under explosions. Structural engineering and mechanics, vol. 45, p. 803-819, ISSN: 1225-4568, doi:
10.12989/sem.2013.45.6.803, 2013.
Petrini F., Li H., Bontempi F.: Basis of Design and Numerical Modeling of Offshore Wind Turbines.
Structural engineering and mechanics, vol. 36(5), p. 599-624, ISSN: 1225-4568, 2010.
Petrini F., Manenti S., Gkoumas K., Bontempi F.: Structural design and analysis of offshore wind tur-
bines from a system point of view. Wind engineering, vol. 34, p. 85-108, ISSN: 0309-524X, doi:
10.1260/0309-524x.34.1.85, 2010.
Perrow C.: Normal Accidents: Living with High-Risk Technologies. Princeton, New Jersey: Princeton
University Press, ISBN 0-691-00412-9, 1984.
Plous S.: The Psychology of Judgment and Decision Making. McGraw-Hill, 1993.
Reason J.: Human Error. Cambridge University Press, 1990.
Simon H.A.: The Sciences of the Artificial, MIT Press, 1996.
Starossek U.: Progressive collapse of structures. Thomas Telford, 2009.
Stella F.: Leggi scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale. Giuffre’ Editore, 2000.

Mais conteúdo relacionado

Destaque

Progettazione Strutturale Antincendio A.A. 2013/14 Bontempi
Progettazione Strutturale Antincendio A.A. 2013/14  BontempiProgettazione Strutturale Antincendio A.A. 2013/14  Bontempi
Progettazione Strutturale Antincendio A.A. 2013/14 BontempiFranco Bontempi
 
ANALISI DEL DEGRADO IN STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO, PARTE 2: MODELLI PER...
ANALISI DEL DEGRADO IN STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO, PARTE 2: MODELLI PER...ANALISI DEL DEGRADO IN STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO, PARTE 2: MODELLI PER...
ANALISI DEL DEGRADO IN STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO, PARTE 2: MODELLI PER...Franco Bontempi
 
Structural Response of Steel High Rise Buildings to Fire: System Characterist...
Structural Response of Steel High Rise Buildings to Fire: System Characterist...Structural Response of Steel High Rise Buildings to Fire: System Characterist...
Structural Response of Steel High Rise Buildings to Fire: System Characterist...Franco Bontempi
 
Corso di Dottorato: Ottimizzazione Strutturale - Franco Bontempi
Corso di Dottorato: Ottimizzazione Strutturale - Franco BontempiCorso di Dottorato: Ottimizzazione Strutturale - Franco Bontempi
Corso di Dottorato: Ottimizzazione Strutturale - Franco BontempiFranco Bontempi
 
Dependability of Offshore Wind Turbines
Dependability of Offshore Wind TurbinesDependability of Offshore Wind Turbines
Dependability of Offshore Wind TurbinesFranco Bontempi
 
Building occupants’ comfort assessment in the PBWE framework
Building occupants’ comfort assessment in the PBWE frameworkBuilding occupants’ comfort assessment in the PBWE framework
Building occupants’ comfort assessment in the PBWE frameworkFranco Bontempi
 
Allegato 2 indicatori ricerca DISeG Sapienza marzo 2014
Allegato 2 indicatori ricerca DISeG Sapienza marzo 2014Allegato 2 indicatori ricerca DISeG Sapienza marzo 2014
Allegato 2 indicatori ricerca DISeG Sapienza marzo 2014Franco Bontempi
 
The role of softening in the numerical analysis of RC framed structures
The role of softening in the numerical analysis of RC framed structuresThe role of softening in the numerical analysis of RC framed structures
The role of softening in the numerical analysis of RC framed structuresFranco Bontempi
 
Effectiveness Evaluation of Seismic Protection Devices for Bridges in the PB...
Effectiveness Evaluation of Seismic Protection Devices for Bridges in  the PB...Effectiveness Evaluation of Seismic Protection Devices for Bridges in  the PB...
Effectiveness Evaluation of Seismic Protection Devices for Bridges in the PB...Franco Bontempi
 
Vulnerability assessment of precast concrete cladding wall panels for police ...
Vulnerability assessment of precast concrete cladding wall panels for police ...Vulnerability assessment of precast concrete cladding wall panels for police ...
Vulnerability assessment of precast concrete cladding wall panels for police ...Franco Bontempi
 
Aspetti delle caratteristiche prestazionali di barriere stradali tipo New Jer...
Aspetti delle caratteristiche prestazionali di barriere stradali tipo New Jer...Aspetti delle caratteristiche prestazionali di barriere stradali tipo New Jer...
Aspetti delle caratteristiche prestazionali di barriere stradali tipo New Jer...Franco Bontempi
 
Softening and Bond Slip Nonlinear Analysis - SEWC 1998
Softening and Bond Slip Nonlinear Analysis - SEWC 1998Softening and Bond Slip Nonlinear Analysis - SEWC 1998
Softening and Bond Slip Nonlinear Analysis - SEWC 1998Franco Bontempi
 
Sustainability Concepts in the Design of High-Rise buildings: the case of Dia...
Sustainability Concepts in the Design of High-Rise buildings: the case of Dia...Sustainability Concepts in the Design of High-Rise buildings: the case of Dia...
Sustainability Concepts in the Design of High-Rise buildings: the case of Dia...Franco Bontempi
 
Structural Integrity Evaluation of Offshore Wind Turbines
Structural Integrity Evaluation of Offshore Wind TurbinesStructural Integrity Evaluation of Offshore Wind Turbines
Structural Integrity Evaluation of Offshore Wind TurbinesFranco Bontempi
 
Alessandrini barriere rev sa parte 1
Alessandrini barriere rev sa parte 1Alessandrini barriere rev sa parte 1
Alessandrini barriere rev sa parte 1Franco Bontempi
 
Concorso Roma La Sapienza Tecnica delle Costruzioni
Concorso Roma La Sapienza Tecnica delle CostruzioniConcorso Roma La Sapienza Tecnica delle Costruzioni
Concorso Roma La Sapienza Tecnica delle CostruzioniFranco Bontempi
 
Multi-level structural modeling of an offshore wind turbine
Multi-level structural modeling of an offshore wind turbineMulti-level structural modeling of an offshore wind turbine
Multi-level structural modeling of an offshore wind turbineFranco Bontempi
 
Structural morphology optimization by evolutionary procedures
Structural morphology optimization by evolutionary proceduresStructural morphology optimization by evolutionary procedures
Structural morphology optimization by evolutionary proceduresFranco Bontempi
 

Destaque (20)

Progettazione Strutturale Antincendio A.A. 2013/14 Bontempi
Progettazione Strutturale Antincendio A.A. 2013/14  BontempiProgettazione Strutturale Antincendio A.A. 2013/14  Bontempi
Progettazione Strutturale Antincendio A.A. 2013/14 Bontempi
 
ANALISI DEL DEGRADO IN STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO, PARTE 2: MODELLI PER...
ANALISI DEL DEGRADO IN STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO, PARTE 2: MODELLI PER...ANALISI DEL DEGRADO IN STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO, PARTE 2: MODELLI PER...
ANALISI DEL DEGRADO IN STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO, PARTE 2: MODELLI PER...
 
Structural Response of Steel High Rise Buildings to Fire: System Characterist...
Structural Response of Steel High Rise Buildings to Fire: System Characterist...Structural Response of Steel High Rise Buildings to Fire: System Characterist...
Structural Response of Steel High Rise Buildings to Fire: System Characterist...
 
Annunci blast sapienza
Annunci blast sapienzaAnnunci blast sapienza
Annunci blast sapienza
 
Corso di Dottorato: Ottimizzazione Strutturale - Franco Bontempi
Corso di Dottorato: Ottimizzazione Strutturale - Franco BontempiCorso di Dottorato: Ottimizzazione Strutturale - Franco Bontempi
Corso di Dottorato: Ottimizzazione Strutturale - Franco Bontempi
 
Dependability of Offshore Wind Turbines
Dependability of Offshore Wind TurbinesDependability of Offshore Wind Turbines
Dependability of Offshore Wind Turbines
 
Building occupants’ comfort assessment in the PBWE framework
Building occupants’ comfort assessment in the PBWE frameworkBuilding occupants’ comfort assessment in the PBWE framework
Building occupants’ comfort assessment in the PBWE framework
 
FB tesisti luglio 2014
FB tesisti luglio 2014FB tesisti luglio 2014
FB tesisti luglio 2014
 
Allegato 2 indicatori ricerca DISeG Sapienza marzo 2014
Allegato 2 indicatori ricerca DISeG Sapienza marzo 2014Allegato 2 indicatori ricerca DISeG Sapienza marzo 2014
Allegato 2 indicatori ricerca DISeG Sapienza marzo 2014
 
The role of softening in the numerical analysis of RC framed structures
The role of softening in the numerical analysis of RC framed structuresThe role of softening in the numerical analysis of RC framed structures
The role of softening in the numerical analysis of RC framed structures
 
Effectiveness Evaluation of Seismic Protection Devices for Bridges in the PB...
Effectiveness Evaluation of Seismic Protection Devices for Bridges in  the PB...Effectiveness Evaluation of Seismic Protection Devices for Bridges in  the PB...
Effectiveness Evaluation of Seismic Protection Devices for Bridges in the PB...
 
Vulnerability assessment of precast concrete cladding wall panels for police ...
Vulnerability assessment of precast concrete cladding wall panels for police ...Vulnerability assessment of precast concrete cladding wall panels for police ...
Vulnerability assessment of precast concrete cladding wall panels for police ...
 
Aspetti delle caratteristiche prestazionali di barriere stradali tipo New Jer...
Aspetti delle caratteristiche prestazionali di barriere stradali tipo New Jer...Aspetti delle caratteristiche prestazionali di barriere stradali tipo New Jer...
Aspetti delle caratteristiche prestazionali di barriere stradali tipo New Jer...
 
Softening and Bond Slip Nonlinear Analysis - SEWC 1998
Softening and Bond Slip Nonlinear Analysis - SEWC 1998Softening and Bond Slip Nonlinear Analysis - SEWC 1998
Softening and Bond Slip Nonlinear Analysis - SEWC 1998
 
Sustainability Concepts in the Design of High-Rise buildings: the case of Dia...
Sustainability Concepts in the Design of High-Rise buildings: the case of Dia...Sustainability Concepts in the Design of High-Rise buildings: the case of Dia...
Sustainability Concepts in the Design of High-Rise buildings: the case of Dia...
 
Structural Integrity Evaluation of Offshore Wind Turbines
Structural Integrity Evaluation of Offshore Wind TurbinesStructural Integrity Evaluation of Offshore Wind Turbines
Structural Integrity Evaluation of Offshore Wind Turbines
 
Alessandrini barriere rev sa parte 1
Alessandrini barriere rev sa parte 1Alessandrini barriere rev sa parte 1
Alessandrini barriere rev sa parte 1
 
Concorso Roma La Sapienza Tecnica delle Costruzioni
Concorso Roma La Sapienza Tecnica delle CostruzioniConcorso Roma La Sapienza Tecnica delle Costruzioni
Concorso Roma La Sapienza Tecnica delle Costruzioni
 
Multi-level structural modeling of an offshore wind turbine
Multi-level structural modeling of an offshore wind turbineMulti-level structural modeling of an offshore wind turbine
Multi-level structural modeling of an offshore wind turbine
 
Structural morphology optimization by evolutionary procedures
Structural morphology optimization by evolutionary proceduresStructural morphology optimization by evolutionary procedures
Structural morphology optimization by evolutionary procedures
 

Semelhante a INGEGNERIA FORENSE STRUTTURALE: BASI DEL PROGETTO E RICOSTRUZIONE DEI COLLASSI

I CONCETTI ELEMENTARI ALLA BASE DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE DI PONTI E VIADO...
I CONCETTI ELEMENTARI ALLA BASE DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE DI PONTI E VIADO...I CONCETTI ELEMENTARI ALLA BASE DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE DI PONTI E VIADO...
I CONCETTI ELEMENTARI ALLA BASE DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE DI PONTI E VIADO...Franco Bontempi
 
Il Fattore Esposizione in una Demolizione Controllata_Ing. Marco Lucidi
Il Fattore Esposizione in una Demolizione Controllata_Ing. Marco LucidiIl Fattore Esposizione in una Demolizione Controllata_Ing. Marco Lucidi
Il Fattore Esposizione in una Demolizione Controllata_Ing. Marco LucidiMarco Lucidi
 
Verifica e progettazione sismica prestazionale di strutture ospedaliere – Par...
Verifica e progettazione sismica prestazionale di strutture ospedaliere – Par...Verifica e progettazione sismica prestazionale di strutture ospedaliere – Par...
Verifica e progettazione sismica prestazionale di strutture ospedaliere – Par...Franco Bontempi
 
IL RUOLO DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NELLA IMPOSTAZIONE INGEGNERISTICA DELLA...
IL RUOLO DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NELLA IMPOSTAZIONE INGEGNERISTICA DELLA...IL RUOLO DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NELLA IMPOSTAZIONE INGEGNERISTICA DELLA...
IL RUOLO DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NELLA IMPOSTAZIONE INGEGNERISTICA DELLA...Franco Bontempi
 
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendioIl ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendioStroNGER2012
 
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendioIl ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendioFranco Bontempi
 
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdfII evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdfFranco Bontempi Org Didattica
 
La valutazione analitica della sicurezza e della robustezza di ponti e viadotti
La valutazione analitica della sicurezza e della robustezza di ponti e viadottiLa valutazione analitica della sicurezza e della robustezza di ponti e viadotti
La valutazione analitica della sicurezza e della robustezza di ponti e viadottiFranco Bontempi Org Didattica
 
Considerazioni critiche sulle tecniche di consolidamento tradizionali dell'ar...
Considerazioni critiche sulle tecniche di consolidamento tradizionali dell'ar...Considerazioni critiche sulle tecniche di consolidamento tradizionali dell'ar...
Considerazioni critiche sulle tecniche di consolidamento tradizionali dell'ar...Università degli Studi di Genova
 
Valutare analiticamente la sicurezza e la robustezza di ponti e viadotti
Valutare analiticamente la sicurezza e la robustezza di ponti e viadottiValutare analiticamente la sicurezza e la robustezza di ponti e viadotti
Valutare analiticamente la sicurezza e la robustezza di ponti e viadottiFranco Bontempi Org Didattica
 
03 introduzione alla-fire-investigation
03 introduzione alla-fire-investigation03 introduzione alla-fire-investigation
03 introduzione alla-fire-investigationMarco Minozzi
 
Sicurezza delle strutture e applicazioni nuovi materiali.
Sicurezza delle strutture e applicazioni nuovi materiali.Sicurezza delle strutture e applicazioni nuovi materiali.
Sicurezza delle strutture e applicazioni nuovi materiali.Franco Bontempi
 
La vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioniLa vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioniFranco Bontempi
 
La vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioniLa vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioniFranco Bontempi
 
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...Franco Bontempi Org Didattica
 
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...Franco Bontempi
 

Semelhante a INGEGNERIA FORENSE STRUTTURALE: BASI DEL PROGETTO E RICOSTRUZIONE DEI COLLASSI (20)

I CONCETTI ELEMENTARI ALLA BASE DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE DI PONTI E VIADO...
I CONCETTI ELEMENTARI ALLA BASE DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE DI PONTI E VIADO...I CONCETTI ELEMENTARI ALLA BASE DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE DI PONTI E VIADO...
I CONCETTI ELEMENTARI ALLA BASE DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE DI PONTI E VIADO...
 
Il Fattore Esposizione in una Demolizione Controllata_Ing. Marco Lucidi
Il Fattore Esposizione in una Demolizione Controllata_Ing. Marco LucidiIl Fattore Esposizione in una Demolizione Controllata_Ing. Marco Lucidi
Il Fattore Esposizione in una Demolizione Controllata_Ing. Marco Lucidi
 
Verifica e progettazione sismica prestazionale di strutture ospedaliere – Par...
Verifica e progettazione sismica prestazionale di strutture ospedaliere – Par...Verifica e progettazione sismica prestazionale di strutture ospedaliere – Par...
Verifica e progettazione sismica prestazionale di strutture ospedaliere – Par...
 
IL RUOLO DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NELLA IMPOSTAZIONE INGEGNERISTICA DELLA...
IL RUOLO DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NELLA IMPOSTAZIONE INGEGNERISTICA DELLA...IL RUOLO DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NELLA IMPOSTAZIONE INGEGNERISTICA DELLA...
IL RUOLO DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NELLA IMPOSTAZIONE INGEGNERISTICA DELLA...
 
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendioIl ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
 
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendioIl ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
 
ROBUSTEZZA STRUTTURALE
ROBUSTEZZA STRUTTURALEROBUSTEZZA STRUTTURALE
ROBUSTEZZA STRUTTURALE
 
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdfII evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
 
La valutazione analitica della sicurezza e della robustezza di ponti e viadotti
La valutazione analitica della sicurezza e della robustezza di ponti e viadottiLa valutazione analitica della sicurezza e della robustezza di ponti e viadotti
La valutazione analitica della sicurezza e della robustezza di ponti e viadotti
 
Considerazioni critiche sulle tecniche di consolidamento tradizionali dell'ar...
Considerazioni critiche sulle tecniche di consolidamento tradizionali dell'ar...Considerazioni critiche sulle tecniche di consolidamento tradizionali dell'ar...
Considerazioni critiche sulle tecniche di consolidamento tradizionali dell'ar...
 
GPGS 2021/22
GPGS 2021/22GPGS 2021/22
GPGS 2021/22
 
Costruzioni Metalliche - De Cesare Sbaraglia
Costruzioni Metalliche - De Cesare SbaragliaCostruzioni Metalliche - De Cesare Sbaraglia
Costruzioni Metalliche - De Cesare Sbaraglia
 
Valutare analiticamente la sicurezza e la robustezza di ponti e viadotti
Valutare analiticamente la sicurezza e la robustezza di ponti e viadottiValutare analiticamente la sicurezza e la robustezza di ponti e viadotti
Valutare analiticamente la sicurezza e la robustezza di ponti e viadotti
 
26 linee guida-ponteggi_fvg
26   linee guida-ponteggi_fvg26   linee guida-ponteggi_fvg
26 linee guida-ponteggi_fvg
 
03 introduzione alla-fire-investigation
03 introduzione alla-fire-investigation03 introduzione alla-fire-investigation
03 introduzione alla-fire-investigation
 
Sicurezza delle strutture e applicazioni nuovi materiali.
Sicurezza delle strutture e applicazioni nuovi materiali.Sicurezza delle strutture e applicazioni nuovi materiali.
Sicurezza delle strutture e applicazioni nuovi materiali.
 
La vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioniLa vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioni
 
La vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioniLa vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioni
 
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
 
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
 

Mais de Franco Bontempi

84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdf
84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdf84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdf
84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdfFranco Bontempi
 
PGS - lezione 63 - robustness.pdf
PGS - lezione 63 - robustness.pdfPGS - lezione 63 - robustness.pdf
PGS - lezione 63 - robustness.pdfFranco Bontempi
 
PGS - lezione 60 - evidences of failures.pdf
PGS - lezione 60 - evidences of failures.pdfPGS - lezione 60 - evidences of failures.pdf
PGS - lezione 60 - evidences of failures.pdfFranco Bontempi
 
La realtà dei ponti e dei viadotti: controllo e manutenzione
La realtà dei ponti e dei viadotti: controllo e manutenzioneLa realtà dei ponti e dei viadotti: controllo e manutenzione
La realtà dei ponti e dei viadotti: controllo e manutenzioneFranco Bontempi
 
ANALISI DEL RISCHIO PER LA SICUREZZA NELLE GALLERIE STRADALI.
ANALISI DEL RISCHIO PER LA SICUREZZA NELLE GALLERIE STRADALI.ANALISI DEL RISCHIO PER LA SICUREZZA NELLE GALLERIE STRADALI.
ANALISI DEL RISCHIO PER LA SICUREZZA NELLE GALLERIE STRADALI.Franco Bontempi
 
RISK ANALYSIS FOR SEVERE TRAFFIC ACCIDENTS IN ROAD TUNNELS
RISK ANALYSIS FOR SEVERE TRAFFIC ACCIDENTS IN ROAD TUNNELSRISK ANALYSIS FOR SEVERE TRAFFIC ACCIDENTS IN ROAD TUNNELS
RISK ANALYSIS FOR SEVERE TRAFFIC ACCIDENTS IN ROAD TUNNELSFranco Bontempi
 
Approccio sistemico al progetto dei grandi ponti
Approccio sistemico al progetto dei grandi pontiApproccio sistemico al progetto dei grandi ponti
Approccio sistemico al progetto dei grandi pontiFranco Bontempi
 
PGS - lezione D - grandi strutture.pdf
PGS - lezione D - grandi strutture.pdfPGS - lezione D - grandi strutture.pdf
PGS - lezione D - grandi strutture.pdfFranco Bontempi
 
PGS - lezione F - ingegneria forense.pdf
PGS - lezione F - ingegneria forense.pdfPGS - lezione F - ingegneria forense.pdf
PGS - lezione F - ingegneria forense.pdfFranco Bontempi
 
PGS - lezione C - controllo e manutenzione.pdf
PGS - lezione C - controllo e manutenzione.pdfPGS - lezione C - controllo e manutenzione.pdf
PGS - lezione C - controllo e manutenzione.pdfFranco Bontempi
 
Fenomeni di instabilita'
Fenomeni di instabilita'Fenomeni di instabilita'
Fenomeni di instabilita'Franco Bontempi
 
Introduzione al Calcolo Elasto – Plastico «a freddo» delle strutture in acciaio
Introduzione al Calcolo Elasto – Plastico «a freddo» delle strutture in acciaioIntroduzione al Calcolo Elasto – Plastico «a freddo» delle strutture in acciaio
Introduzione al Calcolo Elasto – Plastico «a freddo» delle strutture in acciaioFranco Bontempi
 
FB - PSA Esercitazione 1_12_18-II parte.pdf
FB - PSA Esercitazione 1_12_18-II parte.pdfFB - PSA Esercitazione 1_12_18-II parte.pdf
FB - PSA Esercitazione 1_12_18-II parte.pdfFranco Bontempi
 
Gestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - Antenne
Gestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - AntenneGestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - Antenne
Gestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - AntenneFranco Bontempi
 
PGS - lezione 04 - MODELLAZIONI DISCRETE.pdf
PGS - lezione 04 - MODELLAZIONI DISCRETE.pdfPGS - lezione 04 - MODELLAZIONI DISCRETE.pdf
PGS - lezione 04 - MODELLAZIONI DISCRETE.pdfFranco Bontempi
 
PGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdf
PGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdfPGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdf
PGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdfFranco Bontempi
 

Mais de Franco Bontempi (20)

84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdf
84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdf84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdf
84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdf
 
PGS - lezione 63 - robustness.pdf
PGS - lezione 63 - robustness.pdfPGS - lezione 63 - robustness.pdf
PGS - lezione 63 - robustness.pdf
 
PGS - lezione 60 - evidences of failures.pdf
PGS - lezione 60 - evidences of failures.pdfPGS - lezione 60 - evidences of failures.pdf
PGS - lezione 60 - evidences of failures.pdf
 
La realtà dei ponti e dei viadotti: controllo e manutenzione
La realtà dei ponti e dei viadotti: controllo e manutenzioneLa realtà dei ponti e dei viadotti: controllo e manutenzione
La realtà dei ponti e dei viadotti: controllo e manutenzione
 
ANALISI DEL RISCHIO PER LA SICUREZZA NELLE GALLERIE STRADALI.
ANALISI DEL RISCHIO PER LA SICUREZZA NELLE GALLERIE STRADALI.ANALISI DEL RISCHIO PER LA SICUREZZA NELLE GALLERIE STRADALI.
ANALISI DEL RISCHIO PER LA SICUREZZA NELLE GALLERIE STRADALI.
 
RISK ANALYSIS FOR SEVERE TRAFFIC ACCIDENTS IN ROAD TUNNELS
RISK ANALYSIS FOR SEVERE TRAFFIC ACCIDENTS IN ROAD TUNNELSRISK ANALYSIS FOR SEVERE TRAFFIC ACCIDENTS IN ROAD TUNNELS
RISK ANALYSIS FOR SEVERE TRAFFIC ACCIDENTS IN ROAD TUNNELS
 
Approccio sistemico al progetto dei grandi ponti
Approccio sistemico al progetto dei grandi pontiApproccio sistemico al progetto dei grandi ponti
Approccio sistemico al progetto dei grandi ponti
 
PGS - lezione D - grandi strutture.pdf
PGS - lezione D - grandi strutture.pdfPGS - lezione D - grandi strutture.pdf
PGS - lezione D - grandi strutture.pdf
 
PGS - lezione F - ingegneria forense.pdf
PGS - lezione F - ingegneria forense.pdfPGS - lezione F - ingegneria forense.pdf
PGS - lezione F - ingegneria forense.pdf
 
PGS - lezione C - controllo e manutenzione.pdf
PGS - lezione C - controllo e manutenzione.pdfPGS - lezione C - controllo e manutenzione.pdf
PGS - lezione C - controllo e manutenzione.pdf
 
PSA_MF_05_05_23.pdf
PSA_MF_05_05_23.pdfPSA_MF_05_05_23.pdf
PSA_MF_05_05_23.pdf
 
PSA_MF_04_05_23.pdf
PSA_MF_04_05_23.pdfPSA_MF_04_05_23.pdf
PSA_MF_04_05_23.pdf
 
Fenomeni di instabilita'
Fenomeni di instabilita'Fenomeni di instabilita'
Fenomeni di instabilita'
 
Introduzione al Calcolo Elasto – Plastico «a freddo» delle strutture in acciaio
Introduzione al Calcolo Elasto – Plastico «a freddo» delle strutture in acciaioIntroduzione al Calcolo Elasto – Plastico «a freddo» delle strutture in acciaio
Introduzione al Calcolo Elasto – Plastico «a freddo» delle strutture in acciaio
 
FB - PSA Esercitazione 1_12_18-II parte.pdf
FB - PSA Esercitazione 1_12_18-II parte.pdfFB - PSA Esercitazione 1_12_18-II parte.pdf
FB - PSA Esercitazione 1_12_18-II parte.pdf
 
Gestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - Antenne
Gestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - AntenneGestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - Antenne
Gestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - Antenne
 
Esplosioni.
Esplosioni.Esplosioni.
Esplosioni.
 
PGS - lezione 04 - MODELLAZIONI DISCRETE.pdf
PGS - lezione 04 - MODELLAZIONI DISCRETE.pdfPGS - lezione 04 - MODELLAZIONI DISCRETE.pdf
PGS - lezione 04 - MODELLAZIONI DISCRETE.pdf
 
PGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdf
PGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdfPGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdf
PGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdf
 
INCENDIO
INCENDIOINCENDIO
INCENDIO
 

INGEGNERIA FORENSE STRUTTURALE: BASI DEL PROGETTO E RICOSTRUZIONE DEI COLLASSI

  • 1. IF CRASC ’15 III CONVEGNO DI INGEGNERIA FORENSE VI CONVEGNO SU CROLLI, AFFIDABILITÀ STRUTTURALE, CONSOLIDAMENTO SAPIENZA UNIVERSITA’ DI ROMA, 14-16 MAGGIO 2015 INGEGNERIA FORENSE STRUTTURALE: BASI DEL PROGETTO E RICOSTRUZIONE DEI COLLASSI F. Bontempi Università degli studi di Roma “La Sapienza” SOMMARIO Il presente contributo è basato sull’idea che la ricostruzione di una crisi strutturale (semplice rottura o collasso vero e proprio) sia basata su una chiara, corretta, e profonda conoscenza e comprensione delle basi di progetto che portano alla concezione di una costruzione e del processo di analisi che ne verifica la sicurezza e le prestazioni. Partendo da questa idea, l’articolo cerca di presentare in modo sintetico, ma ordinato, nell’in- troduzione l’orizzonte temporale e la traiettoria di vita che una costruzione può esperire, evi- denziando nel successivo paragrafo il carattere sistemico di una struttura, ovvero enfatiz- zando la organizzazione gerarchica degli elementi strutturali che la formano: da questa ultima descrizione, si possono coerentemente valutare i livelli di crisi che si possono manifestare, giudicarne la gravità e indagarne i motivi. Successivamente, una riflessione necessaria riguarda la natura delle azioni che possono ci- mentare una costruzione, con le loro origini e caratteristiche in termini di intensità, probabi- lità di accadimento e gravità di conseguenze. Questo è un aspetto delicato, che dà il giusto rilievo agli accadimenti e agli approcci di analisi e di indagine necessari: questo punto è analogo all’idea che in una costruzione non tutti gli elementi hanno le stesse caratteristiche e la stessa importanza. Queste considerazioni generali non appaiono adeguatamente rimarcate dal quadro normativo corrente, spesso più attivo nelle descrizioni di dettaglio. Nel quarto paragrafo, si esamina la complessità di un problema strutturale (adattando uno schema noto in letteratura dai lavori di Perrow) e i differenti tipi di situazioni di progetto: evolutivo o innovativo. Questa distinzione è importante al fine di rendersi conto delle cono- scenze (competenze) che si devono avere nell’affrontare il progetto: competenze che se man- canti o deficitarie possono essere origine di crisi strutturali. Esaminati seppur brevemente questi punti (orizzonte temporale e prestazionale di una strut- tura, sua organizzazione sistemica, natura delle azioni che possono cimentarla, possibili ra- gioni della complessità del problema strutturale associato), nel quinto paragrafo, si riporta il modello generale della genesi e dello sviluppo di un fallimento strutturale secondo Reason. L’ultimo paragrafo fornisce, infine, indicazioni sulla ricostruzione dell’evento e la risalita alle responsabilità dal punto di vista ingegneristico.
  • 2. F. Bontempi 1. INTRODUZIONE La progettazione strutturale corrente si trova a dovere affrontare costruzioni con un grado di complessità notevolmente maggiore che in passato, a causa di più stretti requisiti prestazio- nali, legati a interazioni con l’ambiente e lungo un preciso orizzonte temporale. I vincoli economici e la sostenibilità ambientale costringono, infatti, a considerare un insieme di pro- blematiche che possono essere riassunte nella Fig.1 (Arangio, Bontempi, Ciampoli, 2011; Arangio, Bontempi, 2010). Nel diagramma ideale riportato, si individua: 1. sull’asse verticale, l’integrità strutturale che riassume sinteticamente la qualità di una costruzione: essa è il complesso di tutte le caratteristiche strutturali (rigidezza, resistenza, stabilità, duttilità,…) che caratterizzano una costruzione in termini di funzionalità e di sicurezza; 2. lungo il corso della vita di una costruzione, si può intendere che questa qualità degradi: in effetti, a causa delle continue azioni ambientali, della fatica dovuta a azioni cicliche, dell’invecchiamento endogeno, si ha una progressiva diminuzione di integrità strutturale; accanto a questo processo continuo, eventi specifici, discreti, come azioni accidentali o errori di origine antropica, possono provocare brusche perdite di integrità strutturale; in definitiva, con “durabilità” si misura la capacità di una struttura di avere un limitato degrado nel tempo, mentre la “robustezza” è la proprietà della struttura di mostrare un limitato e proporzionale degrado a seguito di un evento negativo; 3. l’integrità strutturale è quindi rappresentabile lungo la vita della costruzione da un punto che percorre una traiettoria come indicato in Fig.1; nel caso questa integrità scenda sotto un livello inaccettabile, può decidersi un ripristino della struttura: in termini generali, la facilità con cui una struttura o una infrastruttura può ripristinare la sua qualità è definita “resilienza”. Figura 1. Interazioni ambientali e orizzonte temporale nella progettazione strutturale: integrità strut- turale, durabilità, robustezza e resilienza. A questo quadro evolutivo, corrispondono configurazioni differenti della struttura: con rife- rimento alla Fig.2, si possono individuare le condizioni “as designed”, ovvero come la strut- tura è concepita e dimensionata idealmente, “as built” ovvero come essa è realizzata con le RESILIENCE
  • 3. Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi inevitabili imperfezioni e i possibili errori, “as actual” con le caratteristiche correnti in un certo istante, e, infine, “as failed” ovvero come appare la costruzione in seguito a una crisi strutturale. L’Ingegneria Forense intesa come studio delle crisi strutturali appare quindi come l’ultima frontiera per comprendere sia il comportamento strutturale, eventualmente affetto da errori e debolezze latenti, sia l’insieme delle azioni, remote o contingenti, che hanno portato al col- lasso. In questo senso, l’Ingegneria Forense deve ricostruire a ritroso la traiettoria di vita della costruzione e appare quindi un procedimento inverso rispetto alla progettazione strutturale: quest’ultima prevede il futuro, mentre la prima deve ricostruire il passato. Proprio per questo, il presente articolo vuole, da una parte, evidenziare i punti critici della progettazione strutturale, e dall’altra evidenziare come la comprensione e la ricostruzione di questi punti costituisce compito della Ingegneria Forense; allo stesso tempo, questo permette di evidenziarne il ruolo nell’avanzamento della conoscenza necessaria alla progettazione strutturale. Figura 2. Evoluzione dell’integrità strutturale lungo la traiettoria di vita di una costruzione: configu- razioni “as designed”, “as built”, “as actual” e “as failed”. 2. SISTEMA STRUTTURALE E SUE CARATTERISTICHE L’Ingegneria Strutturale è un settore trasversale che si basa su concetti, principi, metodologie di analisi e progetto comune ai vari ambiti di applicazione: infatti, termini come equilibrio, congruenza, sicurezza sono intesi in ambito Civile, Meccanico, Aeronautico, Navale, ecc. Nonostante ciò, il settore Civile ha sempre avuto delle peculiarità legate, da una parte, al fatto di non avere, generalmente, una produzione ripetitiva di costruzioni (tipica dei settori indu- strializzati) e dall’altro di affrontare condizioni intrinseche (caratteristiche dei materiali uti- lizzati) e al contorno (carichi, vincoli, ecc.) soggette ad un elevato grado di ambiguità e in- certezza. Nel tempo, questo ha comportato uno sviluppo di procedimenti di analisi e di pro- getto anche, alle volte, efficaci, ma spesso largamente incoerenti e approssimati. Questa mancanza di coesione di impostazione è stata anche alimentata da quadri normativi spinti perniciosamente a livelli di dettaglio tali da far perdere l’unitarietà della concezione strutturale e dei problemi di analisi e progettazione. In questo senso, paradossalmente il qua- RESILIENCERESILIENCE CONSTRUCTIONS NEW EXISTING COLLAPSED “As Designed” “As Built” “As Actual” “As Failed”
  • 4. F. Bontempi dro normativo appare essere una delle cause della perdita della capacità di analizzare com- piutamente i problemi strutturali e di risolverli sintetizzando soluzioni corrette. A contribuire a questa perdita, concorre anche la gran parte della formazione universitaria, piegata sulla mera riproposizione degli aspetti normativi piuttosto che impegnata nella educazione ai con- cetti fondanti l’Ingegneria (Simon, 1996). Un ulteriore fattore disgregante appare essere l’uso superficiale dei codici di calcolo struttu- rale: l’introduzione generalizzata di mezzi di calcolo automatico che avrebbe dovuto liberare i progettisti dagli aspetti più ripetitivi dell’analisi strutturale, ha invece spesso appiattito gli aspetti più nobili della concezione strutturale al rispetto pedante delle verifiche normative. Questa perdita di visione unitaria nella concezione strutturale e nel processo di verifica della sicurezza di una costruzione appare essere diffusamente una causa di insuccesso nell’Inge- gneria Strutturale Civile. D’altra parte, questo modo di procedere, largamente incoerente e sconnesso, perso negli aspetti di dettaglio, appare non più accettabile dalle esigenze della attuale Società Civile che richiede costruzioni e infrastrutture sempre più complesse, soddi- sfacenti sempre più ampi requisiti con condizioni al contorno sempre più varie, soggette a precisi e stringenti limiti di sostenibilità. Un esempio di quanto possa essere complesso at- tualmente il progetto di una costruzione è illustrato in Fig.3 dove sono compresi i punti ne- cessari nel preciso caso di sicurezza antincendio (ISO 13387; Arangio, Bontempi, 2013). Figura 3. Quadro di riferimento per la progettazione antincendio di una struttura. La visione attuale di come debba intendersi una costruzione richiede il riferimento al concetto di sistema nei termini più generali. Questa visione considera la costruzione come un insieme organizzato e gerarchico di parti. Nella Fig.4 si illustra questo punto, dove lo schema teorico (a) che illustra come si dispiegano i successivi livelli di scala strutturale sono applicati in (b) a un ponte sospeso; infine, in (c) si correla la definizione della variabili di progetto alle pre- stazionali (Bontempi, 2005; Bontempi, 2006; Petrini, Manenti, Gkoumas, Bontempi, 2010). SS0a PRESCRIBED DESIGN PARAMETERS SS0b ESTIMATED DESIGN PARAMETERS SS1 initiation and development of fire and fire efluent SS2 movement of fire effluent SS3 structural response and fire spread beyond enclosure of origin SS4 detection, activitation and suppression SS5 life safety: occupant behavior, location and condition SS6 property loss SS7 business interruption SS8 contamination of environment SS9 destruction of heritage (0) DESIGN CONSTRAINTS AND POSSIBILITIES (1+2) ACTION DEFINITION AND DEVELOPMENT (3+4) SYSTEM PASSIVE AND ACTIVE RESPONSE BUSOFINFORMATION RESULTS DESIGN ACTION RESPONSE SAFETY&PERFORMANCE
  • 5. Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi (a) (b) (c) Figura 4. Sistema strutturale: a) schema teorico di scomposizione a differenti livelli (macro-meso- micro); b) applicazione ad un ponte sospeso; c) organizzazione delle variabili di progetto e dei livelli prestazionali ai diversi livelli. SISTEMA STRUTTURALE PRINCIPALE ZONE SPECIALI DI IMPALCATO SISTEMA DI RITEGNO/SOSTEGNO SISTEMA STRUTTURALE SECONDARIO SISTEMA DI SOSPENSIONE IMPALCATO CORRENTE FONDAZIONI DELLE TORRI ANCORAGGI TORRI SELLE CAVI PRINCIPALI PENDINI CASSONI STRADALI CASSONE FERROVIARIO TRAVERSO INTERNE TERMINALI SISTEMA STRUTTURALE AUSILIARIO STRADALE FERROVIARIO FUNZIONAMENTO MANUTENZIONE EMERGENZA PONTE MACROLIVELLO MESOLIVELLO MACRO-LEVEL MESO-LEVEL MICRO-LEVEL DESIGN VARIABLES PERFORMANCE LEVELS MACRO-LEVELMESO-LEVELMICRO-LEVEL
  • 6. F. Bontempi Questo inquadramento sistemico permette l’individuazione, ad esempio, di elementi critici o di zone che possono svolgere un ruolo sacrificale per determinati livelli di azione. In termini generali, questa impostazione permette di riconoscere conseguentemente i diffe- renti livelli di crisi strutturale. Con riferimento ad un semplice telaio soggetto ad una forza orizzontale rappresentato in Fig.5, si vede come la crisi si può manifestare I) a livello pun- tuale (come assunto dal metodo alle tensioni ammissibili), II) a livello sezionale (come as- sunto per le verifiche di resistenza nel formato agli stati limite), III) a livello di elemento come assunto nelle verifiche di instabilità), IV) a livello complessivo di struttura (Bontempi, Arangio, Sgambi, 2008). Questi livelli di crisi, si presentano in genere in successione, con progressivi gradi di rile- vanza: i primi tre possono essere associati agli usuali formati di verifica agli Stati Limite, mentre solo l’ultimo permette di valutare compiutamente il riverbero delle crisi locali sulla intera struttura. Questo è in particolare utile nel caso di verifiche di robustezza strutturale, in cui la struttura è esaminata in condizioni non più nominali, ovvero nel suo stato perfetto e integro, ma nello stato danneggiato o in una configurazione errata (Fig.6) (Starossek, 2009). Non solo. La visione sistemica, che considera la struttura nel suo complesso, permette di discriminare anche tra meccanismi di collasso con differente natura: con riferimento alla Fig.7, è evidente che, a parità di moltiplicatore di carico, una modalità di collasso di tipo “no sway” è da preferirsi a una modalità di tipo “sway” che può coinvolgere altre strutture e propagarsi, risultando in possibile effetto domino, ovvero in un collasso progressivo. Questo livello di impostazione è quello richiesto nei casi di scenari estremi in cui può trovarsi la struttura, in cui è necessario giudicare anche collassi “buoni” o “cattivi” (Bontempi, 2006). Figura 5. Livelli di crisi strutturale: I) puntuale; II) sezionale; III) elemento; IV) struttura.
  • 7. Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi Figura 6. Robustezza strutturale: progressivo degrado della qualità strutturale dalla configurazione nominale a quella in cui è presente danneggiamento o errore. Figura 7. Meccanismi di collasso con differente natura: carattere implosivo del collasso “no sway” e carattere non confinato del collasso “sway”. 3. AMBIENTE DI PROGETTO, ORIZZONTE TEMPORALE E NATURA DELLE AZIONI Il sistema strutturale così individuato è soggetto ad una molteplicità di azioni. Una costru- zione nello spazio interagisce con l’ambiente circostante. Facendo riferimento alla Fig.8, ad esempio, ad azioni ambientali come il vento o le onde marine, si distingue in generale (Petrini, Li, Bontempi, 2010; Gkoumas, Li, Zhou, Petrini, Bontempi, 2011): a) una regione dello spazio distante dalla struttura, in cui le azioni non risentono della pre- senza della costruzione (“far field region”); QUALITY DAMAGE or ERROR REQUIRED PERFORMANCE NOMINAL PERFORMANCE NOMINAL SITUATION STRUCTURE & LOADS Collapse Mechanism NO SWAY “IMPLOSION” OF THE STRUCTURE “EXPLOSION” OF THE STRUCTURE is a process in which objects are destroyed by collapsing on themselves is a process NOT CONFINED SWAY
  • 8. F. Bontempi b) una regione dello spazio in cui le azioni risentono della presenza della costruzione e inte- ragiscono con essa (“exchange zone”); c) quando queste azioni sono trasformate in carichi agenti sulla struttura propria. Figura 8. Ambiente di progetto: “far field region” e “exchange zone”. E’ nota l’idea che possano svilupparsi fenomeni di interazione aero-elastica o idro-elastica. Una situazione meno apparente si ha quando anche il comportamento umano può influire con retroazioni la dinamica dello svolgimento dell’azione sulla struttura. E’ questo il caso delle situazioni che coinvolgono l’azione incendio (Gentili, Giuliani, Bontempi, 2011): con riferi- mento alla Fig.9, accanto alle interazioni “incendio - diffusione del calore - riposta termo- meccanica”, le azioni delle persone presenti nella costruzione possono condizionare lo svol- gimento dell’incendio, ad esempio favorendone la propagazione nel caso siano aperte delle porte tagliafuoco. La cosa ovviamente si complica nel caso di costruzioni in cui siano presenti impianti speciali e industriali. E’ bene sottolineare che queste situazioni aggiungono una di- mensione nuova rispetto alle azioni ambientali usuali, dove, ad esempio in caso di sisma, il comportamento umano non influenza lo svolgimento dell’azione. In assenza di tale intera- zione con il comportamento umano, tali azioni si presentano più semplici. Figura 9. Fenomeni di retroazione nello sviluppo dell’azione incendio.
  • 9. Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi Una seconda considerazione riguarda l’orizzonte temporale che coinvolge la struttura: tanto più lunga è la vita della struttura, tanto più ampio risulta lo spettro, per tipologia e per inten- sità, delle azioni che la struttura può esperire. Tra tutte queste azioni, una prima suddivisione può essere tra quelle che possono essere caratterizzate statisticamente e quelle che non pos- sono. La Fig.10 aiuta a comprendere questo punto, facendo riferimento anche alla frequenza con cui le azioni si presentano. Infatti, se genericamente con D si indica l’intensità dell’azione (“domanda”), si trovano via via frequenze minori e intensità maggiori passando da situazioni legate all’uso della struttura (funzionalità della struttura - Stati Limite di Esercizio), situazioni legate a possibili crisi strutturali (sicurezza - Stati Limite Ultimi). Infine, esiste la possibilità di azioni estreme, accidentali o eccezionali (da considerare in termini di robustezza strutturale e di collasso progressivo, attraverso adeguati Stati Limite di Integrità Strutturale). Se è vero che tutte le azioni precedenti sono situazioni individuate dalla tecnica, seppur con differenti gradi di definizione, sono stati recentemente considerati anche altri scenari in cui avvengono eventi chiamati “black-swan”. In questi casi, si assimila un evento con un forte impatto e con un carattere di sorpresa: d’altra parte, una volta accaduto l'evento, questo viene razionalizzato a posteriori. E’enfatizzato in questo modo il ruolo sproporzionato degli eventi a forte impatto, rari e difficili da prevedere rispetto alle normali aspettative nell'ambito della storia, della scienza, e della tecnica e l'impossibilità di calcolare la probabilità di progressione di eventi rari e la loro concatenazione (Olmati, Petrini, Bontempi, 2013). Figura 10. Domanda. In termini sintetici, le azioni ovvero gli eventi che possono manifestarsi lunga la vita di una costruzione possono essere distinti fra eventi frequenti e con conseguenze limitate (High Pro- bability – Low Consequences events: HPLC events), ed eventi rari con grandi conseguenze (Low Probability – High Consequences events: HPLC events).
  • 10. F. Bontempi La Tab.1 sancisce le caratteristiche di queste due categorie di eventi: le prime tre righe con- siderano “energia - rotture – persone” coinvolte; le tre righe successive, “non linearità – in- terazioni – indeterminazioni” presenti; le ultime due, puntualizzano le possibilità di scom- porre l’evento e predirne l’evoluzione. Questa distinzione tipologica comporta anche una differenziazione di approccio di analisi. Infatti, con riferimento alla Fig.11 si può vedere come varia l’inquadramento di studio: situa- zioni elementari o semplici, possono essere affrontate in un quadro deterministico, con as- sunzioni precise e di limitata ricaduta. Al crescere della complessità del problema in esame, in cui compaiono comportamenti non lineari e indeterminazioni, approcci di tipo probabili- stico possono essere i più appropriati, ma all’ulteriore aumento della complessità, alla man- canza di base statistica, si può solo fare affidamento ad approcci di tipo pragmatico, basasti sulla individuazione pragmatica di scenari supportati da giudizio esperto (Gkoumas, Crosti, Giuliani, Bontempi, 2009). Aspects HPLC High Probability - Low Consequences LPHC Low Probability - High Consequences Release of energy SMALL LARGE Numbers of breakdown SMALL LARGE People involved FEW MANY Nonlinearity WEAK STRONG Interactions WEAK STRONG Uncertainty WEAK STRONG Decomposability HIGH LOW Course predictability HIGH LOW Tabella 1. Caratteristiche eventi HPLC e LPHC. Figura 11. Inquadramento di situazioni HPLC e LPHC e differenziazione di approccio di analisi. HPLC HIGH PROBABILITY LOW CONSEQUENCES LPHC LOW PROBABILITY HIGH CONSEQUENCES COMPLEXITY: Nonlinear Behavior and Structural Organization PROBLEM FRAMEWORK Deterministic Stochastic QUALITATIVE / DETERMINISTIC ANALYSIS QUANTITATIVE PROBABILISTIC ANALYSIS PRAGMATIC SCENARIOS ANALYSIS
  • 11. Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi 4. NATURA DEL PROGETTO Indubbiamente l’impegno richiesto da un problema strutturale dipende da differenti aspetti che concorrono a individuare quella che può essere definita complessità. Questa caratteristica è stata citata nei paragrafi precedenti e ora si può approfondirla con riferimento agli studi di Perrow (Perrow, 1984). La Fig.12 illustra questo concetto con una rappresentazione spaziale. Si considerano nello specifico tre dimensioni. La prima è delineata dalla non linearità eventualmente presente nel sistema strutturale: ov- viamente, comportamenti lineari (proporzionali) sono senz’altro più semplici da considerare. Una seconda dimensione è legata alla presenza nel sistema o nella sua risposta di connessioni, accoppiamenti o interazioni: sistemi scomponibili, con parti distaccate, chiare suddivisioni, sono più semplici. Infine, un terzo aspetto è connesso all’ambiguità e alle incertezze che possono essere presenti (Bontempi, Gkoumas, Arangio, 2008). In definitiva, allontanandosi dall’origine di questo spazio (passando da comportamenti lineari a non lineari, da accoppiamenti e interazioni lasche a strette, da indeterminazioni limitate a estese) il problema strutturale diventa più complesso. Figura 12. Complessità di un progetto e di un sistema strutturale. Questa complessità è la caratteristica che rende da una parte difficile la concezione, il pro- getto e l’analisi del sistema strutturale, ed allo stesso tempo, ne rende difficile la ricostruzione del fallimento. Sia in fase di progetto sia in fase di indagine è quindi necessario e opportuno, individuare gli aspetti nelle varie dimensioni che caratterizzano la struttura o il suo fallimento. Proprio le considerazioni relative alle crisi di differenti sistemi, sia strutturali, sia informatici o anche organizzativi. Quest’ultimo punto, ricomprendendo il comportamento umano e so- ciale, rende necessaria per la comprensione dell’accaduto una visione più ampia. Per la difficoltà di comprensione e di giudizio di un sistema strutturale è necessario mettere in rilievo il tipo di progetto in esame: si possono, infatti, distinguere progetti “evolutivi”, in cui si adattano opportunamente concetti, metodi e elementi tipologici, e “innovativi”, in cui si affrontano concetti, schemi e approcci nuovi e originali. In termini astratti, attraverso la progettazione evolutiva si può pensare di operare una otti- mizzazione locale della qualità strutturale, mentre nel secondo caso innovativo, l’introdu- zione di nuovi concetti può portare a più elevati valori di qualità, riconducendosi ad una ottimizzazione in grande, come illustrato schematicamente in Fig.13.a.
  • 12. F. Bontempi A queste maggiori potenzialità, vanno però associate ulteriori insidie, legate al fatto che si affronta un terreno ignoto o in larga parte non esplorato precedentemente dalla Comunità Scientifica e Tecnica. Varia quindi, conseguentemente, la quantità di conoscenza richiesta: con riferimento alla Fig.13.b, nell’affrontare una situazione evolutiva, si può ritenere che l’esperienza permetta un ricoprimento di conoscenza quasi completo, mentre nelle situazioni evolutive, la conoscenza richiesta, nuova, è nettamente maggiore (Arangio, Bontempi, 2014). La conoscenza, posseduta e richiesta, appare quindi un fattore discriminante nella progetta- zione e nell’innesco di un fallimento strutturale. La Fig.14 sintetizza questo punto: in ascissa si mette l’orizzonte temporale, il passato, il presente, il futuro; in ordinata è invece rappre- sentata la percentuale di fallimenti strutturali. Nel corso del tempo, al crescere delle cono- scenze della Comunità Scientifica e Tecnica, la percentuale di fallimenti dovuti a non cono- scenza scientifica e tecnica diminuisce. Ad esempio, la situazione B, nel passato poteva por- tare ad un collasso, al presente è riconosciuta (ad esempio a livello di ricerca) e affrontata e nel futuro sarà infine codificata dal quadro normativo. Allo stesso tempo, nel presente, ci sono delle situazioni come Asenz’altro normate, e situazioni come C ignote ma che nel futuro saranno prima riconosciute dalla ricerca e poi inquadrate dalla normativa. L’aspetto significativo, e purtroppo pessimistico, della Fig.14 è il progressivo ruolo giocato dall’errore umano nella origine dei fallimenti strutturali: questa causa prende via via il posto della ignoranza dei vari fenomeni (NASA, 1995). (a) (b) Figura 13. a) Progetti evolutivi e innovativi; b) conoscenza richiesta.
  • 13. Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi Figura 14. Cause di fallimento: con il progresso delle conoscenze si riduce la percentuale delle crisi dovute a ignoranza ma aumenta quella legata all’errore umano. 5. GENESI E SVILUPPO DI UN FALLIMENTO Se si pensa alla enorme varietà di situazioni in cui si sono presentati collassi strutturali o altri tipi di incidenti, appare difficile se non impossibile trovare dei tratti in comune. Se questo è senz’altro vero il molti casi, è però anche significativo che in altrettanti casi si può ricondurre la dinamica di questi eventi negativi a un modello generale introdotto da Reason negli Anni ’90 (Reason, 1990). La Fig.15 illustra questo modello. E si considerano tutte le attività che portano alla realizza- zione di una costruzione e al suo utilizzo, si può immaginare come una minaccia (hazard) possa concretizzarsi in una crisi: in effetti, si può considerare che ogni attività (concettuale, progettuale, normativa, realizzativa, manutentiva, di utilizzo, …) che ha portato alla situa- zione attuale, sia come uno strato di protezione contro tale minaccia. Utilizzando una meta- fora informatica, le varie attività svolte sono come dei “firewall” che proteggono da questa minaccia: purtroppo, ciascun “layer” difensivo non è perfetto e presenta delle falle: i livelli difensivi sono bucati, in maniera più o meno grave. Orbene, la minaccia si traduce in una crisi quando queste deficienze difensive sono allineate: se le mancanze fossero presenti ma non collineate, la minaccia sarebbe arrestata, ma la loro sincronicità porta all’insuccesso. La potenza esplicativa di questo modello serve per interpretare sistemi strutturali (e anche non strutturali) differenti: ad esempio in Fig.16 lo schema di Reason è applicato ad un pro- blema di sicurezza contro l’incendio. In questo caso, si possono puntualizzare differenti li- velli di difesa consistenti in: a) caratteristiche passive del sistema:  concezione della struttura (tipologia, isostaticità, iperstaticità, …);  topologia (compartimentazione …) e geometria (forma e dimensioni,…);  materiali e componenti; b) caratteristiche attive del sistema:  impianti di rilevamento e soppressione dell’incendio;  organizzazione delle squadre di intervento; c) caratteristiche legate alla vita della struttura:  manutenzione;  utilizzo. 100% Time %offailure Unknown phenomena Known phenomena Research level Design code level past present future A BB B C Humanerrors
  • 14. F. Bontempi E’evidente l’importanza operativa di questo modello, sia nella fase di progetto, sia nella fase di indagine: è essenziale comprendere le caratteristiche del sistema in oggetto e le sue possi- bili debolezze. Figura 15. Modello generale di Reason per lo sviluppo di una crisi. Figura 16. Contestualizzazione del modello di Reason nel caso di una struttura passibile di incendio. HAZARD IN-DEPTH DEFENCE HOLES DUE TO ACTIVE ERRORS HOLES DUE TO HIDDEN ERRORS STRUCTURAL CONCEPTION STRUCTURAL TOPOLOGY & GEOMETRY threats No Yes threats STRUCTURAL MATERIAL & PARTS No Yespassive structural characteristics threats FIRE DETECTION & SUPPRESSION No Yes active structural characteristics threats ORGANIZATION & FIREFIGHTERS No Yes threats MAINTENANCE & USE No Yes threats No alive structural characteristics Yes STRUCTURAL SYSTEM CHARACTERISTICS STRUCTURAL SYSTEM WEAKNESS
  • 15. Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi 6. RICOSTRUZIONE DELL’EVENTO E RISALITA ALLE RESPONSABILITA’ Per tutto il contributo si è fatto riferimento, in parallelo, alla progettazione di un sistema strutturale e all’indagine della sua crisi. In effetti, si ritiene che queste due fasi siano attività complementari (Arangio, Bontempi, Crosti, 2012): il modo in cui si progetta e realizza una cosa influenza come questa si rompe; a sua volta, lo studio e l’indagine della sua rottura, possono portare a progettarla e realizzarla meglio la prossima volta con un guadagno di co- noscenza come detto precedentemente. Può essere utile considerare la Fig.17: sulla sinistra, è presentato quello che può essere con- siderato un problema diretto dell’Ingegneria Strutturale: in questo caso, ad esempio, per una struttura, assegnate le azioni, le caratteristiche geometriche e meccaniche oltre ai suoi vincoli, si può predirne la risposta: questo è in generale un problema di analisi. Sulla destra, sono invece considerati problemi inversi: sintesi (ovvero progettazione), identificazione e con- trollo. Figura 17. Problemi diretti e inversi. In effetti, anche la ricostruzione dell’evento e la risalita alle responsabilità in caso di crisi strutturale è un problema inverso (Cestelli-Guidi, 1987). E’ però evidente che la dimensione del comportamento umano, colposo o doloso, influisce radicalmente sulla impostazione, sulla formulazione e sulla sintesi della soluzione di questo problema inverso (Stella, 2000): in par- ticolare, la spiegazione scientifica e tecnica della crisi, origine e dinamica, si deve confrontare con la spiegazione giuridica della stessa. I due ambiti, “scientifico e tecnico” e “giuridico” sono distinti ma, ovviamente, contigui. Non si possono, poi, trascurare gli aspetti psicologici legati ai giudizi sui fatti e alle decisioni sull’interpretazione (Plous, 1993). In definitiva, in termini analitici, si può solo pensare ad una formulazione “debole” del pro- blema e sarà essenziale dimostrare la logica con cui si è arrivati alla sintesi della “soluzione”. Per tutti questi motivi, appare possibile solo indicare alcuni passi necessari alla risoluzione di questo problema inverso: 1. sospendere il giudizio (ovvero non avere preconcetti o pregiudizi); 2. osservare e raccogliere (le persone e i fatti); 3. resistere alle pressioni (di tutte le parti); 4. accumulare (diligentemente e coscienziosamente i punti); 5. individuare uno schema spaziale e una dinamica; 6. arrivare dovutamente a una sintesi. INPUT Inverse Problems Synthesis Identification Control OUTPUT Actions Structural response Direct Problem INPUT OUTPUT Geometric and mechanical characteristics Actions Structural response Analysis Geometric and mechanical characteristics Damage states Model updating
  • 16. F. Bontempi Un passo critico appare il 5) che prevede di individuare, da una parte, cosa e come ha fallito in una costruzione, e dall’altra, lo sviluppo temporale. Per la prima parte di questo punto, è essenziale avere in mente quanto ricordato nei paragrafi su “Sistema strutturale e sue carat- teristiche”, “Ambiente di progetto, orizzonte temporale e natura delle azioni”, “Natura del progetto”, mentre per lo sviluppo temporale è necessario fare riferimento al paragrafo “Ge- nesi e sviluppo di un fallimento”. Il momento finale di una spiegazione scientifica e tecnica di una crisi strutturale è rappresen- tato da un diagramma di flusso in cui tutti i passaggi sono ordinatamente incasellati come in Fig.18. Nell’ottica del modello di Reason, in questo “time scheduling” si potranno ricono- scere momenti precursori della crisi, ragioni profonde e passaggi critici, e, infine, cause con- tingenti o inneschi. Infine, a questo time-scheduling sarà allora possibile sovrapporre un pro- filo di responsabilità come in Fig.19. Figura 18. Time scheduling: sviluppo di una crisi strutturale. Figura 19. Profilo di responsabilità lungo il progresso di una crisi. ASPETTI STRUTTURALI / PROGETTUALI ASPETTI REALIZZATIVI / SICUREZZA SUL LAVORO ATTIVITA' DI DEMOLIZIONE NON ADEGUATA MANCATA VIGILANZA AMMINISTRAZIONI MANCATO CONTROLLO DIREZIONE LAVORI / RESPONSABILE SICUREZZA IN FASE DI ESECUZIONE PIANO DI DEMOLIZIONE NON ADEGUATO / MANCANZA PROGETTO DI DEMOLIZIONE ESTESA COMPRENSIONE DEL SISTEMA STRUTTURALE ESISTENTE (AGGREGATO EDILIZIO) INSUFFICIENTE PROGETTO CARENTE MANCATO RISPETTO NORME TECNICHE COSTRUZIONI ASPETTI AUTORIZZATIVI / AMMINISTRATIVI PRATICA EDILIZIA PRATICA URBANISTICA INIZIOCROLLO ASPETTI STRUTTURALI / PROGETTUALI ASPETTI REALIZZATIVI / SICUREZZA SUL LAVORO ATTIVITA' DI DEMOLIZIONE NON ADEGUATA MANCATA VIGILANZA AMMINISTRAZIONI MANCATO CONTROLLO DIREZIONE LAVORI / RESPONSABILE SICUREZZA IN FASE DI ESECUZIONE PIANO DI DEMOLIZIONE NON ADEGUATO / MANCANZA PROGETTO DI DEMOLIZIONE ESTESA COMPRENSIONE DEL SISTEMA STRUTTURALE ESISTENTE (AGGREGATO EDILIZIO) INSUFFICIENTE PROGETTO CARENTE MANCATO RISPETTO NORME TECNICHE COSTRUZIONI ASPETTI AUTORIZZATIVI / AMMINISTRATIVI PRATICA EDILIZIA PRATICA URBANISTICA INIZIOCROLLO responsabilità tempo
  • 17. Ingegneria forense strutturale: basi del progetto e ricostruzione dei collassi RINGRAZIAMENTI Quanto presentato sintetizza la ricerca che è stata sviluppata a partire dalla fine degli Anni ’90 presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, da un gruppo di ricerca composto da Stefania Arangio, Francesco Petrini, Chiara Crosti, Konstan- tinos Gkoumas, con passati contributi di Luca Sgambi, Luisa Giuliani, Filippo Gentili, Fran- cesca Brando, Pierluigi Olmati, mentre attualmente il gruppo comprende anche Paolo Emidio Sebastiani, Mario Forlino, Giordana Gai e Marcello Mangione. Gli oltre 200 studenti che in questi anni hanno sviluppato la loro tesi di laurea presso questo gruppo hanno contribuito significativamente a individuare e definire temi e applicazioni. Sono, tutti, sinceramente ringraziati. I concetti e i metodi presentati sono dovuti anche all’essenziale attività di ricerca e consulenza sviluppata nello spin-off StroNGER s.r.l. – www.stronger2012.com. BIBLIOGRAFIA Arangio S., Bontempi F.: Design Knowledge Gain by Structural Health Monitoring. In: (a cura di) Dan Frangopol, Yiannis Tsompanakis. Maintenance and Safety of Aging Infrastructure. Taylor&Francis Group, ISBN: 978-0-415-65942-0, 2004. Arangio S., Bontempi F.: Soft Computing Based Multilevel Strategy for Bridge Integrity Monitoring. Computer-aided civil and infrastructure engineering, vol. 25, p. 348-362, ISSN: 1093-9687, doi: 10.1111/j.1467-8667.2009.00644.x, 2010. Arangio S., Bontempi F.: Basis of the Analysis and Design for Fire-Induced Collapses in Structures. International journal of lifecycle performance engineering, vol. 1, p. 115-134, ISSN: 2043-8648, doi: 10.1504/ijlcpe.2013.057559, 2013. Arangio S., Bontempi F., Ciampoli M.: Structural integrity monitoring for dependability. Structure and infrastructure engineering, vol. 7, p. 75-86, ISSN: 1573-2479, doi: 10.1080/15732471003588387, 2011. Arangio S., Bontempi F., Crosti C.: Modelli generali per la spiegazione causale di collassi strutturali. In: II Convegno di Ingegneria Forense - V Convegno su CRolli, Affidabilita' Strutturale, Consolida- mento. p. 27-36, Nicola Augenti & Mauro Sassu, ISBN: 9788889972342, Pisa, 15-17 Novembre 2012. Bontempi F.: Frameworks for structural analysis. In: Proceedings of The Tenth International Confer- ence on Civil, Structural and Environmental Engineering Computing (CC05). Civil-Comp Press, ISBN: 9781905088027, Rome (Italy), 30 August - 2 September 2005. Bontempi F.: Robustezza strutturale. Atti: Crolli e affidabilità delle strutture civili. vol. 1, p. 3-24, Dario Flaccovio Editore, ISBN: 9788877587497, Messina, 20-22 Aprile 2006. Bontempi F.: Basis of Design and expected Performances for the Messina Strait Bridge. Proceedings of the International Conference on Bridge Engineering – Challenges in the 21st Century, Hong Kong, 1-3 November, 2006. Bontempi F., Arangio S., Sgambi L.: Tecnica delle Costruzioni: basi della progettazione. Elementi in- telaiati in acciaio. vol. 1, p. 1-389, Carocci, ISBN: 9788843044566, 2008.
  • 18. F. Bontempi Bontempi F., Gkoumas K., Arangio S.: Systemic approach for the maintenance of complex structural systems. Structure and infrastructure engineering, vol. 4; pp. 77-94, ISSN: 1573-2479, doi: 10.1080/15732470601155235, 2008. Cestelli-Guidi C.: Geotecnica e Tecnica delle Fondazioni. Hoepli, 1987. Gentili F., Giuliani L., Bontempi F.: Investigation of fire-induced collapse scenarios for a steel high- rise building. In: Proceeding of the 2011 International Conference on Advances in Structural Engineer- ing and Mechanics. Seoul (South Korea), 18-22 September 2011. Gkoumas K., Crosti C., Giuliani L., Bontempi F.: Definition and selection of design fire scenarios. In: Applications of structural fire engineering. p. 66-71, PRAGUE: Pražská technika, Czech Technical University, Prague, Czech Republic, 19-20 February 2009. Gkoumas K., Li H., Zhou W., Petrini F., Bontempi F.: Multi-Level FEM Modelling of Offshore Wind Turbines accounting for the Environment Uncertainty. Proceedings 7th National Conference of Steel Structures, vol. 1, p. 288-301, Volos (Grecia), 29 September - 1 October 2011. ISO/TR 13387-1:1999, Fire safety engineering. NASA, National Aeronautics and Space Administration: Systems Engineering Handbook. Available online at: www.nasa.gov, 1995. Olmati P., Petrini F., Bontempi F.: Numerical analyses for the structural assessment of steel buildings under explosions. Structural engineering and mechanics, vol. 45, p. 803-819, ISSN: 1225-4568, doi: 10.12989/sem.2013.45.6.803, 2013. Petrini F., Li H., Bontempi F.: Basis of Design and Numerical Modeling of Offshore Wind Turbines. Structural engineering and mechanics, vol. 36(5), p. 599-624, ISSN: 1225-4568, 2010. Petrini F., Manenti S., Gkoumas K., Bontempi F.: Structural design and analysis of offshore wind tur- bines from a system point of view. Wind engineering, vol. 34, p. 85-108, ISSN: 0309-524X, doi: 10.1260/0309-524x.34.1.85, 2010. Perrow C.: Normal Accidents: Living with High-Risk Technologies. Princeton, New Jersey: Princeton University Press, ISBN 0-691-00412-9, 1984. Plous S.: The Psychology of Judgment and Decision Making. McGraw-Hill, 1993. Reason J.: Human Error. Cambridge University Press, 1990. Simon H.A.: The Sciences of the Artificial, MIT Press, 1996. Starossek U.: Progressive collapse of structures. Thomas Telford, 2009. Stella F.: Leggi scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale. Giuffre’ Editore, 2000.